Buongiorno sono la mamma di un ragazzo di 14 anni che: - fatica a stabilire amicizie con ragazzi de

21 risposte
Buongiorno sono la mamma di un ragazzo di 14 anni che:
- fatica a stabilire amicizie con ragazzi della sua età (ieri giocava al parco con bambini di 8 anni), seleziona molto le amicizie ma spesso si trova solo
- non si applica a scuola/compiti (mondo a lui totalmente indifferente infatti è stato bocciato)
- manifesta gelosie verso il cugino di 7 anni, verso la sorella
- ha timore ad affrontare situazioni nuove manifestando il disagio con dissensi, risponde con modi inappropriati,
- è molto insicuro ma in altre occasione sembra cavarsela benissimo
-non gestisce secondo me le emozioni è molto impulsivo
non so come trovare un appiglio per renderlo piu' sicuro e piu' maturo, non so se dipende molto dal periodo che sta vivendo (adolescenza)

grazie se avete dei consigli
Buongiorno, la regolazione delle emozioni in età adolescenziale può essere "fisiologicamente" complicata, dalla situazione da lei descritta consiglierei inizialmente una diagnosi al fine di poter valutare un intervento che possa andare ad aiutare il ragazzo per quanto riguarda l'aspetto della regolazione emotiva, intervento che può essere anche di sostegno alla genitorialità.

Rimango a disposizione per un consulto, anche on line. Vittorio Longo

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Comprendo anche le difficoltà del ragazzo pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e aiutare il ragazzo a trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL


Buongiorno signora,
Dalle informazioni che ha fornito suo figlio sembra avere difficoltà nella gestione delle proprie emozioni e del rapporto con i pari. Data l'età e le criticità che ha riscontrato ritengo che sarebbe opportuno pensare a un percorso di terapia familiare in cui supportare il ragazzo in questa delicata fase della sua vita offrendo parallelamente sostegno alla genitorialità.
Qualora volesse intraprendere un percorso di questo tipo rimango a disposizione anche tramite videoconsulenza.
Cordialmente
Dott.ssa Chiara Galbiati
Buongiorno Signora, potrebbe far vedere suo figlio a un/una psichiatra dell'infanzia al fine di fare una valutazione diagnostica e poter scartare o meno alcune cause strutturali. In ogni caso si può programmare un intervento psicoterapeutico post diagnosi. Rimango a disposizione per un eventuale colloquio.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Gentile signora, penso che la soluzione più appropriata sia interfacciarsi con uno psicologo che la possa aiutare a fare chiarezza.
Saluti
Gentile utente,
Le informazioni a disposizione andrebbero approfondite per cui non è possibile dare una risposta esaustiva.
Per esempio sarebbe interessante sapere in quali situazioni sembra "cavarsela bene" a differenza di quelle in cui lo vede insicuro. Bisognerebbe approfondire l'aspetto dell'impulsività e del controllo delle emozioni perché non è chiara l'entità di quanto segnala.
Sicuramente come già consigliato dai colleghi sarebbe opportuno effettuare dei colloqui volti ad indagare la situazione per valutare il problema ed eventualmente intervenire in maniera mirata. Suo figlio è al corrente delle sue preoccupazioni? Si è mai espresso a riguardo? Sarebbe importante capire anche il suo punto di vista.
Resto a disposizione. Saluti,
Dott.ssa Giulia Vuono
Buonasera,come primo passo sarebbe opportuno che vi rivolgeste voi genitori ad un professionista esperto di adolescenza Sarà il professionisti ad indicarvi il modo migliore per motivare suo figlio ad un percorso psicologico. e a darvi un sostegno su come relazionarvi con vostro figlio Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Buonasera Gentile Utente, purtroppo non è possibile dare semplicemente dei "consigli", rischierebbero di essere superficiali. Suo figlio sta manifestando, a suo modo, un disagio. Pertanto l'unico consiglio che posso darle è quello di provare a dar voce a questo disagio parlandone con lui o, nel caso, fargli iniziare un percorso psicologico. Cordialmente, dott. Simeoni
Buonasera, mi dispiace se questa situazione la preoccupa. Suo figlio come la vive? Potrebbe essere utile contattare uno psicologo e prendere un appuntamento per parlare della situazione, per valutare insieme il modo migliore per procedere. Provi intanto a parlarne con suo figlio, per capire se avrebbe la volontà di iniziare un percorso. Se siete a Roma, sono disponibile.
Un caro saluto, dottoressa Alice Carbone
Buonasera signora,
Il papà è d'accordo con lei rispetto a vostro figlio, nel senso che ha la sua stessa impressione?
Questo aspetto è importante perché, al di là di quale potrebbe essere l'intervento sul ragazzo (consulenza psicologica o neuropsichiatrica), è essenziale che vostro figlio percepisca la presenza e il sostegno, se necessario, di entrambi i genitori.
Inoltre, leggendo il suo scritto, ho avuto la sensazione che lei sia sola, intendo dire come genitore, nell'esprimere questa preoccupazione verso suo figlio.
Consideri che sentirsi soli, può contribuire ad accrescere il vissuto di preoccupazione.
Pertanto le consiglio, in primis, di confrontarsi con il papà e concordare con lui il da farsi.
Un caro saluto
Gentile signora, l'età di suo figlio è molto discutibile sull'impatto psicologico. Ma riporta sinromi che vanno indagati:ritiro sociale, gelosia scarsa motivazione allo studio etc. Decida insieme al padre del ragazzo se rivolgersi a una struttura pubblica o un terapeuta privato coinvolgendo il diretto interessato. È minorenne e la responsabilità di cura sta ai genitori. I sintomi descritti si trovano sia nei quadri clinici semplivi sia in quelli complessi. È necessario indagare. Saluti Silvana Zito
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Salve signora, mi rendo conto che la situazione è piuttosto complessa anche per la particolare età di suo figlio ma lei ha sicuramente colto un aspetto importante se si è rivolta a questo portale, ossia la presenza di una qualche difficoltà emotiva in suo figlio. Ritengo assolutamente opportuno che quanto prima vi rivolgiate ad uno specialista che possa offrire a suo figlio e a voi genitori uno spazio di ascolto e comprensione di quanto sta accadendo. Mi faccia sapere, un caro saluto
Carissima, grazie della condivisione. E' comprensibile la preoccupazione che riporta e emerge la sua attenzione verso il benessere di suo figlio. Le difficoltà che riporta sono diverse, ma sembra probabilmente emergere una fragilità nella regolazione emotiva. Data la particolare età le consiglio sicuramente di considerare una valutazione presso un centro specializzato in età evolutiva. Gli specialisti saranno sicuramente in grado di accogliervi e valutare insieme il percorso migliore. un caro saluto.
buonasera, si suo figlio si trova nel periodo della preadolescenza che termina a 14 anni. Va aiutato a esternare vissuti di vergogna o rabbia che hanno minato la sua autostima. La non appartenenza è un elemento di disagio per il ragazzo tanto da far percepirlo come solo o "diverso". Non deve cristallizzarsi questo suo sentirsi "diverso" deve essere vissuto come un passaggio di maturazione. Sentirsi autoefficcaci e competenti nel mondo delle relazioni esplorando il proprio mondo interno. Lei ha la possibilità di intervenire proponendo un percorso di conoscenza di Se. Sono a disposizione se lei lo desidera.
Gentile utente, senz'altro il periodo adolescenziale è molto complesso per la regolazione emotiva e capisco che la situazione sia davvero difficile. Si possono tuttavia approfondire alcuni aspetti per aiutarlo a superare questa fase e per comprendere ulteriormente le difficoltà che lei ha descritto, che potrebbero derivare da innumerevoli fattori. Rimango a disposizione e le mando un caro saluto
buongiorno,
l'adolescente in questo preciso periodo storico si trova costretto, suo malgrado, a dovere affrontare una notevole pressione sociale. Purtroppo, le richieste di successo e riuscita, non sempre esplicitate, da parte della scuola, amicizie o standard sociali, lo pongono in una posizione di difficoltà che vive con un profondo senso di solitudine e fallimento.
La soluzione che il ragazzo trova alle proprie problematiche può essere il ritiro sociale o l'isolamento.
Quello di cui ha bisogno è di un adulto che ha voglia di ascoltarlo e di stargli vicino senza farlo sentire giudicato o sbagliato:
Non starei a stimolarlo o consigliarlo troppo perché, a volte, si ottiene il risultato opposto.
Buona giornata e non esiti a contattarmi
Buonasera signora,
la sua più che comprensibile e giusta preoccupazione di madre arriva dal suo messaggio e chiedere un aiuto è un passo importante.
In questa delicata fase di vita di suo figlio (la preadolescenza e l'adolescenza) e dato quanto descrive, sarebbe opportuno, se non è già stato fatto in passato, far visita il ragazzo da un/a Neuropsicologo/a infantile, ai fini diagnostici per poter meglio delineare il tipo di percorso da intraprendere. La scelta potrebbe essere far intraprendere al ragazzo un percorso di Psicoterapia, con una Psicoterapeuta infantile e che voi genitori siate disponibili ad intraprendere almeno un percorso di Sostegno alla genitorialità, per poter meglio aiutare vostro figlio nella sua quotidianità e voi stessi in questo frangente.
Un caro saluto. GR
Gentile utente di mio dottore,

L’ adolescenza é un periodo particolare della vita nel quale molti fenomeni possono esser transitori in quanto parte dello sviluppo e della crescita personale. É una fase della vita dove non si é più bambini ma non si è ancora nemmeno adulti e i nostri figli stanno cercando la propria strada e di prendere le giuste misure nei confronti della vita in toto. Non sia preoccupata, per quanto possibile, lasci che suo figli trovi da se la sua strada osservandolo si ma dalla giusta distanza, vedrà che con il passare del tempo la sua crescita la rassicurerà.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Potrebbe essere utile avere un primo confronto con le professoresse, che hanno la possibilità di osservare suo figlio per diverse ore durante il giorno: in questo modo si potrebbe avere un primo rimando per individuare eventuali punti critici per suo figlio. In base a ciò che emerge da questa prima valutazione, si può prendere in considerazione un percorso con uno psicologo per approfondite in modo adeguato la situazione.
Mi rendo disponibile anche online per un percorso di questo genere se lo ritenesse utile.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.
Buonasera, comprendo la sua preoccupazione di mamma rispetto alle difficoltà relazionali che ci riporta su suo figlio.
Potrebbe aiutarlo un percorso psicologico con un professionista che lavora con gli adolescenti: lavorare sulle emozioni, sulle capacità sociali, sulla sicurezza personale e sull'autostima sarebbero senz'altro un aiuto per suo figlio.
Se avesse bisogno mi contatti, in quanto lavoro anche con gli adolescenti.
Un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Buongiorno, capisco benissimo la sua preoccupazione di mamma che non sa come comportarsi e che nota alcune discordanze nel comportamento del proprio figlio. L'adolescenza è un periodo complesso e coesistono aspetti infantili con altri di spinta verso il diventare adulti. Tuttavia per darle una risposta esaustiva e precisa, proprio per la complessità dell'adolescenza, è necessario valutare il singolo caso dopo un'attenta anamnesi di vari aspetti. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che incontri il ragazzo e analizzi le varie aree. Una valutazione potrebbe tranquillizzarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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