Buongiorno dottori uan domanda che vorrei porvi a voi... ma qual'è la differenza tra DOC, E PSICOSI

24 risposte
Buongiorno dottori uan domanda che vorrei porvi a voi... ma qual'è la differenza tra DOC, E PSICOSI OSSESSIVA? Possono entrare in un disturbo psicosi ossessiva i miei sintomi o non centra nulla, i miei sintomi apparte la confusione che mi sento distaccato dalla realta, ho paure del tipo di diventare pazzo, di avere allucinazioni o deliri, se arriva qualcuno con la macchina ad alta velocità mi viene la paura se possa averla con me, paura irrazionale di andare alle feste come se possa succedermi qualcosa, pensieri se qualcuno mi offre qualcosa che possa mettergli qualcosa dentro anche se alla fine la bevo lo stesso, se vedo coltelli o cose del genere mi viene l'ansia se posso fare del male, in fine se leggo per esempio un psicotico può credere che in tv possano parlare di lui, o il vicino c'è la con lui ecc mi viene lansia come se posso crederci anche io... tutto questo può essere psicosi ossessiva oppure non centra nulla? vorrei capire se possibile ...
Buongiorno,
la tua domanda è importante. La distinzione tra DOC e “psicosi ossessiva” non è netta: nel DOC i pensieri intrusivi sono riconosciuti come propri e non corrispondono alla realtà, anche se spaventano molto; nella psicosi, invece, il contatto con la realtà può essere compromesso. I vissuti che descrivi , paura di impazzire, di perdere il controllo, ansia legata a pensieri disturbanti, sono comuni nei quadri ossessivi ad alta intensità.
Non si può dare una risposta certa senza conoscerti meglio, ma ti invito a considerare un percorso psicoterapeutico che ti aiuti a dare senso a ciò che stai vivendo, a distinguere i tuoi pensieri dalla realtà e a ritrovare sicurezza in te. È possibile lavorarci, passo dopo passo.

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Dott.ssa Francesca Fedeli
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Milano
Nella psicosi vi è una alterata percezione della realtà che spesso si manifesta con sintomi quali deliri ed allucinazioni. I suoi dubbi somigliano più a dei pensieri intrusivi che immagino portino a vivere con timore e sofferenza ogni situazione. Le consiglio di affrontare il problema con un terapeuta esperto, la terapia breve strategica può essere un valido aiuto.
Dott. Fabio di Guglielmo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Forlì
Gentile utente,
la Sua domanda nasce da un desiderio sincero di comprensione, ed è già un gesto di cura verso sé stesso. I pensieri che descrive; dubbi intrusivi, timori di perdere il controllo, ansia di “impazzire” si avvicinano più a una sofferenza ossessiva che a una psicosi. Nella cosiddetta “psicosi ossessiva”, concetto poco utilizzato oggi, ciò che prevale non è la perdita di contatto con la realtà, ma un continuo interrogarsi su di essa, con dolore e lucidità.
Come in “Inception”, il film in cui i sogni si moltiplicano senza mai perdere del tutto il legame con la coscienza, anche Lei sembra restare vigile, pur nel timore che la realtà vacilli. Proprio questa consapevolezza è una bussola preziosa. Un percorso terapeutico può aiutarLa a distinguere la paura dalla verità.
Un caro saluto,
Dott. Fabio Di Guglielmo
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,

grazie per aver condiviso con tanto coraggio e chiarezza quello che sta vivendo. Le sensazioni che descrive — il sentirsi come “dentro una bolla”, il senso di distacco dalla realtà, la paura costante, i pensieri intrusivi e le immagini disturbanti — sono vissuti che possono risultare davvero angoscianti e destabilizzanti, e meritano attenzione e comprensione.

Quello che racconta è compatibile con un’esperienza che in ambito psicologico viene spesso definita derealizzazione o depersonalizzazione, cioè un senso di distacco da sé o dal mondo esterno, che può emergere in periodi di forte ansia, stress o vissuti traumatici. Non è raro che, in presenza di uno stato ansioso molto intenso, si sviluppino pensieri intrusivi, immagini disturbanti o timori irrazionali come quelli che ha descritto. È importante chiarire che avere pensieri disturbanti non significa volerli mettere in atto, e nemmeno che si stia "impazzendo".

Quando si è molto spaventati da ciò che si prova, si può iniziare a monitorarsi continuamente, a cercare rassicurazioni o a fare ricerche online compulsivamente. Tutto questo, però, tende a peggiorare lo stato ansioso e a generare un circolo vizioso da cui diventa sempre più difficile uscire.

In merito alla sua domanda specifica:

Qual è la differenza tra DOC e psicosi ossessiva?
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è caratterizzato da pensieri intrusivi, indesiderati e spesso egodistonici (cioè percepiti come estranei al proprio modo di essere), che generano forte ansia e vengono seguiti da comportamenti o rituali mentali (compulsioni) volti a ridurre quella stessa ansia. Le persone con DOC, pur nella sofferenza, mantengono un contatto con la realtà e sono consapevoli che i loro pensieri sono irrazionali.

La “psicosi ossessiva”, o meglio, ossessioni a contenuto psicotico-like, è un termine non ufficialmente riconosciuto come diagnosi autonoma, ma talvolta usato per indicare casi in cui il DOC assume contenuti molto simili a quelli tipici della psicosi (es. paura di avere deliri o allucinazioni). Tuttavia, anche in questi casi, la persona mantiene una certa consapevolezza critica, cioè si rende conto che quei pensieri sono frutto della propria mente e non realtà oggettiva.

Nella psicosi vera e propria, invece, questa consapevolezza tende a perdersi: chi ha un disturbo psicotico spesso crede fermamente nei pensieri o percezioni alterate (deliri o allucinazioni) e non li riconosce come sintomi.

Dal suo racconto, lei sembra mantenere in modo molto lucido la consapevolezza che queste paure sono esagerate o irrazionali, e questo è un punto molto importante e rassicurante. La paura che prova nasce proprio da questo: non vuole credere a quei pensieri, ma teme che possano essere reali — ed è questo il meccanismo tipico del DOC.

Tuttavia, ogni caso è unico, e un’analisi approfondita da parte di uno specialista è fondamentale per comprendere bene la natura dei sintomi e impostare un percorso adeguato. Le difficoltà che sta attraversando non sono segno di follia, ma probabilmente il risultato di un forte stato ansioso che si è cronicizzato e che ha bisogno di essere accolto e curato in modo mirato.

Proprio per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista in grado di ascoltarla e accompagnarla in un percorso terapeutico personalizzato.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, per una risposta corretta occorrerebbe una valutazione approfondita dei suoi disturbi e della sua storia. In linea generale nella psicosi si perde il contatto con la realtà e si hanno deliri e allucinazioni. Però può esserci una parziale consapevolezza che ciò che si prova sia irreale. Nei disturbi ossessivi possono esserci livelli di intensità che si avvicinano alla psicosi. Pertanto le suggerisco di procedere ad una valutazione approfondita con un professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Provo a risponderle. Nel DOC, i pensieri sono riconosciuti come irrazionali o esagerati. La persona ne è consapevole, anche se ne è molto turbata, ad esempio, pensare “E se diventassi pazzo?” o “E se vedessi qualcosa che non c'è?” è un pensiero che spaventa, ma non è creduto come reale. Quindi non c’è una perdita di contatto con la realtà, che invece è una caratteristica centrale della psicosi.
Quello che descrive, la paura di impazzire, il controllare la realtà, l’evitamento, l’iper-vigilanza, sono segnali compatibili con un disturbo ossessivo o con una condizione ansiosa, e non indicano necessariamente l’ingresso in uno stato psicotico. Anzi, il fatto che si fai delle domande, che ne parla, che dubita, è un elemento molto rassicurante, chi è in uno stato psicotico non si pone dubbi sulla realtà delle sue convinzioni.
Rispetto alla cosiddetta “psicosi ossessiva”, è un termine che talvolta si usa in ambito psicoanalitico o fenomenologico, ma non è una categoria clinica riconosciuta ufficialmente. Nella pratica clinica, si valuta il livello di insight e la capacità di distinguere i pensieri dalla realtà. La invito a non restare solo con queste paure, parlarne con uno/a psicologo/a può davvero aiutarla a comprendere meglio ciò che prova e ad alleggerire il peso dell’ansia. Un caro saluto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, ci sono delle differenze importanti che sono anche indicative della gravità del disagio dell'individuo. Le consiglio un confronto diretto con un terapeuta.
Cordiali saluti
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la sua domanda, che mostra un bisogno molto legittimo di comprendere ciò che sta vivendo e soprattutto di dare un nome e un senso a esperienze che possono risultare davvero spaventose. Le sue parole fanno trasparire una forte consapevolezza e un'attenzione profonda verso il suo mondo interno, e questo è già un elemento importante, perché nei disturbi psicotici veri e propri questa capacità di riflessione e dubbio tende a perdersi.

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione caratterizzata da pensieri intrusivi, ricorrenti e indesiderati, spesso vissuti come assurdi o eccessivi, che generano ansia e disagio. A questi pensieri si accompagnano spesso comportamenti o rituali mentali messi in atto per neutralizzarli. Le persone che soffrono di DOC sono generalmente consapevoli che i loro pensieri non sono reali o logici, anche se risultano molto disturbanti. Questo riconoscimento, che in ambito clinico chiamiamo "insight", è uno degli elementi chiave che lo distingue da un disturbo psicotico.

Nella psicosi, al contrario, la persona perde in parte o del tutto la capacità di mettere in discussione le proprie convinzioni. Le idee deliranti, cioè convinzioni false e irremovibili, vengono vissute come assolutamente vere, così come le allucinazioni non sono percepite come esperienze interne ma come realtà. Il contatto con la realtà, in questi casi, si altera in modo significativo.

Lei descrive una serie di timori e immagini intrusive che sembrano riconducibili con buona probabilità a un quadro ossessivo: la paura di impazzire, il timore che qualcuno possa farle del male o che lei stessa possa perdere il controllo, il dubbio persistente sulla realtà delle cose, il sentirsi minacciato in contesti sociali o quotidiani, accompagnati da una chiara consapevolezza che “sono pensieri assurdi, ma non riesco a liberarmene”. Questo è proprio il modo in cui si presenta un disturbo ossessivo con importanti componenti ansiose.

Il termine “psicosi ossessiva” non è una diagnosi ufficiale nei manuali diagnostici attuali, ma in passato è stato usato per descrivere casi in cui il DOC si manifesta in forme particolarmente severe, con insight ridotto e pensieri così invasivi da generare una grande confusione. Tuttavia, anche in questi casi, la differenza fondamentale rispetto alla psicosi vera e propria è la persistenza di almeno un briciolo di dubbio, di coscienza critica, proprio come quella che lei esprime.

In altre parole, il fatto che lei si ponga domande su ciò che prova, che si interroghi con lucidità sulla possibilità di impazzire, è di per sé un segnale molto importante. Nella mia esperienza clinica, persone come lei (che vivono queste paure con un forte bisogno di capire e controllare) raramente hanno a che fare con un disturbo psicotico, ma piuttosto con una forma di DOC che merita attenzione e un percorso terapeutico mirato.

Un trattamento psicoterapeutico ben strutturato, in particolare con approccio cognitivo-comportamentale, può aiutarla in modo significativo a ridurre questi pensieri, la sofferenza che li accompagna e la paura che li circonda. In alcuni casi, può essere utile associare anche un supporto farmacologico, da valutare con uno psichiatra di fiducia. Ma ciò che conta è che lei non è sola e che questo tipo di sintomi è molto più comune di quanto si pensi, e soprattutto può essere trattato efficacemente.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
Le sue preoccupazioni sembrerebbero manifestare un problema di tipo ansioso. Contatti uno specialista ed inizi una psicoterapia, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un consulto psichiatrico in modo che possa chiarire tutti i suoi dubbi. Cordiali saluti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Salve, la differenza principale tra DOC e psicosi ossessiva riguarda il livello di realtà condivisa dei pensieri: nel DOC le paure e i pensieri intrusivi sono riconosciuti come esagerati o irrazionali, mentre nella psicosi ossessiva la persona può perdere questa consapevolezza, vivendo convinzioni più radicate e meno contestabili. Dai sintomi che descrivi, come paura di impazzire, ansia legata a immagini intrusive e dubbio sulla realtà, sembrano più compatibili con un disturbo ossessivo con forte ansia e possibile sintomatologia dissociativa, piuttosto che con una psicosi vera e propria. Ti invito a riflettere su quanto riesci a mettere in discussione i tuoi pensieri: se sei capace di riconoscerli come esagerati o irrazionali, questo è un segnale importante che può guidare l’intervento terapeutico. Ti consiglio di continuare a seguire un professionista per approfondire e gestire questi sintomi con strategie mirate. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Angela Schepis
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Salve!!! cerco di rispondere in maniera chiara, semplice ed esaustiva alla sua domanda relativa alla differenza tra DOC e Psicosi Ossessiva. La differenziazione consiste nel modo di percepire la realtà e nella consapevolezza dei sintomi. Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è contrassegnato: sia da pensieri irrazionali e intrusivi (ossessioni) che il soggetto riconosce ed è consapevole che non rispecchiano la realtà, ma non riesce a controllarli; sia da azioni e comportamenti ripetitive e non razionali (compulsioni) che hanno il compito di affievolire l'ansia determinata dalle ossessioni. Nonostante la consapevolezza dell'irrazionalità di questi comportamenti, egli li mette in atto. La Psicosi Ossessiva, invece, consiste nel distacco dalla realtà e dalla mancata consapevolezza. Tanto è vero che la persona è affetto da allucinazioni e deliri, di conseguenza non riconosce e non ha la percezione dell'irrazionalità dei propri pensieri e comportamenti. Il mio suggerimento è di consultare un professionista per avere ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Chiara Venitucci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, comprendo i suoi dubbi e le preoccupazioni. È importante sottolineare che, attraverso uno scambio online, non è possibile formulare una diagnosi né distinguere in modo accurato tra diversi disturbi: per questo è sempre necessario un colloquio clinico approfondito con uno specialista. Posso però dirle in generale che il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e le psicosi sono due condizioni cliniche diverse, che si manifestano con caratteristiche proprie e richiedono valutazioni specifiche. Le sensazioni di distacco dalla realtà, i timori legati alla perdita di controllo o di “impazzire”, così come i pensieri intrusivi che descrive, sono esperienze che possono generare molta ansia e meritano attenzione, ma per comprenderne appieno il significato serve un’analisi concreta del suo vissuto. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o ad uno psichiatra per poter raccontare più nel dettaglio i suoi sintomi ed essere accompagnato in un percorso di valutazione e, se necessario, di supporto terapeutico. Un confronto diretto le permetterà di avere risposte più chiare e adeguate alla sua situazione.
Dott.ssa Valentina Lenzi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, sì sono due disturbi profondamente differenti che determinano due diversi modi di porsi nei confronti della realtà. Il DOC – ovvero il Disturbo Ossessivo-Compulsivo
è un disturbo d’ansia, caratterizzato da ossessioni (pensieri intrusivi, ripetitivi, indesiderati) e compulsioni, ovvero azioni (mentali o fisiche) per cercare di ridurre l’ansia causata da quei pensieri. Nella maggior parte dei casi, la persona con DOC riconosce che questi pensieri non sono reali o che sono esagerati: è importante sottolineare che NON perde il contatto con la realtà.
La psicosi, invece, è una condizione ben più grave, in cui la persona perde il contatto con la realtà. I sintomi tipici sono: deliri (convinzioni false, es: “la TV parla di me”, “sono seguito dalla CIA”) e allucinazioni (vedere o sentire cose che non esistono).
La persona non si rende conto che sono convinzioni irrazionali ed è convinta che tutto ciò che vede e sente sia reale.
Il termine "psicosi ossessiva" non è ufficialmente riconosciuto nei manuali diagnostici (come il DSM-5), ma a volte viene usato per descrivere quadri ossessivi molto gravi con pensieri vicini al delirio, ma conservata consapevolezza (cioè il paziente si rende conto che i pensieri sono assurdi, ma non riesce a liberarsene); Oppure casi di DOC con scarso insight, dove la persona comincia a credere sempre più ai suoi pensieri ossessivi.
Il suo caso non sembra una psicosi vera, ma un DOC (forse con tratti ansiosi o fobici). Chiaramente per una diagnosi precisa le consiglio vivamente una valutazione specialistica da parte di un professionista.
La ringrazio!
Dott. Michele Scalese
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina
Capisco bene la tua preoccupazione e la confusione che fanno certi termini. Ti tranquillizzo subito: “psicosi ossessiva” non è una vera e propria diagnosi clinica, ma un termine che a volte viene usato in modo improprio. In realtà i quadri sono due e ben distinti:

Nel DOC i pensieri sono intrusivi, fastidiosi, sembrano non appartenerci e fanno venire molta ansia. La persona però si rende conto che sono paure esagerate, irrazionali, anche se non riesce a liberarsene. Per esempio: “e se ci fosse qualcosa nel bicchiere?” – ma dentro di te sai che è solo un pensiero, non una certezza.

Nella psicosi, invece, mancano queste “antenne” critiche. Se una persona pensa che la TV parli di lui, non lo mette in dubbio, lo crede realmente. C’è cioè una convinzione rigida e non discutibile.

Quello che tu racconti – le paure di impazzire, i timori di poter credere a cose irrazionali, la paura di fare del male – sono molto più vicini al mondo ossessivo che a quello psicotico. Il fatto stesso che tu ti chieda se “possa essere psicosi” è la dimostrazione che conservi consapevolezza, e questa è la differenza chiave.

Certo, il DOC può diventare molto faticoso: sentirsi distaccati dalla realtà, vivere con dubbi e paure costanti logora tantissimo. Proprio per questo parlarne con uno psicologo o psichiatra è importante, perché aiuta a ridurre l’ansia e a sentirsi più sicuri.
Dott.ssa Virginia Romita
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Gentile,
la sua domanda è molto importante e comprensibile, soprattutto perché quando si vivono sintomi intensi può nascere il timore di “impazzire” o di non saper distinguere le cose.

Per chiarire:
• DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo): si caratterizza da pensieri intrusivi, fastidiosi, spesso vissuti come irrazionali e indesiderati, ai quali si accompagna ansia. Per ridurre il disagio la persona può mettere in atto rituali o comportamenti ripetitivi (le compulsioni). Un punto centrale è che chi soffre di DOC di solito riconosce l’assurdità o l’eccessività dei propri pensieri, anche se non riesce a liberarsene.
• Psicosi: riguarda invece la perdita di contatto con la realtà, in cui idee deliranti o allucinazioni non sono più percepite come tali dalla persona, ma vissute come vere.

Quello che lei descrive (paura di impazzire, ansia davanti a coltelli, pensieri di poter credere in futuro a cose assurde, timore di essere avvelenato o perseguitato) appare più vicino al meccanismo ossessivo: i pensieri arrivano, generano ansia, ma lei mantiene la consapevolezza che sono paure irrazionali e li riconosce come pensieri disturbanti, non come realtà. Questo è un elemento molto diverso dalla psicosi.

Naturalmente, solo un percorso clinico accurato con uno specialista può dare una valutazione precisa. Il fatto che lei si interroghi, riconosca l’irrazionalità e cerchi spiegazioni è già un segnale prezioso, che indica un mantenuto esame di realtà.

Le consiglio di condividere apertamente questi vissuti con il suo terapeuta: parlarne in un contesto protetto è il modo migliore per trovare strategie di gestione e alleggerire il peso di questi pensieri.

Sta già facendo un passo molto importante cercando chiarimenti: non è solo in questo percorso.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che chiedi è importante e comprensibile, perché le parole possono creare molta confusione.

Il DOC, disturbo ossessivo compulsivo, è caratterizzato da pensieri intrusivi, immagini o paure che non desideri, che ti fanno paura e che metti in dubbio. Proprio perché ti spaventano, cerchi conferme, controlli, eviti certe situazioni, oppure cerchi rassicurazioni continue. La caratteristica fondamentale è che rimani consapevole che quei pensieri sono irrazionali o eccessivi, anche se non riesci a liberartene.

Con il termine psicosi ossessiva, che a volte compare nei manuali più vecchi, ci si riferiva a situazioni in cui il contenuto ossessivo diventava talmente rigido e pervasivo da sembrare quasi un delirio. Oggi però questa distinzione non viene più usata in modo clinico vero e proprio, perché in realtà i due quadri sono molto diversi. Nella psicosi chi ha allucinazioni o deliri non li mette in discussione, li vive come realtà assoluta. Nel DOC, invece, la persona si spaventa, dubita, controlla, si chiede se sia vero o no: il dubbio e l’angoscia sono parte centrale.

I sintomi che racconti — paura di avere allucinazioni, timore di perdere il controllo, ansia che qualcuno possa farti del male o che tu possa farlo, diffidenza momentanea verso cibi o bevande, paura di crederci se leggi qualcosa sulla psicosi — appartengono molto più al funzionamento ossessivo-ansioso che non a una psicosi. Non sei convinto che queste cose siano reali: sei spaventato dalla possibilità che possano diventarlo. Questa differenza è fondamentale.

In altre parole, i tuoi vissuti non rientrano nella psicosi, ma nell’ansia e nel disturbo ossessivo. La confusione e la derealizzazione che provi sono spesso conseguenze dell’ansia cronica e dello stress, non segni di schizofrenia o di un delirio vero.

Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Margherita Renna
Psicologo, Psicologo clinico
Seregno
Buongiorno,
In generale, nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo si parla di ossessioni come pensieri/immagini/impulsi intrusivi, persistenti e vissuti come estranei (egodistonici), spesso seguiti da azioni o rituali per ridurre l’ansia (compulsioni).
La cosiddetta “psicosi ossessiva” non è una diagnosi dei manuali attuali. Talvolta il termine è stato usato per descrivere situazioni in cui le ossessioni diventano talmente intense che l’insight (cioè la consapevolezza che si tratta di pensieri prodotti dalla mente e non di realtà esterna) tende a ridursi. Nei veri quadri psicotici, invece, i contenuti sono vissuti come egosintonici, ossia percepiti come parte della realtà e non messi in discussione, in quanto l’insight è assente.
La sua situazione merita la giusta attenzione e non può essere compresa a fondo attraverso un messaggio. Per farlo in modo accurato, è importante affrontarla in un colloquio clinico dedicato, dove poter approfondire questi aspetti con la necessaria cura.
Se lo desidera, può valutare una consulenza psicologica per affrontare questi aspetti in uno spazio sicuro.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Margherita Renna
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Ciao, grazie per aver condiviso così dettagliatamente i tuoi sintomi e le tue preoccupazioni.

Da quanto descrivi, al momento non ci sono allucinazioni né deliri reali, ma una forte ansia e pensieri intrusivi che ti spaventano. È comprensibile che tu ti chieda se possa trattarsi di “psicosi ossessiva”, ma è importante fare chiarezza sui termini:

DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo):

Si caratterizza per pensieri, immagini o impulsi intrusivi e angoscianti (ossessioni) che la persona cerca di neutralizzare con rituali o strategie mentali (compulsioni).

Le ossessioni possono riguardare paura di fare del male, contaminazione, dubbi costanti o timore di impazzire.

Chi soffre di DOC di solito riconosce che i pensieri non sono reali o esagerati, anche se causano forte ansia.

Psicosi ossessiva:

È un termine usato in alcuni contesti clinici per descrivere una condizione in cui le ossessioni diventano così intense che la persona fatica a distinguerle dalla realtà, ma resta raro e specifico.

Non basta avere ansia intensa o pensieri intrusivi per parlare di psicosi ossessiva.

Dal tuo racconto:

La paura di allucinazioni o deliri, il distacco dalla realtà e i pensieri ossessivi (di fare del male, essere avvelenato, ecc.) somigliano a DOC o ansia ossessiva, soprattutto perché riesci a riconoscerli come paure e non come realtà.

La sensazione di distacco può essere un fenomeno dissociativo legato all’ansia intensa, molto comune nei DOC o negli stati di ansia acuta.

Cosa fare:

Rivolgiti a uno psicologo o psicoterapeuta per valutare i sintomi e distinguere tra DOC e altri disturbi ansiosi.

Tecniche di gestione dell’ansia e grounding possono aiutare a ridurre distacco e ipervigilanza.

È utile evitare autodiagnosi basata su Internet, perché leggere descrizioni di psicosi può alimentare ansia e pensieri intrusivi.

In sintesi: i tuoi sintomi non indicano automaticamente psicosi ossessiva, ma rientrano più probabilmente nel quadro di ansia intensa o DOC. Con supporto professionale e strategie mirate, queste paure possono essere gestite e diminuite in modo significativo.
Buongiorno,
capisco bene la sua preoccupazione e il bisogno di fare chiarezza. La terminologia può creare confusione: il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è un disturbo d’ansia caratterizzato da pensieri intrusivi, ricorrenti e indesiderati (ossessioni), spesso accompagnati da comportamenti ripetitivi messi in atto per ridurre l’ansia (compulsioni).

Il termine “psicosi ossessiva” non è una diagnosi riconosciuta nei manuali diagnostici attuali. Si tratta piuttosto di un modo, talvolta usato in passato o in contesti non clinici, per indicare quadri in cui le ossessioni e le paure assumono un’intensità tale da sembrare quasi “psicotiche”. In realtà, la differenza principale tra DOC e psicosi sta nel fatto che, nel DOC, la persona mantiene una consapevolezza critica dei propri pensieri (riconosce che sono irrazionali, anche se molto angoscianti), mentre nella psicosi possono comparire convinzioni deliranti o allucinazioni percepite come reali.

Dalle sue parole emerge che i suoi pensieri le provocano forte ansia e timore di “impazzire”, ma il fatto che se ne renda conto e se ne interroghi è un aspetto importante, che distingue l’esperienza ossessiva da quella psicotica.

Detto questo, solo un colloquio approfondito con uno specialista (psicologo o psichiatra) potrà aiutarla a chiarire meglio la natura dei suoi sintomi e ad affrontarli in modo mirato. Le consiglio di non restare solo con queste paure e di rivolgersi a un professionista: il supporto adeguato può fare una grande differenza nel ridurre ansia e confusione.
Un caro saluto
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buongiorno, si tratta di due disturbi diversi sebbene possano presentare aspetti in comune. In entrambi sono presenti pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi MA nella psicosi c'è la perdita del contatto con la realtà, non c'è consapevolezza delle proprie ossessioni e della loro natura irrazionale, cosa che invece è presente nelle persone con DOC. Si può dire quindi che generalmente le psicosi sono molto più gravi tanto da richiedere un trattamento più intensivo.
Buongiorno.
Capisco la sua preoccupazione e la necessità di chiarire la differenza tra Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e quella che lei chiama "Psicosi Ossessiva".
La differenza fondamentale risiede nella critica o insight (consapevolezza) del paziente:
"Psicosi Ossessiva" non è una categoria diagnostica standard, ma viene talvolta usata per descrivere casi di DOC con un insight molto scarso o sintomi che assomigliano a tematiche paranoidee, ma che, nella maggior parte dei casi, non sono veri deliri.
I sintomi che lei descrive sono altamente compatibili con un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), spesso con una marcata componente ansiosa e ipocondriaca (paura di impazzire). La sua capacità di formulare la domanda e la sua paura di crederci (ansia di poter credere che la TV parli di lei) indicano che la critica (insight) è presente. Lei riconosce che questi sono pensieri irrazionali e teme che non lo siano più, il che è la definizione stessa dell'ossessione.
È molto improbabile che i suoi sintomi rientrino in un quadro psicotico. Sembrano, invece, una forma di DOC severo con temi di tipo paranoideo e forte ansia sulla perdita di controllo e sulla sanità mentale, elementi che richiedono un trattamento mirato. (solitamente PSICOTERAPICO e/o FARMACOTERAPIA).
È fondamentale che lei ne parli con il suo specialista di riferimento (psichiatra/psicologo) per una valutazione clinica approfondita.
Un caro saluto.
Salve, grazie per la domanda. allora, il DOC ( Disturbo Ossessivo-Compulsivo)
e' un disturbo d’ansia caratterizzato da ossessioni (pensieri, immagini o impulsi ricorrenti, intrusivi e indesiderati) e compulsioni (azioni o rituali mentali messi in atto per ridurre l’ansia o prevenire un evento temuto).
Caratteristiche principali:
Il soggetto riconosce che le ossessioni non sono reali, ma non riesce a controllarle (cioè mantiene un giudizio di realtà).
Le compulsioni servono ad alleviare l’ansia causata dalle ossessioni.
Esempio: paura di contaminarsi → lavaggi ripetuti e ritualizzati.
La persona con DOC sa che i suoi pensieri sono “irrazionali” o “eccessivi”, ma non riesce a smettere di metterli in atto. Nella psicosi ossessiva la persona , invece, non distingue più tra i pensieri ossessivi e la realtà. Resto a sua disposizione.

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