Buonasera dottori sono un ragazzo di 33 anni che in passato ho avuto momenti di confusione che vedev

24 risposte
Buonasera dottori sono un ragazzo di 33 anni che in passato ho avuto momenti di confusione che vedevo tutto come distaccato o pensieri di fare del male oppure rituali per esempio toccare una cosa per un determinato di volte non mi succedeva quella cosa, solo che da marzo di quest'anno mi sono ritornati questi sintomi che mi sento come se tutto quello che mi circonda lo vedo tramite una bolla, oppure distante, anche se lo riconosco, solo che ho questa sensazione brutta, in più pensieri di fare del male tipo se ho il mio cane davanti a me mi vengono delle immagini in testa tipo come se lo prendo lo lancio dal balcone, oppure se ho un coltello in mano che sto mangiando mi passa in mente di fare qualcosa di brutto ecc, cosa che mi mettono ansia perchè dico sono solo pensieri o mi possono portare a farlo? in più certe volte ho come l'ansia se dentro casa ci sia qualcuno, oppure mentre sto per addormentarmi o la sensazione come se mi guarda qualcuno, in più la sera quando sono solo ho il vizio di tenere la baciu accesa per paura, anche se questa cosa mela porto da piccolo, tutto questo adesso mi chiedo cos'è ansia? ossessioni? deliri ? oppure cosa? io non so se possa centrare qualcosa ma prima di questa ricaduta a dicembre mi sono lasciato con la mia compagna con cui convivevo da 4 mesi, ma la storia era diventata pesante e stressante, infatti ho deciso di lasciarla, lavoravo dalla mattina alla sera e quando tornavo a casa lei o era con amiche oppure con il suo migliore amico quindi nell'ultimo periodo io ero diventato come inesistente, dovevo fare la spesa sempre io, gli ho dovuto fare come garante infatti lei adesso non sta pagando quindi le cose da pagare mi sono rimaste a me, una storia che stava andando in rovine piano piano quindi ho deciso di lasciarla, ora non so se la causa sia stata questa oppure no... ma quello che mi chiedo essendo che già a 4 mesi che sto così, questa cosa può portarmi al punto di non riconoscere più dove vivo, oppure i miei amici, ecc? o e solo ansia e ossessioni, anche perchè aggiungo oltre quei sintomi ho la percezione del gusto molto di meno e durante la notte mi sveglio più volte... per il resto non mi sento nulla, anche se la cosa che mi da più fastidio sono i pensieri intrusivi, e la confusione... kmq vi ringrazio in anticipo per la risposta...
Caro utente, quello che sta vivendo deve essere un periodo molto difficile. A lungo andare ci potrebbero essere altri sintomi, ma tra questi non dovrebbe rientrare la perdita di memoria e quindi rischiare di non riconoscere luoghi o posti. Da ciò che racconta mi sento di consigliarle un percorso psicoterapeutico con il professionista che preferisce, poichè è importante in questi casi capire cosa stia succedendo, conoscere questi pensieri e queste sensazioni e successivamente gestirle per poter tornare a stare bene.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso in modo così aperto ciò che sta vivendo: le sue parole raccontano con chiarezza quanta fatica e quanta confusione sente dentro di sé in questo momento. Voglio rassicurarla subito su una cosa importante: ciò che descrive, pur essendo molto angosciante, non significa che lei stia “impazzendo” o che perderà il contatto con la realtà. Quello che racconta è molto più vicino a un quadro di ansia con forti componenti ossessive, e in parte di derealizzazione o depersonalizzazione, che non a un vero e proprio delirio. Le spiego meglio. Quando una persona è sottoposta a un forte stress emotivo, come quello che lei ha vissuto con la fine della relazione, il senso di solitudine, i problemi pratici e le responsabilità accumulate, la mente può iniziare a produrre sintomi di allarme. Uno di questi è la derealizzazione, cioè quella sensazione di vedere tutto come attraverso una bolla o come se fosse distante. È un meccanismo di difesa che il cervello mette in atto quando l’ansia è molto elevata e persistente: è come se la mente cercasse di “staccare la spina” per proteggersi da un sovraccarico emotivo. È una sensazione molto spiacevole, ma non è pericolosa né irreversibile. I pensieri intrusivi di fare del male, come quelli di lanciare il cane dal balcone o fare del male con un coltello, rientrano invece nelle ossessioni tipiche di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). La caratteristica di questi pensieri è che non sono desideri reali: anzi, il fatto stesso che la spaventano così tanto e che lei si chiede se potrebbe davvero metterli in atto è la prova che non li desidera affatto. Le persone con DOC non diventano violente né mettono in atto ciò che temono. La mente, quando è molto ansiosa, tende a generare immagini o pensieri catastrofici proprio perché cerca di controllare l’imprevedibile. Ma questa è una trappola: più cerca di controllarli, più questi pensieri si ripresentano. Anche le sensazioni di paura, come l’impressione di sentire o vedere qualcuno in casa o l’abitudine di dormire con la luce accesa, fanno parte dello stesso quadro. Sono segni di uno stato ansioso alto, alimentato probabilmente anche dalla solitudine, dalla fine della relazione e da una situazione di stress non ancora risolta del tutto. Non sono deliri nel senso clinico del termine: lei infatti riconosce che sono paure irrazionali e si rende conto che la sua mente le sta giocando questi brutti scherzi. È comprensibile che con tutti questi sintomi anche il sonno e l’appetito ne risentano: il sistema nervoso è in allerta costante e questo altera il gusto, il sonno e le energie durante la giornata. Ma, come ha intuito lei stesso, tutto questo ha una radice precisa nell’ansia e nei pensieri ossessivi, non in una perdita di contatto con la realtà. Quello che le consiglio è di non affrontare tutto da solo. Un percorso di terapia cognitivo-comportamentale può davvero aiutarla a spezzare questi meccanismi: si lavora molto bene su pensieri intrusivi, rituali e sintomi di derealizzazione. Attraverso tecniche specifiche come l’esposizione con prevenzione della risposta o la ristrutturazione cognitiva, si impara gradualmente a non temere questi pensieri e a ridurne la frequenza e l’impatto sulla vita quotidiana. Inoltre, se l’ansia è molto intensa, può essere utile valutare con uno psichiatra un eventuale supporto farmacologico per ristabilire un po’ di equilibrio. Lei ha già fatto un grande passo: è consapevole di quello che sente, è in grado di descriverlo, di cercare aiuto e di fare domande. Questo significa che ha risorse importanti dentro di sé. Provi a dare un messaggio chiaro alla sua mente: questi pensieri sono come un rumore di fondo, non sono ordini da eseguire né verità sul suo carattere. Non esiti a chiedere aiuto concreto, perché non è debolezza ma un segno di intelligenza e coraggio. E non si colpevolizzi per la relazione finita: a volte eventi stressanti fanno riemergere sintomi che erano rimasti in disparte, ma questo significa anche che possono essere affrontati di nuovo, con strumenti nuovi. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sabrina Pittarello
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Capisco che questi pensieri la turbino molto. Vorrei rassicurarla sul fatto che avere pensieri intrusivi e aggressivi o spaventosi non significa che lei voglia davvero fare del male. Potrebbero essere dovuti a momenti di stress, ansia o cambiamento. La nostra mente, in certe condizioni, è portata a generare immagini o idee che non riflettono la realtà. Il fatto che questi segnali la disturbino è una cosa molto importante in quanto mostra consapevolezza e preoccupazione. Sarebbe fondamentale capire da dove vengano questi pensieri, cosa li alimenta, e trovare delle strategie per gestirli al meglio, riducendone l'impatto sulla sua vita quotidiana.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Martina Finistrella
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
ti ringrazio davvero per aver condiviso con tanta sincerità e precisione quello che stai vivendo. È evidente che sei una persona consapevole, attenta a ciò che prova e, soprattutto, preoccupata per il proprio benessere e per quello degli altri. E questo è già un primo passo importante.
Immagini improvvise e non volute, come fare del male al tuo cane o usare un coltello in modo pericoloso, sono pensieri ossessivi. Questi non rappresentano desideri reali. Spaventano proprio perché sono l’opposto di ciò che vuoi. Il fatto che ti generino ansia e che li rifiuti è segno che non vuoi assolutamente metterli in atto. In psicologia, si parla di DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) con pensieri intrusivi di tipo “ego-distonico”: sono contrari alla tua volontà e identità.
La fine della tua relazione sembra essere stato un fattore scatenante importante, più che la causa profonda. Una storia logorante, con delusione, stress economico e affettivo può facilmente far riemergere sintomi che erano già presenti in passato (come dici tu stesso). Non si tratta di "colpa tua" né della relazione in sé, ma di una vulnerabilità personale che si è riattivata in un momento emotivamente critico.
Se ti fa piacere, posso aiutarti a capire meglio questi sintomi e anche accompagnarti a elaborare ciò che hai vissuto nella tua relazione. Spesso i sintomi psichici parlano il linguaggio del corpo e della mente quando qualcosa dentro ha bisogno di essere ascoltato.
Dott.ssa Laura Remaschi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno mi dispiace molto per la sua condizione, penso che dovrebbe provare a fare il passo di rivolgersi ad un terapeuta perchè la situazione conseguente alla separazione dalla compagna e le sensazioni di distacco potrebbero far pensare a delle dissociazioni che potrebbero essere legate a forti stress emotivi e sicuramente portano grande sofferenza. Si tra comunque di cose che con l'adeguato sostegno si possono superare. Ci sono vari modelli terapeutici che la potrebbero aiutare, per me uno dei più validi è quello dell'emdr, guardi sul sito emdr.it per capire bene di cosa si tratta. Oppure mi può scrivere in privato e sarò lieta di darle informazioni più approfondite
Salve, ho letto attentamente la sua storia e capisco il disagio che sta provando. Per lo stato confusionale ed i pensieri brutti o violenti, anche se scatenati da fatti negativi recenti (la fine della sua relazione) sono comunque indice di qualcosa che non va da indagare. Sicuramente si sono attivati dei meccanismi di difesa automatici ed inconsci per andare a contrastare un qualche conflitto interno o trauma passato...oltre a questo ci sono tanti altri motivi, anche fisiologici che sicuramente le consiglio di indagare. Intanto, quando arrivano questi brutti pensieri non gli dia importanza, dicendo a se stesso che è solo una situazione di disagio che deve ancora capire, quindi cerchi di non identificarsi con essi. spero di esserle stata utile, le auguro il meglio, buona giornata.
Manuela Cecchetti
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

dal racconto che condividi emergono diversi aspetti psicologici importanti. La sensazione di vedere il mondo come “attraverso una bolla”, di sentirlo distante o irreale, corrisponde a fenomeni che in psicologia chiamiamo derealizzazione o, talvolta, anche depersonalizzazione, specie se accompagna una sensazione di distacco da sé stessi. Questi sintomi possono comparire in condizioni di forte stress, ansia, oppure essere parte di disturbi come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o i disturbi dissociativi.

I pensieri intrusivi di fare del male agli altri (anche al tuo cane) rientrano spesso nella sfera delle ossessioni, cioè idee o immagini indesiderate, intrusive e angoscianti. Il fatto che tu ne sia turbato e che li riconosca come “pensieri che non vuoi avere” è un segnale importante, perché indica che non stai perdendo contatto con la realtà né desideri davvero compiere quei gesti. Nella maggior parte dei casi, queste idee non portano ad agire realmente ciò che si teme. Tuttavia, generano molta ansia e possono diventare molto invalidanti se non trattate.

La tua storia recente, come la separazione dalla tua compagna e lo stress economico e lavorativo, può avere contribuito ad acuire questi sintomi. Eventi di vita significativi e stressanti sono fattori che possono scatenare o far riemergere problematiche preesistenti.

Riguardo la tua domanda:

Questa situazione può portare a non riconoscere più dove vivi o chi ti sta intorno?
In generale, le sensazioni di irrealtà (derealizzazione) possono far provare confusione e distacco, ma non implicano necessariamente una perdita stabile del contatto con la realtà o la capacità di riconoscere le persone o i luoghi. Se però i sintomi peggiorano o diventano più intensi, è fondamentale farsi aiutare per evitare un peggioramento della qualità di vita.

È ansia, ossessioni o deliri?
Dai tuoi racconti, i pensieri sembrano ossessioni più che deliri. Nei deliri la persona crede fermamente in idee false, spesso non riconosciute come tali. Nel tuo caso, invece, c’è consapevolezza che i pensieri sono strani, intrusivi e indesiderati, il che è tipico delle ossessioni. L’ansia può alimentare e mantenere questi sintomi, così come i disturbi del sonno e la riduzione del gusto che descrivi.

In sintesi, i tuoi sintomi potrebbero rientrare in un quadro di ansia e ossessioni, eventualmente associati a fenomeni dissociativi (come la derealizzazione). Tuttavia, solo una valutazione clinica approfondita può chiarire la diagnosi esatta e aiutarti a trovare il percorso terapeutico più indicato.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra) che possa ascoltarti di persona, valutare i tuoi sintomi nel dettaglio e offrirti un supporto mirato.

Un caro saluto,

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve , inizio col dirle che mi dispiace per il disagio che sta vivendo.
Non si capisce se quando in precedenza ha sofferto di sintomi simili si sia rivolto ad uno o più specialisti o a nessuno.
Dal suo racconto é evidente che negli ultimi periodi almeno sia stato e sia vittima di eventi significativi altamente stressanti : chiusura relazione e convivenza, spese da pagare ecc..
Sembra di rintracciare dei pensieri ossessivo compulsivi come descrive stesso lei.
Le consiglierei di farsi seguire da un collega psicologo/terapeuta nella sua zona o se preferisce online per venire a capo della situazione e stare finalmente bene.
Buone cose, dott. Marziani
Dott.ssa Isabella Mazzocchi
Psicologo, Psicologo clinico
Urbino
Salve, il mio consiglio da specialista è quello di rivolgerti al CSM della tua provincia e richiedere una visita. Tramite messaggi sul forum dubito che tu possa risolvere i tuoi dubbi e alleviare i sintomi.
Ricorda che chiedere aiuto non è un atto di debolezza, bensì di amore verso sé stessi. Buona fortuna
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buonasera caro anonimo,
prima di tutto, voglio rassicurarti che i pensieri intrusivi e la confusione che stai vivendo non sono insoliti e non significano nè che tu sia pazzo nè che perderai la capacità di riconoscere la realtà. Quello che descrivi sembra essere una combinazione di ansia, ossessioni e deliri, che possono avere diverse cause.
Ad esempio, la paura di perdere il controllo e di fare del male potrebbe essere sintomo di un disturbo d’ansia, una fobia sociale o specifica. La sensazione di distacco e confusione che descrivi, invece, potrebbe essere sintomo di un disturbo dissociativo, una sensazione di distacco da se stessi e dal mondo circostante.
Mi focalizzerei anche sulla fine della relazione con la tua compagna, che potrebbe aver contribuito allo sviluppo di questi sintomi.
Nel tuo caso, potrebbe essere utile iniziare un trattamento farmacologico e psicoterapeutico per gestire meglio la situazione e ritrovare il tuo equilibrio mentale.
E poi, non dimenticare, è importante prendersi cura di sé, cercare di ridurre lo stress e l’ansia nella vita quotidiana con attività come la meditazione, una camminata o tecniche di rilassamento.
Un caro saluto
Dottoressa Serena Vitale
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un consulto psichiatrico e un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti.
Dott. Gaetano Marino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire le dinamiche di cui ha parlato. Ho un orientamento analitico transazione e il mio approccio consiste in una prima videocall della durata di 10-15 minuti gratuita a cui far seguire un percorso psicologico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Dott. Michele Basigli
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buonasera,
intanto grazie per aver condiviso in modo così aperto e dettagliato la tua esperienza. Posso solo immaginare quanto dev’essere difficile convivere quotidianamente con questi pensieri, sensazioni e sintomi. Cercherò di darti una prima lettura, anche se , è bene dirlo, una valutazione completa richiederebbe un colloquio diretto con uno psicologo o uno psichiatra.
Dalla tua descrizione emergono vari aspetti che meritano attenzione:

1.Pensieri intrusivi: come immagini di fare del male (al tuo cane o con un coltello) sono molto più comuni di quanto si pensi, soprattutto nei disturbi ossessivo-compulsivi (DOC). Questi pensieri NON indicano che tu voglia davvero fare del male o che tu sia pericoloso. Al contrario: il fatto che ti spaventino e ti generino ansia dimostra che non li desideri. Sono "pensieri egodistonici", cioè contrari alla tua volontà e al tuo sistema di valori. In molti casi, si tratta proprio di *ossessioni*.

2.Rituali mentali o comportamentali: (come toccare oggetti un certo numero di volte) sono tipici delle *compulsioni*, che spesso servono a ridurre temporaneamente l’ansia causata da questi pensieri.

3. La sensazione di irrealtà o distacco dal mondo, come se vivessi in una "bolla", è spesso descritta come "derealizzazione", mentre quella di sentirsi "estranei a se stessi" è *depersonalizzazione*. Sono esperienze che possono comparire in contesti di forte ansia, stress o trauma, e non sono segni di "pazzia", ma di un sistema nervoso sotto pressione.

4. I timori notturni, la necessità di avere luci accese, l’ansia che ci sia qualcuno in casa, possono essere segnali di una **iperattivazione ansiosa**, a volte collegata a esperienze passate o a stati di vulnerabilità emotiva.

5. La rottura con la tua compagna, da come la descrivi, è stata fonte di grande stress e ingiustizia emotiva. Non è raro che un evento di questo tipo possa rappresentare un "fattore scatenante" per una ricaduta o una riattivazione di sintomi latenti.

Quello che descrivi non sembra inquadrarsi in un disturbo psicotico o delirante, anche perché:


- mantieni contatto con la realtà;
-sei consapevole che i pensieri sono "strani" e non tuoi;
-esprimi preoccupazione e senso critico rispetto a ciò che provi.

È molto probabile che si tratti di un disturbo d’ansia con tratti ossessivo-compulsivi, possibilmente accompagnato da uno stato depressivo reattivo. I disturbi del sonno e la riduzione della percezione del gusto sono segnali da non trascurare, perché possono essere collegati sia ad ansia che a depressione.

Cosa puoi fare?
Ti invito caldamente a rivolgerti a uno psicoterapeuta (meglio se specializzato in disturbi ossessivo-compulsivi o in terapia cognitivo-comportamentale) e a uno **psichiatra per una valutazione più approfondita e per considerare, se necessario, un supporto farmacologico temporaneo.
È importante non affrontare tutto da solo: questi sintomi possono migliorare moltissimo con un aiuto mirato.
Ricorda: avere pensieri disturbanti non significa essere disturbati. Il fatto che tu li riconosca come tali è già un passo importante.

Non sei solo in questo, e da ciò che scrivi traspare molta consapevolezza e forza, anche se ora ti sembra tutto confuso.

Un caro saluto,
Dott. Michele Basigli
Psicologo Clinico

Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia. Ciò che le è accaduto potrebbe aver influito sul suo malessere. Dai disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire. Intraprenda un percorso di psicoterapia, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.

Cordiali Saluti.
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
la situazione che descrive è senza dubbio fonte di grande disagio e comprendo quanto possa sentirsi spaventato da questi sintomi.
I pensieri intrusivi di fare del male (al suo cane o ad altre persone) sono vissuti da lei con paura e disgusto. Il fatto che lei li riconosca come estranei e che se ne senta spaventato è un elemento importante: questi contenuti mentali vengono definiti pensieri ossessivi. Non significano che lei voglia davvero mettere in atto quelle azioni. Di solito compaiono proprio in persone che non le tollerano e ne sono terrorizzate.
La sensazione di vivere come “dentro una bolla” o “distante” da ciò che la circonda si chiama derealizzazione. È un’esperienza di distacco dalla realtà, spesso legata a forti stati d’ansia e stress prolungato. La situazione emotiva impegnativa che ha descritto (la fine della relazione, il carico economico, l’esaurimento lavorativo) può aver contribuito a far riemergere questi sintomi.
Anche la difficoltà nel sonno, la percezione alterata del gusto e la paura di non riconoscere più le persone sono manifestazioni ansiose, che possono accompagnarsi a disturbi ossessivi. Il fatto che lei sia consapevole che questi pensieri e sensazioni siano “strani”, che li riconosca come propri ma indesiderati, ci orienta più verso un disturbo ossessivo-compulsivo con componenti ansiose e derealizzazione, non verso un quadro psicotico o delirante.
Capisco che sia preoccupato di “perdere il contatto con la realtà”, ma i sintomi che descrive non indicano necessariamente che questo accadrà. La sensazione di confusione, pur molto invalidante, non significa che perderà il riconoscimento di sé o dei suoi cari.
Le suggerisco di non affrontare da solo questa situazione. Sarebbe molto utile:
Valutare un supporto psicologico specialistico, per comprendere meglio le cause del disagio e avere strategie di gestione dei pensieri intrusivi.
Parlarne con il suo medico o con uno psichiatra, anche per valutare un eventuale trattamento farmacologico (che in alcuni casi può aiutare a ridurre i sintomi).
Prendersi momenti di pausa e cura di sé, perché la condizione di stress prolungato alimenta i sintomi.
Se dovesse sentire di non riuscire più a gestire l’ansia o di essere in pericolo (per esempio se i pensieri diventassero irresistibili o se comparissero vere e proprie allucinazioni), è importante contattare subito un servizio di emergenza o rivolgersi al pronto soccorso.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento o approfondimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Raffaella Tardi
Psicologo, Psicologo clinico
Acerra
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Da quello che descrivi, è evidente che stai attraversando un momento molto complesso, con ansia, pensieri intrusivi e una percezione di distacco dalla realtà che ti creano disagio e confusione.
Questi pensieri, per quanto spaventosi, non significano che tu voglia davvero fare del male, ma è fondamentale non sottovalutare la situazione. Il carico emotivo legato anche alla fine della tua relazione può aver inciso molto sul tuo stato.
Per questo, ti consiglio con forza di rivolgerti a un professionista della salute mentale, uno psicologo o uno psichiatra, che possa aiutarti a fare chiarezza e a trovare strumenti concreti per gestire questi sintomi.
È importante agire prima che la situazione peggiori, e non restare da solo ad affrontare tutto questo.
La tua consapevolezza è un ottimo punto di partenza: ora serve un supporto qualificato per stare meglio.
Dott.ssa Simona Ilardo
Psicologo, Psicologo clinico
Bagnoli
Gentilissimo,
ha già fatto un passo importante e coraggioso scrivendo
Lei ha indubbiamente la necessità di uno spazio per sè.
Come sottolinea ha sempre pensato agli altri ,ora è giunto il momento di pensare a sè. Ha tante emozioni dentro che devono trovare un canale di espressione . Non può tergiversare .
I professionisti della salute mentale si sono formati proprio allo scopo di supportare le persone in difficoltà . Lei mi sembra una persona intelligente ,comprenderà che ha bisogno di supporto .
Trovi un professionista che le dà fiducia e cominci un lavoro su di sè
Si renderà conto di quanto è più pericoloso restare fermi in tali circostanze
Si prenda cura della sua salute
Resto a disposizione anche online
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
quello che descrivi — pensieri intrusivi, rituali, senso di irrealtà, ansia — è un tentativo della tua mente di proteggerti da qualcosa che percepisce come fuori controllo. E per paradosso, più cerchi di controllare questi pensieri o capirli razionalmente, più loro si rafforzano.
Provo a lasciarti uno spunto:
e se il problema non fosse ciò che pensi, ma quanto ti sforzi di non pensarlo?
Il pensiero, da solo, non fa danno. È la paura del pensiero che lo trasforma in un incubo ricorrente.
La tua storia personale recente ha sicuramente inciso, ma ora la priorità non è capire “da dove viene tutto”, bensì cosa fai quando arriva. Da lì si può iniziare a lavorare in modo strategico e concreto.
Resto a disposizione,
Francesca Gottofredi
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Quello che descrivi sembra un insieme di sintomi che rientrano nell’ambito dell’ansia e delle ossessioni, in particolare con la presenza di pensieri intrusivi molto disturbanti e sensazioni di distacco dalla realtà (quella sensazione di vedere tutto come attraverso una “bolla” o distante si può definire depersonalizzazione o derealizzazione). È importante sottolineare che avere pensieri intrusivi di questo tipo( come immagini violente o spiacevoli ) non significa che tu voglia o che tu possa mettere in atto quelle azioni, sono piuttosto manifestazioni di ansia o disturbi ossessivi.
Il fatto che questi sintomi siano riapparsi dopo un periodo stressante e una relazione conflittuale può avere un ruolo importante, perché lo stress prolungato è spesso un fattore scatenante o aggravante per ansia, ossessioni e disturbi correlati. La perdita del gusto e i risvegli notturni possono anch’essi essere correlati a stress e ansia elevate.
È comprensibile che tu ti preoccupi della possibilità di peggioramento, ma in genere questi sintomi non portano a perdere il contatto con la realtà in modo irreversibile, soprattutto se si interviene per tempo. È importante però non sottovalutare la situazione: un percorso con uno psicologo o uno psichiatra può aiutarti a gestire questi sintomi, con tecniche specifiche per l’ansia e le ossessioni, e se necessario con un supporto farmacologico.
Ti consiglierei di cercare un consulto specialistico, che ti possa aiutare a capire meglio cosa stai vivendo e a costruire una strategia per ritrovare benessere. Nel frattempo, cerca di mantenere una routine regolare, dormire bene, limitare stimoli che aumentano l’ansia e concederti momenti di calma. Se i pensieri diventano troppo pesanti o senti di non riuscire a gestirli, non esitare a chiedere aiuto anche a familiari o amici di fiducia.
Hai fatto bene a raccontare e a chiedere supporto: riconoscere il problema è il primo passo per affrontarlo.
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione in modo così dettagliato e coraggioso.

Quello che descrive – la sensazione di irrealtà, i pensieri intrusivi aggressivi, i rituali, la paura che possano sfuggirle di mano – sembra rientrare in un quadro di ansia intensa con componenti ossessive e dissociative. I pensieri violenti che le passano per la mente, come fare del male al suo cane o usare un coltello, non indicano il desiderio reale di compiere quelle azioni, ma rappresentano contenuti mentali disturbanti tipici delle ossessioni
Anche le sensazioni di vivere "nella bolla", la paura del buio, la vigilanza notturna e la percezione alterata del gusto possono essere collegate allo stress post-relazionale che ha vissuto: una rottura affettiva difficile, vissuta con senso di abbandono e ingiustizia, può riattivare o intensificare sintomi già presenti. Il fatto che lei si interroghi con lucidità su ciò che sente e che riconosca la realtà è un elemento molto importante, perché distingue questi vissuti da forme deliranti vere e proprie.

Ciò che sta vivendo è difficile, ma non è irreversibile. Si può lavorare su questi pensieri e sensazioni, ritrovando fiducia e stabilità emotiva.

Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano

Salve e grazie per aver condiviso in modo così aperto la tua esperienza. Le tue parole raccontano sofferenza, confusione, ma anche un forte desiderio di capire e non lasciarti andare. Questo è un segnale molto importante: vuoi stare meglio, e questo è già parte del percorso di guarigione.
Quello che descrivi ha un nome: si chiama Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)
Non sei “pazzo”. E soprattutto non sei pericoloso.
I pensieri che hai – che siano di fare del male, di vedere tutto distaccato, o rituali come toccare oggetti – sono sintomi ben noti di un disturbo ossessivo compulsivo. Il DOC non è la tua identità.È un disturbo d’ansia che merita la giusta attenzione e il giusto ascolto.
Pensieri come “e se faccio del male?” NON significano che lo farai.
Quando ti vengono in mente pensieri orribili come fare del male al cane o a te stesso o ad altri, non sono desideri. Sono pensieri intrusivi.
Nel DOC, si ha una sensibilità talmente acuta, che la mente va a toccare proprio i punti più inaccettabili per noi, generando immagini, scenari o paure terrificanti. Le persone che hanno questi pensieri sono proprio quelle che non li metterebbero mai in atto.
Il problema è che non riescono a ignorarli, e si spaventano moltissimo. La sensazione di irrealtà si chiama “derealizzazione”
Quella sensazione che “tutto è distante”, come se fossi in una bolla, è un sintomo frequente dell’ansia intensa e persistente.
È come se il tuo cervello, per proteggerti dallo stress emotivo, staccasse un po’ la spina… ma in realtà tu sei sempre connesso, solo che la percezione è ovattata. Questa condizione non porta a impazzire Non perderai il contatto con la realtà.È una risposta estrema allo stress, non una malattia psicotica.
Inoltre, La rottura con la tua ex e il carico emotivo hanno un peso enorme. Quello che hai vissuto – una relazione squilibrata, piena di aspettative su di te, con abbandoni emotivi e pratici, e pure un carico economico che ora ti pesa addosso – è stato un trauma.
Spesso, il trauma è il detonatore che fa esplodere qualcosa che era già latente, come il DOC o i disturbi d’ansia. È molto probabile che il tuo stato attuale sia una risposta a un carico emotivo e psicologico non gestito, più che una patologia grave o degenerativa.
Quello che stai vivendo ha un nome. Ha una spiegazione e merita uno spazio. Sei una persona sensibile, che ha affrontato molto e che ora ha bisogno di cura, ascolto e direzione.
Dott.ssa Luciana Bastianini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,

mi dispiace per il momento di difficoltà che sta attraversando. Capisco quanto tutto ciò possa essere fonte di confusione, paura e disagio.

Dalla sua descrizione emergono diversi elementi che meritano attenzione clinica: la sensazione di irrealtà o distacco da ciò che la circonda, i pensieri intrusivi e disturbanti legati alla possibilità di fare del male (che non corrispondono necessariamente a un desiderio reale, ma sono vissuti con ansia e timore), i rituali compulsivi, l’ansia, l’iperattivazione notturna e la paura di perdere il controllo.

Questo insieme di sintomi potrebbe essere compatibile con un quadro ansioso-ossessivo. La preoccupazione di "impazzire" o di poter perdere il controllo è piuttosto comune in chi soffre di disturbi d’ansia o ossessivo-compulsivi, ma non corrisponde necessariamente a un rischio reale in quella direzione.

Inoltre, il fatto che lei riesca a riconoscere l’assurdità di certi pensieri, che ne sia spaventato e non li desideri, è un segnale molto importante: questi pensieri sono ego-distonici, ovvero non coerenti con ciò che lei è e sente di essere.

Le esperienze recenti che ha vissuto (la rottura della relazione, lo stress, il senso di solitudine, il carico lavorativo ed emotivo) possono aver agito da fattori scatenanti o amplificanti di un disagio che probabilmente si era già manifestato in precedenza.

Attraverso un percorso di psicoterapia è possibile esplorare e comprendere meglio l’origine di questi sintomi, per poi affrontarli in modo efficace.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Se desidera approfondire, non esiti a contattarmi.

Cordialmente,
Dott.ssa Luciana Bastianini
Dott. Gabriele Taddei
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Salve, è molto provante trovarsi in questa situazione. Quello che descrive — i pensieri intrusivi, la sensazione di essere “dentro una bolla”, l’ansia, le immagini aggressive che la spaventano, il bisogno di controllare o compiere piccoli rituali — rientra in un insieme di esperienze che molte persone vivono nei momenti di forte stress emotivo, soprattutto quando si sono attraversate situazioni dolorose come una relazione affettiva complicata o eventi che hanno richiesto un grande sforzo, anche economico e mentale.

La sua paura di “impazzire” o di perdere il controllo è comprensibile, ma ciò che colpisce è che lei resta consapevole e spaventato da questi pensieri, non li desidera, non li cerca, e questo è un segno importante. È come se la sua mente stesse cercando in modo confuso di dare voce a un malessere profondo che non riesce ancora a esprimersi con parole chiare.

Avere accanto uno psicoterapeuta può aiutarla proprio in questo: a riconoscere che questi pensieri non sono verità né segnali di pericolo imminente, ma espressioni di una fatica interiore. Un supporto psichiatrico, se non già presente, potrebbe affiancare questo percorso per aiutarla a ritrovare più serenità e funzionalità nella quotidianità, anche dal punto di vista del sonno e dell’appetito.

Sta già facendo un passo importante, che è chiedere aiuto. E da qui può iniziare un cammino che non è di emergenza, ma prendersi cura di se.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
da quanto descrive, i sintomi che sta vivendo – la sensazione di irrealtà (“come se vedessi attraverso una bolla”), i pensieri intrusivi aggressivi verso sé o gli altri, l’ansia legata alla paura di poter perdere il controllo – sono esperienze che possono risultare molto spaventanti, ma che nella maggior parte dei casi non implicano una reale perdita di contatto con la realtà né una tendenza ad agire ciò che si teme.

Si tratta di pensieri ossessivi e immagini intrusive, tipiche di condizioni d’ansia in cui la mente, sotto forte stress, produce scenari che la persona vive come minacciosi ma che non corrispondono a un desiderio reale. Il fatto che Lei li riconosca come “estranei” e che Le provochino paura è già un segnale importante: significa che la consapevolezza è intatta.

La rottura sentimentale e il periodo di forte stress lavorativo che racconta potrebbero aver riattivato una vulnerabilità preesistente: quando si accumulano tensioni emotive, la mente può reagire amplificando l’ansia e generando queste sensazioni di distacco (note come depersonalizzazione o derealizzazione).

È importante non affrontare tutto da solo:

Si rivolga al medico di base o a uno psicoterapeuta per un inquadramento completo e, se necessario, una valutazione anche di tipo psichiatrico.

Nel frattempo, cerchi di non evitare le situazioni che teme, ma nemmeno di analizzare troppo ogni pensiero: più si cerca di controllarli, più tendono a ripresentarsi.

Può essere utile inserire tecniche di grounding (riconnettersi ai sensi, respirare, descrivere oggetti intorno a sé) per contrastare la sensazione di irrealtà.

Con un percorso terapeutico mirato e, se indicato, un supporto farmacologico temporaneo, questi sintomi possono ridursi fino a scomparire. La situazione che descrive è gestibile, ma merita attenzione e aiuto professionale.

Dott.ssa Sara Petroni

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