Salve, sono una ragazza di vent’anni che sta vivendo la sua prima relazione con un ragazzo di 22. St

16 risposte
Salve, sono una ragazza di vent’anni che sta vivendo la sua prima relazione con un ragazzo di 22. Stiamo in insieme da un mese e ho notato alcuni lati di lui che mi preoccupano, di cui anche lui stesso è cosciente. Siamo persone molto simili, solo che il mio grado di empatia e sensibilità è maggiore. Lui è persona razionale, analitica e riflessiva, che studia psicologia all’università e si definisce ragazzo e “psicologo” di ogni passata relazione che ha vissuto. So che è un bravo manipolatore con tratti psicopatici. Vorrei parlare in particolare del suo modo di comportarsi con me, lui dice di amarmi e in alcuni comportamenti lo dimostra, ma mi psicoanalizza spesso, e ogni volta “insulta” i miei difetti o mancanze. Questo è un comportamento ricorrente in lui, che assume con persone che vuole aiutare, quelle a cui cerca di risolvere i problemi, quindi so che non ha un accezione negativa, ma deteriora la mia autostima. Sa di ferirmi con determinate parole, ma ciò che per lui conta di più è la verità dei fatti e spronarmi a migliorare. Ma c’è anche un istinto a cui cerca di opporsi che l’ha portato a distruggere psicologicamente le sue ex. Si è reso conto da poco che le stava inconsciamente manipolando, rendendole dipendenti da lui e incapaci di riconoscere la dinamica tossica della relazione. Questo suo comportamento da “psicologo”, non fa che scaturire dei dubbi in me stessa e su ciò che sono. Questo mi rende insicura e timorosa di assumere degli atteggiamenti “sbagliati” quando sono con lui. Non contando che possono esserci errori di giudizio da parte sua, visto che l’unica persona che mi conosce meglio sono io stessa. Questo suo analizzarmi deriva sopratutto dal fatto che molto probabilmente sono dipendente da lui. Di conseguenza, ha paura che questo mio problema possa portare alla rottura del rapporto.
Inoltre, uno dei fattori che mi preoccupa di più è che sogna molto spesso la sua ex, con cui è stato due anni e si è lasciato da un po’ di tempo (ha avuto altre relazioni brevi prima di me). Questo rapporto a causato un trauma in lui: lei piangeva ogni volta che si vedevano e non ne sapeva il motivo, lui l’ha interpretato come se ne fosse lui la causa (lo lo ritengo probabile perché i primi giorni che ho passato con lui mi è successa la stessa cosa, penso derivi dal suo modo molto diretto e insensibile di parlare), tanto da forzare se stesso a tradirla per lasciarla. Le situazioni dei sogni sono per lo più positive, ma lo tormentano. Lui mi ha detto che non ritornerebbe con lei perché si è reso conto della dinamica non sana e per i sensi di colpa che gli sono rimasti, ma ha dei pensieri ossessivi verso di lei. Non sa quanto sia amore o dipendenza. Ho letto che i sogni suggeriscono una possibile insoddisfazione nel rapporto attuale, ma erano presenti anche prima che ci mettessimo insieme. Lui spera che possa aiutarlo a dimenticarla. Che posso fare? Come devo comportarmi con lui?
Voglio aiutarlo. Entrambi siamo persone ansiose, con la paura del futuro, di ciò che accadrà tra noi. Specifico che entrambi abbiamo intenzione di iniziare un percorso di psicoterapia, ma avrei bisogno di un parere immediato.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa scelta possa essere importante per lei ed impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Il percorso di psicoterapia aiuterá certamente non solo a trovare le molteplici risposte, ma anche a porsi le domande più corrette. Un parere immediato non sarebbe ne possibile, ne di aiuto, ma suonerebbe solo come un giudizio. Muovetevi in maniera intelligente, come avete programmato. Un caro saluto.
Buongiorno, ho letto con attenzione il suo scritto e la leggo molto occupata a capire come aiutare il suo compagno affinché possiate vivere una buona relazione ma credo che sarebbe opportuno dividere gli spazi di elaborazione (e quindi intraprendere due percorsi diversi) in modo da trovare anche lei stessa uno spazio per elaborare le emozioni relative alla sua relazione (non solo quelle del suo compagno con la sua ex). Spero possa vivere serenamente il suo percorso, un saluto!
Gentile utente, Il fatto che il suo ragazzo manipoli, crei dipendenze affettive, umiliazioni etc alle partner, si appoggia a lei per dimenticare l'altra potrebbe dipendere dalla sua personalità. Cioè, dal carattere che si è costruito derivante dalla genetica e del vissuto. Vissuto forse non elaborato? Che studi psicologia o ingegneria poco cambia poichè a 22 anni al massimo avrà finito la triennale e mi creda che la psicologia non è circoscritta nell'esperienza fin qui acquisita dal suo ragazzo. Pienamente d'accordo con la sua idea di intraprendere un percorso di psicoterapia, la aiuterà a capire cosa deve fare e cosa veramente è disposta a spendere per questa relazione senza farsi male. Resto disponibile. Saluti Dott.ssa Silvana Zito
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Buonasera, spesso nello studio si cerca di trovare risposte a difficoltà personali. Il controllo- giudizio (che uno psicologo non dovrebbe avere) sembrano più un modo di ferire più che aiutare, con il risultato di apparire su un livello superiore e dare all'altro la sensazione di essere inadeguato. Questo è quello che mi pare di desumere da ciò che descrive, da ciò che le arriva. Ritengo fondamentale per lei chiarire a se stessa, in un percorso individuale, le motivazioni che la fanno sentire dipendente dal suo ragazzo e responsabile della rottura della storia.
Ognuno di noi ha un valore che deve essere esaltato e non maltrattato dall'altro. Spero di esserle stata di aiuto, di averle fornito uno spunto di riflessione e uno sprono ulteriore a intraprendere il percorso personale.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, in virtù di quanto esposto le chiedo se abbiate mai pensato ad un percorso di psicoterapia di coppia. Potrebbe aiutarvi nel ritrovare la serenità di un tempo. Cordiali saluti Dott. Diego Ferrara
Buonasera, mi spiace per ciò che leggo. In particolare, leggere che diventare psicologo vuol dore usare le parole in modo così da creare un malessere per scuotere poi la persona. Non credo che questa sia una tecnica psicoterapeutica e nemmeno consiglierei a qualcuno di provarla! Assolutamente il ruolo dello psicologo è tutt'altro. Se desidera mi può contattare, così che possa capire quanto la relazione terapeutica non è nulla di ciò che sta vivendo ora e se può rifletti un pò sul metodo "Chiodo scaccia chiodo", non so quanto le può giovare? Buonanotte
Buongiorno,
dalla sua storia, sembra che la terapeuta del suo compagno sia lei, occupata com'è a capire i suoi bisogni per cercare di aiutarlo.
Credo sarebbe importante aprire una riflessione profonda sulla natura di questa relazione e su come questa si rifletta sulle vite di entrambi.
La scelta di intraprendere un percorso psicoterapeutico, è l'aiuto immediato migliore.
Cordialmente, EP
Salve, La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza e per aver descritto nel dettaglio le dinamiche e le situazioni che in questo momento Le creano sofferenza. Condivido pienamente la scelta di entrambi di intraprendere un percorso di psicoterapia: rivolgersi ad un professionista può essere d'aiuto per approfondire e chiarire meglio alcuni nostri atteggiamenti e comportamenti, oltre ad elaborare specifici vissuti che creano disagio e malessere.
Potrebbe rivelarsi utile anche un percorso di terapia di coppia, per approfondire ed esplicitare specifiche dinamiche che si creano nella vostra relazione attuale, nel rispetto delle esigenze e dei bisogni di ciascun partner.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elisa Dal Forno
Carissima,
azzarderei col dirle che, se dopo un mese di relazione sono perlopiù queste le sue sensazioni, ci sia ben poco da aggiungere...
Si fidi del suo intuito, che difficilmente la tradirà: se ha già dei sentori che la situazione è un po' fuori norma, si fidi di ciò.

Cordialmente, resto a disposizione.
Salve, a parte quello che lui le racconta, mi colpisce molto il fatto che lui "insulta" le sue mancanze o i suoi difetti, come ha scritto. Mi verrebbe da chiederle: "perchè accettare questa modalità di svalutazione? Non è sano in un rapporto". Potrebbe esserci da parte sua uno schema di accettazione di questa modalità, perchè pensa di meritare questo dagli altri. E' un ipotesi che potrebbe farla riflettere. Cordiali saluti
Salve, le autoanalisi non sono strumenti idonei per valutare quanto lei ci racconta, soprattutto perché non parliamo di semplici critiche sul comportamento ma affrontate patologie molto serie quali la psicosi e altre simili e per arrivare a certe conclusioni serve il parere di uno psicologo o psichiatra. Consiglio a entrambi di parlarne con uno psicologo e di non confondere i normali problemi che esistono in una coppia di fidanzati con patologie molto serie e gravi. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno ho letto con attenzione quanto scrive. Comprendo bene le sue perplessità ed incertezze. "Fare lo Psicologo" non deve riguardare la sfera privata. Avere una relazione sentimentale implica un costruire insieme, confrontarsi e, se possibile, arrivare ad un accordo comune. Le critiche non fanno parte di questo processo sia per colui che le esprime sia per chi le riceve.
Rispetto alla sua domanda la inviterei a stare nel presente più che nel futuro prendendosi cura e analizzando la sua modalità di portare avanti questo rapporto che la fa stare male.
Buon pomeriggio, un mese di relazione molto intenso e con tanti elementi che lei riporta in termini di preoccupazioni personali da una parte e del suo ragazzo dall'altra. Ascoltarsi ed ascoltare attentamente la situazione può essere sia un punto di forza sia qualcosa che mina da subito la relazione. Positivo che voi vi possiate prendervi cura di voi stessi con un percorso psicoterapeutico (distinto)...
Nell'immediato: forse potreste rallentare? Com'è per lei? Un caro saluto e resto a disposizione, dr. Maria Z.
Buongiorno, dal suo racconto si evincono diverse emozioni e preoccupazioni. Il consiglio, già dato anche da altri miei colleghi, è quello di non addentrarsi in autoanalisi ma di intraprendere due percorsi individuali di psicoterapia. Per aiutare “l’altro” dobbiamo star prima bene noi e quindi il primo obiettivo per lei dovrebbe essere quello di comprendere il suo vissuto e cosa la spinge a stare in questo tipo di relazione. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente dott. Massimiliano Matteo Foà
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Riesco a percepirla come una persona molto profonda, capace di buone riflessioni su se stessa e le sue emozioni; le consiglio un percorso psicologico che possa aiutarla ad essere consapevole delle sue modalità relazionali, e a gestirne le emozioni. Capisco che spesso ci sentiamo in dovere di aiutare la persona che abbiamo accanto, ma credo sia opportuno separare i due percorsi in modo che ciascuno diventi consapevole delle sue dinamiche, e la relazione possa giovarne, oltre al benessere personale. Resto a disposizione per qualsiasi riflessione e consulenza, anche online, dott.ssa Amelia Capezio

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