Salve, sono una ragazza di 23 anni e da più di due mesi, a seguito di un evento stressante (che cred

17 risposte
Salve, sono una ragazza di 23 anni e da più di due mesi, a seguito di un evento stressante (che credevo potesse compromettere la mia vita) convivo con uno stato di ansia grave circa la mia salute psichica e fisica. Ho avuto alcune somatizzazioni, ed è stato inizialmente difficile ricondurle all’ansia, nonostante medici e contro-medici non avessero riscontrato in me alcun problema organico. Non capivo come potesse essere possibile! Quando ho preso atto del mio malessere emotivo che era alla base di ogni sintomo fisico (quindi rassegnandomi all’idea di non essere malata fisicamente), ho iniziato a prestare attenzione a tutta una serie di paure e di pensieri catastrofici e automatici che non avevo mai avuto prima, e che mi stanno “buttando sempre più giù”. La mia vita è cambiata totalmente: al mattino mi sveglio già triste, ho perso la mia verve e sto iniziando a pensare che la vita non sia più “fatta per me”. Sono sempre stata solare e piena di gratitudine, adesso non mi sento più me stessa e nessuno è in grado di darmi una spiegazione! Ho iniziato un percorso di psicoterapia e già so che a breve andrò a sviscerare alcuni fatti del mio passato che, a quanto pare, non ho metabolizzato e che sembrano essere la causa del mio malessere odierno. Non voglio sembrare irrispettosa… ho fiducia in questo processo, tuttavia mi sembra tutto così astratto! È davvero possibile l’ansia provochi anche disturbi visivi? È normale sentirsi in questa situazione in qualche modo “ovattati” rispetto alla realtà e agli altri, in una propria bolla? È normale (in questa situazione) avere delle sensazioni che modificano la mia percezione di me stessa, della realtà? Mi sento in qualche modo disconnessa: non pienamente qui, non pienamente lì, non pienamente me. Ho paura di non ricordare. Ho paura di vivere in modo non-partecipante…e questa sorta di “ottundimento” dei sensi per me è una cosa infernale. Proprio perché ricordo di aver sempre vissuto con leggerezza e naturalezza, a 360 gradi, in modo fedele a me stessa, e adesso pare che io non sia più in grado neanche di rilassarmi sul MIO letto, in camera MIA, nella MIA amorevole casa di infanzia! Come fa l’ansia a rubare la tua personalità? Io riconosco i miei cari, riconosco i miei luoghi, non mi sono mai sentita “fuori dal mio corpo” o estranea a me stessa, ma mi sento costantemente distaccata dal circostante. Come se fossi sorda, ma non sono sorda. Come se fossi cieca, ma non sono cieca. In qualche modo, sento di avere un problema, un qualcosa che in me “non va”, e che non mi consente di vivere a pieno le mie esperienze, neanche le più ordinarie. È triste!!! Sono così triste! Io amo la vita e ho sempre amato me stessa, adesso mi sembra di aver perso tutto!
È chiaro che percepire questo disagio non fa che peggiorare le cose. Sono diventata iper-analitica: in una situazione in cui tutto mi fa temere di poter perdere il controllo, agganciarmi alle singole sensazioni e provare a tentare di capirle e sviscerarle è l’unica cosa che mi illude di ritrovare un “contatto” con me stessa. Quindi passo giorni interi a interrogarmi e a notare ogni mia singola manifestazione mentale e fisica. Ma sono sempre più confusa, confusa, confusa. Cerco dentro me stessa e non trovo risposte! Cerco su Internet e mi angoscio ancora di più! Posso chiedere soltanto la vostra opinione sulla mia situazione? Questo ottundimento dei sensi, questa paura di perdere il contatto con la realtà e di perdere la mia personalità, i miei ricordi, sono sintomi dell’ansia destinati a passare una volta ottenuti dei progressi con la psicoterapia oppure vanno imputati a disturbi più gravi? Passeranno davvero? Sono normali? Sto diventando pazza? È successo qualcosa di chimico all’interno del mio cervello che non mi consente di vivere normalmente? Grazie!
Buonasera
Credo che possa affrontare questi dubbi e questi timori direttamente con la sua psicoterapeuta , in un contesto a lei dedicato e protetto dove sviscerare ciò’ che sente più disturbante.
L’ansia e’ un sintomo, un campanello di allarme che può essere funzionale a fronte di certi vissuti che viviamo come insostenibili.
Un cordiale saluto

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Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere quanto prima un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica ansiosa. Cordiali saluti
Gentile utente di mio dottore,
i disturbi d ansia possono esser trattati con successo con l ausilio combinato di farmacoterapia e psicoterapia. La prima per poter alleviare i sintomi sino a che si ritroveranno in una fase acuta, la seconda per poter guardare ad un benessere più a lungo termine comprendendo a fondo le funzioni relazionali del sintomo.
La cosa più importante l ha già fatta, contattare uno specialista; prosegua con il percorso iniziato vedrà con il tempo riuscirá a star meglio.

Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Gentilissima gli eventi stressanti possono causare importanti sintomi psichici come ansia, rimuginio ecc e fisici come dolori in varie parti del corpo, alterazioni degli organi di senso (vista, udito). Con un buon percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale eo emdr riuscirà a superare questo momento di disagio. Un caro saluto
dott.ssa Laura Prosdocimo
Salve, continui a confrontarsi con la terapeuta che la segue, per evitare di confondersi. Vedrà che con il tempo riuscirà a trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Continui il percorso psicoterapeutico che ha intrapreso, l'ansia può provocare i sintomi che lei descrive. È importante comprenderla, capire cosa sta comunicando. Si confronti con chi la segue. Distinti saluti
Salve, continui nel suo lavoro con lo specialista che ha contattato e parli con lui dei temi che ha condiviso con la sua nota. In ogni caso solitamente le psicoterapie solitamente riescono ad incidere le situazioni come quella che lei descrive. Un cordiale saluto
Buona sera, continui il suo percorso con il psicoterapeuta e parli con lui dei suoi dubbi e delle sue parole. Comunque un elemento importante per la buona riuscita di una psicoterapia è il tempo... ci vuole tempo per comprendere e per diventare consapevoli.
Un caro saluto,
dott.ssa Chiara De Battisti
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Buonasera, continui ad andare avanti con il suo psicoterapeuta. Le psicoterapie sono percorsi dose-effetto. Il tempo è sempre dalla parte dei pazienti.
Saluti

Dott. Morelli Daniele
Buongiorno le sensazioni che lei descrive si collocano in un disagio psichico che presenta sintomi di derealizzazione,depersonalizzazione, cioè il sentirsi fuori da sé stessi come spettatori estranei privi di emozioni realistiche ma un po' ovattati.Sono situazioni transitorie che tuttavia vanno affrontate con molta attenzione .Ci vogliono psicoterapeuti che conoscano bene questi sintomi,,e per esperienza le consiglierei anche il parere di un medico psichiatra per eventuale appoggio farmacologico Coraggio ed un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Cara ragazza, mi spiace molto per il disagio che sta affrontando ma non dovrebbe farlo da sola! Non mi è chiaro se scrivendo cercasse una causa o una soluzione o forse entrambe ma consideri che un percorso psicologico le darebbe il giusto spazio per affrontare tutto ciò che sta accadendo. Ci rifletta. Noi siamo qui.
Rimango a disposizione se avesse bisogno.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Gentile utente in mancanza di patologie organiche date da esami specifici, si può dire che si tratta di ansia. Ha fatto bene ad iniziare in percorso perché, come lei stessa ha provato, i sintomi non si risolvono da soli. La rassicuro sulla sua scelta dicendole che è tipico del pensiero occidentale credere che ci sia sempre un rapporto di causa effetto negli eventi fisiologici, mentre si fatica a pensare a come mente e corpo procedano all'unisono.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
gentile utente, quello che lei racconta è l'aspetto somatizzato dell'ansia. l'ansia è il sintomo complesso caratterizzato da una complessità di sintomi somatici e psichici che possono essere diversamente presenti nelle manifestazioni cliniche dei pazienti. l'ansia inoltre è un sintomo presente in diverse patologie psichiatriche. si affidi al suo terapeuta. e si ricordi oltre all'ansia e alla sua fenomenologia esiste la storia del paziente unica e speciale.buon lavoro
Rassegnarsi all’idea di non essere malata fisicamente fa vivere un lutto: il corpo non è il colpevole. Si apre la strada della ricerca nella mente e nello scorrere dei sentimenti: una incertezza, da risolvere. Cercare fuori, in internet, pare che la spiazzi ancor di più. Anche queste nostre risposte: la aiutano? Guardare dentro sé, con l’aiuto della sua terapeuta, sembra essere la Strada per costruirsi una Casa interiore di serenità, con o senza ansia. Anche io la consiglio di proseguire il percorso iniziato: dentro ad una Relazione significativa potrà ritrovarsi.
Buongiorno , dato che sono state escluse delle cause organiche il problema dunque è psicologico , corpo e mente sono molto collegati e ii sintomi fisici che lei prova sono somatizzazioni della sua ansia e delle sue emozioni . Continui con la psicoterapia per capire che emozione ci sta dietro la sua ansia , che significato ha avuto per lei questo evento traumatico e per capire sempre di più se stessa . Ci vuole tempo, pazienza e la psicoterapia la potrà aiutare . Cordiali saluti . Dott.ssa Alessia Greco
Buonasera, la sua incredulità sul quanto il corpo manifesti sintomi particolari che non hanno causa organica è del tutto normale. L'ansia comporta una attivazione corporea importante, questa emozione è connotata da una grande attenzione verso tutte le attivazioni corporee fuori dalla propria soglia di normalità. Essere costantemente in allarme vuol dire avere un corpo in allarme.
La veda da questa prospettiva e affronti il percorso psicologico con fiducia. Quando comprenderà meglio cosa la mette cosi in allarme si abbasserà anche la sensazione corpore di ansia.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno, capisco il suo allarme. L'ansia, come già detto dai miei colleghi può assumere tante forme, anche quelle che descrive Lei. Continui a confrontarsi con il suo terapeuta, si affidi. Se sta troppo male può pensare a combinare la psicoterapia con una terapia farmacologica, naturalmente parlandone con il suo terapeuta.
Non molli!
Un saluto, Giovanna Pinto

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