Sono una donna di 35 anni, madre di una bambina di 1 anno. Poco dopo la nascita di mia figlia a mia

23 risposte
Sono una donna di 35 anni, madre di una bambina di 1 anno. Poco dopo la nascita di mia figlia a mia madre è stato diagnosticato un tumore all'endometrio, purtroppo molto aggressivo, e dopo pochi mesi, a marzo di quest'anno, è mancata. Sono un'infermiera e lavoro ogni giorno con pazienti che hanno queste problematiche, quindi ero consapevole dall'inizio di quella che era la prognosi. Sin da subito ho chiesto aiuto psicologico, perché mi sono resa conto che senza un supporto non sarei riuscita a reggere il tutto (la diagnosi e il nuovo ruolo di mamma), avevo paura di togliere qualcosa a mia figlia. La terapia è stata interrotta ad Aprile, per via del parto della mia psicologa e non sentivo la necessità di cercare un nuovo psicologo. Tuttavia mi sono resa conto che negli ultimi mesi ho sviluppato qualcosa di molto simile all'ipocondria. Per ogni dolore, colpo di tosse o altra sintomatologia il mio primo pensiero è di avere un tumore. Questo mi succede anche con i familiari, ponendo attenzione a ogni loro minimo cambiamento e assillandoli con domanda. Parlo delle mie ansie con mio marito, che è molto paziente e capisce come mi sento, avendo lui perso il padre pochi anni fa per un tumore ai polmoni. La mia professione sicuramente non mi aiuta e già prima di tutto questo tendevo a vedere malattie in me stessa e negli altri, ma ragionando a mente fredda riuscivo a contenere i pensieri e l'ansia.
Riprenderò la terapia a settembre, quando la psicologa tornerà a lavoro, ma nell'attesa vorrei sapere se esistono strategie che possa mettere in atto per contenere i pensieri negativi e la preoccupazione, che a volte mi impedisce di godermi i momenti belli della vita. Oppure quello che sto vivendo fa parte della rielaborazione del lutto e devo solo darmi il tempo di interiorizzare la morte di mia madre?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL

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Dott.ssa Marta Cavagna
Psicologo, Psicologo clinico
Treviglio
Buongiorno gentilissima,
Innanzitutto la ringrazio per aver condiviso qui il suo malessere. Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo e comprendo quanto possa essere difficile convivere quotidianamente con questi pensieri.
Tenuto conto del lutto che ha dovuto affrontare e del fatto che il suo lavoro probabilmente in questo momento possa essere un fattore di innesco/mantenimento dei suoi pensieri negativi rispetto alle malattie e alla salute sua e dei suoi cari, le consiglio un consulto psicologico con un terapeuta esperto in EMDR, un particolare protocollo terapeutico molto utile nell’elaborazione dei lutti che consente di rielaborare in maniera più funzionale i traumi ad esso connessi. Potrebbe anche valutare di parlarne con la sua psicologa al rientro se riesce e valutare insieme questa opportunità.

Le auguro un grosso in bocca al lupo e resto a disposizione per eventualità.
Cordiali saluti,
Dott.ssa M. Cavagna
Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Buon pomeriggio,
sicuramente fa parte da un lato dell’elaborazione del lutto e dall’altro lato il tutto è influenzato dal contesto in cui lavori. Una cosa che può essere molto utile può essere quella di cercare di razionalizzare le tue paure in modo da non vederle come troppo grandi o troppo condizionanti.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi.
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Cara signora, mi spiace molto per quanto sta vivendo e ritengo lei abbia fatto benissimo a ricontattare la sua psicologa e a riprendere il percorso. Purtroppo per quanto mi riguarda ritengo difficile poter dare delle strategie senza minimamente conoscerla. Forse può avete più senso rivolgersi direttamente alla sua psicologa in modo da dare continuità al trattamento. Un caro saluto
Dott.ssa Cinzia Fiore
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, certo che si deve dare del tempo per elaborare la perdita di sua madre, tanto più faticosa nel momento in cui il contatto con le persone che stanno male a lavoro le attivano e ri-attivano il ricordo e l'idea della malattia. E' normale provare paura : essa è attivata proprio dai pensieri negativi . Provi a fare, in attesa del riprendere le sedute, un lavoro di rilassamento corporeo, anche con la musica (si trova facilmente in rete ormai), per distendere il corpo e dargli le giuste attenzioni, ascoltandolo e sostenendolo in questo momento così delicato.
Un caro saluto, Cinzia Fiore
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile signora, considerando che la gravidanza, il parto, un neonato da gestire, seppur nella maggior parte dei casi in modo positivo, cambiano la vita di una donna. Se si aggiunge un lutto così importante parliamo di esposizione stressogena che nel post può lasciare traccia traumatica. La paura di avere una malattia grave indica che in qualche modo lei è ferma nell'episodio che ha vissuto. O meglio dire, basta poco, un ricordo, per riportarla in allerta verso la salute fisica. Mi sembra ovvio che un percorso di psicoterapia che preveda l' EMDR possa aiutarla. Saluti
Dott.ssa Silvana Zito
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Gent. Sig.ra,
da ciò che scrive si può ipotizzare che lei soffra non di ipocondria, bensì di una patofobia specifica, reattiva ad un evento al alto impatto stressante.
Le suggerisco un breve ciclo di sedute di EMDR finalizzato a completare l'elaborazione della malattia/decesso della mamma, che probabilmente non è stato processato sufficientemente.
Nel frattempo può utilizzare le pratiche di auto aiuto che trova nel Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su diverse piattaforme on line.
E' un Podcast rivolto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia. Troverà informazioni, approfondimenti e strumenti finalizzati alla promozione del benessere psicologico.
Buona serata. Bruno Ramondetti
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, mi dispiace molto per la sua enorme perdita e il dolore che la sta attraversando. Credo sia stata molto coraggiosa nell'intraprendere subito un percorso psicologico. Sicuramente deve darsi tempo, il lutto ha tempi molto soggettivi ed è passato davvero poco. Per quanto riguarda i suoi pensieri sarebbe difficile darle consigli senza conoscerla ma sta per tornare in terapia e lì potrà affrontare nel.modo giusto tutto ciò che sta accadendo.
Le auguro il meglio.
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Lorena Menoncello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, dato che lei ha già una psicologa di riferimento con la quale affronterà l'elaborazione dei complessi cambiamenti che ha dovuto affrontare nell'ultimo periodo, le proporrei di utilizzare un training di rilassamento e ascolto del corpo. Questa tecnica potrebbe aiutarla a gestire le reazioni somatiche dell'ansia e a riconoscere le sensazioni del suo corpo in modo meno allarmistico e distorto.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, non si può dire se queste preoccupazioni facciano parte della sua elaborazione del lutto. Non è una manifestazione tipica, ma ognuno può "significare" le perdite in modi personali per i quali è fondamentale conoscere il paziente. Mi complimento per la lungimiranza che ha avuto quando è venuta a mancare la sua mamma. Il suo nuovo ruolo non permetteva facilmente di elaborare la perdita e questi eventi hanno un impatto nella relazione con i bimbi piccoli. Le consiglio di ricominciare la psicoterapia per valutare le preoccupazioni che ha descritto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
mi sembra ottimo riprendere il cammino terapeutici iniziato. Le darà la possibilità di elaborare quanto accaduto e sicuramente costruire delle strategie difensive che consentano di mettere distanza tra lei e la malattia degli altri, soprattutto per il lavoro. Molto probabile che molte delle angosce di morte, un tempo di sua madre, le abbia fatte due e sono proprio quello che la tengono in allarme costantemente. Si affidi alla collega, vedrà che ritroverà la serenità che merita.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, è possibile che le situazioni che vive nell'ambiente di lavoro funzionino da trigger nel scatenarle i sintomi correlati al trauma ed inoltre il lutto a volte necessita di tempo per poter essere elaborato. Come le consigliavano alcuni colleghi le direi di praticare tecniche di rilassamento o di mindfulness nel frattempo, prima che ricominci la psicoterapia con la sua terapeuta. Un cordiale saluto. Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Chiara Schaula Bevilacqua
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno gentile utente, grazie per la condivisione. Credo che le sue riflessioni siano molto efficaci, sicuramente dietro alla preoccupazione per la salute dei suoi cari vi è la volontà di proteggerli e vigilare sul loro stato di salute, che naturalmente alla luce di quanto è successo è piu' che mai comprensibile. Sicuramente il suo lavoro le sottopone costantemente la tematica e ciò può consentire, con il tempo la normalizzazione del suo vissuto e l'inserimento della "malattia" nelle vicessitudini della vita.
Detto ciò credo che possa iniziare a notare come la paura prendendo il sopravvento nella valutazione degli eventi possa indurla a conclusioni affrettate, motivo per cui, quando sente che le emozioni stanno prendendo il sopravvento, si fermi e provi a instaurare un dialogo interiore che contempli spiegazioni e considerazioni provenienti anche dalla sua parte "razionale". Sicuramente è bene come lei dice riprendere la terapia, le faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Mi dispiace molto per la perdita della madre e per il periodo difficile che sta attraversando. È comprensibile che questa situazione abbia generato ansia e preoccupazione, considerando la sua professione e la sua esperienza personale.

Mentre aspetta di riprendere la terapia, ci sono alcune strategie che potrebbe provare per affrontare i pensieri negativi e l'ansia legati all'ipocondria.

È importante che prenda coscienza dei suoi pensieri e li accetti per quello che sono, senza giudicarli. Riconoscere che questi pensieri sono legati all'ansia e che potrebbero non essere basati su prove concrete può aiutarla a distanziarsi da essi.

Osservare i propri pensieri senza identificarsi con essi è un'abilità utile per gestire l'ansia. Piuttosto che lasciare che i pensieri negativi la dominino, può cercare di osservarli come eventi mentali separati da sé stessa. Questo può aiutarla a ridurre il loro impatto emotivo.

Quando si confronta con pensieri legati all'ipocondria, può essere utile esaminare obiettivamente i fatti. Chiedersi se ci sono prove concrete che supportino le sue preoccupazioni e se i sintomi che percepisce potrebbero avere altre spiegazioni più plausibili può aiutarla a mettere in prospettiva i suoi pensieri.

Limitare le ricerche online sui sintomi e le malattie può contribuire a ridurre l'ansia. Internet può spesso amplificare le preoccupazioni e portare a interpretazioni errate dei sintomi. È importante cercare informazioni da fonti affidabili e consultare un professionista medico per una valutazione accurata.

Dedicare tempo a distrazioni e attività piacevoli può aiutare a focalizzarsi su momenti positivi e ridurre l'ansia. Prendersi cura di sé stessa sia fisicamente che emotivamente, dedicando tempo al riposo, all'esercizio fisico e alle attività rilassanti, può contribuire al benessere generale.

Continuare a parlare apertamente con il suo partner o con altre persone di fiducia sulle sue preoccupazioni può fornire un sostegno emotivo importante. Condividere i propri sentimenti e preoccupazioni può aiutare a ottenere una prospettiva più equilibrata e ridurre l'isolamento.

Tuttavia, è fondamentale ricordare che queste strategie possono offrire un sollievo temporaneo, ma non sostituiscono l'aiuto professionale di uno psicologo. Riprendere la terapia a settembre sarà un passo importante per ottenere il supporto necessario per elaborare il lutto, affrontare l'ansia e sviluppare meccanismi di coping più efficaci.

Durante questo periodo, è importante essere gentili con se stessa e avere pazienza. L'elaborazione del lutto richiede tempo, e con il sostegno adeguato, sarà in grado di affrontare l'ipocondria e trovare il benessere emotivo che merita.
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Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,

Innanzitutto, voglio esprimere le mie condoglianze per la perdita di tua madre e riconoscere il coraggio che hai dimostrato nel cercare aiuto psicologico per affrontare questa difficile situazione. È normale che la tua professione di infermiera e l'esperienza personale abbiano influenzato la tua percezione della salute e della malattia. La paura di sviluppare una malattia o l'ipocondria può essere una risposta comune a situazioni di stress e perdita come quella che hai vissuto.

Ecco alcune strategie che potresti considerare nell'attesa di riprendere la terapia a settembre:

1. **Mindfulness e Meditazione**: La pratica della mindfulness può aiutarti a essere più consapevole dei tuoi pensieri e delle tue emozioni, senza giudicarli. La meditazione può favorire il rilassamento e ridurre l'ansia.

2. **Esprimere le Emozioni**: Trovare modi sani per esprimere le tue emozioni può essere molto benefico. Puoi tenere un diario emotivo o condividere i tuoi sentimenti con amici o familiari di fiducia.

3. **Educazione sulla Salute**: Se la tua ansia è legata a una preoccupazione per la tua salute, potresti cercare di educarti in modo più completo sulla salute e sulle malattie. Una maggiore conoscenza può contribuire a ridurre l'ansia.

4. **Attività Fisica**: L'esercizio fisico regolare può aiutare a rilasciare tensione e ansia, migliorando il tuo benessere emotivo.

5. **Distrazione Positiva**: Cerca attività o hobby che ti appassionino e che ti permettano di concentrarti su qualcosa di positivo. Questo può aiutarti a distogliere l'attenzione da pensieri negativi.

6. **Supporto Sociale**: Mantenere il supporto del tuo marito e di altre persone di fiducia è essenziale. Parlarne con loro può essere un modo per alleviare la tensione emotiva.

7. **Aspettative su te stessa**: Ricorda che è normale attraversare periodi di ansia, soprattutto dopo una perdita significativa. Non essere troppo dura con te stessa e accetta che la rielaborazione del lutto è un processo individuale che richiede tempo.

È positivo che tu abbia già preso l'iniziativa di riprendere la terapia a settembre, poiché uno psicologo può aiutarti ad affrontare in modo più specifico l'ipocondria e l'ansia legata alla salute. Nel frattempo, prova a utilizzare queste strategie per gestire l'ansia e prenderti cura di te stessa.

Se hai ulteriori domande o preoccupazioni, non esitare a discuterne con il tuo futuro terapeuta o a cercare ulteriori informazioni. La tua salute mentale è importante e meritati il supporto di cui hai bisogno.

Cordiali saluti,
Ilaria
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, ciò che sta provando è sicuramente parte di un percorso. La sua sua situazione lavorativa, però, non le è sicuramente di aiuta, andando a toccare delle ferite che non si sono ancora rimarginate. La terapia la aiuterà, per il momento però è impossibile suggerire delle strategie online.
Dott. Marco Cenci
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Innanzitutto, mi dispiace molto per la perdita di tua madre e per tutta la situazione difficile che stai vivendo. È importante che tu abbia già intrapreso un percorso di terapia e che tu abbia riconosciuto la necessità di ricevere aiuto per affrontare le tue ansie e preoccupazioni.
È normale che dopo un evento così traumatico come la perdita di un genitore, si possano manifestare vari sintomi come l'ipocondria o l'iper-vigilanza nei confronti della salute propria e degli altri. È sicuramente un processo di rielaborazione del lutto, ma è importante anche prendersi cura di sé stessi e cercare delle strategie per affrontare queste ansie.
Alcune strategie che potresti mettere in atto per contenere i pensieri negativi e la preoccupazione potrebbero essere:
• Praticare la meditazione per imparare a vivere nel momento presente e ad accettare i tuoi pensieri e emozioni senza giudicarli
• Mantenere uno stile di vita sano, con alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e riposo sufficiente
• Tenere un diario delle tue ansie e preoccupazioni, per poterle esprimere e lavorare su di esse con la psicologa
• Cercare di distrarti con attività piacevoli o rilassanti che ti permettano di staccare la mente dai pensieri ansiosi
• Parlare con amici o familiari di ciò che stai vivendo, per condividere le tue emozioni e ricevere sostegno
Ricorda che è un processo lungo e complesso, quindi è normale che ci siano alti e bassi. Continua a lavorare su te stessa e a cercare aiuto quando ne hai bisogno. E non dimenticare che è importante anche prenderti cura di te stessa e goderti i momenti belli della vita, nonostante le difficoltà che stai affrontando. Spero che queste strategie possano esserti d'aiuto, e ti auguro tutto il meglio per il tuo percorso. Rimango tua disposizione per un eventuale colloquio di conoscenza.
Dott. Cordoba
Dott.ssa Giuseppina Di Vara
Psicologo, Psicologo clinico
Rivoli
Buongiorno gentilissima, che periodo difficile e faticoso costellato da cambiamenti enormi nella sua vita.
Difficile indicarle delle strategie senza conoscerla ma in attesa della sua psicoterapia potrebbe intraprendere un percorso di immaginazione guidata che potrebbe aiutarla a vivere con maggiore serenità questo periodo. Se volesse maggiori informazioni può contattarmi.
Un caro e affettuoso saluto
dr.ssa G. Di Vara
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso una parte così intima della sua esperienza. Da ciò che racconta, emerge chiaramente quanto lei sia una persona attenta, riflessiva e profondamente legata ai suoi affetti. Le emozioni che descrive (il dolore per la perdita di sua madre, la gioia ma anche la responsabilità legata alla maternità, e ora le preoccupazioni per la sua salute e quella dei suoi cari) sono tutte naturali e comprensibili nel contesto che sta vivendo. Ciò detto, il fatto che abbia riconosciuto l’intensità dei suoi pensieri e deciso di affrontarli è un segnale di grande forza. È evidente che lei desideri trovare un equilibrio che le permetta di godere dei momenti belli della vita, nonostante le difficoltà, ed è già un passo significativo verso il benessere. Il timore per la propria salute e quella degli altri può essere amplificato dal contesto di un lutto recente, soprattutto se questo è legato a una malattia che si conosce da vicino, come nel suo caso. In termini di elaborazione del lutto, questi pensieri possono rappresentare una forma di iper-vigilanza: un tentativo, anche se inconsapevole, di proteggere sé stessa e chi ama da un dolore simile a quello che ha appena vissuto. Tuttavia, se questi pensieri diventano troppo intrusivi e limitano la sua capacità di vivere serenamente, è utile adottare strategie per contenerli. Uno degli approcci centrali nella terapia cognitivo-comportamentale è lavorare sui pensieri automatici che generano ansia. Quando si accorge di avere un pensiero catastrofico, come “questo dolore significa che ho un tumore”, può essere utile fermarsi e chiedersi: Che prove ho che questo pensiero sia vero? Che prove ho che non sia vero? Ci sono altre spiegazioni possibili per quello che sto vivendo? Se fosse una mia cara amica a dirmi una cosa simile, come risponderei? Questa tecnica, chiamata ristrutturazione cognitiva, l’aiuta a mettere in discussione i pensieri più spaventosi e a creare uno spazio di riflessione più razionale. Un’altra strategia utile è legata alla gestione del focus dell’attenzione. Può essere che, in questo momento, l’attenzione sia molto concentrata su sintomi e segnali fisici, un po’ come un radar sempre attivo. Provare a spostare consapevolmente l’attenzione su qualcosa di concreto e piacevole (ad esempio giocare con sua figlia, cucinare o leggere) può essere un esercizio per “allenare” la mente a non restare intrappolata nei pensieri ansiogeni. Inoltre, praticare tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o il rilassamento muscolare progressivo, può aiutarla a ridurre la tensione fisica che spesso accompagna l’ansia. Quando il corpo è meno teso, anche i pensieri tendono ad essere meno allarmistici. È importante ricordare che ciò che sta vivendo è anche un riflesso del processo di elaborazione del lutto. Dare spazio al dolore, senza cercare di reprimerlo o “superarlo” troppo in fretta, è fondamentale. Le emozioni che prova sono una risposta naturale alla perdita di una figura così centrale nella sua vita. Al tempo stesso, lavorare per contenere l’ansia legata alla salute può permetterle di trovare un equilibrio tra il ricordo di sua madre e la presenza nella sua vita attuale. Riprendere la terapia sarà sicuramente un momento importante, ma sapere che sta cercando di affrontare queste difficoltà nell’attesa dimostra una grande determinazione e volontà di stare meglio. Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, sono qui per lei. Un caro saluto. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Graziana Maffione
Psicologo
Bisceglie
Salve, innanzitutto, voglio riconoscere la forza con cui ha affrontato e sta affrontando un periodo così intenso e doloroso. L’arrivo di una figlia e la perdita di una madre sono due esperienze profondamente trasformative, e il modo in cui le emozioni emergono può essere complesso e stratificato.

Ciò che descrive – la crescente attenzione ai segnali corporei, l’ansia per la salute propria e dei suoi cari – può effettivamente essere parte della rielaborazione del lutto, ma il fatto che stia avendo un impatto significativo sulla sua quotidianità indica che merita attenzione. È comprensibile che, lavorando nel contesto sanitario, questi pensieri trovino ancora più terreno per svilupparsi.

In attesa di riprendere la terapia a settembre, potrebbe essere utile provare alcune strategie per contenere questi pensieri:

1. Riconoscere il pensiero senza lasciarsi sopraffare – Quando emerge la paura di una malattia, provi a osservarlo come un ‘pensiero automatico’, senza prenderlo immediatamente per vero. Può aiutare dirsi: ‘Sto avendo un pensiero ansioso, ma questo non significa che sia un dato di realtà’.

2. Limitare i controlli eccessivi – Monitorare continuamente il proprio corpo o chiedere rassicurazioni può temporaneamente alleviare l’ansia, ma a lungo termine la rinforza. Potrebbe essere utile darsi delle ‘regole di gestione’, come stabilire un momento preciso della giornata in cui permettersi di riflettere su queste preoccupazioni, per evitare che invadano tutta la quotidianità.

3. Riportare l’attenzione sul presente – Tecniche come la mindfulness o anche semplici esercizi di respirazione possono aiutarla a interrompere il flusso dei pensieri intrusivi e a ritrovare una connessione con il momento presente.

4. Scrivere le proprie preoccupazioni – Tenere un diario in cui annotare i pensieri ansiosi e poi rileggerli dopo qualche giorno può aiutare a metterli in prospettiva e a ridurre il loro impatto emotivo.

Queste strategie possono darle un primo supporto, ma è positivo che abbia già previsto di riprendere la terapia, perché uno spazio strutturato l’aiuterà a esplorare meglio questi vissuti e a trovare strumenti più specifici per gestirli. Nel frattempo, sia gentile con sé stessa: il suo dolore e le sue paure parlano dell’amore che la lega a sua madre e alla sua famiglia.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,

nelle sue parole si sente il peso, e il valore, di chi ha attraversato due esperienze totalizzanti: l’inizio della vita e la fine. E forse il suo corpo, oggi, sta ancora cercando un modo per digerire tutto questo.
Mi ha colpito quando scrive: “a mente fredda riuscivo a contenere”.
E se invece oggi fosse il momento di “sentire a mente calda”?
Non per lasciarsi travolgere… ma per iniziare ad ascoltare ciò che il suo dolore sta ancora cercando di dire?
A volte non è l’ansia in sé il problema, ma la paura che se la lasciamo entrare… non ci sarà più spazio per nient’altro.
Se le va, possiamo provare a costruire insieme un modo per stare in tutto questo, senza sentirsi più in trincea.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza la sua esperienza. È comprensibile che dopo la perdita di sua madre, unita alla responsabilità di un ruolo nuovo come quello di mamma e al contatto quotidiano con malattie gravi sul lavoro, stia vivendo un’intensa preoccupazione per la salute propria e dei suoi familiari. Quello che descrive — attenzione costante ai sintomi, timore di malattie gravi, controlli e richieste di rassicurazione — può rientrare sia nella normale rielaborazione del lutto sia in un’esperienza simile all’ipocondria, soprattutto quando la perdita è stata traumatica e improvvisa.

Alcune strategie che possono aiutare a contenere i pensieri negativi e ridurre l’ansia in attesa di riprendere la psicoterapia:

Riconoscere e accogliere i pensieri senza giudizio: quando emerge un pensiero di malattia, provi a osservarlo come “l’ansia sta parlando”, senza considerarlo un fatto certo.

Tecniche di grounding e respirazione: dedicare qualche minuto a respirazioni profonde, consapevoli, o a esercizi di radicamento può aiutare a riportare attenzione al corpo e al presente, riducendo la tensione fisica e mentale.

Limitare le rassicurazioni e i controlli: ridurre il numero di domande ripetute o verifiche sui sintomi propri o altrui può, paradossalmente, aiutare a ridurre l’ansia nel tempo.

Focalizzarsi su ciò che è sotto il suo controllo: piccole azioni quotidiane (come dormire, mangiare regolarmente, passare tempo con sua figlia) aiutano a ritrovare senso di efficacia e sicurezza.

Scrivere i pensieri: annotare le paure e le preoccupazioni può aiutare a dare loro spazio senza ruminare continuamente nella mente.

Momentos di piacere e cura di sé: concedersi piccole attività piacevoli o momenti di attenzione verso sé stessa favorisce l’equilibrio emotivo.

Quello che sta vivendo può essere parte del lutto, ma se i pensieri diventano troppo invasivi o debilitanti, questi strumenti possono aiutare a gestirli prima di riprendere la psicoterapia. È importante ricordare che non c’è nulla di “sbagliato” nel sentirsi così: l’ansia è una risposta normale a una perdita importante, a cui si somma lo stress professionale e familiare.

Un caro saluto,
Veronica De Iuliis

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