Buongiorno, sono un ragazzo di 20 anni che ha appena sospeso l'università per una posizione lavorati

23 risposte
Buongiorno, sono un ragazzo di 20 anni che ha appena sospeso l'università per una posizione lavorativa sempre desiderata ed allettante. Il mio problema è dato dal fatto che ho spesso lo stomaco chiuso e ciò mi impedisce di mangiare. Anche se butto giù qualcosa poi lo rigetto insieme a succhi gastrici. Questa situazione è maggiore al mattino dove mi diventa praticamente impossibile fare colazione, via via nel corso della giornata va scemando ma fatico pur sempre a mangiare insieme ad altri visto la mia inappetenza. Prendo una medicina chiamata Levobren prima dei pasti ma non trovo grandi miglioramenti, o meglio, riesco a mangiare qualcosa ma poi rischio seriamente di vomitarlo.
Ho un problema respiratorio legato al setto nasale deviato, ma credo che tutto questo sia imputabile allo stress/ansia di questa situazione. Non ho mai vissuto la vera vita universitaria in quanto ho sempre studiato da casa, ora mi trovo a dover lavorare e studiare insieme e soprattutto stare a contatto con il pubblico per il 100% della mia giornata. Cosa mi consigliate?
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, escludendo cause organiche da accertare con il proprio medico, il cambio di vita che ha fatto può aver creato una condizione emotiva nuova che si manifesta attraverso i sintomi che descrive. Le suggerirei un consulto psicologico per affrontare al meglio ciò che le sta accadendo e comprendere cosi come procedere.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

Dott.ssa Alessia Marchesi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Gentile Utente,
probabilmente si trova in una situazione di sovraccarico emotivo, che si sta ripercuotendo sul fisico. Se ha già escluso cause organiche col suo medico, penso possa giovarle un consulto psicologico per capire cosa contribuisce a creare e a mantenere l'ansia e lo stress.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Marchesi
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, la prima cosa che mi sento di consigliarle e di fare un accurata valutazione medica, per esclude qualsiasi causa organica.
Dopo di che valuterei un percorso psicologico per elaborare e scavare in profondità delle cause che le recano una tale ansia, preoccupazione e sovraccarico emotivo.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'angelo
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amico,
ci descrive una situazione complessa soprattutto fisicamente: ha consultato il suo medico? Prima di tutto occorre essere certi che no ci siano cause organiche di questa inappetenza.
Se tutto è a posto, le suggerisco di consultare uno psicoterapeuta, perché potrebbero esserci tanti temi da esplorare - il cambio università lavoro, il fatto che abbia lasciato gli studi, e che debba confrontarsi con una socialità a cui sembra poco abituato...
Una psicoterapia la aiuterebbe a comprendere meglio il suo malessere e a ritrovare energia e scopo.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Salve, concordo col parere dei colleghi consigliandole anzitutto di indagare eventuali cause organiche. Solo in un secondo tempo, si può pensare ad un problema d'ansia per il sovraccarico e per le scelte che sta affrontando, e una psicoterapia può solo giovarle. Vedrà che dando un po' di attenzione a se stesso tutto si risolverà. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Leggendo la sua condivisione credo che da una parte possa esserle utile confrontarsi accuratamente con il suo medico, se non lo ha già fatto, per accertarsi del fatto non ci siano cause organiche ad influire sullo stomaco chiuso, il rigetto che si verifica dopo un pasto e l'inappetenza che sperimenta; d'altra parte invece penso sia importante, per ritrovare il proprio benessere, rivolgersi ad uno/a psicologo/psicoterapeuta per esplorare ed approfondire ulteriormente il significato che ha per lei l'esperienza che sta vivendo in questo momento, lo stress e l'ansia, lo stare a contatto con il pubblico per molto tempo ecc., con l'obiettivo sia di comprendere se, e in che modo, i problemi allo stomaco descritti siano legati ai suoi vissuti, sia di essere maggiormente consapevole dei suoi sentimenti per poter individuare i migliori modi per affrontare le sue nuove sfide. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Dr. Emanuele Incoronato
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica. Cordiali saluti
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,dalla sua descrizione sembra che la sua sintomatologia sia da attribuirsi ad un disagio di natura psicologica.Credo che trarrebbe un grande giovamento da un percorso psicologico che affronti la natura e la causa del suo malessere .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, come hanno detto i colleghi precedentemente, dopo aver escluso cause organiche, può eventualmente valutare un consulto di tipo psicologico.

Saluti

MT
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
è di fronte ad una nuova esperienza quindi può/dovrebbe darsi il tempo (qualche mese) per capire meglio cosa la fa andare in ansia o le da una sensazione di rigetto e poi capire se risolvibile o meno rispetto a come è fatto lei. Lo stress può essere originato direttamente dal tipo di lavoro oppure dalla sensazione di sovraccarico descritta. Certo è necessario approfondire...
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

il corpo spesso diventa bersaglio della mente. Le manifestazioni di cui parla potrebbero essere riconducibili a problematiche di matrice ansiosa. Sarebbe opportuno richiedere un consulto al fine di approfondire le funzioni relazionali dei suoi sintomi ed il loro significato più profondo. In tal senso potrebbe aiutarla un percorso di psicoterapia; non perda altro tempo, contatti uno specialista prima che le manifestazioni sintomatiche si allarghino a macchia d'olio.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
E' altamente probabile che i sintomi che riferisce facciano parte di un disturbo d'ansia. Le suggerisco una valutazione psicodiagnostica ed eventualmente un intervento psicoterapeutico. Intanto può ascoltare gratuitamente il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile su Spotify e su Google. Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia e anche strumenti di auto aiuto che potrà utilizzare per favorire il rilassamento psicofisico e favorire il benessere psicologico. Nei momenti più difficili, provi a usare le pratiche indicate negli episodi 5,9,10,14. Potrà verificare un rilassamento immediato, Credo che l'uso dei farmaci non sia la strada per risolvere profondamente il problema. Buona giornata. Bruno Ramondetti
Dott.ssa Anna Sensale
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Padova
Buonasera, le suggerisco di trovare uno spazio in cui la sua ansia e il suo stress possano trovare ascolto senza dover necessariamente "parlare" attraverso il suo corpo. Prendersi cura del proprio benessere durante un momento che ha modificato dei precedenti equilibri potrebbe voler dire fermarsi e chiedersi: come sta lei nel cambiamento che sta vivendo? A volte nel quotidiano siamo presi dal lato pratico della vita e non riusciamo a fare queste riflessioni. Ecco perché le consiglio di iniziare un percorso psicologico in cui dare ascolto ai suoi bisogni e ai suoi vissuti rispetto a questo importante passaggio di vita.
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente,
rispetto a quanto descrivere le consiglio di escludere le cause organiche affidarsi al suo medico di famiglia. Dopodiché provi a richiedere un consulto psicologico per chiarire la situazione e decidere insieme allo specialista che tipo di percorso intraprendere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Zena Ballico
Dott.ssa Fabrizia Petrella
Psicoterapeuta, Psicologo, Neuropsicologo
Montesilvano
Salve, come già accennato dai colleghi bisognerebbe escludere prima cause organiche affidandosi ad uno specialista. Successivamente un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio il significato della sintomatologia e ad esplorare ciò che prova, soprattutto per quanto riguarda i recenti cambiamenti e progetti di vita. Cordiali saluti
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera e grazie per averci parlato della sua situazione. Per prima cosa le consiglierei comunque di sottoporsi a degli accertamenti medici al fine di escludere problematiche di tipo organico, per quanto, come dice lei, sia probabile che la sua situazione sia dovuta a fattori legati allo stress. Per questo penso che ritagliarsi uno spazio in cui ascoltarsi ed in cui sentirsi ascoltato potrebbe essere molto utile al fine di dare un significato più profondo al suo sentire ed ai suoi sintomi. Resto a sua disposizione, cordialmente dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, le suggerisco di procedere ad ulteriori approfondimenti diagnostici tramite il medico curante. Se dovessero dare esito negativo si tratterebbe di ansia e dovrebbe contattare uno psicoterapeuta. L'ansia è come un allarme e sapere identificare cosa indica la aiuterà a progettare al meglio la sua vita, oltre a sentirsi in equilibrio con se stesso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Federico Valeri
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve. Intanto mi spiace molto per la sua condizione che deve essere molto difficile. Mi piacerebbe darle una ricetta magica per risolvere velocemente il problema, ma da come lo descrive, sembrerebbe essere l'effetto collaterale di uno stato d'ansia continuo e credo che l'unica via d'uscita sia analizzare questo fenomeno nel dettaglio. Con gli elementi forniti nella domanda, purtroppo, è difficile e rischioso avventurarsi in una ipotesi. Ciononostante, credo di poterla aiutare.
Resto a disposizione.
Dott. Federico Valeri
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Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Buongiorno,
il sintomo che descrive potrebbe effettivamente essere correlato a uno stato di stress o ansia, considerata la novità e l’impegno della sua nuova situazione lavorativa. Tuttavia, è importante approfondire il problema per escludere cause fisiche, come disturbi gastrointestinali, legati anche al setto nasale deviato o a problematiche diverse.

Le consiglierei di consultare il suo medico di base per valutare eventuali esami o visite specialistiche utili a chiarire la causa del disturbo. Parallelamente, consideri l'idea di un percorso psicologico per imparare a gestire meglio lo stress e le emozioni che potrebbero incidere sul suo benessere fisico. Lavorare sulla consapevolezza delle sue risorse personali potrà aiutarla a vivere con maggiore serenità questa fase di transizione.
Un saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
Dott.ssa Irene Ferrara
Psicologo
San Martino Buon Albergo
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Da quello che racconti, sembra che il tuo corpo stia manifestando, attraverso sintomi fisici, una risposta a questo momento di stress e cambiamenti di vita. Talvolta il corpo può aver bisogno di un momento per assestarsi su nuove routine. Inoltre il tuo cambiamento (dall’università al lavoro) può aver portato nuovi pensieri su di te e gli altri e molte aspettative, ansie, desideri nuovi che potrebbero aver innescato una tensione interna che si traduce in una difficoltà digestiva e nella sensazione di stomaco chiuso. L’inappetenza e il malessere mattutino potrebbero essere riconducibili a un'attivazione del sistema nervoso autonomo, che in momenti di forte stress o ansia può alterare il normale funzionamento dell’apparato gastrointestinale. Anche il fatto che i sintomi si attenuino nel corso della giornata potrebbe indicare che il tuo corpo impiega del tempo per regolare questa attivazione emotiva. Molto bene che ti sei rivolto ad un medico, escludere per prime le cause organiche è il primo passaggio da fare. Dopo questo passaggio prova ad affiancare i farmaci a strategie di gestione della risposta ansiosa come tecniche di mindfulness o respirazione per contribuire a ridurre la tensione e migliorare la tua capacità di gestire le emozioni in modo più fluido. Se questa situazione dovesse persistere o intensificarsi, un percorso con uno psicologo potrebbe offrirti strumenti mirati per affrontare la radice di questa difficoltà e aiutarti a vivere il cambiamento con maggiore serenità. Il fatto che tu abbia già identificato una possibile connessione tra il tuo stato emotivo e i sintomi fisici è un passo importante verso il miglioramento. Con il giusto supporto e qualche strategia pratica, puoi trovare un nuovo equilibrio che ti permetta di affrontare al meglio questa esperienza professionale che desideravi.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità quello che sta vivendo. Dalle sue parole emerge con chiarezza il peso che sta portando sulle spalle in questo momento di grande cambiamento. A soli vent’anni si è trovato a compiere una scelta importante, sospendendo l’università per intraprendere un lavoro che desiderava da tempo. Questo dimostra una notevole determinazione, ma allo stesso tempo la transizione che sta affrontando (tra il mondo dello studio e quello del lavoro, tra un contesto protetto e uno molto più esposto) può generare una pressione psicologica significativa, soprattutto quando ci si ritrova improvvisamente immersi in un contesto sociale molto attivo e carico di responsabilità. Il sintomo che descrive, ovvero lo stomaco chiuso, la difficoltà a mangiare e la presenza di nausea o vomito, è molto comune nelle condizioni di forte ansia. Il corpo, quando percepisce uno stato di allerta continuo, mette in atto una risposta automatica di attivazione che ha lo scopo evolutivo di proteggerci da un pericolo imminente. Tuttavia, quando questa risposta si mantiene anche in assenza di un reale pericolo, finisce per diventare un ostacolo al nostro benessere. In situazioni di stress cronico o ansia anticipatoria, il sistema nervoso simpatico stimola un’iperattivazione a livello gastrico e intestinale, che può comportare nausea, crampi, digestione rallentata, reflusso, o – come nel suo caso – inappetenza e vomito. Il fatto che tutto questo si intensifichi al mattino è coerente con ciò che sappiamo: molte persone ansiose si svegliano già in stato di tensione, soprattutto se la giornata che le attende è vissuta come un banco di prova. Il contatto costante con il pubblico, che lei affronta ora quotidianamente, può rappresentare una sfida emotiva notevole se non ci si sente ancora completamente a proprio agio in situazioni sociali. La sua descrizione lascia intendere che potrebbe esserci anche una componente di ansia sociale, ovvero una tendenza a sentirsi giudicati, osservati o valutati negativamente da parte degli altri. Questo tipo di ansia può contribuire a un senso continuo di tensione, soprattutto durante i pasti condivisi, rendendo più difficile rilassarsi e ascoltare i segnali del proprio corpo. Nel modello cognitivo-comportamentale, affrontare queste difficoltà significa imparare a riconoscere i pensieri che generano e mantengono l’ansia, e che spesso passano inosservati. Per esempio, un pensiero ricorrente potrebbe essere “se non riesco a mangiare, penseranno che c’è qualcosa che non va in me” oppure “devo assolutamente farcela altrimenti sarò un fallimento”. Questi pensieri, se non identificati e ristrutturati, aumentano ulteriormente la tensione, che a sua volta aggrava i sintomi fisici, generando un ciclo che si autoalimenta. Un percorso psicologico basato su questo approccio l’aiuterebbe a sviluppare strumenti per interrompere questo circolo vizioso, tramite tecniche di esposizione graduale, di rilassamento e di ristrutturazione cognitiva. Nel frattempo, può essere utile iniziare a prendere consapevolezza del legame tra emozioni e corpo. Provi, se le è possibile, a monitorare in quali momenti specifici i sintomi si fanno più intensi: ci sono pensieri, persone o situazioni ricorrenti che li anticipano? Può aiutarsi scrivendo un diario giornaliero, anche molto semplice, per collegare il mondo interiore alle manifestazioni fisiche. A volte comprendere i propri meccanismi interni è già un primo passo verso il cambiamento. Per quanto riguarda il farmaco che sta assumendo, è importante che continui a confrontarsi con il suo medico curante: il Levobren può alleviare in parte i sintomi gastrointestinali, ma non agisce sulla causa di fondo se il problema è di natura psicosomatica. Un consulto psicologico, anche tramite i servizi pubblici o le associazioni del territorio, potrebbe aiutarla molto. Spesso esistono centri giovani, sportelli psicologici o percorsi agevolati per studenti e lavoratori under 30, che potrebbero rappresentare un primo punto di accesso per un sostegno. Lei ha già fatto un passo importante: ha riconosciuto che potrebbe esserci uno stress alla base di ciò che vive e ha chiesto aiuto. Questo è indice di una buona consapevolezza di sé e rappresenta la base su cui costruire un percorso di benessere più ampio. Ricordi che non è solo e che queste reazioni, per quanto spiacevoli, sono affrontabili con il giusto supporto e con un lavoro paziente su di sé. È possibile imparare a convivere con l’esposizione sociale, a ridurre l’ansia anticipatoria e a ristabilire un rapporto più sereno con il proprio corpo e con il cibo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Martina Baiocchi
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua difficoltà. Comprendo quanto possa essere difficile e frustrante vivere con questi sintomi fisici così importanti, specialmente in un momento di grandi cambiamenti nella sua vita.
Quello che descrive è molto significativo: ha intuito correttamente che questi sintomi gastrici intensi - lo stomaco chiuso, il vomito, l'impossibilità di mangiare - potrebbero essere legati allo stress e all'ansia. Mente e corpo sono profondamente intrecciati, e quando viviamo situazioni di forte pressione emotiva, il corpo spesso diventa il luogo dove queste tensioni si manifestano attraverso sintomi fisici concreti.
Il passaggio dall'università al lavoro, dal rifugio della casa al contatto costante con il pubblico, rappresenta un cambiamento enorme che il suo sistema sta cercando di elaborare. Lo stomaco che 'si chiude' potrebbe raccontare di una difficoltà a 'digerire' e metabolizzare questo nuovo capitolo della sua vita, con tutte le emozioni, aspettative e paure che porta con sé.
Le consiglio caldamente di esplorare il significato di quello che sta accadendo in un percorso psicologico dedicato. Comprendere cosa questi sintomi rappresentano per lei, quale messaggio stanno comunicando e come si collegano a questo momento di transizione potrebbe aiutarla non solo a stare meglio fisicamente, ma anche a vivere questo cambiamento in modo più sereno e consapevole.
Naturalmente continui anche il confronto con il suo medico per monitorare la salute fisica.
Un caro saluto, dott.ssa Martina Baiocchi

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