Buonasera, sono il difficolta nella mia relazione. Lui ha 45 anni è sempre stato da solo non ha mai

24 risposte
Buonasera, sono il difficolta nella mia relazione. Lui ha 45 anni è sempre stato da solo non ha mai avuto relazioni durature, ha una figlia di 17 anni arrivata dopo un mese frequentazione la storia è finita che la figlia aveva pochi mesi. Io ho 35 anni una di di 12 anni avuta da una storia durata circa 9 anni separata da 8. Lui è cambiato molto per me. Ci siamo conosciuti che era solo locali ora ci va solo con me. Il fatto è che lui esce ogni sera e va ad un ritrovo con glia amici vicino casa. Torna a casa a tarda notte ogni notte . È un uomo affermato con un lavoro importante. Stiamo insieme da 10 mesi. Sono stata la prima ad entrare nella sua famiglia e a conoscere la figlia, uguale lui per me. Passiamo insieme circa una sera a settimana in cui però lui anche se va via alle 2 di notte non va a casa ma dagli amici. E poi i fine settimana sempre insieme. Io ho una vita regolare e questo mi sta prendendo tutto. Non lavoro più bene, non sono più presente come prima con le mie figlie (mi rendo conto della gravità) completamente assorbita da lui sempre stanca. Mi sto annullando. Lui dice che già fa molto e che non resiste se non ha questo sfogo. Che sta con me anche se vede torna ogni notte tardi. Io chiedo un compromesso più sostenibile per entrambi. Che stia un po’ di più con me o a casa che mi dia tranquillità e stabilità . Mi dice sono così lasciami. È come se non capisse il stato d animo. Se ho un problema corre subito ma se sto male per questo mi risponde sei tu a stare male io ho tutto quello che voglio decidi tu. Ho paura di essere ad io ad essere esigente, non capisco dove inizia la mia esigenze e dove invece con questa persona non ci capiamo/completiamo. Lo amo ma non cambierà io non posso stare così ma non riesco a lasciarlo. La figlia dopo due anni a casa con lui è andata via. Lui mi dice non sono riuscito a smettere neanche per lei.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve a lei. Da quanto scrive sembrerebbe che lei conosca le sue necessità ma poi si faccia confondere da visioni e valori diversi dai suoi. Le suggerisco un percorso di psicoterapia individuale in modo tale da rafforzare il senso del proprio valore personale. Un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale potrebbe esserle utile.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni

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Dr. Nunzio Nasti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Albese con Cassano
Buonasera, capisco quanto sia difficile vivere una relazione in cui, nonostante l'amore, percepisce un forte squilibrio. Dopo dieci mesi, è del tutto naturale desiderare maggiore stabilità e coinvolgimento, specialmente se questa situazione influenza il suo benessere e la sua presenza come madre. Non si tratta di essere esigente, ma di riconoscere che le vostre esigenze potrebbero non incastrarsi.
Le auguro di trovare quanto prima una soluzione ottimale che le restituisca serenità e le permetta di vivere la relazione in modo equilibrato e appagante. Sono a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti ed aiuti.
Dr. Nunzio Nasti

Forse può riflettere su cosa davvero la nutre in questa relazione e cosa invece rischia di minare il suo equilibrio. Riconoscere i suoi bisogni autentici le permetterà di fare scelte più serene e adatte al suo benessere.
Dott. Vincenzo Carbone
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
San Giuseppe Vesuviano
Gentile utente buonasera, mi dispiace della situazione che sta vivendo ma la realtà è una soltanto, non possiamo cambiare le persone e soprattutto non possiamo aiutarle se loro non lo vogliono, l’unica cosa che possiamo fare è lavorare su noi stessi, capire i nostri desideri, quello che vogliamo e da lì con una mente più libera prendere le decisioni che ci portano verso il benessere. In questo momento di grossa sofferenza per lei, l’unica cosa che mi sento di consigliarle e di chiedere lei aiuto ad un terapeuta e grazie al suo supporto arrivare prima di tutto a capire perchè soffre così tanto e poi di esplorare qual è il miglior modo per ritrovare la serenità.
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, sembra che stia vivendo una situazione in cui le sue esigenze e i suoi sentimenti non vengono pienamente compresi o rispettati dal suo partner. È comprensibile desiderare maggiore presenza, stabilità e condivisione nella relazione, soprattutto considerando l'impatto che questa situazione sta avendo sulla sua vita quotidiana e sul suo benessere.

È importante ricordare che i suoi bisogni e le sue emozioni sono validi. Non è esigente nel desiderare una relazione equilibrata in cui entrambi i partner si supportano reciprocamente e rispettano le esigenze dell'altro.

Potrebbe essere utile riflettere su ciò che desidera veramente per ae stessa e per la aua famiglia. Considerare come questa relazione influisce sul suo benessere e su quello delle sue figlie può aiutarla a capire quale sia la scelta migliore.

Se si sente confusa o sopraffatta, potrebbe essere di grande aiuto parlare con un professionista che possa offrirle uno spazio sicuro per esplorare i suoi sentimenti e aiutarla a prendere decisioni in linea con i suoi valori e i suoi bisogni.

Ricordi che merita di essere in una relazione dove si sente apprezzata, supportata e felice.

Un caro saluto.
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Decidere di stare insieme significa anche impegnarsi per cercare di venirsi incontro l'un l'altra, trovare dei compromessi laddove è difficile. Dal suo commento mi sembra che il suo partner non sia disponibile a scendere a compromessi, rimanendo fisso sulla sua posizione. Così facendo si crea una relazione su piani differenti, dove lei è costretta a stare alle sue condizioni. Posso immaginare la fatica che sente. Il mio consiglio è quello di iniziare un percorso psicologico, non tanto per capire cosa deve fare, ma per avere più consapevolezza sui suoi sentimenti e sulla situazione attuale. Rimango a disposizione per un colloquio conoscitivo. Cordialmente, dott. Gianmarco Simeoni
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buonasera, non è chiaro l'impatto che ha questa cosa su di lei. Mi pare di capire che non viviate insieme, se non ha dubbi rispetto a quello che fa e se vi fidate, anche se può essere strano il fatto che prima di andare a casa passi dai suoi amici, non vedo perchè imporgli di non farlo. Se invece lei ha dei sospetti o è gelosa di quello che potrebbe fare o non si fida allora il problema è un altro.
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera, capisco la difficoltà e l’intensità del coinvolgimento emotivo in questa relazione. Dal suo racconto, emerge chiaramente quanto stia dando e quanto abbia cercato di adattarsi a una situazione che però la fa sentire trascurata e affaticata, al punto da impattare anche su aspetti importanti della sua vita quotidiana.

Il bisogno del suo compagno di mantenere questa routine sociale notturna sembra essere per lui un aspetto irrinunciabile, quasi come un elemento essenziale del suo equilibrio. Spesso, abitudini molto radicate sono difficili da modificare, soprattutto quando diventano una fonte di stabilità personale. L’intimità e la vicinanza nella coppia, però, richiedono inevitabilmente un certo adattamento reciproco per garantire equilibrio e benessere ad entrambi i partner. È del tutto comprensibile che senta il bisogno di maggiore presenza e regolarità da parte sua, specialmente se ciò che lui propone le genera instabilità e affaticamento.

Riguardo al confine tra “esigenza” e “compatibilità”, è utile domandarsi se i suoi bisogni – di stabilità, di maggiore presenza e di un compromesso su certe abitudini – siano qualcosa a cui non può rinunciare per il suo benessere. Non si tratta di chiedere troppo, ma di riconoscere ciò che è necessario per sentirsi serena in questa relazione.

Il consiglio è di valutare se è possibile, e in che modo, trovare un compromesso che rispetti sia i suoi bisogni sia i suoi ritmi, magari con l’aiuto di un professionista per costruire una comunicazione più aperta e capirsi meglio sui temi centrali. Tuttavia, se sente che i suoi tentativi e i compromessi non vengono accolti, potrebbe essere necessario valutare in che misura questa relazione, così com’è, risponde ai suoi valori e alle sue priorità a lungo termine.

Resto disponibile per altri dubbi o per approfondire alcuni aspetti se lo desidera.
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Bologna
Gentilissima,
In coppia non è sempre semplice trovare un equilibrio, ognuno di voi porta con sé dei “bagagli”importanti.
In questo momento il suo malessere la porta a non sentirsi vicino a se stessa, credo potrebbe essere per lei opportuno un percorso psicologico che vada sia a lavorare a livello relazionale che nel suo profondo. Una coppia è un sistema, se cambia l’atteggiamento di uno dei due partner inevitabilmente cambierà anche quello dell’altro.
La saluto con una frase a me cara:” Secondo il senso comune ci sono due possibilità; o non sappiamo cosa fare o sappiamo cosa fare e lo facciamo.
Qualsiasi vero terapeuta sa che esiste una terza possibilità - sapere cosa dovremmo fare eppure essere incapaci di farlo. È qui che viene impiegato gran parte del tempo in psicoterapia, nello scoprire perché il paziente non riesce a fare ciò che crede abbia un senso

- B. P. Karon
Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente grazie per aver condiviso la sua situazione. In una relazione è fondamentale il confronto e la fiducia. Dalle risposte che le da il suo compagno mi sembra che fugga un po' dal confronto. Lei le chiede più vicinanza, più tranquillità e stabilità e le risponde "sono così, lasciami", oppure "io ho tutto quello che voglio, decidi tu". E' importante che vi confrontiate su ciò che sono le vostre aspettative riguardo al rapporto che state vivendo. Lei in questa situazione soffre e sta male. Meritate entrambi una relazione funzionale e soddisfacente ed è su questo che dovreste confrontarvi. In una relazione si fanno continuamente compromessi reciproci senza ledere però le giuste libertà personali di ciascuno. Cerchi di capire se, con il suo compagno, c'è la possibilità di trovare un giusto compromesso che faccia star bene entrambi e faccia progredire in modo funzionale la vostra relazione. Spero di esserle stato di aiuto. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Sabrina Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Buonasera, da quello che lei racconta mi sembra di capire che quest'uomo sia molto centrato su stesso e sui suoi bisogni che antepone a tutto, senza contemplare quelli di chi gli è accanto. Stare in relazione significa decentrarsi da se stessi per vedere l'altro e accoglierlo nella propria vita. Forse avete due differenti modalità di essere in relazione e varrebbe la pena chiedersi che cosa lei cerca in una relazione e cosa desidera per se stessa.
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Come si fa a vivere un rapporto di coppia fatto di scampoli?
Che ne dice se ne parliamo in un colloquio online?
Dott.ssa Martina Paiolo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Montefiascone
Buonasera, la situazione che descrive rappresenta un problema relazionale in cui il narcisismo di uno dei due partner tiene sotto controllo l'altro.
Frasi come "È un tuo problema, io sto bene" o "Non cambierò, decidi tu cosa fare" sono frasi che indicano che l'altra persona viene lasciata da sola con i suoi bisogni a doversi da sola adattare per forza, a doversi chiedere se non sia lei che sta esagerando e sta sbagliando a porre certe richieste. Questa situazione implica solitudine emotiva all'interno di una relazione. Uno dei partner non si mette in discussione e lascia l'altro a dover risolvere da solo difficoltà che riguardano la relazione, e dunque entrambi. È giusto porsi la domanda sul se le nostre richieste sono eccessive, esagerate, irrazionali, ma in ogni caso anche se lo fossero (e nel caso stiamo parlando di insicurezza, fragilità, sfiducia, insoddisfazione, ansia) il nostro partner sta comunque evitando il problema facendolo ricadere su di noi e non mostrando il minimo impegno ed interesse per il fatto che un suo comportamento ci fa male. Se fatichiamo ad accorgerci di questo, dobbiamo valutare la possibilità di trovarci in una situazione di dipendenza affettiva, che si verifica quando il nostro umore, le nostre emozioni, il nostro valore anche, sono totalmente influenzate da umore, emozioni e comportamenti di un altro, dal quale abbiamo bisogno di affetto o approvazione o vicinanza.
Il pensiero dell'altra persona è sempre presente e spesso invasivo; al centro della nostra quotidianità c'è l'altro più che noi stessi. La dipendenza affettiva può manifestarsi in varie forme e comportamenti: possiamo arrivare a non accorgerci che l'altro usa la nostra fragilità, non ci rispetta, ci manipola o ci svaluta continuamente; possiamo assumere come priorità il ricevere approvazione e affetto e arrivare a ogni tipo di azione che consente questo.
È in questi casi che i nostri altri ambiti di vita passano in secondo o ultimo piano, come il lavoro o come i figli.
La psicoterapia può aiutare a fare ordine in queste situazioni relazionali, aiuta a tornare se stessi al centro della propria vita e a contatto con le emozioni che si provano e che l'altro ci fa provare.

Dott. ssa Martina Paiolo
Dott. Gaetano Marino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Gentile utente viste le difficoltà di questa coppia proporrei un percorso terapeutico di coppia dove affrontare problematiche legate anche legate a figli avuti da relazioni precedenti. Vi proporrei un percorso terapeutico di coppia. Il mio approccio consiste in una prima call gratuita telefonica dove viene delimitata e circoscritta la problematica e viene fatta una prima raccolta anamnestica a cui far seguire un percorso terapeutico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
grazie della sua condivisione.
Il tema è molto delicato, io mi occupo di relazioni, relazioni disfunzionali e dipendenza affettiva nello specifico, quindi capisco bene cosa prova e la sua sofferenza. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a fare luce su alcuni suoi meccanismi e funzionamenti (spesso e volentieri di origine familiare).
Mi rendo disponibile per eventuali suoi dubbi o domande.
Si ricordi che la cosa migliore per se stessi è l'amor proprio.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Anna Verrino
Psicologo, Professional counselor
Milano
Carissima dal suo racconto si percepisce la sua angoscia per una situazione che non la appaga completamente. Sarebbe opportuno approfondire le dinamiche ma dagli elementi descritti sembrerebbe un rapporto sbilanciato dove lei ha responsabilità familiari e cerca nella coppia stabilità e regolarità, lui invece ha una intensa vita notturna che vive come sfogo, probabilmente come evasione dalla "normalità". La sofferenza che prova potrebbe avere origine dall'ambivalenza del suo desiderio e pertanto le consiglio di non aspettare un cambiamento del suo compagno ma di ritagliarsi uno spazio di ascolto con uno psicologo che la aiuti ad uscire da questa situazione di dipendenza da ciò che non la soddisfa. Mi auguro di esserle stata utile. Sono a disposizione per necessità. Un caro saluto Dott.ssa Anna Verrino
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con il suo compagno, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buonasera gentile Utente, sembra che la sua relazione le stia creando un profondo conflitto interiore, e comprendo come questa situazione possa essere disorientante. Da quello che racconta, è chiaro che lei ha investito molto in questo rapporto, arrivando anche a mettere in secondo piano alcuni aspetti della sua vita, come il lavoro e la presenza per sua figlia. Si tratta di segnali importanti, perché ci suggeriscono che le sue esigenze, i suoi bisogni di vicinanza e stabilità, stanno passando in secondo piano.
Il suo compagno ha certamente fatto alcuni passi verso di lei, come ridurre le uscite nei locali e coinvolgerla nella sua vita. Tuttavia, è evidente che mantiene una forte necessità di autonomia e una routine consolidata che non sembra disposto a modificare ulteriormente. Questa necessità di spazio e di libertà personale potrebbe essere legata a un suo modo di mantenere l’equilibrio, un equilibrio che per lui ha evidentemente un valore molto forte. Ma è altrettanto legittimo che lei senta l’esigenza di una presenza più stabile e di un impegno reciproco nella quotidianità.
Quando dice che "non riesce a lasciarlo" ma allo stesso tempo sente di non poter vivere in queste condizioni, si trova di fatto in una posizione di stallo. È possibile che parte della difficoltà derivi da un senso di colpa o di paura nel chiedere di più, come se le sue esigenze fossero “eccessive” o non legittime. Ma le sue esigenze di stabilità e sicurezza emotiva sono del tutto comprensibili, e non sono affatto richieste esagerate. In una relazione, entrambe le persone dovrebbero poter trovare un equilibrio tra i bisogni di ciascuno.
Un primo passo potrebbe essere quello di chiarire a sé stessa, con calma, cosa per lei è davvero irrinunciabile in una relazione. Capire fino a che punto può accettare la sua indipendenza senza sentirsi trascurata, e dove invece ha bisogno di segnali concreti di stabilità per sentirsi serena. La difficoltà di accogliere questa richiesta potrebbe indicare una divergenza nei vostri valori, nei vostri ritmi, o un'incompatibilità tra ciò che per lei è essenziale e ciò che lui è disposto a offrire.
Un confronto sincero e privo di aspettative potrebbe aiutarla a capire se esistono margini di compromesso, o se, al contrario, le vostre differenze sono così importanti da rendere difficile una sintonia reale. Infine, prendersi uno spazio di riflessione per sé, magari confrontandosi con uno psicologo , potrebbe darle la forza di comprendere quale direzione prendere senza il timore di essere troppo “esigente,” ma consapevole del suo diritto a cercare la serenità.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Alessandro Pittari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. Comprendo come la situazione che sta vivendo per lei sia motivo di sofferenza e di confusione. Mi pare di capire che quella che sta vivendo con questo uomo sia una relazione ambivalente, in cui si ritrova a provare forti sentimenti nei suoi confronti ma al contempo a sentirsi prosciugata e trascurata. Non è certo facile vivere in un clima del genere, viste anche le sua altre responsabilità come madre e lavoratrice. Certamente è possibile sviluppare risorse per gestire in modo più costruttivo questi stati d'animo e comprendere più a fondo le motivazioni dell'altro, nonché apprendere modi più efficaci per comunicare con lui e stabilire uno scambio equo nella relazione. È un percorso faticoso, ma certo è possibile migliorare il modo in cui si vive in una relazione, anche una difficoltosa come quella che descrive. O anche, se si giunge alla conclusione che la persona con cui stiamo non sia in grado di soddisfare i nostri bisogni, di lasciarlo andare e aprirci a nuove possibilità. È importante, prima di tutto, essere pronti a fare chiarezza dentro di sé e compiere il primo passo nella direzione del cambiamento. L'aiuto di un professionista empatico può naturalmente rivelarsi molto utile in tal senso. Spero di averle dato una risposta utile e rimango a disposizione se desidera pormi ulteriori domande o prenotare un primo colloquio gratuito. Un cordiale saluto, Dott. Alessandro Pittari
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, sembrerebbe che questo uomo ha necessità di creare uno spazio evasivo dalle relazioni. Probabilmente avrà fatto passi da gigante nella storia con lei ma il domandarsi se è esagerata o meno, mi pare fuorviante. Ogni persona ha necessità, bisogni, unici e irripetibili. Per lui è uscire fuori, per lei questo è intollerabile. La difficoltà a chiudere la storia fa sì che lei cerchi di adeguarsi, negando però le sue esigenze. Penso che potrebbe esserle di grande aiuto un supporto psicologico per trovare chiarezza della dinamica che la lega a quest'uomo e sentirsi supportata in un progetto futuro, frutto anche delle sue esigenze e non solo di quelle altrui.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso con me la sua situazione, che immagino possa essere molto pesante da affrontare. Lei sta vivendo una relazione che, da un lato, le dà molto in termini di amore e coinvolgimento, ma dall’altro sembra metterla in una condizione di sofferenza e di disorientamento emotivo. È evidente quanto tenga a questa persona e quanto desideri far funzionare la vostra relazione, ma al contempo sento anche quanto questa dinamica stia avendo un impatto profondo su di lei e sul suo benessere. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che sta accadendo potrebbe essere visto come una sorta di conflitto tra i suoi bisogni e i comportamenti di lui. Lei sembra cercare una maggiore stabilità e presenza, un equilibrio che la faccia sentire sicura e valorizzata nella relazione. Lui, d’altra parte, sembra proteggere con forza uno stile di vita che gli permette di sentirsi libero e di "sfogarsi", come lo definisce. È come se entrambi aveste delle esigenze legittime, ma difficilmente conciliabili nel modo in cui la relazione è strutturata ora. La sua sensazione di "annullamento" è molto importante e merita attenzione. Quando una relazione ci porta a sacrificare così tanto di noi stessi (il nostro lavoro, il tempo e la presenza per i figli, la nostra serenità) è naturale sentirsi sopraffatti e chiedersi se si stia dando troppo. Lei stessa riconosce che qualcosa non va, ma al tempo stesso si trova bloccata, incapace di lasciarlo nonostante la consapevolezza che, così com’è ora, questa relazione non la fa stare bene. È significativo il fatto che lui le dica apertamente: "Sono fatto così, non cambierò". Questo non significa che lei stia sbagliando a volere di più o che le sue richieste siano irragionevoli. Al contrario, desiderare una relazione in cui ci sia maggiore presenza, stabilità e reciprocità è del tutto normale e sano. La difficoltà, però, sta nel fatto che lui sembra non condividere la stessa visione di cosa significhi vivere una relazione, o almeno non è disposto a cambiare il suo modo di essere per venirle incontro. Potrebbe essere utile esplorare insieme alcuni punti chiave per fare maggiore chiarezza su ciò che sta accadendo. Ad esempio, che cosa la spinge a restare in una relazione in cui si sente così assorbita e, a tratti, trascurata? È possibile che la paura di perderlo o la speranza che le cose possano migliorare la trattengano? E al tempo stesso, che cosa vorrebbe davvero per se stessa e per le sue figlie, non solo nel presente, ma anche nel futuro? Un altro aspetto importante è il suo benessere personale. Quando ci sentiamo “annullati” o quando la relazione diventa così assorbente da influire su altri ambiti della nostra vita, è importante tornare a prendersi cura di sé. Questo potrebbe significare ritagliarsi degli spazi per se stessa, riconsiderare le sue priorità e magari cercare un supporto esterno, come una terapia individuale, per aiutarla a gestire le emozioni e fare chiarezza su cosa sia meglio per lei. Non è una questione di essere "esigenti" o meno, ma di capire se questa relazione, così com’è, può rispondere ai suoi bisogni fondamentali. Lui sembra essere molto chiaro nel definire i suoi limiti, e questo può essere doloroso da accettare, ma è anche un punto di partenza per riflettere su ciò che lei vuole e su quanto è disposta a tollerare. Lei merita una relazione che la faccia sentire valorizzata e rispettata, una relazione che le dia energia invece di togliergliela. La strada per arrivarci non è semplice, ma il fatto che lei stia cercando di capire e di fare chiarezza è già un passo molto importante. Se vuole, possiamo esplorare insieme ulteriormente i suoi sentimenti e i prossimi passi che sente di poter fare. Un caro saluto. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Laura Raco
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, mi spiace che non si senta compresa da lui. Tuttavia non credo di aver colto il nesso tra il fatto che lui esca con gli amici, e il suo stato d’animo. Mi spiace dire questa cosa che naturalmente non le farà piacere, ma non c’è niente di male nel spendere il proprio tempo libero con gli amici o come meglio si crede; che questo non le faccia piacere racconta più di un suo vissuto, che bisogna approfondire. Provi a parlare a lui del fatto che si sente trascurata, che vorrebbe che lui passasse più tempo con lei, se è questo che desidera. Se davvero lui non ascolta questi suoi bisogni allora valuti se continuare una relazione con una persona che ascolta i suoi bisogni, e cerchi di capire cosa la tiene ancorata a lui nonostante queste trascuratezze.
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buonasera,
quello che sta vivendo è molto più comune di quanto si pensi, ma non per questo meno doloroso o meno importante da affrontare. Le sue parole esprimono una grande consapevolezza: si rende conto che qualcosa nella relazione non le fa bene, sente che si sta allontanando da sé stessa, dalle sue figlie, dai suoi bisogni… ma allo stesso tempo è emotivamente legata a quest’uomo, e lasciarlo le appare quasi impossibile.

Quando in una relazione uno dei due partner dice esplicitamente “sono così, lasciami se non ti va bene”, sta tracciando un confine rigido, chiuso al confronto e alla crescita. E anche se da un lato può sembrare onesto, in realtà questa posizione esclude il dialogo e svaluta il suo vissuto emotivo. Le sue richieste non sono eccessive: sta chiedendo un rapporto con basi più stabili, con una presenza più concreta, con uno spazio affettivo condiviso. Sta chiedendo un compromesso, non il controllo.

Ciò che descrive – l’uscire ogni notte, il bisogno irrinunciabile di “sfogo”, l’assenza di reale disponibilità al cambiamento – non è soltanto uno stile di vita diverso dal suo: è una modalità relazionale centrata su di sé, che lascia poco spazio all’altro. E lei, che ha una vita strutturata, delle figlie, delle responsabilità quotidiane, sta assorbendo tutto questo al punto da sentirsi annullata, esausta, lontana dal proprio equilibrio.

La sua è una forma di sovraccarico emotivo, ma anche affettivo: si sta adattando a una presenza intermittente e imprevedibile, e questo – con il tempo – può logorare profondamente l’autostima, il senso di sicurezza e la lucidità nel distinguere cosa è amore e cosa è dipendenza.

Lei si chiede: sono io troppo esigente?
La risposta è: no, non lo è.
Chiedere continuità, rispetto, partecipazione reale non è un eccesso. È una base per qualunque relazione adulta e sana. Il fatto che lui “corra” quando ha un problema non basta: l’amore non è solo emergenza, ma presenza quotidiana, equilibrio, reciprocità.

Il fatto che nemmeno la figlia sia rimasta con lui, pur avendoci vissuto due anni, dice molto sulla difficoltà relazionale che quest’uomo sembra avere: non parliamo di cattiveria, ma di un’incapacità – o forse una non volontà – di entrare davvero in relazione con l’altro. Lei però non è tenuta a “salvarlo” o ad aspettare che cambi, se intanto sta perdendo pezzi importanti di sé.

È un bene che si stia ponendo queste domande adesso. Forse è il momento di pensare a un percorso che l’aiuti a ricentrarsi su di sé, sui suoi bisogni, sulla sua vita. Non è necessario prendere decisioni drastiche subito, ma è essenziale ricominciare a scegliere partendo dal proprio benessere. Un supporto psicologico può accompagnarla nel distinguere cosa è desiderio autentico e cosa, invece, la tiene incastrata in un legame che le sta togliendo più di quanto le dà.

L’amore non dovrebbe costare la propria identità.
Merita una relazione che la sostenga, non che la svuoti.
È già sulla strada giusta: quella in cui inizia a chiedersi “e io, dove sono in tutto questo?”

Un caro saluto.
Dott.ssa Martina Scandola
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Da quello che racconta emerge con molta chiarezza quanto lei sia emotivamente stremata, e quanto questa relazione — pur avendo aspetti che la legano profondamente — stia consumando parti importanti della sua vita: la serenità, l’energia, il rapporto con le sue figlie, la concentrazione sul lavoro. È come se, pian piano, l’equilibrio si fosse inclinato tutto da un lato, quello del suo compagno, e lei fosse rimasta a tenerlo in piedi da sola.

Non c’è nulla di “esagerato” nelle sue richieste. Lei non sta domandando controllo o privazione: sta chiedendo presenza, condivisione, stabilità, cioè elementi fondamentali in una relazione matura. Chiedere che il partner abbia uno stile di vita che permetta un minimo di intimità, di routine condivisa e di cura reciproca non è una pretesa: è il cuore di un legame.

Quello che descrive, invece, è una dinamica in cui lui sembra dirle: “io sono fatto così, il mio bisogno viene prima, se stai male è un tuo problema”.
Un messaggio molto forte, che di fatto la lascia sola nella gestione del rapporto.

È comprensibile che lei sia confusa: quando siamo innamorati e vediamo l’altro “cambiare un po’” per noi, tendiamo a sperare che quel cambiamento possa crescere. Ma qui il punto non è quanto lui esce la sera: è come risponde al suo malessere. Quando minimizza o ribalta la responsabilità (“sei tu a stare male”), di fatto le sta dicendo che la vostra sofferenza relazionale non lo riguarda. E questo può lasciare un senso profondo di disorientamento e di colpa.

Il fatto che anche la figlia, dopo due anni, se ne sia andata da casa “perché non è riuscito a smettere neanche per lei” è un elemento che parla da solo: sembra descrivere un uomo che, pur volendo bene, non riesce a modificare i propri schemi di vita, nemmeno per le persone più significative.

Lei non è “troppo esigente”: sta cercando un partner con cui costruire un ritmo compatibile con la sua vita e con le sue responsabilità di madre.
Il punto è capire se questa persona è in grado di offrirle quello spazio.

Il fatto che lei “non riesca a lasciarlo”, pur sapendo che così non può stare, è una delle parti più dolorose da accogliere. Non significa debolezza: significa che c’è un legame forte, ma anche un bisogno di sentirsi vista, scelta, valorizzata… proprio ciò che questa relazione, al momento, non le restituisce.

Forse, più che chiedersi se è lei ad essere sbagliata, potrebbe essere utile domandarsi:
cosa sto sacrificando di me per tenere in piedi questo rapporto?
e quanto può durare questa forma di amore senza che io perda parti troppo importanti della mia vita?

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