Sono qui perché ho bisogno di un consiglio: sono una donna di più di 30 anni, e mi trovo ad un punto

18 risposte
Sono qui perché ho bisogno di un consiglio: sono una donna di più di 30 anni, e mi trovo ad un punto morto della mia vita, ho una serie di questioni irrisolte e il risultato è che non sto combinando praticamente nulla, e tutto questo non è sostenibile. Ho decisamente bisogno di iniziare una psicoterapia, e voglio farlo con una psicologa donna.
Il problema è che al minimo "errore", o meglio dire al primo comportamento che non mi piace della mia nuova potenziale psicologa, il mio pensiero è di interrompere la terapia e cercare altrove. Questo sicuramente è anche dovuto al fatto che nella vita io cerchi di dare agli altri una certa immagine di me, e "svelarmi" a una terapeuta mi renderebbe vulnerabile. Trovo inoltre necessario specificare che sono molto pavida, e ho il terrore di rimanere "incastrata" in una relazione terapeutica contro la mia volontà, ho cioè paura che la mia terapeuta, una volta avviato il percorso, possa impedirmi di andarmene quando voglio. Non so se questa mia paura possa derivare dal fatto che ho sempre avuto complessi abbandonici, e ho sempre cercato di trattenere chi voleva andarsene da me, mentre ora vedo la cosa dall'altro punto di vista. Aggiungo che ho terminato da poco un percorso terapeutico fatto di alti e bassi, durante il quale questa mia paura non era stata approfondita.
Preciso inoltre che vorrei fare una terapia umanistico esistenziale o una terapia integrata o una terapia cognitivo comportamentale, perché mi sembrano approcci più coinvolgenti per il paziente e più orientati ad una soluzione (so che questo è discutibile).
Avete qualche consiglio per me?
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che mi vorranno rispondere
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione. Mi dispiace per la sofferenza che riporta. Da quello che scrive, sembra consapevole di ciò di cui ha bisogno: per cambiare la situazione, vuole rivolgersi a una psicoterapeuta, donna e di un certo orientamento. Questo è un ottimo punto di partenza per orientarsi: il mio suggerimento è quello di informarsi, cercare gli specialisti a lei vicini che soddisfano questi requisiti, e iniziare. Trovare immediatamente al primo colpo uno specialista che si adatti al nostro sentire e ai nostri bisogni, non è facile. Ci sono tanti specialisti ed è comprensibile la paura di aprirsi con qualcuno per poi abbandonarlo e riniziare tutto da capo, svelandosi a un altro specialista. La invito poi a concepire lo psicologo, al pari degli altri specialisti: gli psicologi possono sbagliare e possono attuare comportamenti che non sono adatti al nostro personale sentire. Ciò che si può fare, è parlarne apertamente. La invito, nel caso, ad a esporre tranquillamente le sue preoccupazioni in seduta. Provi a sottolineare quello che lei reputa un errore e parlarne con lo specialista. Non bisogna dimenticare che, nel caso di una possibile delusione con uno psicologo, può sempre cercarne un altro e riprovare. Inoltre, il rapporto si può interrompere in ogni momento, da ambo le parti, quindi nessun terapeuta le può impedire di interrompere il rapporto. Lei è assolutamente libera di scegliere, nessuno specialista può "incastrarla". Lei provi ad ascoltarsi e a cercare di porre i suoi bisogni. Lei che significato attribuisce a questa paura di rimanere incastrata? Potrebbe essere che queste paure siano in realtà delle difese per evitare di affrontare un cambiamento, desiderato ma anche temuto? La invito ad approfondire questa tematica.
Cordialmente, Dott.ssa Ilaria Truzzi

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
'Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL
Buona sera,
leggerla già mi ha reso l'idea della complessità della sua persona.
Vada a dare uno sguardo all'approccio breve strategico per vedere se possa esser di suo interesse, in modo tale da aggiungerlo al ventaglio di approcci considerati.
Se ha bisogno di spunti o pareri non esiti a farmi maggiori domande.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buonasera e grazie per questa bella condivisione!
Mi sembra che lei abbia le idee molto chiare almeno su alcuni punti essenziali.
È consapevole del fatto che si trova bloccata nella sua vita.
Ha il desiderio legittimo di sbloccarla e stare meglio.
Vuole iniziare un percorso di psicoterapia con una terapista donna.
Mi sembrano 3 bei punti di partenza!
Vorrei intanto tranquillizzarla sul fatto che nessuno la può “incastrare” all’interno di un percorso, se lei non vuole restare.
La scelta del proprio terapista è decisamente importante perché, più che l’approccio dello specialista, pesa nel processo di guarigione la relazione tra medico e paziente. Se la relazione funziona, il percorso sarà un buon percorso. Ma questo lo saprà quando si sarà data la possibilità di conoscere la sua terapista e di farsi conoscere.
Fidarsi della propria psicoterapeuta è un passaggio molto importante. Se riuscirà a fidarsi, potrà portare nella relazione tutte le sue paure e i suoi timori, compresa l’ansia abbandoni a, che da adulti a volte fronteggiamo mettendoci noi nella posizione di chi abbandona, per non essere abbandonati.
Come vede, sono tutti temi molto affascinanti che trovano la giusta cornice all’interno di un rapporto terapeutico, che le darà la possibilità di espandere la sua consapevolezza.
Resto a disposizione, anche on Line
Dott.ssa Stefania Ludovici
Buongiorno, grazie per la condivisione. Innanzitutto desidero tranquillizzarla sul fatto che non si rimane "incastrati" in una relazione terapeutica, lei è libera di interrompere il percorso se non lo ritiene adeguato a lei. Credo che il punto fondamentale,nel suo ma in tutti i percorsi terapeutici, sia riuscire ad instaurare con la terapeuta che lei sceglierà un rapporto di fiducia in cui lei si senta ascoltata, compresa e non giudicata in modo da non incorrere in eventuali interruzioni della terapia. Resto a disposizione anche per colloqui on line . Saluti
Dott.ssa Agnese Alberta
Gentile Utente
La paura di svelarsi è comprensibile e ha un suo significato importante. Nella relazione terapeutica potrà svelarsi con le modalità e i tempi che reputa opportuni, poichè il/la professionista che sceglierà avrà come unico interesse il suo benessere e una strategia cooperativa per raggiungerlo insieme. Sono inoltre molto interessanti le preoccupazioni che riporta rispetto all'interrompere il percorso in caso di "errori" da parte della professionista; tuttavia, questi "errori" possono diventare importante avvio di parti importanti del percorso terapeutico su cui lavorare, poichè sono il segnale che determinati aspetti relazionali hanno toccato delle corde che per lei sono importanti. Rispetto all'interruzione del percorso, l'interesse primario sarà sempre il suo benessere e nessuna professionista la terrà "incastrata", anzi si lavorerà insieme per fare in modo che lei possa superare questo momento difficile e proseguire in autonomia il suo percorso di vita, consapevole che potrà sempre richiedere aiuto quando ne sentirà la necessità. Rispetto all'approccio invece, come dato scientifico, la letteratura ha individuato che, a prescindere dall'approccio del/della terapeuta, ciò che rende efficace un percorso psicologico è la relazione di fiducia che si insatura tra le parti.
Sperando di esserle stato utile, le auguro il meglio
Dott. Daniele Nicolosi
Buon pomeriggio, penso che questa sua posizione sia particolarmente interessante e possa essere il riflesso di un suo modo di relazionarsi con gli altri molto profondo e che sicuramente fa parte di lei. Trovo anche tanto interessante il fatto che sia per lei il punto di partenza della terapia e mi chiedo come sia andato l'ultimo percorso terapeutico, considerato che questo tema non è stato trattato. Sicuramente c'è tanto dietro questa paura e questa sua richiesta. L'unico punto su cui posso rassicurarla è che non viene incastrata in una terapia: il lavoro terapeutico è un lavoro fatto insieme, il terapeuta sostiene e accompagna, ma lo si fa con il paziente, che quindi ha anche la possibilità di scegliere di andarsene. Valuti bene se si sente sicura di iniziare presto un altro percorso, magari sta ancora elaborando la chiusura con la precedente terapeuta e questo esacerba le sue preoccupazioni.
Le tue esigenze mi sembrano in linea con l'approccio gestalt, in cui non solo abbiamo un rapporto paritario, ma come terapeuta mi metto in discussione e l'ultima parola è la tua. Intendo che, ad esempio, nell'uso del linguaggio chiedo sempre se sto usando delle parole che vanno bene o se la persona vuole cambiarle con le proprie, perché so di non poter esprimere al 100% qualcosa che sta provando l'altro e ci tengo a non farti sentire un oggetto d'indagine. Nel mio studio, siamo due persone di cui una ha delle competenze per fornire aiuto psicologico e l'altra ha competenze su se stessa. Quest'approccio non impedisce che i pazienti si possano offendere comunque, poiché possono intervenire dei meccanismi di difesa, ma consentono una riparazione del rapporto efficace, laddove c'è una forte motivazione al cambiamento. Certo, se una persona viene in terapia con una motivazione bassa, qualsiasi cosa può essere motivo per interrompere il percorso.
Salve, comprendo le sue difficoltà ma credo anche che le sue 'resistenze' possano essere adeguatamente elaborate e superate all'interno di una psicoterapia seria ed efficace. Ritengo inoltre che per lei potrebbe rappresentare un'ottima opportunità parlare di tutto ciò con la sua terapeuta, al fine di sciogliere le sue impasse, altrimenti si ripeterebbero senza risoluzione. Un caro saluto
Buongiorno, mi sento di sottolineare quanto sia determinante la relazione tra paziente-psicologo; relazione spesso anche faticosa, ma basata su principi e valori, come la fiducia.
Ha già indicato aspetti fondamentali inerenti le relazioni e i processi di attaccamento che mette in atto.
La scelta del tipo di approccio é rilevante, ma nel suo caso sembra che debba piuttosto comprendere a fondo la paura "abbandonica". Iniziare percorsi con psicologici diversi può portare anche a un dispendio di energie non indifferente.
Eleonora Piazzolla
Buongiorno e grazie per la condivisione. La relazione psicoterapeutica è un tipo di relazione attiva e responsabilizzante. Questo vuol dire che lo specialista mette a suo servizio le competenze per il paziente che deve, dal canto suo, collaborare affinché si possa modificare il modo in cui viene sperimentata la quotidianità. Chiaramente occorre approfondire i suoi complessi abbandonici e il suo terrore di poter rimanere incastrata in una relazione terapeutica. E capire i motivi per i quali in questa fase della sua vita si trova ad un punto morto. Un caro saluto
Buonasera, la volevo tranquillizzare che nessun psicologo/psicoterapeuta la può costringere a continuare una terapia contro la sua volontà.
Successivamente, mi premeva consigliarle, qualora inizierà un suo percorso terapeutico, di parlarne apertamente con la propria psicologa/psicoterapeuta, in quanto, se il professionista si rivelerà tale, utilizzerà questi suoi dubbi e perplessità per aiutarla a comprendersi e costruire insieme un setting abbastanza solido da permetterle di fare un percorso più duraturo e continuo.
Cordiali saluti.
Buongiorno. Rispetto a quanto chiede, le consiglio di concentrarsi su quanto proverà a livello emotivo durante gli incontri con le altre professioniste che incontrerà e di provare a condividere eventuali dubbi, disagi o impulsi ad interrompere che potranno insorgere. Lei è comunque libera di concludere un percorso quando vuole e nessuno glielo potrà impedire. Tuttavia, ritengo che lasciar emergere queste modalità relazionali durante le sedute potrebbe aiutarla a comprendere alcune delle dinamiche da lei riportate. Cordialmente, dott. Francesco Dello Ioio.
Ci sarebbero molte domande da fare: chiede di iniziare una psicoterapia ma già preannuncia che potrebbe chiuderla nel momento in cui si sentirà "prigioniera del terapeuta", e del resto ne ha già appena interrotta una. Sceglie che la terapeuta sia donna e anche di che approccio debba essere. In lei mi pare di vedere un conflitto tra un'esigenza di controllo e una paura di essere controllata e mi chiedo chi nella sua storia si sia posto in questo modo nei suoi confronti o se ci sia qualcuno che l'abbia fatta soffrire abbandonandola in epoche lontane. Le mie sono comunque solo fantasie non conoscendola e avendo letto solo queste poche righe. Se dovesse cambiare idea e volere un confronto anche con un professionista uomo rimango a sua disposizione

Dott. Alessio Antonucci
Capisco che stai cercando un supporto terapeutico e hai delle preoccupazioni riguardo alla scelta di una psicologa e alla possibilità di rimanere "incastrata" in una relazione terapeutica. È importante che tu ti senta a tuo agio con la tua terapeuta e che tu possa instaurare un buon rapporto di fiducia con lei. Prenditi il tempo necessario per valutare la tua connessione emotiva con la terapeuta, la sua personalità e il suo approccio terapeutico. Non c'è nulla di sbagliato nel voler fare una scelta che ti faccia sentire più sicura e confortevole.

Quando incontrerai la potenziale terapeuta, cerca di comunicare apertamente le tue preoccupazioni. Parla delle tue paure di sentirsi "incastrata" o di non essere in grado di interrompere la terapia se lo desideri. Una buona terapeuta sarà in grado di comprendere le tue preoccupazioni e lavorerà con te per creare un ambiente terapeutico sicuro e rispettoso.

Se hai sempre avuto complessi abbandonici e hai paura di rimanere "incastrata" in una relazione terapeutica, potrebbe essere utile esplorare questa paura durante la terapia stessa. Affrontare le tue paure può aiutarti a sviluppare una maggiore fiducia in te stessa e ad affrontare i tuoi bisogni emotivi in modo sano.

Riguardo all'approccio terapeutico, è importante che tu scelga un approccio che ti risuoni e che ritieni possa essere utile per te. Puoi fare una ricerca su approcci come la terapia umanistico-esistenziale, la terapia integrata o la terapia cognitivo-comportamentale e discutere con la terapeuta le sue modalità di lavoro per capire se corrispondono alle tue aspettative.

Ricorda che la terapia è un processo collaborativo e il tuo coinvolgimento attivo è fondamentale. Se dopo alcune sedute non ti senti a tuo agio o non sei soddisfatta della relazione terapeutica, hai il diritto di interrompere la terapia e cercare un'altra professionista. La tua salute mentale è importante e hai il controllo sulla tua esperienza terapeutica.

Ti auguro il meglio nel tuo percorso terapeutico e spero che tu possa trovare il supporto di cui hai bisogno per affrontare le tue questioni irrisolte.
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Buonasera, grazie per la condivisione di una parte così dolorosa. La relazione terapeutica mantiene vive e in un certo senso alimenta gli schemi relazionali che portiamo avanti da quando siamo piccoli e quindi da quando li abbiamo imparati. Può provare a pensare alla terapia come una palestra dove si può allenare: può sbagliare, può vedere sbagliare l'altro e può verbalizzare tutto ciò che sente in un contesto accettante e di incontro. E' un percorso complesso, questo sì. E' anche vero che lei sarà sempre libera di scegliere e se accanto avrà un buon terapeuta, costruirete insieme questo pezzo.
Una bella serata
Grazie per aver condiviso la tua situazione e i tuoi pensieri. Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarti a iniziare il tuo percorso terapeutico nel modo più efficace possibile:

Scegliere la Psicoterapeuta Giusta: È importante trovare una terapeuta con cui ti senti a tuo agio e che rispetti i tuoi bisogni e le tue preferenze. Potresti aver bisogno di incontrare diverse terapeute prima di trovare quella giusta per te. Non esitare a fare domande durante i primi incontri per comprendere meglio il loro approccio e vedere se ti senti a tuo agio con loro.
Esprimere le Tue Preoccupazioni: Durante i primi incontri, condividi con la terapeuta le tue preoccupazioni riguardo alla terapia stessa, compresa la paura di rimanere "incastrata" e il tuo timore di essere vulnerabile. Una buona terapeuta sarà in grado di accogliere e gestire queste preoccupazioni, aiutandoti a sentirsi più sicura.
Riconoscere la Tua Autonomia: Ricorda che sei sempre libera di terminare la terapia quando lo desideri. Sei tu a controllare il processo terapeutico e hai il diritto di decidere se e quando interromperlo.
Approccio Terapeutico: È ottimo che tu abbia già un'idea degli approcci terapeutici che potrebbero funzionare meglio per te. Tuttavia, resta aperta alla possibilità che il terapeuta possa suggerire un approccio leggermente diverso che potrebbe essere altrettanto o più efficace.
Affrontare la Paura dell'Abbandono: La tua paura dell'abbandono e il desiderio di controllare la relazione terapeutica sono temi importanti che potrebbero essere utili da esplorare in terapia. Affrontarli potrebbe offrirti importanti intuizioni e aiutarti a lavorare su questi aspetti della tua personalità.
Pazienza e Perseveranza: La terapia richiede tempo e pazienza. Può essere frustrante non vedere risultati immediati, ma è importante dare tempo al processo terapeutico di lavorare.
Onestà e Apertura: Cerca di essere il più onesta e aperta possibile con la tua terapeuta. La terapia è uno spazio sicuro dove puoi esplorare i tuoi sentimenti e pensieri senza giudizio.
Supporto Esterno: Oltre alla terapia, considera il supporto di amici, familiari o gruppi di supporto. Avere una rete di supporto può essere molto utile nel tuo percorso di crescita personale.
Infine, ricorda che la terapia è un processo collaborativo. È un'opportunità per te di lavorare su te stessa in un ambiente di supporto e senza giudizi. Spero che tu possa trovare la via che più si adatta a te per affrontare e superare le tue sfide.
Grazie per esserti aperta su un tema così intimo ed importante. Hai già molta consapevolezza e questo sono certa potrà guidarti nel trovare la persona giusta con cui vuoi proseguire il tuo cammino. Il meccanismo che racconti può essere abbastanza comune. Anche in altri ambiti di vita. Quando c’è qualcosa che va diversamente dalle nostre aspettative, si rivolge lo sguardo altrove nella ricerca di qualcosa di meglio. Piccolo spoiler: ci sarà sempre qualcosa/qualcuno che potrà risultare meglio. Riuscire a rimanere dentro a una relazione che risulta anche “imperfetta”, è già di per sé terapeutico. Ci apre all’accoglienza della nostra “imperfezione”. Questo non significa rimanere incastrati, bensì scegliere e imparare a stare anche quando si vorrebbe andare altrove e si crea quella tensione che vuole far interrompere la relazione, compresa la paura ad aprirsi di più. Accogliere l’umanità del terapeuta, è accogliere la propria umanità, così come le imperfezioni. Poterne parlare apertamente quando accadde, può portare ad un passaggio chiave. Ti auguro di cuore di trovare la persona giusta per te, non quella perfetta, bensì quella con cui ti senti di poterti aprire senza troppe maschere, anche quando le cose non vanno come vorresti, compresa la relazione terapeutica. Una relazione di questo tipo è una relazione che mantiene la collaborazione al primo posto e ti permette di andare in profondità ulteriormente. E quando arriva la vulnerabilità… ben venga! E’ preziosa ed è il frutto della fiducia. Buona ricerca, buona vita e, nel caso volessi approfondire, ci sono anche online. Dott.ssa Simona Vanetti

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