Vorrei esporre un mio problema, premetto che soffro di disturbo ossessivo compulsivo, disturbo d'ans
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Vorrei esporre un mio problema, premetto che soffro di disturbo ossessivo compulsivo, disturbo d'ansia generalizzata e di recente sono in esaurimento nervoso. Tutto ciò comprende una vasta situazione che mi circonda. Sono una ragazza di 30 anni. Vivo con mio marito e ad un ora di strada dai miei genitori, sono figlia unica. Lavoro in proprio in entrambe le città e qui c'è il punto . Sono costretta a fare questo tipo di lavoro per riuscire a gestirmi tra uno e l'altro. Impedendomi però così di costruire una famiglia futura mia e compromettendo la mia salute. Ho genitori ansiosi e una mamma depressa o per lo meno non si capisce in quanto nega sempre arrabbiandosi e scontrandosi se gli si pone la domanda. Ma ha un mondo tutto suo ,non lavora e si ritrova spesso sola con le sue convinzioni. Quando lavoro li nella loro città mi fermo da loro a dormire per non fare troppi spostamenti ma ciò comporta che mi vedo sempre sotto il loro tetto e così facendo devo trovare sempre il modo di vivere un equilibrio tossico ma che se scombinato potrebbe causare litigi e diventare invivibile. Purtroppo sono messa così e non posso lasciare il lavoro e neanche avete una seconda casa lì oltre quella con mio marito. Dove abito con mio marito sono più tranquilla ma comunque sempre preoccupata e vivo tutto come se da un momento all altro succedesse una tragedia. Non faccio tempo a creare nuove prospettive in quanto vivendo divisa fisicamente durante la settimana in due non faccio tempo a stare in un posto che già devo andare nell altro. Non sono sicura di mollare il lavoro dove ci sono i miei in quanto ho più clienti confronto a la...e sono incerta su molte cose. Sul mio futuro..sul fatto di cambiare lavoro e in caso dove...sussiste il problema anche di un futuro figlio mi trovo impossibilitata nella situazione in cui sono proprio perché è troppo incasinata. Avremmo una casa ,siamo sposati e fidanzati da 14 anni ma siamo come punto a capo..perché viviamo distanti e dai genitori ..e lo trovo assurdo. Lui va dai suoi x non restare da solo..un po mammone...e mi fa sentire in colpa questa Cosa perché non mi sento moglie al 100%. Oltretutto dove vivo con lui mi sento lo stesso un pesce fuori d'acqua essendo che se non lavoro in quei momenti liberi che lui non c'e mi devo inventare cosa fare e uscire da sola ma mi sento in imbarazzo non lo so...e non riesco a conoscere ecc proprio perché so che li ci sto poco..e giustamente quando ha il giorno libero lui desideriamo stare insieme anziché vedere amici se non quella volta che si combina..ma di rado..tra impegni altrui. Ma non c'è quotidianità...non c'e quella normalità...che la mia terapista mi dice che essendo abituati a questa vita frenetica...sarebbe strano cambiarla e quasi estranea...però io ho paura a cambiare proprio x questo .e con tutte le mie paranoie a seguito che non mi fanno più vivere..mi rendono depressa( anche se cerco di nascondere) apatica e stanchissima. Ma cerco di impegnarmi proprio per non pensare e non riesco a stare tranquilla neanche da ferma..ho i pensieri che viaggiano sempre. E sono davvero stufa di vivere così. Senza mai pace.
Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile a un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online Cordialmente, dott FDL
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Buonasera, credo che tutto questo malessere le stia dicendo qualcosa, probabilmente è ora di prendere decisioni per vivere in un modo che la rispecchi di più. Ci saranno sempre motivi in tutte le direzioni in cui guardiamo, il mio suggerimento è fermarsi un momento ad ascoltare sé stessa (non parlo di pensiero ma proprio di contatto di cuore) e sentire quello che davvero è il richiamo che sente più naturale. Ci saranno aggiustamenti e difficoltà ma come dice lei stessa, è stufa di vivere così. Coraggio!
Gentile Signora, perché cerca risposta "altrove "rispetto al suo percorso terapeutico? Che cosa per lei non può essere vissuto li proprio dove lei si trova? Che significato ha per lei l'altrove e la dislocazione che riproduce continuamente ? Si confronti su questo con la sua terapeuta ,potrebbe essere estremamente produttivo.
Un saluto.
Daniela Bianchi
Un saluto.
Daniela Bianchi
Nel suo racconto riferisce di essere affetta da disturbo ossessivo-compulsivo (che le genera uno stato d'ansia persistente e una deflessione del tono dell'umore). Balza all'occhio una considerevole quantità di dubbi - accompagnati da una rimuginazione intensa - ai quali cerca disperatamente una risposta. Vale la pena che ne parli approfonditamente con la sua terapeuta, in modo tale che possa fornirle gli strumenti per trovare delle soluzioni e non le soluzioni stesse. Anche la relazione con le sue figure genitoriali è degna di un opportuna esplorazione all'interno del setting terapeutico.
Gentile paziente, se decideste di avere dei figli, sarebbe facile radicarsi nella città in cui vivete e avrebbe spontaneamente tante possibilità di scambio e di interazione con altri genitori.
La sua relazione con i propri genitori, inoltre, avrebbe probabilmente una svolta, perché le dinamiche cambierebbero, e il suo ruolo sarebbe differente. E forse quel cordone ombelicale, costituito da quell'ora di strada, potrebbe essere finalmente reciso. Il lavoro di psicoterapia che sta seguendo, la potrà sicuramente aiutare anche in questo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
La sua relazione con i propri genitori, inoltre, avrebbe probabilmente una svolta, perché le dinamiche cambierebbero, e il suo ruolo sarebbe differente. E forse quel cordone ombelicale, costituito da quell'ora di strada, potrebbe essere finalmente reciso. Il lavoro di psicoterapia che sta seguendo, la potrà sicuramente aiutare anche in questo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Gentile utente, dal racconto è evidente che ci sono fatti logistici e orgazzativi che inficiano la sua serenità. Ma è anche vero che i problemi pratici sono spesso più semplici da risolvere. C'è sempre una sintesi tra condizioni opposte. Considerando la sua premessa sul ossessivo compulsivo, se la diagnosi è certa ed effettuata da specialista del settore, direi che la difficoltà di scelta e cambiamento potrebbe ricadere nelle caratteristiche proprie del disturbo. Pertanto, un supporto di psicoterapia potrebbe aiutarla a individuare una "strada" più consona a una migliore qualità della vita. Resto disponibile. Cordiali saluti Dott.ssa Silvana Zito
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Gent.ma le sue parole così ricche di dettagli saranno terreno fertile per la sua terapista e uno strumento efficace per migliorare la sua quotidianità. Qualora non riuscisse nell'ambiente protetto della psicoterapia iniziata ad esprimere ciò che desidera,resto a sua disposizione on-line per una seconda opinione.
Dott.ssa Bachiorri Sara
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Gentile utente di mio dottore,
ha già iniziato un percorso psicoterapico per le problematiche da cui è affetto. Sarebbe opportuno portasse in terapia quanto qui espresso, ulteriori pareri, tra l altro espressi da chi conosce poco la sua storia, potrebbero inficiare lo stesso lavoro terapeutico ed inquinarlo. Continui quanto iniziato, si affidi, in fondo alla base della risoluzione di molte problematiche vi è l'alleanza terapeutica.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
ha già iniziato un percorso psicoterapico per le problematiche da cui è affetto. Sarebbe opportuno portasse in terapia quanto qui espresso, ulteriori pareri, tra l altro espressi da chi conosce poco la sua storia, potrebbero inficiare lo stesso lavoro terapeutico ed inquinarlo. Continui quanto iniziato, si affidi, in fondo alla base della risoluzione di molte problematiche vi è l'alleanza terapeutica.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Difficile dare consigli risolutivi ad una persona che è già in terapia. Non è soddisfatta e sta cercando altri punti di vista? Credo che la situazione sia di difficile gestione, ma non impossibile. Credo siano i suoi "disturbi a parlare", se non lavora sul doc e sull'ansia sarà sempre in dubbio e non saprai mai quale sarà l'opzione migliore...
Gentile signora, la sua situazione è complessa e faticosa e riguarda tutto il suo sistema di vita: dalla sua famiglia d'origine, a quella di suo marito, alla attuale (che sembra in difficoltà nel progetto di vita). Sembra che il suo bisogno sia di fermarsi e di ascoltare i suoi bisogni cosi da accogliere anche i suoi pensieri altrimenti frenetici. La terapia è una buona risposta al ritagliarsi per sé quello spazio sicuro di cui si ha bisogno. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa
Gentile utente, da quello che scrive immagino che possa essere faticoso riuscire a prendere qualsiasi decisione con serenità, in questa circostanza. Ma avendo una terapeuta cerchi con lei/lui il modo di entrare in contatto profondo con i suoi bisogni e i pensieri, pian piano, miglioreranno in quantità e qualità.
Gentile signora, ha condiviso con noi un vissuto molto importante in termini di emozioni e pensieri, e le siamo grati. Tuttavia, riporta di essere seguita da una collega. Premettendo che il lavoro che sta facendo su di sé è molto importante, ciò che ha scritto potrebbe essere forse più prezioso se riportato anche all'interno del percorso terapeutico già avviato. Ci pensi.
Con i migliori auguri.
Dott.ssa Conti Francesca
Con i migliori auguri.
Dott.ssa Conti Francesca
Buongiorno, la situazione è complessa ma è anche frutto di dinamiche emotive. Credo che in parte sia disposta a mettersi in discussione, bisognerebbe però lavorare sui freni a queste spinte. Modificare una situazione richiede sempre un passaggio di burrasca e occorre che lei si sente protetta in tal senso nel suo contesto terapeutico. Mi pare di capire che ha già iniziato un percorso. Continui in tal senso e pensi che ha un'età giovane e può ancora spostare i suoi punti di riferimento lavorativi e non.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,
prima di dare qualsiasi etichetta sia su chi ci circonda e sia su noi stessi, cerchiamo di andare al di là delle categorie, dei luoghi comuni e della ricerca di risposte veloci e immediate. Come ogni cambiamento ci fa sempre paura affrontarlo perchè sappiamo ciò che lasciamo e non sappiamo cosa potremmo trovarci. Quando un cambiamento è dietro le porte, ci sentiamo stanchi, rallentati ed inermi, mentre tutto attorno a noi sembra scorrere in modo frenetico e veloce cercando di adattarci ad esso. Tra le tue parole, però, leggo le diverse risorse che hai, altre che sono ancora da scoprire. Si potrebbe provare a guardare alle cose sotto un'altra prospettiva e tutto avrà una visone nuova. Continui a lavorare su se stessa, ci riuscirà.
Un saluto.
A.A.
prima di dare qualsiasi etichetta sia su chi ci circonda e sia su noi stessi, cerchiamo di andare al di là delle categorie, dei luoghi comuni e della ricerca di risposte veloci e immediate. Come ogni cambiamento ci fa sempre paura affrontarlo perchè sappiamo ciò che lasciamo e non sappiamo cosa potremmo trovarci. Quando un cambiamento è dietro le porte, ci sentiamo stanchi, rallentati ed inermi, mentre tutto attorno a noi sembra scorrere in modo frenetico e veloce cercando di adattarci ad esso. Tra le tue parole, però, leggo le diverse risorse che hai, altre che sono ancora da scoprire. Si potrebbe provare a guardare alle cose sotto un'altra prospettiva e tutto avrà una visone nuova. Continui a lavorare su se stessa, ci riuscirà.
Un saluto.
A.A.
Ciao,
capisco la tua situazione e la tua sofferenza. Vivi un momento molto difficile, sia dal punto di vista personale che professionale.
Soffri di disturbi d'ansia e d'esaurimento nervoso, che ti stanno complicando la vita in molti aspetti. Hai una relazione con tuo marito, ma non ti senti moglie al 100% perché non vivete insieme in modo stabile. Il tuo lavoro è in due città diverse, il che ti rende difficile trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata.
La tua situazione familiare non è facile. I tuoi genitori sono ansiosi e tua madre potrebbe essere depressa. Questo ti rende difficile parlare con loro dei tuoi problemi.
È importante che tu ti prenda cura di te stessa, sia fisicamente che mentalmente. È fondamentale che tu continui a seguire la terapia con la tua psicologa, che ti sta aiutando a gestire i tuoi disturbi d'ansia.
Inoltre, potresti considerare di cercare un aiuto professionale per affrontare la tua situazione familiare e lavorativa. Un terapista può aiutarti a capire meglio le tue emozioni e a trovare soluzioni concrete ai tuoi problemi.
Ecco alcuni consigli che potrebbero esserti utili:
Cerca di ridurre il tuo carico di lavoro. Potresti considerare di ridurre le ore di lavoro in una delle due città, o di trovare un lavoro in una sola città.
Cerca di migliorare la tua comunicazione con tuo marito. Parla con lui dei tuoi sentimenti e delle tue esigenze.
Cerca di trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata. Dedica del tempo alle attività che ti piacciono e che ti fanno rilassare.
Impara a gestire le tue emozioni. Pratica tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o la meditazione.
So che è difficile cambiare le proprie abitudini, ma è importante che tu inizi a farlo per il tuo benessere. Con il tempo e il sostegno, sarai in grado di superare questa situazione e trovare una vita più serena.
Ti auguro tutto il meglio
Gentile signora, sono molto d'accordo con quanto detto da alcuni colleghi, in particolare dalla Dr.sa Daniela Bianchi. Ne parli con la sua terapeuta e se pensa di aver bisogno di un'altro parere, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoanalista che potrà aiutarla a sciogliere qualche nodo che sembra intralciare il suo percorso. Augurandole di ritrovare un po' di serenità, cordiali saluti.
Mi dispiace sentire che stai affrontando una situazione così complessa e stressante. È comprensibile che ti senta intrappolata tra le esigenze del lavoro, la tua famiglia d'origine e il desiderio di costruire una famiglia con tuo marito. È importante considerare l'opzione di consultare un terapeuta specializzato in disturbo ossessivo-compulsivo e ansia per affrontare le tue preoccupazioni e trovare strategie per gestire lo stress. Un professionista può aiutarti a esplorare le tue opzioni e prendere decisioni che siano più in linea con i tuoi bisogni e desideri.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Gentile utente, comprendo le sue preoccupazioni e la sofferenza che ne deriva. La invito ad affidarsi alla sua terapista che saprà sicuramente come aiutarla a fare chiarezza e adottare delle soluzioni efficaci per trovare la pace che cerca. Le faccio i miei migliori auguri. Dott. Giacomo Bonetti
Mi dispiace molto sentire che stai attraversando una situazione così complessa e stressante. La combinazione di disturbo ossessivo compulsivo, ansia generalizzata e un periodo di esaurimento nervoso rende tutto molto più difficile da affrontare, soprattutto quando il contesto familiare e lavorativo non sembra offrire un supporto solido. È comprensibile che ti senta intrappolata, senza pace e incapace di trovare un equilibrio soddisfacente.
Da quanto racconti, ti trovi in un circolo vizioso che coinvolge vari aspetti della tua vita: il lavoro, la famiglia, il matrimonio, la salute mentale, e la difficoltà a creare una vita quotidiana più serena. È importante che tu sappia che non sei sola in questo; molte persone vivono situazioni simili, dove il senso di insoddisfazione e l'incertezza sul futuro sono predominanti. È positivo che tu stia affrontando tutto questo con il supporto della terapia, anche se comprendo quanto possa essere difficile.
Alcuni spunti che potresti considerare:
La gestione del lavoro e la distanza tra le due città: Il lavoro che svolgi sembra essere una delle cause principali di frustrazione e stress, soprattutto per la sua natura che ti costringe a spostarti continuamente e a dividerti tra due luoghi. La tua difficoltà a scegliere tra il lavoro in città dei tuoi genitori e quello con tuo marito riflette un conflitto interno tra il dover soddisfare necessità esterne (i clienti e il guadagno) e il desiderio di creare una vita familiare stabile.
Potresti iniziare a riflettere su come ridurre il carico mentale e fisico che questo comporta. Ad esempio, forse sarebbe utile pensare se esiste la possibilità di razionalizzare il lavoro, limitando le ore di spostamento o magari concentrando gli impegni in determinati giorni della settimana. Potresti anche pensare a come delegare parte del lavoro o affiancare un aiuto. La tua salute è fondamentale, e se il lavoro diventa troppo stressante, potrebbe essere necessario fare delle scelte, anche se difficili.
La dinamica con i tuoi genitori: Il rapporto con i tuoi genitori sembra essere un'altra fonte di stress, specialmente se la tua mamma ha una situazione emotiva che non riesci a comprendere appieno. Se ti senti sopraffatta da un ambiente familiare difficile e ansioso, potrebbe essere utile parlare con un terapeuta anche per gestire meglio questa relazione. La tua sensazione di dover mantenere l'equilibrio per evitare conflitti con loro, unita alla tua difficoltà a vivere sotto il loro tetto, sembra metterti in una posizione dove non riesci a rilassarti completamente. Potresti riflettere su come stabilire dei confini più chiari e sani con loro, in modo che tu possa trovare un equilibrio tra il doverli "gestire" e il prenderti cura di te stessa.
La relazione con tuo marito: Capisco che la situazione con tuo marito sia altrettanto complessa. La distanza fisica e il fatto che lui trascorra del tempo dai suoi genitori ti fanno sentire in colpa e ti impediscono di sentirti completamente "moglie". La mancanza di quotidianità, che sarebbe fondamentale per creare una vita di coppia più stabile e soddisfacente, può farti sentire sola anche quando non lo sei realmente. È possibile che, insieme a tuo marito, possiate rivedere la vostra organizzazione quotidiana. Forse potreste trovare delle modalità per passare più tempo insieme, creando nuove routine o interessi condivisi che vi aiutino a sentirvi più legati e sereni. Discutere apertamente dei tuoi sentimenti potrebbe essere un passo verso una comprensione reciproca.
La tua salute mentale e l'auto-compassione: Vivere con disturbo ossessivo compulsivo e ansia generalizzata è estremamente faticoso, e quando la tua mente è in continuo movimento, è naturale sentirsi esausti e senza pace. La tua terapeutica ti ha suggerito di cambiare, ma la paura del cambiamento e la difficoltà ad uscire dal "ciclo" in cui ti trovi sono comprensibili. Forse, potresti concentrarti su un piccolo passo alla volta per affrontare le tue paure, senza cercare di risolvere tutto in una volta. La consapevolezza che stai facendo il meglio che puoi è essenziale per non giudicarti troppo severamente.
Inoltre, potresti iniziare a praticare tecniche di rilassamento, come la meditazione o la respirazione profonda, che potrebbero aiutarti a ridurre l'ansia in modo progressivo. Cerca di essere gentile con te stessa e di riconoscere che sei in una fase di grande difficoltà, ma che meriti pace e benessere.
Possibili passi per migliorare la situazione:
Rivedere le tue priorità lavorative: Forse fare una riflessione più profonda sulla possibilità di concentrarti su un solo luogo di lavoro o organizzare il lavoro in modo più equilibrato.
Creare spazi di tranquillità: Trova modi per rilassarti e per "staccare" dalla frenesia quotidiana, anche solo per pochi minuti al giorno.
Lavorare sui confini familiari: Cerca di stabilire dei limiti sani con i tuoi genitori, in modo da non farti travolgere dalla loro ansia.
Comunicazione con tuo marito: Parla apertamente delle tue necessità emotive e cerca insieme a lui di trovare modi per migliorare la quotidianità.
È evidente che stai affrontando tante sfide contemporaneamente, e potrebbe essere utile continuare a lavorare con il tuo terapeuta per affrontare ogni singolo aspetto con gradualità, senza cercare di risolvere tutto subito. Cambiare la tua routine o il tuo stile di vita, seppur difficile, potrebbe essere la chiave per ritrovare un equilibrio. Ma ricorda: ogni passo che fai, anche il più piccolo, è un progresso.
Se hai bisogno di ulteriori riflessioni o di altre risposte, sono qui per aiutarti.
Da quanto racconti, ti trovi in un circolo vizioso che coinvolge vari aspetti della tua vita: il lavoro, la famiglia, il matrimonio, la salute mentale, e la difficoltà a creare una vita quotidiana più serena. È importante che tu sappia che non sei sola in questo; molte persone vivono situazioni simili, dove il senso di insoddisfazione e l'incertezza sul futuro sono predominanti. È positivo che tu stia affrontando tutto questo con il supporto della terapia, anche se comprendo quanto possa essere difficile.
Alcuni spunti che potresti considerare:
La gestione del lavoro e la distanza tra le due città: Il lavoro che svolgi sembra essere una delle cause principali di frustrazione e stress, soprattutto per la sua natura che ti costringe a spostarti continuamente e a dividerti tra due luoghi. La tua difficoltà a scegliere tra il lavoro in città dei tuoi genitori e quello con tuo marito riflette un conflitto interno tra il dover soddisfare necessità esterne (i clienti e il guadagno) e il desiderio di creare una vita familiare stabile.
Potresti iniziare a riflettere su come ridurre il carico mentale e fisico che questo comporta. Ad esempio, forse sarebbe utile pensare se esiste la possibilità di razionalizzare il lavoro, limitando le ore di spostamento o magari concentrando gli impegni in determinati giorni della settimana. Potresti anche pensare a come delegare parte del lavoro o affiancare un aiuto. La tua salute è fondamentale, e se il lavoro diventa troppo stressante, potrebbe essere necessario fare delle scelte, anche se difficili.
La dinamica con i tuoi genitori: Il rapporto con i tuoi genitori sembra essere un'altra fonte di stress, specialmente se la tua mamma ha una situazione emotiva che non riesci a comprendere appieno. Se ti senti sopraffatta da un ambiente familiare difficile e ansioso, potrebbe essere utile parlare con un terapeuta anche per gestire meglio questa relazione. La tua sensazione di dover mantenere l'equilibrio per evitare conflitti con loro, unita alla tua difficoltà a vivere sotto il loro tetto, sembra metterti in una posizione dove non riesci a rilassarti completamente. Potresti riflettere su come stabilire dei confini più chiari e sani con loro, in modo che tu possa trovare un equilibrio tra il doverli "gestire" e il prenderti cura di te stessa.
La relazione con tuo marito: Capisco che la situazione con tuo marito sia altrettanto complessa. La distanza fisica e il fatto che lui trascorra del tempo dai suoi genitori ti fanno sentire in colpa e ti impediscono di sentirti completamente "moglie". La mancanza di quotidianità, che sarebbe fondamentale per creare una vita di coppia più stabile e soddisfacente, può farti sentire sola anche quando non lo sei realmente. È possibile che, insieme a tuo marito, possiate rivedere la vostra organizzazione quotidiana. Forse potreste trovare delle modalità per passare più tempo insieme, creando nuove routine o interessi condivisi che vi aiutino a sentirvi più legati e sereni. Discutere apertamente dei tuoi sentimenti potrebbe essere un passo verso una comprensione reciproca.
La tua salute mentale e l'auto-compassione: Vivere con disturbo ossessivo compulsivo e ansia generalizzata è estremamente faticoso, e quando la tua mente è in continuo movimento, è naturale sentirsi esausti e senza pace. La tua terapeutica ti ha suggerito di cambiare, ma la paura del cambiamento e la difficoltà ad uscire dal "ciclo" in cui ti trovi sono comprensibili. Forse, potresti concentrarti su un piccolo passo alla volta per affrontare le tue paure, senza cercare di risolvere tutto in una volta. La consapevolezza che stai facendo il meglio che puoi è essenziale per non giudicarti troppo severamente.
Inoltre, potresti iniziare a praticare tecniche di rilassamento, come la meditazione o la respirazione profonda, che potrebbero aiutarti a ridurre l'ansia in modo progressivo. Cerca di essere gentile con te stessa e di riconoscere che sei in una fase di grande difficoltà, ma che meriti pace e benessere.
Possibili passi per migliorare la situazione:
Rivedere le tue priorità lavorative: Forse fare una riflessione più profonda sulla possibilità di concentrarti su un solo luogo di lavoro o organizzare il lavoro in modo più equilibrato.
Creare spazi di tranquillità: Trova modi per rilassarti e per "staccare" dalla frenesia quotidiana, anche solo per pochi minuti al giorno.
Lavorare sui confini familiari: Cerca di stabilire dei limiti sani con i tuoi genitori, in modo da non farti travolgere dalla loro ansia.
Comunicazione con tuo marito: Parla apertamente delle tue necessità emotive e cerca insieme a lui di trovare modi per migliorare la quotidianità.
È evidente che stai affrontando tante sfide contemporaneamente, e potrebbe essere utile continuare a lavorare con il tuo terapeuta per affrontare ogni singolo aspetto con gradualità, senza cercare di risolvere tutto subito. Cambiare la tua routine o il tuo stile di vita, seppur difficile, potrebbe essere la chiave per ritrovare un equilibrio. Ma ricorda: ogni passo che fai, anche il più piccolo, è un progresso.
Se hai bisogno di ulteriori riflessioni o di altre risposte, sono qui per aiutarti.
Buon pomeriggio. Vista la complessità della sua situazione. Le consiglio, se non lo sta già facendo. Di farsi seguire da un Professionista, così da evitare di sovraccaricarsi e di trovare un suo equilibrio personale.
Buonasera, la ringrazio sinceramente per aver condiviso con tanta lucidità e profondità il suo vissuto. Già solo il modo in cui riesce a descrivere ciò che prova, le dinamiche complesse in cui si trova immersa, il peso delle sue emozioni e il continuo sforzo per tenere tutto in equilibrio, mostra una grande consapevolezza di sé e un forte desiderio di stare meglio. Ed è proprio da qui che si può partire. Lei racconta una condizione che ha tutte le caratteristiche di un “sovraccarico esistenziale”: è come se vivesse su più binari contemporaneamente, tutti in corsa, tutti da tenere sotto controllo. La gestione del lavoro in due città diverse, il rapporto complicato con i suoi genitori, la mancanza di una quotidianità stabile col suo compagno, l’incertezza sul futuro, i sintomi ansiosi e ossessivi che rendono ogni pensiero più intenso e difficile da placare. È comprensibile che tutto questo la stia portando verso una condizione di esaurimento, inteso non solo in senso clinico, ma anche e soprattutto emotivo. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, uno degli aspetti fondamentali su cui lavorare in situazioni come la sua è il senso di controllo. Quando la mente percepisce che tutto è incerto, quando si ha la sensazione che “tutto dipenda da me”, e che se smetto un attimo di controllare, tutto crollerà, si entra in una spirale di allerta continua. Questo stato alimenta i pensieri ossessivi, l’ansia generalizzata e contribuisce alla sensazione di non riuscire più a vivere il presente, perché ogni energia è assorbita dal cercare di prevenire il disastro. Lei si sta facendo carico di tutto: della sua salute, del benessere della famiglia d’origine, della relazione con suo marito, del lavoro, delle aspettative sul futuro. Ma non è un compito umano riuscire a sostenere tutto questo da sola, e non è un segno di debolezza ammettere che qualcosa deve necessariamente cambiare. La paura del cambiamento, in chi ha un funzionamento ossessivo, è del tutto naturale. Il noto, anche se faticoso, è spesso percepito come “meno pericoloso” del nuovo. Ma il punto chiave è che la situazione attuale, così com'è, non è sostenibile a lungo termine. E questo il suo corpo e la sua mente glielo stanno già segnalando con chiarezza. Forse non è necessario un cambiamento radicale e immediato, ma è importante iniziare a creare dei piccoli spazi di respiro. Ad esempio, può essere utile lavorare sulla possibilità di ridurre gradualmente gli spostamenti, riorganizzando il lavoro in modo più sostenibile. Oppure iniziare a mettere dei confini più chiari nel rapporto con i suoi genitori, soprattutto se questo contribuisce a peggiorare il suo equilibrio. Anche se ci vuole tempo, si può lavorare su come “essere presenti” nella propria vita, senza che tutto debba necessariamente passare attraverso il senso del dovere e del sacrificio. Un’altra direzione terapeutica importante potrebbe essere quella di ristrutturare alcuni pensieri disfunzionali che la portano a sentirsi sempre “fuori posto” o “sbagliata”, in colpa se suo marito è lontano, inadeguata se non riesce ad essere una moglie “al 100%”. Queste convinzioni vanno riconosciute e trasformate, perché rischiano di alimentare quel senso di impotenza e stanchezza cronica che la accompagna. Lei ha una grande forza dentro di sé, anche se in questo momento le sembra di non averne più. Il fatto che riesca a raccontare tutto questo, che stia seguendo una terapia, che stia cercando risposte e prospettive, significa che dentro di lei esiste una parte che vuole prendersi cura di sé, che vuole una vita più calma, più sua, più libera. Non è sola in questo percorso, e non deve sentirsi sbagliata se ha bisogno di rallentare, di ridefinire alcune priorità, di mettere al centro il suo benessere. Con il giusto supporto, anche psicoterapeutico, si può iniziare a uscire da questo labirinto. A piccoli passi, rispettando i suoi tempi, ma andando nella direzione di una maggiore stabilità, serenità e padronanza di sé. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
A volte, ciò che ci porta a chiedere aiuto non è tanto la sofferenza in sé, quanto la sensazione di essere rimasti intrappolati in un modo di vivere che non lascia spazio a nient’altro. Lei descrive una vita in cui ogni gesto sembra regolato da un equilibrio precario, dove il tentativo di non rompere nulla finisce col tenerla sospesa, senza possibilità di costruire davvero qualcosa per sé. Il suo corpo e la sua mente le stanno forse segnalando, attraverso l’ansia e l’esaurimento, che non è più possibile sostenere questo ritmo di adattamento continuo. Il suo racconto fa emergere una posizione di grande responsabilità nei confronti di tutti — i genitori, il marito, il lavoro — ma sembra che a restare fuori da questo cerchio sia proprio lei, con i suoi desideri, i suoi limiti, la sua possibilità di dire “no”. In un percorso come quello che propongo, si lavora per restituire spazio alla propria parola autentica, a ciò che spesso resta sommerso sotto il dovere e la paura del conflitto. Non si tratta di trovare soluzioni immediate, ma di permettersi di comprendere come e perché si è arrivati a vivere così divisi, dentro e fuori. Il mio orientamento psicoanalitico si fonda sull’ascolto profondo del soggetto, su ciò che nel suo discorso si ripete e chiede di essere accolto. È un cammino che non giudica, ma che accompagna verso una maggiore libertà interiore e una nuova posizione nel proprio desiderio.
La invito, se lo desidera, a contattarmi: troverà uno spazio riservato, di ascolto attento e sincero, dove poter finalmente dare voce a ciò che oggi la fa soffrire.
dottoressa Laura Lanocita
La invito, se lo desidera, a contattarmi: troverà uno spazio riservato, di ascolto attento e sincero, dove poter finalmente dare voce a ciò che oggi la fa soffrire.
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