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Esperienze

Su di me

Riconoscere il bisogno di supporto è un segno di forza. Sono il Dr. Angelo Cetera, psicologo e psicoterapeuta in formazione, specializzato in psicolog...

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Formazione

  • Università degli studi di Roma

Specializzazioni

  • Psicodiagnostica
  • Psicologia sportiva
  • Psicologia dell'età evolutiva
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  • Inglese

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L
Presso: Studio di Psicologia consulenza psicologica

Il dottor Cetera è molto preparato e competente, sa mettere a proprio agio il paziente anche negli argomenti più delicati, mi sono sentita accolta e capita da subito. Esperienza positiva, continuerò sicuramente il percorso!

Dott. Angelo Cetera

Grazie per la recensione

B
Presso: Studio di Psicologia allenamento mentale

Professionale, puntuale e sa come metterti a proprio agio sin dal primo incontro.

Dott. Angelo Cetera

Grazie per la stima

E
Presso: Studio di Psicologia consulenza psicologica

Ogni conversazione con il dottor Cetera ha avuto sempre risvolti positivi, nell'aiutarlo e guidarmi a comprendere aspetti del mio percorso di crescita. La sua grande capacità di ascolto e la sua capacità empatica sono qualità che apprezzo molto. È stato molto efficace nel guidarmi a ritrovare la motivazione professionale e nel suggerirmi strumenti per trovare un equilibrio emotivo su cui costruire un percorso di crescita.

Dott. Angelo Cetera

Grazie, per la recensione.


E
Presso: Studio di Psicologia consulenza psicologica

È stata una bellissima esperienza, il dottore è molto preparato e attento.

Dott. Angelo Cetera

Molto gentile, grazie per la recensione.


F
Presso: Studio di Psicologia consulenza psicologica

Professionista preparato, disponibile e molto bravo a metterti a proprio agio...
Lo consiglio!!!

Dott. Angelo Cetera

Grazie per la recensione.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 12 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno,
sono una mamma piuttosto sconvolta e ho proprio bisogno di un aiuto per capire come comportarmi per non peggiorare la situazione.
Premetto che sto attraversando un momento personale molto triste del quale non riesco a parlare, una perdita improvvisa mi ha resa molto fragile e disperata e quindi sono sicuramente più sensibile agli eventi che mi si presentano.
Ho una figlia di quasi 18 anni. Ho affrontato con lei un'infinità di problemi. Mia figlia ha dimostrato da sempre di essere fuori dagli schemi, molto intelligente, talmente brava da suscitare il fastidio dei compagni ma anche di molti adulti. Dopo la scuola elementare ci sono stati continui problemi, Ha subito prepotenze, cattiverie...Io ho cercato di starle vicino, ho parlato con docenti e specialisti. Tutti ci davano coraggio, ci invitavano ad essere forti, lei in quanto vittima diretta e io come madre di una ragazzina che continuava a soffrire per qualcosa che, in realtà, era semplicemente una dote, il talento di capire e ricordare informazioni più rapidamente degli altri.
Mi sono molto interrogata durante le scuole medie, Sono una persona poco socievole, o meglio lo sono ma non con chiunque e in assoluto. Sto per i fatti miei e non sono una di quelle mamme che ridono sempre e che vogliono sapere e organizzare di tutto di più. Sono riservata, e lo è anche mia figlia. Non si è mai vantata per i voti presi o per i riconoscimenti ricevuti (ha vinto un concorso e non l'ha detto a nessuno..) ma le ho pensate tutte e magari il mio atteggiamento ha penalizzato mia figlia...Poi però alle superiori è successa la stessa cosa. Il gruppo contro di lei...La classe non voleva fare un compito in classe e mia figlia non era d'accordo? Avanti con gli insulti e con la sua esclusione. Abbiamo cercato di fare anche autocritica, ma anche i professionisti che ho periodicamente interpellato e che hanno incontrato sia me che mia figlia, non riescono a giustificare un tale accanimento e una tale cattiveria solo per delle posizioni diverse su certe dinamiche che si possono creare in classe. Ho pensato, ok, sta antipatica, trasmette antipatia, ma poi penso anche che in ogni gruppo c'è il simpatico, il timido, il prepotente e anche l'antipatico...perché lei non ha neppure una possibilità? E' molto generosa se qualcuno le chiede una mano. Molto corretta e ci si può fidare ciecamente. Eppure niente.L'anno scorso ha iniziato a somatizzare il dolore di non essere mai inclusa in nulla...dolori, tosse, sconforto. Siamo riuscite, (dico siamo perché l'ho aiutata molto, moltissimo...) a reagire, pur mantenendo una tristezza e delusione di fondo, le cose non cambiavano e lei cercava di sopravvivere al meglio sperando e godendo di minuscoli momenti di normalità: mi hanno salutato, non mi hanno urlato contro, ho detto la mia senza che mi insultassero...
In tutto ciò la scuola, nonostante sapesse tutto, è stata inesistente.
Quest'anno la situazione è cambiata. A gennaio ha stretto un legame con un ragazzo di un'altra classe. Questo le ha dato sicuramente fiducia. Non le era mai capitato di provare interesse verso un ragazzo e ne era molto preoccupata. Riesce ad uscire con delle amiche, non ha un gruppetto ma una amica qua, una là... e questo ragazzo. Un ragazzo che ho visto poco, non ho voluto essere invadente. Il problema è che ho scoperto che mia figlia, cresciuta in una famiglia sana, educata, rispettosa, usa un linguaggio esplicito e volgare riferendosi al ragazzo. L'ho saputo perché lei questi messaggi volgari e allusivi li ha scritti pubblicamente sui social e sono apparsi, come tanti altri, sulle pagine di persone che segue e che la seguono. Se scrive certe cose pubblicamente chissà cosa scriverà direttamente a lui! Ho affrontato l'argomento con lei, senza giri di parole, lei non ci vede nulla di male, che può dire ciò che vuole e a chi vuole. Io non la riconosco più...Non so come andare avanti. Mi ha assicurato che non renderà più pubblici certi commenti e certe frasi ma io so che lei le userà normalmente e quando la guardo la vedo con occhi diversi. Tra l'altro sono preoccupata per ciò che potrebbe fare, ero contenta che avesse trovato un ragazzo, ma nello stesso tempo mi auguro che non recuperi e non vada oltre così in fretta, si conoscono da poco, e la mia paura che l'interesse di questo ragazzo sia soprattutto rivolto a come lei si esprime è tanta. Se dovesse tradursi anche questa esperienza in una delusione, non so come potrebbe reagire. Non so cosa fare...Vorrei far finta di nulla ma non riesco a guardarla come la vedevo prima, veramente non la riconosco in quel modo di pensare e esprimersi. Certo se non l'avessi saputo..Grazie per i vostri consigli, li seguirò minuziosamente

Buongiorno, prima di tutto, mi dispiace molto per il difficile periodo che sta attraversando. Gestire la perdita di una persona cara è estremamente doloroso, e aggiungere a questo le preoccupazioni per sua figlia rende tutto ancora più complicato. La sua preoccupazione e il suo desiderio di aiutare sua figlia sono comprensibili e naturali.
Da ciò che ha descritto, sua figlia sembra essere una persona molto intelligente e sensibile, che ha affrontato difficoltà significative nel corso degli anni. L'isolamento sociale che ha subito possono lasciare segni profondi, e la sua attuale situazione con il linguaggio volgare sui social potrebbe essere un modo per esprimere una parte di sé che è stata repressa o per cercare di adattarsi in qualche modo.
Le suggerirei di continuare a mantenere una linea di comunicazione aperta con sua figlia, cercando di evitare giudizi. Esprima le sue preoccupazioni in modo calmo e amorevole, facendole capire che le sue osservazioni nascono da un posto di preoccupazione e amore per lei. Cerchi di ascoltare attivamente ciò che sua figlia ha da dire riguardo ai suoi comportamenti e sentimenti. Le chieda perché sente il bisogno di esprimersi in quel modo e cosa ne pensa lei stessa. A volte, i giovani adottano certi comportamenti per sentirsi accettati o per sfogare emozioni represse.
È importante stabilire confini chiari e parlare del rispetto per sé stessi e per gli altri. Spieghi perché certi comportamenti e linguaggi possono essere inappropriati, soprattutto in contesti pubblici, e come possono influenzare le percezioni degli altri su di lei. Consideri l’idea di coinvolgere uno psicologo o un consulente familiare. Un professionista può aiutare sia lei che sua figlia a navigare queste difficoltà, offrendo strategie per migliorare la comunicazione e il benessere emotivo.
Discuti con sua figlia l'importanza della privacy e delle conseguenze di ciò che viene condiviso sui social media. Può essere utile educarla su come i post possono essere permanenti e influenzare la sua reputazione. Ricordi a sua figlia tutte le sue qualità positive e i suoi successi. La aiuti a costruire la sua autostima in modo che non senta il bisogno di cercare conferme esterne attraverso comportamenti potenzialmente dannosi.
Mantenga un certo livello di monitoraggio sulle sue attività online senza essere troppo invasiva. È importante che sua figlia si senta rispettata e abbia un certo grado di privacy. Infine, ricordi di prendersi cura anche di sé stessa. La sua salute emotiva è fondamentale per poter essere di supporto a sua figlia. Cerchi supporto nei suoi cari, in gruppi di sostegno o in un professionista per affrontare il suo dolore e trovare strategie per gestire al meglio questa fase della sua vita.
Spero che questi suggerimenti possano esserle utili. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, sono qui per aiutarla.
Buona Vita.

Dott. Angelo Cetera

Salve, non so quanto questa domanda sia attinente alla sezione ma non saprei dove chiedere altrimenti. Ho 17 anni e da quando faccio le elementari ho sempre avuto un’avversione per la matematica e per le materie scientifiche in generale, ho sempre riscontrato problemi gravi e limitanti nella comprensione e nell’esercizio anche dei più semplici calcoli. Alle elementari mi rifiutavo semplicemente di fare gli esercizi che la maestra ci assegnava e mi bloccavo. Questo problema si è andato accrescendo nel corso degli anni: alle scuole medie avevo gravi carenze a matematica e geometria, ricordo che non ero nemmeno in grado di realizzare tavole di tecnica. Da quando sono al liceo faccio molta difficoltà a stare dietro al programma, sia per i limitanti problemi di distrazione che ho (mi deconcentro spesso e sono sempre irrequieto) sia per il fatto che ovviamente man mano che gli anni passano gli argomenti si sono fatti sempre più difficili. Riporto sempre insufficienze e un anno sono stato pure rimandato d’estate. Che le materie scientifiche non siano la mia passione è indubbio, ma penso che il mio problema vada oltre ciò, perché anche impegnandomici e facendo ripetizioni da insegnanti privati non riesco comunque a stare al passo e mi perdo dopo due secondi di spiegazione; c’è anche poi il fattore psicologico, cioè che mi autoconvinco a pensare che qualcosa non mi riuscirà e questo mi pregiudica già dal principio.
In definitiva, avevo preso in considerazione la possibilità di provare a effettuare una diagnosi di discalculia, ma non so quanto questo sia fattibile ormai alla soglia della maggiore età. Che ne pensate?

Salve, grazie per aver condiviso la tua esperienza. La tua difficoltà con la matematica e le materie scientifiche potrebbe essere legata a una condizione specifica come la discalculia, un disturbo dell'apprendimento legato alla matematica. Non è mai troppo tardi per cercare una diagnosi, anche alla soglia della maggiore età. La tua descrizione dei problemi con la matematica fin dall'infanzia, le difficoltà persistenti nonostante l'impegno e le ripetizioni, e l'ansia legata alla materia sono tutti sintomi che possono essere associati alla discalculia. È possibile sottoporsi a una valutazione diagnostica per la discalculia anche in età adolescenziale o adulta. Dovresti rivolgerti a uno psicologo specializzato in disturbi dell'apprendimento o a un neuropsichiatra infantile che possa eseguire i test appropriati. Una diagnosi formale può aiutarti a ottenere il supporto adeguato, che potrebbe includere strumenti compensativi, adattamenti nei test e nelle verifiche, e strategie specifiche di apprendimento che possono rendere la matematica più accessibile. L'ansia e l'autosabotaggio sono comuni in chi ha difficoltà con una materia. Tecniche di gestione dello stress e il supporto psicologico possono aiutare a migliorare la tua fiducia e il tuo approccio allo studio. Parla con il tuo insegnante o consulente scolastico per un primo orientamento, possono indirizzarti verso specialisti o centri di diagnosi e fornirti informazioni su come procedere. Ricorda che molte persone affrontano difficoltà simili e con il giusto supporto possono trovare modi efficaci per gestirle. Prendere in considerazione una diagnosi di discalculia è un passo positivo verso la comprensione e la gestione delle tue difficoltà. Non esitare a cercare l'aiuto di un professionista per fare chiarezza sulla tua situazione.
Buona Vita

Dott. Angelo Cetera

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