Buongiorno, sono una mamma piuttosto sconvolta e ho proprio bisogno di un aiuto per capire come com

24 risposte
Buongiorno,
sono una mamma piuttosto sconvolta e ho proprio bisogno di un aiuto per capire come comportarmi per non peggiorare la situazione.
Premetto che sto attraversando un momento personale molto triste del quale non riesco a parlare, una perdita improvvisa mi ha resa molto fragile e disperata e quindi sono sicuramente più sensibile agli eventi che mi si presentano.
Ho una figlia di quasi 18 anni. Ho affrontato con lei un'infinità di problemi. Mia figlia ha dimostrato da sempre di essere fuori dagli schemi, molto intelligente, talmente brava da suscitare il fastidio dei compagni ma anche di molti adulti. Dopo la scuola elementare ci sono stati continui problemi, Ha subito prepotenze, cattiverie...Io ho cercato di starle vicino, ho parlato con docenti e specialisti. Tutti ci davano coraggio, ci invitavano ad essere forti, lei in quanto vittima diretta e io come madre di una ragazzina che continuava a soffrire per qualcosa che, in realtà, era semplicemente una dote, il talento di capire e ricordare informazioni più rapidamente degli altri.
Mi sono molto interrogata durante le scuole medie, Sono una persona poco socievole, o meglio lo sono ma non con chiunque e in assoluto. Sto per i fatti miei e non sono una di quelle mamme che ridono sempre e che vogliono sapere e organizzare di tutto di più. Sono riservata, e lo è anche mia figlia. Non si è mai vantata per i voti presi o per i riconoscimenti ricevuti (ha vinto un concorso e non l'ha detto a nessuno..) ma le ho pensate tutte e magari il mio atteggiamento ha penalizzato mia figlia...Poi però alle superiori è successa la stessa cosa. Il gruppo contro di lei...La classe non voleva fare un compito in classe e mia figlia non era d'accordo? Avanti con gli insulti e con la sua esclusione. Abbiamo cercato di fare anche autocritica, ma anche i professionisti che ho periodicamente interpellato e che hanno incontrato sia me che mia figlia, non riescono a giustificare un tale accanimento e una tale cattiveria solo per delle posizioni diverse su certe dinamiche che si possono creare in classe. Ho pensato, ok, sta antipatica, trasmette antipatia, ma poi penso anche che in ogni gruppo c'è il simpatico, il timido, il prepotente e anche l'antipatico...perché lei non ha neppure una possibilità? E' molto generosa se qualcuno le chiede una mano. Molto corretta e ci si può fidare ciecamente. Eppure niente.L'anno scorso ha iniziato a somatizzare il dolore di non essere mai inclusa in nulla...dolori, tosse, sconforto. Siamo riuscite, (dico siamo perché l'ho aiutata molto, moltissimo...) a reagire, pur mantenendo una tristezza e delusione di fondo, le cose non cambiavano e lei cercava di sopravvivere al meglio sperando e godendo di minuscoli momenti di normalità: mi hanno salutato, non mi hanno urlato contro, ho detto la mia senza che mi insultassero...
In tutto ciò la scuola, nonostante sapesse tutto, è stata inesistente.
Quest'anno la situazione è cambiata. A gennaio ha stretto un legame con un ragazzo di un'altra classe. Questo le ha dato sicuramente fiducia. Non le era mai capitato di provare interesse verso un ragazzo e ne era molto preoccupata. Riesce ad uscire con delle amiche, non ha un gruppetto ma una amica qua, una là... e questo ragazzo. Un ragazzo che ho visto poco, non ho voluto essere invadente. Il problema è che ho scoperto che mia figlia, cresciuta in una famiglia sana, educata, rispettosa, usa un linguaggio esplicito e volgare riferendosi al ragazzo. L'ho saputo perché lei questi messaggi volgari e allusivi li ha scritti pubblicamente sui social e sono apparsi, come tanti altri, sulle pagine di persone che segue e che la seguono. Se scrive certe cose pubblicamente chissà cosa scriverà direttamente a lui! Ho affrontato l'argomento con lei, senza giri di parole, lei non ci vede nulla di male, che può dire ciò che vuole e a chi vuole. Io non la riconosco più...Non so come andare avanti. Mi ha assicurato che non renderà più pubblici certi commenti e certe frasi ma io so che lei le userà normalmente e quando la guardo la vedo con occhi diversi. Tra l'altro sono preoccupata per ciò che potrebbe fare, ero contenta che avesse trovato un ragazzo, ma nello stesso tempo mi auguro che non recuperi e non vada oltre così in fretta, si conoscono da poco, e la mia paura che l'interesse di questo ragazzo sia soprattutto rivolto a come lei si esprime è tanta. Se dovesse tradursi anche questa esperienza in una delusione, non so come potrebbe reagire. Non so cosa fare...Vorrei far finta di nulla ma non riesco a guardarla come la vedevo prima, veramente non la riconosco in quel modo di pensare e esprimersi. Certo se non l'avessi saputo..Grazie per i vostri consigli, li seguirò minuziosamente
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, mi dispiace tanto per questo momento di sofferenza che ha raccontato. Sicuramente è difficile risponderle qui, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere meglio ciò che ha scritto.
Se ne avesse voglia, può scrivermi per prendere un appuntamento per un primo incontro del tutto gratuito.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi

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Dott.ssa Patrizia Coppa
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, mi sembra di capire che sia sola a gestire tutta questa situazione. E' stata brava! Sua figlia ha mai fatto fare una valutazione? Credo possa essere utile farle fare un test di personalità.
Comunque potrebbe fare anche lei qualche colloquio per capire come affrontare e superare questo momento.
Spero di esserle stata utile
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Gent signora, comprendo la sua ansia nello scrutare i cambiamenti di sua figlia nel tempo. Ha bisogno di condividere i suoi pensieri con qualcuno che sia esterno alle dinamiche familiari. Il mio consiglio è di confrontarsi con uno psicoterapeuta di orientamento sistemico. Cordiali saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Dott.ssa Giulia Vitali
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
gentile signora,
mi spiace per quello che sta vivendo e mi rendo conto che l'adolescenza sia un periodo che mette a dura prova sia i ragazzi che i genitori stessi che devono in qualche modo imparare a conoscere i figli sotto un altra veste.
tuttavia credo sia davvero complicato aiutarla per un problema di tali dimensioni attraverso poche righe, quindi le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico con il professionista che reputa più adeguato.
nel caso dovesse averne necessità resto a disposizione.
cordialmente
D.ssa Giulia Vitali
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Cara mamma, incontrare il cambiamento dei nostri figli che stanno diventando adulti è una esperienza appagante ma anche impegnativa. Ed è impegnativa perché può mettere a dura prova noi, il nostro sguardo, le nostre convinzioni, loro figli ma anche noi stessi.
Lei sta parlando di sua figlia, ma giustamente sta parlando di sé. E così è importante che sia. Sta chiedendo aiuto e io le propongo un colloquio psicologico conoscitivo. Stabiliremo insieme se e come proseguire.
Dott.ssa Veronica Pacifici
Psicologo, Psicologo clinico
Fabrica di Roma
Cara mamma,
Ho letto con estrema attenzione ciò che ha scritto, riguardo la sua situazione e quella di sua figlia.
Innanzitutto, mi complimento con lei per il modo in cui è riuscita a gestire una fase - che per molti - è estremamente critica: il passaggio all’adolescenza. Purtroppo, i ragazzi d’oggi tendono ad escludere chi non fa parte della massa. Il cosiddetto “pensiero divergente” non viene apprezzato, tutt’altro! Coloro che la pensano in maniera differente non fanno parte del gruppo, vengono denigrati ed eliminati perché potenzialmente “minacciosi”. Sua figlia potrebbe - ahimè - far parte di questa cerchia.
Molto probabilmente, non avendo mai avuto rapporti amicali solidi, va un po’ educata sulla gestione degli stessi, in particolare con persone di sesso maschile: come lo percepisce questo ragazzo? Come ci si trova? E soprattutto, cerchi di mettere in atto un pensiero fondamentale per l’uomo: “Come ti sentiresti al posto suo se lui scrivesse di te tali insulti pubblicamente, alla mercé di tutti?”. In questo modo sarà in grado di comprendere se veramente sua figlia si sia resa conto della serietà di ciò che si scrive sui social e sulla conseguenza che questo può avere. Resto a disposizione per un confronto.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Veronica Pacifici
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buonasera gentile utente, è inutile dirle che l'adolescenza è un periodo difficile soprattutto, in questo caso, per una ragazza così particolare come sua figlia. Dal suo racconto emerge che tutte le difficoltà della vita le avete affrontate insieme ma sole, a questo punto le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia ed eventualmente suggerirlo anche a sua figlia. Sono una psicoterapeuta fenomenologica e resto a disposizione per qualsiasi domanda, sono disponibile anche per terapie online. La saluto cordialmente, D.ssa Cristina Sinno
Dott. Angelo Cetera
Psicologo, Psicologo clinico
Civitanova Marche
Buongiorno, prima di tutto, mi dispiace molto per il difficile periodo che sta attraversando. Gestire la perdita di una persona cara è estremamente doloroso, e aggiungere a questo le preoccupazioni per sua figlia rende tutto ancora più complicato. La sua preoccupazione e il suo desiderio di aiutare sua figlia sono comprensibili e naturali.
Da ciò che ha descritto, sua figlia sembra essere una persona molto intelligente e sensibile, che ha affrontato difficoltà significative nel corso degli anni. L'isolamento sociale che ha subito possono lasciare segni profondi, e la sua attuale situazione con il linguaggio volgare sui social potrebbe essere un modo per esprimere una parte di sé che è stata repressa o per cercare di adattarsi in qualche modo.
Le suggerirei di continuare a mantenere una linea di comunicazione aperta con sua figlia, cercando di evitare giudizi. Esprima le sue preoccupazioni in modo calmo e amorevole, facendole capire che le sue osservazioni nascono da un posto di preoccupazione e amore per lei. Cerchi di ascoltare attivamente ciò che sua figlia ha da dire riguardo ai suoi comportamenti e sentimenti. Le chieda perché sente il bisogno di esprimersi in quel modo e cosa ne pensa lei stessa. A volte, i giovani adottano certi comportamenti per sentirsi accettati o per sfogare emozioni represse.
È importante stabilire confini chiari e parlare del rispetto per sé stessi e per gli altri. Spieghi perché certi comportamenti e linguaggi possono essere inappropriati, soprattutto in contesti pubblici, e come possono influenzare le percezioni degli altri su di lei. Consideri l’idea di coinvolgere uno psicologo o un consulente familiare. Un professionista può aiutare sia lei che sua figlia a navigare queste difficoltà, offrendo strategie per migliorare la comunicazione e il benessere emotivo.
Discuti con sua figlia l'importanza della privacy e delle conseguenze di ciò che viene condiviso sui social media. Può essere utile educarla su come i post possono essere permanenti e influenzare la sua reputazione. Ricordi a sua figlia tutte le sue qualità positive e i suoi successi. La aiuti a costruire la sua autostima in modo che non senta il bisogno di cercare conferme esterne attraverso comportamenti potenzialmente dannosi.
Mantenga un certo livello di monitoraggio sulle sue attività online senza essere troppo invasiva. È importante che sua figlia si senta rispettata e abbia un certo grado di privacy. Infine, ricordi di prendersi cura anche di sé stessa. La sua salute emotiva è fondamentale per poter essere di supporto a sua figlia. Cerchi supporto nei suoi cari, in gruppi di sostegno o in un professionista per affrontare il suo dolore e trovare strategie per gestire al meglio questa fase della sua vita.
Spero che questi suggerimenti possano esserle utili. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, sono qui per aiutarla.
Buona Vita.
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, evidentemente sua figlia mostra una non condivisione di norme socilai-comunicative spesso implicite e non dette ma che tutti rispettano. Non è raro che persone molto intelligenti ritengano inutile seguire queste norme o perchè non le percepiscono o perchè le ritengono stupide. Tuttavia poi si rammaricano se non c'è inclusione nel gruppo dei pari. Questo aspetto può essere poi la punta di un iceberg e sottenderne altri, ma questo è quello che emerge maggiormente dalla descrizione. Ritengo sia utile per sua figlia essere seguita da uno/a psicoterapeuta che l'aiuti a decifrare regole e segnali sociali per i quali non sembra avere tutta questa abilità. Tutto questo partendo ovviamente dai vissuti emotivi e/o conflittuali di sua figlia.
Dott.ssa Martina Panerai
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Roma
Gentilissima, ha parlato di una perdita molto importante che l'ha resa fragile, disperata e più sensibile. Comprensibilmente, svolgere la funzione di madre - per sua natura estremamente complessa - deve risultare ancora più faticosa. Dalle sue parole, sembra sentirsi (o essere) sola nel gestire tutto questo, oltre ad averlo già fatto in passato dimostrandosi assolutamente presente ed efficace, nonostante le frustrazioni e il dolore che ha provato. Non posso che suggerirle di farsi supportare nell'affrontare tutto questo carico estremamente pesante rivolgendosi a un professionista, così da meglio approfondire cosa sta accadendo, il suo vissuto e, insieme, provare ad alleggerire il peso di questa situazione. Un caro saluto
Dott.ssa Sara Mancassola
Psicologo, Psicoterapeuta
Verona
Buongiorno, mi dispiace molto per la perdita che ha subito e per le difficoltà che lei e sua figlia avete dovuto affrontare nel tempo. La situazione che descrive è sicuramente complessa e richiede attenzione a diversi aspetti, tra cui, il rapporto con sua figlia, le esperienze di emarginazione vissute e alcuni aspetti legati al suo vissuto personale come mamma e come donna. Potrebbe essere utile, in questo momento delicato, intraprendere un percorso di terapia con un professionista. Un terapeuta potrebbe aiutarla a gestire i cambiamenti legati alla crescita di sua figlia, a rinegoziare il vostro rapporto e a supportarla nel superare la fatica accumulata in questi anni difficili. Rimango a disposizione se avesse bisogno di un approfondimento. Un cordiale saluto, Dott.ssa Sara Mancassola
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

dal suo messaggio si riesce ad intercettare molto più il suo malessere che quello di sua figlia. Molto probabilmente le preoccupazioni degli ultimi periodi hanno messo a dura prova la sua calma ed il suo equilibrio interiore. Credo sarebbe importante per lei darsi la possibilità di ricercarsi uno spazio all'interno del quale poter elaborare tutti questi vissuti e darne voce. Un supporto psicologico in questo momento potrebbe far al caso suo, la aiuterebbe meglio a gestire anche il rapporto con sua figlia e ad accettare il suo processo di crescita.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Mi dispiace molto per la difficile situazione che stai affrontando. È chiaro che hai investito molto nella cura e nel sostegno di tua figlia, e la tua preoccupazione è comprensibile. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti a gestire questa situazione complessa:

1. Accettare le Differenze Generazionali e di Sviluppo
Contesto Sociale: È importante riconoscere che il linguaggio e il comportamento degli adolescenti possono essere influenzati dalla cultura popolare e dai loro coetanei. Gli adolescenti spesso esplorano identità e limiti, e questo può includere l'uso di un linguaggio esplicito o volgare.
Esplorazione dell’Identità: Tua figlia sta attraversando un periodo di crescita e cambiamento. L’adolescenza è un periodo di esplorazione e sperimentazione. Il suo comportamento potrebbe essere un modo per esplorare la propria identità e autonomia.
2. Comunicazione Aperta e Non Giudicante
Dialogo Aperto: Continua a mantenere una comunicazione aperta e non giudicante con tua figlia. Esprimi le tue preoccupazioni senza criticarla. Puoi dirle che sei preoccupata per lei e che desideri comprendere meglio il suo punto di vista.
Ascolto Attivo: Ascolta attentamente le sue ragioni e sentimenti senza interromperla o giudicarla. Mostra empatia e comprensione per il suo punto di vista.
3. Stabilire Limiti e Confini
Discussione sui Confini: Parla con tua figlia dell'importanza dei confini, soprattutto riguardo ai social media. Spiega le possibili conseguenze dell'uso di un linguaggio esplicito in pubblico.
Regole Chiare: Stabilisci regole chiare e ragionevoli sull'uso dei social media e sul comportamento online, assicurandoti di spiegare il perché dietro queste regole.
4. Supporto Emotivo e Psicologico
Sostegno Psicologico: Considera la possibilità di coinvolgere un terapeuta o un counselor che possa lavorare con tua figlia e aiutarla a esplorare le sue emozioni e comportamenti in modo sicuro.
Elaborazione del Dolore: È anche importante che tu abbia uno spazio sicuro per elaborare il tuo dolore e la tua tristezza. Parla con un terapeuta o un counselor per affrontare la tua perdita e il tuo stress emotivo.
5. Educazione e Consapevolezza
Educazione Sessuale e Relazionale: Assicurati che tua figlia abbia una buona educazione sessuale e relazionale. Parla con lei delle relazioni sane, del consenso e del rispetto reciproco.
Consapevolezza delle Conseguenze: Discuti delle possibili conseguenze delle sue azioni e comportamenti, sia online che offline. Aiutala a comprendere come il suo comportamento può influenzare le sue relazioni e la sua reputazione.
6. Monitorare e Supportare la Relazione
Osservazione Attenta: Continua a monitorare la sua relazione con questo ragazzo senza essere invadente. Cerca di conoscere meglio il ragazzo e di comprendere le sue intenzioni.
Discussione sui Valori: Parla con tua figlia dei tuoi valori e delle tue aspettative riguardo alle relazioni e al comportamento. Condividi le tue preoccupazioni in modo aperto e onesto.
7. Promuovere l’Autostima e l’Indipendenza
Sostegno Positivo: Rafforza l’autostima di tua figlia riconoscendo i suoi successi e incoraggiandola a perseguire i suoi interessi e passioni.
Indipendenza e Responsabilità: Incoraggiala a prendere decisioni responsabili e a comprendere l’importanza delle conseguenze delle sue azioni.
Conclusione
Affrontare questi problemi richiede tempo, pazienza e comprensione. La tua preoccupazione per tua figlia è un segno del tuo amore e della tua dedizione. Con una comunicazione aperta, supporto emotivo e limiti chiari, potrai aiutare tua figlia a navigare questo periodo complesso della sua vita.




Dr. Vittorio Penzo
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno gentile utente, capisco quanto questa situazione sia difficile e stressante per te soprattutto considerando il periodo difficile che stai attraversando. Prova a dedicare del tempo ad ascoltare tua figlia senza giudicarla Cerca di capire il motivo del suo comportamento e come si sente mostrare empatia può aiutare a costruire un ponte di comunicazione tra voi. Continua a parlarle in modo aperto e sincero, esprimi le tue preoccupazioni senza accusarla, fai capire che ti preoccupi per il suo benessere e non stai cercando di controllarla. Parla con lei dell'importanza di usare i social media in modo responsabile, spiega come certe frasi e comportamenti possano avere conseguenze negative sia per lei che per gli altri. Considera la possibilità di cercare l'aiuto di un terapeuta o di un consulente familiare, possono fornire strategie e supporto per affrontare la situazione in modo efficace. Cerca di essere un sostegno emotivo per tua figlia anche se è difficile. Condividi con lei il tuo dolore e le tue preoccupazioni in modo che possa capire che anche tu stai attraversando un momento difficile e che potete aiutarvi a vicenda. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.

- Monitoraggio del comportamento Tieni d'occhio il suo comportamento senza essere troppo invadente Cerca di capire se ci sono cambiamenti positivi o negativi nel suo modo di interagire con gli altri

Spero che questi consigli possano aiutarti a gestire meglio la situazione con tua figlia e a trovare un modo per avvicinarvi di più
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno. Ho letto ciò che ha scritto ed è esplicito il dolore che ha provato in passato per sua figlia e la preoccupazione per il cambiamento nel suo modo di approcciarsi, in questo caso con il suo ragazzo. L'adolescenza è un periodo duro da affrontare, sia da parte di una madre che di un figlio, ed è un periodo di esplorazione non solo di Sè, ma anche del Mondo. Da quanto ha scritto, sua figlia ha passato anni in cui non è stata capita da nessuno se non da lei, sua mamma. Si è impegnata molto per lei e le è sempre stata accanto. Il fatto che adesso non riesca a capirla può disregolarla emotivamente e farle sorgere molti dubbi e pensieri a riguardo, ma bisognerebbe approfondire l'argomento per esplorare in maniera specifica ciò che le provoca sofferenza, per giungere ad una consapevolezza dei suoi bisogni, alimentando il senso di controllo e potere su di sè e limitare il senso di instabilità e impotenza che sta vivendo. Potrebbe valutare la possibilità di rivolgersi ad un psicoterapeuta che possa farle da guida in questo periodo difficile. Lo stesso con sua figlia.
Ad ogni modo, resto disponibile per Lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Lo Re
Psicologa Psicoterapeuta
Torino e Asti
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Dott.ssa Antonella Vita
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Gentile mamma,
sono tante le cose su cui poter riflettere insieme. Dal suo racconto emerge una difficoltà nel guardare sua figlia alla donna che sta diventando, non più quella creatura piccola, indifesa e garbata che conosceva. Sua figlia è ormai una ragazza maggiorenne che probabilmente è cresciuta senza che lei ne abbia metabolizzato i cambiamenti. Prima di darle consigli rivolti a sua figlia sarei più propensa invece a proporle un percorso psicologico in cui scoprire e accettare la nuova versione di sua figlia e comprendere come relazionarsi in modo nuovo con lei.
La aspetto volentieri per un primo colloquio gratuito online.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Dott.ssa Rosa Genovese
Psicologo clinico, Psicologo
Ciampino
I figli cambiano, le situazioni cambiano. Quello che emerge dalla Sua lettera è molta ansia e confusione, sia sulle Sue capacità di mamma che sulla situazione nell'insieme. Sarebbe utile qualche colloquio psicologico per "mettere le cose a posto", ossia dare un nome a quello che accade a Sua figlia e anche a Lei. Fare chiarezza permette di affrontare in modo risoluto le difficoltà o perlomeno permette di non subirle passivamente senza comprenderle. Cordialmente. Dott.ssa Rosa Genovese
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Gentile mamma, sua figlia sta crescendo e insieme sta cercando, a suo modo, di integrarsi e di avere una rete amicale; potrebbe non farlo nel modo più educato e rispettoso possibile, ma almeno ci sta provando. All'inizio i tentativi potranno essere goffi, un po' maleducati...insomma adolescenziali, ma è così che piano piano si aggiusta il tiro....sbagliando. Lei ha fatto la descrizione di una figlia molto dotata, sensibile e ben educata, ma è dagli errori che si impara. Lasci che sua figlia sbagli e che si tolga di dosso la reputazione della ragazza "perfetta", perché è proprio questa ricerca continua della perfezione che porta molta sofferenza. Ci rifletta
Cordialmente
dott.ssa Floriana Ricciardi
Dott.ssa Paola Grasso
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, comprendo la sofferenza che la situazione che sta vivendo le provoca e il dolore che sta attraversando. Affrontare un lutto o una perdita è un'esperienza difficile e può influenzare il modo in cui viviamo altre dinamiche della nostra vita, inclusa la relazione con i nostri figli. Da quanto scrive, è evidente che ha dedicato attenzione e cura alla situazione di sua figlia, nel tentativo di aiutarla ad affrontare le difficoltà che ha incontrato nel corso degli anni in ambito sociale. La sua preoccupazione per il suo benessere, la sua felicità e il suo futuro è comprensibile, e il fatto che si stia interrogando su come gestire questa nuova fase della sua vita mostra quanto per lei questo argomento sia importante.

Per quanto riguarda il comportamento che ha descritto di sua figlia sui social e nel contesto della relazione con il ragazzo, l'uso di un linguaggio esplicito potrebbe indicare una forma di esplorazione dei confini, una ricerca di identità e una reazione a sentimenti di frustrazione e di isolamento, che sono già stati presenti nella sua vita. Molti adolescenti, soprattutto quelli che hanno vissuto esperienze di esclusione sociale, tendono ad adottare certi comportamenti o linguaggi come un modo per sentirsi accettati o per "segnare" la propria indipendenza. Questa potrebbe essere una risposta ai suoi vissuti emotivi e al desiderio di essere vista in un altro modo. Per affrontare questa nuova situazione, cercando di bilanciare la preoccupazione con la comprensione e il rispetto per sua autonomia, ciò che potrebbe provare a mettere in pratica é l’ascolto senza giudizio. Quando parla con sua figlia, cerchi di ascoltarla senza interrompere o criticare immediatamente. Questo potrebbe aiutarla a capire meglio perché si comporta in un certo modo. Si mostri disponibile e interessata a conoscere il suo punto di vista. In aggiunta, provi ad esprimere le sue preoccupazioni in modo calmo e chiaro. Potrebbe dirle che, sebbene comprenda che possa voler essere libera di esprimersi, si sente preoccupata per le possibili conseguenze di quel tipo di comunicazione, sia a livello relazionale che personale. Può inoltre provare a stabilire confini chiari riguardo la comunicazione sui social, in particolare quando si tratta di linguaggio esplicito o allusivo. Anche se può trattarsi di un comportamento comune tra i giovani, può essere utile ricordarle che ogni azione ha delle conseguenze. Il supporto più efficace che puo offrirle è quello di aiutarla a comprendere e gestire le sue emozioni, così che possa imparare a fare scelte consapevoli. Quello che sta vivendo è molto complesso, e non ci sono soluzioni immediate, ma il fatto che stia cercando di capire come agire con cura e comprensione è già un passo molto importante. Rispetto alle difficoltà sociali che evidenziava all’inizio, potrebbe essere utile esplorarle ulteriormente all’interno di un percorso di supporto psicologico, che possa darle lo spazio per ripercorrere vissuti dolorosi e trovare nuove soluzioni al suo malessere. Rimango a disposizione, un saluto - dott.ssa Paola Grasso
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Capisco quanto sia doloroso per lei trovarsi in questa situazione con sua figlia, soprattutto dopo aver vissuto momenti difficili insieme. Il legame che avete è molto forte, ma le dinamiche che stanno emergendo ora sono fonte di confusione e preoccupazione. La sua preoccupazione per il comportamento di sua figlia è legittima, e il suo dolore è comprensibile. Quando una ragazza attraversa una fase di crescita, è naturale che esplori diversi aspetti della sua identità, inclusi quelli legati alla sessualità e alle relazioni, ma può essere difficile per una madre osservare questi cambiamenti, specialmente quando percepisce che qualcosa sfugge al suo controllo. Quello che ha notato sui social media non è raro tra i giovani oggi, ma certamente è difficile da gestire, soprattutto se sembra essere in contrasto con i valori che lei ha cercato di trasmettere.
Il primo passo importante è mantenere un dialogo aperto con sua figlia, cercando di non giudicarla troppo severamente per le sue scelte. Potrebbe essere utile chiederle di spiegare il suo punto di vista sul linguaggio che ha usato, senza accusarla o farla sentire in difesa. Mostrarsi comprensiva ma anche ferma nel esprimere le sue preoccupazioni riguardo le possibili implicazioni di certi comportamenti, soprattutto se questi potrebbero compromettere la sua dignità o autostima, potrebbe aiutarla a comprendere la gravità della situazione senza sentirsi rifiutata o incompresa.
Inoltre, la sua preoccupazione per la velocità con cui sta intraprendendo questa relazione è giustificata, considerando la delicatezza della fase che sta attraversando. Se sente che il ragazzo potrebbe influenzare negativamente sua figlia, potrebbe essere utile parlarle di come riconoscere segnali di un rapporto sano e rispettoso. Le conversazioni su confini, rispetto reciproco e autocura possono aiutarla a capire meglio se stessa e le sue relazioni future.
Non è facile, ma il supporto emotivo che lei ha dato alla sua ragazza in passato è la chiave per aiutarla anche adesso. Continuare a offrire un ambiente sicuro in cui possa esprimersi senza sentirsi giudicata è cruciale. In caso di difficoltà persistenti, potrebbe essere utile considerare un percorso terapeutico insieme a sua figlia, per affrontare le sue insicurezze e trovare modalità più sane di comunicare e relazionarsi.
Questa fase è complessa, ma con pazienza e supporto, sua figlia può trovare una via per crescere in modo equilibrato, e lei, come madre, può continuare a essere un punto di riferimento solido pur mantenendo un dialogo rispettoso.
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
La storia di sua figlia, con la sua intelligenza e le difficoltà di accettazione da parte dei coetanei fin dalla scuola elementare, è toccante. Il suo desiderio di proteggerla e di starle vicino in questi momenti difficili è assolutamente comprensibile.
L'emergere di questo nuovo comportamento, con l'uso di un linguaggio volgare e allusivo sui social media, la spiazza e la preoccupa, soprattutto perché non lo riconosce nella figlia che ha cresciuto. La sua reazione di sorpresa e il suo timore per le possibili conseguenze sono del tutto legittimi. In questa situazione, un supporto psicologico individuale per lei potrebbe essere molto utile.Per aiutarla a capire meglio la situazione e a trovare un approccio più sereno, vorrei farle alcune domande, se si sente di rispondere:

Come si sente esattamente quando pensa al linguaggio che sua figlia usa sui social media? Quali sono le emozioni più forti che prova?
Quali sono, nello specifico, i suoi maggiori timori riguardo a questo cambiamento nel comportamento di sua figlia e alla sua relazione con questo ragazzo?
Prima di scoprire questi messaggi, come le sembrava il rapporto di sua figlia con questo ragazzo? Notava qualcosa di particolare?
Come ha reagito sua figlia quando ha affrontato l'argomento con lei? C'è stato un dialogo o una chiusura da parte sua? Ricordi che l'adolescenza è una fase di grandi cambiamenti e sperimentazioni, e il desiderio di sua figlia di sentirsi accettata e di esplorare nuove forme di espressione potrebbe essere alla base di questo comportamento. Un dialogo aperto e basato sulla comprensione, unito al suo personale supporto emotivo, può aiutarla ad affrontare questa fase delicata.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Comprendo molto bene la sua preoccupazione e la confusione che sta vivendo in questo momento. Si percepisce chiaramente quanto amore e dedizione abbia sempre messo nell’accompagnare sua figlia lungo un percorso non semplice, fatto di tante sfide, di ingiustizie subite e di una solitudine che fa male soprattutto in età adolescenziale, quando sentirsi parte di un gruppo sembra quasi un diritto fondamentale. È evidente che lei è sempre stata una presenza solida, anche nei momenti più difficili, e questo è già un punto di grande forza, anche ora. La situazione che racconta tocca corde profonde: da un lato il dolore di vedere sua figlia esclusa ingiustamente, dall’altro la paura di perderne l’immagine che aveva di lei, dopo aver scoperto un lato più esplicito, che non riesce a conciliare con l’educazione e i valori che le ha trasmesso. In questi casi, però, è importante provare a fare un passo indietro e guardare l’intero contesto senza lasciarsi sopraffare dall’emozione del momento. Sua figlia è in una fase di vita complessa, di passaggio tra adolescenza e età adulta, in cui si sperimentano anche aspetti legati all’affettività e alla sessualità. È una fase dove spesso si cerca di trovare la propria voce, di testare limiti, di affermare una certa indipendenza anche attraverso modalità di comunicazione che possono spiazzare un genitore. Il linguaggio esplicito, in alcuni contesti giovanili, non è sempre legato a un reale comportamento sessuale disinibito: a volte è una prova di trasgressione verbale, un modo per sentirsi grandi, audaci, complici di un linguaggio che fa sentire parte di un codice condiviso. Capisco il timore che possa esporsi troppo o dare di sé un’immagine che attiri attenzioni sbagliate, ma è fondamentale cercare di non trasformare questo timore in un muro che la allontani da lei. Se si sente giudicata o “letta” come diversa da quella che è, potrebbe chiudersi o vivere la relazione con questo ragazzo in modo ancora più segreto. La sua reazione ferita, così sincera, merita di essere condivisa con lei, ma con delicatezza: provi a parlarle ancora, senza giudicarla, provando a capire da dove nasce quel linguaggio, che significato ha per lei. Potrebbe sorprenderla scoprire che dietro a quelle parole c’è meno di ciò che immagina. Provi a ricordare a sua figlia che in ogni relazione intima il rispetto di sé viene prima di tutto, che non deve sentirsi obbligata a dimostrare nulla a nessuno. Senza imporre divieti, ma facendole capire che può sempre parlarle di ciò che prova e di cosa vive con questo ragazzo, anche delle paure o delle incertezze. E se riuscisse a trasmetterle questo messaggio senza accusarla o farla sentire sbagliata, forse lei sentirebbe di potersi fidare ancora di più di sua madre. Il dolore che lei sente nel vederla cambiare è anche legato, comprensibilmente, al momento difficile e di perdita che sta attraversando. La sofferenza la rende più vulnerabile, più fragile, e fa sembrare questo cambiamento quasi un tradimento di tutto ciò che ha costruito con fatica. Ma sua figlia non è diventata “un’altra persona”. È la stessa ragazza intelligente, sensibile, generosa, che ora sta solo esplorando parti nuove di sé, a volte anche in modo sgraziato, a volte non in linea con ciò che la famiglia le ha trasmesso. È una prova di crescita e di sperimentazione che può essere guidata, ma non annullata. Continui a rimanerle accanto, come ha sempre fatto. Provi ad ascoltare anche le sue paure, le sue motivazioni. Se sente di non riuscire da sola a reggere il peso emotivo di questo momento, non esiti a cercare un supporto, anche per se stessa. È importante che lei possa avere uno spazio sicuro dove affrontare il dolore personale e la fatica di essere madre in una fase tanto delicata. Solo così potrà continuare a essere la presenza attenta e solida di cui sua figlia, anche se non lo mostra apertamente, ha ancora profondamente bisogno. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Caterina Lo Bianco
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità ciò che sta vivendo. Nelle sue parole emerge chiaramente un grande investimento affettivo, ma anche la fatica di attraversare contemporaneamente un lutto personale e una fase di cambiamento evolutivo importante di sua figlia. È comprensibile che, in un momento in cui lei è particolarmente esposta emotivamente, alcuni comportamenti della ragazza possano risuonare con intensità maggiore.
Provo a restituirle una lettura più ampia: ciò che descrive non riguarda solo il linguaggio utilizzato da sua figlia, ma il modo in cui questa nuova esperienza relazionale sta ridefinendo gli equilibri familiari. Sua figlia sta entrando pienamente nell’adolescenza avanzata, un periodo in cui i ragazzi sperimentano nuove forme di espressione, appartenenza e intimità. Spesso questo avviene attraverso linguaggi e modalità che si discostano da quelli familiari, ma che hanno una funzione importante per costruire un senso di identità nel gruppo dei pari.
Quello che lei ha visto la mette in contatto non solo con un comportamento specifico, ma con un movimento più profondo: sua figlia sta differenziandosi, provando a definire chi è al di fuori del contesto materno-familiare. Questo processo, per quanto fisiologico, può essere vissuto come improvviso o destabilizzante, soprattutto in una famiglia che ha sempre affrontato insieme in modo stretto momenti di sofferenza e di esclusione. È come se oggi la ragazza provasse a “riorganizzarsi” rispetto alla sua storia, cercando nuove possibilità di riconoscimento.
La sua preoccupazione è pienamente comprensibile, così come il timore che una nuova delusione possa riattivare vecchie ferite. Proprio per questo, ciò che può essere utile in questa fase non è tanto correggere il comportamento, quanto creare uno spazio relazionale in cui sua figlia possa sentirsi vista nella complessità del momento che sta vivendo. Una posizione genitoriale che osserva, si interroga e comunica l’impatto emotivo senza giudicare permette alla ragazza di non vivere questa fase come qualcosa da nascondere o difendere, ma come un terreno sicuro su cui confrontarsi.
Le suggerirei di mantenere un dialogo aperto che rispetti sia il suo bisogno di proteggere, sia il bisogno di sua figlia di sperimentarsi. Anche il suo dolore personale merita uno spazio: quando un genitore è molto provato, è naturale che i movimenti evolutivi dei figli vengano vissuti come più minacciosi. Riconoscere questo aspetto può alleggerire la pressione interna che sente e permetterle di riaccogliere sua figlia con uno sguardo più equilibrato.
Possiamo lavorare insieme per comprendere come sostenere questa fase di ridefinizione familiare, affinché diventi un’occasione di crescita per entrambe, senza che nessuna delle due si senta sola o tradita nel proprio ruolo.
Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Caterina Lo Bianco – Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale

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