Buongiorno, Scrivo perché vorrei avere qualche suggerimento su come affrontare in modo corretto l’a
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Buongiorno,
Scrivo perché vorrei avere qualche suggerimento su come affrontare in modo corretto l’ansia da separazione di mia figlia di 7 mesi.
Io sono rimasta a casa con lei, riprenderò a lavorare più avanti ma nonostante questo l’ho sempre abituata a stare con i nonni, a uscire con loro senza di me ecc…
Adesso se o io o il papà non siamo nella stessa stanza o nei paraggi piange.
Due o tre volte i nonni sono dovuti tornare a casa durante la passeggiata perché piangeva molto forte e quando torna mi salta in braccio accozzandosi.
Questa situazione sta iniziando a pesarmi molto perché vorrei ricominciare ad avere tempo per me.
Grazie
Scrivo perché vorrei avere qualche suggerimento su come affrontare in modo corretto l’ansia da separazione di mia figlia di 7 mesi.
Io sono rimasta a casa con lei, riprenderò a lavorare più avanti ma nonostante questo l’ho sempre abituata a stare con i nonni, a uscire con loro senza di me ecc…
Adesso se o io o il papà non siamo nella stessa stanza o nei paraggi piange.
Due o tre volte i nonni sono dovuti tornare a casa durante la passeggiata perché piangeva molto forte e quando torna mi salta in braccio accozzandosi.
Questa situazione sta iniziando a pesarmi molto perché vorrei ricominciare ad avere tempo per me.
Grazie
Buongiorno,
Capisco quanto possa essere difficile vedere sua figlia reagire così, soprattutto quando si cerca di conciliare le proprie necessità con il suo benessere. Mi chiedo, però, se potrebbe esserci una parte di questa separazione che sta aiutando la vostra bambina a costruire una base di sicurezza, anche se temporaneamente complessa. Lei ha mai pensato a come poter rendere graduali queste separazioni, cercando di lasciare spazio alla sua autonomia ma nel contempo rassicurarla con piccoli segnali di fiducia?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Capisco quanto possa essere difficile vedere sua figlia reagire così, soprattutto quando si cerca di conciliare le proprie necessità con il suo benessere. Mi chiedo, però, se potrebbe esserci una parte di questa separazione che sta aiutando la vostra bambina a costruire una base di sicurezza, anche se temporaneamente complessa. Lei ha mai pensato a come poter rendere graduali queste separazioni, cercando di lasciare spazio alla sua autonomia ma nel contempo rassicurarla con piccoli segnali di fiducia?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
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Buongiorno,
L'ansia da separazione è una fase normale nello sviluppo dei bambini e tende a manifestarsi intorno ai 7-9 mesi, quando iniziano a comprendere che la mamma e il papà possono allontanarsi, ma non hanno ancora sviluppato pienamente il concetto della permanenza dell’oggetto (ovvero il sapere che, anche se non vi vede, siete comunque presenti e tornerete).
Alcuni suggerimenti per affrontare questa fase includono:
Rendere le separazioni prevedibili: salutare la bambina con calma e sicurezza, evitando di andarsene di nascosto. Un rituale breve e coerente aiuta a darle sicurezza.
Gradualità: aumentare progressivamente i tempi di separazione, iniziando con periodi brevi e rassicurandola sempre al ritorno.
Giocare al “cucù” e ad altri giochi di separazione: aiutano a farle comprendere che, anche se qualcosa o qualcuno sparisce dalla vista, poi ritorna.
Lasciare un oggetto confortante: come un peluche o una copertina che possa aiutarla a sentirsi più sicura in vostra assenza.
Mantenere la calma: anche se la situazione può essere stressante, il vostro atteggiamento sereno e sicuro la aiuterà a gestire meglio la separazione.
Questa fase è transitoria, ma se l’ansia da separazione diventa molto intensa o persistente, influenzando il benessere familiare, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa fornire strategie specifiche per la vostra situazione.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
L'ansia da separazione è una fase normale nello sviluppo dei bambini e tende a manifestarsi intorno ai 7-9 mesi, quando iniziano a comprendere che la mamma e il papà possono allontanarsi, ma non hanno ancora sviluppato pienamente il concetto della permanenza dell’oggetto (ovvero il sapere che, anche se non vi vede, siete comunque presenti e tornerete).
Alcuni suggerimenti per affrontare questa fase includono:
Rendere le separazioni prevedibili: salutare la bambina con calma e sicurezza, evitando di andarsene di nascosto. Un rituale breve e coerente aiuta a darle sicurezza.
Gradualità: aumentare progressivamente i tempi di separazione, iniziando con periodi brevi e rassicurandola sempre al ritorno.
Giocare al “cucù” e ad altri giochi di separazione: aiutano a farle comprendere che, anche se qualcosa o qualcuno sparisce dalla vista, poi ritorna.
Lasciare un oggetto confortante: come un peluche o una copertina che possa aiutarla a sentirsi più sicura in vostra assenza.
Mantenere la calma: anche se la situazione può essere stressante, il vostro atteggiamento sereno e sicuro la aiuterà a gestire meglio la separazione.
Questa fase è transitoria, ma se l’ansia da separazione diventa molto intensa o persistente, influenzando il benessere familiare, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa fornire strategie specifiche per la vostra situazione.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Salve, parlare di ansia di separazione a soli sette mesi lo reputerei un po' eccessivo. Anche perchè le etichette che adottiamo ci portano inevitabilmente a leggere un comportamento in un certo modo e a comportarci con questo presupposto. Lei sta costruendo la sua nuova identità come madre ed è lecitissimo che voglia recuperare un po' autonomia. Pian piano riuscirete a trovare un equilibrio che le permetta di distaccarsi ma il genitore è lei, e suo marito, quindi cercate magari di capire in che situazioni la bambina piange e se è un pianto così allarmante o magari ci sono vissuti di stanchezza da parte vostra che li fanno percepire molto stressanti (ad esempio), o se si tratta di coliche, della dentazione, ecc... ci possono essere tantissimi motivi per i quali la bimba voglia stare con noi ma il motivo principale è che è una neonata di 7 mesi, è molto piccola e ha bisogno magari della vicinanza dei genitori. Anche quando è con i nonni, è inconsolabile tanto da tornare indietro dalla passeggiata? Valutate un po' questi aspetti.
Se avete altri dubbi, non esitate a contattarmi.
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Buongiorno, l'ansia ovvero l'angoscia di separazione è una condizione frequente nei bambini piccoli, il periodo inoltre intorno all'ottavo mese ne risulta particolarmente interessato. Le ragioni possono essere diverse, riconducibili sia all'ambiente relazionale e fisico circostante sia alla predisposizione personale ovvero la sensibilità specifica del singolo bambino. Si tratta comunque di una temporanea regressione ad uno stato di fragilità e vulnerabilità del piccolo che ha paura di perdere le figure genitoriali, proprio perché ora è diventato più consapevole della loro importanza.
Forse in questo momento la sua bambina sente che la mamma si sta staccando da lei per ricavarsi anche degli spazi personali, compreso quello lavorativo e questo è un elemento nuovo e destabilizzante per lei. Come conviene comportarsi in questo caso? Rassicurandola e rimanendole vicino quando ne esprime la necessità, mantenendo un atteggiamento sereno e senza allarmismi. Se sua figlia si sentirà sicura che la mamma al momento del bisogno c'è, costruirà maggior fiducia nelle proprie capacità e per brevi periodi potrà fare anche a meno di lei. Si tratta di rimanere elastici e affidarsi al proprio spirito di adattamento. Se invece il problema dovrebbe persistere anche oltre i primi anni, sarebbe opportuno consultare uno psicoterapeuta per l'età evolutiva.
Cordialmente.
Forse in questo momento la sua bambina sente che la mamma si sta staccando da lei per ricavarsi anche degli spazi personali, compreso quello lavorativo e questo è un elemento nuovo e destabilizzante per lei. Come conviene comportarsi in questo caso? Rassicurandola e rimanendole vicino quando ne esprime la necessità, mantenendo un atteggiamento sereno e senza allarmismi. Se sua figlia si sentirà sicura che la mamma al momento del bisogno c'è, costruirà maggior fiducia nelle proprie capacità e per brevi periodi potrà fare anche a meno di lei. Si tratta di rimanere elastici e affidarsi al proprio spirito di adattamento. Se invece il problema dovrebbe persistere anche oltre i primi anni, sarebbe opportuno consultare uno psicoterapeuta per l'età evolutiva.
Cordialmente.
Capisco quanto questa situazione possa essere difficile per lei. L’ansia da separazione è una fase naturale dello sviluppo dei bambini, ma ogni famiglia ha tempi e modi diversi di affrontarla. Non esistono consigli validi a priori, perché molto dipende dalla storia personale della bambina, dal suo temperamento e dal modo in cui vive il distacco e il rapporto con i genitori ecc.
Le consiglierei di rivolgervi insieme ad un terapeuta per capire come affrontare al meglio questa fase e trovare strategie adatte alla vostra specifica situazione. Un professionista potrà aiutarvi a gestire le sue ansie senza forzarla, rispettando i suoi tempi ma anche le vostre esigenze di autonomia.
Le consiglierei di rivolgervi insieme ad un terapeuta per capire come affrontare al meglio questa fase e trovare strategie adatte alla vostra specifica situazione. Un professionista potrà aiutarvi a gestire le sue ansie senza forzarla, rispettando i suoi tempi ma anche le vostre esigenze di autonomia.
Salve, comprendo quanto possa essere frustrante e faticosa questa situazione, soprattutto quando desidera anche ritagliarsi dei momenti per se stessa. L'ansia da separazione a questa età è molto comune e fa parte del normale sviluppo emotivo dei bambini. A 7 mesi, infatti, i bambini cominciano a sviluppare un forte legame con i loro genitori e il senso di separazione può causare loro una certa angoscia.
Anche se la sua bambina è ancora piccola, può comunque iniziare a prepararla per le separazioni. Ogni volta che ha bisogno di allontanarsi da lei, anche solo per pochi minuti, cerchi di farlo in modo graduale. Per esempio, inizi a lasciare la stanza per brevi momenti quando è tranquilla e poi si allontani sempre un po' di più, senza però farsi assorbire dal suo pianto.
Ogni volta che lascia la stanza, cerchi di farlo in modo consistente. Eviti di tornare immediatamente quando piange, perché questo potrebbe rinforzare l'idea che se piange abbastanza forte, tornerà subito. Quando si separa da lei, cerchi di farlo con serenità, salutandola in modo rassicurante, ma senza troppi sensi di colpa. Questo la aiuterà a capire che la separazione non è pericolosa e che tornerà presto.
Può essere utile avere un piccolo rituale che faccia sentire la sua bambina più sicura. Potrebbe essere una parola o un gesto che associa all' "arrivederci", come un bacio sulla fronte, un "a presto" o una carezza speciale. Questi piccoli segnali possono aiutarla a capire che la separazione è temporanea e che tornerà presto.
Se i nonni o altre persone che si prendono cura di lei sono coinvolti nella sua routine quotidiana, cerchi di renderli il più possibile parte di momenti positivi e rassicuranti. Faccia in modo che si senta sicura e che associate agli altri adulti sensazioni piacevoli (ad esempio, giocare insieme o fare attività che le piacciono). In questo modo, sarà più facile per lei accettare le separazioni.
L’ansia da separazione è una fase che tende a diminuire con il tempo. La sua bambina sta sviluppando il suo attaccamento e quindi, sebbene le separazioni possano essere difficili ora, questo comportamento tende a migliorare man mano che cresce e acquisisce più fiducia.
Riconosca che questa fase può essere impegnativa per lei e non c’è nulla di male nel prendersi il suo tempo per recuperare energia. Cerchi di parlare con il papà o con chi le sta vicino per condividere il carico emotivo e magari trovare dei momenti da dedicare a se stessa. Potrebbe anche provare a chiedere ai nonni o ad altre persone di fare delle brevi sessioni di accudimento, in modo da permetterle di distaccarsi gradualmente, senza forzare troppo la bambina.
Ogni bambino è diverso, quindi è importante anche osservare come reagisce lei e adattare il suo approccio di conseguenza. Con il tempo e con l'amore e la rassicurazione che le fornisce, l'ansia da separazione passerà.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Anche se la sua bambina è ancora piccola, può comunque iniziare a prepararla per le separazioni. Ogni volta che ha bisogno di allontanarsi da lei, anche solo per pochi minuti, cerchi di farlo in modo graduale. Per esempio, inizi a lasciare la stanza per brevi momenti quando è tranquilla e poi si allontani sempre un po' di più, senza però farsi assorbire dal suo pianto.
Ogni volta che lascia la stanza, cerchi di farlo in modo consistente. Eviti di tornare immediatamente quando piange, perché questo potrebbe rinforzare l'idea che se piange abbastanza forte, tornerà subito. Quando si separa da lei, cerchi di farlo con serenità, salutandola in modo rassicurante, ma senza troppi sensi di colpa. Questo la aiuterà a capire che la separazione non è pericolosa e che tornerà presto.
Può essere utile avere un piccolo rituale che faccia sentire la sua bambina più sicura. Potrebbe essere una parola o un gesto che associa all' "arrivederci", come un bacio sulla fronte, un "a presto" o una carezza speciale. Questi piccoli segnali possono aiutarla a capire che la separazione è temporanea e che tornerà presto.
Se i nonni o altre persone che si prendono cura di lei sono coinvolti nella sua routine quotidiana, cerchi di renderli il più possibile parte di momenti positivi e rassicuranti. Faccia in modo che si senta sicura e che associate agli altri adulti sensazioni piacevoli (ad esempio, giocare insieme o fare attività che le piacciono). In questo modo, sarà più facile per lei accettare le separazioni.
L’ansia da separazione è una fase che tende a diminuire con il tempo. La sua bambina sta sviluppando il suo attaccamento e quindi, sebbene le separazioni possano essere difficili ora, questo comportamento tende a migliorare man mano che cresce e acquisisce più fiducia.
Riconosca che questa fase può essere impegnativa per lei e non c’è nulla di male nel prendersi il suo tempo per recuperare energia. Cerchi di parlare con il papà o con chi le sta vicino per condividere il carico emotivo e magari trovare dei momenti da dedicare a se stessa. Potrebbe anche provare a chiedere ai nonni o ad altre persone di fare delle brevi sessioni di accudimento, in modo da permetterle di distaccarsi gradualmente, senza forzare troppo la bambina.
Ogni bambino è diverso, quindi è importante anche osservare come reagisce lei e adattare il suo approccio di conseguenza. Con il tempo e con l'amore e la rassicurazione che le fornisce, l'ansia da separazione passerà.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Gentilissima utente, grazie per la sua condivisione.
L’ansia da separazione è una fase del tutto naturale nello sviluppo dei bambini e, spesso, quello che succede è che reagiscono con pianti intensi e prolungati. Questo tipo di pianto può attivare nei genitori un senso di sofferenza e di inadeguatezza, che può essere maggiormente doloroso da gestire assieme alla particolarità di questa fase evolutiva. Questa reazione è legata alla consapevolezza crescente che ha sua figlia della sua presenza e assenza, ma anche alla necessità di sentirsi rassicurata. Ciò che sta vivendo non significa che non abbia fatto un buon lavoro nell’abituarla ai nonni o ad altre figure familiari, ma piuttosto che in questa fase sua figlia potrebbe aver bisogno di consolidare la sicurezza del legame con lei e con il papà. Ci sono alcune strategie che potrebbero aiutarla, ad esempio pensare a dei rituali di separazione rassicuranti e inizialmente brevi, magari salutando sua figlia con un gesto o una frase ripetuta sempre uguale. In questo caso, evitare separazioni troppo lunghe o esitanti che aiuta il bambino a percepire meno ansia. Un'alternativa potrebbe essere dare a sua figlia un peluche o un oggetto che la consola, questo potrebbe incoraggiarla a tenerlo con sé quando sta con i nonni, in modo da avere un riferimento rassicurante.
Questa fase può essere impegnativa, ma con il tempo e con una routine prevedibile, sua figlia imparerà a tollerare meglio le separazioni. Le auguro che questo le permetta di trovare degli spazi per se stessa.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o vuole condividere altri dettagli, resto a disposizione, sono prenotatile anche online.
Un caro saluto,
Miriana Pipia
L’ansia da separazione è una fase del tutto naturale nello sviluppo dei bambini e, spesso, quello che succede è che reagiscono con pianti intensi e prolungati. Questo tipo di pianto può attivare nei genitori un senso di sofferenza e di inadeguatezza, che può essere maggiormente doloroso da gestire assieme alla particolarità di questa fase evolutiva. Questa reazione è legata alla consapevolezza crescente che ha sua figlia della sua presenza e assenza, ma anche alla necessità di sentirsi rassicurata. Ciò che sta vivendo non significa che non abbia fatto un buon lavoro nell’abituarla ai nonni o ad altre figure familiari, ma piuttosto che in questa fase sua figlia potrebbe aver bisogno di consolidare la sicurezza del legame con lei e con il papà. Ci sono alcune strategie che potrebbero aiutarla, ad esempio pensare a dei rituali di separazione rassicuranti e inizialmente brevi, magari salutando sua figlia con un gesto o una frase ripetuta sempre uguale. In questo caso, evitare separazioni troppo lunghe o esitanti che aiuta il bambino a percepire meno ansia. Un'alternativa potrebbe essere dare a sua figlia un peluche o un oggetto che la consola, questo potrebbe incoraggiarla a tenerlo con sé quando sta con i nonni, in modo da avere un riferimento rassicurante.
Questa fase può essere impegnativa, ma con il tempo e con una routine prevedibile, sua figlia imparerà a tollerare meglio le separazioni. Le auguro che questo le permetta di trovare degli spazi per se stessa.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o vuole condividere altri dettagli, resto a disposizione, sono prenotatile anche online.
Un caro saluto,
Miriana Pipia
La Terapia Breve Strategica propone un approccio basato sull’esposizione graduale e sulla gestione delle reazioni emotive legati anche all'ansia da separazione. Un primo passo utile è creare brevi momenti di separazione prevedibili e ripetitivi, aumentando gradualmente la durata. Ad esempio, allontanarsi per pochi minuti in un’altra stanza rassicurandola con la voce, poi rientrare con naturalezza senza enfatizzare il distacco. Inoltre, è importante non rispondere immediatamente ai pianti con un ritorno ansioso, ma attendere qualche istante affinché possa iniziare ad autoregolarsi. Anche i nonni possono seguire questa strategia durante le passeggiate, rimanendo calmi e cercando di distrarla senza tornare subito indietro. Infine, evitare di confermare il suo stato d’ansia con eccessive rassicurazioni: accoglierla senza amplificare il suo attaccamento facilita un distacco più sereno nel tempo.
Salve, quello che lei osserva è un comportamento sano e normale da parte di un bimbo di 7/8 mesi, perchè mostra una preoccupazione rispetto al perdere la figura di riferimento, con cui è abituato a stare da quando è nato/a, " Io sono rimasta a casa con lei".
E' proprio a questa età che si manifesta perchè è ora che si instaura il legame, impara e riconosce i familiari. Dovrà rassicurare sua figlia, senza manifestare possibilmente irritazione, ma accogliendo questo suo disagio (allo stesso tempo senza troppo amplificarlo). Capisco l'esigenza di avere "il tempo per sè", ma capisca che anche la bambina la vorrebbe tutta per sé:), è un bisogno fondamentale quello dell'attaccamento.Tenga conto che segnali di sicurezza e fiducia, in modo inconsapevole, vengono inviati dai genitori e percepiti dai bambini. Dovrete trovare una vostra mediazione. Cordialità
E' proprio a questa età che si manifesta perchè è ora che si instaura il legame, impara e riconosce i familiari. Dovrà rassicurare sua figlia, senza manifestare possibilmente irritazione, ma accogliendo questo suo disagio (allo stesso tempo senza troppo amplificarlo). Capisco l'esigenza di avere "il tempo per sè", ma capisca che anche la bambina la vorrebbe tutta per sé:), è un bisogno fondamentale quello dell'attaccamento.Tenga conto che segnali di sicurezza e fiducia, in modo inconsapevole, vengono inviati dai genitori e percepiti dai bambini. Dovrete trovare una vostra mediazione. Cordialità
Buongiorno, capisco quanto questa situazione possa essere impegnativa per lei. L'ansia da separazione è una fase del tutto normale nello sviluppo dei bambini e solitamente si manifesta tra i 6 e i 12 mesi, quando il piccolo inizia a comprendere che la mamma e il papà esistono anche quando non sono presenti. Questo concetto, noto come "permanenza dell'oggetto", è una conquista importante ma può generare ansia quando il bambino non ha ancora interiorizzato l’idea che le figure di riferimento torneranno sempre. Il fatto che sua figlia manifesti disagio quando lei o il papà vi allontanate è un segnale del forte attaccamento che ha sviluppato nei vostri confronti. È importante sapere che questa fase non è segno di un errore nell'educazione, né di un’abitudine sbagliata: è una tappa naturale della crescita, che con il tempo si risolverà. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, un approccio utile è quello dell’esposizione graduale. Se sua figlia percepisce l'allontanamento come improvviso o imprevedibile, il disagio può aumentare. Per aiutarla, potrebbe essere utile introdurre separazioni brevi e frequenti, iniziando con distacchi di pochi minuti per poi aumentare gradualmente. Ad esempio, può lasciarla in una stanza con il papà o con i nonni mentre lei si allontana per pochissimo tempo, rassicurandola con la voce anche da un'altra stanza. Man mano che si abituerà, sarà più facile per lei affrontare distacchi più lunghi. Un altro strumento efficace è creare piccoli rituali di separazione. Salutarla con un gesto o una parola rassicurante e costante (ad esempio: "torno presto, tu stai con la nonna e poi giochiamo insieme") può aiutarla a prevedere e accettare meglio l’assenza. Evitare di allontanarsi di nascosto è fondamentale, perché potrebbe aumentare la sua ansia. Se piange al ritorno, può accoglierla con calma, ma senza rafforzare il comportamento ansioso con eccessive attenzioni. Può rassicurarla con il contatto fisico e la voce, ma senza dare l'idea che il pianto sia necessario per ottenere vicinanza. L’obiettivo è farle comprendere che i distacchi sono momentanei e che è al sicuro anche senza la sua presenza costante. Può essere utile anche incoraggiarla a sviluppare un senso di sicurezza attraverso il gioco. Ad esempio, il classico "cucù" o nascondere un oggetto e poi farlo ricomparire possono aiutarla a capire, in modo ludico, che le cose (e le persone) esistono anche quando non si vedono. È normale che questa situazione le pesi: essere madre è meraviglioso ma anche faticoso, e il bisogno di tempo per sé è legittimo. Non si senta in colpa per il desiderio di riavere spazi personali. Con il tempo e con una gestione graduale, l’ansia da separazione della sua bambina si attenuerà. Se dovesse persistere in modo intenso per molti mesi o compromettere troppo la sua serenità e la possibilità di riprendere la sua vita quotidiana, potrebbe essere utile un confronto con un professionista per ricevere supporto mirato. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, stia tranquilla è un momento di passaggio che noi mamme abbiamo provato.
Sono disponibile ad aiutarla mediante colloquio online.
Mi contatti pure.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Sono disponibile ad aiutarla mediante colloquio online.
Mi contatti pure.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno e grazie per la condivisione dei suoi vissuti. Credo che possa rivolgersi ad uno psicoterapeuta, per dedicarsi uno spazio di riflessione in cui sentirsi accolta e ascoltata e riniziare ad avere dei momenti per se senza il senso di colpa. Il raggiungimento di un benessere psicologico passa attraverso l'elaborazione dei propri vissuti e pensieri, e il suo benessere psicologico è essenziale per stare meglio consua figlia e la sua famiglia. Il tempo che si prende per lei le è utile per stare meglio anche con suiìa figlia.
Un cordiale saluto,
dr.ssa Ilaria Bonora
Un cordiale saluto,
dr.ssa Ilaria Bonora
Gentile.
Se sua figlia fatica a lasciarla andare, significa che ha costruito un legame significativo.
Certo, vederla piangere disperatamente è una grande sofferenza. Vorrebbe solo che affrontasse il distacco con più tranquillità, e per questo il primo istinto è calmarla il più in fretta possibile.
E se le dicessi che il pianto non è il vero problema?
Piangere è un processo naturale e prezioso: aiuta i bambini a scaricare tensioni, elaborare paure e affrontare le emozioni difficili.
Il suo ruolo non è evitare sua figlia le frustrazioni, ma essere una guida sicura e presente. Offrendo supporto e comprensione, la aiuterà a ritrovare la calma e a imparare, passo dopo passo, a gestire il distacco con più serenità.
Faccia riferimento ad un professionista per farsi aiutare in questo.
Saluti.
Se sua figlia fatica a lasciarla andare, significa che ha costruito un legame significativo.
Certo, vederla piangere disperatamente è una grande sofferenza. Vorrebbe solo che affrontasse il distacco con più tranquillità, e per questo il primo istinto è calmarla il più in fretta possibile.
E se le dicessi che il pianto non è il vero problema?
Piangere è un processo naturale e prezioso: aiuta i bambini a scaricare tensioni, elaborare paure e affrontare le emozioni difficili.
Il suo ruolo non è evitare sua figlia le frustrazioni, ma essere una guida sicura e presente. Offrendo supporto e comprensione, la aiuterà a ritrovare la calma e a imparare, passo dopo passo, a gestire il distacco con più serenità.
Faccia riferimento ad un professionista per farsi aiutare in questo.
Saluti.
Gentile utente, buongiorno,
l'ansia da separazione è una fase dello sviluppo del bambino che si manifesta specialmente intorno all'ottavo mese circa, quando iniziano a comprendere che possono essere separati dalle figure di accudimento soprattutto di papà e mamma con i quali ha sviluppato un forte attaccamento. È comprensibile che questa situazione possa risultare emotivamente faticosa per voi genitori. Immagino che anche andare a prendere un bicchiere di acqua in cucina e, o andare in bagno per lavarsi i denti sia un momento in cui la bambina pianga ed urli incessantemente. Mantenere una certa serenità durante le separazioni sarà di aiuto. Inoltre quando imparerà a gattonare e si sposterà in un'altra stanza per prendere un giochino, sarebbe meglio lasciarle qualche minuto per apprendere gradualmente la gestione delle emozioni dell'ansia da separazione e la paura dell'abbandono. Si sentirà più sicura di vivere lo spazio di assenza genitoriale per più tempo. Adottare l'utilizzo di un gioco o di un pupazzo come elemento di sostituzione momentanea (oggetti transazionali) è un'idea messa a segno da diversi pediatri e tate professioniste. Potreste parlarne con il pediatra di riferimento, saprà darvi le giuste indicazioni. Il pupazzo ha funzione di emanare gli odori genitoriali punto di riferimento, sicurezza e benessere per la bambina nei momenti in cui resta con i nonni o con altre figure di fiducia. Spero che la risposta vi risulti utile. Non esitate a chiedere per ulteriori domande. Resto a disposizione. Auguri e buona giornata con tanta pazienza e spazi per voi genitori che assolutamente vi servono per la serenità ed equilibrio in ogni situazione di vita.
Un saluto,
Dr.ssa Manuela Valentini psicologa
l'ansia da separazione è una fase dello sviluppo del bambino che si manifesta specialmente intorno all'ottavo mese circa, quando iniziano a comprendere che possono essere separati dalle figure di accudimento soprattutto di papà e mamma con i quali ha sviluppato un forte attaccamento. È comprensibile che questa situazione possa risultare emotivamente faticosa per voi genitori. Immagino che anche andare a prendere un bicchiere di acqua in cucina e, o andare in bagno per lavarsi i denti sia un momento in cui la bambina pianga ed urli incessantemente. Mantenere una certa serenità durante le separazioni sarà di aiuto. Inoltre quando imparerà a gattonare e si sposterà in un'altra stanza per prendere un giochino, sarebbe meglio lasciarle qualche minuto per apprendere gradualmente la gestione delle emozioni dell'ansia da separazione e la paura dell'abbandono. Si sentirà più sicura di vivere lo spazio di assenza genitoriale per più tempo. Adottare l'utilizzo di un gioco o di un pupazzo come elemento di sostituzione momentanea (oggetti transazionali) è un'idea messa a segno da diversi pediatri e tate professioniste. Potreste parlarne con il pediatra di riferimento, saprà darvi le giuste indicazioni. Il pupazzo ha funzione di emanare gli odori genitoriali punto di riferimento, sicurezza e benessere per la bambina nei momenti in cui resta con i nonni o con altre figure di fiducia. Spero che la risposta vi risulti utile. Non esitate a chiedere per ulteriori domande. Resto a disposizione. Auguri e buona giornata con tanta pazienza e spazi per voi genitori che assolutamente vi servono per la serenità ed equilibrio in ogni situazione di vita.
Un saluto,
Dr.ssa Manuela Valentini psicologa
Buongiorno! Capisco perfettamente la sua preoccupazione! L'ansia da separazione è una fase normale nello sviluppo di un bambino, ma può essere difficile da gestire per i genitori. Tuttavia può provare a mettere in atto alcuni comportamenti che possono essere d'aiuto. Ad esempio, potete stabilire routine prevedibili (un saluto speciale o una canzoncina) prima di un distacco; ciò potrebbe aiutare la bimba a sentirsi più sicura. Inoltre, anche l'uso di un "oggetto transizionale" (come un peluche o un altro giochino), può confortarla durante l'assenza. Anche se a volte può essere difficile, è importante mantenere la calma durante questi episodi perché la vostra ansia potrebbe influenzare la bambina; fornite rassicurazioni verbali, spiegandole che tornerete presto. Evitate di allontanarvi di nascosto e sparizioni improvvise perché questo potrebbe peggiorare la situazione ed aumentare il malessere di vostra figlia. Come già detto, l'ansia da separazione è una fase normale e transitoria nella vita di un bambino, tuttavia nel caso in cui essa dovesse diventare troppo intensa, tanto da interferire con le normali attività quotidiane o la bambina dovesse manifestare sintomi fisici (come mal di stomaco/testa, etc...), è consigliabile consultare il pediatra di famiglia che saprà indirizzarvi sul da farsi. Un Saluto, dott.ssa Valentina Costanza
Buongiorno,
grazie per la sua condivisione.
Sua figlia ha 7 mesi, ed in questo periodo (generalmente tra il 7° e il 9° mese) i bambini possono iniziare a sperimentare quella che definiamo ansia da separazione ed è una fase del tutto fisiologica a livello evolutivo. In assenza della mamma e del papà i bambini piangono (per comunicare la fatica che stanno vivendo in quel momento di distacco) e cercano il ricongiungimento con i propri caregivers. Per tale ragione, è altrettanto fisiologico che, quando rientri a casa, la bimba cerchi la sua presenza e si faccia consolare tramite il contatto (l'abbraccio); il corpo della mamma (o del caregivers) in quel momento diventa indispensabile per calmarsi (diventa un sostegno per la regolazione emotiva).
Detto ciò, è altrettanto possibile che dopo mesi che si è dedicata a sua figlia possa avere dei vissuti di pesantezza e sconforto, e che senta la necessità di avere del tempo per lei.
Se la gestione di questi vissuti ambivalenti la mettono in difficoltà, le suggerisco di chiedere un consulto ad un professionista psicologo; la potrebbe aiutare in questo momento di passaggio molto delicato, dove è fondamentale la cura verso sua figlia e, al contempo, è altrettanto importante un'attenzione verso quelli che sono i suoi bisogni, non solo di mamma, ma anche di donna.
Rimango a disposizione, anche online.
Saluti dott.ssa Baratto
grazie per la sua condivisione.
Sua figlia ha 7 mesi, ed in questo periodo (generalmente tra il 7° e il 9° mese) i bambini possono iniziare a sperimentare quella che definiamo ansia da separazione ed è una fase del tutto fisiologica a livello evolutivo. In assenza della mamma e del papà i bambini piangono (per comunicare la fatica che stanno vivendo in quel momento di distacco) e cercano il ricongiungimento con i propri caregivers. Per tale ragione, è altrettanto fisiologico che, quando rientri a casa, la bimba cerchi la sua presenza e si faccia consolare tramite il contatto (l'abbraccio); il corpo della mamma (o del caregivers) in quel momento diventa indispensabile per calmarsi (diventa un sostegno per la regolazione emotiva).
Detto ciò, è altrettanto possibile che dopo mesi che si è dedicata a sua figlia possa avere dei vissuti di pesantezza e sconforto, e che senta la necessità di avere del tempo per lei.
Se la gestione di questi vissuti ambivalenti la mettono in difficoltà, le suggerisco di chiedere un consulto ad un professionista psicologo; la potrebbe aiutare in questo momento di passaggio molto delicato, dove è fondamentale la cura verso sua figlia e, al contempo, è altrettanto importante un'attenzione verso quelli che sono i suoi bisogni, non solo di mamma, ma anche di donna.
Rimango a disposizione, anche online.
Saluti dott.ssa Baratto
Buongiorno.
L'età di sua figlia è il periodo (generalmente dai 7 ai 24 mesi circa) in cui si presenta con maggiore intensità l'angoscia di separazione e la paura per l’estraneo, con le prime vere esplorazioni dell'ambiente.
Alcuni suggerimenti possono essere di dare maggiore prevedibilità/routine alla bambina, di iniziare con brevi separazioni, di esporla (come già sta facendo) ad altre figure di accudimento e di usare oggetti che la facciano sentire più sicura durante l'allontanamento (ex: copertina, peluche utilizzati anche con lei).
Torno però a sottolineare il momento di transizione dovuto proprio all'età che sua figlia sta attraversando.
Capisco al contempo la frustrazione da lei esperita e la necessità di dedicare tempo a sè stessa.
Dott.ssa Foiera Alice
L'età di sua figlia è il periodo (generalmente dai 7 ai 24 mesi circa) in cui si presenta con maggiore intensità l'angoscia di separazione e la paura per l’estraneo, con le prime vere esplorazioni dell'ambiente.
Alcuni suggerimenti possono essere di dare maggiore prevedibilità/routine alla bambina, di iniziare con brevi separazioni, di esporla (come già sta facendo) ad altre figure di accudimento e di usare oggetti che la facciano sentire più sicura durante l'allontanamento (ex: copertina, peluche utilizzati anche con lei).
Torno però a sottolineare il momento di transizione dovuto proprio all'età che sua figlia sta attraversando.
Capisco al contempo la frustrazione da lei esperita e la necessità di dedicare tempo a sè stessa.
Dott.ssa Foiera Alice
Buongiorno. L’ansia da separazione è una fase tipica dello sviluppo e può essere considerata un buon segno di attaccamento se avviene tra i 6 e i 12 mesi. Comprendo tuttavia che per una mamma può diventare una fonte di stress per cui le suggerisco alcune strategie da adottare. Può usare alcuni giochi per aiutarla, come il gioco del cucù che aiuterà sua figlia a comprendere che le persone tornano anche se spariscono. Può essere molto utile anche creare delle routine specifiche, come un saluto o un gesto che anticipano alla bambina che si sta allontanando. Può usare un oggetto di transizione, come un peluche o una copertina con il profumo della mamma per darle conforto. Le consiglio di iniziare con allontanamenti molto brevi per poi aumentarne gradualmente la durata.
L’ansia da separazione è una fase normale dello sviluppo nei bambini e solitamente emerge tra i 6 e gli 8 mesi, quando iniziano a comprendere la permanenza dell’oggetto (ossia che mamma e papà esistono anche quando non sono visibili). È positivo che la sua bambina abbia avuto esperienze di separazione graduali, ma è altrettanto naturale che ora stia manifestando questa reazione.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:
- Brevi distacchi progressivi: Continui a favorire esperienze di separazione, ma inizi con distacchi molto brevi (ad esempio, lasciandola con i nonni per pochi minuti e poi aumentando gradualmente il tempo).
- Rituali di saluto e ritorno: Creare una routine prevedibile aiuta a dare sicurezza. Un saluto affettuoso ma breve (senza esitazioni o ripensamenti) e un ritorno con un momento di riavvicinamento sereno possono tranquillizzarla.
- Oggetto di transizione: Se la bambina ha un oggetto preferito (una copertina, un peluche), lasciarglielo quando è con i nonni può aiutarla a sentirsi più sicura.
- Mantenere la calma: I bambini percepiscono le emozioni dei genitori. Se lei si mostra serena e sicura nelle separazioni, la sua bambina ne trarrà beneficio.
- Coinvolgere i nonni in momenti positivi: Creare esperienze piacevoli con i nonni quando lei è presente può rafforzare il legame, rendendo più facile il distacco.
- Evitare di tornare subito: Se i nonni la chiamano perché la bambina piange, provi a non rientrare immediatamente, in modo da non rafforzare l’idea che il pianto sia l’unico modo per riaverla vicino.
Questa fase può essere impegnativa, ma è transitoria. Se dovesse persistere in modo intenso o interferire con la qualità della vita familiare, potrebbe essere utile un confronto con uno specialista.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Un caro saluto.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:
- Brevi distacchi progressivi: Continui a favorire esperienze di separazione, ma inizi con distacchi molto brevi (ad esempio, lasciandola con i nonni per pochi minuti e poi aumentando gradualmente il tempo).
- Rituali di saluto e ritorno: Creare una routine prevedibile aiuta a dare sicurezza. Un saluto affettuoso ma breve (senza esitazioni o ripensamenti) e un ritorno con un momento di riavvicinamento sereno possono tranquillizzarla.
- Oggetto di transizione: Se la bambina ha un oggetto preferito (una copertina, un peluche), lasciarglielo quando è con i nonni può aiutarla a sentirsi più sicura.
- Mantenere la calma: I bambini percepiscono le emozioni dei genitori. Se lei si mostra serena e sicura nelle separazioni, la sua bambina ne trarrà beneficio.
- Coinvolgere i nonni in momenti positivi: Creare esperienze piacevoli con i nonni quando lei è presente può rafforzare il legame, rendendo più facile il distacco.
- Evitare di tornare subito: Se i nonni la chiamano perché la bambina piange, provi a non rientrare immediatamente, in modo da non rafforzare l’idea che il pianto sia l’unico modo per riaverla vicino.
Questa fase può essere impegnativa, ma è transitoria. Se dovesse persistere in modo intenso o interferire con la qualità della vita familiare, potrebbe essere utile un confronto con uno specialista.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Un caro saluto.
Buongiorno, posso immaginare la sua fatica. Non è semplice comprendere i messaggi dei bambini quando sono così piccoli. Si prova ad interpretare, ad ipotizzare quali possano essere le fonti del loro malessere che, nel modo più evidente, manifestano attraverso il pianto. Intono all'ottavo mese i bambini vivono quella che viene definita "angoscia di separazione", dovuta alla capacità del neonato di riconoscere le figure più familiari e distingue quelle estranee. Il bambino sente la paura del non ritorno della figura di accudimento. E' un momento dello sviluppo delicato, perché ci sono cambiamenti, nuove abilità ed il confronto con esperienze diverse. Quello che posso dirle, non avendo altri elementi sulla vostra relazione, è di darvi tempo, ascoltare e provare a sintonizzarsi con i sentimenti di sua figlia. Ogni bambino ha un suo temperamento ed i suoi tempi. Abbia pazienza nell'accoglierla e rassicurarla, attraverso il contatto, il respiro, i gesti quotidiani. Più sarete sereni voi nell'accompagnarla, più la bambina costruirà un senso di fiducia e sicurezza. Comprendo che possa essere faticoso, ma piano piano lei recupererà i suoi spazi di vita, che adesso sente essere limitati e fortemente condizionati. Si dia tempo anche su questo. Un caro saluto, Dott.ssa Giulia Buscemi
Buongiorno, non si tratta di ansia da separazione: nei primi mesi di vita il bisogno di contatto fisico è del tutto naturale ed è al pari del bisogno di nutrimento: è necessario rispondere adeguatamente a questo bisogno affinché si instauri nella bambina un attaccamento sicuro e un senso di sicurezza. Le suggerisco di tenersi informata e se necessario pensare ad un percorso per neomamme per capire come poter trasmettere al piccolo (e anche a se stessa) la serenità necessaria. A 7 mesi il bambino non si “accozza” ma semplicemente ha bisogno della mamma.
Buonasera, in caso di separazione, è importante che i genitori siano presenti, affettuosi e rassicuranti nei confronti dei figli. È importante anche che i genitori mantengano un dialogo costruttivo e trovino un accordo sulla gestione della quotidianità. vuol raccontarmi meglio la situazione?
Buongiorno,
la ringrazio per la fiducia nel condividere una situazione che, per molte mamme e papà, può risultare emotivamente faticosa e carica di domande. Quello che sta vivendo sua figlia è una fase del tutto normale nello sviluppo affettivo: si tratta dell’ansia da separazione, che emerge di solito intorno ai 7-9 mesi, quando i bambini iniziano a percepire che la figura di riferimento può allontanarsi da loro, ma non hanno ancora sviluppato la certezza del ritorno. È un passaggio naturale, legato alla costruzione del legame di attaccamento e al fatto che la bambina ha imparato a riconoscere in voi il suo punto di riferimento sicuro.
Comprendo perfettamente il suo bisogno di avere del tempo per sé e quanto possa essere pesante vivere separazioni difficili, con pianti intensi e richieste continue di vicinanza. Spesso, quando una madre è stata molto presente nei primi mesi – come è stato nel suo caso – i bambini mostrano una maggiore sensibilità al distacco, non perché siano “dipendenti” in senso negativo, ma perché hanno costruito un legame forte e profondo. Questo è un dato positivo dal punto di vista affettivo, ma può mettere alla prova l’equilibrio familiare e il benessere personale.
In questa fase, può essere utile accompagnare sua figlia nei piccoli distacchi con calma, ripetitività e coerenza. Anche se è molto piccola, iniziare a darle segnali chiari che la mamma o il papà si allontanano ma poi tornano, usando parole semplici e un tono rassicurante, aiuta a costruire una base di fiducia. Le separazioni brevi, se vissute in momenti in cui la bambina è serena, possono diventare occasioni per sperimentare la possibilità che l’altro se ne vada e ritorni, mantenendo la continuità affettiva anche nella distanza. È importante che la figura che si prende cura di lei durante l’assenza sia sempre la stessa per un certo periodo, così che possa sviluppare un senso di sicurezza anche con chi non è la mamma o il papà.
Se, al momento del ritorno, la bambina si getta tra le sue braccia in modo quasi “disperato”, non è un segnale di trauma, ma piuttosto il modo che ha per ristabilire il contatto. In quei momenti è importante accoglierla con calore, senza fretta né colpa, lasciandole il tempo di riassestarsi. Non c’è bisogno di sminuire ciò che prova o cercare subito di distrarla: riconoscere la sua emozione, anche con poche parole (“Lo so, ti sono mancata”), la aiuta a dare un nome a ciò che sente e a sentirsi capita.
Capisco anche quanto possa essere difficile, per lei, trovare uno spazio personale mentre cerca di far fronte alle esigenze emotive di sua figlia. È importante che non perda di vista questo suo bisogno. Prendersi cura di sé non è un lusso, né un atto egoistico: è un diritto e, soprattutto, una condizione necessaria per poter offrire presenza emotiva e disponibilità autentica. Spesso può essere utile, in questi momenti, confrontarsi con un professionista, anche solo per sentirsi accompagnati e sostenuti nel mettere ordine tra vissuti intensi e ambivalenti.
Questa fase, per quanto impegnativa, è temporanea. Con pazienza, costanza e una comunicazione affettiva coerente, sua figlia imparerà a fidarsi del distacco e soprattutto del fatto che, ogni volta, il ricongiungimento con voi è garantito.
Resto a disposizione se desidera approfondire o raccontarmi qualcosa in più.
Un caro saluto.
la ringrazio per la fiducia nel condividere una situazione che, per molte mamme e papà, può risultare emotivamente faticosa e carica di domande. Quello che sta vivendo sua figlia è una fase del tutto normale nello sviluppo affettivo: si tratta dell’ansia da separazione, che emerge di solito intorno ai 7-9 mesi, quando i bambini iniziano a percepire che la figura di riferimento può allontanarsi da loro, ma non hanno ancora sviluppato la certezza del ritorno. È un passaggio naturale, legato alla costruzione del legame di attaccamento e al fatto che la bambina ha imparato a riconoscere in voi il suo punto di riferimento sicuro.
Comprendo perfettamente il suo bisogno di avere del tempo per sé e quanto possa essere pesante vivere separazioni difficili, con pianti intensi e richieste continue di vicinanza. Spesso, quando una madre è stata molto presente nei primi mesi – come è stato nel suo caso – i bambini mostrano una maggiore sensibilità al distacco, non perché siano “dipendenti” in senso negativo, ma perché hanno costruito un legame forte e profondo. Questo è un dato positivo dal punto di vista affettivo, ma può mettere alla prova l’equilibrio familiare e il benessere personale.
In questa fase, può essere utile accompagnare sua figlia nei piccoli distacchi con calma, ripetitività e coerenza. Anche se è molto piccola, iniziare a darle segnali chiari che la mamma o il papà si allontanano ma poi tornano, usando parole semplici e un tono rassicurante, aiuta a costruire una base di fiducia. Le separazioni brevi, se vissute in momenti in cui la bambina è serena, possono diventare occasioni per sperimentare la possibilità che l’altro se ne vada e ritorni, mantenendo la continuità affettiva anche nella distanza. È importante che la figura che si prende cura di lei durante l’assenza sia sempre la stessa per un certo periodo, così che possa sviluppare un senso di sicurezza anche con chi non è la mamma o il papà.
Se, al momento del ritorno, la bambina si getta tra le sue braccia in modo quasi “disperato”, non è un segnale di trauma, ma piuttosto il modo che ha per ristabilire il contatto. In quei momenti è importante accoglierla con calore, senza fretta né colpa, lasciandole il tempo di riassestarsi. Non c’è bisogno di sminuire ciò che prova o cercare subito di distrarla: riconoscere la sua emozione, anche con poche parole (“Lo so, ti sono mancata”), la aiuta a dare un nome a ciò che sente e a sentirsi capita.
Capisco anche quanto possa essere difficile, per lei, trovare uno spazio personale mentre cerca di far fronte alle esigenze emotive di sua figlia. È importante che non perda di vista questo suo bisogno. Prendersi cura di sé non è un lusso, né un atto egoistico: è un diritto e, soprattutto, una condizione necessaria per poter offrire presenza emotiva e disponibilità autentica. Spesso può essere utile, in questi momenti, confrontarsi con un professionista, anche solo per sentirsi accompagnati e sostenuti nel mettere ordine tra vissuti intensi e ambivalenti.
Questa fase, per quanto impegnativa, è temporanea. Con pazienza, costanza e una comunicazione affettiva coerente, sua figlia imparerà a fidarsi del distacco e soprattutto del fatto che, ogni volta, il ricongiungimento con voi è garantito.
Resto a disposizione se desidera approfondire o raccontarmi qualcosa in più.
Un caro saluto.
Salve , l'ansia da separazione che descrive, in una bambina di 7 mesi, rientra però in una fase evolutiva del tutto naturale: è il periodo in cui il piccolo inizia a comprendere che la mamma e il papà esistono anche quando non sono visibili, ma non ha ancora maturato la sicurezza interna che torneranno sempre. Per questo la distanza può generare reazioni intense, anche se l’ambiente è familiare e le figure che la accudiscono sono conosciute.
Le suggerisco di accogliere l’emozione con calma quando si agita o piange al vostro allontanamento, provi a introdurre piccole separazioni prevedibili:
– lasciarla per pochi minuti con i nonni mentre lei si sposta in un’altra stanza
– aumentare gradualmente il tempo solo quando la bambina mostra segnali di calma.
Resto a disposizione.
Le suggerisco di accogliere l’emozione con calma quando si agita o piange al vostro allontanamento, provi a introdurre piccole separazioni prevedibili:
– lasciarla per pochi minuti con i nonni mentre lei si sposta in un’altra stanza
– aumentare gradualmente il tempo solo quando la bambina mostra segnali di calma.
Resto a disposizione.
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