Esperienze
Accompagno adolescenti e adulti in momenti di difficoltà, in un contesto accogliente, riservato e non giudicante, dove ogni storia può essere accolta nella sua unicità. Lavoro secondo un orientamento psicoanalitico, con attenzione alla storia personale e ai vissuti emotivi, integrando una sensibilità verso i legami tra mente e corpo.
Mi occupo in particolare di:
• Difficoltà relazionali, emotive e familiari
• Disturbi alimentari e immagine corporea
• Ansia, stress, bassa autostima
• Difficoltà legate alla sfera affettiva e sessuale
• Vissuti traumatici e psicosomatica
Formazione ed esperienza
• Laurea Magistrale in Psicologia (LM-51) presso l'Università degli Studi di Palermo
• Specializzanda in Psicoterapia presso l'Istituto Italiano di Psicoterapia Psicoanalitica (IIPP)
• Esperienze presso strutture pubbliche e private, tra cui Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare (CEDIAL) - Asp di Palermo, Comunità Terapeutica Assistita, CSM,...
Ricevo a Palermo (zona centrale) e offro anche consulenze online.
Approccio terapeutico
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicodiagnostica
- Psicosomatica
Principali patologie trattate
- Disturbi dell'umore
- Disturbi psicosomatici
- Stress
- Problemi di coppia
- Depressione
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Foto e video
Indirizzi (2)
Via Riccardo Wagner 4, Palermo 90139
Disponibilità
Pagamento online
Accettato
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
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Accettato
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico
50 € -
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Colloquio psicologico clinico
50 € -
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Consulenza online
45 € - 46 € -
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Consulenza psicologica
50 € -
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Colloquio di coppia
55 € - 60 € -
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Recensioni
2 recensioni
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R
R. M.
Ho visto ancora solo poche volte la Dott.ssa Cascio, ma posso dire di aver avuto una buona impressione e di sentirmi a mio agio e per me questo è già molto importante. Sicuramente proseguirò il percorso!
• Studio Dott.ssa Marta Cascio • colloquio psicologico individuale •
Dott.ssa Marta Cascio
Mi fa molto piacere ricevere i vostri feedback e soprattutto che abbia poi deciso di proseguire il percorso. Spero potremo fare un buon lavoro insieme!
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A
A. A.
Accogliente e presente, ti fa sentire a tuo agio ogni volta.
• Studio Dott.ssa Marta Cascio • colloquio psicologico •
Dott.ssa Marta Cascio
Grazie, per me è sempre importante che l'altro si senta a proprio agio. Sopratutto quando si decide di intraprendere un percorso per la propria salute e benessere.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno dottori. Sono una ragazza di 23 anni e ho deciso di scrivervi a causa di una situazione che mi sta mettendo alla prova. Sono quasi 4 mesi che sto facendo guide con il mio istruttore di guida per poter prendere la patente, ma sembra che abbia delle difficoltà a imparare e mi serve molto tempo, già questa cosa mi ha dato frustrazione perché io ero determinata a prenderla e iniziare presto a essere indipendente, e andare anche a lavoro con l’auto e non con i mezzi, per me fonte di grande stress e stanchezza, quindi ho voluto puntare a un’auto, anche perché in futuro vorrei diventare madre ed è innegabile che sia necessaria la macchina per poter accompagnare i figli ovunque senza dipendere da altri, quindi è una quasi necessità avere quella patente; queste difficoltà che sto avendo mi hanno messa molto sotto pressione perché ogni volta che mi impegnavo non riuscivo mai a raggiungere quella naturalezza che hanno gli altri, e soprattutto recentemente ho anche fatto l’esame perché ero abbastanza pronta, ma è successo che ho incontrato un’auto in una posizione diversa dal solito e sono andata in panico e mi sono freezata, tanto che ha fermato la macchina il mio istruttore perché io ero in tilt, cosa che non era mai successa alle guide, e con l’esaminatore che sentivo giudicarmi è stato un processo che ha portato me a implodere dentro. Ovviamente fui bocciata ma a me preoccupa quel momento di blocco, perché non posso essere una che si freeza, è inaccettabile alla guida, ma non so da dove cominciare per poter fare quel lavoro interiore che mi potrà portare a cambiare il mio stato mentale, e anche a guidare meglio, come a stare al centro nella carreggiata, poiché tendo spesso a mettermi troppo a un lato, pericoloso anche questo, ma non capisco come allenarmi all’occhio. Dopo tutti questi intoppi, ho paura che io possa non essere una che può guidare, che sia più saggio lasciar perdere ma come vi ho detto io non posso vivere per sempre con i mezzi, e io desidero con tutto il mio essere un giorno diventare madre e una colonna solida per la mia famiglia in futuro, e questo avviene anche potendo guidare, e non posso fare in modo che sia diverso, perché significa dipendere da altri, e io non voglio essere questa madre per loro, voglio essere io la loro stabilità, certo sono umana, ma una cosa elementare come poterli accompagnare in auto dovrebbe essere presente almeno. Insomma vorrei davvero capire se devo abbandonare io come persona a imparare a guidare, in quanto io troppo pericolosa per la guida, o se i limiti sono prima o poi superabili, magari con un’auto automatica e programmi di guida assistita. E ovviamente come posso fare per cambiare interiormente l’ansia che a quanto pare era in fondo a me sempre e nemmeno me ne rendevo conto. Devo cambiare questo prima di mettermi alla guida da sola, per la mia incolumità e quella di tutti, ma non so come fare.
Vi ringrazio per aver letto, e spero in una vostra risposta.
Capisco quanto questa situazione possa essere faticosa e frustrante per lei. Da ciò che racconta, sembra che la difficoltà con la guida abbia toccato aspetti più profondi, legati all’ansia, al bisogno di controllo e al timore di non essere all’altezza. È comprensibile che, di fronte a un contesto di valutazione come l’esame, queste emozioni si siano intensificate fino al blocco.
La reazione di freezing non indica che lei “non possa guidare”, ma piuttosto che in quel momento il sistema nervoso ha reagito a un forte stress. È una risposta umana e reversibile, ma merita ascolto.
Al di là dei consigli che può ricevere qui, potrebbe esserle utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio le radici di questa ansia e imparare strategie per regolarla. Lavorare su questo aspetto l’aiuterebbe non solo nella guida, ma anche nel raggiungere quella serenità e fiducia che desidera per sé e per il suo futuro ruolo di madre.
Buongiorno, ho scoperto che la terapeuta della mia compagna è amica della ex della mia compagna , la quale(ex) è proprietaria di un centro olistico presso il quelle la terapeuta tiene, periodicamente, degli incontri di gruppo sulla rinascita e la consapevolezza... incontri ai quali ha invitato anche la mia compagna la quale, a dire il vero, ha declinato, per non ferire me, cosa che ho apprezzato e glielo ho detto; ma alla sua terapeuta non è bastato ed ha insistito dicendo che 'sarebbe bello che tra di voi non fosse un problema', affermazione che ha messo sulla difensiva la mia compagna contro di me, e ne è scaturita una discussione immensa. Io mi sento schiacciata e messa da parte e non rispettata nei miei sentimenti e nelle mie difficoltà. Non ho mai impedito nulla alla mia compagna, ma questa amicizia tra la sua terapeuta e la ex mi mette a disagio, non parliamo del resto.
Ma ,domando a voi, è opportuno un comportamento del genere da parte della terapeuta?
Grazie
Buongiorno! Capisco bene il disagio che descrive, in situazioni come questa è naturale sentirsi messi da parte o non rispettati nei propri vissuti. In un contesto terapeutico, la sensibilità a questi aspetti è fondamentale.
La terapeuta della sua compagna, essendo in rapporto di amicizia e collaborazione con la ex partner, si trova in una condizione che richiederebbe particolare cautela per evitare sovrapposizioni di ruoli o possibili conflitti di interesse.
Il disagio che lei esprime non andrebbe ignorato né sminuito. La terapeuta potrebbe aiutare la sua compagna a riflettere sul significato di questa situazione e su come gestire i sentimenti che suscita, rispettando anche i suoi.
In ogni caso, la collaborazione in sé non è scorretta, ma dovrebbe essere ben gestita: l’ascolto e la tutela del benessere delle persone coinvolte dovrebbero restare la priorità.
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