Buonasera, scusate l'ora ma mi trovo veramente in una situazione difficile, e che per me è diventata

24 risposte
Buonasera, scusate l'ora ma mi trovo veramente in una situazione difficile, e che per me è diventata insostenibile.
Da diversi anni (dall'adolescenza) soffro di ansia e attacchi di panico fortissimi, nonché nausea e vomiti. Da poco ho dovuto fare una isterectomia totale e salpingectomia bilaterale per fibromatosi uterina atipica. Ho 35 anni.
Mio padre ha la demenza ed è in una rsa da circa un anno. Mia madre è invalida e non è abbastanza sufficiente.
Per questi vari motivi non sono mai riuscita a tenermi un lavoro. Ho due lauree che non ho mai sfruttato perché sono molto distratta e la mia testa è piena di paure ed ansie.
Da poco tempo ho trovato un lavoro di un mese in un supermercato. Ancora dopo una settimana non riesco a fare la chiusura della cassa. Sino a ieri ho chiesto una mano ai responsabili o ai colleghi, ma chiedere mi costa veramente tanto perché mi sento una incapace, sono insicura, e mi autoinfliggo pensieri negativi. E questo credo che lo percepisca anche chi lavora con me. Pur di non passare per stupida annuisco quando mi vengono spiegate le cose, ma in realtà non capisco perché essendo distratta, mi sento una completa incapace. Prima e dopo il lavoro mi vengono attacchi di panico assurdi, mi immobilizzo completamente. A volte vomito.
Oggi per esempio ho fatto chiusura cassa da sola ed ho sbagliato. Non ho capito se ho dato resto in più oppure se ho sbagliato contando il denaro. La responsabile scocciatissima, io volevo solo sparire e dileguarmi. Inoltre ho sempre avuto problemi con i numeri, i soldi e i calcoli, contare, aggiungere o diminuire....
Non so se sono discalculica ma mi sento solamente una persona che non è capace di fare niente. Vorrei andare da uno psicologo ma sto affrontando una grave situazione econimico familiare....
Vorrei dire alla responsabile per onestà, che non voglio più andare a lavorare lì, perché potrebbero assumere qualcun altro più competente e far loro perdere meno tempo.....
Non so proprio che cosa fare.
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buongiorno,
dalle sue parole emerge chiaramente il forte carico emotivo e di responsabilità che porta con sé, legato sia alla sua storia personale che alle difficoltà familiari e di salute che ha dovuto affrontare. L’ansia e gli attacchi di panico, insieme ai sintomi fisici che descrive, sembrano incidere in modo significativo sul suo funzionamento quotidiano e sulla possibilità di vivere con serenità le esperienze lavorative e relazionali.

Le difficoltà che riferisce nella gestione dei compiti pratici (come i calcoli e la chiusura di cassa) possono essere amplificate dallo stato ansioso costante e dall’autosvalutazione, che la portano a percepirsi come “incapace”, alimentando un circolo vizioso di paura, insicurezza e sintomi somatici. Questo non significa che lei non abbia risorse, anzi: ha completato due percorsi di laurea, ha dimostrato di cercare opportunità lavorative nonostante le difficoltà e sta affrontando una situazione familiare molto complessa.

In un quadro come il suo, il sostegno psicologico rappresenterebbe uno spazio protetto dove comprendere meglio i meccanismi che mantengono l’ansia e i pensieri svalutanti, lavorare sulle strategie di gestione e costruire una maggiore fiducia nelle proprie capacità. Comprendo le difficoltà economiche che riporta: può valutare percorsi a costo ridotto o gratuiti offerti da consultori, servizi territoriali o associazioni, che spesso mettono a disposizione psicologi specializzati.

Per quanto riguarda il lavoro, è comprensibile che si senta sopraffatta e spinta a voler “rinunciare” per non gravare sugli altri. Tuttavia, la scelta di lasciare o meno quel posto andrebbe presa dopo essersi concessa un momento di riflessione, non sotto la pressione dell’ansia e del senso di colpa. In questo momento il passo più importante sarebbe prendersi cura di sé e della propria salute psicologica, per riuscire progressivamente a gestire meglio le difficoltà e a ritrovare fiducia.

Rimango a disposizione per approfondire la sua situazione e per valutare insieme possibili percorsi di supporto adeguati alle sue esigenze.

Un cordiale saluto.

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Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno, quello che descrivi trasmette una grande fatica e l'ansia, gli attacchi di panico, i sintomi somatici insieme a un contesto familiare complesso e gravoso, creano una condizione di forte pressione interna. e sono ulteriori fattori di fragilità e difficoltà la recente operazione chirurgica e il carico di responsabilità verso i tuoi genitori. È naturale, in questo quadro, che ogni nuova esperienza,come l’ingresso in un posto di lavoro diventi fonte di grande tensione.

La difficoltà con i numeri e con la gestione del denaro potrebbe effettivamente indicare una difficoltà sul piano cognitivo (discalculia), ma prima di definirla in questo modo sarebbe necessario un approfondimento accurato. Quello che è certo è che, di fronte a un compito percepito come difficile, la tua mente reagisce con paura, autocritica, pensieri svalutanti e attacchi di panico cheti impediscono di utilizzare le risorse che pure possiedi (due lauree sono la dimostrazione di capacità e impegno). La spirale è questa: ansia → blocco → errore o incomprensione → ulteriore svalutazione → aumento dell’ansia.

In questo momento mi sembra che ci siano due aspetti fondamentali:

1. **Il suo valore personale non coincide con la performance lavorativa.**
L’insicurezza la porta a percepirti “incapace”, ma ciò che emerge non è mancanza di intelligenza o di possibilità, quanto piuttosto un blocco legato all’ansia e alla paura del giudizio.
2. **La pressione sul lavoro non è solo pratica, ma simbolica:**
ogni errore sembra confermare la convinzione di “non valere niente”. Questo la paralizza e la fa pensare di rinunciare.

Il punto non è decidere oggi se abbandonare o meno il lavoro, ma interrompere questo meccanismo di auto-svalutazione. Per farlo,ti propongo un lavoro su due livelli:

Regolazione dell’ansia
introdurre pratiche quotidiane brevi e concrete (respiri profondi a ritmo regolare, tecniche di grounding come descrivere mentalmente 5 oggetti intorno a sé prima di entrare al lavoro, piccole pause di auto-consolazione) per imparare a interrompere sul nascere la spirale dell’attacco di panico.

Sospendere il giudizio su di te:
prova a distinguere il compito specifico (chiusura di cassa) dal giudizio globale sulla tua persona. Se sbagli un calcolo, non significa che tu sia “incapace”, significa solo che in quell’area ci sono limiti o insicurezze che vanno gestiti.

Un percorso psicologico sarebbe molto utile, ma comprendo le difficoltà economiche. Puoi valutare in alternativa:
servizi territoriali (consultori, CSM) che offrono supporto gratuito o a basso costo;
associazioni di volontariato che mettono a disposizione psicologi;
percorsi di **mindfulness o gruppi di sostegno accessibili anche online, che possono aiutarltinella gestione dell’ansia.

Per ora, il lavoro che ti propongo è questo: inizia a tenere un DIARIO DELL'ANSIA . Ogni giorno, prima e dopo il lavoro, annota: intensità dell’ansia (da 0 a 10), pensieri automatici che emergono (“sono incapace”, “non ce la faccio”), e una risposta alternativa più realistica (“sto imparando”, “chiedere aiuto è segno di coraggio, non di incapacità”). Questo piccolo esercizio, se fatto con costanza, può iniziare a modificare il dialogo interiore e ridurre l’impatto paralizzante dei pensieri svalutanti.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott.ssa Arianna Savastio
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, quando l'ansia è così pervasiva diventa invalidante e intacca la qualità della nostra vita, è quindi importante poter fare un percorso psicologico che le dia gli strumenti per far pronte ai sintomi dell'ansia e poter affrontare le avversità della vita in modo più funzionale. E' importante lavorare sulla consapevolezza rispetto alle sue paure che sono, appunto, solo paure e di imparare ad affrontare la vita e le difficoltà facendo appello a tutte le sue risorse e capacità. Non sono mai le situazioni a generare l'ansia dentro di noi, bensì sono i pensieri che noi facciamo sulle situazioni a provocarci l'ansia. Infatti, ciò che le capita si chiama ansia anticipatoria cioè una preoccupazione sproporzionata rispetto a una situazione che percepiamo come difficile o minacciosa. L'ansia anticipatoria intacca la nostra prestazione generando quindi la profezia che si autorealizza: mi aspettavo che andasse male ed effettivamente è andata male perchè io stessa creo delle condizioni sfavorevoli che la fanno andare male. Lei deve quindi lavorare sui suoi pensieri, ristrutturarli con l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta e acquisire maggiore fiducia in se stessa. La vita la affrontiamo grazie alle nostre risorse e se non siamo consapevoli delle risorse che abbiamo non ci sentiremo in grado di affrontare neanche il più piccolo ostacolo. L'approccio cognitivo-comportamentale propone i trattamenti e le tecniche più efficaci per la gestione dell'ansia e degli attacchi di panico. Lei è giovane, ha tutta la vita davanti a sè e merita di viverla in uno stata di serenità e benessere. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Salve, chiede cosa fare; mi sento di consigliarle, stante la sua situazione economica, di rivolgersi ai servizi dell Ulss di riferimento per affrontare qs ansia invalidante (suff pagare un ticket); probabilmente le suggeriranno un approccio integrato. Nel mentre eviti di evitare e di svalutarsi; ogni nuovo giorno porterà difficoltà, ma anche opportunità per superare la sua ansia che le assicuro in ogni nuovo lavoro esiste di per sé
Auguri per tutto
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
la sua sofferenza emerge con molta chiarezza e comprendo quanto possa sentirsi sopraffatta da tutte queste difficoltà che si intrecciano tra vita personale, familiare e lavorativa. Ciò che descrive non parla di incapacità, ma di un peso enorme che porta sulle sue spalle da molto tempo, con ansia e sintomi fisici che la rendono tutto ancora più difficile.
Un percorso psicologico potrebbe davvero sostenerla nel gestire ansia, attacchi di panico e senso di inadeguatezza, anche con strategie pratiche per affrontare meglio le situazioni quotidiane. Capisco le difficoltà economiche, ma può informarsi su servizi pubblici o associazioni che offrono percorsi a costi contenuti.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
intanto grazie per aver condiviso la sua storia con tanta sincerità. Da quanto racconta, emerge una forte sofferenza che porta con sé da molti anni e che, in questo momento, si intreccia con una situazione familiare ed economica davvero complessa. L’ansia, gli attacchi di panico, la nausea, il senso di inadeguatezza e le difficoltà nel gestire alcune mansioni lavorative non sono segnali di “incapacità personale”, ma espressioni di un disagio che merita attenzione e cura.

È comprensibile che, trovandosi a dover affrontare la responsabilità di un nuovo lavoro, il peso di questi sintomi diventi ancora più difficile da gestire. Allo stesso tempo, riconoscere i propri limiti non significa fallire, ma è un atto di consapevolezza e onestà verso sé stessi.

La difficoltà con i numeri e i calcoli che descrive potrebbe effettivamente avere una radice specifica, ma solo una valutazione approfondita può chiarirlo. Non si tratta quindi di “essere incapace”, ma di comprendere meglio quali sono le sue caratteristiche personali e come gestirle.

In momenti come questo è importante non affrontare tutto da sola: parlare con uno specialista potrebbe aiutarla a ridurre l’ansia, a gestire gli attacchi di panico e a lavorare sulla sua autostima, in modo da non sentirsi costantemente giudicata o “inadeguata”.

Capisco che la situazione economica renda più difficile prendere questa decisione, ma proprio per questo motivo un supporto professionale può diventare un investimento prezioso per il suo benessere e per il suo futuro.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, lavorare sulla sua ansia e senso di inadeguatezza la aiuterà a strutturare un'autostima solida e un senso di autoefficacia in grado di affrontare gli imprevisti che le si presentano nel quotidiano. Le consiglio di non mollare e di continuare a sperimentarsi in situazioni per lei difficili così da mettersi alla prova, sicuramente il farsi supportare da un professionista a livello psicologico è un buon modo per elaborare il suo vissuto emotivo.
Esiste la possibilità di ricevere supporto in consultori familiari gratuitamente o a tariffe agevolate.
Si informi, il suo benessere ed equilibrio emotivo sono la base per poter vivere in modo soddisfacente la vita.
Spero di esserle stata di aiuto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Klarida Rrapaj
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, grazie per il coraggio con cui ha condiviso la sua storia, è già un primo passo importante. Quello che descrivi non parla di incapacità ma di un carico enorme, ansia, panico, problemi familiari e un lavoro nuovo che aumenta la pressione. È normale sentirsi sopraffatti. Non rimanere sola, puoi rivolgerti ai consultori o ai servizi pubblici, dove ci sono psicologi anche gratuiti. Con il giusto supporto puoi imparare a gestire l’ansia e recuperare fiducia in te stessa.
Un caro saluto
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno, tutte le persone hanno le risorse necessarie per vivere una vita serena e gratificante. Gli psicologi sono professionisti che supportano la persona e sanno far emergere le doti dei loro clienti. Provi a contattare uno psicologo per far emergere queste riso. Le sarà molto d'aiuto.
Tanti auguri
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Gentile utente,
dal suo racconto emerge con chiarezza quanto stia vivendo una condizione di forte sofferenza e quanto questa le tolga energie nella vita quotidiana e lavorativa. L’ansia, gli attacchi di panico e il senso di inadeguatezza che descrive non sono segni di incapacità, ma segnali che indicano la necessità di un supporto psicologico.
L’avvio di un percorso di sostegno è quindi il passo più importante e urgente. Capisco bene la difficoltà economica, ma tenga presente che esistono servizi pubblici o associazioni che possono offrire aiuto a costi ridotti; allo stesso tempo, un percorso privato, anche modulato su incontri meno frequenti o online, può garantirle tempi rapidi, continuità, scelta del professionista e un intervento più personalizzato. In questo senso, rappresenta un vero e proprio investimento su di sé e sulla sua qualità di vita.
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di cura e responsabilità verso se stessa. Dr. Giuseppe Mirabella
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
Salve gentile utente, lei è visibilmente in una condizione di blocco, cerchi un professionista (in presenza o online) che capisca la situazione e sicuramente un modo per risolvere (almeno economicamente ) la troverà.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, immagino quanto si stia sentendo sopraffatta e quanta fatica stia affrontando in questo periodo. La sua storia parla di anni di sofferenza legata all’ansia e agli attacchi di panico, uniti a situazioni familiari molto complesse e dolorose che inevitabilmente hanno avuto un forte impatto sul suo equilibrio emotivo e sulla possibilità di costruire serenità personale e professionale. È importante riconoscere la grande forza che ha dimostrato fino a questo momento, nonostante tutto, nel non arrendersi e nel continuare a mettersi in gioco anche di fronte alle difficoltà. Il fatto di sentirsi inadeguata o incapace, soprattutto in contesti come il lavoro, è un pensiero che nasce direttamente dai meccanismi dell’ansia. Quando l’ansia si attiva, la mente si concentra sugli errori e amplifica la sensazione di non essere all’altezza, fino a spingerla a credere di non avere competenze o di non meritare il posto che occupa. In realtà, il suo valore non dipende da un errore di calcolo in cassa o da una distrazione, ma dal suo impegno e dalla sua capacità di continuare a provarci nonostante i sintomi e la paura. Il fatto che annuisca senza capire davvero, per paura di apparire inadeguata, racconta un bisogno di protezione dal giudizio degli altri, che comprensibilmente in questo momento pesa molto. Una delle aree su cui si potrebbe lavorare in un percorso psicologico cognitivo-comportamentale è proprio la gestione dell’ansia da prestazione e la costruzione di pensieri più realistici e meno autocritici, imparando strategie concrete per affrontare i momenti di blocco, sia sul lavoro che nella vita quotidiana. Capisco bene anche le difficoltà economiche che rendono difficile pensare di avviare subito un percorso con uno psicologo, ma potrebbe valutare la possibilità di rivolgersi a servizi pubblici o a centri che offrono percorsi a costo ridotto. Nel frattempo, un primo passo utile potrebbe essere imparare a osservare i pensieri negativi che arrivano senza identificarvisi del tutto, provando a dirsi “questo è un pensiero ansioso, non un fatto reale”. Inoltre, pratiche di respirazione e tecniche di grounding possono aiutarla nei momenti di panico, riportando l’attenzione sul corpo e riducendo la sensazione di perdita di controllo. Il desiderio di dire alla responsabile che vuole lasciare il lavoro nasce da questa forte paura di deludere e di non essere all’altezza. È comprensibile che si senta così, ma prima di prendere una decisione definitiva potrebbe essere utile fermarsi e chiedersi se si tratta davvero di un suo limite oggettivo o se sono l’ansia e la poca fiducia in sé a farle sembrare impossibile ciò che invece potrebbe diventare gestibile con il tempo e con un po’ di supporto. A volte, imparare a comunicare le proprie difficoltà senza sentirsi sbagliati può aprire possibilità nuove e far sì che gli altri vedano la sua determinazione invece che un’incapacità. Lei sta affrontando una quantità enorme di pesi emotivi e pratici, ed è comprensibile che si senta bloccata. Ma proprio per questo, iniziare anche da piccoli passi, come imparare a ridurre l’autocritica e a chiedere aiuto senza sentirsi in colpa, può cambiare molto la qualità della sua vita. Non è una persona incapace, è una persona che sta attraversando prove enormi e che merita di ritrovare fiducia nelle proprie risorse. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buonasera,
dalle sue parole emerge tutta la fatica che sta vivendo: affrontare un intervento importante a soli 35 anni, prendersi cura di genitori fragili, convivere con ansia e attacchi di panico e, in mezzo a tutto questo, cercare comunque di lavorare. È comprensibile che oggi si senta sopraffatta, con la testa piena di paure e il corpo che risponde con nausea, vomito e blocchi. Non è incapacità: è il peso enorme che porta sulle spalle.

È naturale che in una situazione del genere anche un compito apparentemente semplice, come la chiusura della cassa, diventi fonte di panico. La sua difficoltà con i numeri e con il calcolo può amplificare questa sensazione di “non essere capace”. Ma questo non significa che lei non abbia valore o che non sia all’altezza come persona: significa solo che oggi si trova in un contesto che non tiene conto delle sue fragilità e che non le permette di esprimere le sue risorse.

Capisco bene il pensiero di voler lasciare il lavoro “per onestà”: dentro c’è il desiderio di non deludere, di non pesare sugli altri. Ma è importante non trasformare la sua fragilità in una colpa. Può essere invece un’occasione per dirsi con sincerità: “in questo momento ho bisogno di un contesto più adatto alle mie capacità e ai miei tempi”. Questo non la rende meno degna, ma semplicemente una persona che cerca il proprio spazio giusto.

Un passo utile potrebbe essere cercare — anche attraverso i servizi pubblici (ASL, consultori, sportelli psicologici gratuiti o a basso costo) — un supporto psicologico che la aiuti a gestire l’ansia e a ritrovare fiducia in sé stessa. Non è necessario affrontare tutto da sola: esistono possibilità di aiuto anche per chi ha difficoltà economiche.

Un incoraggiamento: la sua forza non sta nel non avere mai paura o nell’essere perfetta, ma nel continuare a cercare di andare avanti nonostante tutto. Il fatto che stia scrivendo qui è già un segnale di coraggio e di volontà di non arrendersi. Non si giudichi come “incapace”: è una donna che sta affrontando prove molto grandi, e che merita ascolto e sostegno.
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Psicologo, Psicologo clinico
Marano di Napoli
Gentile utente, l'ansia e i pensieri negativi tendono a distorcere la percezione, un errore alla cassa diventa la prova che “non valgo”, mentre per altri sarebbe solo un normale incidente di percorso. Anche la difficoltà con i numeri non è segno di stupidità, può trattarsi di una caratteristica del suo funzionamento cognitivo, oppure semplicemente di un ambito che non si addice alle sue inclinazioni. Non tutti siamo portati per tutte le mansioni, e questo non intacca il valore personale.


Parlare con la responsabile con sincerità può essere una buona scelta, ma non necessariamente per “dimettersi”. Potrebbe chiedere di essere affiancata ancora un po’, spiegando che ha bisogno di tempo per acquisire sicurezza. Spesso la chiarezza, anche se costa fatica, è più rispettata del tentativo di mascherare le difficoltà.

Spesso capita che l'ansia possa prenda il sopravvento e ridurre la capacità di apprendere e concentrarsi. È naturale che, in questo stato, anche compiti semplici diventino montagne.

Un percorso psicologico mirato, anche breve, sarebbe davvero prezioso non solo per imparare strategie concrete contro ansia e panico, ma anche per aiutarla a ritrovare fiducia nelle sue risorse.

Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Buongiorno, grazie per aver trovato il coraggio di raccontarti così a fondo. Dalle tue parole emerge tutta la stanchezza, il peso che porti e la sensazione di non riuscire mai a “stare al passo”. È comprensibile sentirsi così: hai alle spalle esperienze difficili, una situazione familiare molto impegnativa, un’operazione importante e anni di ansia e panico che ti hanno tolto energie.
In questo momento il lavoro diventa per te una sfida enorme, non tanto per la mansione in sé, ma perché amplifica la tua paura di sbagliare, l’insicurezza e i pensieri negativi che già ti accompagnano. È importante che tu sappia che chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma un modo di imparare. Nessuno nasce sapendo fare tutto, e avere bisogno di più tempo o spiegazioni non significa essere incapaci. La tua ansia ti porta a sentirti “meno” degli altri, ma la realtà è che stai lottando con un carico che in pochi riuscirebbero a reggere senza fatica.
Il fatto che tu pensi addirittura di lasciare il lavoro “per non far perdere tempo agli altri” dimostra quanto ti giudichi con durezza. Non sei un peso: sei una persona che sta cercando di fare del suo meglio nonostante le difficoltà. Se davvero questo ambiente per ora ti mette troppa pressione, parlarne con sincerità con la responsabile può essere un atto di rispetto verso di te, non una sconfitta. E se deciderai di continuare, prova a ricordarti che anche un piccolo errore non ti definisce come persona o lavoratrice.
Quando riuscirai, cerca di rivolgerti a un supporto psicologico, anche tramite i servizi pubblici, perché la tua ansia e i tuoi attacchi di panico meritano ascolto e strumenti mirati. Non sei incapace: sei una persona che ha vissuto tante prove e che ha bisogno di imparare a trattarsi con più gentilezza.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco quanto ti senta sopraffatta e quanto questo lavoro stia amplificando ansia e panico. Non significa che tu sia incapace: stai affrontando molti fattori stressanti contemporaneamente e sintomi fisici legati all’ansia, che rendono le prestazioni più difficili. È comprensibile voler lasciare il lavoro se ti provoca così tanto disagio; comunicarlo con sincerità alla responsabile può essere fatto in modo rispettoso, senza sentirti in colpa. Nel frattempo, anche piccoli passi di supporto psicologico, come colloqui online o centri con tariffe agevolate, possono aiutarti a gestire ansia e attacchi di panico e a rafforzare la tua fiducia nelle tue capacità.
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Buonasera, comprendo quanto la situazione che sta vivendo sia dolorosa e quanto possa sentirsi sopraffatta. Le difficoltà che descrive meritano attenzione e uno spazio sicuro in cui possano essere accolte e affrontate con gradualità. Le suggerisco di valutare un colloquio psicologico, che potrebbe aiutarla a trovare nuove risorse e a ridurre il peso che sta portando da sola
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, sta affrontando una somma di fatiche molto pesanti, ed è naturale che il suo corpo e la sua mente reagiscano con ansia, panico e senso di confusione. Questo non fa di lei una persona incapace, ma una persona in grande sofferenza. La difficoltà nel lavoro, specie se legata ai numeri, potrebbe essere esplorata con l’aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, così come l’autostima ferita e la pressione che sente nel “dover farcela”. L’approccio EMDR o la Mindfulness possono aiutarla a gestire gli stati di ansia acuta. Se ha difficoltà economiche, cerchi un servizio pubblico o un consultorio: ha tutto il diritto di ricevere supporto. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la sua testimonianza restituisce un quadro di grande sofferenza e di fatica, sia sul piano personale che familiare. È comprensibile che, con un vissuto di ansia e attacchi di panico presenti fin dall’adolescenza, aggravati da recenti difficoltà di salute e da una situazione familiare molto complessa, lei oggi si senta sopraffatta e con poche risorse per affrontare serenamente un nuovo lavoro. L’intervento chirurgico che ha affrontato non è solo un evento fisico, ma porta con sé anche implicazioni emotive, che possono accentuare la vulnerabilità psicologica. A questo si aggiunge il peso di due genitori fragili e bisognosi, responsabilità che inevitabilmente la caricano ancora di più.

Non è dunque questione di “incapacità”, come lei tende a dirsi in modo molto severo. Piuttosto, si tratta del fatto che lei sta cercando di gestire un insieme di fatiche che, oggettivamente, supererebbero la tenuta emotiva di chiunque. L’ansia che si manifesta con attacchi di panico, nausea e vomito è un segnale di quanto il suo sistema nervoso sia in uno stato di sovraccarico. Questo spiega anche le difficoltà di concentrazione, la distrazione, i pensieri negativi ricorrenti. Non è una sua colpa, né un indice del suo valore o delle sue capacità, ma un sintomo di una condizione che merita ascolto e cura.

Riguardo al lavoro, è comprensibile che l’idea di doversi confrontare con la gestione della cassa e con la paura di sbagliare le generi un’ansia molto forte. Tuttavia, le sue competenze, la sua formazione e le sue due lauree dimostrano che lei ha risorse importanti che ora non riesce a valorizzare a causa del blocco ansioso. In questo senso, più che pensare di ritirarsi, potrebbe essere utile valutare quale contesto lavorativo le permetta di esprimere meglio le sue capacità senza toccare in modo così diretto le aree per lei più sensibili (come il calcolo con il denaro).

Il desiderio di intraprendere un percorso psicologico che lei esprime è molto importante e rappresenta già una forma di consapevolezza e di cura verso di sé. Capisco le difficoltà economiche, ma vorrei rassicurarla che esistono possibilità di sostegno anche a basso costo: servizi pubblici territoriali (centri di salute mentale, consultori), sportelli psicologici attivati da alcune ASL, associazioni o enti che offrono percorsi a tariffe ridotte. Anche una consulenza iniziale potrebbe aiutarla a orientarsi e a non sentirsi sola di fronte a questa situazione.

La invito quindi a non arrendersi a questa immagine di sé come “incapace”. Quello che sta vivendo è il riflesso di una sofferenza psicologica che ha radici profonde e che, con un aiuto adeguato, può essere affrontata. Cercare supporto non è un fallimento, ma un atto di forza.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, sento nel suo messaggio un profondo sconforto verso sé stessa e le sue potenzialità. Sin dall'adolescenza ha sofferto di ansia e attacchi di panico che sicuramente hanno avuto un impatto sulla sua qualità di vita, nonostante ciò è riuscita ad ottenere ben due lauree, da ciò che descrive si è sempre messa in gioco e attualmente nonostante un'operazione complessa sta vicino ai genitori, entrambi in una situazione di profonda difficoltà. Vedo in tutto questo delle capacità, della risorse importanti che mi preme sottolinearle. Ritengo che sia assolutamente in tempo e in grado di riprendersi in mano la sua vita, tornare a sentirsi meglio, a credere maggiormente in sé stessa. Ci sono però molteplici eventi e situazioni che credo meritino di essere elaborate e comprese all'interno di un percorso psicologico che le consiglio fortemente. Dal punto di vista economico è possibile rivolgersi all'asl di competenza oppure cercare terapeuti che propongono delle tariffe agevolate, dei prezzi calmierati. Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, dal suo racconto emerge una situazione di grande fatica e sofferenza per lei. Mi verrebbe semplicemente di dirle che lei ha bisogno di un supporto psicoterapeutico e forse anche farmacologico. Una possibilità è offerta dai servizi pubblici di dsalute mentale, lei potrebbe prendere un primo appuntamento o provarci perlomeno. Nei servizi pubblici il trattamento è sottoposto semplicemente al pagamento del ticket. In attesa non prenda decisioni avventate rispetto al suo futuro lavorativo. In ogni caso sono a sua disposizione. Saluti Dario Martelli
Dott.ssa Miriam Casini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Rocca di Papa
Gentile utente,
La ringrazio per essersi aperta e per aver condiviso la sua situazione. Le difficoltà che sta affrontando sono intense e comprensibilmente pesanti da gestire da sola. Le sue parole mostrano con quanta forza abbia cercato di andare avanti, nonostante le sfide emotive, fisiche e familiari.
Credo che in questo momento sia importante per lei avere uno spazio di ascolto sicuro, dove sentirsi accolta senza giudizio e iniziare a prendersi cura di sé. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a ritrovare chiarezza, forza e strumenti per affrontare le difficoltà, un passo alla volta.
Se lo desidera, sono disponibile per un primo colloquio orientativo: possiamo parlarne insieme, valutando anche modalità e costi sostenibili.
Un caro saluto,
Dott.ssa Miriam Casini.
Dott.ssa Roberta Aceto
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Da quanto descrive, emerge una situazione di forte sovraccarico emotivo e fisico, legata non solo alle recenti difficoltà lavorative, ma anche a un contesto personale e familiare complesso e prolungato nel tempo. È comprensibile che, in presenza di ansia intensa e vissuti di inadeguatezza, ogni piccolo errore o incomprensione possa assumere un peso molto grande e alimentare un senso di fallimento.

In questo momento può essere utile non giudicarsi, ma riconoscere che sta affrontando più livelli di stress contemporaneamente e che il suo malessere non è segno di incapacità, bensì di un sistema che ha bisogno di sostegno. Un percorso psicologico, anche attraverso servizi pubblici o sportelli a costo agevolato, potrebbe aiutarla a comprendere meglio i meccanismi dell’ansia e a sviluppare modalità più gentili e realistiche di valutare se stessa e le proprie capacità.

Nel frattempo, può provare a concedersi piccoli passi: chiedere aiuto senza colpa, rallentare quando possibile e riconoscere ogni sforzo come un segno di resilienza, non di debolezza.

Resto a disposizione per eventuali dubbi o informazioni.

Dott.ssa Roberta Aceto

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