Buongiorno egregi dottori avrei bisogno di un vostro cortese consiglio su come affrontare una situaz

24 risposte
Buongiorno egregi dottori avrei bisogno di un vostro cortese consiglio su come affrontare una situazione per me di estrema e fondamentale importanza.
Qualche anno fa ho scoperto che mia moglie mi tradiva io non avrei mai immaginato che potesse accadere perché mia moglie e sempre stata una persona molto timida e con un carattere molto riservato e chiuso infatti che io sappia secondo ciò che mi ha detto lei anche se ora dubito di ogni cosa cmq quando l ho conosciuta aveva quasi 33 anni e aveva avuto una sola storia tra l altro molto problematica si è frequentata con un uomo per due o tre anni ma solo dopo un anno aveva saputo che costui fosse sposato e avesse una figlia anche se la moglie lo aveva lasciato ma lei ha appreso tale situazione solo dopo parecchio tempo sempre lei mi ha riferito che una volta saputo che era sposato e aveva una figlia lo ha provato ad allontanare ma costui le diceva che si stava separando e addirittura le chiedeva in continuazione denaro per le spese di separazione in quanto lui non aveva un lavoro ma il suo desiderio fosse quello di divorziare nonostante le dava dei soldi questo ne faceva un uso personale giocare con macchinette nei bar quando lei si è accorta di questo mi dice che lo aveva allontanato ma poi si è resa conto di essere restata incinta ed ha provato a convivere con questo che poi era il suo primo uomo nonostante l età decisamente avanzata per non dare scandalo ma dopo un anno non ne ha potuto più e lo ha definitivamente allontanato
Vi ho detto questo per cercare di farvi capire che persona fosse stata mia moglie decisamente semplice e di certo non come e più frequente una donna disinibita dopo un paio d anni che era sola e da sola stesse crescendo la figlia che aveva avuto con il totale disinteresse del padre che non vedeva da quando l aveva lasciato e non nemmeno provvedeva ai propri doveri di padre ha conosciuto me ci siamo voluti bene abbiamo avuto un figlio ci siamo sposati insomma dopo quello che aveva passato l unica esperienza fallimentare e nel frattempo il padre della bambina che aveva avuto si era abbiamo saputo iniziato una relazione con un altra donna aveva avuto anche un altro figlio e anche questa donna dopo anni anche ella ha saputo che costui fosse sposato e aveva avuto altri due figli prima celando la situazione vi ho detto questo per farvi capire quanto avesse dovuto affrontare mia moglie e con chi aveva avuto la sua prima esperienza intanto noi eravamo felici stavamo crescendo i figli il mio e l altro non ci mancava nulla e credevo che ci fosse tra noi un legame importante anche perché io mi prendevo cura con amore di lei e dopo quello che aveva subito da un uomo credevo anche lei stesse bene e mi voleva bene. Ma forse perché mi prendevo molto cura di lei facendole in continuazione regali soprattutto vestiti di alta moda e si è messa in risalto le qualità che anche prima aveva ma certamente non valorizzava rendendola decisamente piacente e appariscente e quando è divenuta tale ho pensato siccome ha ricevuto delle attenzioni che in tutta la sua vita non aveva mai ricevuto si è penso io lasciato andare e ha iniziato ad avere altre storie. Io credo fosse questo il motivo il provare ciò che non aveva mai provato anche se all epoca non immaginavo potesse accadere ciò per quanto lei fosse chiusa timida e per quanto aveva di doloroso dovuto affrontare. Ditemi cosa ne pensate voi certamente ne sapete più di me ma per concludere dopo che io ho scoperto questo di certo sono stato molto male e certamente le ho fatto delle continue domande lei mi ha sempre detto che io le parlassi dell accaduto per sminuirla e per farla sentire in colpa quando invece il mio desiderio fosse capire perché fosse accaduto e da cosa fosse dipeso e col desiderio che lei mi raccontasse tutto con sincerità per metterci una pietra sopra per riacquistare fiducia in lei stante la sua sincerità ma col pensiero che il mio scopo fosse ferirla non ritengo che sia stata sincera al 100% e soprattutto sono peggiorate le cose e non riusciamo più ad avere come vorrei una relazione e a volerci bene concludo anche se immagino che avete capito il mio desiderio quale sia di metterci tutto alle spalle e di ricominciare a vivere e a volerci bene ho provato anche a dirle di farci aiutare da un professionista ma lei non ne vuole sapere le ho detto della mia unica volontà di ricominciare e volerci bene oppure se questo non fosse quello che voleva anche lei di lasciarmi perché l unica cosa che non volevo è non vorrò mai e di stare insieme ma come due estranei ciò che invece sembra voglia lei
Mi scuso se mi sono dilungato ma ho voluto descrivere al meglio la situazione per avere da voi un giudizio al riguardo
Vi ringrazio anticipatamente
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

grazie innanzitutto per aver condiviso con tanta sincerità e dettagli la sua storia, comprensibilmente dolorosa e complessa.

Da ciò che descrive, emerge una situazione di grande sofferenza personale e di crisi all’interno del vostro legame di coppia. È evidente quanto lei tenga a sua moglie e alla vostra famiglia e quanto desideri comprendere le ragioni di quanto accaduto, non solo per dare un senso alla vicenda, ma anche per poter ricostruire la fiducia e riprendere una relazione serena.

Il tradimento, in una coppia, è sempre un evento traumatico e, come nel suo caso, può generare sentimenti intensi di dolore, rabbia, dubbi, perdita di fiducia e senso di insicurezza. Il suo desiderio di ottenere da sua moglie una spiegazione sincera è umano e comprensibile. Tuttavia, purtroppo, non sempre chi ha tradito riesce ad aprirsi completamente, talvolta per vergogna, senso di colpa o difficoltà a gestire le proprie emozioni e le conseguenze delle proprie azioni.

Un altro aspetto importante che emerge dal suo racconto riguarda la comunicazione di coppia. Lei sente il bisogno di parlare, di capire e di essere rassicurato, mentre sua moglie sembra chiudersi maggiormente, percependo forse le sue domande come accuse o come un tentativo di farla sentire in colpa. Questa differenza nei bisogni comunicativi sta generando una distanza sempre più profonda tra voi, che la fa soffrire molto.

La sua preoccupazione di non voler vivere come due estranei è del tutto legittima. Rimanere in un legame dove manca il dialogo e l’intimità emotiva può diventare una fonte costante di frustrazione e dolore. È molto positivo, invece, il fatto che lei abbia già pensato alla possibilità di intraprendere un percorso di coppia. Tuttavia, se sua moglie non se la sente, non significa che lei non possa comunque fare qualcosa: potrebbe essere utile iniziare un percorso personale di supporto psicologico per aiutarla a elaborare il trauma del tradimento, gestire le sue emozioni e riflettere su come muoversi in questa fase della sua vita. Talvolta, quando uno dei partner inizia a cambiare atteggiamento grazie a un lavoro su di sé, anche l’altro può sentirsi più disponibile ad aprirsi o a prendere in considerazione un aiuto esterno.

Inoltre, va considerato che alcune coppie, dopo un tradimento, riescono a ricostruire un legame più autentico e profondo, mentre altre scelgono di separarsi. Non esiste una soluzione “giusta” valida per tutti: è un percorso delicato e personale. L’importante è non rimanere intrappolati in uno stato di sofferenza cronica, perché col tempo rischia di logorare ulteriormente entrambi.

Per tutte queste ragioni, sarebbe utile e consigliato approfondire la situazione rivolgendosi ad uno specialista, sia per un percorso individuale, sia — se sua moglie lo vorrà in futuro — per un eventuale percorso di coppia.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Salve , dalle sue parole traspare il dolore e la delusione per gli eventi.
Inizio col dirle di aver suggerito un’idea molto buona e sana , parlarne con uno psicologo per un incontro di coppia.
Purtroppo per fare ciò é però necessario che ci sia la volontà da entrambe le parti.
Potrei consigliarle di attendere un pó e magari lasciar raffreddare gli animi per poi riproporre la possibilità di parlarne in consulenza di coppia con un professionista a prescindere da quella che sarà poi la strada da prendere.
Anche nell’eventualità ,che speriamo non si verifichi, di una chiusura può aiutare a gestire il tutto nella maniera più sana e funzionale possibile.
Altrimenti se sua moglie dovesse rifiutare può sempre fare un percorso soltanto lei individuale per supportarla in questa fase di vita e prendersi cura di se stesso.
Buone cose, dott. Marziani
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, ho letto con attenzione la sua lunga lettera e desidero prima di tutto dirle che si percepisce chiaramente quanto lei tenga a sua moglie e quanto la situazione che sta vivendo la stia facendo soffrire profondamente. Non è facile raccontare una vicenda così dolorosa, carica di delusione, di senso di tradimento ma anche di tanto amore e desiderio di ricostruire un legame che per lei resta ancora importante. Dal punto di vista di un percorso cognitivo-comportamentale, partirei innanzitutto dal riconoscere quanto lei abbia già fatto per cercare di affrontare questa ferita. È evidente che, dopo la scoperta del tradimento, lei abbia sentito la necessità di capire, di ottenere risposte sincere, di dare un senso a un evento che per lei è stato inaspettato e destabilizzante. Questo bisogno di capire è umano e comprensibile, ma purtroppo non sempre porta alla chiarezza e alla pace interiore che si spera di trovare, soprattutto se dall’altra parte non c’è la stessa disponibilità ad aprirsi del tutto. Lei ha provato a fare domande, a cercare spiegazioni, ma ha trovato una porta chiusa o risposte che non l’hanno convinto fino in fondo. Da quello che scrive, sembra che sua moglie, forse anche per vergogna o senso di colpa, non sia in grado di affrontare apertamente questo tema senza percepire le sue domande come un attacco o un tentativo di umiliarla. Questo blocco reciproco rende molto difficile andare oltre, perché lei resta fermo nel bisogno di chiarezza mentre sua moglie si sente messa all’angolo e reagisce chiudendosi ancora di più. Ciò che lei racconta della storia di sua moglie fa emergere una persona che in passato ha vissuto relazioni complicate, probabilmente segnate da inganni e delusioni. Questo può avere lasciato ferite profonde nella sua fiducia verso gli altri e verso se stessa, rendendo difficile per lei affrontare conflitti in modo aperto. Tuttavia, è anche vero che questo non giustifica il tradimento, né cancella la ferita che lei ha subito e con cui ora deve convivere. Dal suo racconto emerge un aspetto importante: lei sente di avere investito tanto nella cura di sua moglie, forse anche cercando di proteggerla, di renderla felice, di farla sentire amata e valorizzata. Ma questo impegno, se non accompagnato da una comunicazione autentica e reciproca, rischia di creare uno squilibrio in cui uno dei due dà molto, mentre l’altro si sente in qualche modo vincolato o sovraccaricato dalle aspettative. È possibile che sua moglie abbia vissuto la nuova attenzione ricevuta da altre persone come una scoperta tardiva di parti di sé che forse non aveva mai conosciuto o permesso di esprimere. Lei ora si trova di fronte a un bivio molto delicato. Da un lato sente forte il desiderio di perdonare, di chiudere il capitolo e di ritrovare la vicinanza emotiva. Dall’altro lato però, per poter davvero perdonare, avrebbe bisogno di una sincerità che sua moglie non riesce a darle e di un impegno reciproco che in questo momento sembra essere a senso unico. Quando lei dice di non volere vivere come due estranei, esprime un bisogno profondo di intimità emotiva, di verità e di presenza, che purtroppo non si può costruire da soli. Ha già proposto la strada della terapia di coppia, che sarebbe davvero utile, perché permetterebbe di affrontare questi nodi con l’aiuto di una figura esterna capace di facilitare la comunicazione senza colpevolizzare. Se sua moglie non se la sente, forse perché teme di riaprire ferite o di dover dire cose di cui si vergogna, in questo momento forzarla potrebbe essere controproducente. Può però essere molto utile che almeno lei possa avere un supporto individuale, uno spazio dove elaborare questa sofferenza, i dubbi, la rabbia, la delusione e capire come vuole stare in questa relazione, senza rinunciare a se stesso. Non si tratta di scegliere subito se restare o andare via, ma di chiarirsi dentro cosa la ferisce di più: la mancanza di verità, l’assenza di condivisione o la paura di continuare a vivere accanto a una persona che sente distante. Un percorso personale può aiutarla a definire cosa è disposto ad accettare e cosa no, e a trovare modi nuovi di comunicare questo bisogno a sua moglie. A volte, quando uno dei due cambia davvero il proprio modo di stare nella relazione, anche l’altro può iniziare a reagire in modo diverso. Lei merita di non vivere da estraneo accanto a chi dice di amare. La vera sfida ora non è capire tutto nei minimi dettagli, ma capire se è possibile, insieme, creare un terreno nuovo dove la fiducia possa ricrescere, anche se in modo diverso da prima. Se questo non fosse possibile, allora avrà almeno fatto tutto ciò che poteva per dare a questa storia la possibilità di rinascere. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile paziente, il suo racconto trasmette con chiarezza quanto lei abbia investito emotivamente nella relazione, con amore, cura e dedizione. Si percepisce un dolore profondo legato al senso di tradimento, ma anche una forte volontà di comprensione e di ricostruzione.

Ciò che lei descrive è una ferita nella fiducia, che inevitabilmente ha incrinato l’equilibrio di coppia. È comprensibile il suo desiderio di voler “capire tutto” per potersi rasserenare e perdonare, ma talvolta questa spinta alla chiarezza rischia di essere vissuta, da chi ha tradito, come un processo di colpevolizzazione, portando a chiusura o conflitto, invece che a riconciliazione.
Un altro aspetto importante che emerge è che lei sente di voler voltare pagina, ma da solo non ci riesce: ha chiesto aiuto, ha provato a coinvolgere sua moglie in un percorso terapeutico, ha espresso i suoi bisogni in modo diretto. Tutto questo parla del suo desiderio autentico di salvare la relazione, ma anche della fatica nel trovare reciprocità.
Purtroppo, per andare avanti davvero, occorre che entrambi i partner siano disponibili a guardare con sincerità e responsabilità alla crisi vissuta. Se uno dei due si chiude, come nel caso di sua moglie, il rischio è quello di restare bloccati in un rapporto formale, privo di intimità emotiva.

Il mio suggerimento è duplice:


Continui a prendersi cura di sé. Anche individualmente, un percorso psicologico può aiutarla a gestire il dolore, a chiarire i suoi limiti e desideri e a rafforzare la propria autostima.
Rifletta sul proprio confine interno: fino a che punto può tollerare di restare in una relazione non reciproca, senza sentirsi annullato? A volte, voler bene significa anche accettare che un legame non può essere salvato da una sola persona.

Il suo bisogno di amore e verità è più che legittimo. Merita di vivere una relazione in cui possa sentirsi scelto, ascoltato e valorizzato.

Resto a disposizione se vorrà condividere aggiornamenti o ulteriori riflessioni.
Un caro saluto
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Salve, la sua lettera è molto intensa, piena di dolore ma anche di amore e mostra con chiarezza quanto tenga a sua moglie e alla vostra relazione. Apprezzo profondamente la fiducia che ha riposto nel condividere una parte così intima della sua vita. Cercherò di rispondere con il massimo rispetto e onestà, dando un parere il più possibile utile e sincero.
Le sue emozioni sono assolutamente legittime. La scoperta di un tradimento è una ferita profonda, non solo all'amore, ma anche alla fiducia, all'identità e alla sicurezza personale. Lei non ha solo subito un tradimento, ma ha anche visto crollare un'immagine che aveva costruito con cura: quella di una moglie riservata, onesta, semplice, che lei ha amato e protetto. Il suo desiderio di capire "perché" è umano e legittimo. Non è desiderio di vendetta o colpa, ma un bisogno essenziale di ricostruire senso, per cercare di ricomporre dentro di sé la realtà, magari con fatica, ma con verità.

Cosa può aver portato sua moglie al tradimento? Anche se non si può mai sapere con certezza cosa spinga una persona a tradire, alcuni elementi emergono:

1. Identità ferita e bisogno di riscatto: dopo una prima esperienza devastante con un uomo che l’ha ingannata, manipolata e abbandonata, sua moglie ha probabilmente vissuto per anni in una condizione di insicurezza e bassa autostima. Quando lei l’ha amata, aiutata, valorizzata e resa attraente, qualcosa in lei è cambiato: ha iniziato a sentirsi desiderabile, vista, viva. Per una persona che ha sempre vissuto all’ombra, questo può essere un richiamo fortissimo.

2. Bisogno emotivo mai espresso: a volte, anche se l’apparenza è quella di una relazione felice, uno dei due partner può sentire un vuoto emotivo, un senso di smarrimento, o anche un desiderio di sentirsi “scelto” di nuovo.
Non sempre ciò significa che la colpa è dell’altro partner. Può trattarsi di una crisi interna, irrisolta, della persona stessa.

Lei ha avuto una reazione umana: ha fatto domande, ha cercato di capire, ha sofferto. Ma anche dopo il dolore, non ha reagito con odio o vendetta. Ha cercato la verità, la ricostruzione e questo la rende una persona di rara profondità.

Il fatto che proponga anche la terapia di coppia, o una rottura dignitosa se non c'è più futuro insieme, mostra quanto lei stia cercando una via onesta e non imposta. Questo è molto maturo e degno di rispetto.

Perché sua moglie si chiude? La sua reazione, purtroppo, è anch'essa comune: quando si viene scoperti in un tradimento, si può reagire con vergogna, senso di colpa, e difesa.
Molte persone non riescono a confessare tutto per paura di ferire, per paura di perdere tutto, o perché loro stesse non sanno bene spiegarsi perché l'hanno fatto.
Il problema è che se non c'è verità, non ci può essere vera ricostruzione.

Ecco alcune possibilità, anche se la decisione finale, ovviamente, spetta solo a lei:

1. Parli con calma, con cuore aperto ma fermo. Le dica una volta sola, con chiarezza e senza rabbia: "Io ti amo e voglio ricostruire. Ma non posso farlo senza verità, senza il tuo impegno e la tua apertura. Possiamo farci aiutare. Se tu non lo vuoi, io non posso restare in una relazione fatta solo di silenzi e distanze."

2. Stabilisca dei limiti. Se lei non è disposta ad affrontare la crisi, lei ha diritto a non restare prigioniero di una relazione che la svuota. L’amore ha senso solo se è reciproco.

3. Se è disposto a perdonare, ci sia un patto nuovo.
Non può tornare tutto come prima, ma può nascere qualcosa di nuovo se entrambi siete disposti a camminare insieme nella verità, con la terapia o senza, ma con sincerità e impegno.

Lei ha fatto tutto ciò che poteva fare. Ha amato, ha perdonato, ha cercato di capire. Ora il passo non dipende solo da lei, ma da entrambi.
Se sua moglie non vuole camminare con lei in questa direzione, allora ha diritto a scegliere di non vivere da estraneo con la persona che ama.
Meglio una separazione dignitosa che una convivenza vuota e piena di rancore.

Resto a disposizione. Con rispetto e stima.

Un caro saluto.

Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Dott.ssa Monica Cecconi
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Lido di Camaiore
Buonasera,
a ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta apertura. Comprendo quanto questa situazione sia per lei fonte di dolore, incertezza e riflessione profonda.
Il tradimento che ha vissuto rappresenta una rottura significativa nella fiducia all’interno della relazione. È naturale, dopo un evento simile, cercare risposte, chiarimenti e sincerità da parte del partner, non per colpevolizzare, ma per capire e, se possibile, ricostruire.
La difficoltà nel dialogo che lei descrive – con sua moglie che percepisce le sue domande come accuse – può essere legata a sentimenti di colpa, di difesa o a una diversa capacità di affrontare il conflitto. Quando manca un confronto aperto, è facile che la distanza emotiva cresca, fino a trasformare la convivenza in una relazione priva di scambio affettivo.
Lei ha espresso con chiarezza il suo desiderio di ricominciare, di ritrovare un legame autentico o, almeno, di evitare una convivenza vuota. Questo bisogno è legittimo. Tuttavia, senza una volontà condivisa, e senza uno spazio in cui entrambi possano esprimersi liberamente (anche con l’aiuto di un professionista), è difficile ottenere un cambiamento reale.
In ogni caso, può essere utile per lei valutare un supporto personale, per rielaborare quanto accaduto, chiarire i propri bisogni e fare scelte più serene e consapevoli.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Monica Cecconi
Psicologa e consulente relazionale

Dott.ssa Raffaella Tardi
Psicologo, Psicologo clinico
Acerra
Dalle tue parole si sente chiaramente quanto tu tenga a questa relazione e quanto ci hai investito, sia a livello emotivo che pratico. È comprensibile che scoprire un tradimento – soprattutto da una persona che percepivi come riservata, sensibile, e con cui pensavi di aver costruito un legame forte – sia stato un colpo difficile da assorbire.
È legittimo che tu abbia cercato di capire, che abbia fatto domande, che tu abbia desiderato sincerità: non per punire, ma per ricostruire. Il bisogno di chiarezza, di rimettere insieme i pezzi, è un bisogno profondo quando si ama davvero. Ma quando dall’altra parte non arriva la stessa apertura, quando la disponibilità al dialogo è poca o nulla, si finisce per restare impigliati in un’impotenza frustrante.
Tu hai fatto molti tentativi: hai parlato, hai chiesto, hai proposto un aiuto esterno, hai persino messo in chiaro che non vuoi una relazione svuotata, fatta solo di abitudine e silenzi. È un segno di grande consapevolezza. Però una relazione non si regge se solo uno dei due prova a tenerla in piedi.
A volte chi tradisce non riesce ad affrontare davvero ciò che è successo. Perché si sente in colpa, o perché teme il giudizio, o semplicemente perché non ha gli strumenti per guardare in faccia il proprio gesto e le sue conseguenze. Questo non giustifica, ma può aiutare a comprendere certe chiusure.
Tu, però, hai una domanda molto chiara dentro di te: “Come si va avanti, se l’altro resta fermo?”. Forse la risposta sta nel partire proprio da te. Da ciò che desideri oggi. Da ciò che sei disposto ad accettare, e da ciò che invece rischia di farti stare male ancora a lungo.
Se lei non vuole affrontare un percorso insieme, forse è il momento giusto per iniziarne uno tu. Per rimettere ordine dentro, per non perderti in attese che fanno solo rumore. Anche solo per capire meglio cosa vuoi davvero da questa storia, e da te stesso.
Hai tutto il diritto di non volerti accontentare di una relazione spenta. E già questo, credimi, è un passo fondamentale.
Se vuoi parlarne ancora, sono qui.

Un caro saluto.
Raffaella.
Dott.ssa Cecilia Mancini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno "Paziente anonimo",
grazie per aver condiviso una parte così delicata della sua storia. Dalle sue parole si percepisce quanto tenga profondamente a sua moglie e alla vostra relazione, nonostante tutto il dolore che ha vissuto. È comprensibile che oggi si trovi in un momento di grande confusione e sofferenza.
Il tradimento, soprattutto quando arriva in una relazione che si è costruita sulla fiducia e sull’amore, può far vacillare ogni certezza. Cercare di capire, di trovare un senso, è umano e comprensibile. Eppure, a volte, più cerchiamo risposte dall’altra persona, più ci allontaniamo dalla possibilità di ricostruire.
Il suo desiderio di “ricominciare e volerci bene” è chiaro e autentico, ma quando solo uno dei due è disposto a mettersi in gioco (anche con l’aiuto di un professionista), diventa difficile ritrovare un punto d’incontro. La terapia di coppia, se accettata da entrambi, può offrire uno spazio protetto per comprendere cosa sia accaduto e cosa sia ancora possibile costruire insieme. Ma se lei non è pronta o non vuole, forse il primo passo potrebbe essere pensare a un supporto individuale per lei: uno spazio in cui orientarsi, capire meglio i suoi bisogni e prendere decisioni che tengano conto anche del suo valore e della sua dignità.

Resto a disposizione se sente il bisogno di continuare a parlarne. Un passo alla volta, Insieme. Dr.ssa Cecilia Mancini
Buongiorno, provo a rispondere a questo messaggio, che descrive una situazione abbastanza complessa e per nulla semplice da comprendere. A mio parere, la prima esperienza traumatica di sua moglie l'ha segnata profondamente, lasciandole dentro delle ferite che, nonostante il trascorrere del tempo e la vicinanza di un nuovo marito supportivo, non si sono mai rimarginate del tutto. In molte situazioni accade che, le vittime di un trauma (tendenzialmente se ne parla nei casi di pedofilia, ma questo meccanismo non riguarda solo quel campo) sviluppino un meccanismo di difesa chiamato "identificazione con l'aggressore": ossia, la vittima del trauma, per difendersi, assume i tratti dell' "aggressore" (colui o colei che gli/le ha fatto del male) per assumere idealmente il controllo della situazione subìta. Inoltre, spesso accade anche che le persone che hanno sofferto molto e che sono state ferite molto, sviluppino la sensazione di non potersi mai più veramente affidare a qualcuno. Quanto più si sentono amate in modo sincero, tanto più sentiranno dentro crescere la paura che ciò che hanno vissuto possa accadere di nuovo, anche nelle situazioni in cui non c'è alcun presupposto per pensarlo. Le relazioni sentimentali sono il luogo più intimo che si possa abitare, il luogo in cui si diventa fragili e si affida all'Altro tale fragilità. Per chi ha subìto ferite così importanti non è facile riuscire ad affidarsi di nuovo. Anche inconsapevolmente, metteranno in atto meccanismi di autosabotaggio e cerchieranno di sfidare la "felicità" che hanno raggiunto, perchè faranno molta fatica a crederla reale. Chi è abituato al dolore, difficilmente riesce a credere di poter essere felice.
Ovviamente queste sono tutte ipotesi, tentativi di comprendere meccanismi tanto complessi. In generale, credo che non sia possibile comprendere cosa ci sia dentro la testa di sua moglie, solo lei ha le riposte.
I suoi tentativi di comprenderla, domandandole cosa l'abbia spinta a commettere un simile gesto, sono certamente dettati dall'affetto che prova per lei e dal tentativo di salvare il vostro matrimonio. Ma un matrimonio, e una relazione in generale, sono composti da due persone e non da una sola.
Mi sembra anche molto sensata l'idea di rivolgervi a un professionista per affrontare simili problematiche, ma se sua moglie non condivide questa scelta, ritengo che forse sarebbe il caso di lasciarle il suo spazio.
Potrebbe, però, essere una buona idea per lei rivolgersi a un professionista per intraprendere un percorso psicologico. Dal messaggio che ha pubblicato, percepisco che sia stato a sua volta per lei traumatico scoprire di sua moglie, e percepisco la fatica e il dolore che sta affrontando per gestire la situazione senza mandare a monte tutto ciò che avete costruito negli anni.
Spero di esserle stata d'aiuto, anche solo un pochino.
Le auguro il meglio
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la fiducia e per aver condiviso una parte così profonda e delicata della sua storia. Il modo in cui ha raccontato la vicenda mostra quanto lei sia coinvolto affettivamente e quanto sia ancora vivo dentro di lei il desiderio di comprensione, ricostruzione e, soprattutto, di ritrovare un senso autentico nel rapporto con sua moglie.

La sofferenza che emerge dalle sue parole è legittima, così come lo è il bisogno di chiarezza e verità. Quando si scopre un tradimento, soprattutto in un rapporto dove si è investito tanto (non solo in termini materiali ma anche emotivi, protettivi, familiari) è naturale sentire di voler “capire tutto” per rimettere insieme i pezzi e, se possibile, ricominciare da una base più sincera. Tuttavia, è importante riconoscere che la verità assoluta, quella che ci piacerebbe ottenere parola per parola dall’altra persona, non sempre riesce a emergere nella forma che speriamo. Spesso, chi ha tradito fa fatica a raccontare tutto non per cattiveria o per voler ferire, ma per vergogna, paura, senso di colpa, o semplicemente perché non ha pienamente compreso neppure lui o lei le proprie motivazioni profonde.

Il fatto che lei continui a desiderare un dialogo sincero e una seconda possibilità dimostra non debolezza, ma una forza affettiva notevole. Il problema, come ha giustamente evidenziato, è che lei si trova a sostenere da solo un peso che dovrebbe essere condiviso. L’incontro autentico tra due persone può avvenire solo se entrambe sono disposte a guardarsi, anche nelle proprie fragilità, e ad affrontare con onestà i nodi irrisolti. Quando, invece, uno dei due si chiude o si ritrae, diventa difficile costruire qualcosa di stabile e autentico.

Sua moglie, da quanto racconta, ha alle spalle una storia molto sofferta, in cui probabilmente si sono sedimentati sentimenti di sfiducia, paura di essere usata, bisogno di riconoscimento e forse anche una fragilità affettiva profonda. L’essere diventata più visibile, più apprezzata, potrebbe aver risvegliato in lei un bisogno di sentirsi finalmente “vista”, desiderata, considerata, ma tutto ciò può accadere in modo disordinato, a volte impulsivo, e non sempre consapevole.

Lei ha fatto proposte importanti, come quella di intraprendere un percorso insieme, ma sua moglie sembra non essere ancora pronta a confrontarsi a fondo con quanto accaduto. E questo è, comprensibilmente, molto frustrante per lei, perché la lascia in un limbo: né separati, né veramente uniti. Vivere in due da estranei, come ha scritto, è probabilmente la condizione più dolorosa e logorante, perché alimenta la solitudine pur stando insieme.

A questo punto, il punto centrale diventa non solo capire cosa prova sua moglie o cosa è successo nel passato, ma prendersi cura di sé. Può apparire un paradosso, ma quando in una coppia uno dei due smette di mettersi in gioco, l’altro ha due possibilità: continuare a consumarsi nel tentativo di risolvere unilaterale, oppure iniziare a rimettersi al centro della propria vita, anche con l’aiuto di un percorso personale. È possibile che, se lei si prende questo spazio, qualcosa cambi anche nel sistema familiare, perché a volte smettere di rincorrere può riattivare nell’altro una responsabilità o una consapevolezza. Ma, anche se ciò non dovesse accadere, lei avrebbe comunque intrapreso un percorso che le permette di non perdersi.

Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare di ricominciare con sua moglie. Ma è altrettanto importante domandarsi se questo desiderio possa davvero realizzarsi nelle condizioni attuali. E se non fosse così, cominciare a considerare la possibilità di un cambiamento, non per punire, ma per proteggere ciò che di buono lei ha costruito dentro di sé.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Irene Buzzoni
Psicologo, Psicologo clinico
Mussolente
Buongiorno, ho compreso la sua situazione. Molto importante in questo caso è che voi due manteniate il dialogo aperto e che cerchiate di comunicare molto se non tutto. Soprattutto dovreste comprendere i bisogni di ciascuno e i bisogni della coppia e vedere se ancora voi due riuscite a rispondere a questi bisogni. Detto in altre parole, quando arriva una terza persona significa che all'interno della coppia ci sono dei bisogni che non stanno ricevendo risposta. Perciò prima si guarda all'interno della coppia, si cerca di capire quali siano questi bisogni, e poi si fa un lavoro per capire se voi potete "ri-incontrarvi" e proseguire , oppure no. Ciò che vi consiglio è una terapia di coppia. Non è facile in questi casi proseguire da soli.
Le auguro il meglio per la sua famiglia.
Dott.ssa Irene Buzzoni
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile Signore,
ho letto con attenzione le sue parole, dense di dolore, amore, ma anche di una profonda ricerca di senso. Lei racconta non solo una ferita subita, ma anche un profondo desiderio di ricostruzione, di verità e di amore autentico. In questo, dimostra un’umanità rara.
Vorrei proporle una chiave diversa: e se ciò che ha destabilizzato sua moglie non fosse stata la libertà conquistata, ma il sentirsi vista per la prima volta come donna desiderabile? A volte, chi ha subito relazioni tossiche e svalutanti fatica a reggere il peso della stima e dell’amore autentico. Si crea una tensione interna tra ciò che si crede di meritare e ciò che si riceve. Questa dissonanza può portare a gesti incomprensibili, anche autodistruttivi.
Lei, nel suo bisogno di capire, ha usato la logica per guarire una ferita che probabilmente è emotiva, identitaria, antica. Ma spesso più cerchiamo spiegazioni, più l’altro si sente incastrato, giudicato, o chiamato a difendersi. E la verità si allontana.
In questi casi, ciò che guarisce non è sempre “la verità su tutto”, ma un cambio di prospettiva: posso accettare che alcune risposte non arriveranno mai, e scegliere comunque chi voglio essere io, da oggi, in questa relazione?
Le relazioni non si salvano solo col chiarimento, ma con un nuovo modo di stare insieme, che a volte nasce quando smettiamo di cercare ciò che ci è mancato e iniziamo a costruire da ciò che ancora può essere.
Lei ha già proposto un aiuto esterno, e questo è un atto d’amore maturo. Se lei continuerà a incarnare ciò che desidera – autenticità, presenza, rispetto – senza forzare, l’altra persona potrebbe, col tempo, scegliere se raggiungerla in quello spazio. Ma se non lo farà, lei saprà comunque di aver fatto il possibile… senza smarrirsi.
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
Lei è portatore di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbe affrontata la tematica qui riportata. Ne parli anche con sua moglie, sarebbe una occasione evolutiva per entrambi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Chantal Danna
Psicologo, Psicologo clinico
Aosta
Buongiorno,
Noi possiamo fare una mano a lei ad elaborare e ad accettare certe situazione ma difficile e scorretto ipotizzare spiegazioni relative al comportamento di sua moglie. Il mio consiglio è quello di iniziare lei un percorso di sostegno psicologico, dato che sua moglie non vuole fare un percorso di coppia. Questo le permetterebbe di essere sostenuto allo stato attuale nel rapporto con sua moglie e le verrebbero forniti strumenti per migliorare eventualmente la comunicazione con sua moglie, affinché possa trovare le risposte che cerca.
Cordialmente
Dott.ssa Chantal Danna
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
Gentile utente
in questa sua richiesta colgo un'analisi piuttosto approfondita dei vissuti di sua moglie, quasi come se fosse interessato maggiormente a comprendere, capire, elaborare in qualche modo tutti gli atteggiamenti di sua moglie, forse allo scopo di trovare una certa serenità. Ma mi chiedo, in tutto questo Lei dov'è? Si interessa così tanto di sua moglie di come ha vissuto con il suo ex, di come potrebbe essere cambiata, ma non considera minimamente se stesso, le sue necessità e i suoi bisogni. E' davvero certo che, se dovesse mai trovare una spiegazione al tradimento di sua moglie, qualsiasi esse siano, troverà la pace e la serenità a cui tanto anela? O forse sta solo spostando le attenzioni che dovrebbe portare verso se stesso, all'esterno perchè ciò risulta molto più facile?
Buongiorno, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi questa parte della sua vita con un racconto dal quale traspare il suo comprensibile dolore.
Un evento inatteso come un tradimento può mettere a dura prova il rapporto di coppia, perché intacca il senso di fiducia che si nutre nei confronti del partner. Dal suo racconto si percepiscono i suoi sentimenti nei confronti della relazione e di sua moglie, uniti dal forte desiderio di poter affrontare la situazione che state vivendo come coppia per trovare un nuovo equilibrio. La sua proposta di intraprendere un percorso insieme a sua moglie ha sicuramente rappresentato un tentativo di confronto e di chiarimento molto utile, ma purtroppo non possiamo comprendere a fondo i sentimenti che in questo momento stanno guidando sua moglie verso una chiusura nei confronti di questa possibilità. Comprendo come possa essere difficile accettare, come lei dice, di vivere come "due estranei" senza la possibilità di un momento di scambio più profondo.
E' importante che lei possa, però, focalizzarsi su quali siano i bisogni all'interno di questa relazione e su come continuare a prendersi cura di sé e dei suoi sentimenti all'interno di una situazione così complessa.

La saluto, e rimango a disposizione.

Dott.ssa Ferruccio
Dott.ssa Marika Fiengo
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, ti ringrazio per la fiducia e per aver voluto raccontare con tanta profondità la tua storia. Le tue parole rivelano un dolore autentico, ma anche un amore profondo e sincero per tua moglie, e il desiderio di ricostruire un legame che ha rappresentato un punto fermo, un progetto condiviso, una speranza di felicità reciproca dopo passati difficili.
Hai amato tua moglie prendendosi cura di lei, valorizzandola, proteggendola. È quindi comprensibile quanto ti sia costato scoprire il tradimento: non solo come ferita al legame di coppia, ma anche come rottura profonda della fiducia, della narrazione che aveva costruito sul “noi”.
È una frattura che non riguarda solo ciò che è accaduto, ma perché è accaduto, ed è proprio questa domanda che oggi la lascia sospeso, in cerca di risposte sincere. Il tradimento, soprattutto quando arriva in un contesto di apparente stabilità e affetto, rappresenta uno shock emotivo profondo. Non ferisce solo per l’atto in sé, ma per tutto ciò che mette in discussione: la fiducia costruita, l’immagine dell’altro, la propria percezione della relazione. Hai reagito in modo umano e comprensibile: cercando risposte, chiedendo sincerità per cercare di capire e non per punire, ma per poter ricominciare con delle basi nuove e pulite.
Purtroppo, non sempre le persone sono in grado di sostenere questo tipo di confronto. Talvolta, chi ha tradito si difende negando, sminuendo o evitando il dialogo, perché affrontarlo riattiverebbe il senso di colpa, la vergogna, o il dolore che preferisce ignorare. Può darsi che tua moglie reagisca così non per cattiveria, ma perché le mancano gli strumenti emotivi per affrontare ciò che è accaduto, per un’incapacità più profonda di mettersi emotivamente a nudo. Questo silenzio però, invece di proteggere la relazione, la sta logorando. Il rischio, come tu stesso hai intuito con grande lucidità, è vivere “come due estranei”. E questa sai che non è una vita degna di essere condivisa.
La tua riflessione è molto importante: non vuoi solo stare insieme, tu vuoi esserci davvero, condividere amore, intimità, verità. E quando questo non accade, resta una relazione svuotata, formale, che ferisce ogni giorno con la sua freddezza. Se lei ancora non si sente pronta ad iniziare un percorso di coppia, ti suggerisco comunque di avviare un percorso psicologico per te. Elaborare una ferita (come quella di un tradimento in questo caso) non è semplice, e spesso ci si sente soli e incompresi, si hanno in testa mille pensieri e ci si allontana dalle nostre emozioni più profonde. Hai tutto il diritto di essere accolto nel tuo dolore, di rimettere ordine dentro di te, e di capire quale direzione vuoi davvero dare alla tua vita.
Ti auguro di trovare la strada che ti farà stare meglio, e sono qui se vuoi parlarne ancora,
Dott.ssa Marika Fiengo.
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Quello che racconti è una situazione complessa e dolorosa, in cui si intrecciano ferite del passato, tradimenti, e difficoltà a ricostruire fiducia e vicinanza emotiva. È comprensibile che tu voglia capire il perché di quanto è successo, e che desideri un confronto sincero per poter andare avanti insieme o, se necessario, prendere una decisione chiara per il futuro. La sofferenza che provi è reale e va riconosciuta, così come il bisogno di chiarezza e di essere rispettato nei tuoi sentimenti.

Il vissuto di tua moglie, con esperienze difficili e un passato segnato da relazioni complicate, sicuramente ha inciso su di lei e sul modo in cui vive la relazione attuale. Spesso, chi ha subito ferite profonde può mettere in atto comportamenti di difesa o cercare altrove qualcosa che sente di non avere, anche se questo non giustifica il tradimento. La difficoltà maggiore sembra essere proprio la mancanza di una comunicazione aperta e sincera che vi permetta di affrontare insieme quello che è accaduto e le vostre emozioni.
Se tua moglie rifiuta l’aiuto di un professionista, la situazione rischia di restare bloccata in un circolo di incomprensioni e dolore. Un percorso terapeutico, anche solo individuale per ciascuno, potrebbe invece aiutare entrambi a elaborare il passato, capire meglio se e come desiderate continuare il rapporto, e ricostruire un legame più solido o prendere decisioni consapevoli. È importante che anche tu possa avere uno spazio dove sentirti ascoltato senza sentirti accusatore o sminuire i tuoi sentimenti.In questo momento la cosa più utile potrebbe essere cercare di mettere un limite chiaro a quanto sei disposto a sopportare, senza perdere di vista il rispetto per te stesso e la tua serenità. È legittimo desiderare un rapporto autentico e appagante, in cui ci sia rispetto e fiducia reciproca. Se tua moglie non è pronta o non vuole collaborare per raggiungere questo, potrebbe essere necessario riflettere su cosa sia meglio per te nel medio e lungo termine, anche se è un passo difficile da compiere.
Ti auguro di trovare la forza e la chiarezza per fare ciò che ti fa stare meglio, e se vorrai potremo continuare a supportarti in questo percorso.
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, la ringrazio sinceramente per la fiducia con cui ha condiviso una parte tanto delicata e profonda della sua storia. È evidente quanto lei abbia sofferto e quanto, ancora oggi, sia animato da un desiderio autentico: ricominciare, ritrovare l’amore e la vicinanza che vi univano.

La ferita del tradimento è qualcosa che scuote l’identità di una coppia e anche quella personale. Lei ha cercato non vendetta né colpe, ma comprensione. Avrebbe voluto parole sincere per poter perdonare, per poter guarire. È umano, e anche molto nobile. Ma si è trovato davanti a un muro: chiusura, paura, difesa. Questo l’ha fatto sentire ancora più solo, forse persino confuso sul proprio valore in quella relazione.

Dal suo racconto emerge un grande amore. Lei ha accolto sua moglie in un momento difficile della sua vita, l’ha sostenuta, le ha restituito fiducia, dignità. E in questo cammino condiviso, lei ha donato tanto, spesso più di quanto forse ha ricevuto. Ma quando ci si prende cura di qualcuno in modo così profondo, il dolore di sentirsi messi da parte è doppio.

Capisco il suo bisogno di chiarezza. Non per accusare, ma per comprendere. Eppure, può capitare che chi ha sbagliato non riesca ad affrontare la verità. A volte per vergogna, altre per paura di perdere tutto, o semplicemente perché non sa come farlo.

È importante anche ciò che lei ha espresso con chiarezza: non vuole vivere da estraneo accanto a una persona che ha amato. E ha tutto il diritto di dirlo. Vivere accanto a chi si ama, ma sentirsene lontani, è forse il dolore più grande. Lei sta cercando un “sì” alla vita, non uno scontro. Un ritorno all’autenticità, non al passato.

Se da parte sua c’è ancora disponibilità e amore, e se anche sua moglie, nel suo modo, conserva un affetto vero, allora uno spazio di ricostruzione è possibile. Ma non può essere solo lei a volerlo. E, come giustamente ha già tentato, in certi casi il sostegno di un professionista è davvero utile per aiutare entrambi a rimettere insieme ciò che si è spezzato. Se lei non è pronta ad accettarlo, al momento non si può forzare. Ma lei ha già fatto il massimo.

Le suggerisco, per il suo benessere, di iniziare comunque un percorso individuale, anche solo per avere uno spazio tutto suo dove poter rielaborare questo dolore e rimettersi al centro. Spesso, quando si comincia a guarire dentro, qualcosa si muove anche fuori.

Non è debole chi soffre. È forte chi, come lei, sceglie di non smettere di credere nell’amore, nella possibilità di ricostruire, o di lasciar andare con dignità, se è l’unica strada per tornare a vivere davvero.

Le sono vicino, e se vuole, sono qui per proseguire questo dialogo.

Con stima e rispetto,
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott.ssa Chiara Biasi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, le sono vicina e comprendo tutto il dolore che questa situazione le sta causando da diverso tempo a questa parte. Sento che lei ha investito tanto e ci ha messo tutto se stesso in questa relazione con una donna a cui vuole davvero tanto bene. Purtroppo quando ci sono dei tradimenti di mezzo spesso quello che viene lesa è la fiducia tra i due, perché si è "rotto qualcosa", lei ha provato diverse volte a riparare la situazione pretendendo sincerità e tentando di capire se ci sono state delle cause che hanno portato a questo tradimento. Anche l'idea di affrontare la questione insieme con l'aiuto di un professionista mi fa capire che voglia trovare una riparazione alla situazione e ritrovare un equilibrio che sembra momentaneamente perso. Purtroppo se lei non è d'accordo non potete affrontare una terapia di coppia, quello che può fare lei però è pensare di andarci individualmente, per comprendere come tutto quello che è successo sta avendo delle ripercussioni su di lei e come eventualmente gestire il tutto senza prendere decisioni affrettate.
Dott.ssa Alessia Mariosa
Psicologo, Psicologo clinico
Settimo Milanese
Gentile,
grazie per aver condiviso con tanto coinvolgimento e sensibilità la sua storia. Quello che sta vivendo è profondamente doloroso, e il modo in cui lo racconta mostra quanta cura e amore ha messo nella sua relazione, nella speranza sincera di costruire qualcosa di solido, dopo le ferite del passato.

Capisco il suo desiderio: ricominciare con sincerità, verità, e affetto reciproco. E capisco anche quanto possa essere frustrante trovarsi accanto una persona che sembra non voler guardare in faccia il problema, né affrontarlo con lei.

Il suo bisogno di capire per perdonare è legittimo: la fiducia si può ricostruire solo con la verità e il dialogo aperto. Tuttavia, se sua moglie continua a negare, a difendersi, o a evitare ogni confronto autentico, è molto difficile per lei (da solo) rimettere insieme i pezzi.

Cosa può fare adesso?
Continui a essere chiaro nei suoi bisogni: non vuole rivangare, ma capire e ripartire, o, se non è possibile, voltare pagina con dignità.

Se lei rifiuta ogni forma di confronto, il rischio è di vivere un matrimonio spento, fatto di silenzi e distanza. Questo, come dice, non è quello che lei desidera.

Può essere utile che lei intraprenda, anche da solo, un percorso di supporto psicologico: non per cambiare sua moglie, ma per riconnettersi con sé stesso, elaborare il dolore e fare chiarezza su cosa è disposto ad accettare.

Resto volentieri disponibile per un consulto qualora volesse uno spazio protetto per riflettere più a fondo su come muoversi.

Con rispetto e partecipazione,
Dott.ssa Alessia Mariosa
Psicologa
Dott.ssa Chiara Perugini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, comprendo quanto questa situazione sia dolorosa e quanto sia difficile convivere con dubbi, mancanza di fiducia e distacco affettivo. Da ciò che racconta emerge un forte desiderio di chiarezza e di ricostruire un rapporto sincero e sereno. Tuttavia, se non c'è la stessa volontà da parte di entrambi, rischia di diventare molto faticoso e frustrante. È importante che ognuno sia onesto prima di tutto con sé stesso su ciò che desidera davvero per il futuro della relazione, per evitare di vivere come estranei e alimentare ulteriore sofferenza."
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
quello che stai vivendo è davvero complesso e doloroso. Sento il peso di un tradimento che ha sconvolto tutto quello che credevai di sapere su tua moglie e sulla vostra relazione. Provo a offrirti una prospettiva che possa aiutarti a orientarti in questa situazione così difficile.

Innanzitutto, è comprensibile che tu abbia cercato di capire "perché" sia successo. Quando qualcosa che reputiamo impossibile accade, la mente cerca una spiegazione logica per dare senso al caos. La tua ipotesi – che lei, non avendo mai ricevuto attenzioni, si sia "lasciata andare" quando è diventata più appariscente – è plausibile, ma potrebbe essere solo una delle tante variabili in gioco.

Le persone tradiscono per motivi molto diversi: insoddisfazione nella relazione, bisogno di novità, bassa autostima che cerca conferme esterne, momenti di fragilità, o semplicemente opportunità che si presentano. A volte non c'è una ragione "razionale" che giustifichi tutto. Il tradimento può accadere anche in relazioni che sembrano funzionare, e spesso chi tradisce fatica a spiegare con chiarezza le proprie motivazioni, nemmeno a sé stesso.

Il problema principale che vedo nella vostra situazione è che vi siete bloccati in un ciclo distruttivo: tu hai bisogno di capire e di sentire la sua sincerità per fidarti di nuovo, lei interpreta le tue domande come un modo per "sminuirla" e si chiude. Questo crea un muro che vi impedisce di ricostruire qualcosa di autentico.

Quando chiedi continuamente spiegazioni, anche se la tua intenzione è ricostruire la fiducia, lei probabilmente vive ogni domanda come una ferita che si riapre. Dall'altra parte, la sua mancanza di apertura alimenta i tuoi dubbi e la sensazione che non sia davvero pentita o che nasconda ancora qualcosa.

La frase "metterci una pietra sopra" suona bene in teoria, ma nella pratica il tradimento non si supera con una conversazione risolutiva. È un processo lungo che richiede tempo, pazienza e, soprattutto, che entrambi abbiate la volontà di ricostruire. Se lei si rifiuta di andare da un professionista e preferisce vivere "come due estranei", potrebbe essere che per lei la relazione sia già finita emotivamente, anche se fisicamente restate insieme.

Ti trovi di fronte a una scelta difficile: accettare che la relazione sia cambiata per sempre e che forse non tornerà mai come prima, oppure considerare seriamente la possibilità di separarvi. Non è facile, lo so, soprattutto con i figli in mezzo, ma stare insieme solo per abitudine o per paura di cambiare fa male a tutti, compresi i bambini.

Il mio consiglio è di prenderti del tempo per riflettere su cosa vuoi davvero. Se decidi di voler salvare il matrimonio, potresti iniziare un percorso individuale con uno psicologo, anche se lei non volesse partecipare. Lavorare sulle tue emozioni, sulla gestione del dolore e sulla comunicazione potrebbe aiutarti a uscire da questo ciclo e a capire meglio cosa è davvero possibile ricostruire.

Se invece realizzi che la fiducia è irrimediabilmente compromessa e che lei non è disposta a lavorare per ricostruire la relazione, allora forse è il momento di considerare altre strade. Non è un fallimento: a volte l'amore non basta se non è accompanied da rispetto, onestà e volontà di impegnarsi insieme.

Qualunque strada tu scelga, ricorda che meriti di essere in una relazione in cui ti senti amato, rispettato e sicuro. Non accontentarti di vivere "come estranei" solo perché è più comodo o meno spaventoso del cambiamento.

Un saluto e in bocca al lupo per trovare la tua strada.
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buon pomeriggio.
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua storia.
Quello che descrivi è una situazione estremamente dolorosa e complessa, in cui si intrecciano tradimento, fiducia infranta, ferite del passato e desiderio di ricostruire la relazione. È comprensibile che tu ti senta confuso, arrabbiato e ferito: tutte emozioni legittime di fronte a ciò che è accaduto.
Da quanto racconti, il punto centrale non è solo il tradimento in sé, ma la difficoltà di comunicare e ricostruire un rapporto di fiducia reciproca. Tu desideri chiarezza e riconciliazione, mentre tua moglie sembra avere resistenze a confrontarsi apertamente o a chiedere aiuto esterno, rendendo ancora più difficile ricostruire il legame.
In questi casi, non è colpa tua né sua sentire confusione e dolore. L’aiuto di un professionista può essere fondamentale non solo per capire le dinamiche passate, ma anche per gestire emozioni intense come rabbia, senso di colpa o sfiducia e per capire se e come è possibile ricostruire la relazione in modo sano.
Se tua moglie non vuole ancora accettare supporto, puoi comunque iniziare tu a riceverlo, per chiarire i tuoi sentimenti, definire i tuoi limiti e capire le possibili strade future: ricostruzione, mediazione o, se necessario, un distacco consapevole ma rispettoso.
Il passo più importante ora è prendersi cura di sé stessi emotivamente, senza forzare la situazione, ma mantenendo chiari i tuoi bisogni e i tuoi valori.

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