Buongiorno dottori diciamo che io ho sempre sofferto di doc credo che sia questo per come ho letto s
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Buongiorno dottori diciamo che io ho sempre sofferto di doc credo che sia questo per come ho letto su internet, cioè quando mi passava qualcosa di brutto, tipo se toccavo quella cosa per 3 volte non mi succedeva qualcosa di brutto a me oppure hai miei, ecc, solo che adesso da pochi mesi mi succede che ho pensieri tipo se lascio una borsa custodica a qualcuno che conosco con del mangiare dentro mi passa per la testa chissa se gli metti qualcosa di velenoso dentro, oppure se vedo qualcuno che mi guarda penso chissa se mi vuole del male, quindi faccio il gesto di toccarmi di nascosto per scacciare via questo pensiero, quindi sto tranquillo... tutto questo sono sempre parte di ossessioni o cosa? apparte questo ho anche un'altra domanda da porre visto che quello che mangio lo sento tipo con meno gusto si può parlare di schizofrenia? oppure li si parla di allucinazioni gustative che io non ho..non so se questa paura di schizofrenia sia anche una ossessione, perchè ho anche sintomi dissociativi come se tutto quello che guardo lo vedo distante, come paura di perdere il controllo. grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo, con così tanta sincerità e attenzione verso se stesso.
Quello che descrive riguarda pensieri e sensazioni che possono generare molta fatica, confusione e paura, e comprendo quanto possa essere difficile gestirli da solo. La paura che qualcosa possa andare storto, i gesti che si sente spinto a fare per “stare tranquillo”, i dubbi su se stesso o sugli altri… tutto questo può diventare molto pesante da sostenere nel quotidiano.
È importante dirle che non è solo e che ciò che prova può essere compreso e accolto in uno spazio sicuro. A volte, quando la mente è molto carica di pensieri e paure, può portarci a percezioni alterate del corpo o del mondo intorno a noi. Questo non significa necessariamente che ci sia qualcosa di “grave” o “pericoloso” in corso, ma è un segnale che ci invita a prendersi cura di sé in modo più profondo.
Se vuole, possiamo parlarne insieme. Mi contatti pure: sarà ascoltato con rispetto, calma e senza alcun giudizio. Prendersi cura di sé è sempre un atto di forza e di coraggio.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo, con così tanta sincerità e attenzione verso se stesso.
Quello che descrive riguarda pensieri e sensazioni che possono generare molta fatica, confusione e paura, e comprendo quanto possa essere difficile gestirli da solo. La paura che qualcosa possa andare storto, i gesti che si sente spinto a fare per “stare tranquillo”, i dubbi su se stesso o sugli altri… tutto questo può diventare molto pesante da sostenere nel quotidiano.
È importante dirle che non è solo e che ciò che prova può essere compreso e accolto in uno spazio sicuro. A volte, quando la mente è molto carica di pensieri e paure, può portarci a percezioni alterate del corpo o del mondo intorno a noi. Questo non significa necessariamente che ci sia qualcosa di “grave” o “pericoloso” in corso, ma è un segnale che ci invita a prendersi cura di sé in modo più profondo.
Se vuole, possiamo parlarne insieme. Mi contatti pure: sarà ascoltato con rispetto, calma e senza alcun giudizio. Prendersi cura di sé è sempre un atto di forza e di coraggio.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Buonasera Gentile Utente, da come ha descritto sembrerebbero essere presenti sia le ossessioni (pensieri ripetitivi e intrusivi), sia le compulsioni (comportamenti atti a "risolvere" le ossessioni). Il mio consiglio è quello di fare una visita psichiatrica per poter avere una diagnosi (nel caso in cui ancora non ci fosse) e intraprendere una cura farmacologica. Una volta stabilizzato, sarebbe sicuramente utile anche un percorso di psicoterapia, volto a capire da dove nascono le sue ossessioni, per dare senso alla sua esperienza. Cordialmente, dott. Gianmarco Simeoni
Buonasera, credo sia opportuno rivolgersi ad un professionista per poter chiarire i suoi dubbi. Dal suo racconto, la quotidianità sembra molto difficile da sostenere e si percepisce che questi pensieri le causino molta preoccupazione e sofferenza.
Gentile utente parlarne in questi termini aumenta i pensieri. Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Dott. Luca Rochdi
La ringrazio per la fiducia con cui ha deciso di condividere pensieri così delicati e per la chiarezza con cui ha descritto ciò che sta vivendo. Quello che racconta è molto coerente con i meccanismi tipici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Le situazioni che descrive, come l’urgenza di fare gesti o rituali per neutralizzare un pensiero temuto, oppure la necessità di controllare o ripetere azioni per sentirsi al sicuro da qualcosa di brutto, sono caratteristiche molto comuni del DOC. In genere, in chi soffre di questo disturbo, la mente produce pensieri intrusivi, spesso in contrasto con i propri valori, che generano un forte senso di minaccia o colpa. La persona allora sente l’impulso di mettere in atto comportamenti ripetitivi, come toccare un oggetto o fare gesti scaramantici, per ridurre l’ansia e trovare sollievo, anche se solo momentaneo. Nel suo caso, i pensieri di avvelenamento, di persone che potrebbero farle del male o lo scacciare via questi pensieri con gesti di tocco sono rituali di neutralizzazione. La mente le suggerisce di fare un’azione per sentirsi sicuro e non rischiare conseguenze temute. Tutto questo alimenta un circolo vizioso: più cerca di scacciare o controllare il pensiero, più esso si ripresenta, aumentando la preoccupazione. Per quanto riguarda la preoccupazione sulla schizofrenia, la capisco molto bene. Spesso chi soffre di DOC teme di impazzire o di perdere il controllo. È un timore frequente che, paradossalmente, indica proprio di non essere affetto da schizofrenia. Nella schizofrenia i sintomi principali sono deliri strutturati, convinzioni false a cui la persona crede fermamente, o vere e proprie allucinazioni uditive, visive o gustative, che non vengono messe in dubbio. Lei invece dimostra di interrogarsi, di analizzare questi pensieri e di temere la possibilità di ammalarsi. Questa consapevolezza e questo dubbio continuo non sono tipici della schizofrenia, ma piuttosto di un meccanismo ossessivo. Anche la sensazione di vedere tutto distante, di sentirsi scollegato o di avere un senso di irrealtà rientra spesso in un fenomeno chiamato derealizzazione o depersonalizzazione. È una risposta del nostro sistema nervoso a uno stato di ansia molto elevata: la mente, per proteggersi da una tensione troppo forte, si “stacca” dalla realtà o da sé stessi. Non significa che stia perdendo contatto con la realtà in senso psicotico, ma che la sua mente sta cercando di proteggersi da un carico emotivo eccessivo. Un percorso di terapia cognitivo-comportamentale la aiuterebbe molto a spezzare questo meccanismo. Lavorando sui pensieri ossessivi si imparano strategie per non cadere nella trappola dei rituali e delle rassicurazioni, accettando che i pensieri intrusivi non definiscono chi siamo né ciò che potrà accadere. Col tempo, si può imparare a tollerare l’incertezza senza doverla controllare con gesti o verifiche continue. Se sente che questi vissuti le stanno togliendo serenità nella vita di tutti i giorni, non esiti a chiedere aiuto. Non c’è nulla di cui vergognarsi: il DOC è molto più diffuso di quanto si pensi e può essere trattato con ottimi risultati. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Potrebbe valutare di recarsi da un professionista che possa fare la diagnosi corretta e proporle il relativo e più indicato trattamento. Un caro saluto.
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Da ciò che descrive, sembra che lei stia vivendo pensieri intrusivi e rituali mentali che hanno lo scopo di “neutralizzare” sensazioni di pericolo o colpa: questi elementi sono spesso presenti nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC), sebbene solo un colloquio approfondito possa chiarirlo. Anche la paura che un gesto possa danneggiare gli altri, o il dubbio su pensieri “pericolosi”, rientra in certe forme di ossessione. La sensazione di vivere il mondo come distante o irreale, così come il timore di perdere il controllo, possono essere invece segnali legati a stati di ansia intensa o di tipo dissociativo, che spesso accompagnano forme di disagio come il DOC.
Per quanto riguarda la paura di avere la schizofrenia, anche questo timore – se costante e non fondato su reali sintomi psicotici – può rientrare tra le ossessioni ipocondriache.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano
Da ciò che descrive, sembra che lei stia vivendo pensieri intrusivi e rituali mentali che hanno lo scopo di “neutralizzare” sensazioni di pericolo o colpa: questi elementi sono spesso presenti nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC), sebbene solo un colloquio approfondito possa chiarirlo. Anche la paura che un gesto possa danneggiare gli altri, o il dubbio su pensieri “pericolosi”, rientra in certe forme di ossessione. La sensazione di vivere il mondo come distante o irreale, così come il timore di perdere il controllo, possono essere invece segnali legati a stati di ansia intensa o di tipo dissociativo, che spesso accompagnano forme di disagio come il DOC.
Per quanto riguarda la paura di avere la schizofrenia, anche questo timore – se costante e non fondato su reali sintomi psicotici – può rientrare tra le ossessioni ipocondriache.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano
Buongiorno, quando elenca i pensieri intrusivi, i gesti scaramantici o di “neutralizzazione”, la paura di fare o subire del male, la sensazione di irrealtà – sembra rientrare in modo molto coerente nel quadro del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Anche la paura di avere una malattia grave come la schizofrenia può far parte del DOC, sotto forma di ossessione di contenuto ipocondriaco o psicotico.
La depersonalizzazione o la sensazione che “tutto sembri distante” spesso sono sintomi legati all’ansia intensa, non segni di schizofrenia. Inoltre, se è consapevole che sono “pensieri” e non realtà, è un buon segno: non si tratta di delirio o allucinazione.
Le consiglio di non restare solo con questi dubbi: una psicoterapeuta con esperienza nei disturbi ossessivi può aiutarla a chiarire meglio la situazione e trovare strumenti per stare meglio.
Un caro saluto, Dott.ssa Violeta Raileanu
La depersonalizzazione o la sensazione che “tutto sembri distante” spesso sono sintomi legati all’ansia intensa, non segni di schizofrenia. Inoltre, se è consapevole che sono “pensieri” e non realtà, è un buon segno: non si tratta di delirio o allucinazione.
Le consiglio di non restare solo con questi dubbi: una psicoterapeuta con esperienza nei disturbi ossessivi può aiutarla a chiarire meglio la situazione e trovare strumenti per stare meglio.
Un caro saluto, Dott.ssa Violeta Raileanu
Da come scrive si sente che sta vivendo tutto con grande fatica ma anche con molta consapevolezza: riconoscere questi pensieri e il bisogno di gestirli è già un passo importante.
Quello che descrive – dai gesti scaramantici alle paure improvvise, fino alla difficoltà a sentire il gusto o a percepire la realtà come distante – non significa che sta impazzendo, e non è schizofrenia.
Spesso, quando l’ansia o il pensiero ossessivo diventano molto forti, si attivano anche sintomi dissociativi o paure di perdere il controllo. Non è raro sentirsi “distaccati da tutto” o percepire il mondo come lontano.
Il punto non è “diagnosticarsi” da soli, ma trovare uno spazio in cui queste paure possano essere accolte e comprese, senza doverci lottare ogni giorno.
Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a ridare significato a ciò che sta vivendo e a recuperare calma e fiducia.
Quello che descrive – dai gesti scaramantici alle paure improvvise, fino alla difficoltà a sentire il gusto o a percepire la realtà come distante – non significa che sta impazzendo, e non è schizofrenia.
Spesso, quando l’ansia o il pensiero ossessivo diventano molto forti, si attivano anche sintomi dissociativi o paure di perdere il controllo. Non è raro sentirsi “distaccati da tutto” o percepire il mondo come lontano.
Il punto non è “diagnosticarsi” da soli, ma trovare uno spazio in cui queste paure possano essere accolte e comprese, senza doverci lottare ogni giorno.
Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a ridare significato a ciò che sta vivendo e a recuperare calma e fiducia.
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così aperto.
Questi vissuti possono generare confusione e preoccupazione. In questi casi, il solo modo per chiarire i propri dubbi e ricevere una risposta adeguata è attraverso una valutazione psicologica approfondita, che permetta di comprendere quanto sta accadendo e orientarsi rispetto a eventuali percorsi di supporto.
Ogni esperienza è unica e merita di essere accolta con attenzione: il colloquio con un/una professionista, potrà aiutarla a dare un nome preciso a ciò che vive e a trovare strumenti utili per affrontarlo.
Un passo alla volta, Insieme
Dr.ssa Cecilia Mancini
Questi vissuti possono generare confusione e preoccupazione. In questi casi, il solo modo per chiarire i propri dubbi e ricevere una risposta adeguata è attraverso una valutazione psicologica approfondita, che permetta di comprendere quanto sta accadendo e orientarsi rispetto a eventuali percorsi di supporto.
Ogni esperienza è unica e merita di essere accolta con attenzione: il colloquio con un/una professionista, potrà aiutarla a dare un nome preciso a ciò che vive e a trovare strumenti utili per affrontarlo.
Un passo alla volta, Insieme
Dr.ssa Cecilia Mancini
Buonasera, sicuramente deve sottoporsi alla valutazione di un professionista per avere un quadro completo. I sintomi che lei descrive sono compatibili con pensieri ossessivi, così come la sensazione di vedere tutto distante e con distacco potrebbe essere compatibile con una dissociazione. In merito al dubbio sulla schizofrenia, sembra molto legato ad un suo timore ( da capire il perché) più che ad alcune manifestazioni da lei descritte. Ribadisco però che è necessaria la valutazione di uno specialista. Non averla, secondo me, può solo "attivare" di più le sue preoccupazioni e probabilmente anche i suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, le consiglio una valutazione psichiatrica e un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso apertamente ciò che sta vivendo. Da quanto descrive, la modalità con cui gestisce questi pensieri (il fatto che compaiano in modo intrusivo, disturbante, e la necessità di neutralizzarli con gesti o azioni ripetitive) è fortemente riconducibile a un disturbo ossessivo-compulsivo. In particolare, quello che lei riferisce corrisponde a ciò che in ambito clinico chiamiamo "rituali mentali" o "comportamenti di neutralizzazione", che servono a ridurre l'ansia provocata dal pensiero temuto. È importante chiarire che avere questi pensieri non significa desiderare o voler fare ciò che si immagina, ma è proprio la loro intrusività e la difficoltà a lasciarli andare che li rende così faticosi da gestire. Questo è uno dei tratti caratteristici del DOC.
La paura che qualcuno le voglia fare del male, il bisogno di controllare o proteggersi mentalmente, così come il dubbio ricorrente rispetto alla possibilità di "impazzire", sono pensieri comuni in fasi acute d'ansia e stress per chi soffre di questo disturbo. Quando scrive di temere la schizofrenia, potrebbe trattarsi di un'ossessione legata al timore di perdere il controllo o la lucidità mentale. È un contenuto che vedo spesso nella mia pratica clinica, e fa parte di un quadro ansioso-ossessivo piuttosto che psicotico.
I sintomi di derealizzazione o depersonalizzazione che descrive, ovvero quella sensazione che il mondo le appaia distante o sfocato, sono spesso una risposta dell'organismo a un livello molto elevato di stress o ansia. Non indicano necessariamente la presenza di un disturbo psicotico come la schizofrenia. La riduzione del gusto può anch'essa essere influenzata da stati emotivi intensi, come l’ansia o la depressione, e non deve per forza essere interpretata come una “allucinazione gustativa”, che ha caratteristiche molto diverse e raramente compare in modo isolato.
Tutto questo, ovviamente, andrebbe valutato in modo approfondito e diretto, ma il quadro generale che emerge dalle sue parole sembra coerente con una sofferenza di tipo ossessivo, eventualmente accompagnata da tratti ansiosi, non con un disturbo psicotico. La buona notizia è che oggi disponiamo di trattamenti terapeutici molto efficaci, basati su approcci validati dalla ricerca scientifica, in grado di offrire sollievo e di aiutarla a riprendere il controllo della sua vita quotidiana.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
La paura che qualcuno le voglia fare del male, il bisogno di controllare o proteggersi mentalmente, così come il dubbio ricorrente rispetto alla possibilità di "impazzire", sono pensieri comuni in fasi acute d'ansia e stress per chi soffre di questo disturbo. Quando scrive di temere la schizofrenia, potrebbe trattarsi di un'ossessione legata al timore di perdere il controllo o la lucidità mentale. È un contenuto che vedo spesso nella mia pratica clinica, e fa parte di un quadro ansioso-ossessivo piuttosto che psicotico.
I sintomi di derealizzazione o depersonalizzazione che descrive, ovvero quella sensazione che il mondo le appaia distante o sfocato, sono spesso una risposta dell'organismo a un livello molto elevato di stress o ansia. Non indicano necessariamente la presenza di un disturbo psicotico come la schizofrenia. La riduzione del gusto può anch'essa essere influenzata da stati emotivi intensi, come l’ansia o la depressione, e non deve per forza essere interpretata come una “allucinazione gustativa”, che ha caratteristiche molto diverse e raramente compare in modo isolato.
Tutto questo, ovviamente, andrebbe valutato in modo approfondito e diretto, ma il quadro generale che emerge dalle sue parole sembra coerente con una sofferenza di tipo ossessivo, eventualmente accompagnata da tratti ansiosi, non con un disturbo psicotico. La buona notizia è che oggi disponiamo di trattamenti terapeutici molto efficaci, basati su approcci validati dalla ricerca scientifica, in grado di offrire sollievo e di aiutarla a riprendere il controllo della sua vita quotidiana.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve, le consiglio di parlare del disagio che sta vivendo con un* specialista (psicoterepeuta) per poter avere una diagnosi precisa non solo rispetto a quello che ha letto su internet. Un saluto
Buonasera
Comprendo quello che mi sta dicendo, so che può essere molto difficile sentire quei pensieri e le sensazioni di distacco, e voglio che sappia che non è solo in questo percorso. Affrontare tutto questo può richiedere uno spazio dedicato e un supporto professionale: un percorso psicologico può offrire gli strumenti e l’accompagnamento necessari per affrontare queste difficoltà insieme, passo dopo passo. Qualora volesse lavorare su quello che sente. rimango a disposizione.
Comprendo quello che mi sta dicendo, so che può essere molto difficile sentire quei pensieri e le sensazioni di distacco, e voglio che sappia che non è solo in questo percorso. Affrontare tutto questo può richiedere uno spazio dedicato e un supporto professionale: un percorso psicologico può offrire gli strumenti e l’accompagnamento necessari per affrontare queste difficoltà insieme, passo dopo passo. Qualora volesse lavorare su quello che sente. rimango a disposizione.
Le suggerirei di discutere le sue problematiche con uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Cercare di dare dei nomi di patologia, riscontrare sintomi e trovare delle diagnosi basandosi su informazioni prese da internet sono azioni che difficilmente la possono aiutare. La diagnosi è un processo delicato e complesso: si affidi a chi la può aiutare davvero. Auguri!
Bentrovato
Se questi pensieri interferiscono significativamente nella sua quotidianità e la condizionano peggiorando la qualità della sua vita, si rivolga con fiducia ad uno specialista psicoterapeuta clinico o ad uno psichiatra per un colloquio di consulenza: sapranno darle non solo le informazioni che chiede, ma anche un aiuto concreto per arginare le ideazioni e le ruminazioni (che, se eccessive, necessitano di un contenimento farmacologico).
Tanti auguri!
Dott.ssa MGF
Se questi pensieri interferiscono significativamente nella sua quotidianità e la condizionano peggiorando la qualità della sua vita, si rivolga con fiducia ad uno specialista psicoterapeuta clinico o ad uno psichiatra per un colloquio di consulenza: sapranno darle non solo le informazioni che chiede, ma anche un aiuto concreto per arginare le ideazioni e le ruminazioni (che, se eccessive, necessitano di un contenimento farmacologico).
Tanti auguri!
Dott.ssa MGF
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo ansioso. Dai disturbi d'ansia è possibile guarire attraverso l'ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Si affidi quanto prima ad uno specialista, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo ansioso. Dai disturbi d'ansia è possibile guarire attraverso l'ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Si affidi quanto prima ad uno specialista, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
comprendo la sua preoccupazione e la fatica che sta vivendo. I pensieri intrusivi, i dubbi costanti e i gesti rituali che descrive possono essere molto invalidanti e far sentire in balìa delle proprie paure.
Le consiglio di rivolgersi a un professionista (psicologo o psichiatra) che possa aiutarla a comprendere meglio ciò che sta accadendo e a trovare strumenti per gestire questi pensieri e ritrovare maggiore serenità.
Ogni percorso e ogni valutazione devono essere costruiti in modo personalizzato sulla storia e sui bisogni di ciascuno: non è possibile farlo attraverso un messaggio, ma richiede uno spazio di ascolto dedicato.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
comprendo la sua preoccupazione e la fatica che sta vivendo. I pensieri intrusivi, i dubbi costanti e i gesti rituali che descrive possono essere molto invalidanti e far sentire in balìa delle proprie paure.
Le consiglio di rivolgersi a un professionista (psicologo o psichiatra) che possa aiutarla a comprendere meglio ciò che sta accadendo e a trovare strumenti per gestire questi pensieri e ritrovare maggiore serenità.
Ogni percorso e ogni valutazione devono essere costruiti in modo personalizzato sulla storia e sui bisogni di ciascuno: non è possibile farlo attraverso un messaggio, ma richiede uno spazio di ascolto dedicato.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
Buongiorno,
grazie per aver espresso le sue paure con tanta chiarezza. Da ciò che descrive, i pensieri che la tormentano, come il timore che qualcuno possa mettere veleno o le preoccupazioni che le persone possano farle del male, sembrano rientrare in ossessioni tipiche del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), così come il gesto di toccarsi per calmarsi può essere un compulsione.
Per quanto riguarda la paura della schizofrenia, è comune che chi soffre di DOC tema di “impazzire” o di perdere il controllo, ma questo timore, spesso, fa parte delle ossessioni stesse e non significa che stia sviluppando schizofrenia. Le allucinazioni gustative sono una cosa diversa, mentre sentire i sapori con meno intensità può essere legato a stress o ansia.
Anche la sensazione di vedere tutto distante, come se fosse irreale, può rientrare nella dissociazione da ansia, che non ha a che fare con la schizofrenia ma con un elevato stato di allerta emotiva.
Se questi sintomi le stanno causando disagio, potrebbe essere utile valutare un percorso psicoterapico (ad esempio cognitivo-comportamentale) per imparare a gestire i pensieri intrusivi senza ricorrere a rituali, riducendo le paure con gradualità e in sicurezza. Se desidera, posso spiegare anche tecniche pratiche di gestione dei pensieri ossessivi.
Non è solo in queste paure, e chiedere aiuto è un passo importante verso maggiore serenità.
grazie per aver espresso le sue paure con tanta chiarezza. Da ciò che descrive, i pensieri che la tormentano, come il timore che qualcuno possa mettere veleno o le preoccupazioni che le persone possano farle del male, sembrano rientrare in ossessioni tipiche del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), così come il gesto di toccarsi per calmarsi può essere un compulsione.
Per quanto riguarda la paura della schizofrenia, è comune che chi soffre di DOC tema di “impazzire” o di perdere il controllo, ma questo timore, spesso, fa parte delle ossessioni stesse e non significa che stia sviluppando schizofrenia. Le allucinazioni gustative sono una cosa diversa, mentre sentire i sapori con meno intensità può essere legato a stress o ansia.
Anche la sensazione di vedere tutto distante, come se fosse irreale, può rientrare nella dissociazione da ansia, che non ha a che fare con la schizofrenia ma con un elevato stato di allerta emotiva.
Se questi sintomi le stanno causando disagio, potrebbe essere utile valutare un percorso psicoterapico (ad esempio cognitivo-comportamentale) per imparare a gestire i pensieri intrusivi senza ricorrere a rituali, riducendo le paure con gradualità e in sicurezza. Se desidera, posso spiegare anche tecniche pratiche di gestione dei pensieri ossessivi.
Non è solo in queste paure, e chiedere aiuto è un passo importante verso maggiore serenità.
Salve, da quanto riporta i suoi sintomi potrebbero rientrare in un quadro di DOC, dove sono centrali le ossessioni (pensieri intrusivi, sgradevoli e ricorrenti come il timore di avvelenare il cibo) e le compulsioni (come il toccarsi per neutralizzare il pensiero). In ogni caso, è importante non autodiagnosticarsi su internet, perché questo tende ad aumentare i dubbi e le paure. La cosa più utile e rassicurante sarebbe rivolgersi ad un professionista che può aiutarla a comprendere meglio il funzionamento di questi pensieri.
Gentile utente, grazie per averci scritto.
Prima di tutto: sei molto più lucido di quanto pensi. Il fatto che riesci a raccontare con dettaglio i tuoi pensieri, le sensazioni, le paure, e a metterle in dubbio — è già un segnale importante: la consapevolezza non appartiene alla psicosi, ma alla sofferenza ansiosa.
Da ciò che descrivi, sembri muoverti nel territorio del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), che spesso si manifesta in modi molto diversi ma ha un filo comune:
Pensieri intrusivi (come la paura che qualcuno possa avvelenare un tuo oggetto)
Gesti o rituali per “neutralizzarli” (come toccarti di nascosto)
Dubbi ricorrenti e scenari catastrofici
E una domanda costante: “e se…?”
Tutto questo non significa che tu stia impazzendo. Significa che hai un’ansia molto elevata che cerca di trovare un senso o un controllo attraverso rituali mentali o fisici.
E riguardo la tua seconda domanda:
Il fatto che tu senta meno il gusto del cibo o provi sensazioni di distacco da ciò che ti circonda (come se fossi in una bolla) è molto comune in stati di ansia cronica, dissociazione o depersonalizzazione/derealizzazione. Non stai perdendo contatto con la realtà, stai cercando di proteggerti da un mondo che ti sembra troppo difficile da gestire emotivamente in questo momento. La schizofrenia è un’altra cosa.
Essa comporta allucinazioni vere e proprie, deliri strutturati, e spesso assenza di insight (cioè: chi ne soffre non si accorge che qualcosa non va). Tu, invece, sei consapevole, ti fai domande, provi senso di colpa, paura, dubbio. Questo è più tipico del DOC o di uno stato ansioso importante, non di un disturbo psicotico.
Quando la mente cerca disperatamente delle “regole” (toccare 3 volte, controllare i pensieri…), spesso è perché nel profondo senti di aver perso una sicurezza, un punto fermo, una relazione stabile.
Forse qualcosa (o qualcuno) nella tua vita ti ha fatto sentire abbandonato, impotente o tradito — e adesso l’ansia ha preso il sopravvento, cercando un controllo anche nelle cose più piccole.
Avere pensieri orribili non significa volerli mettere in pratica. Chi ha davvero intenti pericolosi non è angosciato da queste immagini, tu invece le temi e le rifiuti. Questo è un segnale chiaro.
Ti abbraccio.
Prima di tutto: sei molto più lucido di quanto pensi. Il fatto che riesci a raccontare con dettaglio i tuoi pensieri, le sensazioni, le paure, e a metterle in dubbio — è già un segnale importante: la consapevolezza non appartiene alla psicosi, ma alla sofferenza ansiosa.
Da ciò che descrivi, sembri muoverti nel territorio del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), che spesso si manifesta in modi molto diversi ma ha un filo comune:
Pensieri intrusivi (come la paura che qualcuno possa avvelenare un tuo oggetto)
Gesti o rituali per “neutralizzarli” (come toccarti di nascosto)
Dubbi ricorrenti e scenari catastrofici
E una domanda costante: “e se…?”
Tutto questo non significa che tu stia impazzendo. Significa che hai un’ansia molto elevata che cerca di trovare un senso o un controllo attraverso rituali mentali o fisici.
E riguardo la tua seconda domanda:
Il fatto che tu senta meno il gusto del cibo o provi sensazioni di distacco da ciò che ti circonda (come se fossi in una bolla) è molto comune in stati di ansia cronica, dissociazione o depersonalizzazione/derealizzazione. Non stai perdendo contatto con la realtà, stai cercando di proteggerti da un mondo che ti sembra troppo difficile da gestire emotivamente in questo momento. La schizofrenia è un’altra cosa.
Essa comporta allucinazioni vere e proprie, deliri strutturati, e spesso assenza di insight (cioè: chi ne soffre non si accorge che qualcosa non va). Tu, invece, sei consapevole, ti fai domande, provi senso di colpa, paura, dubbio. Questo è più tipico del DOC o di uno stato ansioso importante, non di un disturbo psicotico.
Quando la mente cerca disperatamente delle “regole” (toccare 3 volte, controllare i pensieri…), spesso è perché nel profondo senti di aver perso una sicurezza, un punto fermo, una relazione stabile.
Forse qualcosa (o qualcuno) nella tua vita ti ha fatto sentire abbandonato, impotente o tradito — e adesso l’ansia ha preso il sopravvento, cercando un controllo anche nelle cose più piccole.
Avere pensieri orribili non significa volerli mettere in pratica. Chi ha davvero intenti pericolosi non è angosciato da queste immagini, tu invece le temi e le rifiuti. Questo è un segnale chiaro.
Ti abbraccio.
Gentile utente,
da come scrive intuisco sia per lei la prima volta che mette nero su bianco alcuni dubbi cui ha cercato di rispondere in autonomia.
Percepisco tuttavia un sottofondo di preoccupazione non indifferente per quello che le capita nonché un desiderio di darne una definizione. Questo diventa possibile solo nel momento in cui ci si rende disponibili a ricostruire "i pezzi" (dai quali arrivano le diverse domande che riporta) della propria storia insieme a un professionista. Affermo ciò poichè potrebbe trattarsi di doc come di altre condizioni simili e questa sede non ci permette di fare ipotesi più accurate alla luce dell informazioni riportate.
Qualora si senta pronto ad affidarsi e a riflettere su quegli stessi pezzi mi rendo disponibile online o preferibilmente in presenza nel caso in cui si trovi a Brescia e limitrofi.
Cordialmente
dott.ssa SZ
da come scrive intuisco sia per lei la prima volta che mette nero su bianco alcuni dubbi cui ha cercato di rispondere in autonomia.
Percepisco tuttavia un sottofondo di preoccupazione non indifferente per quello che le capita nonché un desiderio di darne una definizione. Questo diventa possibile solo nel momento in cui ci si rende disponibili a ricostruire "i pezzi" (dai quali arrivano le diverse domande che riporta) della propria storia insieme a un professionista. Affermo ciò poichè potrebbe trattarsi di doc come di altre condizioni simili e questa sede non ci permette di fare ipotesi più accurate alla luce dell informazioni riportate.
Qualora si senta pronto ad affidarsi e a riflettere su quegli stessi pezzi mi rendo disponibile online o preferibilmente in presenza nel caso in cui si trovi a Brescia e limitrofi.
Cordialmente
dott.ssa SZ
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