Buon Pomeriggio io credo di avere un problema che è infondato...Sono una ragazza di 19 anni sana che
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Buon Pomeriggio io credo di avere un problema che è infondato...Sono una ragazza di 19 anni sana che ha praticato anche per un tempo sport e fatto due operazioni con anestesia totale...ora che sono passati 3 anni,dopo uno sforzo fatto con il braccio sono andata nel panico una settimanetta fa e da quel giorno siccome la parte sinistra a volte mi da fastidio mi prende il panico e penso subito al peggio o a un possibile infarto...ora io so che è una domanda assurda perche mi sono fatta fare anche delle analisi del sangue e un elettrocardiogramma ma mi hanno detto che non c'era nulla....però mi farebbe stare molto piu sicura un parere medico e magari convincermi ad magari affrontare uno psicologo perche per le mie condizioni e per l'età forse non dovrei nemmeno pormi questo problema...dato anche non ho nessuno in famiglia che ne ha mai sofferto e sopratutto non soffro nemmeno di obesità diciamo e nemmeno fumo perche gia da un pò ho smesso..in piu mi rivolgo molto spesso ad internet facendomi aumentare ancora di piu il panico...Cosa dovrei fare?In piu a volte mi capitano episodi di attacchi di panico e di essere in costante ansia per questa paura che ho
Buon pomeriggio, da ciò che racconta si percepisce con chiarezza quanto questa paura stia diventando per lei un pensiero costante e faticoso da gestire. È comprensibile che si senta spaventata: quando il corpo invia segnali che non riusciamo a interpretare, come una sensazione fastidiosa al braccio o un battito più accelerato, la mente può immediatamente associarli a qualcosa di grave, e questo scatena una reazione di allarme molto forte. In quei momenti l’ansia cresce, il cuore batte più forte, si fa fatica a respirare e tutto sembra confermare che qualcosa di serio stia davvero accadendo. Ciò che spesso accade in situazioni simili è che il corpo e la mente entrano in un circolo: un piccolo sintomo fisico fa scattare la paura, la paura aumenta l’attenzione sul corpo, e questa attenzione amplifica le sensazioni, rendendole ancora più intense. È un meccanismo molto umano, che nasce dal bisogno di proteggerci, ma che può diventare fonte di grande disagio. Non è raro che, anche dopo aver ricevuto rassicurazioni mediche, la mente continui a cercare conferme, magari su internet, nel tentativo di placare l’incertezza. Tuttavia, questa ricerca di controllo finisce spesso per ottenere l’effetto opposto, alimentando ulteriormente il panico e la confusione. La paura di un problema cardiaco, nonostante le analisi e l’elettrocardiogramma rassicuranti, sembra aver toccato in lei qualcosa di più profondo: il timore di perdere il controllo, o di non essere più al sicuro nel proprio corpo. È una sensazione che può destabilizzare molto, soprattutto quando si è consapevoli che “razionalmente” non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma le emozioni continuano comunque a essere forti. Questo contrasto tra ciò che si sa e ciò che si sente può diventare un peso costante, che porta a vivere in uno stato di allerta continua. In questi casi, può essere molto utile intraprendere un percorso con uno psicologo, come lei stessa ha già intuito. Un lavoro di questo tipo può aiutarla a riconoscere meglio i segnali del corpo, a comprendere come funzionano le reazioni di ansia e a imparare strategie per interrompere il circolo paura-controllo-paura che la tiene intrappolata. L’obiettivo non sarebbe “eliminare la paura”, ma imparare a gestirla, a ridarle proporzioni più realistiche e a non farla guidare le sue giornate. Il fatto che lei si interroghi, cerchi di capire cosa le accade e si renda conto che la sua età e le sue condizioni di salute non giustificherebbero una paura così grande, è un segnale importante di consapevolezza. È già un passo verso il cambiamento. Con il giusto supporto potrà imparare a distinguere tra il pericolo reale e quello percepito, recuperando fiducia nel proprio corpo e nella propria capacità di affrontare l’ansia senza esserne travolta. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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Buongiorno,
a volte la paura di fa sentire a livello somatico, si può superare con un breve percorso terapeutico.
UN saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
a volte la paura di fa sentire a livello somatico, si può superare con un breve percorso terapeutico.
UN saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Buonasera, se ha già fatto analisi e visite mediche specifiche che hanno escluso problemi di natura cardiaca, la sintomatologia descritta è sicuramente compatibile con problematiche legate all'ansia, ad eventuali attacchi di panico e relativa concentrazione sulle sensazioni fisiche spiacevoli provate e il timore che si ripresentino.
In sostanza, escluse cause mediche specifiche, sarebbe opportuno farsi affiancare in un percorso psicologico o psicoterapeutico per comprendere meglio ciò che le innesca l'ansia e il malessere e imparare a gestirla meglio fino a non provarla quasi più con quella spiacevole intensità che, al momento, la fa preoccupare e le sottrae serenità e qualità della vita.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
In sostanza, escluse cause mediche specifiche, sarebbe opportuno farsi affiancare in un percorso psicologico o psicoterapeutico per comprendere meglio ciò che le innesca l'ansia e il malessere e imparare a gestirla meglio fino a non provarla quasi più con quella spiacevole intensità che, al momento, la fa preoccupare e le sottrae serenità e qualità della vita.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Gentile utente, intanto le sconsiglio vivamente di fare ricerche su internet riguardo temi sanitari/medici, in quanto potrebbe incappare in interpretazioni estremamente catastrofiche e spesso errate, che non la aiutano, anzi come ha detto, amplificano maggiormente il suo disagio; si informi sempre attraverso il suo medico di base o specialista. Sicuramente ha necessità di lavorare su questi suoi attacchi di panico e ansia che difficilmente trovano sollievo nelle sole rassicurazioni mediche, richiedendo un lavoro con un professionista psicologo/psicoterapeuta. Ci tengo a precisare che non c'è un età per soffrire, ed essere consapevoli delle proprie difficoltà, come nel suo caso, è già un ottimo punto di partenza, dal quale anche persone molto più grandi di lei spesso non cominciano. Le auguro il meglio.
Gentile utente,
dal suo resoconto si evince la possibile presenza di un disturbo d'ansia per la salute. L'ansia per la salute è una forma comune e specifica di disturbo d'ansia. Finché l’ansia consente alla persona di mantenere un normale stato di preoccupazione sulle proprie condizioni di salute, essa è funzionale alla risoluzione del problema, o alla messa in atto di comportamenti idonei di cura e prevenzione.
Accade, però, che la presenza di determinati sintomi, o la percezione soggettiva degli stessi, produca uno stato di preoccupazione esorbitante rispetto all’entità del sintomo, innescando un pericoloso ciclo ansiogeno che produce conseguenze negative sul benessere psicologico della persona.
La ricerca di rassicurazione immediata, per esempio con ricerche su internet, porta spesso ad avere risposte sommarie o insufficienti e tende a generare una vigilanza spasmodica dei sintomi fisici. Ciò innesca un ulteriore stato di preoccupazione, creando una serie di pensieri negativi e di ruminazioni sulle condizioni personali di salute che non corrispondono alla realtà.
Da questo tipo di disturbo si può guarire, anche definitivamente. E' necessario però un corretto approccio psicologico, auspicabilmente supportato da un professionista. La prima fase di questo percorso consiste nell'apprendere ad osservare l'ansia per quello che è: un fenomeno mentale che potrebbe non essere associato alla realtà. Distinguere ciò che è nella mente dalla disamina dei fatti, consente di subire meno l'impatto ansiogeno e convivere con le preoccupazioni senza combatterle o evitarle, e senza mettere in moto comportamenti compulsivi. Abituarsi a "rimanere" con l'ansia significa liberarsene perché si metteranno in moto comportamenti idonei e vantaggiosi al benessere, invece che governati dalla paura e dall'incertezza.
Questo percorso richiede del tempo e la giusta costanza, ma può portare a notevoli benefici.
Se lo desidera, posso supportarla per affrontare le sue difficoltà. Anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
dal suo resoconto si evince la possibile presenza di un disturbo d'ansia per la salute. L'ansia per la salute è una forma comune e specifica di disturbo d'ansia. Finché l’ansia consente alla persona di mantenere un normale stato di preoccupazione sulle proprie condizioni di salute, essa è funzionale alla risoluzione del problema, o alla messa in atto di comportamenti idonei di cura e prevenzione.
Accade, però, che la presenza di determinati sintomi, o la percezione soggettiva degli stessi, produca uno stato di preoccupazione esorbitante rispetto all’entità del sintomo, innescando un pericoloso ciclo ansiogeno che produce conseguenze negative sul benessere psicologico della persona.
La ricerca di rassicurazione immediata, per esempio con ricerche su internet, porta spesso ad avere risposte sommarie o insufficienti e tende a generare una vigilanza spasmodica dei sintomi fisici. Ciò innesca un ulteriore stato di preoccupazione, creando una serie di pensieri negativi e di ruminazioni sulle condizioni personali di salute che non corrispondono alla realtà.
Da questo tipo di disturbo si può guarire, anche definitivamente. E' necessario però un corretto approccio psicologico, auspicabilmente supportato da un professionista. La prima fase di questo percorso consiste nell'apprendere ad osservare l'ansia per quello che è: un fenomeno mentale che potrebbe non essere associato alla realtà. Distinguere ciò che è nella mente dalla disamina dei fatti, consente di subire meno l'impatto ansiogeno e convivere con le preoccupazioni senza combatterle o evitarle, e senza mettere in moto comportamenti compulsivi. Abituarsi a "rimanere" con l'ansia significa liberarsene perché si metteranno in moto comportamenti idonei e vantaggiosi al benessere, invece che governati dalla paura e dall'incertezza.
Questo percorso richiede del tempo e la giusta costanza, ma può portare a notevoli benefici.
Se lo desidera, posso supportarla per affrontare le sue difficoltà. Anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Buonasera, mi dispiace sapere che ha dovuto affrontare due interventi con anestesia totale, e comprendo che nonostante la giovane età e la buona salute generale, certi episodi possano riattivare timori o paure. È positivo però che si sia presa cura di sé e abbia seguito i giusti percorsi medici: ha fatto bene a sottoporsi agli esami del sangue e all’elettrocardiogramma, che l’hanno rassicurata sul buon funzionamento del cuore e sulla sua salute complessiva. Da ciò che descrive, sembra che il principale disagio sia questo fastidio alla parte sinistra del corpo, in particolare al braccio. Mi chiedo, come si manifesta esattamente? È un dolore muscolare, una sensazione di tensione, o piuttosto una fitta che si accompagna all’ansia? È importante capirlo, perché spesso il corpo risponde allo stress o all’ansia con sintomi fisici reali, ma non pericolosi. Lei stessa riconosce che le visite e gli esami non hanno mostrato nulla di preoccupante, e questo è un dato molto rassicurante. Tuttavia, comprendo bene che la paura di un infarto possa essere molto intensa: il pensiero di un evento così grave, improvviso e potenzialmente incontrollabile può generare ansia profonda, panico e un’attenzione costante verso i segnali del corpo. Mi chiedo: cosa la spaventa di più dell’idea di un infarto? Oltre alla gravità dell’evento, teme forse la perdita di controllo, il dolore improvviso, o l’impossibilità di ricevere aiuto in tempo? Oppure la spaventa l’idea della morte stessa, o di cosa significherebbe per lei “avere un infarto” alla sua età? Spesso, comprendere che cosa rappresenta per noi un evento temuto aiuta a ridimensionarlo e a lavorare su ciò che realmente ci preoccupa. Può sembrare una domanda banale, ma le nostre immagini mentali hanno un grande potere: quando ci figuriamo continuamente uno scenario negativo, il cervello lo percepisce come più probabile di quanto non sia davvero. È un meccanismo psicologico chiamato euristica della disponibilità, significa che tendiamo a giudicare più probabile un evento solo perché lo abbiamo in mente spesso o perché ci viene facile immaginarlo. E questo può alimentare il circolo dell’ansia. È per questo che cercare continuamente informazioni su internet o monitorare ogni piccolo segnale del corpo finisce per aumentare la paura invece di ridurla. Forse, in questo momento, il passo più utile sarebbe proprio quello di comprendere meglio il significato che attribuisce a questa paura e, se possibile, parlarne con uno psicologo. Un professionista potrebbe aiutarla a riconoscere i pensieri che mantengono viva l’ansia, a gestire gli attacchi di panico e a recuperare fiducia nel suo corpo e nella sua salute. Lei ha già dimostrato molta consapevolezza nel prendersi cura di sé: proseguire su questa strada, con l’aiuto giusto, può solo farla stare meglio. Dott.ssa Chiara Avelli.
Buon pomeriggio,
da ciò che racconta, sembra che stia vivendo una forte ansia legata alla salute, una preoccupazione che può diventare molto intensa anche quando gli esami medici risultano nella norma. È comprensibile che dopo aver avvertito un fastidio fisico si sia spaventata, ma il fatto che i controlli siano risultati tutti negativi è un segnale molto rassicurante.
Quando l’ansia si manifesta con paura costante, pensieri catastrofici o attacchi di panico, può essere utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio l’origine di queste paure e imparare strategie efficaci per gestirle.
Un professionista potrà aiutarla a ridurre l’ipercontrollo sul corpo, a distinguere i segnali reali di pericolo da quelli legati all’ansia e a ritrovare una maggiore serenità.
Nel frattempo, cerchi di limitare le ricerche su internet, che spesso aumentano la paura, e dedichi tempo ad attività rilassanti o che la aiutano a distrarsi.
Un caro saluto.
da ciò che racconta, sembra che stia vivendo una forte ansia legata alla salute, una preoccupazione che può diventare molto intensa anche quando gli esami medici risultano nella norma. È comprensibile che dopo aver avvertito un fastidio fisico si sia spaventata, ma il fatto che i controlli siano risultati tutti negativi è un segnale molto rassicurante.
Quando l’ansia si manifesta con paura costante, pensieri catastrofici o attacchi di panico, può essere utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio l’origine di queste paure e imparare strategie efficaci per gestirle.
Un professionista potrà aiutarla a ridurre l’ipercontrollo sul corpo, a distinguere i segnali reali di pericolo da quelli legati all’ansia e a ritrovare una maggiore serenità.
Nel frattempo, cerchi di limitare le ricerche su internet, che spesso aumentano la paura, e dedichi tempo ad attività rilassanti o che la aiutano a distrarsi.
Un caro saluto.
Salve,
quello che descrive è un fenomeno comune chiamato ansia da salute o ipocondria, in cui il corpo invia segnali normali (come dolori muscolari o tensioni dopo uno sforzo) e la mente li interpreta come pericolo grave, generando panico e allerta costante. Il fatto che gli esami medici siano risultati normali è un elemento rassicurante: il suo corpo è sano, e il problema nasce principalmente dal circuito ansioso e dalla ruminazione.
Navigare in internet alla ricerca di conferme può amplificare l’ansia, creando un circolo difficile da interrompere. Tecniche di gestione dell’ansia, respirazione, mindfulness e terapia cognitivo-comportamentale sono molto efficaci per ridurre attacchi di panico e paure somatiche.
Un percorso psicologico mirato può aiutarla a distinguere i segnali corporei normali da quelli che scatenano ansia, gestire il panico e ritrovare sicurezza nel corpo.
Resto a disposizione per supportarla nell’individuare un percorso adatto e approfondire insieme le strategie per ridurre l’ansia.
quello che descrive è un fenomeno comune chiamato ansia da salute o ipocondria, in cui il corpo invia segnali normali (come dolori muscolari o tensioni dopo uno sforzo) e la mente li interpreta come pericolo grave, generando panico e allerta costante. Il fatto che gli esami medici siano risultati normali è un elemento rassicurante: il suo corpo è sano, e il problema nasce principalmente dal circuito ansioso e dalla ruminazione.
Navigare in internet alla ricerca di conferme può amplificare l’ansia, creando un circolo difficile da interrompere. Tecniche di gestione dell’ansia, respirazione, mindfulness e terapia cognitivo-comportamentale sono molto efficaci per ridurre attacchi di panico e paure somatiche.
Un percorso psicologico mirato può aiutarla a distinguere i segnali corporei normali da quelli che scatenano ansia, gestire il panico e ritrovare sicurezza nel corpo.
Resto a disposizione per supportarla nell’individuare un percorso adatto e approfondire insieme le strategie per ridurre l’ansia.
Cara utente,
le tue parole raccontano con grande chiarezza la trappola in cui molte persone ansiose finiscono, senza colpa: quella di sentirsi minacciate dal proprio corpo, pur sapendo, razionalmente, che non c’è nulla di grave.
È come se la mente e il corpo non parlassero più la stessa lingua — uno dice “sei al sicuro”, l’altro risponde “qualcosa non va”.
Quello che descrivi non è “assurdo”, né segno di debolezza: è un’esperienza molto reale e molto comune, soprattutto nei periodi di stress o dopo eventi che hanno toccato la dimensione fisica, come un piccolo malessere, uno sforzo muscolare o un sintomo corporeo improvviso.
La mente ansiosa tende a collegare ogni sensazione al suo scenario peggiore, e da lì nasce il circolo vizioso: il cuore batte forte → penso a un infarto → mi spavento → il cuore batte ancora più forte → mi convinco che sia davvero qualcosa di grave.
È importante sapere che questo tipo di paura non nasce dal corpo, ma dal modo in cui lo interpreti. L’ansia, quando è intensa, può generare fastidi molto concreti — tensioni muscolari, fitte, tachicardia, difficoltà respiratorie — e questo rende ancora più difficile distinguere ciò che è reale da ciò che è indotto dall’allarme stesso.
Il fatto che tu abbia fatto gli esami e che siano risultati nella norma è già un’indicazione importante: il corpo sta bene, ma la mente è in allerta.
E proprio per questo, l’idea di confrontarti con uno psicologo è tutt’altro che esagerata: non per “curare una malattia”, ma per imparare a conoscere e gestire questo dialogo interno tra paura e sicurezza, tra controllo e fiducia.
L’ansia legata alla salute, o ipocondria ansiosa, nasce spesso dal bisogno di sentirsi al sicuro in un mondo che percepiamo incerto. Quando non riusciamo a controllare ciò che accade fuori, iniziamo a controllare il corpo, come se fosse l’unico terreno su cui poter vigilare. Ma più si cerca di controllare, più cresce l’insicurezza.
Il primo passo è riconoscere che la paura che senti non parla di un cuore malato, ma di un cuore spaventato.
E imparare ad ascoltare quella paura, senza lasciarle il comando, è un lavoro psicologico profondo e liberatorio.
Hai già fatto molto scrivendo questo messaggio: hai nominato la tua ansia, e ogni volta che si dà un nome alla paura, la si rende un po’ più piccola.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
le tue parole raccontano con grande chiarezza la trappola in cui molte persone ansiose finiscono, senza colpa: quella di sentirsi minacciate dal proprio corpo, pur sapendo, razionalmente, che non c’è nulla di grave.
È come se la mente e il corpo non parlassero più la stessa lingua — uno dice “sei al sicuro”, l’altro risponde “qualcosa non va”.
Quello che descrivi non è “assurdo”, né segno di debolezza: è un’esperienza molto reale e molto comune, soprattutto nei periodi di stress o dopo eventi che hanno toccato la dimensione fisica, come un piccolo malessere, uno sforzo muscolare o un sintomo corporeo improvviso.
La mente ansiosa tende a collegare ogni sensazione al suo scenario peggiore, e da lì nasce il circolo vizioso: il cuore batte forte → penso a un infarto → mi spavento → il cuore batte ancora più forte → mi convinco che sia davvero qualcosa di grave.
È importante sapere che questo tipo di paura non nasce dal corpo, ma dal modo in cui lo interpreti. L’ansia, quando è intensa, può generare fastidi molto concreti — tensioni muscolari, fitte, tachicardia, difficoltà respiratorie — e questo rende ancora più difficile distinguere ciò che è reale da ciò che è indotto dall’allarme stesso.
Il fatto che tu abbia fatto gli esami e che siano risultati nella norma è già un’indicazione importante: il corpo sta bene, ma la mente è in allerta.
E proprio per questo, l’idea di confrontarti con uno psicologo è tutt’altro che esagerata: non per “curare una malattia”, ma per imparare a conoscere e gestire questo dialogo interno tra paura e sicurezza, tra controllo e fiducia.
L’ansia legata alla salute, o ipocondria ansiosa, nasce spesso dal bisogno di sentirsi al sicuro in un mondo che percepiamo incerto. Quando non riusciamo a controllare ciò che accade fuori, iniziamo a controllare il corpo, come se fosse l’unico terreno su cui poter vigilare. Ma più si cerca di controllare, più cresce l’insicurezza.
Il primo passo è riconoscere che la paura che senti non parla di un cuore malato, ma di un cuore spaventato.
E imparare ad ascoltare quella paura, senza lasciarle il comando, è un lavoro psicologico profondo e liberatorio.
Hai già fatto molto scrivendo questo messaggio: hai nominato la tua ansia, e ogni volta che si dà un nome alla paura, la si rende un po’ più piccola.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
Ciao, immagino sia molto faticoso vivere con queste paure e dare un senso costruttivo ai sentimo che hai descritto. Proprio per questo penso che, poichè hai già svolto degli accertamenti medici, sia importante per te rivolgerti ad uno psicologo psicoterapeuta affinchè ti possa aiutare a comprendere ciò che ti sta accadendo.
Gentile utente,
da ciò che racconti emerge quanto questa esperienza ti stia preoccupando e quanta fatica tu stia facendo a fidarti del fatto che gli esami medici abbiano escluso problemi fisici. È molto comune, nei momenti di forte ansia, percepire in modo amplificato le sensazioni corporee, soprattutto quando riguardano il cuore o il respiro. Il corpo, in questi casi, diventa un canale attraverso cui l’ansia si manifesta e cerca di esprimere qualcosa.
Questa costante attenzione ai segnali del corpo può trasformarsi in un circolo di preoccupazione, che amplifica le paure e rende più difficile vivere con tranquillità.
Descrivi con lucidità come la paura del sintomo (più ancora del sintomo stesso) sia diventata fonte di grande tensione, fino a generare veri e propri attacchi di panico. Questo può accadere quando la mente, spaventata da una sensazione fisica, si concentra su di essa in modo costante, alimentando un circolo di allarme e di controllo che finisce per intensificare il disagio.
È importante sapere che non sei sola né “assurda” in questo vissuto: molte persone, soprattutto in periodi di cambiamento o stress, sperimentano paure legate al corpo e alla salute. Tuttavia, il fatto che questa paura stia limitando la tua serenità e ti faccia vivere in uno stato di costante allerta indica che possa meritare uno spazio di ascolto più profondo.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a comprendere meglio cosa si attiva dentro di te in questi momenti di paura, a riconoscere i segnali del corpo come parte di un dialogo interno e non come minacce, e a ritrovare fiducia nella tua capacità di contenere l’ansia.
Riconoscere di avere bisogno di aiuto, come hai fatto scrivendo questo messaggio, è già un primo passo importante verso un modo più gentile e consapevole di prenderti cura di te.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Un saluto, Dott.ssa Martina Veracini
Questa costante attenzione ai segnali del corpo può trasformarsi in un circolo di preoccupazione, che amplifica le paure e rende più difficile vivere con tranquillità.
Descrivi con lucidità come la paura del sintomo (più ancora del sintomo stesso) sia diventata fonte di grande tensione, fino a generare veri e propri attacchi di panico. Questo può accadere quando la mente, spaventata da una sensazione fisica, si concentra su di essa in modo costante, alimentando un circolo di allarme e di controllo che finisce per intensificare il disagio.
È importante sapere che non sei sola né “assurda” in questo vissuto: molte persone, soprattutto in periodi di cambiamento o stress, sperimentano paure legate al corpo e alla salute. Tuttavia, il fatto che questa paura stia limitando la tua serenità e ti faccia vivere in uno stato di costante allerta indica che possa meritare uno spazio di ascolto più profondo.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a comprendere meglio cosa si attiva dentro di te in questi momenti di paura, a riconoscere i segnali del corpo come parte di un dialogo interno e non come minacce, e a ritrovare fiducia nella tua capacità di contenere l’ansia.
Riconoscere di avere bisogno di aiuto, come hai fatto scrivendo questo messaggio, è già un primo passo importante verso un modo più gentile e consapevole di prenderti cura di te.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Un saluto, Dott.ssa Martina Veracini
Buon pomeriggio,
la ringrazio sinceramente per aver raccontato con tanta apertura ciò che sta vivendo. Si percepisce chiaramente quanto questa paura la stia facendo sentire in allarme e quanto sia faticoso convivere con l’ansia, i dubbi e questi momenti di panico improvviso. È comprensibile che, dopo essersi spaventata a seguito di quello sforzo, lei abbia iniziato a osservare con grande attenzione ogni sensazione del suo corpo, temendo che potesse nascondere qualcosa di grave.
Ci tengo a sottolineare un aspetto importante: gli esami che ha già effettuato hanno escluso problemi cardiaci, e questo è un punto molto rassicurante. A volte, però, quando si vive un forte spavento legato alla salute, può attivarsi un vero e proprio “circolo dell’ansia”. In ambito cognitivo-comportamentale lo conosciamo bene: una sensazione fisica innocua viene interpretata come un pericolo, questo genera paura, il corpo si attiva ancora di più e i pensieri si orientano verso gli scenari peggiori, fino ad arrivare anche al panico. È un meccanismo che può sembrare incontrollabile, ma non significa affatto che ci sia qualcosa di grave nel corpo: è l’ansia che parla, non il cuore.
Anche il bisogno di cercare risposte su internet è molto comune in queste situazioni, ma purtroppo, invece di rassicurare, alimenta il timore e mantiene attivo il circolo della paura.
Un percorso psicologico potrebbe davvero aiutarla a ritrovare sicurezza e calma: la terapia cognitivo-comportamentale, in particolare, offre strumenti molto concreti per gestire l’ansia, lavorare sui pensieri catastrofici e vivere con più fiducia le sensazioni del proprio corpo. A 19 anni ha tutte le risorse per superare questo momento e tornare a sentirsi padrona della sua serenità.
Le mando un caro saluto e un incoraggiamento sincero: non è sola in ciò che sta vivendo, e questa situazione può migliorare in modo significativo con il giusto supporto.
la ringrazio sinceramente per aver raccontato con tanta apertura ciò che sta vivendo. Si percepisce chiaramente quanto questa paura la stia facendo sentire in allarme e quanto sia faticoso convivere con l’ansia, i dubbi e questi momenti di panico improvviso. È comprensibile che, dopo essersi spaventata a seguito di quello sforzo, lei abbia iniziato a osservare con grande attenzione ogni sensazione del suo corpo, temendo che potesse nascondere qualcosa di grave.
Ci tengo a sottolineare un aspetto importante: gli esami che ha già effettuato hanno escluso problemi cardiaci, e questo è un punto molto rassicurante. A volte, però, quando si vive un forte spavento legato alla salute, può attivarsi un vero e proprio “circolo dell’ansia”. In ambito cognitivo-comportamentale lo conosciamo bene: una sensazione fisica innocua viene interpretata come un pericolo, questo genera paura, il corpo si attiva ancora di più e i pensieri si orientano verso gli scenari peggiori, fino ad arrivare anche al panico. È un meccanismo che può sembrare incontrollabile, ma non significa affatto che ci sia qualcosa di grave nel corpo: è l’ansia che parla, non il cuore.
Anche il bisogno di cercare risposte su internet è molto comune in queste situazioni, ma purtroppo, invece di rassicurare, alimenta il timore e mantiene attivo il circolo della paura.
Un percorso psicologico potrebbe davvero aiutarla a ritrovare sicurezza e calma: la terapia cognitivo-comportamentale, in particolare, offre strumenti molto concreti per gestire l’ansia, lavorare sui pensieri catastrofici e vivere con più fiducia le sensazioni del proprio corpo. A 19 anni ha tutte le risorse per superare questo momento e tornare a sentirsi padrona della sua serenità.
Le mando un caro saluto e un incoraggiamento sincero: non è sola in ciò che sta vivendo, e questa situazione può migliorare in modo significativo con il giusto supporto.
Buon pomeriggio,
da quanto racconta, sembra che dopo quell’episodio di sforzo fisico sia entrata in un circolo di paura e di attenzione continua verso il suo corpo. È molto comprensibile che, sentendo fastidio in una zona come il braccio sinistro, il pensiero vada subito al peggio; tuttavia, gli accertamenti medici che ha già fatto (analisi, elettrocardiogramma) la rassicurano sul fatto che non ci siano problemi cardiaci.
Quello che descrive – l’ansia costante, il bisogno di controllare su internet i sintomi, la paura che qualcosa di grave possa accadere – fa pensare a una forma d’ansia legata all’ipocondria o agli attacchi di panico, che spesso nascono da una preoccupazione per la salute.
Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo: attraverso un percorso di sostegno potrà imparare a gestire l’ansia, riconoscere i segnali del corpo senza allarmarsi e ridurre gradualmente questi pensieri catastrofici. Intanto, provi a limitare la ricerca di sintomi online e a concentrarsi su attività che la aiutano a rilassarsi e tornare nel presente. Dr.Giuseppe Mirabella
da quanto racconta, sembra che dopo quell’episodio di sforzo fisico sia entrata in un circolo di paura e di attenzione continua verso il suo corpo. È molto comprensibile che, sentendo fastidio in una zona come il braccio sinistro, il pensiero vada subito al peggio; tuttavia, gli accertamenti medici che ha già fatto (analisi, elettrocardiogramma) la rassicurano sul fatto che non ci siano problemi cardiaci.
Quello che descrive – l’ansia costante, il bisogno di controllare su internet i sintomi, la paura che qualcosa di grave possa accadere – fa pensare a una forma d’ansia legata all’ipocondria o agli attacchi di panico, che spesso nascono da una preoccupazione per la salute.
Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo: attraverso un percorso di sostegno potrà imparare a gestire l’ansia, riconoscere i segnali del corpo senza allarmarsi e ridurre gradualmente questi pensieri catastrofici. Intanto, provi a limitare la ricerca di sintomi online e a concentrarsi su attività che la aiutano a rilassarsi e tornare nel presente. Dr.Giuseppe Mirabella
Buon pomeriggio,
da ciò che descrive emerge una forte ansia legata alle sensazioni corporee, che la porta a vivere con paura anche piccoli segnali fisici, interpretandoli come possibili segnali di qualcosa di grave. È una condizione più comune di quanto pensi, e spesso si accompagna ad episodi di panico o a una costante ipervigilanza verso il proprio corpo.
Il fatto che abbia già effettuato esami medici (analisi, elettrocardiogramma) con esiti rassicuranti è un punto importante: significa che il suo corpo sta bene. Tuttavia, la mente continua a inviare allarmi, facendole rivivere ogni volta la paura di un malore. È il tipico meccanismo dell’ansia da salute (o ansia ipocondriaca), che può essere molto invalidante ma è del tutto trattabile con un percorso psicologico.
Il primo passo è interrompere le ricerche continue online, che purtroppo rinforzano l’ansia e mantengono l’attenzione concentrata sul corpo. Il secondo è chiedere supporto a uno psicologo o psicoterapeuta, per imparare a riconoscere i segnali dell’ansia e gestirli prima che diventino panico. Attraverso tecniche di rilassamento, respirazione e ristrutturazione dei pensieri catastrofici è possibile tornare a sentire il proprio corpo con fiducia, non con paura.
Non è “assurdo” quello che prova: è solo la sua mente che, dopo un episodio di spavento, ha imparato ad associare certe sensazioni al pericolo. Ma questo schema può cambiare, e con l’aiuto giusto potrà ritrovare serenità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
da ciò che descrive emerge una forte ansia legata alle sensazioni corporee, che la porta a vivere con paura anche piccoli segnali fisici, interpretandoli come possibili segnali di qualcosa di grave. È una condizione più comune di quanto pensi, e spesso si accompagna ad episodi di panico o a una costante ipervigilanza verso il proprio corpo.
Il fatto che abbia già effettuato esami medici (analisi, elettrocardiogramma) con esiti rassicuranti è un punto importante: significa che il suo corpo sta bene. Tuttavia, la mente continua a inviare allarmi, facendole rivivere ogni volta la paura di un malore. È il tipico meccanismo dell’ansia da salute (o ansia ipocondriaca), che può essere molto invalidante ma è del tutto trattabile con un percorso psicologico.
Il primo passo è interrompere le ricerche continue online, che purtroppo rinforzano l’ansia e mantengono l’attenzione concentrata sul corpo. Il secondo è chiedere supporto a uno psicologo o psicoterapeuta, per imparare a riconoscere i segnali dell’ansia e gestirli prima che diventino panico. Attraverso tecniche di rilassamento, respirazione e ristrutturazione dei pensieri catastrofici è possibile tornare a sentire il proprio corpo con fiducia, non con paura.
Non è “assurdo” quello che prova: è solo la sua mente che, dopo un episodio di spavento, ha imparato ad associare certe sensazioni al pericolo. Ma questo schema può cambiare, e con l’aiuto giusto potrà ritrovare serenità.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
Buon pomeriggio,
grazie per aver condiviso con noi la tua paura e mi dispiace per ciò che stai passando. Gli attacchi di panico sono uno tsunami emotivo, la sensazione ed il pensiero di un attacco cardiaco, e conseguentemente di morire, sono terrificanti. Hai fatto benissimo in ogni caso a fare un primo controllo, per escludere con sicurezza cause fisiologiche. Se le analisi sono negative, i sintomi che riscontri sembrano proprio corrispondere ad attacchi di ansia, come dici tu stessa. Diventa un loop che si alimenta, la paura che scatena paura: temo che mi stia succedendo qualcosa (iniziato con un dolore reale, al braccio) e quindi ascolto il corpo, ascoltando il corpo sento cose che mi agitano, e sentendo agitazione (battito accelerato, oppressione al petto, muscoli formicolanti o irrigiditi, etc) la leggo come pericolo e mi spavento ancora di più. Questo può portare fino all'attacco di panico o a cercare costanti rassicurazioni (internet, medici, amici?) che però non fanno altro che, come dici tu stessa, aumentano l'agitazione.
Un percorso anche breve con uno psicologo può aiutare a riconoscere l'ansia e quindi leggerla come tale, imparandola a gestire, a surfare l'onda invece che annegarci dentro. Ci sono piccole tecniche che però vanno personalizzate a seconda delle necessità, e una volta compreso come ascoltarsi serenamente, andare a cercare come mai proprio in questo momento della vita ci siamo trovate ad affrontare queste paure.
Spero di aver risposto almeno in parte alla tua domanda,
Rimango disponibile a qualsiasi chiarimento,
Dott.ssa Aisha Battelini
grazie per aver condiviso con noi la tua paura e mi dispiace per ciò che stai passando. Gli attacchi di panico sono uno tsunami emotivo, la sensazione ed il pensiero di un attacco cardiaco, e conseguentemente di morire, sono terrificanti. Hai fatto benissimo in ogni caso a fare un primo controllo, per escludere con sicurezza cause fisiologiche. Se le analisi sono negative, i sintomi che riscontri sembrano proprio corrispondere ad attacchi di ansia, come dici tu stessa. Diventa un loop che si alimenta, la paura che scatena paura: temo che mi stia succedendo qualcosa (iniziato con un dolore reale, al braccio) e quindi ascolto il corpo, ascoltando il corpo sento cose che mi agitano, e sentendo agitazione (battito accelerato, oppressione al petto, muscoli formicolanti o irrigiditi, etc) la leggo come pericolo e mi spavento ancora di più. Questo può portare fino all'attacco di panico o a cercare costanti rassicurazioni (internet, medici, amici?) che però non fanno altro che, come dici tu stessa, aumentano l'agitazione.
Un percorso anche breve con uno psicologo può aiutare a riconoscere l'ansia e quindi leggerla come tale, imparandola a gestire, a surfare l'onda invece che annegarci dentro. Ci sono piccole tecniche che però vanno personalizzate a seconda delle necessità, e una volta compreso come ascoltarsi serenamente, andare a cercare come mai proprio in questo momento della vita ci siamo trovate ad affrontare queste paure.
Spero di aver risposto almeno in parte alla tua domanda,
Rimango disponibile a qualsiasi chiarimento,
Dott.ssa Aisha Battelini
Gentilissima, grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Posso immaginare quanto sia difficile per lei cercare di trovare una soluzione mentre è così preoccupata. Deve essere esausta.
Sembra comunque che quello che descrive abbia più a che fare con la paura che con un reale problema fisico, e il fatto che gli esami medici siano risultati nella norma è un segnale importante che può aiutarla ad essere più tranquilla.
A volte quando il corpo esprime un disagio, un dolore o un sintomo, l’ansia può amplificarlo fino a trasformarlo in una minaccia, come se ogni segnale fosse predittore di qualcosa di più grave. È un meccanismo di allerta che però invece di proteggerci spesso ci fa sentire intrappolati.
Forse sarebbe opportuno accogliere l'idea che già aveva di iniziare un percorso psicologico, in modo da riuscire a comprendere il legame che esiste tra le sensazioni fisiche e le emozioni che le accompagnano. Merita di imparare a conoscere il suo corpo senza temerlo e di ritrovare un po' di serenità.
Le auguro il meglio,
Dott. Daniele Migliore
Posso immaginare quanto sia difficile per lei cercare di trovare una soluzione mentre è così preoccupata. Deve essere esausta.
Sembra comunque che quello che descrive abbia più a che fare con la paura che con un reale problema fisico, e il fatto che gli esami medici siano risultati nella norma è un segnale importante che può aiutarla ad essere più tranquilla.
A volte quando il corpo esprime un disagio, un dolore o un sintomo, l’ansia può amplificarlo fino a trasformarlo in una minaccia, come se ogni segnale fosse predittore di qualcosa di più grave. È un meccanismo di allerta che però invece di proteggerci spesso ci fa sentire intrappolati.
Forse sarebbe opportuno accogliere l'idea che già aveva di iniziare un percorso psicologico, in modo da riuscire a comprendere il legame che esiste tra le sensazioni fisiche e le emozioni che le accompagnano. Merita di imparare a conoscere il suo corpo senza temerlo e di ritrovare un po' di serenità.
Le auguro il meglio,
Dott. Daniele Migliore
Questi pensieri e le sensazioni fisiche stanno producendo ansia e panico, anche se dai controlli medici risultano condizioni fisiche sane. Questo tipo di reazione è comune e comprensibile: spesso, dopo uno spavento o uno sforzo che ci fa percepire dolore o disagio, il corpo e la mente possono interpretare ogni segnale come un possibile pericolo, generando ansia e pensieri catastrofici. Il fatto che tu abbia già fatto accertamenti medici e che i risultati siano nella norma è un elemento importante che conferma la tua buona salute fisica. Può essere utile imparare strategie per gestire l’ansia e gli attacchi di panico, così da ridurre la preoccupazione costante e i pensieri catastrofici. Trovare uno spazio protetto in cui confrontarsi con uno psicologo è positivo, poiché attraverso la terapia puoi imparare a riconoscere i segnali di ansia, a interrompere i circoli di pensieri negativi e a ritrovare un senso di sicurezza nel tuo corpo. Intanto limita la ricerca di informazioni online che aumentano l’ansia e pratica tecniche di respirazione o di rilassamento per gestire i momenti di panico.
Ciao, ti ringrazio per il racconto, e ti consiglio di intraprendere un percorso psicologo o una consulenza psicologica, la quale ti aiuterebbe a gestire queste emozioni contrastanti. Grazie.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza ciò che sta vivendo. Da quanto descrive, sembra che stia attraversando un periodo di forte preoccupazione legata alla salute, in particolare al timore di avere un problema cardiaco, nonostante i controlli medici abbiano escluso patologie. Capita spesso che, dopo aver provato una sensazione fisica inusuale o un momento di forte paura, la mente resti in allerta, continuando a interpretare i segnali del corpo come possibili campanelli d’allarme.
In questi casi l’ansia può amplificare le percezioni fisiche, generando un circolo vizioso: più si teme che ci sia qualcosa che non va, più si tende a monitorare il corpo, e più si avvertono sintomi (come il fastidio al braccio o le palpitazioni), che a loro volta aumentano la paura. Questo meccanismo è alla base degli attacchi di panico e dei disturbi d’ansia legati alla salute, e può essere davvero faticoso da gestire da soli.
Il fatto che abbia già effettuato accertamenti medici con esito rassicurante è un ottimo punto di partenza: la sua salute fisica sembra essere sotto controllo. A questo punto potrebbe essere molto utile intraprendere un percorso di supporto psicologico, per aiutarla a comprendere e gestire l’ansia e le reazioni fisiche che ne derivano.Ha già fatto un passo importante nel riconoscere che questo timore potrebbe avere una componente ansiosa e nel pensare di chiedere un aiuto professionale. Si tratta di una scelta di consapevolezza e di cura verso se stessa, che può davvero aiutarla a stare meglio e a vivere con maggiore serenità.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
In questi casi l’ansia può amplificare le percezioni fisiche, generando un circolo vizioso: più si teme che ci sia qualcosa che non va, più si tende a monitorare il corpo, e più si avvertono sintomi (come il fastidio al braccio o le palpitazioni), che a loro volta aumentano la paura. Questo meccanismo è alla base degli attacchi di panico e dei disturbi d’ansia legati alla salute, e può essere davvero faticoso da gestire da soli.
Il fatto che abbia già effettuato accertamenti medici con esito rassicurante è un ottimo punto di partenza: la sua salute fisica sembra essere sotto controllo. A questo punto potrebbe essere molto utile intraprendere un percorso di supporto psicologico, per aiutarla a comprendere e gestire l’ansia e le reazioni fisiche che ne derivano.Ha già fatto un passo importante nel riconoscere che questo timore potrebbe avere una componente ansiosa e nel pensare di chiedere un aiuto professionale. Si tratta di una scelta di consapevolezza e di cura verso se stessa, che può davvero aiutarla a stare meglio e a vivere con maggiore serenità.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Ciao, ti ringrazio per averlo scritto e condiviso la tua storia. È comprensibile che tu ti senta in difficoltà dato quello che hai raccontato. Il tuo corpo è come se fosse in allarme e ricercasse delle delle spiegazioni o rassicurazioni e questo porta facilmente a vivere in ansia costante, con picchi di panico e ricerca su internet.
Non significa che “stai esagerando”: significa che il corpo e la paura sono rimasti collegati all’esperienza che hai vissuto, e ogni nuovo segnale riaccende quella memoria.
Se vuoi, in un colloquio conoscitivo gratuito possiamo conoscerci e capire come posso aiutarti a capire meglio come interrompere questo ciclo e come tornare a fidarti del tuo corpo senza sentirti sempre in guardia. Puoi prenotare la prima consulenza dal mio profilo su MioDottore quando te la senti, oppure scrivere una mail o un messaggio. Ti aspetto. Dott.ssa Alessandra Corti
Non significa che “stai esagerando”: significa che il corpo e la paura sono rimasti collegati all’esperienza che hai vissuto, e ogni nuovo segnale riaccende quella memoria.
Se vuoi, in un colloquio conoscitivo gratuito possiamo conoscerci e capire come posso aiutarti a capire meglio come interrompere questo ciclo e come tornare a fidarti del tuo corpo senza sentirti sempre in guardia. Puoi prenotare la prima consulenza dal mio profilo su MioDottore quando te la senti, oppure scrivere una mail o un messaggio. Ti aspetto. Dott.ssa Alessandra Corti
Ciao, grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo. È comprensibile che, dopo aver sentito un fastidio fisico e provato paura, la tua mente abbia cominciato a collegare ogni sensazione a qualcosa di grave. Succede spesso: quando ci spaventiamo, il corpo e la mente entrano in un circolo di ansia che alimenta ulteriori sintomi fisici (tachicardia, tensione muscolare, respiro corto).
Le analisi e l’elettrocardiogramma che hai fatto ti confermano che non c’è un problema fisico, ma questo non significa che il disagio non sia reale: lo è, solo che nasce da un’altra parte.
Spesso la nostra mente ci racconta storie basate sulle paure più profonde, e noi, prendendole per vere, ci spaventiamo ancora di più. È come se il corpo reagisse a un pericolo che non esiste davvero, ma che nella mente sembra assolutamente reale.
La buona notizia è che queste reazioni si possono comprendere e gestire con un percorso psicologico mirato, che ti aiuti a riconoscere i segnali dell’ansia e a interrompere il circolo di pensieri catastrofici.
Parlane con uno psicologo: potrai lavorare proprio su queste paure, imparando a riconoscere quando è la mente — e non il corpo — a mandare l’allarme.
È un percorso che porta grande sollievo e ti restituisce libertà e fiducia in te stessa.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Frosini.
Le analisi e l’elettrocardiogramma che hai fatto ti confermano che non c’è un problema fisico, ma questo non significa che il disagio non sia reale: lo è, solo che nasce da un’altra parte.
Spesso la nostra mente ci racconta storie basate sulle paure più profonde, e noi, prendendole per vere, ci spaventiamo ancora di più. È come se il corpo reagisse a un pericolo che non esiste davvero, ma che nella mente sembra assolutamente reale.
La buona notizia è che queste reazioni si possono comprendere e gestire con un percorso psicologico mirato, che ti aiuti a riconoscere i segnali dell’ansia e a interrompere il circolo di pensieri catastrofici.
Parlane con uno psicologo: potrai lavorare proprio su queste paure, imparando a riconoscere quando è la mente — e non il corpo — a mandare l’allarme.
È un percorso che porta grande sollievo e ti restituisce libertà e fiducia in te stessa.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Frosini.
Buongionro, dalle tue parole emerge quanto questa paura ti stia mettendo alla prova e quanto sia difficile distinguere tra ciò che senti nel corpo e ciò che ti preoccupa nella mente. È molto comprensibile che, dopo aver provato quella sensazione al braccio e quel momento di panico, la tua attenzione sia rimasta concentrata su ogni piccolo segnale fisico.
Vorrei rassicurarti su una cosa importante: il fatto che gli esami medici siano risultati nella norma è un ottimo punto di partenza. Ci dice che il tuo corpo è sano, ma allo stesso tempo ci invita a guardare a come ansia, stress o paure possono esprimersi anche attraverso il corpo. Questo non significa che “ti stai inventando i sintomi” anzi, il corpo parla davvero, ma è importante imparare a comprenderne il linguaggio, per non farci travolgere.
Dal punto di vista della psicologia dello sport e dell’approccio sistemico, le mie due linee guida, penso sia per te importante lavorare per ritrovare fiducia nel tuo corpo, riconoscendo i segnali d’allarme prima che diventino panico, e ri-costruire una relazione più serena con le tue sensazioni fisiche. A volte, dopo un’esperienza che ci ha spaventato, il corpo resta “in allerta” e continua a reagire come se il pericolo fosse ancora presente. E' quindi fondamentale, passo dopo passo, aiutarlo a tornare in equilibrio.
Hai già fatto un passo importante: chiedere aiuto e riconoscere che la paura c’è. Da qui si può solo costruire.
Potresti pensare di partire da un incontro conoscitivo per esplorare cosa succede quando senti il panico arrivare, come ti relazioni con il tuo corpo e con l’idea di controllo, e quali strategie possono aiutarti a gestire questi momenti in modo più sicuro e consapevole. Ci sono percorsi brevi, molto pratici, che combinano tecniche di respirazione, visualizzazione e consapevolezza corporea con una riflessione più ampia su ciò che stai vivendo.
Vorrei rassicurarti su una cosa importante: il fatto che gli esami medici siano risultati nella norma è un ottimo punto di partenza. Ci dice che il tuo corpo è sano, ma allo stesso tempo ci invita a guardare a come ansia, stress o paure possono esprimersi anche attraverso il corpo. Questo non significa che “ti stai inventando i sintomi” anzi, il corpo parla davvero, ma è importante imparare a comprenderne il linguaggio, per non farci travolgere.
Dal punto di vista della psicologia dello sport e dell’approccio sistemico, le mie due linee guida, penso sia per te importante lavorare per ritrovare fiducia nel tuo corpo, riconoscendo i segnali d’allarme prima che diventino panico, e ri-costruire una relazione più serena con le tue sensazioni fisiche. A volte, dopo un’esperienza che ci ha spaventato, il corpo resta “in allerta” e continua a reagire come se il pericolo fosse ancora presente. E' quindi fondamentale, passo dopo passo, aiutarlo a tornare in equilibrio.
Hai già fatto un passo importante: chiedere aiuto e riconoscere che la paura c’è. Da qui si può solo costruire.
Potresti pensare di partire da un incontro conoscitivo per esplorare cosa succede quando senti il panico arrivare, come ti relazioni con il tuo corpo e con l’idea di controllo, e quali strategie possono aiutarti a gestire questi momenti in modo più sicuro e consapevole. Ci sono percorsi brevi, molto pratici, che combinano tecniche di respirazione, visualizzazione e consapevolezza corporea con una riflessione più ampia su ciò che stai vivendo.
Buon pomeriggio... il suo problema non è infondato, è giusto che lei lo ascolti e cerchi spiegazioni:) detto questo, sì, sembrano degli attacchi di panico quelli che ha avuto e ora, come molto spesso accade a chi li ha avuti, lei ha paura che possa capitare di nuovo. Un attacco di panico si presenta dal nulla senza apparente motivo, si ha la sensazione di morire o di avere un infarto in quel momento ed è accompagnato da sintomi fisici come palpitazioni, forte sudorazione, mal di testa, sensazione di non riuscire a respirare, perdita del contatto con la realtà, sensazione di sentirsi fuori dal proprio corpo, formicolio... è un'esperienza molto forte e impattante che può interferire con lo svolgimento della vita quotidiana, ma rappresenta solamente la punta di un iceberg, quindi ciò che va curato non è l'attacco di panico in sè, ma quello che sta sotto e che sta cercando ascolto.
Ad ogni modo, è necessaria una valutazione più approfondita per capire di cosa si tratti quindi le consiglio di chiedere consulto ad uno/una psicologo/a. Buona giornata
Ad ogni modo, è necessaria una valutazione più approfondita per capire di cosa si tratti quindi le consiglio di chiedere consulto ad uno/una psicologo/a. Buona giornata
Buongiorno, mi dispiace per questo momento di difficoltà che sta affrontando. In questi casi il primo passo è escludere possibili cause organiche legate ai sintomi, quindi è stata brava a farsi prescrivere i controlli. Dato che gli esami non hanno evidenziato problematiche a livello fisico si potrebbe valutare di approfondire gli aspetti psicologici del suo malessere. Dal suo racconto emerge una componente ansiosa importante di cui potrebbe valere la pena prendersi cura con un percorso di supporto psicologico. In questo modo avrebbe a disposizione uno spazio sicuro in cui portare le sue paure e provare a superarle. Resto a disposizione, Dott.ssa Melania Lattuada
Ciao,
grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Da quello che racconti sembra che tu stia vivendo una forte ansia legata alla paura per la tua salute. È molto comprensibile: quando sentiamo un fastidio fisico, soprattutto in zone che associamo a qualcosa di grave, la mente tende subito a pensare al peggio. Il corpo reagisce con sintomi che, a loro volta, alimentano ancora di più la paura ed è così che si crea un circolo vizioso.
Hai fatto bene a sottoporti agli esami medici per escludere eventuali problemi organici. In questi casi, un percorso psicologico è molto utile poichè aiuta a riconoscere i pensieri automatici legati alla paura, gestire i sintomi fisici e ridurre il bisogno di controlli o ricerche su internet, che alimentano ulteriormente l’ansia.
Il fatto che tu sia consapevole del problema e voglia affrontarlo è già un segnale di forza e di maturità.
Un caro saluto e grazie
grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Da quello che racconti sembra che tu stia vivendo una forte ansia legata alla paura per la tua salute. È molto comprensibile: quando sentiamo un fastidio fisico, soprattutto in zone che associamo a qualcosa di grave, la mente tende subito a pensare al peggio. Il corpo reagisce con sintomi che, a loro volta, alimentano ancora di più la paura ed è così che si crea un circolo vizioso.
Hai fatto bene a sottoporti agli esami medici per escludere eventuali problemi organici. In questi casi, un percorso psicologico è molto utile poichè aiuta a riconoscere i pensieri automatici legati alla paura, gestire i sintomi fisici e ridurre il bisogno di controlli o ricerche su internet, che alimentano ulteriormente l’ansia.
Il fatto che tu sia consapevole del problema e voglia affrontarlo è già un segnale di forza e di maturità.
Un caro saluto e grazie
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