Buongiorno! Grazie a chiunque leggerà. Volevo porre una domanda, forse un po' strana. Sono una ragaz

18 risposte
Buongiorno! Grazie a chiunque leggerà. Volevo porre una domanda, forse un po' strana. Sono una ragazza di 22 anni e sono in terapia da un anno e mezzo. Attualmente con il mio terapeuta stiamo lavorando sulle relazioni sociali e sugli evitamenti. Ho difficoltà ad aprirmi con lui, ma sto iniziando a farlo. Mi sono accorta che in seduta non piango mai, non mostro mai emozioni diverse dall'ansia e dall'imbarazzo. Sorrido sempre. Anche quando parlo delle cose più tragiche che mi fanno stare male. Io davanti al mio terapeuta sorrido. Non trattengo le lacrime, anzi, proprio non mi viene da piangere, non sento tristezza, non sento niente, solo ansia e imbarazzo. Però mentre sono sola e ripenso alle stesse identiche cose che devo dire/ho detto in seduta, piango. Perchè? Non ho nessun problema a farmi vedere piangere, non devo nascondermi, ne tanto meno "essere forte". Il fatto è che io vorrei piangere, ma in quel momento non lo sento. È come se non fossi in grado di esprimere le mie vere emozioni, perchè vengono "sostituite" dall'imbarazzo e da quel sorriso.
Salve, è fondamentale trattare queste dinamiche con il terapeuta stesso al fine di ricavare informazioni utili anche per la terapia intrapresa.
Cordialmente, dott FDL

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Perché non ne parla con il suo terapeuta? È fondamentale poter dire tutto perché è tutto importante! Capisca perché non riesce a liberare emozioni in seduta e parlatene insieme.Cordiali saluti.
Buonasera, le consiglio di porre questa domanda al suo terapeuta, per capire insieme le emozioni che prova.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Salve è ora che indaghiaye all interno delle sedute questa dinamica che s innesca potreste affrontare temi e toccate corde che magari non sono state ancora toccate
Le auguro il meglio
Salve ne deve parlare con il suo terapeuta. Forse non si sente abbastanza a suo agio?
Forse si vergogna di mostrare delle emozioni ad altri? Sono tutte domande che deve porsi e cercare di risolvere....
Dott.ssa milvia verginelli
Buonasera. Il mio suggerimento è di riflettere sulla possibilità di condividere direttamente con il suo terapeuta ciò che ha condiviso con noi in questo spazio, riflettendo insieme a lui sulle "modalità" (ad esempio il sorriso mentre parla di cose che la fanno stare male) con le quali in terapia esprime i suoi vissuti e sul senso queste hanno per lei all'interno del contesto terapeutico; ritengo che aprirsi in modo onesto ed autentico su questo aspetto potrebbe essere per lei una parte molto preziosa del suo lavoro di cambiamento personale. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buonasera, dovrebbe parlarne con il suo terapeuta e capire il motivo scatenante, essere chiari e onesti è la cosa migliore per rendere un percorso efficiente. Si inoltre dovrebbe chiedere è la persona giusta per me? Riesco ad essere me stessa? Provi a rispondersi. Un caro saluto, Giada
Buongiorno,

sarebbe importante condividesse col suo terapeuta questi aspetti. Potrebbero essere un interessante spunto di riflessione su cui poter lavorare. La relazione terapeutica è un qualcosa che va preservata e va tenuta lontana da interferenze esterne che potrebbero inquinarla. Prosegua con il suo percorso vedrà che con l tempo riuscirà a lavorare anche su questo aspetto grazie alla psicoterapia.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, da quello che scrive mi sembra che stia facendo un buon lavoro con il suo terapeuta. Avere questo tipo di pensieri e riflessioni fa parte del percorso: è come se stesse prendendo progressivamente consapevolezza delle sue difficoltà a livello relazionale, quelle difficoltà che evidentemente la fanno soffrire.
Riportare questi pensieri e sensazioni nella sua stanza di terapia può essere un contributo importante al suo percorso
Gentile Utente, come forse avrà già avuto modo di vedere in questo anno e mezzo stare in seduta non é un “semplice” sedersi e raccontarsi sinceramente, molte dinamiche si possono attivare e si possono sperimentare essendo un luogo protetto.
Si possono fare quindi molte congetture sul perché quando é in seduta la tristezza non sembra appartenerle mentre fuori dalla seduta si, tuttavia farle non é utile alla fine.
Quello che é utile é condividere questo fatto col collega terapeuta, non perché ci sia qualcosa di sbagliato nel non sentire la tristezza in seduta ma perché lei vorrebbe sentirla e ne ha tutto il diritto.
Ha quindi valore esplorare questa dinamica che chiaramente si attiva in seduta, senza che lei se ne renda conto, e “silenzia” la tristezza.
Spero di essere stato utile, per questo o altri dubbi non esisti a contattarmi.

Dottor Mauro Simonetti


Buongiorno,
E' importante che lei abbia notato questo elemento e si ponga domande, che le consiglio caldamente di rivolgere al suo terapeuta, affinchè possiate approfondire questo aspetto. Quello che succede nella relazione terapeutica ha molta importanza, perché attiva elementi e pattern relazionali anche profondi.
Augurandole un buon proseguimento.
I miei saluti
GR
Carissima buon giorno,
lei ha intrapreso un percorso di psicoterapia per lavorare sulle relazioni sociali e l'evitamento.
Se lei ed il terapeuta avete instaurato un rapporto di fiducia , perché non indagare il senso dell'imbarazzo, dei sorrisi e delle difficoltà emotive, durante le sedute? Questo può servire ed aiutare la sua terapia.

Dottoressa Forlano Teresita
Buongiorno,
Come mai ha "difficoltà ad aprirsi" col suo terapeuta? Si fida di lui? È soddisfatta della terapia che sta svolgendo? Si sente meglio?
Qualora lei esponesse le difficoltà qui narrate al suo terapeuta, che tipo di reazione si aspetterebbe da lui?
Provi a rispondere a queste domande, perché possono esserle utili a chiarire la sua attuale condizione di difficoltà ad esternare le emozioni al suo terapeuta.
In bocca al lupo
Salve, potrebbe essere utile porre la stessa domanda al suo terapeuta, per aprire nuovi spazi di riflessione e rendere questa dinamica più chiara a lei. Non c'è una risposta assoluta, ma tanti aspetti soggettivi da esplorare
Buonasera

Provi a parlare con il suo terapeuta di questa questione per poter analizzare insieme questo suo meccanismo psichico.
Resto a disposizione.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Buongiorno, sono probabilmente difese che fanno parte del lavoro di psicoterapia. Non sono così inconsuete, stia tranquilla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Devi piangere quando senti di volerlo fare e questo vale per ogni emozione che provi. Non per forza il fatto di non riuscire a piangere in seduta deve significare qualche cosa di brutto: magari in seduta senti che le emozioni puoi esprimerle senza bisogno di esasperarle, perchè le gestisci insieme al collega; oppure è una forma di pudore che ti esce fuori solo in quel momento. Di certo la cosa un pò ti fa pensare e credo che per questo motivo dovresti parlarne col tuo psicologo: affronta questa questione che potrebbe essere una parte importante del tuo percorso. Fidati della relazione creata e del lavoro che state facendo e parlagliene. Un saluto
Gentile Utente,
Non si giudichi se non le viene da piangere o se non sente tristezza ma solo ansia e imbarazzo. Intanto esse sono due emozioni per le quali possiamo interrogarci e porci delle domande, cosi da poter capire che ci succede davanti al terapeuta. Sono due emozioni ugualmente importanti, che ci dicono qualcosa, fondamentale è però fermarsi e accettarle anziché pretenderne delle altre. Forse quel sorriso è una difesa? E se così fosse probabilmente è quello che le serve, il meglio che riesce a fare di fronte alla situazione al momento attuale. Il fatto che vorrebbe piangere ma non lo sente, è emblematico. Non possiamo sforzarci o giudicarci per quel che non sentiamo. Rimanga nel qui ed ora, e su quel che sente veramente che è già molto lavoro! Inoltre, condivido e ribadisco quanto già detto nelle precedenti risposte, sono tutte questioni che le consiglio di portare nella stanza della parole (in terapia) e direttamente al suo terapeuta, cosi da poterci lavorare insieme in modo realmente vantaggioso. Se ha a che fare con un buon professionista, confido che saprà sicuramente come metterla a suo agio rispetto alla sua questione.
O altrimenti, con una diversa prospettiva, la questione potrebbe essere: caro terapeuta, non riesco ad essere autentica con lei.
Ad ogni modo, buon lavoro e buon tutto, rimango a disposizione!
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Poggi.

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