Salve, sono un ragazzo di 16 anni. È da quando ne ho 13 che non riesco in alcun modo a lasciare le q

24 risposte
Salve, sono un ragazzo di 16 anni. È da quando ne ho 13 che non riesco in alcun modo a lasciare le quattro mura della mia camera da letto, nè a socializzare con qualcuno nella vita reale. Passo il mio tempo con persone online che oramai conosco da 2 anni e credo loro siano le mie uniche interazioni sociali con altri se così possiamo definirle. Inizialmente non ci davo chissà che caso, trovando conforto nello stare nel mio letto tutto il giorno solo, tuttavia in lungo andare credo di aver capito di star sprecando la mia vita. Ho provato a lasciare la scuola più volte, essendo che starci mi mette ancora ansia, come se entrassi in un regno proibito a me. Ogni volta che ci metto piede inizio a sentirmi male, mi stresso, mi gira la testa e cerco di stare in silenzio per le mie fino a fine giornata. Non trovo interesse nel parlare con le persone nella mia classe, no che non siano socievoli, ma credo di esserne inadatto. Sono una persona complicata, ho un modo di pensare forse più avanzato del loro che al mio contrario, riescono a godersi appieno le loro giornate. Come dicevo, quando provai a lasciare la scuola, rimanendo comunque chiuso in camera mia venni bocciato. Le professoresse erano consapevoli dei miei problemi di ansia, sebbene non ci fosse stato alcun certificato poichè non sono mai andato a delle visite nonostante le avessi chieste a mia madre. Qualche mese dopo, quando la scuola riprese ci riprovai sotto "obbligo" (per via degli assistenti sociali, essendo che per la mia età dovevo assolutamente andarci) e quindi quelle che definisco quasi torture ripreserò per un bel po', finchè non mi stancai. Ero in una classe con 3 persone questa volta, tutte pessime, si, la classe era formata da 4 persone in totale e non si faceva niente. Eravamo chiusi come prigioneri o meglio io lo ero, gli altri sembravano divertirsi (erano persone bocciate più volte abbastanza grandi rispetto a me). Dopo poco mi richiisi in camera, ancora una volta, per poi essere bocciato di nuovo. Il tempo passa, la scuola ricomincia, questa volta convinco mia madre a farmi andare in palestra, volevo andarci e le promisi di fare del mio meglio per ritornare a scuola (così che non le staccasserò il reddito) e nulla. La scuola era diversa, i professori erano diversi, i compagni anche. Era come se avessi iniziato tutto da capo ancora una volta, e beh, l'avevo fatto. Sono ancora sul letto di camera mia a piangere ogni notte, a maledirmi del perchè io debba avere così tanti problemi. Tra neanche 3 ore ho scuola, sono le 5:16 del mattino e sto assolutamente male al solo pensiero di metterci piede. Ho già saltato moltissimi giorni, eppure, vorrei proprio non andarci. Come se non bastasse, ultimamente ho perso interesse anche nella palestra. Mia madre mi dice spesso che ha sprecato tutto nello starmi dietro, e non la biasimo. Non ho mai avuto il coraggio di porrè fine alla mia vita, nè credo lo avrò, ma il pensiero continua ad essere costante e tutto questo peso non riesco a reggerlo. Non mi interessa del mio futuro, non trovo la voglia di alzarmi nè di fare nient'altro. Cos'ho che non va esattamente? Scusate per lo sfogo.
Dott. Giacomo Caiani
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Nova Milanese
Buonasera, mi spiace molto per la situazione difficile che sta vivendo: le cose che racconta sono piuttosto complesse e radicate e sarebbe inappropriato cercare di darle consigli o soluzioni partendo da questo trafiletto così sintetico.
In tutto il suo racconto non menziona mai di aver cercato aiuto da un professionista, cosa che invece mi pare l'unica cosa da fare per cercare di cambiare un po' la sua situazione. Le consiglio quindi di parlare con sua madre della possibilità di riceve un aiuto specialistico

Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani

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Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, mi dispiace molto leggere quello che stai affrontando. Descrivi una problematica, in realtà, più comune di quello che pensi. Non è però questione di individuare cos'hai che non va, piuttosto il cercare un aiuto qualificato. Come hai già capito non sempre basta sforzarsi per fare qualcosa che non ci va di fare. Ti consiglio di rivolgerti al servizio pubblico (tramite il tuo medico), in neuropsichiatria infantile finchè sei minorenne, lì troverai specialisti in grado di aiutarti, con cui potrai parlare meglio ed approfondire ciò di cui avrai bisogno.
Dott.ssa Veronica Sarno
Psicologo, Psicologo clinico
Luino
Buonasera, è un importante passo di consapevolezza quello che ha fatto illustrandoci la sua storia ed anche che ora le è sopraggiunto il pensiero che così stia sprecando la sua vita, non ha niente che non va, è possibile che vi siano dei blocchi emozionali su cui sarebbe bene lavorare, eventualmente, se non la sente di spostarsi, anche on-line.
Distinti Saluti
Dott.ssa Sarno Veronica
Dott.ssa Desirèe Pesce
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Pavia
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza carica di sofferenza. Sicuramente, dal suo racconto emerge una forte componente ansioso-depressiva che non le permette di svolgere serenamente la sua vita di tutti i giorni. Stante così le cose, le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la aiuti a superare questo momento e che la aiuti a riprendere in mano la sua vita. Le potrà essere d'aiuto rimettere in ordine alcuni passaggi chiave della sua esistenza che l'hanno condotta ad isolarsi e a trascorrere la sua socialità prettamente online. Lei è giovanissimo, per cui un percorso del genere non potrà far altro che aprirle nuove possibilità d'esistenza ed aiutarla ad uscire dalla depressione e dall'isolamento sociale.
Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti non esiti a contattarmi. Dott.ssa Desirèe Pesce.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Ciao! Grazie per aver trovato il coraggio di scrivere e condividere quello che stai vivendo. Non è facile esprimere tutto questo, e il fatto che tu lo abbia fatto dimostra una forza interiore che forse ora non riesci a vedere, ma che è reale. Quello che stai passando è profondamente doloroso, e vorrei dirti subito che non sei sbagliato, anche se ora ti senti così. Questa sensazione di isolamento e di inutilità, il peso che descrivi, sono segnali di una sofferenza che merita attenzione e cura. L’ansia, il senso di essere inadatto e il desiderio di isolarti sono probabilmente diventati dei meccanismi per cercare di proteggerti da qualcosa che percepisci come insopportabile o troppo difficile da affrontare. La tua stanza, per quanto ora sembri una prigione, inizialmente è stata probabilmente un rifugio. È normale cercare sicurezza quando ci sentiamo sopraffatti, ma capisco anche quanto questa situazione ti faccia sentire intrappolato adesso. Quello che stai vivendo potrebbe avere radici in qualcosa di più profondo, come un’ansia sociale o una depressione, che rendono difficile fare anche le cose più semplici. La scuola, le relazioni, persino la palestra, diventano montagne impossibili da scalare. Non è una tua colpa, è qualcosa che succede quando la mente e il corpo si trovano bloccati in un ciclo di stress e paura. E uscire da questo ciclo è possibile, anche se ora ti sembra un obiettivo lontano. Ti dico questo perché voglio che tu sappia che c’è una strada per sentirti meglio, anche se ora può sembrare invisibile. Parlare con un professionista, un terapeuta, potrebbe aiutarti a esplorare queste emozioni e a trovare modi concreti per iniziare a spezzare questo senso di blocco. Non sei solo, anche se ora ti senti così. Per quanto riguarda tua madre, capisco quanto sia difficile sentire quelle parole. Probabilmente anche lei si sente impotente e non sa come aiutarti, e questo la porta a reagire in modi che finiscono per ferirti ancora di più. Ma il tuo valore non dipende da quello che lei dice o fa. Tu meriti di essere visto per quello che sei, con tutte le difficoltà che stai affrontando. Non è necessario risolvere tutto in una volta. Forse il primo passo potrebbe essere proprio quello di chiedere supporto, magari cercando qualcuno con cui parlare, che sia un professionista o una figura di fiducia nella tua vita. Non c’è nulla di sbagliato in te: stai vivendo un momento molto difficile, ma questo non definisce chi sei né il tuo futuro. Ti voglio lasciare con una cosa importante: il fatto che tu stia cercando di capire cosa non va, che tu stia parlando di queste emozioni, è già un atto di speranza. E questa speranza, per quanto piccola, può essere il punto di partenza. Non mollare. Sei più forte di quanto credi, e meriti di sentirti meglio. Ti saluto bro. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo che tu abbia assolutamente necessità di un supporto psicologico. La situazione che descrivi non è superabile con la sola forza di volontà e, per di più, se provi e non riesci a superare l'obiettivo prefissato, finisci con l'alimentare una bassa autostima. Non riesci a chiedere l'aiuto di uno psicoterapeuta? Direi che sia diventata una necessità prioritaria, prima che la situazione peggiori ulteriormente.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
credo vada presa in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso psicologico. Parli coi suoi genitori del fatto che sta male e di aver bisogno di un aiuto professionale. Solo così credo possa affrontare i temi importanti e allo stesso tempo delicati qui riportati.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Ciao,

grazie per aver trovato il coraggio di condividere la tua esperienza. Quello che stai vivendo è molto doloroso, e sentirti intrappolato nella tua situazione è comprensibile. Da quello che racconti, emerge una grande sofferenza emotiva che probabilmente è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui ansia, isolamento e un senso di inadeguatezza che sembra pesare molto su di te.

Non c'è nulla di "sbagliato" in te come persona. Quello che stai affrontando non è una tua colpa, ma potrebbe essere il segnale di un disagio psicologico che merita attenzione e cura. La difficoltà a socializzare, l'ansia intensa legata alla scuola e il disinteresse verso attività che un tempo ti piacevano sono segnali che qualcosa sta interferendo con il tuo benessere.

Parlare con un professionista potrebbe essere il primo passo per iniziare a comprendere meglio ciò che stai vivendo e trovare strategie per affrontarlo. Un terapeuta può aiutarti a esplorare le emozioni che provi e a sviluppare modi per gestire l'ansia e la paura del giudizio, oltre a lavorare sul senso di isolamento che senti.

Anche se al momento può sembrarti tutto troppo grande da affrontare, ti invito a non arrenderti. Ogni passo, anche il più piccolo, è un segno che stai cercando di prenderti cura di te stesso. Se non ti senti pronto a parlare subito con un terapeuta, potresti iniziare condividendo i tuoi sentimenti con una persona di fiducia nella tua vita.

Ricorda che non sei solo. Ci sono persone pronte ad ascoltarti e aiutarti, sia nella tua famiglia sia tra i professionisti. Se vuoi, posso aiutarti a trovare le parole per parlarne con un genitore, un insegnante o un medico, o a capire meglio i tuoi prossimi passi. È importante che tu sappia che il tuo dolore è reale, ma che esiste anche un modo per affrontarlo.

Se hai bisogno di supporto immediato, cerca di contattare un servizio di ascolto o di emergenza nella tua zona. Parlare con qualcuno può fare la differenza.

Ti mando un grande incoraggiamento e ti invito a prenderti cura di te con la stessa gentilezza con cui hai deciso di scrivere questo messaggio. Se hai bisogno di ulteriori consigli o vuoi continuare a parlare, sono qui.
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente grazie per aver condiviso la sua situazione. Da come scrive si percepisce profondamente il disagio ed il dolore che questa le provoca. La situazione che descrive si protrae da quasi tre anni e le da sempre più pesantezza. Chiudersi tra "le quattro mura della sua stanza" le ha fatto perdere anni di scuola, avere bocciature e sentire il disagio di dover ricominciare ogni volta daccapo. Le ha fatto anche privilegiare relazioni online piuttosto che reali. Questo sta creando un circolo poco funzionale nella sua vita. Scrivere qui dimostra, oltre alla sua sofferenza, anche la voglia di uscirne. In questo momento un sostegno e supporto psicologico è fondamentale per aiutarla a risollevarsi ed uscire dalla situazione che sta vivendo. Si rivolga ad un professionista, possibilmente in presenza (è un primo passo per uscire e ritrovare il mondo esterno), e vedrà che ritroverà interesse nel suo futuro. E' giovane e ritroverà tutta la sua forza. Spero di esserle stato d'aiuto. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, ha fatto un passo molto importante scrivendo e condividendo quello che sta vivendo. È chiaro che sta attraversando un momento difficile, e il fatto che ne parli dimostra la sua volontà di trovare una via d'uscita, anche se al momento tutto sembra pesante. Da quello che racconta, sembra che l'ansia e l'isolamento stiano influenzando fortemente la sua vita quotidiana, portandola a chiudersi sempre di più, sia a livello sociale che scolastico. Quello che descrive, inclusi i pensieri negativi su di sé e il futuro, può essere un segnale di un disagio che merita attenzione. Non c'è nulla di sbagliato in lei come persona, ma è importante che riceva il giusto supporto per affrontare questi sentimenti. Parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere meglio l'origine di questi pensieri e a trovare delle strategie per gestire l'ansia e la mancanza di motivazione. Può sembrare difficile, ma fare piccoli passi verso un cambiamento, come uscire di casa o parlare con una persona di cui si fida, può aiutarla a spezzare il ciclo di isolamento in cui si sente intrappolato. È importante che non affronti tutto da solo: anche se ora tutto sembra troppo, con il tempo e l'aiuto giusto potrà ritrovare un po' di serenità. Il fatto che abbia avuto pensieri difficili è un segnale del suo bisogno di essere ascoltato e sostenuto, e cercare aiuto non è una debolezza, ma una forma di coraggio. Anche piccoli miglioramenti, passo dopo passo, possono fare una grande differenza. Non deve fare tutto subito, né da solo.
Dott. Luca Vocino
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Caro,

grazie per aver condiviso la tua storia, capisco quanto sia pesante convivere con questo senso di blocco e isolamento. Non c’è nulla di “sbagliato” in te, ma sembra che tu stia affrontando una profonda difficoltà che ti porta a vedere tutto come insormontabile. La terapia breve strategica potrebbe aiutarti a spezzare questo ciclo di isolamento e paura, lavorando su piccole azioni concrete per ritrovare un senso di controllo e benessere.

L’obiettivo sarebbe iniziare da passi graduali, affrontando con strumenti specifici ciò che ti blocca, come l’ansia sociale e la mancanza di motivazione, senza costringerti a cambiamenti drastici o immediati. Se ti senti pronto, un primo passo potrebbe essere chiedere un supporto a un professionista per costruire insieme un percorso su misura. Non sei solo in questo, e ci sono modi per tornare a vedere un futuro migliore.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, se posso darti del tu ne sarei felice. Sento molta maturità e sensibilità dietro le tue parole. Si percepisce un'età mentale maggiore dei tuoi teneri 16 anni. Essere così introspettivi e avanti rispetto ai propri coetanei può portare il malessere che stai vivendo, però ti assicuro che è una fase che molti attraversano. Sei in fase di capire e scoprire qual è la tua strada ed è normale essere disorientati. Ti consiglio di iniziare un percorso di supporto e sostegno psicologico, oggi online si può fare, approfittane! Partendo da te e dal suo meraviglioso mondo interiore scoprirai le infinite possibilità della vita e sarai in grado di scegliere che strada prendere. Non rinunciare nella possibilità di vivere questa vita che ti è stata donata, precludendoti le sue infinite possibilità di scegliere come essere felice. La paura e l'ansia sono emozioni che possono essere gestite e superate. Prenditi cura di te.
Spero di esserti stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,
grazie per aver condiviso la tua storia, è un atto di grande coraggio e dimostra quanto sia importante per te cercare una via d’uscita da questa situazione. Prima di tutto, voglio dirti che quello che stai attraversando non è colpa tua, e non sei "sbagliato". Stai vivendo un momento di difficoltà che molte persone, giovani e meno giovani, possono comprendere più di quanto immagini. E, anche se ora ti sembra impossibile, è qualcosa che può essere affrontato con il giusto supporto.
Dai tuoi racconti emerge chiaramente una sofferenza profonda che si manifesta in ansia, isolamento e senso di inutilità. Questi sintomi possono essere legati a diverse difficoltà emotive che meriterebbero di essere valutate da un professionista. Il fatto che non riesci a trovare piacere in attività come la palestra o che hai difficoltà a uscire dalla tua stanza è un segnale che hai bisogno di aiuto per recuperare energia e speranza.
È importante che tu sappia che non sei solo e che ci sono persone disposte ad ascoltarti e supportarti. Il primo passo potrebbe essere quello di parlare apertamente con tua madre o un adulto di riferimento di fiducia, chiedendo il loro aiuto per rivolgerti a uno psicologo o a uno psichiatra. Non aver paura di insistere su questo punto: non si tratta di "un capriccio" o di una debolezza, ma di una necessità per il tuo benessere. Anche se in passato hai chiesto visite senza successo, riprova, magari con il supporto di un insegnante o di un assistente sociale che possa fare da tramite con tua madre.
Riguardo alla scuola, so quanto possa essere pesante affrontarla in queste condizioni. Ma cerca di non vedere il percorso scolastico come un tutto o niente: esistono modalità alternative di studio, come percorsi personalizzati o supporti per chi vive situazioni di disagio emotivo. Gli assistenti sociali o i servizi scolastici potrebbero aiutarti a trovare una soluzione meno opprimente e più adatta ai tuoi bisogni.
Per quanto riguarda il pensiero costante di "non farcela", voglio dirti che è normale sentirsi così quando si è sopraffatti, ma è importante non lasciarsi definire da queste sensazioni. Anche quando tutto sembra buio, con il giusto aiuto puoi scoprire che esiste una via d’uscita, una luce che magari ora non vedi ma che è lì ad aspettarti.
Un consiglio pratico: inizia con piccoli passi. Anche solo decidere di alzarti dal letto per fare una piccola attività, come sistemare la tua stanza o scrivere i tuoi pensieri, può essere un inizio. Ogni gesto, anche minuscolo, è un passo verso il cambiamento. E, se hai un amico o una persona online con cui ti senti a tuo agio, prova a parlare anche con loro di ciò che senti: condividere può alleggerire il peso.
Infine, ti invito con forza a contattare un servizio di supporto psicologico o, se ti senti sopraffatto, una linea di ascolto per giovani. Esistono professionisti che possono offrirti ascolto e consigli immediati, senza giudizio, come il Telefono Azzurro (1.96.96) o altre associazioni locali. Puoi farcela, e non devi affrontare tutto questo da solo. Sei importante, anche se ora fai fatica a crederlo.
Dott.ssa Veronica Ruffato
Psicologo, Psicologo clinico
Castelfranco Veneto
Gentile anonimo, lei purtroppo sta descrivendo uno dei sintomi più diffusi tra i giovani nella contemporaneità di oggi. Ovvero l'ansia sociale che si mischia con una forte necessità di ritiro dal mondo. Le sono vicina e mi dispiace molto per la sua situazione di grande sofferenza. Io le consiglio con il cuore di intraprendere un percorso di aiuto, anche online, se per lei uscire di casa attualmente è troppo difficile. Si ricordi che non è solo e che chiedere aiuto non è segno di debolezza ma, anzi, di grande forza.
Le auguro il meglio,
dott.ssa Veronica Ruffato
Dott.ssa Angela Pistilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Velletri
Gentile Utente, l'isolamento sociale, l'ansia, la difficoltà ad affrontare la scuola, la mancanza di interesse per le attività che prima le piacevano, sono tutti segnali importanti che non vanno sottovalutati.. Questo momento difficile può essere un'opportunità per conoscersi meglio, per affrontare le sue paure e per costruire un futuro più sereno.

Non si arrenda. Chieda aiuto e si prenda cura di se stesso.
Dott.ssa Angela Pistilli
Dott.ssa Estella D'Elia
Psicologo, Psicologo clinico
Busto Arsizio
Ciao, dev'essere stato difficile scrivere della tua esperienza.
In realtà ci sono molti ragazzi come te che non riescono ad andare a scuola (ritiro scolastico) o in generale non riescono a uscire di casa (ritiro sociale).
Non è semplice uscire da questa situazione, ma è possibile.
Ci sono diverse associazioni e realtà (anche gratuite) che si occupano di ragazzi e ragazzi con queste difficoltà, ti consiglio di parlarne con tua madre e di trovare qualcuno che possa aiutarvi.
RImango a disposizione


Dott.ssa Carla Fortuna Borrelli
Psicologo clinico, Psicologo
Avezzano
Buongiorno, molti ragazzi della sua età presentano queste problematiche relative soprattutto all'ansia da prestazione scolastica caratterizzata da una situazione di disagio e agitazione intensa dovuto probabilmente alla paura del giudizio , alla paura di non essere abbastanza bravo. Prova a rivolgersi alla coordinatrice della classe, sicuramente potrà aiutarla e ad indirizzarla ad un professionista per avviare un percorso di psicoterapia.
Dott. Orlando Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Ciao, leggendo con attenzione la sua richiesta si capisce come questa situazione la stia stancando mentalmente, più che fisicamente, portandola a essere improduttivo e insoddisfatto. Sarebbe utile avere più informazioni su di lei per poterle dire qualcosa che, forse, possa esserle utile: dove vive, con chi, se ha avuto relazioni significative da piccolo o come passa il tempo a casa, e altre ancora.
Le suggerisco, in ogni caso, di iniziare a prendersi cura di sè proseguendo in questa richiesta di aiuto e parlando con qualcuno delle cose che la fanno stare male, così come delle cose che la fanno stare bene (magari scoprirà che sono più di quelle che pensa).
Sicuramente la scelta migliore sarebbe una consulenza in presenza, cosa che la indurrebbe a uscire di casa; ma posso capire che in questo momewnto lei trovi più conforto nel confontarsi con qualcuno da dietro un pc, dalla sua camera, nella sicurezza della sua abitazione. Anche in questo caso, certamente troverebbe colleghe e colleghi disponibili ad ascoltarla e ad impegnarsi per aiutarla.
Le auguro di poter trovare "una luce" e di iniziare a seguirla per riprendere in mano la sua vita.
Un caro saluto.
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Ciao, tu non hai niente che non vada. La tua vita non deve procedere così, come un'eterna lotta con chissà quali mostri. Stare dietro al proprio figlio non è mai tempo sprecato: tua madre dovrebbe chiedersi in cosa sta sbagliando. Per quanto riguarda te, raccogli tutte le forze che ti sono rimaste e vai a parlare con un Assistente Sociale o con un Professore e CHIEDI AIUTO, magari facendo leggere quello che hai scritto su questa piattaforma. Non mollare. Ti garantisco che puoi stare molto meglio di così, ci vorrà tempo, ma succederà. E' fondamentale che tu venga visitato da un professionista della Salute Mentale. Forza. Ce la puoi fare.
Cordialmente.
dott.ssa Floriana Ricciardi
Dott. Marco Dusi
Psicologo clinico, Psicologo, Terapeuta
Bassano del Grappa
Buonasera, le vorrei dire per prima cosa che mi dispiace per la sua situazione e il dolore che comporta. La situazione è complicata e non c'è una risposta semplice purtroppo. Esistono persone che hanno le sue stesse difficoltà e con fatica sono riuscite a finire gli studi e poi trovare lavori che non richiedano un'alta socialità. Le possibilità ci sono, non le sprechi tutte precludendosi la vita. Nel futuro c'è molto altro, solo ancora non lo conosce. Non per questo è facile arrivarci...ha mai pensato a una terapia online?

Cordialmente

Dott. Marco Dusi
Dott.ssa Marta Melleri
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Ciao,

quanto hai descritto è una situazione che ho visto con tanti dei ragazzi con cui ho lavorato e con cui lavoro. Non sei solo. Il mio consiglio è di iniziare un percorso per poter affrontare un passo per volta la tua situazione che ora ti sembra insuperabile ma che puoi superare con il giusto supporto.
Se vuoi prendi un appuntamento online tramite il mio profilo.
Grazie per aver condiviso.
Caro utente, prima di tutto voglio dirle che mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo. Non è affatto facile affrontare ciò che descrive, e il condividere i suoi pensieri è un primo passo importante.
Sarebbe necessario un consulto psicologico per poterle rispondere in maniera adeguata. Tuttavia, percependo il suo bisogno di comprendere ciò che le accade, condivido con lei delle ipotesi, ribadendole che non necessariamente rappresentano la sua realtà.Mi sembra che nella sua storia ci siano degli aspetti di forte ansia sociale uniti a vissuti di solitudine e depressivi. L'ansia che descrive, soprattutto legata alla scuola e alle interazioni sociali, potrebbe essere infatti una forma di ansia sociale, con vissuti di sopraffazione e/o incapacità percepita di gestire le situazioni sociali, anche quando non ci sono problematiche chiare nella relazione con gli altri. Il fatto che si senta così stressato al solo pensiero di andare a scuola è un importante campanello d’allarme. Sembrerebbe necessario un supporto professionale che la aiuti a gestire queste emozioni. Ci tengo a specificarle che, qualora rappresentasse per lei una fonte d’ansia lo svolgere delle sedute “classiche”, potrebbe pensare di concordare con il/la professionista da lei scelto/a una modalità che renda la sua ansia sostenibile. Inoltre, ritengo importante che lei sappia che è molto comune che persone che vivono situazioni come la sua si sentano disconnesse dai propri coetanei, come le accade con i suoi compagni di classe. Questo può portare a una sensazione di isolamento dalla quale si trova spesso rifugio nel mondo virtuale. Per quanto concerne i pensieri legati alla vita e alla morte, capisco quanto possa essere doloroso affrontare costantemente quella sensazione di vuoto e di disinteresse per il futuro. È importante che lei sappia che questi pensieri possono essere modificati e che non deve affrontali da solo. Esistono terapie e percorsi di supporto che possono aiutarla a modificare e migliorare nettamente la sua qualità di vita.
La incoraggio a parlare apertamente con sua madre di ciò che sya vivendo, per cercare insieme un percorso di supporto.
Se ad un certo punto dovesse sentire che il peso diventa insostenibile, chiami immediatamente un supporto d'emergenza, come una linea di ascolto o una figura di riferimento che la possa supportare.
Le mando un caro saluto. Se avesse bisogno di parlare di più, io sono qui.

Dott.ssa Federica Clemente
Dott.ssa Ilaria Lanni
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro ragazzo,

il fatto che tu abbia trovato il coraggio di scrivere queste parole dice molto di te: significa che dentro di te c’è già un desiderio di cambiamento, anche se ora ti sembra lontano o difficile da realizzare. Questo è un primo passo, ed è un passo importante.

Quello che stai vivendo – l’isolamento, l’ansia, la fatica a relazionarti – non è colpa tua. È il segnale che stai affrontando un grande dolore interiore, senza gli strumenti giusti. E questo non ti rende debole: ti rende umano.

La tua vita non è finita, né sprecata. È semplicemente in una fase di blocco, che può essere compresa e affrontata. Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza. E ora che hai iniziato a farlo, puoi continuare – un passo alla volta.

Se vuoi, possiamo cercare insieme un supporto psicologico adatto a te, anche online.

Non sei solo. Resto a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Martina Scandola
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao, grazie per aver trovato il coraggio di raccontare tutto quello che stai vivendo. Non è affatto semplice mettere in parole una sofferenza così grande, soprattutto quando si ha solo 16 anni e ci si sente già stanchi, intrappolati e soli. Ciò che hai scritto trasmette quanto peso stai portando sulle spalle da molto, troppo tempo… e voglio dirti subito una cosa importante: non sei sbagliato. Non c’è niente di “difettoso” in te. Quello che senti è il risultato di un dolore che è rimasto senza ascolto per troppo tempo.

Quello che descrivi — l’ansia intensa, la difficoltà ad uscire dalla stanza, la sensazione di isolamento, il pianto notturno, i pensieri di non farcela più — sono segnali di una sofferenza profonda che merita attenzione, cura e sostegno. Non stai scegliendo tu di stare così: stai combattendo ogni giorno con qualcosa che ti supera, e lo stai facendo da solo, senza gli strumenti adatti.

Dal punto di vista psicologico, quando un ragazzo così giovane si chiude per anni nella sua stanza, non si tratta di “pigrizia” o “incapacità di adattarsi”, ma di un sistema emotivo che cerca disperatamente protezione. La stanza diventa un luogo sicuro perché fuori c’è troppo: troppa ansia, troppa vergogna, troppa paura di non sentirsi all’altezza.

E il corpo parla: nausea, giramenti di testa, panico quando entri a scuola… non è debolezza. È la tua mente che sta dicendo: “Così non ce la faccio più”.

Anche il sentirti “diverso” dagli altri, come se gli altri vivessero con facilità ciò che per te è impossibile, può far nascere la sensazione di non appartenere a nessun posto. Ma la verità è che molti ragazzi vivono esperienze simili, anche se non se ne parla. Non sei l’unico, e non sei solo — anche se il dolore ti fa sentire così.

Un punto però è fondamentale:
i pensieri che descrivi, quelli in cui ti chiedi “che senso ha”, sono segnali che hai bisogno urgente di aiuto vero. Di un adulto competente, presente, che ti guardi con occhi diversi e che ti accompagni passo passo.

Vorrei lasciarti alcuni punti importanti, con molta delicatezza:

1. Quello che stai vivendo è reale e merita cura.
Ansia intensa, evitamento, crisi emotive, perdita di interesse, insonnia, pianto frequente, pensieri di non farcela: sono tutti segnali che raccontano un disagio psicologico significativo. Non sei tu il problema: è il dolore che hai dentro ad essere troppo grande per affrontarlo da solo.

2. Hai bisogno — e diritto — di un supporto psicologico immediato.
Non è una colpa chiedere aiuto, è un atto di coraggio. Un professionista può aiutarti a dare un nome a ciò che provi e insegnarti strategie per affrontare l’ansia e l’isolamento che ti tengono chiuso nella stanza.

3. Non devi farcela da solo.
Lo hai fatto per anni, e sei esausto. È normale sentirsi così quando si lotta da soli contro qualcosa che fa paura.

4. Parlane con un adulto di riferimento oggi stesso.
Un insegnante, un medico, un familiare, anche gli assistenti sociali se sono presenti nella tua storia: qualcuno che possa aiutarti ad accedere a un percorso di sostegno psicologico vero.

5. Se i pensieri di farti del male tornano, o diventano più forti, devi subito rivolgerti a un servizio di emergenza (come il 112) o a un servizio di ascolto anonimo come Telefono Amico o Samaritans. Parlare con qualcuno, subito, può fare la differenza.

6. La tua vita non è sprecata. È sospesa, ferita, bloccata… ma non finita.
Quello che stai vivendo non è un punto di arrivo, è un punto di partenza: il momento in cui chiedi supporto e inizi — finalmente — a non portare il peso da solo.

Il fatto che tu stia scrivendo qui dimostra una cosa bellissima: la parte di te che vuole vivere, capire, respirare, ricominciare, è ancora molto viva. E merita ascolto, cura e rispetto.

Non devi sapere “cos’hai che non va”: quella è la domanda che si indaga insieme, passo dopo passo.
Quello che posso dirti con certezza è che c’è speranza, c’è un percorso, e meriti di intraprenderlo con qualcuno accanto.

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