Buongiorno dottori. Sono una ragazza di 23 anni e ho deciso di scrivervi a causa di una situazione c
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Buongiorno dottori. Sono una ragazza di 23 anni e ho deciso di scrivervi a causa di una situazione che mi sta mettendo alla prova. Sono quasi 4 mesi che sto facendo guide con il mio istruttore di guida per poter prendere la patente, ma sembra che abbia delle difficoltà a imparare e mi serve molto tempo, già questa cosa mi ha dato frustrazione perché io ero determinata a prenderla e iniziare presto a essere indipendente, e andare anche a lavoro con l’auto e non con i mezzi, per me fonte di grande stress e stanchezza, quindi ho voluto puntare a un’auto, anche perché in futuro vorrei diventare madre ed è innegabile che sia necessaria la macchina per poter accompagnare i figli ovunque senza dipendere da altri, quindi è una quasi necessità avere quella patente; queste difficoltà che sto avendo mi hanno messa molto sotto pressione perché ogni volta che mi impegnavo non riuscivo mai a raggiungere quella naturalezza che hanno gli altri, e soprattutto recentemente ho anche fatto l’esame perché ero abbastanza pronta, ma è successo che ho incontrato un’auto in una posizione diversa dal solito e sono andata in panico e mi sono freezata, tanto che ha fermato la macchina il mio istruttore perché io ero in tilt, cosa che non era mai successa alle guide, e con l’esaminatore che sentivo giudicarmi è stato un processo che ha portato me a implodere dentro. Ovviamente fui bocciata ma a me preoccupa quel momento di blocco, perché non posso essere una che si freeza, è inaccettabile alla guida, ma non so da dove cominciare per poter fare quel lavoro interiore che mi potrà portare a cambiare il mio stato mentale, e anche a guidare meglio, come a stare al centro nella carreggiata, poiché tendo spesso a mettermi troppo a un lato, pericoloso anche questo, ma non capisco come allenarmi all’occhio. Dopo tutti questi intoppi, ho paura che io possa non essere una che può guidare, che sia più saggio lasciar perdere ma come vi ho detto io non posso vivere per sempre con i mezzi, e io desidero con tutto il mio essere un giorno diventare madre e una colonna solida per la mia famiglia in futuro, e questo avviene anche potendo guidare, e non posso fare in modo che sia diverso, perché significa dipendere da altri, e io non voglio essere questa madre per loro, voglio essere io la loro stabilità, certo sono umana, ma una cosa elementare come poterli accompagnare in auto dovrebbe essere presente almeno. Insomma vorrei davvero capire se devo abbandonare io come persona a imparare a guidare, in quanto io troppo pericolosa per la guida, o se i limiti sono prima o poi superabili, magari con un’auto automatica e programmi di guida assistita. E ovviamente come posso fare per cambiare interiormente l’ansia che a quanto pare era in fondo a me sempre e nemmeno me ne rendevo conto. Devo cambiare questo prima di mettermi alla guida da sola, per la mia incolumità e quella di tutti, ma non so come fare.
Vi ringrazio per aver letto, e spero in una vostra risposta.
Vi ringrazio per aver letto, e spero in una vostra risposta.
Quello che descrivi è un momento di grande vulnerabilità, ma anche di consapevolezza e desiderio di migliorarti, e questo è già un segnale molto importante. La difficoltà che hai incontrato durante l’esame di guida non parla di una tua “incapacità”, ma di una reazione emotiva intensa a una situazione percepita come altamente stressante. Quando scrivi che ti sei “freezata”, in realtà descrivi una risposta fisiologica dell’organismo: il blocco, o “freeze”, è una forma di risposta automatica del sistema nervoso in condizioni di forte allarme, una modalità di difesa che non scegli consapevolmente. È la mente che, sopraffatta dall’ansia e dal giudizio, va in tilt per proteggerti da un senso di pericolo. Non significa che tu non sia in grado di guidare, ma che hai bisogno di lavorare sulla gestione dell’ansia da prestazione e sul controllo delle reazioni automatiche.
Il fatto che tu sia motivata, che ti impegni e che riconosca con lucidità le tue difficoltà indica che hai tutte le risorse per superarle. L’ansia, in particolare quella legata al giudizio (come nel caso dell’esaminatore), tende a compromettere la concentrazione e la coordinazione, ma può essere gestita e ridotta con un lavoro mirato. Un percorso psicologico breve di tipo cognitivo-comportamentale, per esempio, può aiutarti a riconoscere i pensieri che alimentano la paura (“non devo sbagliare”, “se vado in panico sono inadeguata”, “gli altri mi giudicano”) e sostituirli con schemi più realistici e funzionali. Anche tecniche di respirazione, rilassamento muscolare o mindfulness possono essere molto efficaci nel prevenire il blocco.
Un altro aspetto utile può essere tornare gradualmente alla guida, ma con un approccio diverso: non per “dimostrare” qualcosa, ma per allenarti a sentire sicurezza. Chiedi al tuo istruttore di creare situazioni graduali di difficoltà crescente, in modo che tu possa riabituare il corpo e la mente a gestire l’imprevisto senza sentirlo come una minaccia. Se senti che il cambio manuale ti distrae o aumenta la tensione, l’idea di un’auto automatica o con sistemi di assistenza alla guida è assolutamente legittima: non è un fallimento, ma un modo intelligente per adattare l’ambiente alle tue esigenze, non il contrario.
Ti invito anche a essere più indulgente con te stessa. Spesso chi ha un forte senso di responsabilità e desidera “essere una colonna solida per gli altri” tende a essere molto severo con sé. Ma la solidità non nasce dall’essere perfetti: nasce dal sapersi accettare anche nei propri limiti e nel saper chiedere aiuto quando serve. Non esistono persone “non portate” per la guida, esistono persone che devono imparare prima a calmare la mente per poi guidare con lucidità. E questo, con il giusto supporto, è assolutamente possibile.
Non abbandonare l’obiettivo, ma cambia il modo in cui ti avvicini ad esso: non come una prova di valore, ma come un percorso di crescita personale. La patente sarà una conquista, certo, ma il vero traguardo sarà aver imparato a fidarti di te stessa, anche nei momenti in cui l’ansia cerca di farti credere il contrario.
Il fatto che tu sia motivata, che ti impegni e che riconosca con lucidità le tue difficoltà indica che hai tutte le risorse per superarle. L’ansia, in particolare quella legata al giudizio (come nel caso dell’esaminatore), tende a compromettere la concentrazione e la coordinazione, ma può essere gestita e ridotta con un lavoro mirato. Un percorso psicologico breve di tipo cognitivo-comportamentale, per esempio, può aiutarti a riconoscere i pensieri che alimentano la paura (“non devo sbagliare”, “se vado in panico sono inadeguata”, “gli altri mi giudicano”) e sostituirli con schemi più realistici e funzionali. Anche tecniche di respirazione, rilassamento muscolare o mindfulness possono essere molto efficaci nel prevenire il blocco.
Un altro aspetto utile può essere tornare gradualmente alla guida, ma con un approccio diverso: non per “dimostrare” qualcosa, ma per allenarti a sentire sicurezza. Chiedi al tuo istruttore di creare situazioni graduali di difficoltà crescente, in modo che tu possa riabituare il corpo e la mente a gestire l’imprevisto senza sentirlo come una minaccia. Se senti che il cambio manuale ti distrae o aumenta la tensione, l’idea di un’auto automatica o con sistemi di assistenza alla guida è assolutamente legittima: non è un fallimento, ma un modo intelligente per adattare l’ambiente alle tue esigenze, non il contrario.
Ti invito anche a essere più indulgente con te stessa. Spesso chi ha un forte senso di responsabilità e desidera “essere una colonna solida per gli altri” tende a essere molto severo con sé. Ma la solidità non nasce dall’essere perfetti: nasce dal sapersi accettare anche nei propri limiti e nel saper chiedere aiuto quando serve. Non esistono persone “non portate” per la guida, esistono persone che devono imparare prima a calmare la mente per poi guidare con lucidità. E questo, con il giusto supporto, è assolutamente possibile.
Non abbandonare l’obiettivo, ma cambia il modo in cui ti avvicini ad esso: non come una prova di valore, ma come un percorso di crescita personale. La patente sarà una conquista, certo, ma il vero traguardo sarà aver imparato a fidarti di te stessa, anche nei momenti in cui l’ansia cerca di farti credere il contrario.
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Ciao, grazie per aver scritto, sarà utile anche a tante altre persone che hanno vissuti come il tuo.
A volte quando sbagliamo ci concentriamo molto su questo e scattando sempre più la paura arriviamo a bloccarci e a rimanere fissati nello stesso punto senza migliorare e andare avanti. Per aiutarti in questi blocchi sì possono effettuare degli incontri dove lavorare su questi temi e quelli che emergono così da superare la patente ma soprattutto da tirare fuori quelle risorse che utilizzerai in diversi ambiti o difficoltà della vita. Perché tendiamo anche a ripetere certi errori perché abbiamo bisogno di un lavoro più profondo.
Rimango a disposizione per degli incontri anche online e ti auguro un' buon percorso!
Dott.ssa Casumaro Giada
A volte quando sbagliamo ci concentriamo molto su questo e scattando sempre più la paura arriviamo a bloccarci e a rimanere fissati nello stesso punto senza migliorare e andare avanti. Per aiutarti in questi blocchi sì possono effettuare degli incontri dove lavorare su questi temi e quelli che emergono così da superare la patente ma soprattutto da tirare fuori quelle risorse che utilizzerai in diversi ambiti o difficoltà della vita. Perché tendiamo anche a ripetere certi errori perché abbiamo bisogno di un lavoro più profondo.
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Dott.ssa Casumaro Giada
Salve paziente anonimo
Le paure I controllabili rappresentano delle vere e proprie fobie
Piuttosto che continuare a soffrire addossandosi tante responsabilità le consiglio di lavorare sulla sua autostima e paura
Un percorso terapeutico mirato la può aiutare a risolvere il problema della guida ma soprattutto la Sua insicurezza
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Le paure I controllabili rappresentano delle vere e proprie fobie
Piuttosto che continuare a soffrire addossandosi tante responsabilità le consiglio di lavorare sulla sua autostima e paura
Un percorso terapeutico mirato la può aiutare a risolvere il problema della guida ma soprattutto la Sua insicurezza
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Nel suo racconto emergono tanti progetti tutti stratificati l'uno sull'altro; semplicemente le sue difficoltà sono da affrontare in una psicoterapia dove l'ansia, il panico e il freezing sono dei segnali di qualcosa che non le permette di essere " libera" . Non aspetti faccia questo passo di individuare un professionista al quale affidarsi e con il quale affrontare in modo attivo i problemi che sottostanno alla sua difficoltà. Non sarà facile ma mi creda ne varrà la pena per poter rendere reali i progetti che lei stessa ha nel suo cuore.
Gent.ma utente,
credo che lei sia assolutamente in grado di imparare a guidare. Guidare l'auto è essenzialmente una questione di esercizio e di esperienza, forse ci vorrà più tempo del previsto, ma nulla le impedisce di raggiungere questo importante obiettivo.
Può riflettere, però, su questa sensazione di ansia che caratterizza l'essere alla guida. Le faccio subito presente che non è l'unica persona che ha questo tipo di paura specifica, ma è più frequente di quanto creda.
Questo accade perché nella guida si prendono decisioni di continuo e le decisioni hanno sempre delle conseguenze, il più delle volte sicure e calcolate, ma quando non si ha molta dimestichezza, le stesse decisioni possono causare molto stress e la possibilità di errore può generare molta ansia.
Lei parla specificamente solo di questa manifestazione dell'ansia. In tal senso, la possibilità di costruire una specifica strategia comportamentale per imparare a gestirla nei momenti critici, ha un'alta percentuale di risoluzione del problema, rispetto a manifestazioni generalizzate dell'ansia che richiedono una maggiore quantità di tempo e di lavoro personale.
Valuti concretamente l'intervento psicologico come supporto per superare questo sua difficoltà così specifica. Sarà un'occasione anche per conoscere meglio sé stessa e avere maggiore consapevolezza del funzionamento della sua mente e dell'esperienza emotiva.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni su questo tipo di percorso psicologico. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
credo che lei sia assolutamente in grado di imparare a guidare. Guidare l'auto è essenzialmente una questione di esercizio e di esperienza, forse ci vorrà più tempo del previsto, ma nulla le impedisce di raggiungere questo importante obiettivo.
Può riflettere, però, su questa sensazione di ansia che caratterizza l'essere alla guida. Le faccio subito presente che non è l'unica persona che ha questo tipo di paura specifica, ma è più frequente di quanto creda.
Questo accade perché nella guida si prendono decisioni di continuo e le decisioni hanno sempre delle conseguenze, il più delle volte sicure e calcolate, ma quando non si ha molta dimestichezza, le stesse decisioni possono causare molto stress e la possibilità di errore può generare molta ansia.
Lei parla specificamente solo di questa manifestazione dell'ansia. In tal senso, la possibilità di costruire una specifica strategia comportamentale per imparare a gestirla nei momenti critici, ha un'alta percentuale di risoluzione del problema, rispetto a manifestazioni generalizzate dell'ansia che richiedono una maggiore quantità di tempo e di lavoro personale.
Valuti concretamente l'intervento psicologico come supporto per superare questo sua difficoltà così specifica. Sarà un'occasione anche per conoscere meglio sé stessa e avere maggiore consapevolezza del funzionamento della sua mente e dell'esperienza emotiva.
Rimango a disposizione per ulteriori informazioni su questo tipo di percorso psicologico. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno,
da ciò che racconti emerge una forte determinazione nel voler raggiungere il tuo obiettivo, ma anche un grande carico emotivo legato al timore di non farcela e al desiderio di indipendenza. È comprensibile che un’esperienza come quella dell’esame, con la pressione dell’esaminatore e la paura di sbagliare, possa aver generato un blocco improvviso: situazioni di stress intenso possono portare a reazioni come il “freezing”, una risposta automatica del corpo di fronte alla percezione di pericolo o giudizio.
Il fatto che tu riconosca questo e desideri lavorarci sopra è già un passo molto importante. Le difficoltà che descrivi – la paura, la tensione, la sensazione di non essere “portata” – non significano che tu non possa guidare, ma che in questo momento la tua ansia sta prendendo il sopravvento e interferendo con l’apprendimento. Spesso queste reazioni possono essere affrontate efficacemente attraverso percorsi mirati di gestione dell’ansia e potenziamento della fiducia in sé, come ad esempio tecniche di respirazione, rilassamento o percorsi psicoterapeutici focalizzati sulla consapevolezza e sull’autoregolazione emotiva (come la Mindfulness o l’EMDR, se l’ansia è legata anche a esperienze stressanti precedenti).
Inoltre, può essere utile valutare soluzioni pratiche come l’uso di un’auto con cambio automatico o l’affiancamento di un istruttore con esperienza nella gestione dell’ansia da guida: piccoli accorgimenti che possono ridurre la pressione e permetterti di riacquisire sicurezza gradualmente.
I limiti che percepisci non sono necessariamente permanenti: con il giusto supporto e un percorso di consapevolezza, possono essere superati.
Per approfondire e lavorare in modo mirato su questi aspetti emotivi e sull’autostima, è consigliato rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarti in questo percorso di crescita personale.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
da ciò che racconti emerge una forte determinazione nel voler raggiungere il tuo obiettivo, ma anche un grande carico emotivo legato al timore di non farcela e al desiderio di indipendenza. È comprensibile che un’esperienza come quella dell’esame, con la pressione dell’esaminatore e la paura di sbagliare, possa aver generato un blocco improvviso: situazioni di stress intenso possono portare a reazioni come il “freezing”, una risposta automatica del corpo di fronte alla percezione di pericolo o giudizio.
Il fatto che tu riconosca questo e desideri lavorarci sopra è già un passo molto importante. Le difficoltà che descrivi – la paura, la tensione, la sensazione di non essere “portata” – non significano che tu non possa guidare, ma che in questo momento la tua ansia sta prendendo il sopravvento e interferendo con l’apprendimento. Spesso queste reazioni possono essere affrontate efficacemente attraverso percorsi mirati di gestione dell’ansia e potenziamento della fiducia in sé, come ad esempio tecniche di respirazione, rilassamento o percorsi psicoterapeutici focalizzati sulla consapevolezza e sull’autoregolazione emotiva (come la Mindfulness o l’EMDR, se l’ansia è legata anche a esperienze stressanti precedenti).
Inoltre, può essere utile valutare soluzioni pratiche come l’uso di un’auto con cambio automatico o l’affiancamento di un istruttore con esperienza nella gestione dell’ansia da guida: piccoli accorgimenti che possono ridurre la pressione e permetterti di riacquisire sicurezza gradualmente.
I limiti che percepisci non sono necessariamente permanenti: con il giusto supporto e un percorso di consapevolezza, possono essere superati.
Per approfondire e lavorare in modo mirato su questi aspetti emotivi e sull’autostima, è consigliato rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarti in questo percorso di crescita personale.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
Gentile utente, grazie per aver condiviso così apertamente i suoi pensieri e le sue emozioni. Dalla sua descrizione emerge chiaramente quanto il desiderio di autonomia e responsabilità, così come il suo progetto di vita futuro, siano importanti per lei. È comprensibile che le difficoltà nell’apprendere a guidare e l’ansia sperimentata durante l’esame abbiano generato frustrazione e preoccupazione. Anche il confronto con un istruttore di guida che comprenda le sue difficoltà e programmi esercitazioni graduali può essere utile per rafforzare progressivamente la sua sicurezza al volante. L’idea di utilizzare veicoli con sistemi di guida assistita o automatici può essere un valido supporto iniziale, se combinata a un percorso di gestione dell’ansia. Non si tratta di abbandonare il suo obiettivo, ma di costruire passo dopo passo strumenti interiori e strategie pratiche che le permettano di affrontare la guida con maggiore sicurezza. Se desidera, possiamo lavorare insieme su strategie psicologiche per gestire l’ansia e rafforzare la fiducia in sé stessa, così da rendere la guida un’esperienza più serena e sicura. Rimango a disposizione per approfondire questo percorso. Un caro saluto, Dott.ssa Miriam Casini.
Buongiorno, capisco la sua frustrazione, l’episodio dell’esame non significa che lei non sia capace di guidare, quel blocco è una reazione naturale all’ansia e alla pressione, non un segno di inadeguatezza. Molte persone si trovano nella stessa situazione, sanno guidare, ma durante l’esame o in momenti di tensione vanno in tilt. È semplicemente il corpo che reagisce allo stress. Con un po’ di tempo e pazienza può imparare a gestirlo, ad esempio attraverso esercizi di respirazione e rilassamento o qualche lezione in più in un contesto tranquillo. Non pensi di “non essere fatta per guidare”, al contrario, il fatto che rifletta così tanto su come migliorarsi dimostra maturità e senso di responsabilità. Se l’ansia è il vero ostacolo, può essere utile fare un breve percorso di sostegno psicologico o valutare un’auto automatica per ridurre la complessità della guida.
Si dia il tempo che serve, non sta fallendo, sta solo imparando con più consapevolezza. E questo, alla lunga, la renderà una guidatrice molto più sicura. Un caro saluto
Si dia il tempo che serve, non sta fallendo, sta solo imparando con più consapevolezza. E questo, alla lunga, la renderà una guidatrice molto più sicura. Un caro saluto
Gentile utente,
grazie per la sua condivisione.
Come ha descritto lei, l'ottenere la patente di guida è uno di quei compiti evolutivi che aiuta a mettere un mattoncino nella costruzione della propria autonomia. Inoltre, nella sua domanda, presenta una situazione di grande tensione che, come lei ha definito, possiamo chiamare "ansia". Le dico questo per sottolineare che, da parte sua, emerge una certa consapevolezza rispetto a quanto sta vivendo e a quanto sta accadendo nella sua vita; questa sicuramente è una grande risorsa.
Potrebbe essere utile, però, iniziare un percorso psicologico individuale per comprendere come mai è presente questa ansia; ansia che non le permette di procedere e che la blocca nella sua intenzionalità.
All'interno di un percorso psicologico avrebbe la possibilità di comprendere quale è la sua modalità relazionale di stare in relazione con l'ambiente; da quanto lei ha scritto appare come una persona responsabile, che si preoccupa della sua incolumità e anche di quella degli altri, addirittura si preoccupa della incolumità dei suoi futuri figli e afferma che per loro vuole essere una stabilità. Appare sicuramente come una ragazza della quale si può avere fiducia, sulla quale si può contare e che ritiene la sua autonomia un aspetto molto importante, caratteristico della sua identità. L'autonomia è un qualcosa che ha molto a che fare con la fiducia. Mi domando che rapporto ha lei con la fiducia? Le è possibile fidarsi dell'Altro? Quando andiamo in macchina non possiamo avere tutto sotto controllo, possiamo avere la responsabilità di quello che facciamo noi alla guida, ma non possiamo controllare quello che fanno gli altri.. non possiamo controllare se "una macchina è in posizione diversa dal solito".
Questi ovviamente sono aspetti che vanno approfonditi all'interno di un percorso.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordialmente,
dott.ssa Baratto
grazie per la sua condivisione.
Come ha descritto lei, l'ottenere la patente di guida è uno di quei compiti evolutivi che aiuta a mettere un mattoncino nella costruzione della propria autonomia. Inoltre, nella sua domanda, presenta una situazione di grande tensione che, come lei ha definito, possiamo chiamare "ansia". Le dico questo per sottolineare che, da parte sua, emerge una certa consapevolezza rispetto a quanto sta vivendo e a quanto sta accadendo nella sua vita; questa sicuramente è una grande risorsa.
Potrebbe essere utile, però, iniziare un percorso psicologico individuale per comprendere come mai è presente questa ansia; ansia che non le permette di procedere e che la blocca nella sua intenzionalità.
All'interno di un percorso psicologico avrebbe la possibilità di comprendere quale è la sua modalità relazionale di stare in relazione con l'ambiente; da quanto lei ha scritto appare come una persona responsabile, che si preoccupa della sua incolumità e anche di quella degli altri, addirittura si preoccupa della incolumità dei suoi futuri figli e afferma che per loro vuole essere una stabilità. Appare sicuramente come una ragazza della quale si può avere fiducia, sulla quale si può contare e che ritiene la sua autonomia un aspetto molto importante, caratteristico della sua identità. L'autonomia è un qualcosa che ha molto a che fare con la fiducia. Mi domando che rapporto ha lei con la fiducia? Le è possibile fidarsi dell'Altro? Quando andiamo in macchina non possiamo avere tutto sotto controllo, possiamo avere la responsabilità di quello che facciamo noi alla guida, ma non possiamo controllare quello che fanno gli altri.. non possiamo controllare se "una macchina è in posizione diversa dal solito".
Questi ovviamente sono aspetti che vanno approfonditi all'interno di un percorso.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordialmente,
dott.ssa Baratto
Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi questo momento così importante e delicato della sua vita. Mi ha colpito la sua determinazione a voler ottenere la patente e a diventare indipendente. Questo è un’ottimo punto di forza da cui potremmo partire, andando a scoprirne altri.
Il blocco che lei ha vissuto, il “freeze”, spesso nasce da un’intensità emotiva, che può essere acuita dai pensieri di giudizio severo verso se stessi (come la paura di non essere all’altezza o di essere pericolosa), che possono rendere difficile l’azione spontanea e sicura e dalle aspettative, come quella di raggiungere un risultato in un determinato lasso di tempo.
Attraverso la Mindfulness si potrebbero provare delle strategie per rapportarsi a queste “distrazioni” dovute a pensieri e a emozioni molto intense.
Inoltre, con l’utilizzo di alcune tecniche attive, lei potrà rielaborare sia l’evento di “freeze” sia prepararsi alle prossime guide, fino ad arrivare a prepararsi a esplorare non solo il giorno dell’esame di guida ma anche il giorno in cui, con la sua patente, andrà felicemente a lavoro, in gita o a prendere i suoi figli.
Le auguro il meglio, lasciandole questo antico detto “Ovunque tu vada, ci sei già”.
Il blocco che lei ha vissuto, il “freeze”, spesso nasce da un’intensità emotiva, che può essere acuita dai pensieri di giudizio severo verso se stessi (come la paura di non essere all’altezza o di essere pericolosa), che possono rendere difficile l’azione spontanea e sicura e dalle aspettative, come quella di raggiungere un risultato in un determinato lasso di tempo.
Attraverso la Mindfulness si potrebbero provare delle strategie per rapportarsi a queste “distrazioni” dovute a pensieri e a emozioni molto intense.
Inoltre, con l’utilizzo di alcune tecniche attive, lei potrà rielaborare sia l’evento di “freeze” sia prepararsi alle prossime guide, fino ad arrivare a prepararsi a esplorare non solo il giorno dell’esame di guida ma anche il giorno in cui, con la sua patente, andrà felicemente a lavoro, in gita o a prendere i suoi figli.
Le auguro il meglio, lasciandole questo antico detto “Ovunque tu vada, ci sei già”.
Capisco quanto questa situazione possa essere faticosa e frustrante per lei. Da ciò che racconta, sembra che la difficoltà con la guida abbia toccato aspetti più profondi, legati all’ansia, al bisogno di controllo e al timore di non essere all’altezza. È comprensibile che, di fronte a un contesto di valutazione come l’esame, queste emozioni si siano intensificate fino al blocco.
La reazione di freezing non indica che lei “non possa guidare”, ma piuttosto che in quel momento il sistema nervoso ha reagito a un forte stress. È una risposta umana e reversibile, ma merita ascolto.
Al di là dei consigli che può ricevere qui, potrebbe esserle utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio le radici di questa ansia e imparare strategie per regolarla. Lavorare su questo aspetto l’aiuterebbe non solo nella guida, ma anche nel raggiungere quella serenità e fiducia che desidera per sé e per il suo futuro ruolo di madre.
La reazione di freezing non indica che lei “non possa guidare”, ma piuttosto che in quel momento il sistema nervoso ha reagito a un forte stress. È una risposta umana e reversibile, ma merita ascolto.
Al di là dei consigli che può ricevere qui, potrebbe esserle utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio le radici di questa ansia e imparare strategie per regolarla. Lavorare su questo aspetto l’aiuterebbe non solo nella guida, ma anche nel raggiungere quella serenità e fiducia che desidera per sé e per il suo futuro ruolo di madre.
Buona sera, con un percorso psicologico può riuscire a gestire la sua ansia e ad avere più sicurezza in se stessa
Salve, grazie mille per la sua condivisione e per essersi aperta rispetto a questa sua difficoltà. Mi è arrivato molto forte il suo messaggio e sento quanto investimento ed impegno ci sta mettendo.
Quello che posso dirle in questo momento è cercare di guardare questo "scoglio" come un bisogno del presente e non un dovere per qualcosa nel futuro. Lei ha in mente molto chiaramente ciò che vorrebbe essere e quello che si aspetta da se stessa e questo è molto prezioso perchè le permette di sentirsi percorrere la strada verso una direzione. Però a volte bisogna trovare strade diverse, fare deviazioni o a volte fermarsi e capire effettivamente se è quella la strada che si vuole ancora percorrere o bisogna cambiare qualcosa.
Mettersi tutte queste aspettative su una "lei del futuro" forse le fanno dimenticare quello che è nel momento presente, cioè una ragazza di 23 anni che sta imparando una cosa nuova e come ogni cosa nuova, oltre a presupporre l'errore e lo sbaglio, ha bisogno di tempo e lei deve trovare il suo, senza sentirsi sbagliata in questo.
Un caro saluto
Quello che posso dirle in questo momento è cercare di guardare questo "scoglio" come un bisogno del presente e non un dovere per qualcosa nel futuro. Lei ha in mente molto chiaramente ciò che vorrebbe essere e quello che si aspetta da se stessa e questo è molto prezioso perchè le permette di sentirsi percorrere la strada verso una direzione. Però a volte bisogna trovare strade diverse, fare deviazioni o a volte fermarsi e capire effettivamente se è quella la strada che si vuole ancora percorrere o bisogna cambiare qualcosa.
Mettersi tutte queste aspettative su una "lei del futuro" forse le fanno dimenticare quello che è nel momento presente, cioè una ragazza di 23 anni che sta imparando una cosa nuova e come ogni cosa nuova, oltre a presupporre l'errore e lo sbaglio, ha bisogno di tempo e lei deve trovare il suo, senza sentirsi sbagliata in questo.
Un caro saluto
Buongiorno,
dalle sue parole emerge una forte esigenza di autonomia che, al momento, sembra entrare in conflitto con la paura di perdere il controllo. La guida, in questo senso, non rappresenta solo un obiettivo pratico, ma anche un banco di prova rispetto alla fiducia che sente di poter avere in sé stessa.
Appare come se ogni errore o incertezza venisse vissuto come una conferma di inadeguatezza, più che come un passaggio naturale dell’apprendimento. Il blocco che descrive durante l’esame sembra collegarsi a questo: di fronte allo sguardo dell’altro e al timore di sbagliare, la tensione si è trasformata in paralisi.
Il punto di cui parla pare porla davanti alla possibilità di riconsiderare la sua idea di controllo e fallimento, e di chiedersi se la sicurezza che desidera costruire – come futura madre e come persona autonoma – possa nascere anche dal riconoscimento dei propri limiti, non solo dal tentativo di superarli.
dalle sue parole emerge una forte esigenza di autonomia che, al momento, sembra entrare in conflitto con la paura di perdere il controllo. La guida, in questo senso, non rappresenta solo un obiettivo pratico, ma anche un banco di prova rispetto alla fiducia che sente di poter avere in sé stessa.
Appare come se ogni errore o incertezza venisse vissuto come una conferma di inadeguatezza, più che come un passaggio naturale dell’apprendimento. Il blocco che descrive durante l’esame sembra collegarsi a questo: di fronte allo sguardo dell’altro e al timore di sbagliare, la tensione si è trasformata in paralisi.
Il punto di cui parla pare porla davanti alla possibilità di riconsiderare la sua idea di controllo e fallimento, e di chiedersi se la sicurezza che desidera costruire – come futura madre e come persona autonoma – possa nascere anche dal riconoscimento dei propri limiti, non solo dal tentativo di superarli.
Buongiorno, nel leggere la sua richiesta mi salta all'occhio l'estrema attenzione che lei mette nel progettare il suo futuro, definendo inaccettabile un errore o una svista, o anche un cambio di programma inatteso. Cosa significherebbe per lei dipendere da qualcuno e non essere autonoma? Io sono disponibile ad approfondire in colloquio, se vorrà.
Grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Il blocco che hai avuto durante l’esame non significa che non sei capace di guidare né che non lo diventerai. Il freezing è una risposta di protezione che il sistema nervoso attiva in presenza di una minaccia percepita.
Il fatto che tu ti sia bloccata racconta quanto per te questo obiettivo abbia un significato profondo. Non si tratta solo di prendere la patente. Dietro c’è il desiderio di sentirti indipendente, di costruire una vita autonoma, di diventare un giorno una madre solida, presente e capace di non dipendere da nessuno. Questo rende tutto molto più carico emotivamente e amplifica l’ansia da prestazione, perché non è “solo un esame” ma bensì un tassello importante del tuo futuro. Le difficoltà che stai incontrando raccontano di quanto peso emotivo ti stai portando addosso mentre cerchi di raggiungere questo obiettivo. Può esserti utile iniziare a conoscere e riconoscere l’ansia, ad esempio puoi allenarti a notare cosa succede dentro di te quando guidi o quando pensi di guidare. Quali sensazioni fisiche provi? quali pensieri arrivano? cosa scatena la tensione? Questo ti aiuta a dare un nome a ciò che provi e ad affrontarlo in modo più consapevole. allo stesso tempo, puoi utilizzare alcune tecniche pratiche per calmare il corpo, come la respirazione profonda così da riportarti a uno stato più stabile ogni volta che senti l’ansia salire.
Il fatto che tu ti sia bloccata racconta quanto per te questo obiettivo abbia un significato profondo. Non si tratta solo di prendere la patente. Dietro c’è il desiderio di sentirti indipendente, di costruire una vita autonoma, di diventare un giorno una madre solida, presente e capace di non dipendere da nessuno. Questo rende tutto molto più carico emotivamente e amplifica l’ansia da prestazione, perché non è “solo un esame” ma bensì un tassello importante del tuo futuro. Le difficoltà che stai incontrando raccontano di quanto peso emotivo ti stai portando addosso mentre cerchi di raggiungere questo obiettivo. Può esserti utile iniziare a conoscere e riconoscere l’ansia, ad esempio puoi allenarti a notare cosa succede dentro di te quando guidi o quando pensi di guidare. Quali sensazioni fisiche provi? quali pensieri arrivano? cosa scatena la tensione? Questo ti aiuta a dare un nome a ciò che provi e ad affrontarlo in modo più consapevole. allo stesso tempo, puoi utilizzare alcune tecniche pratiche per calmare il corpo, come la respirazione profonda così da riportarti a uno stato più stabile ogni volta che senti l’ansia salire.
Ciao, grazie per aver scritto.
Si sente tutta la tua determinazione, il desiderio di autonomia e anche la frustrazione che stai vivendo. Quello che racconti non è “solo” una difficoltà con la guida: è qualcosa che tocca la tua voglia di farcela da sola, di diventare una persona stabile, affidabile, magari anche per una futura famiglia. E capisco bene quanto questo renda tutto più carico emotivamente.
Il blocco che hai avuto durante l’esame non significa che tu non sia in grado di guidare. Succede, e anche più spesso di quanto immagini, soprattutto quando c’è tanta pressione interna, quando sentiamo che “dobbiamo farcela per forza”. In momenti così, l’ansia può prendere il sopravvento e mandare tutto in tilt.
Anche il fatto di sentirti sempre troppo a lato della carreggiata o di avere dubbi su te stessa… sono segnali che l’ansia è lì a giocare un ruolo, più che una reale incapacità. E la buona notizia è che si può lavorare su tutto questo: imparare a riconoscere le emozioni prima che ti travolgano, a calmarti dentro anche nei momenti difficili, a ritrovare fiducia.
Il tuo desiderio di guidare, di essere indipendente, non è sbagliato. Anzi, è sano. Semplicemente può essere utile non fare tutto da sola. Parlarne con qualcuno, iniziare magari un breve percorso con uno psicologo, può aiutarti moltissimo. Anche solo per ritrovare un po’ di centratura.
Non è necessario rinunciare alla guida. È probabile che, in questo momento, tu possa aver bisogno di un po’ di supporto per ritrovare la calma e la fiducia in te.
Se desideri parlarne più a fondo, sono a disposizione.
Gabriele
Si sente tutta la tua determinazione, il desiderio di autonomia e anche la frustrazione che stai vivendo. Quello che racconti non è “solo” una difficoltà con la guida: è qualcosa che tocca la tua voglia di farcela da sola, di diventare una persona stabile, affidabile, magari anche per una futura famiglia. E capisco bene quanto questo renda tutto più carico emotivamente.
Il blocco che hai avuto durante l’esame non significa che tu non sia in grado di guidare. Succede, e anche più spesso di quanto immagini, soprattutto quando c’è tanta pressione interna, quando sentiamo che “dobbiamo farcela per forza”. In momenti così, l’ansia può prendere il sopravvento e mandare tutto in tilt.
Anche il fatto di sentirti sempre troppo a lato della carreggiata o di avere dubbi su te stessa… sono segnali che l’ansia è lì a giocare un ruolo, più che una reale incapacità. E la buona notizia è che si può lavorare su tutto questo: imparare a riconoscere le emozioni prima che ti travolgano, a calmarti dentro anche nei momenti difficili, a ritrovare fiducia.
Il tuo desiderio di guidare, di essere indipendente, non è sbagliato. Anzi, è sano. Semplicemente può essere utile non fare tutto da sola. Parlarne con qualcuno, iniziare magari un breve percorso con uno psicologo, può aiutarti moltissimo. Anche solo per ritrovare un po’ di centratura.
Non è necessario rinunciare alla guida. È probabile che, in questo momento, tu possa aver bisogno di un po’ di supporto per ritrovare la calma e la fiducia in te.
Se desideri parlarne più a fondo, sono a disposizione.
Gabriele
Buonasera, leggo e capisco il suo stato di ansia e la paura di non riuscire a raggiungere il suo obiettivo. Trovo che però, avendo un obiettivo e desiderando volerlo raggiungere, sia già questo un buon punto di partenza. I suoi blocchi sono di sicuro dovuti all'ansia e sono le ragioni di questa ansia che andranno ricercate ed elaborate. Lei è proiettata, come scrive lei stessa più volte, a diventare madre e a rivestire il ruolo di struttura portante della famiglia, senza difficoltà o impedimenti, forse in maniera perfetta, chissà..Potrebbe essere utile non desistere, continuare le guide affrontando proprio quelle piccole difficoltà che si incontrano guidando, parcheggiando e, una volta affrontate, la paura sarà sempre meno, insieme all'aiuto di un professionista che la ascolti e col quale può lavorare su se stessa e sulla sua autostima.
Salve,
Inizio col dirle che mi spiace molto per la situazione che sta attraversando.
le sue parole descrivono con molta sensibilità quanto possa essere difficile affrontare una situazione diprobabile ansia da prestazione e paura di guidare, soprattutto quando dietro c’è un desiderio così forte di autonomia, indipendenza e di crescita personale.
Ciò che ha vissuto durante l’esame come il “blocco” o freeze emotivo è una reazione molto comune in situazioni percepite come minacciose, pericolose o cariche di pressione: il corpo e la mente entrano in uno stato di difesa, come se volessero proteggerla da un possibile errore o fallimento, bloccandoci.
Questo non significa affatto che lei “non sia capace di guidare”, ma piuttosto che sta affrontando un probabile meccanismo d’ansia che può essere compreso e gestito.
Un percorso psicologico mirato, ad esempio con tecniche di gestione dell’ansia o di regolazione emotiva, può aiutarla a ritrovare fiducia, migliorare la concentrazione e ridurre inoltre la paura del giudizio.
I limiti che oggi percepisce non sono definitivi: con il giusto supporto e una guida empatica, può trasformare questa esperienza in un’occasione di crescita personale e rafforzamento dell’autostima e della sua sicurezza.
Buone cose, dott.Marziani
Inizio col dirle che mi spiace molto per la situazione che sta attraversando.
le sue parole descrivono con molta sensibilità quanto possa essere difficile affrontare una situazione diprobabile ansia da prestazione e paura di guidare, soprattutto quando dietro c’è un desiderio così forte di autonomia, indipendenza e di crescita personale.
Ciò che ha vissuto durante l’esame come il “blocco” o freeze emotivo è una reazione molto comune in situazioni percepite come minacciose, pericolose o cariche di pressione: il corpo e la mente entrano in uno stato di difesa, come se volessero proteggerla da un possibile errore o fallimento, bloccandoci.
Questo non significa affatto che lei “non sia capace di guidare”, ma piuttosto che sta affrontando un probabile meccanismo d’ansia che può essere compreso e gestito.
Un percorso psicologico mirato, ad esempio con tecniche di gestione dell’ansia o di regolazione emotiva, può aiutarla a ritrovare fiducia, migliorare la concentrazione e ridurre inoltre la paura del giudizio.
I limiti che oggi percepisce non sono definitivi: con il giusto supporto e una guida empatica, può trasformare questa esperienza in un’occasione di crescita personale e rafforzamento dell’autostima e della sua sicurezza.
Buone cose, dott.Marziani
Ciao,
assolutamente non devi "abbandonare" questo desiderio della patente.
Quello di cui parli è molto serio, so che cosa ti stia accadendo, ma non dipende dalla tipologia di macchina o dai limiti di velocità o da un occhio più o meno "allenato".
In un valido percorso di terapia potresti capire cosa ti stia accadendo e perché, così da trasformare questa dinamica e mandare via la paura che ti ha bloccata alla guida, durante l'esame e non solo li.
Un caro saluto
Lavinia
assolutamente non devi "abbandonare" questo desiderio della patente.
Quello di cui parli è molto serio, so che cosa ti stia accadendo, ma non dipende dalla tipologia di macchina o dai limiti di velocità o da un occhio più o meno "allenato".
In un valido percorso di terapia potresti capire cosa ti stia accadendo e perché, così da trasformare questa dinamica e mandare via la paura che ti ha bloccata alla guida, durante l'esame e non solo li.
Un caro saluto
Lavinia
Buongiorno, l'essere consapevoli della propria difficoltà e della propria ansia ti mette in un'ottima posizione nella scelta di volere migliorare questa situazione. Probabilmente l'ansia alla guida deriva da una serie di ansie sottostanti e, se come dici tu prima non ne eri consapevole, adesso invece lo noti. Puoi imparare a gestirla e anche le nuove tipologie di macchine possono assisterti in questo caso, ma è sicuramente importante che prima di metterti alla guida tu riesca a gestire meglio il tuo stato d'animo. La fretta in questi casi non aiuta, potresti avere bisogno di più esercitazioni, con persone con cui ti senti tranquilla, in modo che anche quando l'ansia tornerà in presenza dell'esaminatore o del traffico tu saprai di poterla gestire e affrontare. Tuttavia se ti sembra che quest'ansia sia difficile da gestire o da superare, potresti prendere in considerazione l'idea di chiedere aiuto ad un terapeuta in modo da poterti aiutare sia nella gestione del sintomo, che in questo caso è l'ansia alla guida, sia nel comprendere le cause sottostanti, perché la consapevolezza può aiutarti a gestire meglio le situazioni difficili, ad anticipare eventuali situazioni stressanti.
Gentile utente,
comprendo bene quanto questa esperienza la stia mettendo in difficoltà: la patente rappresenta per lei non solo un obiettivo pratico, ma anche un simbolo di indipendenza e sicurezza personale, quindi è naturale che le difficoltà incontrate le provochino frustrazione e paura di non farcela.
Il blocco che descrive non è raro: in situazioni di forte stress, può attivarsi una reazione di freeze (congelamento), una risposta automatica del corpo di fronte a una percezione di pericolo. Non indica che lei non possa guidare, ma che la sua ansia ha avuto la meglio in quel momento.
Le suggerisco innanzitutto di parlarne apertamente con la sua psicoterapeuta o, se non è già seguita, di intraprendere un percorso psicologico per lavorare su gestione dell’ansia, autostima e tolleranza dell’errore. Con un lavoro mirato e graduale, è possibile ridurre molto questo tipo di blocchi.
Allo stesso tempo, valuti insieme all’istruttore la possibilità di riprendere le guide in modo più graduale, senza fretta, e di esercitarsi anche in contesti a basso stress (es. parcheggi, strade poco trafficate). A volte un’auto automatica o con sistemi di assistenza può effettivamente aiutare a ridurre la tensione iniziale.
I limiti che descrive non sono insuperabili: con il giusto supporto e tempi rispettosi dei suoi ritmi, potrà recuperare fiducia e sicurezza.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
comprendo bene quanto questa esperienza la stia mettendo in difficoltà: la patente rappresenta per lei non solo un obiettivo pratico, ma anche un simbolo di indipendenza e sicurezza personale, quindi è naturale che le difficoltà incontrate le provochino frustrazione e paura di non farcela.
Il blocco che descrive non è raro: in situazioni di forte stress, può attivarsi una reazione di freeze (congelamento), una risposta automatica del corpo di fronte a una percezione di pericolo. Non indica che lei non possa guidare, ma che la sua ansia ha avuto la meglio in quel momento.
Le suggerisco innanzitutto di parlarne apertamente con la sua psicoterapeuta o, se non è già seguita, di intraprendere un percorso psicologico per lavorare su gestione dell’ansia, autostima e tolleranza dell’errore. Con un lavoro mirato e graduale, è possibile ridurre molto questo tipo di blocchi.
Allo stesso tempo, valuti insieme all’istruttore la possibilità di riprendere le guide in modo più graduale, senza fretta, e di esercitarsi anche in contesti a basso stress (es. parcheggi, strade poco trafficate). A volte un’auto automatica o con sistemi di assistenza può effettivamente aiutare a ridurre la tensione iniziale.
I limiti che descrive non sono insuperabili: con il giusto supporto e tempi rispettosi dei suoi ritmi, potrà recuperare fiducia e sicurezza.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Buongiorno, quello che mi sento di dirti innanzitutto è di essere meno severa con te stessa. Dato questo tuo desiderio di diventare mamma in futuro, prova ad essere un genitore amorevole verso te stessa in primis. Può esserti utile anche fare questo esercizio: cosa diresti a tua/o figlia/o qualora fosse disperato perchè non ha superato l'esame di guida?
Inoltre, cerchiamo di fare un esame di realtà: ti sei bloccata mentre stavi facendo la prova pratica di guida, una situazione sicura e controllata dove al tuo fianco c'era l'istruttore in grado di "correggerti" qualora avessi fatto manovre sbagliate o pericolose. Inoltre, alcuni imparano in fretta a guidare e si sentono subito a proprio agio mentre per altri ci vuole più tempo. Per me e tantissime altre persone è stato così, ho fatto tantissime guide prima di dare l'esame e comunque anche all'esame ero impacciata (ricordo di essermi dimenticata di mettere la cintura quando sono salita in macchina). Mi sono sentita disinvolta in auto dopo aver preso la patente e dopo aver usato l'auto più e più volte. Eppure spoiler: mi piace tuttora guidare e mi ritengo anche bravina :) Comunque se non ti sei trovata bene con quell'istruttore, prova a cambiare, non deve essere lì per giudicarti o metterti ancora più paura di quella che hai già.
E' stata solo in quella specifica situazione che hai avvertito quell'ansia forte o ci sono state altre occasioni? Infine, il posto giusto per fare un lavoro interiore e imparare a gestire l'ansia è senza dubbio in terapia.
Inoltre, cerchiamo di fare un esame di realtà: ti sei bloccata mentre stavi facendo la prova pratica di guida, una situazione sicura e controllata dove al tuo fianco c'era l'istruttore in grado di "correggerti" qualora avessi fatto manovre sbagliate o pericolose. Inoltre, alcuni imparano in fretta a guidare e si sentono subito a proprio agio mentre per altri ci vuole più tempo. Per me e tantissime altre persone è stato così, ho fatto tantissime guide prima di dare l'esame e comunque anche all'esame ero impacciata (ricordo di essermi dimenticata di mettere la cintura quando sono salita in macchina). Mi sono sentita disinvolta in auto dopo aver preso la patente e dopo aver usato l'auto più e più volte. Eppure spoiler: mi piace tuttora guidare e mi ritengo anche bravina :) Comunque se non ti sei trovata bene con quell'istruttore, prova a cambiare, non deve essere lì per giudicarti o metterti ancora più paura di quella che hai già.
E' stata solo in quella specifica situazione che hai avvertito quell'ansia forte o ci sono state altre occasioni? Infine, il posto giusto per fare un lavoro interiore e imparare a gestire l'ansia è senza dubbio in terapia.
Buongiorno, guidare all'inizio può essere fonte di ansia per diverse persone; è pur sempre un mezzo che, nonostante ci garantisca molte libertà e indipendenza, richiede anche una buona padronanza e senso di responsabilità come lei stesso ha sottolineato. Innanzitutto la naturalezza della quale parla, è normale che la si ottenga più in là dopo aver guidato per diverso tempo e dopo tanta pratica. Per questo io eviterei di fare confronti con altri suoi coetanei circa questo aspetto, specie se questi guidano da più tempo. Comprendo e ammiro il suo senso di responsabilità verso la sua e altrui incolumità, tuttavia, non mi affretterei a dire che lei è non è predisposta o addirittura pericolosa per portare una macchina o qualsiasi mezzo. L'aspetto positivo della guida è che si tratta di processo che si automatizza mano a mano che lo si pratica, come può essere l'allacciarsi le scarpe, mangiare o andare su una bicicletta, quindi alla portata della stramaggioranza delle persone. Magari, discutendone con l'istruttore e i suoi genitori, può partire da percorsi più facili, come avrà già fatto, per poi addentrarsi gradualmente in percorsi più mondani e trafficati. Allo stesso tempo, riconosco che è importante che lei lavori sulla sua ansia e su come gestirla, se la ritiene così invalidante. Per questo si senta libera di contattarmi eventualmente. Un caro saluto
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