Buonasera, sono una ragazza di quasi 22 anni con una relazione che va avanti da qualche anno. Con il

24 risposte
Buonasera, sono una ragazza di quasi 22 anni con una relazione che va avanti da qualche anno. Con il mio ragazzo va tutto bene, anche se qualche volta ci diciamo dove potremmo migliorare. Già in passato sono stata seguita da uno psicologo che mi ha detto di avere un disturbo d'ansia generalizzata e anche pensieri intrusivi. Ancora oggi ho problemi con stress e ansia e infatti stavo valutando di iniziare nuovamente ad andare dallo psicologo. Vorrei chiedervi un parere su un tema che in questo periodo mi fa stare un po' male: è come se la mia testa mi obbligasse ad essere sempre disponibile per il mio ragazzo, ad esempio a non dire mai di no per uscire insieme, oppure è come se avessi dei pensieri che mi obbligassero a cercare di fare tutto con lui e non da sola, ad esempio frequentare la sua stessa scuola guida per prendere insieme la patente, anche se per questioni logistiche mi farebbe più comodo frequentare un'altra autoscuola e quindi "perdere" l'opportunità di fare insieme questa cosa che alla fine può capitare una sola volta nella vita (sempre rifacendomi all'esempio della patente). So che con Internet non si possono fare diagnosi, però vorrei provare a chiedere almeno di cosa possa trattarsi. Vi ringrazio anticipatamente, cordiali saluti.
Dott. Leonardo Provini
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, grazie per la condivisione. Se fossi il suo psicoterapeuta, prima di poter dire se si tratta di un sintomo di qualche sorta, e comprendere se questo sintomo faccia parte di una determinata costellazione psicodiagnostica (ad esempio un disturbo d'ansia, o una diagnosi più di tipo relazionale ecc.), mi piacerebbe indagare insieme a lei perché sente questa costrizione e cosa accadrebbe invece se non si obbligasse a questa disponibilità. Insomma, vista anche la sua età le consiglierei di fare qualche colloquio di approfondimento (in genere per una prima consultazione 3 o 4 colloqui sarebbero sufficienti) per allargare il campo e comprendere meglio di cosa si tratti e se la psicoterapia sia indicata come forma di trattamento. Purtroppo tramite internet è difficile poter fare una diagnosi, anzi direi quasi impossibile come lei stessa sottolinea. Non abbia timori nel riprendere il percorso, si trova in una età ottimale per la psicoterapia, per poter vivere con maggiore serenità la sua relazione e i suoi impegni in generale. Resto a disposizione

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Dr. Federico Albertini
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Treviglio
Buon pomeriggio, La prima riflessione che mi viene in mente è se lei è andata dallo psicologo precedente riportando episodi di ansia generalizzata e pensieri intrusivi relativi alla sua relazione con un ragazzo (magari lo stesso del quale parla qua) oppure per altre motivazioni. Nel leggere quanto lei sta condividendo qui mi chiedo quali siano le regole di ingaggio di questa relazione: Cosa potrebbe succedere secondo lei, se si legittimasse ad esprimere con autenticità la sua posizione di non avere voglia, alle volte, di uscire con il suo ragazzo? Cosa significherebbe per lei frequentare una scuola guida diversa da quella che frequenta il suo fidanzato? Come reagirebbe il suo fidanzato? Mi chiedo se sia stata creata tra di voi una relazione caratterizzata da una forte grado di dipendenza. Consiglio un consulto psicologico. Dottor Albertini
Buonasera gentile utente, grazie per la sua domanda. Come lei stessa ha evidenziato, fare diagnosi via internet non è possibile, anche perché servono maggiori informazioni per poter comprendere a pieno le motivazioni sottostanti il suo comportamento e darle una risposta che sia il più ponderata possibile. Capisco il suo bisogno di avere delle risposte, rimanere nell'incertezza può essere molto doloroso, ma fare delle ipotesi basate su delle generalizzazioni o delle linee di massima potrebbe essere controproducente nel suo caso.
Poiché ha intenzione di riprendere un percorso terapeutico, questo potrebbe essere uno dei temi da approfondire e affrontare con chi la seguirà, e che le permetterà di aggiungere consapevolezza al suo modo di agire specifico.
Le faccio i miei migliori auguri, un caro saluto.
Dott.ssa Melissa Marchionni
Psicologo, Psicologo clinico
Colleverde
Cara,
si può riflettere sulle proprie emozioni anche in modi più creativi della diagnosi. Ci pensi, questa modalità di stare in rapporto con il suo ragazzo potrebbe sottendere una forte paura di perderlo su cui sarebbe interessante interrogarsi.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta apertura una parte così delicata del suo mondo interno. Le sue parole trasmettono molto bene quanto il tema della relazione affettiva, che è per sua natura fonte di gioia e sostegno, possa talvolta intrecciarsi con ansie profonde, creando una certa fatica emotiva. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che lei descrive sembra collegarsi a meccanismi di pensiero legati al senso di responsabilità, al timore di perdere opportunità significative e, forse, anche alla paura di deludere l’altro o di compromettere il legame. Quando parla di una sorta di “obbligo” interiore a essere sempre disponibile o a non dire di no, sembra emergere una dinamica che non è guidata semplicemente dal desiderio o dalla scelta libera, ma piuttosto da una pressione interna che le genera stress. In persone che hanno già una storia di disturbo d’ansia generalizzata o di pensieri intrusivi, è frequente che si sviluppino anche modalità di pensiero rigide, come ad esempio il dovere essere sempre presenti, il dover evitare ogni possibile conflitto o il timore eccessivo di sbagliare. Questi pensieri, se non riconosciuti e modulati, possono alimentare circoli viziosi di ansia, poiché ogni scelta viene vissuta come una prova della propria “bontà” o del proprio valore nella relazione. Vorrei rassicurarla sul fatto che è assolutamente sano, all'interno di una relazione, avere anche spazi personali, prendere decisioni basate sulle proprie necessità e non sentirsi in colpa per questo. L’autenticità e l’equilibrio tra il sé e il noi sono componenti fondamentali in un rapporto di coppia maturo e duraturo. Dal punto di vista terapeutico, sarebbe molto utile lavorare su questi schemi di pensiero, aiutandola a distinguere i bisogni autentici da quelli imposti dall'ansia, e a sviluppare strategie più flessibili per gestire le sue scelte quotidiane. Intraprendere nuovamente un percorso psicologico potrebbe offrirle non solo un sollievo dai sintomi ansiosi, ma anche una preziosa opportunità per rafforzare la sua autonomia emotiva. Le consiglio di osservare con curiosità e gentilezza questi pensieri obbliganti, come se fossero solo ipotesi della mente e non verità assolute, e di chiedersi ogni volta cosa davvero desidera lei, al di là di ciò che la paura le suggerisce. Il fatto che si stia ponendo queste domande in modo così riflessivo dimostra una grande consapevolezza, che è già il primo passo verso un cambiamento positivo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

La sua domanda parla con grande chiarezza di una tensione tra il desiderio di condivisione e la fatica di dover essere sempre allineata. Ma si è mai chiesta: è lei a scegliere per amore… o per timore?
Spesso, non è tanto cosa facciamo con l’altro, ma che voce interiore ci guida nel farlo.
Le andrebbe di esplorare insieme chi sta parlando dentro di lei, quando sente quel “dover essere” così pressante?

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno, non è più stata dal collega? Alcuni disturbi d'ansia possono essere collegati ai disturbi legati all'abbandono e alla separazione: disturbi dell'attaccamento ( Bowlby).
Il rischio è quello di un'amore Tossico. Della manipolazione. Suggerisco di riprendere contatto con il collega per districare la relazione.
Dott.ssa Sveva Nonni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile Utente, dalle tue parole emerge una forte consapevolezza di te e una sensibilità che è un grande punto di partenza per affrontare ciò che ti sta facendo sentire a disagio. Quello che descrivi — il sentirti quasi “obbligata” mentalmente a non dire mai di no, a essere sempre disponibile, o a non fare scelte individuali per non “perdere” occasioni condivise — può rientrare nei temi dell’ansia relazionale e del bisogno di rassicurazione. Quando nella nostra storia ci sono tratti legati al disturbo d’ansia generalizzata e ai pensieri intrusivi, è comune che la mente generi scenari rigidi del tipo “se non lo faccio così, allora sto sbagliando” o “potrei pentirmene”, creando una pressione interna continua. La tua mente sembra faticare a tollerare l’idea di “separazione” o di autonomia, come se scegliere qualcosa per te significasse mettere a rischio il legame. Questo non è raro in chi ha vissuto o vive stati ansiosi: la mente cerca di “controllare” per non sentire l’incertezza o la paura di fare un errore affettivo.
Riprendere un percorso potrebbe aiutarti molto, proprio per imparare a distinguere la tua voce da quella dell’ansia, e a vivere la relazione in modo più leggero, senza rinunciare a te stessa. Nel frattempo prova ad iniziare dei fare piccoli atti di autonomia, senza negare il legame con il tuo ragazzo, ma provando a vedere che puoi scegliere per te stessa senza rompere nulla. TI mando un caro saluto, e spero tu possa ritrovare presto serenità.
Dott.ssa Iole Pasca
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno,
quello che descrive sembra collegarsi al timore, comune in molte persone, di deludere o perdere l’altro se si esprimono bisogni diversi. Dire “no” può attivare la paura di non essere più amati o addirittura di restare soli. In questi casi, può instaurarsi un meccanismo in cui si tende a definire sé stessi attraverso l’approvazione altrui: “sono amabile solo se mi comporto come gli altri si aspettano”.
Questi pensieri possono diventare molto vincolanti, soprattutto in una relazione affettiva. Per questo è importante imparare a comunicare in modo assertivo: dire ciò che si sente, senza aggressività né compiacenza, rispettando i propri bisogni così come quelli dell’altro.
Riprendere un percorso psicologico potrebbe aiutarla a ritrovare uno spazio personale più autentico e sicuro, anche all’interno della coppia.
Un caro saluto.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Quello che descrivi suggerisce una tendenza ansiosa legata al bisogno di rassicurazione nella relazione e alla paura, spesso inconscia, di deludere o perdere l’altro. Questo può portarti a mettere da parte i tuoi bisogni per evitare conflitti o sensi di colpa. È importante lavorare in terapia per rafforzare la tua autonomia emotiva e imparare a tollerare l’ansia che può nascere quando affermi te stessa. Tornare in percorso psicologico è una scelta molto valida.
Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
San Giovanni la Punta
Buongiorno, potrebbe essere utile un lavoro psico-corporeo e l'approccio psicoterapeutico fornito dall'analisi bioenergetica che la aiuti a rilasciare le memorie corporee collegate ad eventi traumatici che le portano stress e ansia, al fine di restituirle ritrovata lucidità e padronanza di sè. Come dice giustamente non si possono fare diagnosi senza un'attenta valutazione, ma da quello che scrive ci sono alcuni elementi che fanno ipotizzare una dipendenza affettiva. Resto a disposizione per eventuali specifiche anche online. Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Dott.ssa Chiara Campagnano
Psicologo, Psicoterapeuta
Modena
Buonasera, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza quello che stai vivendo. Quello che descrivi — il sentirti “obbligata” a fare tutto con il tuo partner o a non dire mai di no — può essere legato a una forma di ansia relazionale, in cui la paura di deludere l’altro, di essere giudicata o persino abbandonata, può condizionare le tue scelte quotidiane. Non significa che tu non sia in grado di fare le cose da sola, ma che in questo momento forse temi che prendere decisioni autonome possa compromettere il legame.

A volte, nei disturbi d’ansia (soprattutto quando si è molto sensibili o si è vissuto con il timore di “non bastare”), si sviluppa un bisogno molto forte di conferme, che porta a mettere da parte i propri bisogni per evitare conflitti o distanze. Questo può generare frustrazione, stress e anche senso di colpa.

Non c’è nulla di “sbagliato” in quello che provi: è solo un segnale che forse stai cercando un nuovo equilibrio tra il prenderti cura della relazione e il prenderti cura di te. Tornare in terapia può aiutarti proprio in questo: a riconoscere i tuoi confini, ascoltare i tuoi desideri e vivere la coppia non come un obbligo, ma come una scelta libera e affettuosa.
Saluti
Dott.ssa Chiara Ilardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
Ho letto il suo messaggio e come già ha detto anche lei tramite internet non è possibile effettuare una diagnosi corretta perché per farlo è necessario indagare e valutare più aspetti adeguatamente. Per tale ragione le suggerisco di rivolgersi da uno psicologo/a per una consulenza in merito al suo disagio per poter capire insieme al collega se ciò che lei avverte è dipeso dalla presenza di un disturbo d'ansia generico come in passato a lei diagnosticato oppure può essere dipeso da altri fattori. Le dico ciò perché non sempre l'ansia è il fattore scatenante del disagio che prova ma spesso può essere una conseguenza dipesa da altre motivazioni ad esempio spesso succede che nelle relazioni si possono venire a creare meccanismi di dipendenza dal partner o stati di ansia per paura di separazione e/o abbandono.
Per tale ragione se il suo disagio persiste e/o si aggrava le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo/a per poter capire insieme la causa del suo disagio.Per qualsisi domanda o informazione resto a completa disposizione.
Se vuole, io lavoro a Roma presso lo studio ogni mercoledì e venerdì mentre modalità online ( con pazienti/clienti della mia città o di altre città) dal lunedì al venerdì prima consulenza sempre gratuita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Ilardi
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Anzitutto un saluto e grazie per la condivisione delle sue riflessioni in modo così aperto. Da ciò che descrive, sembra che i suoi pensieri la portino a sentirsi obbligata a conformarsi alle esigenze in questa relazione, anche quando percepisce di andare contro il suo sentire più profondo.
In un contesto adatto si potrebbe esplorare insieme il bisogno di disponibilità costante verso il partner e l'equilibrio tra la vita di coppia e il benessere personale.
Inoltre la sensazione di dover dire "sempre di sì" e di fare tutto insieme può derivare da diverse dinamiche interne e da diversi fattori; dal il timore di perdere il legame, un possibile senso di abbandono o la necessità di mantenere un senso di connessione forte. Ma anche dal mettere il benessere dell'altro prima del proprio. Spesso questi aspetti sono influenzati anche da pensieri automatici e da ansia, che portano a percepire alcune scelte come obblighi, anziché opportunità di benessere. Una relazione sana permette ad entrambi di avere spazi personali e momenti di autonomia senza che questo comprometta l'affetto reciproco. Dare valore alle proprie esigenze e imparare a esprimere con serenità i propri bisogni può rafforzare il rapporto anziché indebolirlo. Cosa ne pensa? Un percorso psicologico mirato potrebbe aiutarla a distinguere tra le sue vere necessità e i pensieri intrusivi, favorendo una maggiore libertà decisionale e serenità nelle scelte quotidiane.
Se sente che questa situazione sta influenzando il suo benessere, affidarsi a un professionista può esserle utile. Le auguro una buona giornata.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti e per supportare una riflessione più mirata sulla tematica trattata.
Cordialità,
Dr.ssa Manuela Valentini
Dott.ssa Giulia Sedda
Psicologo clinico, Terapeuta, Psicologo
Roma
Buongiorno, la domanda che porta è una domanda molto interessante. Quella che descrive è una situazione che riscontro moltissimo tra i giovani. Noto subito una buona consapevolezza del problema che si trova ad affrontare e questo, le assicuro, non è scontato. Spesso, quando ci si ritrova in relazione, entra in gioco la paura di non sfruttare nel modo corretto il tempo che si ha a disposizione e si tende a pensare che è necessario rinunciare a una parte della propria indipendenza per assicurarsi che la relazione rimanga in piedi. Purtroppo in queste situazioni entrano in gioco molte dinamiche complesse che, con un percorso di aiuto, potrebbero essere viste e comprese. Come ha scritto lei stessa, a volte la paura di "perdere l'opportunità di fare insieme qualcosa" può nascondere un bisogno intenso di rimanere sempre legati, anche se nello stesso tempo si sente anche il timore di perdere un pò sè stessi. E' un porblema molto comune nelle relazioni e può generare forte ansia e stress. Valutare un percorso per poter approfondire meglio questo aspetto può senz'altro aiutarla, ne sono certa. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un caro saluto
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, come ben dice non si possono fare diagnosi o esprimere interpretazioni su un semplice testo che nasconde dietro una storia personale unica e che merita attenzione e ascolto, altrimenti sarebbe come leggere la prima pagina di un libro e avere la presunzione di sapere già il finale. Premesso questo, le posso dire che a mio avviso, lei ha paura che mettendo dei confini tra lei e l'altro possa ricevere un rifiuto e quindi essere abbandonata. Questo andrebbe indagato e parlato in un colloquio per capire bene come lei pensa e come agisce nel quotidiano. Fare tutto con l'altro non sempre ci fa sentire visti e quindi la domanda da porsi è "appoggiarmi all'altro che vantaggio ha per me?", "se riesco a stare sulle mie gambe e allo stesso tempo insieme all'altro cosa succede?".
Non abbia paura di mettere alla prova le sue capacità!
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Ciao,

Da quanto descrivi, sembra che tu stia vivendo una forma di ansia da separazione o un bisogno di controllo sulle situazioni che ti coinvolgono. Questo accade spesso a chi ha un disturbo d'ansia generalizzata (DAG), come ti è stato detto in passato. La sensazione di non poter dire "no" o di dover fare sempre tutto insieme al tuo ragazzo può essere legata al timore che, non essendo sempre disponibile o presente, possano sorgere conflitti o distacchi. In altre parole, potresti temere di perdere il legame o che la relazione venga messa in discussione se non sei costantemente coinvolta.

Questo tipo di pensieri può anche riflettere una difficoltà nell'affrontare l'idea di autonomia e indipendenza: la mente ti suggerisce che, per sentirti sicura e per mantenere la relazione forte, devi fare tutto insieme. Tuttavia, è importante ricordare che il giusto equilibrio tra intimità e indipendenza è fondamentale per una relazione sana e duratura. La possibilità di fare alcune cose separatamente non significa che la relazione sia meno forte, anzi, può aiutare a rafforzarla, dando ad entrambi i partner spazio per crescere individualmente.

Il fatto che tu stia riflettendo su questo e stia pensando di tornare dallo psicologo è un ottimo passo. La terapia potrebbe aiutarti a comprendere meglio questi pensieri e a trovare modi per affrontarli in maniera più sana, migliorando la gestione dell'ansia e della separazione, e aiutandoti a costruire una relazione che sia equilibrata, rispettando anche i tuoi bisogni di autonomia.

Resto a disposizione se vuoi approfondire ulteriormente o se hai bisogno di consigli su come gestire queste situazioni nel quotidiano.

Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore
Dott. Ciro Napoletano
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Grazie per aver espresso con tanta lucidità e delicatezza una questione che, pur nella sua apparente “normalità”, sembra toccarti in profondità. In una prospettiva sistemico-relazionale, ci interessa comprendere non solo il contenuto dei pensieri o dei comportamenti che descrivi, ma anche il ruolo che svolgono nel tuo sistema interno e relazionale, il significato che assumono nella tua storia e nella dinamica con il tuo partner.

Quello che racconti – il sentirti spinta a essere sempre disponibile, la difficoltà a dire “no”, l’ansia legata al “fare tutto insieme” – può essere visto come un movimento orientato a mantenere il legame, a garantirne la stabilità o forse a prevenire una distanza che potrebbe attivare insicurezze più profonde. Non è detto che tu lo faccia consapevolmente, né che questo indichi qualcosa di “sbagliato”: è più utile chiedersi da dove viene questa spinta, e a cosa serve nel tuo modo di stare in relazione. A volte, ciò che sembra solo “ansia” è anche l’espressione di un bisogno profondo di conferma, di legame, di appartenenza, che forse nella tua storia si è strutturato in modo da rendere difficile separare l’amore dalla costante disponibilità.

Intraprendere un nuovo percorso terapeutico – anche sistemico, se senti che può risuonare con te – potrebbe aiutarti a esplorare questi temi non per cambiare “comportamenti”, ma per comprendere chi sei tu dentro i tuoi legami, quali parti di te stai proteggendo, e come potresti iniziare a fare spazio anche al tuo bisogno di autonomia, senza sentirti in colpa.

A volte, la possibilità di non essere sempre disponibili è ciò che davvero nutre una relazione più adulta e libera.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che descrivi assomiglia a una forma di ansia che si concentra specificamente sulla relazione, a volte definita “ROCD” (Relationship Obsessive–Compulsive Disorder), ma anche a un’attaccamento ansioso, nel quale l’idea di dire “no” o di fare qualcosa separatamente scatena paura di perdita o di rifiuto. In entrambi i casi l’esigenza di essere sempre disponibile e di fare tutto insieme nasce dal timore che un minimo allontanamento possa rompere il legame o far perdere il controllo su di esso.

Nel ROCD le ossessioni riguardano la qualità del rapporto (“Starò trascurando qualcosa?”) e si rispondono con “compulsioni” come il cercare rassicurazioni o il dover fare qualsiasi attività col partner per auto–convincersi che tutto vada bene. Con un attaccamento ansioso, invece, prevale la credenza che l’amore dell’altro sia condizionato alla tua disponibilità totale, per cui dire “no” diventa sofferenza.

Un percorso cognitivo–comportamentale con tecniche di esposizione e prevenzione della risposta (ERP) ti aiuterebbe a tollerare gradualmente l’ansia di separarti dal tuo ragazzo senza ricorrere al “fare insieme” come unica strategia di sicurezza, mentre un lavoro sullo stile di attaccamento può mostrarti quanto quei pensieri di dover piacere a tutti i costi siano frutto di schemi interiori e non della realtà del vostro legame.

Riprendere la terapia, magari con uno psicologo formatosi specificamente su disturbi ansiosi e ossessivi e sui temi di relazione, ti permetterà di esplorare i tuoi bisogni di autonomia e i timori di abbandono, imparando a sperimentare piccoli “no” o scelte individuali (come l’altra autoscuola) e a osservare che, nonostante l’ansia, la vostra relazione può reggere e perfino rafforzarsi.
Dott.ssa Alessia Autore
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Capisco che questa sensazione di dover essere sempre disponibile e di sentirsi obbligata a fare tutto con il tuo ragazzo possa essere molto pesante e creare stress. È importante ricordare che, anche se desideri condividere molte cose con lui, è altrettanto fondamentale rispettare i tuoi bisogni e i tuoi spazi personali.
Dal tuo racconto, sembra che tu possa vivere una certa pressione interna che ti spinge a non dire di no e a fare tutto con lui, anche quando potrebbe non essere la scelta più comoda o logica per te. Questo tipo di pensieri e comportamenti possono essere collegati a un bisogno di approvazione o a una paura di deludere l’altro, che può essere comune in chi ha già avuto esperienze di ansia o pensieri intrusivi.
Ti consiglio vivamente di considerare di riprendere un percorso con uno psicologo, perché potrebbe aiutarti a esplorare più a fondo queste sensazioni e a trovare strategie per gestire meglio l’ansia e i pensieri intrusivi. Ricorda che prendersi cura di sé stessi e dei propri bisogni è fondamentale, anche in una relazione.
Saluti, Dottoressa Autore!
Gentilissima potrebbe dipendere sempre dall'ansia, se già ne hai avuto diagnosi pregressa, magari la vicinanza con lui ti rende più tranquilla, così come il non fare cose da sola. Potrebbe anche dipendere da qualche pensiero o preoccupazione o paura sottostante che non hai ancora ben focalizzato. Chiediti se questo bisogno di vicinanza ti faccia sentire bene, se sia sano e soprattutto focalizzati nei momenti in cui siete separati, così da cercare di capire cosa provi. Se hai bisogno di aiuto o qualche colloquio puoi scrivermi in privato, ho prezzi agevolati e accessibili. In ogni caso respira profondamente e prenditi cura di te!
Dott.ssa Serena Miglio
Psicologo, Psicologo clinico
Cremona
Buongiorno,
La ringrazio per aver condiviso il Suo vissuto con tanta chiarezza e sensibilità. È molto importante, e per nulla scontato, che abbia già riconosciuto come ogni manifestazione emotiva meriti di essere compresa all’interno della storia personale di chi la vive. Il fatto che sottolinei come non si possano fare diagnosi senza una reale comprensione della situazione dimostra una consapevolezza preziosa nel modo in cui si sta avvicinando a ciò che prova.

Quando emergono pensieri o spinte interiori che sembrano “obbligarci” a essere sempre presenti, disponibili, a condividere tutto con l’altro, può essere utile – più che cercare subito una spiegazione – iniziare ad osservare che funzione hanno questi meccanismi nel proprio modo di stare in relazione. Ogni esperienza emotiva ha un senso se vista nel contesto più ampio della propria storia, di ciò che si è vissuto, delle modalità con cui si è imparato a stare in contatto con sé e con gli altri.

Non si tratta di giudicare ciò che si prova, ma di accoglierlo, comprenderlo alla luce delle consapevolezze su di sé e iniziare a coglierne il ruolo. Anche ciò che oggi crea fatica può aver rappresentato, in altri momenti, una strategia per proteggersi o per mantenere i legami. Questo, però, non significa che si debba continuare ad agire sempre allo stesso modo, soprattutto se oggi quel comportamento crea ostacoli o mette in secondo piano i propri bisogni.

In questo senso, potrebbe essere utile iniziare a chiedersi: "Qual è il valore del limite?", "Che significato ha, per me, dire un 'no'?", "Che spazio hanno i miei confini nelle relazioni affettive?". Sono domande che non cercano risposte immediate, ma che aprono strade di consapevolezza e possibilità di scelta.

Un percorso psicologico può offrire uno spazio sicuro e rispettoso per esplorare questi aspetti: per comprendere meglio ciò che si sta vivendo e ritrovare un modo di stare nella relazione che sia autentico e sostenibile anche per sé.

Le auguro di potersi ascoltare con rispetto, fiducia e cura.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Serena Miglio
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, ho letto il suo messaggio poco fa e vorrei risponderle. Intanto grazie per aver scritto qui.
Come dice giustamente lei, non è la sede migliore per approfondire e sicuramente non è possibile fare diagnosi su internet, vero. Per questo le dico già che resto a disposizione se avesse bisogno e che proverò intanto adesso a darle una risposta.
Mi dispiace che stia attraversando un momento così. Vero è anche che emerge in lei una certa consapevolezza e volontà di capire, di andare a fondo. Mi sento di dirle di assecondare questi aspetti, perché ciò le permetterebbe di essere nella condizione di andare verso l'individuazione di risposte e di strategie utili e funzionali per lei, attraverso un percorso mirato in cui lei si possa sentire davvero accolta e a suo agio. Un percorso di questo tipo potrebbe aiutarla, mettendo in luce aspetti suoi personali, della sua storia di vita. Tutto ciò, di conseguenza, potrebbe spiegare determinati pensieri e comportamenti attuali e portarla all'individuazione di strategie più adeguate e metodi che le siano davvero alleati.
Ad ogni età c'è sempre tempo, a maggior ragione mi sento di dirlo nel suo caso, considerata la sua giovanissima età.
Come già detto, resto a disposizione.
Buon fine settimana!
Dott.ssa Arianna De Vivo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Salve, sicuramente sarebbe molto utile e produttivo ampliare la sua storia in modo da capire ciò che lei realmente sente così da riuscire a trovare le motivazioni dell'ansia che prova. Rispetto al suo ragazzo, da ciò che leggo, sembra essere molto importante quindi i suoi comportamenti potrebbero essere legati ad una grande paura di perdere questa persona, ed anche questo, a sua volta, potrebbe causarle ansia. Parallelamente condividere, obbligandosi come lei stessa riporta, ogni cosa con lui le fa perdere la sua individualità. Un percorso psicologico potrebbe realmente aiutarla a trovare un equilibrio tra la sua individualità e la vita di coppia, in modo tale che entrambi i piani possano ricoprire per lei la stessa importanza e lei possa ritrovare la sua autonomia, con leggerezza e tranquillità.

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