Buonasera non e la mia prima volta che faccio un pst del genere e sinceramente sarà l'ultimo che fac

24 risposte
Buonasera non e la mia prima volta che faccio un pst del genere e sinceramente sarà l'ultimo che faccio anche perchè non voglio passare per quello che sono, e nel mese entrante prenderò appuntamento con un psichiatra o psicololo che sia per capire come uscirne da questo tunnel visto che ci sono giorni che vedo una piccola luce giorni che sembra che divento pazzo.. ma una domanda che vorrei porvi a voi dottori, visto che da 4 mesi quasi soffro di confusione come se tutto quello che guardo si lo riconosco ma sembra come se lo vedo tramite una bolla, difficile da spiegare ma essendo che voi siete psicologhi penso che lo capite quello che voglio dire, in più sto avendo dei pensieri che certe volte sembra come se mi portano a farlo e mi causano tanta ansia, allora i pensieri sono del tipo, prendo il cane e gli do un calcio, gridare senza motivo, oppure quando sono in chiesa mi passa per la mente di bestemmiare, ecc, in più ci sono giorni che ho paura anche come se ci fosse qualcuno dentro casa... tutti questi pensieri più il senso di confusione non vi nego che mi danno tanto fastidio... ora la mia ultima domanda che vorrei porvi tutti questi pensieri, confusione, mancanza di gusto quando mangio, possono portarmi al punto di non conoscere più i miei, oppure dove vivo ecc, visto che ogni mattina quando mi sveglio mi guardo sempre attorno per vedere se ancora o lucidità... grazie.. magari saranno anche questi ossessioni che faccio se posso perdere lucidità oppure no... kmq in poche parole se possono portare come una demenza vera e propria o psicosi... ho 33 anni kmq
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
Salve, la invito a riflettere sui pensieri che le vengono in mente, come possibilità di una forte emotività che vira sulla ricerca di far emergere la componente aggressiva che forse fin ora non è mai riuscito ad affrontare. Nel lavoro di cura dovrebbe essere consapevole di una forte rabbia ed accogliere questa parte di lei così frustrante. Sono argomenti davvero delicati, che vanno affrontati in altri contesti assolutamente. Resto a disposizione, cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Salve ,ha fatto bene come ha descritto a pensare di rivolgersi a dei professionisti psicologi e psichiatri per venire a capo del suo disturbo.
Le consiglierei di prenotare senza perdere tempo così da star meglio quanto prima.
Sicuramente sapranno indirizzarla per uscire da questo disagio , da questo stato di confusione , intorpidimento e probabile derealizzazione che le causa ansia.
Buone cose , dott.Marziani
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio di cuore per aver condiviso ancora una volta le sue paure e la sua sofferenza. La capisco bene quando dice che non vuole più scrivere di queste cose perché ha paura di passare per una persona che non è: dietro queste parole c’è tutta la fatica che sta vivendo e anche il desiderio profondo di sentirsi libero da questo peso. È un segnale importante, perché dimostra che lei, nonostante tutto, continua a cercare risposte e soluzioni, e questo è un segno di forza, non di debolezza. Le voglio dire subito una cosa chiara: quello che sta vivendo, per quanto sia estremamente sgradevole e a volte spaventoso, non la porterà a perdere il contatto con la realtà, a non riconoscere più i suoi cari o a dimenticare chi è e dove vive. Queste sensazioni di confusione, di “vedere attraverso una bolla”, la paura di fare gesti assurdi o di perdere il controllo, sono esperienze comuni in chi soffre di ansia molto intensa e di pensieri ossessivi. Non hanno nulla a che fare con una demenza o con una psicosi vera e propria. La mente di chi è ansioso funziona come una macchina che non riesce più a staccare: quando l’ansia è alta, il cervello attiva meccanismi di allarme continui. Uno di questi è proprio la derealizzazione, cioè quella sensazione di guardare le cose come se fossero irreali o lontane, come dietro un vetro. È un meccanismo di protezione: la mente, sopraffatta da troppi stimoli e paure, crea questa “bolla” per difendersi dal troppo stress. Può essere molto inquietante, ma non significa che stia perdendo la ragione. I pensieri intrusivi di fare del male, come dare un calcio al cane, gridare senza motivo, bestemmiare in chiesa, sono un classico esempio di ossessioni. Non sono ordini, non sono desideri veri: sono pensieri automatici, disturbanti, che la sua mente produce proprio perché lei è terrorizzato all’idea di poterli realizzare. Chi ha davvero intenzione di fare del male non si tormenta così, non cerca rassicurazioni, non prova paura di se stesso. La sua paura è quindi la prova più forte che questi pensieri non rappresentano chi è lei veramente. Anche il bisogno di controllare ogni mattina se è ancora “lucido” è parte dello stesso meccanismo. È un rituale mentale per controllare di non “impazzire”, ma paradossalmente più lo fa, più la sua mente resta bloccata su questa paura. È una trappola che l’ansia costruisce: più cerca di assicurarsi di stare bene, più cresce il dubbio di non esserlo. I sintomi cognitivi, come la difficoltà di concentrazione o la confusione, sono effetto dell’ansia cronica, del continuo stato di allerta e del rimuginio. Non sono segno di un deterioramento irreversibile. Ha fatto benissimo a decidere di rivolgersi a uno psichiatra o a uno psicologo. Un percorso di terapia cognitivo-comportamentale può aiutarla a capire come funzionano questi pensieri, a non combatterli come fossero veri pericoli, ma a lasciarli passare senza reagire, senza rituali di controllo. Si possono imparare strategie molto pratiche per ridurre la paura della paura e uscire dal tunnel del dubbio continuo. Ci tengo a dirle che non deve affrontare tutto da solo: è normale aver bisogno di un sostegno quando la mente è così carica di tensione. Il primo passo lo sta già facendo ora, chiedendo aiuto e facendo domande precise: continui su questa strada. Non abbia timore di parlare apertamente di questi pensieri con lo specialista che incontrerà: non sarà giudicato, anzi sarà aiutato a ridare un senso a quello che prova. Si ricordi che questi sintomi non sono una condanna. Con il giusto aiuto e un po’ di pazienza, la confusione si riduce, i pensieri perdono forza e la vita riprende a scorrere con più leggerezza. Ha già dentro di sé risorse importanti: le sta usando anche ora, mentre mi scrive per non restare solo con queste paure. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Anna Antoniozzi
Psicologo clinico, Psicologo
Rieti
Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo, so che non è semplice aprirsi su temi così delicati. Dalle sue parole emerge una profonda fatica e, allo stesso tempo, una grande voglia di comprendere e affrontare ciò che sta accadendo dentro di lei.

La sensazione di confusione che descrive, insieme al percepire la realtà come “ovattata” o distante, può essere davvero molto destabilizzante. Questa esperienza, così come i pensieri intrusivi che cita (agire comportamenti indesiderati, paure improvvise, timori per la propria lucidità), sono più comuni di quanto si pensi, anche se spesso chi li vive si sente solo o teme di “impazzire”. Va sottolineato che avere pensieri spiacevoli o indesiderati non significa desiderare davvero di metterli in atto, né che si stia perdendo il controllo della realtà o delle proprie capacità.

Il disagio che sta provando, l’ansia, la paura di non riconoscere più se stesso o le persone care, e il bisogno di monitorare costantemente il proprio stato mentale sono segnali importanti di una sofferenza che merita attenzione e rispetto, non giudizio. In momenti di forte stress o ansia prolungata, è possibile sperimentare sintomi come quelli che racconta, ma questi non sono automaticamente segni di condizioni gravi come la demenza o la psicosi, soprattutto alla sua età. La perdita di gusto, così come le variazioni percettive, possono essere collegati a periodi di forte stress psicologico.

Le suggerisco di accogliere la decisione di rivolgersi a un professionista come un passo importante e coraggioso verso il benessere: un percorso psicologico o psichiatrico potrà aiutarla a comprendere meglio le origini dei suoi vissuti, a trovare strategie per gestirli e, soprattutto, a sentirsi meno solo di fronte a queste difficoltà.

Se vuole, nell’attesa del suo appuntamento, può provare a segnare su un quaderno quando si presentano questi pensieri o sintomi, annotando anche come si sente prima e dopo: questo può aiutarla a portare elementi utili al colloquio con lo specialista e ad acquisire maggiore consapevolezza sulle proprie emozioni.

Ricordi che cercare aiuto è un atto di cura verso se stessi, non un segno di debolezza. Se dovesse sentirsi sopraffatto o in pericolo, non esiti a chiedere supporto anche a chi le è vicino.

Le auguro di trovare presto la serenità che merita e la invito con rispetto a proseguire nella scelta di un sostegno professionale, che potrà davvero accompagnarla nell’uscire dal “tunnel” che descrive.

Un caro saluto.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Comprendo profondamente il tuo vissuto: la sensazione di vivere in una bolla, con pensieri che emergono senza controllo e una crescente ansia.
Il fatto che tu riconosca questi pensieri come estranei alla tua volontà è un segno positivo: dimostra che mantieni il contatto con la realtà. Molte persone attraversano periodi simili e, con il giusto supporto, riescono a superare queste difficoltà.
Hai già fatto un passo importante decidendo di consultare uno specialista. La psicoterapia, in particolare quella cognitivo-comportamentale, è spesso efficace nel trattare questi sintomi. Inoltre, tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, possono aiutarti a gestire l'ansia e a ritrovare un senso di connessione con il presente.
Ricorda, non sei solo in questo percorso. Con il supporto adeguato, è possibile ritrovare equilibrio e serenità. Qualora avesse necessità di supporto psicologico rimango a disposizione.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

innanzitutto voglio dirle che il coraggio di scrivere e di volersi far aiutare è già un passo importante.

Quello che lei descrive — la sensazione di vivere “come dentro una bolla”, i pensieri intrusivi violenti o blasfemi, la paura di perdere il controllo, il timore di non riconoscere più i propri cari o l’ambiente in cui vive — può far parte di un quadro ansioso-ossessivo oppure di uno stato di forte stress o sofferenza emotiva. La confusione, la derealizzazione (ossia la sensazione che ciò che la circonda sia irreale o “ovattato”) e la depersonalizzazione (la sensazione di essere distaccato da sé stessi) sono sintomi che possono comparire in disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, stati depressivi o altre condizioni psicologiche, ma non significano necessariamente demenza o psicosi.

Anche i pensieri aggressivi o blasfemi, se riconosciuti come “estranei” e fonte di disagio, sono spesso pensieri ossessivi: non corrispondono a desideri reali né rendono chi li ha una persona cattiva o pericolosa. Il problema, più che il pensiero in sé, è l’ansia e il senso di colpa che esso provoca.

Riguardo la sua preoccupazione di “perdere lucidità” al punto da non riconoscere le persone o il luogo in cui vive: se questi episodi sono legati all’ansia o agli stati di derealizzazione/depersonalizzazione, di solito non portano a una perdita permanente della memoria o dell’identità come accade nelle demenze o in alcune forme di psicosi. Tuttavia, se questi sintomi persistono, si aggravano o compromettono significativamente la sua vita quotidiana, è molto importante approfondirli.

Ha fatto bene a pensare di rivolgersi a uno psichiatra o a uno psicologo: uno specialista potrà aiutarla a chiarire il quadro diagnostico e a intraprendere un percorso mirato, sia psicoterapeutico sia farmacologico se necessario. Non rimanga da solo con questa sofferenza.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Giulia Bassi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sacrofano
Buongiorno, la situazione che presenta merita un'attenzione più approfondita che può trovare avviando un percorso in parallelo con uno psicoterapeuta e con uno psichiatra così da trattare al meglio la confusione che descrive.
Buongiorno, la situazione confusionale che sta vivendo va approfondita nel dettaglio, per un accurata valutazione di più elementi. Resto a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Anna Spanio
Psicologo, Psicologo clinico
Castelfranco Veneto
Ciao, grazie per aver condiviso così apertamente quello che stai vivendo. Capisco quanto possa essere difficile affrontare questa confusione, i pensieri intrusivi e l’ansia, specialmente quando ti fanno sentire insicuro sulla tua lucidità e sulla tua salute mentale.

Da quello che descrivi, potrebbe trattarsi di sintomi legati a ansia, ossessioni o altri disturbi psicologici, ma è molto importante che tu abbia un supporto professionale. Hai già deciso di consultare uno psichiatra o uno psicologo, e questa è una scelta molto corretta. Solo un professionista potrà valutare accuratamente la tua situazione e aiutarti a capire cosa sta succedendo, anche per escludere eventuali condizioni più serie come una demenza o una psicosi, anche se a 33 anni sono meno probabile.

Ti consiglio di non sottovalutare questi sintomi e di seguire con attenzione il percorso terapeutico. Nel frattempo, cerca di mantenere una routine regolare, di evitare sostanze che possano peggiorare i sintomi e di parlare con qualcuno di fiducia se ti senti sopraffatto. Ricorda che chiedere aiuto è il primo passo verso il miglioramento, e sei molto coraggioso a voler affrontare questa situazione.
Dott.ssa Anna Tosi
Psicologo, Psicologo clinico
Caldiero
Buongiorno, trovo molto saggia la sua decisione di consultare uno psichiatra o uno psicoterapeuta. Infatti sta descrivendo una forte sofferenza che difficilmente se ne andrà solo ignorandola. Per questo motivo trovo che affrontare il problema alla base sia la cosa migliore che può fare in questo momento. Mi limito solo a rassicurarla dicendole che le esperienze dissociative che descrive non hanno nulla a che vedere con la demenza o la psicosi. Infatti sono esperienze molto spiacevoli, ma anche molto comuni e possono essere causate da vari fattori, ma escluderei un danno neurologico. Se dovesse aver bisogno di altro aiuto prima di intraprendere il percorso di psicoterapia, rimando a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Dott.ssa Eleonora Rossini
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Cesena
Buonasera, ti ringrazio per aver scritto e per aver avuto il coraggio di condividere quello che stai vivendo. Capisco quanto ti possa sentire confuso, spaventato e solo in questo momento, ma voglio dirti subito una cosa importante: non sei pazzo, e non stai impazzendo.
Quello che descrivi – la sensazione di essere in una bolla, i pensieri intrusivi e indesiderati, la paura di perdere il controllo o la lucidità – è qualcosa che può succedere a molte persone quando sono sotto forte stress o vivono un periodo prolungato di ansia. Non significa che tu stia per avere una psicosi o una demenza. Il fatto stesso che tu sia consapevole di ciò che provi, che ti faccia delle domande, che cerchi un confronto, è un segnale positivo: sei lucido, solo molto provato.
È un bene che tu stia pensando di rivolgerti a uno psicologo o a uno psichiatra: è il passo giusto. I pensieri che ti spaventano – come quelli aggressivi o blasfemi – possono essere legati a un disturbo ossessivo, e non dicono nulla di te come persona. Sono pensieri automatici, intrusivi, che generano ansia proprio perché non li vuoi. È importante che tu sappia che si possono comprendere e affrontare, e soprattutto che non sei solo in questo.
Ci sono percorsi terapeutici efficaci che aiutano a ritrovare la calma mentale, la chiarezza e il senso di sé. Il disagio che stai vivendo è reale, ma è anche trattabile, e tu hai già fatto il primo passo.
Resto a disposizione se hai bisogno di altre informazioni o se vuoi essere accompagnato in questo percorso.
Un caro saluto,
Eleonora Rossini
Psicologa clinica
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
Gentile paziente,
da ciò che Lei descrive, si trova a combattere con pensieri, idee o immagini particolarmente ricorrenti e intrusive, che causano forte ansia, ed interferiscono con le normali attività quotidiane.
Spesso hanno come tema predominante alcune paure irrazionali e infondate delle quali la persona non riesce a liberarsi.
In tutti questi casi, il denominatore comune è il timore costante di non avere il controllo di sé o della propria mente e di poter quindi compiere “involontariamente” dei gesti efferati di cui ci si potrebbe pentire.

Il bersaglio terapeutico, con questa patologia, è generalmente quello di smontare il meccanismo di “controllo che fa perdere il controllo” sia a livello di azioni che di pensieri.

«Una trappola è una trappola solo quando non la conosci. Quando la conosci, si tratta di un’opportunità». China Miéville
Ognuno di noi costruisce, involontariamente, delle trappole mentali di cui diventa prigioniero.
Sono le nostre tentate soluzioni fallimentari, quei comportamenti ripetuti, che all’inizio sembravano darci dei risultati, ma che successivamente, si sono rivelati inefficaci, se non addirittura controproducenti.
Ora la sua preoccupazione sulle conseguenze di questi suoi pensieri è naturale, ma nessuno di noi può prevedere il futuro, ciò che è nelle sue mani è il presente per questo Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per liberarsi da queste trappole.
Può anche leggere, per iniziare, il testo “Pensieri brutti e cattivi. Ossessioni tabù: come liberarsene'” (Milano, Franco Angeli, 2019) racconta di come sia possibile guarire da tutti quei pensieri deprecabili e innominabili, che rappresentano l’opposto di tutti i nostri valori etici, umani o morali.
Saluti

Dott. Michele Basigli
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Caro utente,
grazie per aver trovato la forza di scrivere ancora una volta: capisco quanto possa essere difficile aprirsi su questi vissuti, soprattutto quando si teme di "passare per pazzo" o di non essere compresi. E voglio dirti fin da subito una cosa importante: non sei solo, e quello che stai attraversando ha un senso e, soprattutto , una possibilità di uscita.
Dalle tue parole emergono diversi elementi che posso aiutarti a chiarire.
1. Sensazione di irrealtà e confusione: quella “bolla” che descrivi, la percezione strana del mondo circostante (anche se lo riconosci), prende il nome di derealizzazione. È un sintomo piuttosto comune in condizioni di stress intenso, ansia prolungata o attacchi di panico. Non significa che stai impazzendo. È un meccanismo di difesa del cervello quando si sente sopraffatto. È fastidioso, ma non è pericoloso né irreversibile.

2.Pensieri intrusivi e disturbanti
Quelli che descrivi, come impulsi immaginari di fare del male al cane, bestemmiare in chiesa, urlare senza motivo sono pensieri ossessivi. Hanno una caratteristica chiave: non li vuoi, ti spaventano, sono contrari a ciò che sei realmente. Questo è molto importante, perché vuol dire che non sei una persona violenta né cattiva.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) può presentarsi proprio così: con pensieri intrusivi, assurdi, ripetitivi, che generano ansia.

3.Paura di impazzire o di perdere il controllo
È molto comune, nelle persone con alti livelli di ansia o con pensieri ossessivi, temere di "perdere lucidità", di “non riconoscere più casa o i propri cari”, o addirittura di “sviluppare una malattia mentale grave”. Ma è fondamentale distinguere:
-Nei disturbi d’ansia e ossessivi, la lucidità è mantenuta, anche se a volte ci si sente confusi o ipercontrollanti.
- Nei disturbi psicotici o in forme di demenza, invece, la persona non è consapevole di ciò che accade, mentre tu dimostri di essere molto consapevole, analitico e riflessivo rispetto a tutto.

Quindi, no: non stai sviluppando una demenza né una psicosi. Stai vivendo un momento difficile, probabilmente legato a un disturbo d’ansia con sintomi ossessivi e dissociativi. Ma sei perfettamente in grado di chiedere aiuto, riflettere su ciò che provi, riconoscere ciò che ti fa paura. Queste sono tutte **prove forti di lucidità mentale.

4.Mancanza di gusto, insonnia, ipercontrollo
Anche questi possono essere sintomi legati ad ansia generalizzata o a un episodio depressivo**, entrambi curabili con supporto professionale.

Cosa ti consiglio
Hai già fatto un passo importante: hai deciso di prendere un appuntamento. Non sottovalutare quanto sia significativo questo.
Ti invito a consultare uno psichiatra e uno psicologo: possono aiutarti sia sul piano terapeutico (con eventuali farmaci) sia su quello psicologico (con strumenti per gestire pensieri e ansia).
Può essere utile una **terapia cognitivo-comportamentale**, molto efficace per i pensieri intrusivi e i sintomi di derealizzazione.

In conclusione
Quello che stai vivendo non è follia, non è demenza, non è una psicosi. È un momento di grande vulnerabilità emotiva, che può essere affrontato e risolto con il giusto aiuto.
Non sentirti debole per ciò che provi: ci vuole coraggio per chiedere aiuto, e tu lo stai dimostrando.

Resto a disposizione per qualsiasi altra domanda tu voglia fare.

Un caro saluto,
Dott. Michele Basigli
Psicologo Clinico


Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore, le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia. Dai disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire. Intraprenda un percorso di psicoterapia, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi. Cordiali Saluti. Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Ilaria Francomano
Psicologo, Psicologo clinico
Caselle di Sommacampagna
Buongiorno, grazie per la sua condivisione.
Innanzitutto mi spiace per il suo vissuto di confusione, immagino possa spaventarla o renderla triste. Mi verrebbe da dirle però che molte delle cose che ha riportato possono essere comuni a diverse persone, per questo le vorrei rimandare di non sentirsi solo o strano. Allo stesso tempo però le direi di cercare uno spazio d'ascolto all'interno del quale poter dare sfogo ai suoi pensieri e alle sue preoccupazioni ma allo stesso tempo cercare una soluzione su misura.
Un caro saluto,
dott.ssa Francomano Ilaria
Dott.ssa Valentina De Lise
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Buongiorno, dai sintomi che descrive mi sembra che lei abbia dei cosiddetti pensieri intrusivi, non hanno una sola causa ma, uniti alla descrizione di confusione e non riconoscimento di persone e luoghi, potrebbero essere conseguenza di uno stato di depersonalizzazione/derealizzazione. Sono sintomi che si manifestano in persone particolarmente sensibili agli stati d'ansia oppure sottendono qualche altra patologia, come, ad esempio un Disturbo Ossessivo Compulsivo. Entrambi i sintomi possono influenzarsi a vicenda, scatenandosi l'un l'altro. Per aiutarsi potrebbe iniziare cercando di comprendere che questi pensieri e queste sensazioni non sono sintomo di follia ma il suo corpo sta reagendo a una fonte di stress ed ansia molto importante, i pensieri sono solo pensieri e non la realtà. Utilizzare tecniche di respirazione consapevole e di rilassamento può aiutarla nei momenti più intensi, ma sicuramente dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo/psicoterapeuta per poter avere un quadro più definito ed affrontare i sintomi dalla radice.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile Signore,
lei ha già compiuto un passo importante: ha deciso di farsi aiutare, e questo non è mai un atto di debolezza, ma di responsabilità verso sé stesso. Quello che descrive – la sensazione di vivere in una “bolla”, i pensieri intrusivi, la paura di perdere il controllo, la vigilanza costante sul proprio stato mentale – rientra in un quadro ben noto alla clinica: disturbo ossessivo con componente ansiosa e derealizzativa.
Chi soffre davvero di psicosi o demenza, come teme, non se ne accorge e non ne ha paura. Lei invece si interroga, osserva, teme, controlla. E questo è già un chiaro segnale: è ancora pienamente lucido, solo molto spaventato.
L’approccio strategico ci insegna che più lei tenta di controllare la lucidità, più si sente confuso. È un paradosso: quando la mente vuole assicurarsi di “esserci”, comincia a dubitare proprio di ciò che è reale. Ma la realtà non va verificata, va abitata.
I pensieri che descrive (impulsi aggressivi, bestemmie, paure irrazionali) non sono pericolosi, finché fanno paura. Sono espressioni paradossali di un cervello sotto stress, non il segnale di un crollo imminente.
La vera domanda da porsi non è: sto impazzendo?
Ma: cosa sto cercando disperatamente di tenere sotto controllo, e perché ho paura di lasciarlo andare?
Continui il percorso che ha già intuito. E se proprio dovesse fare un ultimo “post”, che sia il primo atto concreto verso un cambiamento reale.
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Ha un disturbo ossessivo compulsivo e questo pensieri La spaventano. Non sta impazzendo assolutamente.
Dott.ssa Sunitha Smargiassi
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Buongiorno,
da quello che scrive, si percepisce un certo grado di angoscia che sicuramente prova di fronte a questi pensieri intrusivi.
La consulenza online è un inizio ma e un trampolino per affidarsi nella vita reale a specialisti che possano aiutarla a comprendere meglio il quadro del suo malessere.
Mi sento comunque di poterla tranquillizzare sulla paura di una comprimissione maggiore futura. I pensieri sono pensieri. Se ci pensa, "bestemmiare in una chiesa" o, aggiungo io, girare nudi per strada, dire una cosa imbarazzante in pubblico, causerebbero disagio a chiunque. A lei, in particolare, causerebbero un senso di vergogna che, da come scrive, sembra inaccettabile. Il fatto di immaginare che in situazioni possibili della vita quotidiana possano verificarsi dei comportamenti che lei reputa sbagliati, non significa che ci sia una sua reale volontà di agirli.
Anzi, la forte paura di poter sbagliare, mi fa pensare che lei abbia molto senso etico ma anche molte inibizioni.
Per questo, le consiglio la psicoterapia individuale, per comprendere l'origine di questa ansia anticipatoria da cui, si conseguenza, sembra scaturiscano diversi pensieri intrusivi. In più, le consiglio anche una consulenza psichiatrica per escludere la possibilità che ci sia un pregresso disturbo di personalità o un futuro esordio di psicosi.
Ha fatto molto bene a chiedere aiuto, non si vergogni a parlarne con gli specialisti che sono qui per questo. La pazzia in campo psicologico non esiste. Esistono pensieri che ci fanno stare male ma esistono anche strategie e risorse individuali che non sappiamo di avere.
Un caloroso saluto,
Sunitha Smargiassi.
Dott.ssa Filippina Romano
Psicologo, Psicologo clinico
San Casciano in Val di Pesa
Gentilissimo/a,
dare delle risposte certe alla sua condizione sarebbe impossibile e poco professionale. Ha già preso la decisione migliore, ovvero rivolgersi a dei professionisti che attraverso un percorso di valutazione riusciranno ad aiutarLa a comprendere questi pensieri intrusivi.
Le auguro buon cammino.
Dott.ssa Romano
Dott.ssa Sara Rocco
Psicologo, Psicologo clinico
Ossi
Buongiorno, da come lei descrive mi sembrano pensieri ossessivi, che ricorrrono spesso e causano ansia e paura di non riuscire a controllarli, ma questo causa ancora di più paura, e si innesca così un circolo vizioso. Prenda un appuntamento con uno psicologo e vedrà che troverà giovamento.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Sara Rocco
Ciao,

grazie per la tua condivisione. Quello che descrivi — confusione, pensieri intrusivi che ti causano ansia, senso di distacco dalla realtà — sono sintomi che meritano una valutazione professionale urgente.

Questi segnali non indicano necessariamente una demenza o psicosi, soprattutto a 33 anni, ma possono essere espressione di disturbi d’ansia, ossessivi o altri disturbi psicologici che, con il giusto supporto, si possono gestire e migliorare.

Ti consiglio di prendere l’appuntamento con uno specialista della salute mentale al più presto per una diagnosi accurata e un percorso di cura adeguato. Non sei solo e ci sono molte possibilità di miglioramento.

un caro saluto,
Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa- ricevo su MioDottore e in studio a Palermo
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Salve, vedo spesso suoi post e credo che in questo frangente non possiamo aiutarla se non effettuando degli incontri. Online non le sarebbe utile per quello che descrive. Può rivolgersi anche ai centri di salute mentale della zona che sono preparati ad accoglierla e ad aiutarla ma questo spazio penso non possa esserle di aiuto perchè continua a scrivere in generale senza avere una persona concreta che la sostiene e alimentando probabilmente il suo stato dissociativo.
Buon percorso!
Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
comprendo quanto tutto questo la stia spaventando: vivere per mesi con pensieri intrusivi, confusione e paura di “perdere la lucidità” è molto faticoso, ma ciò che descrive non indica una perdita del contatto con la realtà.

Il fatto che Lei riconosca i pensieri come assurdi, estranei e fonte di ansia — e che si chieda se possano portarla “a impazzire” — è un elemento tipico dei disturbi ossessivi e d’ansia, non delle psicosi né delle demenze. In queste ultime, infatti, la persona non si rende conto del cambiamento, mentre Lei ha un alto livello di consapevolezza e riflette su ciò che prova.

La sensazione di “vedere attraverso una bolla”, la perdita parziale del gusto, la tensione costante e la difficoltà a dormire sono effetti frequenti di ansia cronica e stress intenso, che alterano la percezione corporea e sensoriale. Anche il timore di poter perdere il controllo (“e se poi lo facessi davvero?”) è un classico pensiero ossessivo, ma resta un pensiero, non un impulso reale.

Ha già fatto un passo molto importante: decidere di farsi aiutare. Uno psicoterapeuta potrà lavorare con Lei per ridurre questi pensieri e gestire l’ansia; uno psichiatra potrà valutare, se necessario, un sostegno farmacologico temporaneo per stabilizzare i sintomi.

Nel frattempo, può cercare di:

Riconnettersi al corpo (respiri profondi, toccare oggetti, descrivere ciò che vede intorno a sé: serve a “riancorarsi” alla realtà).

Evitare di verificare continuamente se “è ancora lucido”: questo controllo mantiene viva l’ansia.

Riposare e alimentarsi con regolarità: lo stress fisico amplifica i sintomi mentali.

La condizione che descrive non evolve in demenza o psicosi: è una reazione ansiosa che può essere trattata e da cui si può uscire con l’aiuto adeguato. Sta già dimostrando lucidità e volontà di capire, due segnali molto positivi.

Dott.ssa Sara Petroni

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.