Salve sono una ragazza di 21 anni in una relazione da 1 anno. Ho difficoltà a raggiungere l’orgasmo.

5 risposte
Salve sono una ragazza di 21 anni in una relazione da 1 anno. Ho difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Ci riesco solo se pratico personalmente una stimolazione clitoridea al di fuori del rapporto. Vabene che lui sia presente e contribuisca ma non funziona mai se lo fa da solo oppure se nelfrattempo c'è una penetrazione anche solo con le dita, con un toy invece si ma solo se lo uso io. Da bambina ho subito una violenza ma in intimità con il mio compagno mi sento a mio agio e anche quando non raggiungo l’orgasmo provo comunque piacere fisico. Ho spesso dolore ma dura poco. Non ho avuto attività sessuali con nessun altro quindi non posso fare confronti. Abbiamo una bella relazione e una buona complicità anche a letto, questa situazione dispiace ad entrambi. Ho già fatto molti anni di psicoterapia poi interrotta d’accordo con il professionista. Cos’altro posso fare? Grazie per il vostro aiuto
Dott.ssa Sara Marchesi
Sessuologo, Psicologo, Neuropsicologo
Vimercate
Buongiorno, forse potreste comunicare su cosa e come piace ricevere anche durante l'atto dando indicazioni precise. In alternativa, potete pensare di intraprendere un percorso di consulenza sessuologica di coppia che possa darvi indicazioni più precise dopo aver indagato bene nello specifico le vostre modalità relazionali. Buona giornata, non esiti a contattarmi se ha bisogno!

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Dott. Lorenzo Scarpitti
Psicologo clinico, Sessuologo, Psicologo
Roma
Ciao cara, provo a risponderti. Motivi per sperimentare ciò che dici possono essere diversi. Le esperienze passate sicuramente hanno un impatto (traumatiche e non) e a volte ci vuole molto prima di mettersele completamente alle spalle (e a volte un po’ di preoccupazione/difficoltà può comunque rimanere, anche se non ce ne rendiamo conto). Dal punto di vista puramente di attività sessuale, di coppia e non, ci vuole un po’ per conoscersi, capire bene cosa ci piace e cosa non ci piace e spesso sperimentare, con le proprie modalità e velocità (col partner e da soli), aiuta molto. Aggiungiamoci in oltre che l’orgasmo può come può non essere presentare nell’attività sessuale, o in forme più ibride come quella che dici tu. Vale la pena parlarne con il proprio partner e mettere alcune cose in chiaro e comunicare come ci si sente, questo sia per capire se si può fare qualcosa per migliorare la situazione, anche a volte per capire che per il momento la situazione è questa e va bene così (se ovviamente, vi va bene così). Rispetto al cosa fare, se ne senti la necessità potresti chiedere un consulto sessuologico, sia per essere guidata anche solo esclusivamente da questo punto di vista, sia in caso per iniziare un altro percorso terapeutico (non so le caratteristiche del precedente) che possa magari focalizzarsi di più su questo disagio. In ultimo, anche un (mini) percorso di coppia non è da escludere, soprattutto se il disagio della situazione lo sperimentate entrambi. A disposizione, dott. Lorenzo Scarpitti.
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con così tanta chiarezza e delicatezza la sua esperienza: non è semplice parlare di temi così intimi, soprattutto quando si intrecciano con una storia personale di vulnerabilità.

Parto da un punto molto importante: ciò che vive non è "sbagliato" né anomalo. La difficoltà a raggiungere l’orgasmo in presenza dell’altro, pur provando piacere e sentendosi a proprio agio, è molto più comune di quanto si pensi, e spesso ha radici complesse, che intrecciano corpo, mente, emozioni e memoria.

Nel suo racconto emergono diversi segnali positivi:

- ha una relazione affettiva solida e rispettosa, in cui si sente a suo agio;

- riesce a provare piacere, anche senza arrivare all’orgasmo;

- ha già affrontato un percorso di psicoterapia, quindi ha strumenti di consapevolezza e riflessione.

Il fatto che il piacere pieno arrivi solo attraverso l’auto-stimolazione è un’esperienza condivisa da molte donne, e non implica un problema. È possibile che, per lei, quella modalità rappresenti una zona di controllo, sicurezza e familiarità, difficile da ritrovare quando c’è un'altra persona attivamente coinvolta. In certi casi, questo può avere radici nel vissuto corporeo legato al trauma, anche se oggi si sente al sicuro col suo compagno.

Inoltre, il dolore occasionale, seppur breve, è un elemento da non trascurare: anche minime tensioni fisiche o emotive possono ostacolare il rilassamento necessario al piacere profondo.

Cosa può fare?
- Valutare un percorso con un sessuolog* con l’obiettivo non di “risolvere” qualcosa, ma di approfondire in modo mirato: il rapporto tra stimolazione, controllo e abbandono; la percezione corporea e il contatto e il dialogo intimo nella coppia.

- Integrare il partner in questo percorso, se si sente pronta: anche solo confrontandovi su come potersi avvicinare alle sue modalità, senza fretta e senza pressioni.

- Esplorare nuove forme di intimità sensoriale: magari introducendo in modo graduale gesti, tempi e stimolazioni che uniscano ciò che le dà piacere (come l’uso di toy) alla presenza dell’altro, per creare ponti tra il piacere individuale e quello condiviso.

- Ascoltarsi senza giudizio: non c’è un modo giusto di vivere la sessualità, e l’obiettivo non dev’essere l’orgasmo a tutti i costi, ma la libertà di sentirsi bene nel corpo e nella relazione.

Cordiali Saluti,
Dott.ssa Beatrice Moro
Psicologa e Sessuologa clinica
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara ragazza,
grazie per aver condiviso una parte così delicata della tua esperienza.

Le difficoltà che descrivi nel raggiungere l’orgasmo, nonostante una relazione affettiva soddisfacente e una buona intesa sessuale, sono più comuni di quanto si pensi, e meritano attenzione e rispetto. La tua consapevolezza e la capacità di descrivere il problema sono già un primo passo importante.

Da quanto riporti, sembri riuscire a provare piacere fisico, ma solo attraverso una stimolazione autonoma e diretta del clitoride. Questo non è insolito: per molte donne l’orgasmo clitorideo è l’unico modo con cui riescono a raggiungere l’apice del piacere sessuale. Tuttavia, il fatto che tu non riesca a lasciarti andare se non sei tu a condurre la stimolazione, oppure che altre forme di intimità disturbino il tuo processo di eccitazione (come la penetrazione o la stimolazione manuale da parte del partner), merita un approfondimento più ampio.

Hai accennato anche a una violenza subita in età infantile. Anche se oggi ti senti a tuo agio con il tuo compagno, è possibile che il tuo corpo conservi delle memorie emotive che influenzano la tua esperienza sessuale in modo inconsapevole. Questo potrebbe spiegare il bisogno di mantenere il controllo durante l’intimità, la difficoltà a lasciarti andare, e anche i brevi episodi di dolore.

Inoltre, il fatto che tu abbia già fatto un percorso di psicoterapia è significativo: spesso, in casi come il tuo, è necessario un intervento specialistico integrato che includa aspetti di terapia sessuale e, se utile, un ulteriore approfondimento psicotraumatologico.

Questa situazione non è indice di disinnamoramento, né qualcosa che “dipende solo da te”, ma può essere il risultato di un insieme complesso di fattori emotivi, corporei e relazionali che meritano attenzione e cura.

Per questo motivo sarebbe utile e consigliato approfondire la situazione rivolgendosi a uno specialista in sessuologia clinica, che possa accompagnarti nel comprendere e affrontare al meglio ciò che stai vivendo.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Alice Speroni
Sessuologo, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Gentilissima,
per prima cosa le direi di fare un controllo da un collega ginecologo, meglio se esperto in sessuologia, ed in secondo luogo direi che un bel colloquio sessuologico potrebbe aiutarla molto! Rimango a disposizione per una consulenza online!

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