Salve sono un uomo di 41 anni,fin da adolescente ho cercato sempre una risposta su cosa potevo fare
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Salve sono un uomo di 41 anni,fin da adolescente ho cercato sempre una risposta su cosa potevo fare in futuro,ho avuto un periodo nero fino a 20anni a causa dell'incertezza. Poi ho superato il sovrappeso mi sono rimesso in forma e ho un lavoro che mi tiene impegnato,specialmente fisicamente e a me piace molto,però mi sento rigido mentalmente,faccio meditazione per scaricare la mente ma quando arrivo a lavoro o che devo fare qualcosa,(esempio impasto della pizza a occhio)si presenta uno stato di ansia e paura,e mi annullo pensando che non sia più capace di fare le cose,come se il mio cervello dimenticasse le cose fatte il giorno prima,di conseguenza mi viene l'insicurezza perché vedo che mi si annebbia tutto e mi sento incapace. Mi era stato diagnosticato il disturbo evitante,ma quello l'ho superato. Vorrei solo essere aiutato e capito ... grazie cordiali saluti
Salve,
da quanto racconta emerge una storia di grande impegno personale e capacità di affrontare momenti difficili, come il periodo di incertezza adolescenziale, il superamento del sovrappeso e la costruzione di una routine lavorativa soddisfacente. Questo dimostra forza, determinazione e desiderio di benessere.
Tuttavia, è comprensibile che, nonostante i progressi fatti, persistano sensazioni spiacevoli come ansia, insicurezza, difficoltà di concentrazione e la percezione di un “annebbiamento mentale” nei momenti pratici o decisionali. Queste esperienze possono essere molto frustranti e minare l’autostima, soprattutto se sembrano interferire con compiti quotidiani che in passato risultavano semplici.
La meditazione è un ottimo strumento per favorire il rilassamento e migliorare la consapevolezza, ma quando le difficoltà interiori persistono, è spesso necessario un intervento più mirato. La diagnosi passata di disturbo evitante di personalità potrebbe aver lasciato alcune tracce nei modi con cui si affrontano oggi l’ansia e l’autovalutazione. Sentirsi “rigidi” mentalmente, annullarsi davanti all’errore o alla paura di sbagliare, potrebbero essere il riflesso di meccanismi di protezione ormai interiorizzati, che però oggi risultano più limitanti che utili.
È importante sapere che non si è soli in questo tipo di vissuti e che esistono percorsi psicoterapeutici molto efficaci per lavorare proprio su questi aspetti, con l’obiettivo di sciogliere i nodi che ancora generano disagio, recuperare fiducia nelle proprie capacità e sviluppare una mente più flessibile e sicura.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da quanto racconta emerge una storia di grande impegno personale e capacità di affrontare momenti difficili, come il periodo di incertezza adolescenziale, il superamento del sovrappeso e la costruzione di una routine lavorativa soddisfacente. Questo dimostra forza, determinazione e desiderio di benessere.
Tuttavia, è comprensibile che, nonostante i progressi fatti, persistano sensazioni spiacevoli come ansia, insicurezza, difficoltà di concentrazione e la percezione di un “annebbiamento mentale” nei momenti pratici o decisionali. Queste esperienze possono essere molto frustranti e minare l’autostima, soprattutto se sembrano interferire con compiti quotidiani che in passato risultavano semplici.
La meditazione è un ottimo strumento per favorire il rilassamento e migliorare la consapevolezza, ma quando le difficoltà interiori persistono, è spesso necessario un intervento più mirato. La diagnosi passata di disturbo evitante di personalità potrebbe aver lasciato alcune tracce nei modi con cui si affrontano oggi l’ansia e l’autovalutazione. Sentirsi “rigidi” mentalmente, annullarsi davanti all’errore o alla paura di sbagliare, potrebbero essere il riflesso di meccanismi di protezione ormai interiorizzati, che però oggi risultano più limitanti che utili.
È importante sapere che non si è soli in questo tipo di vissuti e che esistono percorsi psicoterapeutici molto efficaci per lavorare proprio su questi aspetti, con l’obiettivo di sciogliere i nodi che ancora generano disagio, recuperare fiducia nelle proprie capacità e sviluppare una mente più flessibile e sicura.
Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
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Gentilissimo, un percorso di psicoterapia potrebbe esserle d'aiuto.
Da quello che scrive, ha certamente molte risorse che le hanno permesso di affrontare sfide anche molto faticose e che le permettono, oggi, di lavorare e coltivare i suoi interessi. Comprendere a fondo cosa succede quando "si annulla" e quali sono le sue ansie e le sue paure non è che una risorsa in più. In bocca al lupo!
Un caro saluto
Da quello che scrive, ha certamente molte risorse che le hanno permesso di affrontare sfide anche molto faticose e che le permettono, oggi, di lavorare e coltivare i suoi interessi. Comprendere a fondo cosa succede quando "si annulla" e quali sono le sue ansie e le sue paure non è che una risorsa in più. In bocca al lupo!
Un caro saluto
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Il percorso che ha fatto finora dimostra grande forza e determinazione: ha superato momenti difficili, ha affrontato il sovrappeso, e oggi svolge un lavoro che le piace. Capisco quanto possa essere frustrante e disorientante sentirsi bloccato mentalmente, con ansia e insicurezza anche nelle attività quotidiane.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Buonasera, ciò che lei descrive ha a che fare, mi dice con l'incertezza. L'incertezza è un sentimento profondo che può accompagnare in modo costante l'esistenza e può arrivare in modo più forte in alcuni periodi. A mio avviso bisogna affrontarla con una terapia che prenda in esame il suo sviluppo, il suo crescere e le difficoltà che ci sono state. Volendo posso essere a disposizione anche on line. Saluti
Salve, mi dispiace per il disagio che sta vivendo. Sembra che il contesto lavorativo sia emotivamente difficile da gestire per lei, di conseguenza attiva dei meccanismi atti a contenere questo disagio come "l'annullarsi" come scritto da lei. Questo porta all'insicurezza che sfocia nell'annebbiamento. Questo suo vissuto può essere valutato, compreso e analizzato in seduta. Le consiglio di discuterne in terapia.
Cordiali saluti.
Dott. Salvatore Augello.
Cordiali saluti.
Dott. Salvatore Augello.
Buongiorno caro utente, leggendola
credo che la cosa migliore per lei è iniziare un buon percorso di psicoterapia, a volte fa veramente miracoli!
Ovviamente la mia è una battuta ma purtroppo la gente sottovaluta l 'importanza di un buon percorso di terapia con un professionista serio e con cui si potrebbe trovare bene a proprio agio quanto possa essere più efficace di qualunque farmaco ...e lei ci ha mai pensato?
Dr. Jasmine Scioscia
credo che la cosa migliore per lei è iniziare un buon percorso di psicoterapia, a volte fa veramente miracoli!
Ovviamente la mia è una battuta ma purtroppo la gente sottovaluta l 'importanza di un buon percorso di terapia con un professionista serio e con cui si potrebbe trovare bene a proprio agio quanto possa essere più efficace di qualunque farmaco ...e lei ci ha mai pensato?
Dr. Jasmine Scioscia
Buongiorno, grazie per aver condiviso con me la sua storia e i suoi sentimenti. Capisco quanto possa essere difficile affrontare queste sensazioni di ansia, paura e insicurezza, soprattutto quando si presentano in momenti in cui si dovrebbe sentirsi più sicuro di sé. È positivo che abbia già fatto un percorso e che si impegni con la meditazione, che può essere uno strumento molto utile.
Le consiglio di continuare a praticare la meditazione, ma anche di considerare un percorso di supporto psicologico, dove possa esplorare più a fondo queste sensazioni e trovare strategie per gestirle al meglio.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Martina Mari.
Le consiglio di continuare a praticare la meditazione, ma anche di considerare un percorso di supporto psicologico, dove possa esplorare più a fondo queste sensazioni e trovare strategie per gestirle al meglio.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Martina Mari.
Buongiorno gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione. Lei riferisce di provare ansia e un senso di insicurezza e incertezza, se ho ben capito. Sarebbe importante in un percorso di psicoterapia comprendere che tipo di paure lei ha e quali sono i pensieri e i vissuti riguardo a sé che la portano a sentirsi insicuro. Lei riferisce di aver già vissuto un periodo di incertezza fino ai 20 anni, sarebbe importante capire cosa è successo nella sua vita fino ai 20 anni di età tale da portarla a provare incertezza. Le consiglio di esplorare tutti questi aspetti in un percorso di psicoterapia. Rimango a disposizione per dubbi o domande. Cordialmente, dott.ssa Chiara Tumminello.
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Buongiorno,
la sua testimonianza esprime con chiarezza quanto impegno lei abbia già messo nel cercare risposte e nel prendersi cura di sé, anche nei momenti più difficili. Riconoscere di aver superato fasi complesse, come il disturbo evitante, e di avere una vita attiva e un lavoro che le piace, è un segnale importante di risorse interiori presenti, anche se oggi si sente bloccato.
Le sensazioni di annebbiamento mentale, insicurezza e ansia che descrive, soprattutto in situazioni quotidiane in cui “dovrebbe” sentirsi sicuro, sono vissuti che spesso emergono quando mente e corpo non sono pienamente allineati. Anche se razionalmente sappiamo di “saper fare”, può accadere che il nostro sistema entri in allerta, riportandoci a stati di paura che sembrano scollegati dal presente ma che hanno radici più profonde.
La meditazione può essere un valido strumento, ma a volte non basta da sola: un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio questi blocchi, a riconoscerne il senso e a ritrovare fiducia nelle sue capacità anche nei momenti critici. Non si tratta di “ricominciare da capo”, ma di costruire un ponte più solido tra la parte di sé che sa e quella che ancora teme di non farcela.
Resto volentieri a disposizione se desidera approfondire.
Un caro saluto,
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
la sua testimonianza esprime con chiarezza quanto impegno lei abbia già messo nel cercare risposte e nel prendersi cura di sé, anche nei momenti più difficili. Riconoscere di aver superato fasi complesse, come il disturbo evitante, e di avere una vita attiva e un lavoro che le piace, è un segnale importante di risorse interiori presenti, anche se oggi si sente bloccato.
Le sensazioni di annebbiamento mentale, insicurezza e ansia che descrive, soprattutto in situazioni quotidiane in cui “dovrebbe” sentirsi sicuro, sono vissuti che spesso emergono quando mente e corpo non sono pienamente allineati. Anche se razionalmente sappiamo di “saper fare”, può accadere che il nostro sistema entri in allerta, riportandoci a stati di paura che sembrano scollegati dal presente ma che hanno radici più profonde.
La meditazione può essere un valido strumento, ma a volte non basta da sola: un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio questi blocchi, a riconoscerne il senso e a ritrovare fiducia nelle sue capacità anche nei momenti critici. Non si tratta di “ricominciare da capo”, ma di costruire un ponte più solido tra la parte di sé che sa e quella che ancora teme di non farcela.
Resto volentieri a disposizione se desidera approfondire.
Un caro saluto,
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Grazie per aver condiviso una parte così importante e personale della sua esperienza. Da quello che racconta, emerge un percorso di vita fatto di ricerca, resilienza e crescita. Ha affrontato sfide significative — come il sovrappeso, la mancanza di direzione e il disturbo evitante — e ne è uscito costruendo un lavoro che le piace e praticando la meditazione per il suo benessere mentale. Questo è un risultato importante, e merita di essere riconosciuto. Tuttavia, come descrive bene, nonostante questi progressi, si sente ancora bloccato da una rigidità mentale che si manifesta con ansia, paura e una sensazione di “annebbiamento” o smarrimento, soprattutto quando si trova a dover agire in modo spontaneo o intuitivo. Questi momenti di blocco, nei quali si sente come se non fosse più capace, possono essere molto frustranti e minare la fiducia in se stesso.
Quello che descrive è comprensibile ed affrontabile, anche se faticoso. Se le fa piacere posso esserle di aiuto per identificare la strategia migliore per affrontare questo momento, resto a sua disposizione, un saluto, BP
Quello che descrive è comprensibile ed affrontabile, anche se faticoso. Se le fa piacere posso esserle di aiuto per identificare la strategia migliore per affrontare questo momento, resto a sua disposizione, un saluto, BP
Gentile utente,
ha già attraversato molto: superare l’incertezza giovanile, rimettersi in forma, trovare un lavoro che ama. La rigidità che oggi sente potrebbe essere il residuo di una mente che, per anni, ha cercato di controllare tutto per non sbagliare.
Ma il sapere non scompare: il corpo lo conserva. È l’ansia, non Lei, a confondere le acque.
Quel senso di insicurezza non racconta ciò che è, ma ciò che ha temuto di essere. Se desidera, posso accompagnarla in questo passaggio, per ritrovare fiducia dove ora c’è nebbia.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
ha già attraversato molto: superare l’incertezza giovanile, rimettersi in forma, trovare un lavoro che ama. La rigidità che oggi sente potrebbe essere il residuo di una mente che, per anni, ha cercato di controllare tutto per non sbagliare.
Ma il sapere non scompare: il corpo lo conserva. È l’ansia, non Lei, a confondere le acque.
Quel senso di insicurezza non racconta ciò che è, ma ciò che ha temuto di essere. Se desidera, posso accompagnarla in questo passaggio, per ritrovare fiducia dove ora c’è nebbia.
Un caro saluto, Dott. Fabio di Guglielmo
Gentile utente, l'ansia per le incertezze che lei si trova ad affrontare mi fa pensare ad un pensiero rigido, che prevede solo due possibilità estreme : il tutto o il niente. Per questo o sa fare la pizza a occhio perfettamente, oppure ha dimenticato, e non è più capace di portare a termine un'attività che ha sempre fatto. Per questo approccio anche la percezione che ha di sé sarà estrema: è una persona abile o è un buono a nulla. Di conseguenza, ogni esperienza può far emergere in lei un senso di inadeguatezza ed essere fonte di ansia e preoccupazione. Le sarebbe molto utile lavorare su questi aspetti con un professionista, per cercare di accettare le vie di mezzo, le sfumature, la gradualità dei processi che portano da una situazione all'altra.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Salve e grazie di aver comunicato il suo problema con sincerità e precisione. Il suo è un disagio che la fa soffrire soprattutto perché se lo porta da lungo tempo. Si tratta di una sorta di circolo vizioso: ottima la meditazione e la consapevolezza dei suoi problemi. Ciò che le consiglio è non autocolpevolizzarsi e cercare uno psicologo che la aiuti accogliendo il suo dolore. Con il terapeuta potrà rompere il circolo vizioso e migliorare la sua situazione relazionale ed emotiva. Saluti e auguri
Buongiorno,
la sua testimonianza rivela un grande impegno personale e una forte volontà di crescita: ha già attraversato momenti complessi e ha saputo rimettersi in cammino, e questo è un aspetto molto prezioso.
La sensazione di “annebbiamento”, la paura di sbagliare anche in attività conosciute, l’insicurezza e la rigidità mentale che descrive, potrebbero essere segnali di un conflitto interiore non ancora del tutto risolto. Anche se, come lei riferisce, il disturbo evitante è stato superato, è possibile che alcune sue dinamiche siano ancora attive, magari sotto forme più sottili.
La mente razionale può anche “sapere” cosa fare, ma il corpo e il sistema emotivo possono inviare segnali diversi, opposti, soprattutto se ci sono state esperienze di paura, giudizio o fallimento nel passato. In questi casi, approcci che lavorano sull’integrazione tra emozioni, mente e corpo (come la Decodifica Biologica, l’ipnosi o tecniche di consapevolezza corporea profonda) possono aiutare a sciogliere questi automatismi e restituire fiducia.
Le auguro di trovare presto uno spazio dove sentirsi davvero accolto e sostenuto. Se desidera approfondire, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
la sua testimonianza rivela un grande impegno personale e una forte volontà di crescita: ha già attraversato momenti complessi e ha saputo rimettersi in cammino, e questo è un aspetto molto prezioso.
La sensazione di “annebbiamento”, la paura di sbagliare anche in attività conosciute, l’insicurezza e la rigidità mentale che descrive, potrebbero essere segnali di un conflitto interiore non ancora del tutto risolto. Anche se, come lei riferisce, il disturbo evitante è stato superato, è possibile che alcune sue dinamiche siano ancora attive, magari sotto forme più sottili.
La mente razionale può anche “sapere” cosa fare, ma il corpo e il sistema emotivo possono inviare segnali diversi, opposti, soprattutto se ci sono state esperienze di paura, giudizio o fallimento nel passato. In questi casi, approcci che lavorano sull’integrazione tra emozioni, mente e corpo (come la Decodifica Biologica, l’ipnosi o tecniche di consapevolezza corporea profonda) possono aiutare a sciogliere questi automatismi e restituire fiducia.
Le auguro di trovare presto uno spazio dove sentirsi davvero accolto e sostenuto. Se desidera approfondire, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
Buongiorno, sarei disponibile ad aiutarla in merito alle difficoltà qui espresse. Nel caso potrei aiutarla a trovare le risposte che cerca all'interno di un percorso psicoterapico. Cari saluti Dott. Diego Ferrara
Nella sua lettera lei mette in luce alcuni risultati positivi che ha ottenuto nella sua vita e che mi sembrano importanti: ha rimesso a posto il suo essere sovrappeso e anche quello che chiama il suo disturbo evitante, ha trovato un lavoro che la soddisfa, e infine sa fare meditazione ( cosa che non è facile). Rimangono alcuni mometi di ansia abbastanza intensi. Mi pare, da quello che scrive, che quest'ansia insorge quando deve inventare qualcosa che non è prescritto in tutti i particolari, come "impastare della pizza a occhio". In quei momenti lei mette in moro inconsapevolmente un pensiero negativo su di sè, cioè l'idea di non essere capace di far niente - cosa che contrasta con le cose che ha saputo fare nella sua vita.Possiamo dire che per sciogliere ques'ansia occorre far scendere più in profondità una visione realistica e positiva di sè. Questo può essere l'obiettivo di una psicoterapia, ma può anche un tema a cui dedicare il tempo che lei già impegna nella meditazione.
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che sia importante che possa accadere proprio quello che lei ha scritto, cioè essere compreso nella sua fatica e aiutato ad uscirne. Credo possa essere molto importante esplorare il sintomo dell'ansia, che emerge quando deve fare qualcosa: credo che scaricare la mente non basti, e ci sia bisogno di capire che cosa la sua ansia sta cercando di comunicarle. Tutti i nostri sintomi sono messaggi, segnali che se ci impegniamo a decifrare ci possono davvero aiutare a vivere meglio, in modo più autentico e più in contatto con noi stessi. Va capito in quali situazioni arriva l'ansia, se sembrano caotiche o sono in qualche modo collegate, se l'ansia è un sintomo nuovo o c'era anche in passato, va connessa con la sua storia relazionale e di vita e credo che per fare questo in modo efficace serva l'aiuto di un professionista. Se volesse esplorare la questione insieme non esiti a contattarmi, sono disponibile anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
buongiorno,
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
Qui possiamo dare qualche suggerimento ma se l'aiuto che cerca è più costante e approfondito, la cosa migliore che può fare per se stesso è rivolgersi ad una psicoterapeuta. Da come racconta ha uno stato
d'ansia abbastanza presente che potrebbe avere senso approfondire per comprendere cosa quest'ansia sta cercando di comunicarle.
d'ansia abbastanza presente che potrebbe avere senso approfondire per comprendere cosa quest'ansia sta cercando di comunicarle.
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