Salve soffro di ansia assolutamente invalidante, mi impediscono di uscire e attacchi di panico.. Ri
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Salve soffro di ansia assolutamente invalidante, mi impediscono di uscire e attacchi di panico..
Riguardo il fatto dell’uscire mi è successo ieri che dovevo fare una commissione importante e non riuscivo stavo per posticiparla perché il mio ragazzo dormiva tornò tardi dal lavoro.. mi sentivo angosciata triste.. poi appena si è alzato mi sono sentita “felice” e siamo andati…
Io anche in passato sono stata dipendente emotivamente del mio ex, non riuscivo a fare NULLA senza ricordo addirittura quando frequentavo scuola se non restavamo tutta la giornata in videochiamata stavo male.
Mi sta succedendo lo stesso con il mio attuale fidanzato nonché padre di mia figlia…
Inoltre da quando mi lasciai con il mio ex ( decisione presa da me) mi sento “vuota” “spenta” non riesco a provare quella felicità che parte da dentro nonostante ora stia bene con il mio fidanzato che mi tratta veramente da regina! Non mi manca niente eppure mi manca tutto.. la serenità interna!
Mi capita sempre di non sentirmi in me e a volte inizio a “realizzare” la mia vita: che ho una figlia, ESISTO.. non so è una sensazione stranissima…
Premetto che ho un bruttissimo rapporto con mio padre, praticamente non ci sentiamo nemmeno.. sono cresciuta con mia nonna, ma nonostante ciò lei mi ha dato tutto.. non capisco questi episodi di ansia continua che mi invalida al chè fui bocciata a scuola perché non riuscivo nemmeno a frequentarla.. il giorno del mio compleanno rimasi a casa da sola sul letto a guardare un film (piangendo perché ero sola) anche se avevo l opportunità di uscire con mia sorella e le sue amiche, non ce l’ho fatta..
Mi capitano episodi di rabbia improvvisi dove me la prendo anche le persone che amo tipo mia sorella, ma passati quei 10 minuti mi sento in colpa e mi viene da piangere .. mi sento pazza!
Sono andata dalla psicologa dell’Asl non mi sono trovata bene, ho paura che nessuno mi possa capire..
Riguardo il fatto dell’uscire mi è successo ieri che dovevo fare una commissione importante e non riuscivo stavo per posticiparla perché il mio ragazzo dormiva tornò tardi dal lavoro.. mi sentivo angosciata triste.. poi appena si è alzato mi sono sentita “felice” e siamo andati…
Io anche in passato sono stata dipendente emotivamente del mio ex, non riuscivo a fare NULLA senza ricordo addirittura quando frequentavo scuola se non restavamo tutta la giornata in videochiamata stavo male.
Mi sta succedendo lo stesso con il mio attuale fidanzato nonché padre di mia figlia…
Inoltre da quando mi lasciai con il mio ex ( decisione presa da me) mi sento “vuota” “spenta” non riesco a provare quella felicità che parte da dentro nonostante ora stia bene con il mio fidanzato che mi tratta veramente da regina! Non mi manca niente eppure mi manca tutto.. la serenità interna!
Mi capita sempre di non sentirmi in me e a volte inizio a “realizzare” la mia vita: che ho una figlia, ESISTO.. non so è una sensazione stranissima…
Premetto che ho un bruttissimo rapporto con mio padre, praticamente non ci sentiamo nemmeno.. sono cresciuta con mia nonna, ma nonostante ciò lei mi ha dato tutto.. non capisco questi episodi di ansia continua che mi invalida al chè fui bocciata a scuola perché non riuscivo nemmeno a frequentarla.. il giorno del mio compleanno rimasi a casa da sola sul letto a guardare un film (piangendo perché ero sola) anche se avevo l opportunità di uscire con mia sorella e le sue amiche, non ce l’ho fatta..
Mi capitano episodi di rabbia improvvisi dove me la prendo anche le persone che amo tipo mia sorella, ma passati quei 10 minuti mi sento in colpa e mi viene da piangere .. mi sento pazza!
Sono andata dalla psicologa dell’Asl non mi sono trovata bene, ho paura che nessuno mi possa capire..
Salve,
Quello che descrive è un vissuto molto intenso e complesso, caratterizzato da ansia invalidante, dipendenza emotiva e un senso di vuoto interiore che persiste nonostante le condizioni esterne positive. È comprensibile che questa situazione la faccia sentire sopraffatta e che, a volte, possa avere la sensazione di perdere il controllo delle proprie emozioni. L'ansia e gli attacchi di panico possono avere radici profonde, spesso legate a esperienze passate e a dinamiche relazionali, come il difficile rapporto con suo padre e la forte dipendenza emotiva che ha sperimentato nelle relazioni.
È importante sapere che queste difficoltà non definiscono chi è e che esistono percorsi terapeutici specifici in grado di aiutarla a gestire l'ansia, a sviluppare maggiore autonomia emotiva e a ritrovare un senso di benessere interiore. Il fatto di non essersi trovata bene con la psicologa dell’ASL non significa che nessuno possa capirla, ma piuttosto che è necessario trovare un professionista con cui si senta in sintonia e con cui possa costruire un percorso terapeutico efficace.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio le origini del suo malessere e fornirle gli strumenti necessari per affrontarlo in modo efficace.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Quello che descrive è un vissuto molto intenso e complesso, caratterizzato da ansia invalidante, dipendenza emotiva e un senso di vuoto interiore che persiste nonostante le condizioni esterne positive. È comprensibile che questa situazione la faccia sentire sopraffatta e che, a volte, possa avere la sensazione di perdere il controllo delle proprie emozioni. L'ansia e gli attacchi di panico possono avere radici profonde, spesso legate a esperienze passate e a dinamiche relazionali, come il difficile rapporto con suo padre e la forte dipendenza emotiva che ha sperimentato nelle relazioni.
È importante sapere che queste difficoltà non definiscono chi è e che esistono percorsi terapeutici specifici in grado di aiutarla a gestire l'ansia, a sviluppare maggiore autonomia emotiva e a ritrovare un senso di benessere interiore. Il fatto di non essersi trovata bene con la psicologa dell’ASL non significa che nessuno possa capirla, ma piuttosto che è necessario trovare un professionista con cui si senta in sintonia e con cui possa costruire un percorso terapeutico efficace.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a comprendere meglio le origini del suo malessere e fornirle gli strumenti necessari per affrontarlo in modo efficace.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
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Salve, il suo problema potrebbe essere facilmente trattato in un percorso psicologico per affrontare e superare le sue difficoltà. Se è questa è la sua intenzione, sono disponibile a fornirle il mio supporto professionale. Le porgo i miei saluti. Dr. Giacomi
Lei si porta dietro uno stato ansioso importante da molti anni. Perché non lo ha mai affrontato seriamente? Credo che i suoi problemi si siano aggravati nel tempo. È giunto il momento di affrontarli con impegno perché stanno compromettendo la sua esistenza. Si rivolga ad un professionista di provata competenza e inizi. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buongiorno, presenta un quadro abbastanza complesso al quale lavorando con le giuste tecniche ha molte possibilità di superare nonostante tutte le sofferenze che prova in questo momento. Gia il fatto che lei ne è consapevole potrebbe aiutarla per un possibile intervento.Mi dispiace che prima non si sia trovata bene. Posso dire che sarebbe opportuno farsi aiutare da un professionista in prima persona così da poter indirizzare e ottimizzare l'intervento. Le auguro un pronto miglioramento
Cara, la prima cosa che mi è saltata all'occhio è la seguente: "Premetto che ho un bruttissimo rapporto con mio padre, non ci sentiamo nemmeno" e "Non capisco questi episodi di ansia continua".
Ciò che racconta, seppur in uno spazio minuscolo e decontestualizzato, potrebbe essere di vitale importanza per comprendere la causa del suo attuale e comprensibilissimo disagio.
Sentire una "sensazione di vuoto", nonostante la relazione che descrive come fonte di felicità, può capitare quando ci sono dei bisogni emotivi non completamente soddisfatti, legati, probabilmente, all'infanzia, al legame con la famiglia, a un senso di identità perduto.
In fondo, cosa vuol dire dipendenza affettiva? non avere un sé che si regoli autonomamente e che si appoggia all'altro per esistere.
Mi sembra ottimo il fatto che abbia chiesto aiuto. Se non si è trovata bene, la invito a riprovare con un altro o altra terapeuta. La terapia è una relazione, e come tale va costruita su alleanza reciproca e fiducia. Un caro saluto, Dott.ssa Claudia Basileo, Psicologa.
Ciò che racconta, seppur in uno spazio minuscolo e decontestualizzato, potrebbe essere di vitale importanza per comprendere la causa del suo attuale e comprensibilissimo disagio.
Sentire una "sensazione di vuoto", nonostante la relazione che descrive come fonte di felicità, può capitare quando ci sono dei bisogni emotivi non completamente soddisfatti, legati, probabilmente, all'infanzia, al legame con la famiglia, a un senso di identità perduto.
In fondo, cosa vuol dire dipendenza affettiva? non avere un sé che si regoli autonomamente e che si appoggia all'altro per esistere.
Mi sembra ottimo il fatto che abbia chiesto aiuto. Se non si è trovata bene, la invito a riprovare con un altro o altra terapeuta. La terapia è una relazione, e come tale va costruita su alleanza reciproca e fiducia. Un caro saluto, Dott.ssa Claudia Basileo, Psicologa.
Innanzitutto voglio dirti che è davvero importante che tu abbia condiviso con me ciò che stai vivendo, perché è il primo passo per affrontare questa difficoltà. Le emozioni e le sensazioni che descrivi, come l'ansia invalidante, la difficoltà a sentirti veramente "in te stessa", la tristezza e la sensazione di "vuoto", sono segni che il tuo benessere emotivo sta attraversando un momento particolarmente delicato.
Mi sembra che ci siano delle dinamiche relazionali che ti influenzano molto, come la dipendenza emotiva che hai vissuto sia nel passato che, in qualche modo, anche nel presente. La paura di non essere "completa" o di non riuscire a stare bene da sola è una sensazione che può realmente creare molta sofferenza. Questi schemi, purtroppo, non sempre sono facili da gestire, soprattutto se si sono radicati nel tempo.
Il fatto che tu stia cercando di prendere consapevolezza di te stessa, della tua vita e delle tue emozioni, è comunque un segno molto positivo. A volte, quando ci sentiamo "vuoti" o "spenti", può essere utile riflettere su cosa realmente manca in quel momento e cosa ti impedisce di sentire la serenità che desideri. Non si tratta di trovare una risposta immediata, ma di esplorare con calma e gentilezza verso te stessa.
L'ansia, che si manifesta anche con episodi di panico, è sicuramente debilitante. È comprensibile che tu possa provare difficoltà a uscire e a gestire la quotidianità, specialmente quando senti di non avere il supporto emotivo che ti serve. Il fatto che tu abbia cercato aiuto in passato, ma non ti sia trovata bene con la psicologa dell'ASL, mostra quanto sia importante trovare un terapeuta con cui tu ti senta veramente a tuo agio. La paura di non essere compresa è qualcosa che molte persone sperimentano, ma voglio rassicurarti: è possibile trovare il giusto supporto, e tu meriti di sentirti ascoltata e compresa in modo autentico.
Riguardo agli episodi di rabbia improvvisi, che poi ti fanno sentire in colpa, ti invito a riflettere sul fatto che spesso questi scatti emotivi sono il risultato di una tensione interna non espressa o gestita, che poi esplode in modo incontrollato. Questo non ti rende "pazza", ma umana. La rabbia può essere un'emozione difficile da gestire, ma imparare a riconoscerla e a esprimerla in modo più sano è possibile con l'aiuto di un percorso terapeutico mirato.
Ti suggerisco di riflettere insieme a un professionista sulla possibilità di intraprendere un percorso che ti aiuti a lavorare su questi temi, soprattutto sulla gestione dell'ansia e sul rafforzamento della tua autonomia emotiva. È fondamentale che tu possa sentirti più stabile, radicata e capace di affrontare le difficoltà senza sentirti sopraffatta.
Mi auguro che tu possa trovare il supporto giusto per te e percorrere questo cammino di consapevolezza e guarigione.
Con affetto, Dott.ssa Francesca Gottofredi
Mi sembra che ci siano delle dinamiche relazionali che ti influenzano molto, come la dipendenza emotiva che hai vissuto sia nel passato che, in qualche modo, anche nel presente. La paura di non essere "completa" o di non riuscire a stare bene da sola è una sensazione che può realmente creare molta sofferenza. Questi schemi, purtroppo, non sempre sono facili da gestire, soprattutto se si sono radicati nel tempo.
Il fatto che tu stia cercando di prendere consapevolezza di te stessa, della tua vita e delle tue emozioni, è comunque un segno molto positivo. A volte, quando ci sentiamo "vuoti" o "spenti", può essere utile riflettere su cosa realmente manca in quel momento e cosa ti impedisce di sentire la serenità che desideri. Non si tratta di trovare una risposta immediata, ma di esplorare con calma e gentilezza verso te stessa.
L'ansia, che si manifesta anche con episodi di panico, è sicuramente debilitante. È comprensibile che tu possa provare difficoltà a uscire e a gestire la quotidianità, specialmente quando senti di non avere il supporto emotivo che ti serve. Il fatto che tu abbia cercato aiuto in passato, ma non ti sia trovata bene con la psicologa dell'ASL, mostra quanto sia importante trovare un terapeuta con cui tu ti senta veramente a tuo agio. La paura di non essere compresa è qualcosa che molte persone sperimentano, ma voglio rassicurarti: è possibile trovare il giusto supporto, e tu meriti di sentirti ascoltata e compresa in modo autentico.
Riguardo agli episodi di rabbia improvvisi, che poi ti fanno sentire in colpa, ti invito a riflettere sul fatto che spesso questi scatti emotivi sono il risultato di una tensione interna non espressa o gestita, che poi esplode in modo incontrollato. Questo non ti rende "pazza", ma umana. La rabbia può essere un'emozione difficile da gestire, ma imparare a riconoscerla e a esprimerla in modo più sano è possibile con l'aiuto di un percorso terapeutico mirato.
Ti suggerisco di riflettere insieme a un professionista sulla possibilità di intraprendere un percorso che ti aiuti a lavorare su questi temi, soprattutto sulla gestione dell'ansia e sul rafforzamento della tua autonomia emotiva. È fondamentale che tu possa sentirti più stabile, radicata e capace di affrontare le difficoltà senza sentirti sopraffatta.
Mi auguro che tu possa trovare il supporto giusto per te e percorrere questo cammino di consapevolezza e guarigione.
Con affetto, Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente buonasera.
Grazie per la sua sentita condivisione. Il suo racconto parla di una difficoltà viva e concreta nell'affrontare le più semplici attività quotidiane. Questo è un campanello d'allarme che va sicuramente ascoltato e deve corrispondere a una richiesta di aiuto professionale adeguato alle sue esigenze.
Lei ha già individuato alcune fonti ben riconoscibili per la sua sensazione di ansia, così come è perfettamente consapevole di adottare comportamenti di risposta poco funzionali che limitano di molto le sue possibilità di vivere una vita soddisfacente e priva di malessere psicologico.
Ma rendersi conto di avere un problema di ansia è solo il primo passo, anche se molto importante. Il successivo deve essere chiedere un supporto psicologico e cominciare davvero a liberarsi da questa numerosa serie di minacce mentali che attentano quotidianamente al suo desiderio di normalità.
Potrebbe esserle utile riflettere su questa domanda: come immagina che sarebbe la sua vita senza questo fardello della costante preoccupazione e dell'angoscia? Quali cose le piacerebbe fare, dove le piacerebbe andare, se non le venissero gli attacchi d'ansia? Come pensa che sarebbe la sua vita sociale e quella sentimentale?
Ecco, il percorso psicologico potrebbe aiutarla non solo a rispondere a queste domande, ma a fare in modo che diventino degli obiettivi concreti, raggiungibili e alla sua portata.
Sembra una montagna da scalare a piedi scalzi, vero?! Me è solo cominciando a camminare verso la vetta che possiamo capire quanta strada c'è effettivamente da fare, e magari rendersi conto che poi non era così impervia e ripida, perché più si avanza e più si impara a conoscere quella montagna e capire che essa è solo un ostacolo da superare, prima di ricominciare a scendere a valle, dall'altro lato.
Se lo desidera, posso accompagnarla in questo viaggio e aiutarla a superare le sue attuali difficoltà, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Grazie per la sua sentita condivisione. Il suo racconto parla di una difficoltà viva e concreta nell'affrontare le più semplici attività quotidiane. Questo è un campanello d'allarme che va sicuramente ascoltato e deve corrispondere a una richiesta di aiuto professionale adeguato alle sue esigenze.
Lei ha già individuato alcune fonti ben riconoscibili per la sua sensazione di ansia, così come è perfettamente consapevole di adottare comportamenti di risposta poco funzionali che limitano di molto le sue possibilità di vivere una vita soddisfacente e priva di malessere psicologico.
Ma rendersi conto di avere un problema di ansia è solo il primo passo, anche se molto importante. Il successivo deve essere chiedere un supporto psicologico e cominciare davvero a liberarsi da questa numerosa serie di minacce mentali che attentano quotidianamente al suo desiderio di normalità.
Potrebbe esserle utile riflettere su questa domanda: come immagina che sarebbe la sua vita senza questo fardello della costante preoccupazione e dell'angoscia? Quali cose le piacerebbe fare, dove le piacerebbe andare, se non le venissero gli attacchi d'ansia? Come pensa che sarebbe la sua vita sociale e quella sentimentale?
Ecco, il percorso psicologico potrebbe aiutarla non solo a rispondere a queste domande, ma a fare in modo che diventino degli obiettivi concreti, raggiungibili e alla sua portata.
Sembra una montagna da scalare a piedi scalzi, vero?! Me è solo cominciando a camminare verso la vetta che possiamo capire quanta strada c'è effettivamente da fare, e magari rendersi conto che poi non era così impervia e ripida, perché più si avanza e più si impara a conoscere quella montagna e capire che essa è solo un ostacolo da superare, prima di ricominciare a scendere a valle, dall'altro lato.
Se lo desidera, posso accompagnarla in questo viaggio e aiutarla a superare le sue attuali difficoltà, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buonasera, innanzitutto mi dispiace davvero per la situazione che sta vivendo. Deve essere molto difficile provare diverse sensazioni in modo così rapido. Provo a risponderle anche se è molto difficile non conoscendo bene la sua storia. A volte l'ansia si espande così tanto da provocare uno stato di angoscia al solo pensiero di uscire. spesso questo accade ad uno stadio avanzato e si inizia ad avere paura di ogni situazione. Già avere un compagno vicino penso sia positivo ma questo allo stesso modo la fa uscire solo quando c'è lui non aiutandola nell'affrontare le sue sensazioni.
Potrebbe inizialmente fare uscite in maniera graduale e vicino a casa per poco tempo e poi aumentare di volta in volta. Questo però non basterà, potrebbe anche prendere e portare sempre con sè delle gocce calmanti naturali che trova in erboristeria da usare al bisogno. Inizierei però un percorso introspettivo con una professionista in modo da provare a risolvere e comprendere la sua ansia così da poterla gestire.
Ha diverse emozioni che le scaturiscono ed è normale. Piano piano queste imparerà a conoscerle. è sicuramente una persona giovane con tante prospettive davanti.
Rimango a disposizione se vuole provare a fare un colloquio.
Dott.ssa Casumaro Giada
Potrebbe inizialmente fare uscite in maniera graduale e vicino a casa per poco tempo e poi aumentare di volta in volta. Questo però non basterà, potrebbe anche prendere e portare sempre con sè delle gocce calmanti naturali che trova in erboristeria da usare al bisogno. Inizierei però un percorso introspettivo con una professionista in modo da provare a risolvere e comprendere la sua ansia così da poterla gestire.
Ha diverse emozioni che le scaturiscono ed è normale. Piano piano queste imparerà a conoscerle. è sicuramente una persona giovane con tante prospettive davanti.
Rimango a disposizione se vuole provare a fare un colloquio.
Dott.ssa Casumaro Giada
Buonasera, lei non è assolutamente pazza, si prenda un bel respiro e legga cuor leggero.
Prendendo alla lettera le sue parole sembra che, all'insorgere dei primi segnali di quest'ansia, lei non abbia messo tempestivamente in campo le opportune contromisure. Al momento questa condizione è degenerata in agorafobia e il quadro più complesso sembra rimandare ad una condizione generale di "Psicastenia". Ora, lasciando a lei le opportune incombenze di cercare le definizioni citate, passiamo oltre le categorie diagnostiche (che non dicono mai tutta la verità) e proviamo ad entrare in punta di piedi nella sua situazione, che è assolutamente correggibile. Innanzitutto, in poche righe ha saputo chiarire molte omissioni affettive come quella del padre e, contemporaneamente, l'intervento di figure salvifiche e compensatorie come sua Nonna, il suo attuale compagno, sua figlia e sua sorella; è perciò stata esposta agli aspetti "contraddittori" della vita, e questo è un bene. Ma per qualche inceppo ancora ignoto di questo processo evolutivo si è affermata con maggiore, troppa intensità, l'impronta della sensazione di inadeguatezza. Poter riacquisire competenze sociali (e probabilmente non solo queste) è assolutamente realistico, ma credo che debba essere accompagnata. La riconquista di queste abilità richiede un duplice intervento: la messa in discussione delle credenze che remano contro l'idea di certe sue capacità e, contemporaneamente, la messa in atto di azioni che in modo graduale e virtuoso sappiano sostenere l'affermazione della fiducia nei propri mezzi. Senza inoltre tralasciare l'essenziale apporto, nella vita di chiunque, di realizzare ed ammettere che alcuni fallimenti o mancanze non possano essere del tutto rimarginati.
Facile? No, infatti si tratta di ingaggiare un'autentica lotta, tuttavia è possibile. Ecco perché l'ingrediente essenziale, per cominciare, è la volontà di affermare il diritto di stare bene, o se preferisce, il diritto ad essere più leggeri. Le auguro di cominciare il suo cammino
Prendendo alla lettera le sue parole sembra che, all'insorgere dei primi segnali di quest'ansia, lei non abbia messo tempestivamente in campo le opportune contromisure. Al momento questa condizione è degenerata in agorafobia e il quadro più complesso sembra rimandare ad una condizione generale di "Psicastenia". Ora, lasciando a lei le opportune incombenze di cercare le definizioni citate, passiamo oltre le categorie diagnostiche (che non dicono mai tutta la verità) e proviamo ad entrare in punta di piedi nella sua situazione, che è assolutamente correggibile. Innanzitutto, in poche righe ha saputo chiarire molte omissioni affettive come quella del padre e, contemporaneamente, l'intervento di figure salvifiche e compensatorie come sua Nonna, il suo attuale compagno, sua figlia e sua sorella; è perciò stata esposta agli aspetti "contraddittori" della vita, e questo è un bene. Ma per qualche inceppo ancora ignoto di questo processo evolutivo si è affermata con maggiore, troppa intensità, l'impronta della sensazione di inadeguatezza. Poter riacquisire competenze sociali (e probabilmente non solo queste) è assolutamente realistico, ma credo che debba essere accompagnata. La riconquista di queste abilità richiede un duplice intervento: la messa in discussione delle credenze che remano contro l'idea di certe sue capacità e, contemporaneamente, la messa in atto di azioni che in modo graduale e virtuoso sappiano sostenere l'affermazione della fiducia nei propri mezzi. Senza inoltre tralasciare l'essenziale apporto, nella vita di chiunque, di realizzare ed ammettere che alcuni fallimenti o mancanze non possano essere del tutto rimarginati.
Facile? No, infatti si tratta di ingaggiare un'autentica lotta, tuttavia è possibile. Ecco perché l'ingrediente essenziale, per cominciare, è la volontà di affermare il diritto di stare bene, o se preferisce, il diritto ad essere più leggeri. Le auguro di cominciare il suo cammino
Buonasera,
l'ansia può essere molto invalidante, non ci permette di affrontare la nostra quotidianità e ci limita nei rapporti interpersonali. Molto spesso cerchiamo di mettere in atto comportamenti volti a ridurre l'ansia, ad esempio cercando rassicurazione nelle persone a noi più vicine o evitando di frequentare posti per la paura di manifestarsi di un nuovo attacco. Tutto questo non riduce l'ansia, se non per un breve periodo, ma rafforza il circolo vizioso che si è creato. Un trattamento cognitivo comportamentale potrebbe aiutarla a identificare e modificare le sue credenze e a mettere in atto comportamento più adattivi. Un caro saluto
Dott.ssa Rossi Greta
l'ansia può essere molto invalidante, non ci permette di affrontare la nostra quotidianità e ci limita nei rapporti interpersonali. Molto spesso cerchiamo di mettere in atto comportamenti volti a ridurre l'ansia, ad esempio cercando rassicurazione nelle persone a noi più vicine o evitando di frequentare posti per la paura di manifestarsi di un nuovo attacco. Tutto questo non riduce l'ansia, se non per un breve periodo, ma rafforza il circolo vizioso che si è creato. Un trattamento cognitivo comportamentale potrebbe aiutarla a identificare e modificare le sue credenze e a mettere in atto comportamento più adattivi. Un caro saluto
Dott.ssa Rossi Greta
Buonasera, quello che mi sento di suggerirle è di provare a darsi una possibilità con un'altra professionista per affrontare i nuclei di sofferenza che ha esposto e che meritano senz'altro uno spazio di esplorazione.
Quando il malessere e i sintomi sono invalidanti importante prendersene cura.
I sintomi sono il miglior adattamento che il nostro sistema ha trovato per far fronte a delle difficoltà psichiche e il corpo ci sta segnalando di ascoltarlo.
Rispetto al pezzo di storia familiare che ha brevemente esposto insieme alle ipotesi che si è fatta sui suoi sintomi vanno esplorati nella stanza di terapia in cui poter pian piano delineare non solo gli aspetti di funzionamento personale ma anche un piano di cura.
L'ansia, per mia esperienza clinica, se è ricorrente nel corso della vita ha a che fare con questioni passate. Raramente è per qualcosa accaduto "di recente".
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Quando il malessere e i sintomi sono invalidanti importante prendersene cura.
I sintomi sono il miglior adattamento che il nostro sistema ha trovato per far fronte a delle difficoltà psichiche e il corpo ci sta segnalando di ascoltarlo.
Rispetto al pezzo di storia familiare che ha brevemente esposto insieme alle ipotesi che si è fatta sui suoi sintomi vanno esplorati nella stanza di terapia in cui poter pian piano delineare non solo gli aspetti di funzionamento personale ma anche un piano di cura.
L'ansia, per mia esperienza clinica, se è ricorrente nel corso della vita ha a che fare con questioni passate. Raramente è per qualcosa accaduto "di recente".
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buonasera. potrà riprendere in mano la sua vita solo affrontando l’ansia e non evitandola per paura del palco. Con pratiche di gestione dell’ansia e non ricorrendo a dipendenze altrui aggravando lì per le continue richieste di aiuto potrà sempre più autonoma e meno frustrata con la rabbia conseguente. Pratiche di terapie brevi e specializzate nell’ansia e panico potranno essere la sua salvezza della prigione di evitamento del panico. A disposizione Dottor Gianpietro Rossi
Salve, mi dispiace molto per quello che sta passando, capisco quanto possa essere difficile affrontare tutto questo. Sente di avere molte emozioni contrastanti e di essere bloccata in un circolo vizioso che le impedisce di vivere serenamente. L'ansia, il panico, la dipendenza emotiva, la sensazione di vuoto che descrive, sono esperienze davvero dolorose e non c'è nulla di “pazzo” in quello che sta vivendo. È chiaro che sta attraversando un momento molto complicato.
Il fatto che lei senta un legame emotivo forte con il suo partner e che lo considera una fonte di conforto non è raro per chi ha vissuto esperienze di ansia o di difficoltà emotive. Ma allo stesso tempo, la sua descrizione di sentirsi “vuota” o “spenta” dopo la fine della sua relazione passata, anche se ora sta bene con il suo compagno, suggerisce che potrebbe sentirsi sopraffatta dal peso emotivo che si porta dentro. A volte, quando ci sentiamo insoddisfatti interiormente, nonostante l'amore o le cose buone che abbiamo nella nostra vita, è come se ci mancasse un "centro" di serenità che non dipenda da fattori esterni, come altre persone o situazioni.
Non è raro che le persone che lottano con l'ansia si sentano come se avessero bisogno di qualcuno per affrontare le sfide quotidiane, ma questo non significa che lei non sia capace di affrontarle da sola. È solo una reazione del suo corpo e della sua mente ad un vissuto che l'ha segnata molto.
Ha avuto esperienze difficili, sia con la sua famiglia che con la scuola e capisco che questo le abbia lasciato un segno profondo. Anche il fatto che lei abbia avuto difficoltà a mantenere una connessione sana con suo padre potrebbe aver contribuito ad un senso di insicurezza e difficoltà emotiva. Questi episodi di rabbia e poi sensi di colpa sono segni che qualcosa dentro di lei sta lottando per emergere, ma anche che le sue emozioni sono difficili da gestire senza il giusto supporto.
Il sostegno psicologico è una strada importante e le consiglio di non arrendersi se la sua esperienza con la psicologa dell'ASL non è stata positiva. Può capitare che una prima esperienza non sia quella giusta, ma ciò non significa che non ci siano professionisti che possano aiutarla. Magari cercare un'altra psicologa, o qualcuno con cui si sente più a suo agio, potrebbe fare la differenza.
Anche se può sembrare difficile ora, il fatto che lei stia riconoscendo i suoi sentimenti ed il suo bisogno di comprensione è un passo importante. Mi sento davvero di dirle che il suo benessere e la sua serenità sono possibili, anche se il cammino potrebbe essere lungo. Spero che lei possa trovare la forza di affrontare tutto con calma, cercando il supporto giusto e prendendosi il tempo necessario per stare bene.
Se ha altre domande o curiosità, rimango a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Il fatto che lei senta un legame emotivo forte con il suo partner e che lo considera una fonte di conforto non è raro per chi ha vissuto esperienze di ansia o di difficoltà emotive. Ma allo stesso tempo, la sua descrizione di sentirsi “vuota” o “spenta” dopo la fine della sua relazione passata, anche se ora sta bene con il suo compagno, suggerisce che potrebbe sentirsi sopraffatta dal peso emotivo che si porta dentro. A volte, quando ci sentiamo insoddisfatti interiormente, nonostante l'amore o le cose buone che abbiamo nella nostra vita, è come se ci mancasse un "centro" di serenità che non dipenda da fattori esterni, come altre persone o situazioni.
Non è raro che le persone che lottano con l'ansia si sentano come se avessero bisogno di qualcuno per affrontare le sfide quotidiane, ma questo non significa che lei non sia capace di affrontarle da sola. È solo una reazione del suo corpo e della sua mente ad un vissuto che l'ha segnata molto.
Ha avuto esperienze difficili, sia con la sua famiglia che con la scuola e capisco che questo le abbia lasciato un segno profondo. Anche il fatto che lei abbia avuto difficoltà a mantenere una connessione sana con suo padre potrebbe aver contribuito ad un senso di insicurezza e difficoltà emotiva. Questi episodi di rabbia e poi sensi di colpa sono segni che qualcosa dentro di lei sta lottando per emergere, ma anche che le sue emozioni sono difficili da gestire senza il giusto supporto.
Il sostegno psicologico è una strada importante e le consiglio di non arrendersi se la sua esperienza con la psicologa dell'ASL non è stata positiva. Può capitare che una prima esperienza non sia quella giusta, ma ciò non significa che non ci siano professionisti che possano aiutarla. Magari cercare un'altra psicologa, o qualcuno con cui si sente più a suo agio, potrebbe fare la differenza.
Anche se può sembrare difficile ora, il fatto che lei stia riconoscendo i suoi sentimenti ed il suo bisogno di comprensione è un passo importante. Mi sento davvero di dirle che il suo benessere e la sua serenità sono possibili, anche se il cammino potrebbe essere lungo. Spero che lei possa trovare la forza di affrontare tutto con calma, cercando il supporto giusto e prendendosi il tempo necessario per stare bene.
Se ha altre domande o curiosità, rimango a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Ciao, comprendo che la tua situazione sia molto complessa e dolorosa. È importante riconoscere che ciò che stai vivendo non è raro e che ci sono molte persone che affrontano sentimenti simili di ansia, dipendenza emotiva e difficoltà a trovare un senso di felicità o serenità.
La tua esperienza di sentirti "vuota" o "spenta" è comune in persone che hanno vissuto relazioni difficili o traumi emotivi. La dipendenza emotiva, come quella che descrivi, può derivare da una mancanza di stabilità o supporto nelle relazioni passate, il che può influenzare il modo in cui ti relazioni con il tuo attuale partner.
È positivo che tu riconosca di avere un buon rapporto con il tuo attuale fidanzato e che ti tratti bene, ma è altrettanto importante lavorare su te stessa e sulla tua felicità interiore. La sensazione di "realizzare" la tua vita e di esistere può essere un momento di consapevolezza, ma è anche un segno che potresti avere bisogno di esplorare più a fondo le tue emozioni e le tue esperienze passate.
Gli episodi di ansia e di rabbia che descrivi possono essere legati a fattori esterni o interni, come lo stress, la paura di non essere compresa o la pressione di dover sempre apparire forte. È normale sentirsi sopraffatti, soprattutto quando ci si trova in situazioni di grande responsabilità, come essere genitore.
Ti incoraggio a cercare un supporto professionale che possa offrirti un ambiente sicuro e comprensivo. Anche se la tua esperienza con la psicologa dell’ASL non è stata positiva, ci sono molti altri professionisti che potrebbero aiutarti a esplorare le tue emozioni e a lavorare su strategie per gestire l'ansia e migliorare la tua autostima. La terapia può essere un percorso lungo, ma può portare a una maggiore consapevolezza di sé e a un miglioramento della tua qualità di vita.
Infine, ricorda che non sei sola e che ci sono persone che possono e vogliono aiutarti a superare queste difficoltà. La tua vita e il tuo benessere sono importanti, e meriti di sentirti serena e realizzata.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
La tua esperienza di sentirti "vuota" o "spenta" è comune in persone che hanno vissuto relazioni difficili o traumi emotivi. La dipendenza emotiva, come quella che descrivi, può derivare da una mancanza di stabilità o supporto nelle relazioni passate, il che può influenzare il modo in cui ti relazioni con il tuo attuale partner.
È positivo che tu riconosca di avere un buon rapporto con il tuo attuale fidanzato e che ti tratti bene, ma è altrettanto importante lavorare su te stessa e sulla tua felicità interiore. La sensazione di "realizzare" la tua vita e di esistere può essere un momento di consapevolezza, ma è anche un segno che potresti avere bisogno di esplorare più a fondo le tue emozioni e le tue esperienze passate.
Gli episodi di ansia e di rabbia che descrivi possono essere legati a fattori esterni o interni, come lo stress, la paura di non essere compresa o la pressione di dover sempre apparire forte. È normale sentirsi sopraffatti, soprattutto quando ci si trova in situazioni di grande responsabilità, come essere genitore.
Ti incoraggio a cercare un supporto professionale che possa offrirti un ambiente sicuro e comprensivo. Anche se la tua esperienza con la psicologa dell’ASL non è stata positiva, ci sono molti altri professionisti che potrebbero aiutarti a esplorare le tue emozioni e a lavorare su strategie per gestire l'ansia e migliorare la tua autostima. La terapia può essere un percorso lungo, ma può portare a una maggiore consapevolezza di sé e a un miglioramento della tua qualità di vita.
Infine, ricorda che non sei sola e che ci sono persone che possono e vogliono aiutarti a superare queste difficoltà. La tua vita e il tuo benessere sono importanti, e meriti di sentirti serena e realizzata.
Rimango a completa disposizione. Un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Gentile Amica,
soffre davvero molto per quest'ansia da separazione, così invalidante! Una sofferenza che ci isola, perché non si riesce a far capire quando profondo può essere il terrore di rimanere soli.
Coraggio! Si può imparare a gestire e a superare questa condizione! Leggendo quello che scrive, mi sono chiesto se ha mai subito separazioni traumatiche. Queste, in giovane età, possono farci sentire così fragili e indifesi, e così pieni di terrore, da farci sentire incapaci di poter andare avanti - esposti al rischio di morire (letteralmente).
Nel suo caso è davvero necessaria una psicoterapia, meglio se cognitivo comportamentale, e le suggerisco anche di farsi aiutare con degli psicofarmaci - non parlo di calmanti, che sono utili solo quando l'ansia è troppo forte - ma di altri farmaci, come gli antidepressivi - che possono renderla più coraggiosa e aiutarla ad affrontare la separazione. fissi un colloquio con uno psichiatra per questo, e abbia fiducia.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
soffre davvero molto per quest'ansia da separazione, così invalidante! Una sofferenza che ci isola, perché non si riesce a far capire quando profondo può essere il terrore di rimanere soli.
Coraggio! Si può imparare a gestire e a superare questa condizione! Leggendo quello che scrive, mi sono chiesto se ha mai subito separazioni traumatiche. Queste, in giovane età, possono farci sentire così fragili e indifesi, e così pieni di terrore, da farci sentire incapaci di poter andare avanti - esposti al rischio di morire (letteralmente).
Nel suo caso è davvero necessaria una psicoterapia, meglio se cognitivo comportamentale, e le suggerisco anche di farsi aiutare con degli psicofarmaci - non parlo di calmanti, che sono utili solo quando l'ansia è troppo forte - ma di altri farmaci, come gli antidepressivi - che possono renderla più coraggiosa e aiutarla ad affrontare la separazione. fissi un colloquio con uno psichiatra per questo, e abbia fiducia.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve, comprendo quanto questa situazione possa essere per lei logorante e dolorosa. L’ansia, quando diventa così intensa e invalidante, può dare la sensazione di essere in gabbia, di non riuscire a riprendere il controllo della propria vita, e di perdere la serenità interiore che tanto desidererebbe. Ciò che racconta non è solo un disagio legato all’ansia in sé, ma sembra intrecciarsi a molteplici aspetti della sua storia e delle sue relazioni affettive, presenti e passate. Il fatto che uscire da sola le risulti impossibile e che senta un forte senso di angoscia finché non ha accanto il suo compagno suggerisce una profonda difficoltà nel vivere la separazione, anche momentanea, dalle persone significative. Ha già vissuto questa dipendenza emotiva con il suo ex e ora si ripresenta con il suo attuale fidanzato, nonostante con lui stia bene e si senta amata e rispettata. Questo è un aspetto importante, perché dimostra che non è il tipo di relazione che cambia la sua sofferenza, ma qualcosa di più profondo dentro di lei che chiede di essere compreso e affrontato. L’ansia, spesso, non è solo il problema, ma il sintomo di qualcosa di più radicato. Crescere con un rapporto difficile con suo padre e con l’assenza di una figura di riferimento stabile potrebbe aver contribuito a sviluppare un senso di insicurezza e di paura dell’abbandono, che oggi si manifesta nel bisogno costante di avere accanto qualcuno per sentirsi al sicuro. Il vuoto che descrive, quella sensazione di non riuscire a provare una felicità profonda, potrebbe derivare proprio da questa ferita emotiva non ancora elaborata. Quando il nostro senso di sicurezza è legato esclusivamente alla presenza di un’altra persona, può essere molto difficile sentirsi sereni da soli e trovare una felicità che nasca da dentro, indipendentemente da chi ci sta accanto. Anche la sensazione di "realizzare improvvisamente" la sua vita, di percepirsi come estranea a sé stessa, può essere legata a livelli molto alti di ansia e stress. Quando la mente è sovraccarica e non riesce a gestire il peso delle emozioni, a volte mette in atto una sorta di distacco dalla realtà per proteggersi. Questo può spaventare molto, ma non significa che stia impazzendo, né che sia qualcosa di irreversibile. È una risposta del cervello a uno stato di tensione prolungata. Capisco che abbia già provato a cercare aiuto e che l’esperienza con la psicologa dell’ASL non sia stata positiva. È normale provare delusione quando si cerca sostegno e non ci si sente compresi, ma questo non significa che non esista il giusto percorso per lei. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a lavorare su due aspetti fondamentali: da un lato, fornendole strumenti pratici per gestire l’ansia e gli attacchi di panico, così da non sentirsi più bloccata nella sua quotidianità; dall’altro, aiutandola a comprendere e trasformare quei meccanismi interiori che la portano a dipendere emotivamente dagli altri, permettendole di sviluppare una maggiore sicurezza in sé stessa e nella sua capacità di affrontare il mondo senza terrore. Non è sola in questa battaglia. C’è una strada per stare meglio, anche se ora le sembra lontana e difficile da trovare. Il primo passo è riconoscere che merita di stare bene e che, con il giusto supporto, può costruire una versione di sé più libera, più serena e più forte. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, innanzitutto vorrei rassicurarla sul fatto che è normale non trovarsi bene con un terapeuta soprattutto se non lo si è ricercato in base alle proprie esigenze. Qua su mio dottore ha un'ampia scelta di professionisti e sono certa che troverà qualcuno che possa fare al caso suo. Relativamente alla sua ansia potrebbe essere un problema di autostima e potrebbe essere la conseguenza delle relazioni con le sue figure di riferimento come i genitori o i caregiver. Se un bambino cresce in un ambiente in cui non si sente sufficientemente amato o valorizzato (alludo alla percezione non alla realtà), può sviluppare una percezione di sé come "non abbastanza" o "non meritevole di amore". Questo può generare una bassa autostima e ad insicurezza relativamente alle proprie capacità ed al proprio valore personale, paura e dell’abbandono ed anche a dipendenza emotiva quando si sviluppa uno stile di attaccamento insicuro, oscillando tra il bisogno eccessivo di approvazione e il timore di aprirsi agli altri. Da questa condizione di solito derivano situazioni di ansia generalizzata. Dunque lei non è assolutamente pazza, potrebbe avere solo una bassa autostima ma per verificarlo e soprattutto per lavorare sugli aspetti che la fanno soffrire le consiglio fortemente una psicoterapia. In bocca al lupo
Le consiglierei di sottoporre la questione al suo medico di base con l'idea di essere anche indirizzata ad un consulto psichiatrico: può trovare da lì delle prime strategie che, poi, potrebbero permetterle di affrontare queste questioni in una psicoterapia. Si muova appena può, merita di stare bene il prima possibile.
Buongiorno grazie per aver scritto su questa rubrica. Capisco che per lei non sia facile provare un’ansia cosi intensa da interferire con le attività di tutti i giorni. Ci sono tante tematiche che ha accennato e che richiederebbero di essere approfondite ed indagate. Non si faccia condizionare dal fatto che non si sia trovata bene con la precedente psicologa. Le consiglio di contattare una psicologa/psicoterapeuta per lavorare innanzitutto sull’ansia che sembra essere il sintomo principale, interferendo con il normale svolgimento della sua vita e poi gradualmente approfondire anche l’aspetto relazionale e la gestione della rabbia. Spesso ansia e rabbia sono due facce della stessa medaglia. In situazioni in cui ci si sente in pericolo o minacciati, ci sono due dinamiche comportamentali che entrano in gioco : l’attacco ( che è attivato dalla rabbia) e la fuga ( che è attivata dalla paura/ansia). Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a trovare uno spazio in cui si senta ascoltata, supportata e contenuta. Si ricordi che il cambiamento è possibile, non si arrenda. Resto a sua disposizione, nel caso volesse prenotare una consulenza online. In bocca al lupo.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa, specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa, specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Buongiorno, la inviterei a non demordere e a continuare a cercare un/una terapeuta che possa aiutarla perchè da quello che racconta potrebbe trarre molto giovamento da un percorso psicoterapeutico. L'ansia probabilmente è la punta dell'iceberg rispetto al suo vissuto di cui ha fatto solo cenno.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Da ciò che descrivi, sembrerebbe emergere una sofferenza che affonda le sue radici in esperienze passate, in particolare nei rapporti familiari e nelle dinamiche vissute durante l’infanzia. L’infanzia e le relazioni primarie svolgono un ruolo significativo nello sviluppo dell’identità e della regolazione emotiva, permettendoci di costruire e strutturare degli schemi di pensiero e di comportamento che successivamente ci guidano nel corso della nostra vita. Inoltre, l’ansia persistente, la sensazione di distacco dalla realtà e la difficoltà nel trovare un equilibrio tra autonomia e bisogno dell’altro possono essere segnali di un disagio che merita di essere ascoltato con attenzione. Comprendo come la tua esperienza con la professionista della ASL possa non aver risposto pienamente alle tue esigenze, ma voglio rassicurarti: il percorso psicologico non è sempre lineare e trovare il professionista giusto può fare una grande differenza.
In questo momento, un percorso psicologico potrebbe offrirti uno spazio sicuro in cui esplorare le origini del tuo malessere, comprendere le dinamiche sottostanti e sviluppare strategie adattive per la gestione dei vissuti da te riportati. Il risultato di questo lavoro potrà poi essere generalizzato alle attuali situazioni di vita quotidiana, apportando miglioramenti relativi al tuo benessere psicologico.
Se lo desideri, sono disponibile a offrirti supporto in questo percorso, attraverso un intervento psicologico personalizzato, sulla base delle tue specifiche esigenze.
In questo momento, un percorso psicologico potrebbe offrirti uno spazio sicuro in cui esplorare le origini del tuo malessere, comprendere le dinamiche sottostanti e sviluppare strategie adattive per la gestione dei vissuti da te riportati. Il risultato di questo lavoro potrà poi essere generalizzato alle attuali situazioni di vita quotidiana, apportando miglioramenti relativi al tuo benessere psicologico.
Se lo desideri, sono disponibile a offrirti supporto in questo percorso, attraverso un intervento psicologico personalizzato, sulla base delle tue specifiche esigenze.
Buonasera, i sintomi che lei prova sono più comuni di quel che pensa. Spesso l'ansia è legata ai primi legami di attaccamento e dalla storia che lei scrive, mi sembra possa essere anche il suo caso. Lavorare su questi temi è importante in primis per lei, poi per sua figlia e per la vita in generale. Purtroppo da soli non si può fare un lavoro del genere e non si può sempre sopportare un vissuto negativo. Pertanto le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e di sceglierlo in base a come sta nella relazione.
Si prenda cura di sé, non potrà che esserne felice.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Si prenda cura di sé, non potrà che esserne felice.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, le consiglio un percorso di psicoterapia che l'aiuti a capire l'origine della sua rabbia e della sua ansia, per poi trattarle al meglio. Cordiali saluti.
Salve,
le manifestazioni di cui parla ed il suo malessere potrebbero meglio esser accolti in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Mi occupo di attacchi di panico e dei disturbi d'ansia da moltissimi anni, nel caso potrei accogliere la sua richiesta di aiuto; ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni di cui parla ed il suo malessere potrebbero meglio esser accolti in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Mi occupo di attacchi di panico e dei disturbi d'ansia da moltissimi anni, nel caso potrei accogliere la sua richiesta di aiuto; ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere meglio le dinamiche che ha citato.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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