Salve, mi vedo con una ragazza saltuariamente, lei non sa cosa vuole ma a me piace. Abbiamo fatto se
24
risposte
Salve, mi vedo con una ragazza saltuariamente, lei non sa cosa vuole ma a me piace. Abbiamo fatto sesso 1 volta, ma le altre volte ( 3 -4 ) non è andata a buon fine perché il mio pene non era propriamente eretto. Sarà lo stress, o pensieri su di lei perché a me piace molto. Però ho paura che lei vada da qualcun altro che la soddisfi meglio. È frustrante pensare tutto questo.. anche perché non abbiamo delle conversazioni durature. Premetto che soffro di DOC e ho avuto paura di un episodio al mare dove abbiamo cercato di farlo solo che ho avuto lo stesso problema e lei era infastidita e io volevo rimediare e ho chiesto a lei di riprovarci e lei si è offesa perché io insistevo. Dicendomi così ho pensato che lei intendesse che io l'avessi costretta a fare qualcosa ( frutto delle mie paure ossessive.) ora mi ritrovo a pensare che lei voglia solo allontanarsi da me e stia già cercando di meglio e non so come stare bene..
Buongiorno gentile Utente, da ciò che racconta emerge un forte coinvolgimento emotivo nei confronti di questa ragazza, unito però a vissuti di insicurezza, paura del giudizio, timore dell'abbandono e sensi di colpa. La frustrazione per alcune difficoltà sessuali, soprattutto quando si ha un investimento affettivo importante e il rapporto è ancora instabile e poco definito, può facilmente amplificare le insicurezze personali, innescando pensieri ricorrenti, interpretazioni catastrofiche e il bisogno di avere conferme, tutte dinamiche che riconosce come connesse anche al disturbo ossessivo-compulsivo di cui riferisce soffrire.
In queste situazioni è frequente che lo stress legato all’ansia da prestazione o al timore di “perdere l’occasione” vada a interferire direttamente con la risposta sessuale. Non si tratta di un problema organico ma di un meccanismo molto comune in cui la mente, sovraccaricata da aspettative o paure, fatica a lasciarsi andare. Il fatto che le sue difficoltà si presentino in modo selettivo, in presenza di una persona che le piace e con cui la relazione non è chiaramente definita, conferma proprio l’aspetto psicologico della questione.
Capisco anche quanto possa essere stato doloroso percepire che lei si sia sentita fraintesa nella sua richiesta di rimediare all’intimità interrotta. In un contesto emotivo già fragile, è facile che un tentativo di riavvicinamento venga frainteso da entrambe le parti, e che un gesto dettato dal desiderio di connessione venga vissuto con disagio o addirittura con sospetto. Il pensiero che lei possa aver interpretato male la situazione, fino a pensare che lei l’abbia in qualche modo costretta, è verosimilmente un'espressione delle sue paure ossessive, che come spesso accade nei disturbi di questo tipo, si nutrono di senso di colpa, bisogno di controllo e timore di fare del male anche involontariamente.
Dal suo racconto traspare chiaramente quanto lei desideri vivere questa relazione in modo autentico, sano e rispettoso. Tuttavia, ciò che la fa soffrire non sembra tanto un rifiuto esplicito, quanto la vaghezza del legame stesso, la mancanza di chiarezza da parte dell’altra persona, e il fatto che questo la lasci in uno stato costante di allerta e interrogazione. In questi casi, oltre ad affrontare eventualmente con il giusto supporto terapeutico il suo DOC, sarebbe utile poter esplorare anche le sue aspettative affettive, i vissuti legati all’autostima relazionale e il significato che attribuisce all’accettazione da parte dell’altro. Spesso dietro queste dinamiche si celano ferite più antiche, mai del tutto elaborate, che riemergono con forza proprio nei rapporti affettivi più significativi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
In queste situazioni è frequente che lo stress legato all’ansia da prestazione o al timore di “perdere l’occasione” vada a interferire direttamente con la risposta sessuale. Non si tratta di un problema organico ma di un meccanismo molto comune in cui la mente, sovraccaricata da aspettative o paure, fatica a lasciarsi andare. Il fatto che le sue difficoltà si presentino in modo selettivo, in presenza di una persona che le piace e con cui la relazione non è chiaramente definita, conferma proprio l’aspetto psicologico della questione.
Capisco anche quanto possa essere stato doloroso percepire che lei si sia sentita fraintesa nella sua richiesta di rimediare all’intimità interrotta. In un contesto emotivo già fragile, è facile che un tentativo di riavvicinamento venga frainteso da entrambe le parti, e che un gesto dettato dal desiderio di connessione venga vissuto con disagio o addirittura con sospetto. Il pensiero che lei possa aver interpretato male la situazione, fino a pensare che lei l’abbia in qualche modo costretta, è verosimilmente un'espressione delle sue paure ossessive, che come spesso accade nei disturbi di questo tipo, si nutrono di senso di colpa, bisogno di controllo e timore di fare del male anche involontariamente.
Dal suo racconto traspare chiaramente quanto lei desideri vivere questa relazione in modo autentico, sano e rispettoso. Tuttavia, ciò che la fa soffrire non sembra tanto un rifiuto esplicito, quanto la vaghezza del legame stesso, la mancanza di chiarezza da parte dell’altra persona, e il fatto che questo la lasci in uno stato costante di allerta e interrogazione. In questi casi, oltre ad affrontare eventualmente con il giusto supporto terapeutico il suo DOC, sarebbe utile poter esplorare anche le sue aspettative affettive, i vissuti legati all’autostima relazionale e il significato che attribuisce all’accettazione da parte dell’altro. Spesso dietro queste dinamiche si celano ferite più antiche, mai del tutto elaborate, che riemergono con forza proprio nei rapporti affettivi più significativi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Gentile utente,
comprendo la sua difficoltà in questa situazione. Potrebbe considerare l'opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico di modo da poter ricevere un aiuto, sia per comprendere a fondo le difficoltà relazionali di cui parla, sia per poter ritrovare la serenità che in questo momento sente di aver perso.
Se vuole sono a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Marta Romano
comprendo la sua difficoltà in questa situazione. Potrebbe considerare l'opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico di modo da poter ricevere un aiuto, sia per comprendere a fondo le difficoltà relazionali di cui parla, sia per poter ritrovare la serenità che in questo momento sente di aver perso.
Se vuole sono a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Marta Romano
Capisco quanto questa situazione la stia facendo soffrire, soprattutto perché tiene molto alla sua fidanzata e teme di perderla. Quello che sta vivendo è una reazione naturale di ansia e stress che spesso blocca il corpo senza che lei ne sia direttamente responsabile. Soffrire di DOC rende spesso difficile rompere i circoli di ansia e insicurezza, che possono complicare anche la costruzione di una relazione solida e basata sulla reciproca fiducia. Un percorso psicologico potrebbe esserle d'aiuto nella gestione dei pensieri negativi e nel migliorare il benessere personale e relazionale. Un caro saluto, Chiara
Gentile utente,
Quello che racconta riflette un mix di fattori comprensibili:
- Ansia da prestazione (più frequente quando la relazione non è definita e si tiene molto all’altra persona).
- Ossessioni e timori tipici del DOC, che amplificano la paura di aver sbagliato o fatto qualcosa di scorretto.
- Insicurezza relazionale, alimentata dal fatto che lei stessa è incerta e non chiarisce cosa desidera.
Tutti questi aspetti creano un circolo vizioso: più si sente sotto pressione e teme di non essere “abbastanza”, più diventa difficile lasciarsi andare, con ripercussioni sulla sessualità e sulla serenità emotiva.
Riguardo all’episodio al mare, la sua paura di aver “costretto” è molto probabilmente un pensiero ossessivo, dato che lei stessa dice di aver chiesto di riprovare e non di aver forzato in alcun modo. È tipico del DOC interpretare le situazioni in modo catastrofico e colpevolizzante.
Cosa può aiutarla:
- Non riduca il rapporto alla sola prestazione sessuale: in una relazione serve anche comunicare emozioni e chiarire aspettative.
- Cerchi di sospendere, per quanto possibile, i pensieri di confronto e di “gara” con altri: sono solo ipotesi che la fanno soffrire.
- Valuti di parlarne con uno specialista (psicologo o psichiatra), soprattutto se queste ossessioni e la paura costante di perdere la persona diventano invalidanti.
- Se sta già seguendo un percorso per il DOC, ne parli apertamente: il tema delle relazioni e della sessualità è frequente e si può affrontare in terapia.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Quello che racconta riflette un mix di fattori comprensibili:
- Ansia da prestazione (più frequente quando la relazione non è definita e si tiene molto all’altra persona).
- Ossessioni e timori tipici del DOC, che amplificano la paura di aver sbagliato o fatto qualcosa di scorretto.
- Insicurezza relazionale, alimentata dal fatto che lei stessa è incerta e non chiarisce cosa desidera.
Tutti questi aspetti creano un circolo vizioso: più si sente sotto pressione e teme di non essere “abbastanza”, più diventa difficile lasciarsi andare, con ripercussioni sulla sessualità e sulla serenità emotiva.
Riguardo all’episodio al mare, la sua paura di aver “costretto” è molto probabilmente un pensiero ossessivo, dato che lei stessa dice di aver chiesto di riprovare e non di aver forzato in alcun modo. È tipico del DOC interpretare le situazioni in modo catastrofico e colpevolizzante.
Cosa può aiutarla:
- Non riduca il rapporto alla sola prestazione sessuale: in una relazione serve anche comunicare emozioni e chiarire aspettative.
- Cerchi di sospendere, per quanto possibile, i pensieri di confronto e di “gara” con altri: sono solo ipotesi che la fanno soffrire.
- Valuti di parlarne con uno specialista (psicologo o psichiatra), soprattutto se queste ossessioni e la paura costante di perdere la persona diventano invalidanti.
- Se sta già seguendo un percorso per il DOC, ne parli apertamente: il tema delle relazioni e della sessualità è frequente e si può affrontare in terapia.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
vedo che ti trovi in una situazione emotivamente complicata, dove l'ansia e il DOC stanno amplificando ogni piccolo segnale e trasformando l'incertezza in una spirale di pensieri negativi. Provo a offrirti una prospettiva più equilibrata.
Prima di tutto, riconosci che le tue paure ossessive stanno colorando l'interpretazione degli eventi. Quando lei si è offesa per l'insistenza, probabilmente reagiva alla pressione del momento, non necessariamente a una percezione di costrizione. Il DOC ti porta a trasformare un momento di fastidio comprensible in uno scenario catastrofico di colpa e rifiuto.
L'ansia da prestazione crea un circolo vizioso: più temi che le cose non vadano bene, più il corpo risponde con tensione, e più la tensione conferma le tue paure. È un meccanismo fisiologico normale, non una sentenza sulla tua capacità o sul tuo valore come persona.
Riguardo al timore che lei cerchi "di meglio": stai proiettando la tua insicurezza su una situazione che non conosci davvero. Il fatto che lei continui a vederti significa che trova qualcosa di interessante in te, al di là di un aspetto specifico della vostra intimità. Le persone raramente continuano a frequentare qualcuno se non provano un interesse genuine.
La difficoltà nelle conversazioni durature che menzioni potrebbe essere sia una sua caratteristica (non tutti sono grandi comunicatori) sia un riflesso della tua ansia: quando siamo tesi, spesso trasmettiamo quella tensione anche negli scambi quotidiani.
Invece di concentrarti su cosa lei potrebbe pensare o fare, prova a riportare l'attenzione su ciò che puoi controllare: gestire l'ansia, lavorare sui pensieri ossessivi, costruire una comunicazione più rilassata. Quando ci concentriamo troppo sulle paure, rischiamo di creare proprio i comportamenti che temiamo.
Considera che lei ha scelto di continuare a vederti nonostante tutto: questo dovrebbe essere un segnale positivo, non un motivo di ulteriore ansia. Se il DOC continua a interferire pesantemente con le tue relazioni, può essere utile lavorare con un professionista per sviluppare strategie specifiche per gestire i pensieri intrusivi in ambito relazionale.
L'ansia da prestazione e i pensieri ossessivi si alimentano dell'attenzione che gli diamo: più li combattiamo, più si rafforzano. Prova a concentrarti sul presente, sul piacere di stare insieme, sulla comunicazione autentica, piuttosto che sul controllo di ogni aspetto della relazione.
Un saluto e in bocca al lupo per trovare maggiore serenità.
Prima di tutto, riconosci che le tue paure ossessive stanno colorando l'interpretazione degli eventi. Quando lei si è offesa per l'insistenza, probabilmente reagiva alla pressione del momento, non necessariamente a una percezione di costrizione. Il DOC ti porta a trasformare un momento di fastidio comprensible in uno scenario catastrofico di colpa e rifiuto.
L'ansia da prestazione crea un circolo vizioso: più temi che le cose non vadano bene, più il corpo risponde con tensione, e più la tensione conferma le tue paure. È un meccanismo fisiologico normale, non una sentenza sulla tua capacità o sul tuo valore come persona.
Riguardo al timore che lei cerchi "di meglio": stai proiettando la tua insicurezza su una situazione che non conosci davvero. Il fatto che lei continui a vederti significa che trova qualcosa di interessante in te, al di là di un aspetto specifico della vostra intimità. Le persone raramente continuano a frequentare qualcuno se non provano un interesse genuine.
La difficoltà nelle conversazioni durature che menzioni potrebbe essere sia una sua caratteristica (non tutti sono grandi comunicatori) sia un riflesso della tua ansia: quando siamo tesi, spesso trasmettiamo quella tensione anche negli scambi quotidiani.
Invece di concentrarti su cosa lei potrebbe pensare o fare, prova a riportare l'attenzione su ciò che puoi controllare: gestire l'ansia, lavorare sui pensieri ossessivi, costruire una comunicazione più rilassata. Quando ci concentriamo troppo sulle paure, rischiamo di creare proprio i comportamenti che temiamo.
Considera che lei ha scelto di continuare a vederti nonostante tutto: questo dovrebbe essere un segnale positivo, non un motivo di ulteriore ansia. Se il DOC continua a interferire pesantemente con le tue relazioni, può essere utile lavorare con un professionista per sviluppare strategie specifiche per gestire i pensieri intrusivi in ambito relazionale.
L'ansia da prestazione e i pensieri ossessivi si alimentano dell'attenzione che gli diamo: più li combattiamo, più si rafforzano. Prova a concentrarti sul presente, sul piacere di stare insieme, sulla comunicazione autentica, piuttosto che sul controllo di ogni aspetto della relazione.
Un saluto e in bocca al lupo per trovare maggiore serenità.
buongiorno ,si calmi e cerchi di essere tranquillo e chiaro, le dica che a volte la non erezione può succedere per via di vari fattori ( lo faccia prima chiarendoselo a lei stesso e poi alla ragazza) e magari le chieda cosa e se le ha dato fastidio un qualche suo comportamento . cerchi di chiarirsi dentro e poi con lei senza però giustificarsi troppo . oltre a questo cerchi di passare del tempo con lei parlando di voi, fare qualche cosa insieme e cercando anche di avere un contatto fisico di carezze e sensualità senza necessariamente avere un rapporto completo ,questo per conoscervi meglio e provare piacere anche in altro modo . Resto a disposizione per altri chiarimenti ,ma la cosa più importante che vorrei poterle trasmettere è di stare lei tranquillo ( magari provi a farlo con delle meditazioni sulla respirazione) cosi da aumentare la sua autostima.
Buona e bella giornata di ascolto profondo di lei caro utente e spero di averla aiutata anche minimamente.
Dr Jasmine Scioscia
Buona e bella giornata di ascolto profondo di lei caro utente e spero di averla aiutata anche minimamente.
Dr Jasmine Scioscia
Buongiorno,
comprendo profondamente quanto possa essere frustrante e doloroso trovarsi in questa situazione. Quando ci teniamo davvero a qualcuno, può accadere di sentirsi sotto pressione, avere paura di non essere “abbastanza” e temere di perderlo. Allo stesso tempo, i pensieri ossessivi e l’ansia possono amplificare questi timori, rendendo difficile vivere con serenità la relazione e la sessualità.
Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla a comprendere meglio le emozioni che sta provando, a gestire i pensieri che la tormentano e a ritrovare maggiore sicurezza in sé stesso. Potrà così vivere i rapporti in modo più libero e autentico.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
comprendo profondamente quanto possa essere frustrante e doloroso trovarsi in questa situazione. Quando ci teniamo davvero a qualcuno, può accadere di sentirsi sotto pressione, avere paura di non essere “abbastanza” e temere di perderlo. Allo stesso tempo, i pensieri ossessivi e l’ansia possono amplificare questi timori, rendendo difficile vivere con serenità la relazione e la sessualità.
Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla a comprendere meglio le emozioni che sta provando, a gestire i pensieri che la tormentano e a ritrovare maggiore sicurezza in sé stesso. Potrà così vivere i rapporti in modo più libero e autentico.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
Gentile Utente, da quello che racconti, emerge un forte coinvolgimento emotivo verso questa ragazza, ma anche molta insicurezza e ansia legata al bisogno di “andare bene” per lei, sia sul piano emotivo che sessuale. Le difficoltà nell’erezione possono essere una naturale risposta allo stress e alla pressione che senti. Non parlano di un tuo “fallimento”, ma piuttosto di una mente molto carica, forse preoccupata di non essere abbastanza. Capisco anche la tua paura che lei si allontani o possa cercare qualcun altro. Questi pensieri sembrano amplificati dal tuo DOC, che può spingerti a rimuginare e colpevolizzarti, anche per situazioni come quella al mare, dove il senso di colpa appare più grande dei fatti reali. È importante distinguere tra ciò che senti e ciò che è realmente accaduto. Hai mostrato attenzione al consenso e non c’è segno che tu abbia voluto imporre qualcosa. La tua insistenza era legata al desiderio di rimediare, non a una mancanza di rispetto. Infine, l’assenza di dialogo chiaro con lei ti lascia da solo con molte ipotesi, spesso ansiose. Forse più che rincorrere risposte da lei, può essere utile lavorare su come gestire dentro di te il bisogno di conferma e il timore del rifiuto.
Ciao "Sig. Anonimo"
ti ringrazio per aver condiviso tutto questo, e voglio dirti subito che comprendo profondamente il tuo disagio, le tue paure, la tua frustrazione. È del tutto umano sentirsi smarriti quando ci si affeziona a qualcuno ma la relazione sembra incerta, instabile, o fonte di insicurezze.
Le difficoltà che stai vivendo, anche a livello sessuale, sono strettamente collegate al tuo stato emotivo: la paura di perderla, il timore di non essere “abbastanza”, il DOC che amplifica ogni pensiero, ogni insicurezza. È normale, in queste condizioni, che il corpo reagisca con tensione o blocchi.
Proprio per questo, ti suggerisco di trovare il coraggio — che so essere già dentro di te — per parlare con questa ragazza con sincerità e calma. Raccontale come ti senti davvero: spiega che sei coinvolto, che vivi con ansia il tempo passato con lei perché hai paura che possa allontanarsi o trovare qualcun altro. Dille anche che tutto questo ti rende difficile vivere l’intimità con serenità, che non si tratta di mancanza di desiderio ma, al contrario, di quanto lei conti per te.
Sii onesto nel raccontarle che ti piacerebbe costruire con lei un rapporto più profondo, più chiaro, più autentico. Se in passato le hai dato l’impressione di voler solo qualcosa di superficiale, falle sapere che era il timore di perderla a parlarti, non il tuo cuore.
Chiedile, con rispetto, se anche lei è disposta a provarci davvero, a conoscervi meglio, con più apertura.
E, qualunque sia la sua risposta, tu avrai fatto un grande gesto verso te stesso: avrai affrontato le tue paure, avrai dato voce ai tuoi sentimenti, e soprattutto ti sarai dato la possibilità di scegliere consapevolmente se continuare una relazione che oggi ti fa soffrire… o se iniziare un percorso nuovo, più centrato su di te, nella speranza — che ti assicuro è realistica — di incontrare qualcuno che sappia accoglierti, ricambiare, amarti con la stessa intensità con cui ami tu.
Per qualsiasi cosa, io sono qui.
Resto a tua completa disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Ilardi
ti ringrazio per aver condiviso tutto questo, e voglio dirti subito che comprendo profondamente il tuo disagio, le tue paure, la tua frustrazione. È del tutto umano sentirsi smarriti quando ci si affeziona a qualcuno ma la relazione sembra incerta, instabile, o fonte di insicurezze.
Le difficoltà che stai vivendo, anche a livello sessuale, sono strettamente collegate al tuo stato emotivo: la paura di perderla, il timore di non essere “abbastanza”, il DOC che amplifica ogni pensiero, ogni insicurezza. È normale, in queste condizioni, che il corpo reagisca con tensione o blocchi.
Proprio per questo, ti suggerisco di trovare il coraggio — che so essere già dentro di te — per parlare con questa ragazza con sincerità e calma. Raccontale come ti senti davvero: spiega che sei coinvolto, che vivi con ansia il tempo passato con lei perché hai paura che possa allontanarsi o trovare qualcun altro. Dille anche che tutto questo ti rende difficile vivere l’intimità con serenità, che non si tratta di mancanza di desiderio ma, al contrario, di quanto lei conti per te.
Sii onesto nel raccontarle che ti piacerebbe costruire con lei un rapporto più profondo, più chiaro, più autentico. Se in passato le hai dato l’impressione di voler solo qualcosa di superficiale, falle sapere che era il timore di perderla a parlarti, non il tuo cuore.
Chiedile, con rispetto, se anche lei è disposta a provarci davvero, a conoscervi meglio, con più apertura.
E, qualunque sia la sua risposta, tu avrai fatto un grande gesto verso te stesso: avrai affrontato le tue paure, avrai dato voce ai tuoi sentimenti, e soprattutto ti sarai dato la possibilità di scegliere consapevolmente se continuare una relazione che oggi ti fa soffrire… o se iniziare un percorso nuovo, più centrato su di te, nella speranza — che ti assicuro è realistica — di incontrare qualcuno che sappia accoglierti, ricambiare, amarti con la stessa intensità con cui ami tu.
Per qualsiasi cosa, io sono qui.
Resto a tua completa disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Ilardi
Gentile utente,
quello che sta vivendo sembra generare in lei molta ansia, tra paure legate all’autostima, al rapporto con l’altra persona e alla sua storia personale. Se desidera, possiamo approfondire tutto questo in un percorso psicologico. Sono disponibile per un primo colloquio: mi contatti pure in privato.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Anna Bruti – Psicologa
quello che sta vivendo sembra generare in lei molta ansia, tra paure legate all’autostima, al rapporto con l’altra persona e alla sua storia personale. Se desidera, possiamo approfondire tutto questo in un percorso psicologico. Sono disponibile per un primo colloquio: mi contatti pure in privato.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Anna Bruti – Psicologa
Salve, mi dispiace per la situazione.
Immagino la.sua difficoltà a non farsi.travolgere dai pensieri intrusivi...
Le consiglio di farsi aiutare e sostenere per riuscire a gestire questi.pensieri
Un saluto
Claudia m
Immagino la.sua difficoltà a non farsi.travolgere dai pensieri intrusivi...
Le consiglio di farsi aiutare e sostenere per riuscire a gestire questi.pensieri
Un saluto
Claudia m
Salve e grazie per averci scritto e aver condiviso ciò che ti sta a cuore. Voglio subito rassicurarti: l tuo corpo non sta “fallendo” ma sta comunicando qualcosa.
La difficoltà erettile che hai sperimentato in più di un’occasione non è un segno che non sei “all’altezza”.
È piuttosto un segnale che il tuo corpo è sotto pressione, e che le emozioni legate al desiderio che provi per lei — ma anche alla paura del rifiuto, del giudizio, della perdita — si stanno facendo strada proprio attraverso la tua fisiologia.Il corpo non mente mai.A volte “non risponde” non perché non desidera…ma perché ha troppa paura di non essere desiderato. Altra questione importante su cui mi concentrerei è la forte ansia.
Tu stesso riconosci la presenza del DOC, e questo è un punto importante. Quando si ha un disturbo ossessivo, anche un episodio piccolo può diventare un pensiero ricorrente, disturbante, sproporzionato rispetto alla realtà oggettiva. Non sei “pericoloso” per aver chiesto di riprovarci e non hai costretto nessuno ma il DOC fa leva sul senso di colpa, e ti tiene incastrato in una spirale in cui ogni tua intenzione viene riletta come colpa o come pericolo. Questo tipo di pensiero è una distorsione cognitiva, non una verità su di te. La tua ansia inoltre ti comunica la paura che lei se ne vada e questa è una paura legittima. Hai incontrato una persona che ti piace, ma senti che tra voi manca chiarezza, profondità nella comunicazione, stabilità. E questo ti rende ancora più vulnerabile .”E se lei scegliesse un altro? E se pensasse che io non valgo abbastanza? E se mi vedesse come un problema?” Queste sono le domande che l’ansia ti fa ripetere, ma non sono necessariamente realtà. Anzi, spesso sono lo specchio delle tue ferite, non della relazione attuale. Ti invito caldamente a rispondere a due domande: “Cosa stai cercando davvero da questa relazione? Vuoi solo piacere a lei… o vuoi anche essere visto, capito, accolto?” Oppure : “Stai costruendo qualcosa con lei… o stai solo cercando conferme su te stesso attraverso i suoi gesti? ”Perché molto spesso, quando l’altro è ambiguo, noi cerchiamo di dare il massimo per non perderlo, anche se ci toglie pace.
Accetta che il tuo corpo reagisca all’ansia, non combatterla. L’ansia è un’alleata, ci viene in aiuto.
La difficoltà erettile che hai sperimentato in più di un’occasione non è un segno che non sei “all’altezza”.
È piuttosto un segnale che il tuo corpo è sotto pressione, e che le emozioni legate al desiderio che provi per lei — ma anche alla paura del rifiuto, del giudizio, della perdita — si stanno facendo strada proprio attraverso la tua fisiologia.Il corpo non mente mai.A volte “non risponde” non perché non desidera…ma perché ha troppa paura di non essere desiderato. Altra questione importante su cui mi concentrerei è la forte ansia.
Tu stesso riconosci la presenza del DOC, e questo è un punto importante. Quando si ha un disturbo ossessivo, anche un episodio piccolo può diventare un pensiero ricorrente, disturbante, sproporzionato rispetto alla realtà oggettiva. Non sei “pericoloso” per aver chiesto di riprovarci e non hai costretto nessuno ma il DOC fa leva sul senso di colpa, e ti tiene incastrato in una spirale in cui ogni tua intenzione viene riletta come colpa o come pericolo. Questo tipo di pensiero è una distorsione cognitiva, non una verità su di te. La tua ansia inoltre ti comunica la paura che lei se ne vada e questa è una paura legittima. Hai incontrato una persona che ti piace, ma senti che tra voi manca chiarezza, profondità nella comunicazione, stabilità. E questo ti rende ancora più vulnerabile .”E se lei scegliesse un altro? E se pensasse che io non valgo abbastanza? E se mi vedesse come un problema?” Queste sono le domande che l’ansia ti fa ripetere, ma non sono necessariamente realtà. Anzi, spesso sono lo specchio delle tue ferite, non della relazione attuale. Ti invito caldamente a rispondere a due domande: “Cosa stai cercando davvero da questa relazione? Vuoi solo piacere a lei… o vuoi anche essere visto, capito, accolto?” Oppure : “Stai costruendo qualcosa con lei… o stai solo cercando conferme su te stesso attraverso i suoi gesti? ”Perché molto spesso, quando l’altro è ambiguo, noi cerchiamo di dare il massimo per non perderlo, anche se ci toglie pace.
Accetta che il tuo corpo reagisca all’ansia, non combatterla. L’ansia è un’alleata, ci viene in aiuto.
Buonasera, attenendomi alla sua descrizione dei fatti è evidente che quando lei è libero dal peso delle aspettative altrui, funziona. Lo stress, ma direi ancor più il peso del possibile giudizio altrui, soprattutto se si tratta di un altro importante per lei, la blocca in un vortice ruminate. Sicuramente intraprendere un percorso di psicoterapia potrebbe fare al caso suo.
Caro utente,
la situazione che descrivi appare complessa e carica di emozioni contrastanti: da un lato il desiderio e il coinvolgimento nei confronti di questa ragazza, dall’altro la frustrazione, l’ansia da prestazione, la paura del rifiuto e i pensieri ossessivi che ti riportano continuamente a dubbi e preoccupazioni.
È comprensibile che, in un contesto relazionale incerto e poco definito, emergano insicurezze e difficoltà, specialmente se già convivi con un Disturbo Ossessivo Compulsivo. La tua mente potrebbe amplificare ogni dettaglio, generando pensieri catastrofici e colpevolizzanti, anche in situazioni dove magari non c'è stata alcuna reale forzatura o malinteso grave. Il timore di non essere all’altezza o di “perdere” l’altra persona può aumentare l’ansia, influendo direttamente sulla risposta sessuale, come nel caso dell’erezione.
Inoltre, la sessualità vissuta sotto pressione, nel tentativo di “rimediare” o dimostrare qualcosa, può diventare un momento ansiogeno piuttosto che piacevole e spontaneo. Questo può alimentare un circolo vizioso dove la paura del fallimento contribuisce al fallimento stesso, aumentando il senso di frustrazione e inadeguatezza.
È importante sottolineare che il benessere sessuale e relazionale non si basa solo sulla prestazione, ma su una comunicazione chiara, empatica e rispettosa. La mancanza di dialogo autentico tra voi due potrebbe essere un elemento da esplorare, così come il modo in cui gestisci le tue paure e insicurezze.
Rivolgersi ad uno specialista sarebbe utile e consigliato, per affrontare le dinamiche ossessive, l’ansia da prestazione e lavorare su un’autostima più solida e su relazioni più consapevoli e sane.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrivi appare complessa e carica di emozioni contrastanti: da un lato il desiderio e il coinvolgimento nei confronti di questa ragazza, dall’altro la frustrazione, l’ansia da prestazione, la paura del rifiuto e i pensieri ossessivi che ti riportano continuamente a dubbi e preoccupazioni.
È comprensibile che, in un contesto relazionale incerto e poco definito, emergano insicurezze e difficoltà, specialmente se già convivi con un Disturbo Ossessivo Compulsivo. La tua mente potrebbe amplificare ogni dettaglio, generando pensieri catastrofici e colpevolizzanti, anche in situazioni dove magari non c'è stata alcuna reale forzatura o malinteso grave. Il timore di non essere all’altezza o di “perdere” l’altra persona può aumentare l’ansia, influendo direttamente sulla risposta sessuale, come nel caso dell’erezione.
Inoltre, la sessualità vissuta sotto pressione, nel tentativo di “rimediare” o dimostrare qualcosa, può diventare un momento ansiogeno piuttosto che piacevole e spontaneo. Questo può alimentare un circolo vizioso dove la paura del fallimento contribuisce al fallimento stesso, aumentando il senso di frustrazione e inadeguatezza.
È importante sottolineare che il benessere sessuale e relazionale non si basa solo sulla prestazione, ma su una comunicazione chiara, empatica e rispettosa. La mancanza di dialogo autentico tra voi due potrebbe essere un elemento da esplorare, così come il modo in cui gestisci le tue paure e insicurezze.
Rivolgersi ad uno specialista sarebbe utile e consigliato, per affrontare le dinamiche ossessive, l’ansia da prestazione e lavorare su un’autostima più solida e su relazioni più consapevoli e sane.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, comprendo che le dinamiche relazionali possano essere complesse, specialmente nelle fasi iniziali di un rapporto. L'entusiasmo iniziale, combinato magari con un DOC, può rendere tutto più complicato e creare incomprensioni. E' facile sentirsi un po' sbilanciati all'inizio, e il rischio di malintesi è elevato.
Suggerirei di cercare di capire se dall'altra parte ci sia un vero interesse a portare avanti la relazione e a risolvere insieme (anche col supporto di uno /a psicologo/ a) le difficoltà del momento. E' fondamentale che ci sia quesa disponibilità reciproca.
Allo stesso tempo, credo sia importantissimo intraprendere (o proseguire se già in atto) un percorso di supporto psicologico.
Questo ti aiuterà a sentirti meglio con te stesso ad affrontare i sintomi del DOC, migliorando anche le tue relazioni in generale.
Se desideri approfondire, sono disponibile ad un confronto.
Suggerirei di cercare di capire se dall'altra parte ci sia un vero interesse a portare avanti la relazione e a risolvere insieme (anche col supporto di uno /a psicologo/ a) le difficoltà del momento. E' fondamentale che ci sia quesa disponibilità reciproca.
Allo stesso tempo, credo sia importantissimo intraprendere (o proseguire se già in atto) un percorso di supporto psicologico.
Questo ti aiuterà a sentirti meglio con te stesso ad affrontare i sintomi del DOC, migliorando anche le tue relazioni in generale.
Se desideri approfondire, sono disponibile ad un confronto.
Buongiorno,
Mancano molti elementi per poter comprendere appieno la situazione che sta vivendo. Emergono stress, frustrazioni, problematiche legate alla sfera sessuale e anche un DOC, che sembra stia condizionando la relazione con questa persona. Potrebbe essere utile iniziare un percorso psicologico che le permetta di lavorare su questi aspetti e di riconoscere ciò di cui ha bisogno per "stare bene".
Mancano molti elementi per poter comprendere appieno la situazione che sta vivendo. Emergono stress, frustrazioni, problematiche legate alla sfera sessuale e anche un DOC, che sembra stia condizionando la relazione con questa persona. Potrebbe essere utile iniziare un percorso psicologico che le permetta di lavorare su questi aspetti e di riconoscere ciò di cui ha bisogno per "stare bene".
Gentile utente. Grazie per aver condiviso qualcosa di così delicato e personale.
La difficoltà sessuale è molto più comune di quanto si pensi. Le difficoltà di erezione, soprattutto all’inizio di una relazione o con una persona che ci interessa molto, sono frequenti e non significano che qualcosa non va in te. L’ansia da prestazione, il desiderio di piacere all’altro, e nel tuo caso anche la presenza di pensieri ossessivi (DOC), possono bloccare l’eccitazione. È un meccanismo tipico: più desideri che tutto vada bene, più ti auto-osservi, e questo rompe il processo spontaneo del desiderio.
Chi soffre di DOC ha spesso un filtro di lettura distorto sulle situazioni: può vivere episodi normali con sensi di colpa sproporzionati, come nel caso in cui hai insistito per riprovarci. Dal tuo racconto non sembra ci sia stata alcuna coercizione reale, ma una tua voglia (comprensibile) di “rimediare” all’imbarazzo. È il DOC che prende quell'episodio e lo ingigantisce, facendoti temere che lei si sia sentita forzata.
Hai descritto poi lei come una ragazza che non sa cosa vuole, e questo ti lascia in balia di dubbi. Se tu fossi sicuro che lei è coinvolta e presente, probabilmente ti sentiresti più sereno anche sessualmente. Invece, la mancanza di comunicazione profonda e l’impressione che lei possa allontanarsi accendono le tue insicurezze, che si riversano sul tuo corpo (difficoltà erettiva) e sulla tua mente (pensieri ossessivi).
Accetta la difficoltà senza giudizio: Il tuo corpo ti sta parlando. Non forzarti, non "devi" funzionare sempre. È normale.
Lavora sul DOC con un professionista (se non lo stai già facendo): Le paure ossessive, soprattutto legate al senso di colpa e alla paura di far del male agli altri, sono molto impegnative da affrontare da soli. Un terapeuta può aiutarti a ridimensionare le letture distorte degli eventi. Spero di esserti stato d'aiuto. Rimango a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
La difficoltà sessuale è molto più comune di quanto si pensi. Le difficoltà di erezione, soprattutto all’inizio di una relazione o con una persona che ci interessa molto, sono frequenti e non significano che qualcosa non va in te. L’ansia da prestazione, il desiderio di piacere all’altro, e nel tuo caso anche la presenza di pensieri ossessivi (DOC), possono bloccare l’eccitazione. È un meccanismo tipico: più desideri che tutto vada bene, più ti auto-osservi, e questo rompe il processo spontaneo del desiderio.
Chi soffre di DOC ha spesso un filtro di lettura distorto sulle situazioni: può vivere episodi normali con sensi di colpa sproporzionati, come nel caso in cui hai insistito per riprovarci. Dal tuo racconto non sembra ci sia stata alcuna coercizione reale, ma una tua voglia (comprensibile) di “rimediare” all’imbarazzo. È il DOC che prende quell'episodio e lo ingigantisce, facendoti temere che lei si sia sentita forzata.
Hai descritto poi lei come una ragazza che non sa cosa vuole, e questo ti lascia in balia di dubbi. Se tu fossi sicuro che lei è coinvolta e presente, probabilmente ti sentiresti più sereno anche sessualmente. Invece, la mancanza di comunicazione profonda e l’impressione che lei possa allontanarsi accendono le tue insicurezze, che si riversano sul tuo corpo (difficoltà erettiva) e sulla tua mente (pensieri ossessivi).
Accetta la difficoltà senza giudizio: Il tuo corpo ti sta parlando. Non forzarti, non "devi" funzionare sempre. È normale.
Lavora sul DOC con un professionista (se non lo stai già facendo): Le paure ossessive, soprattutto legate al senso di colpa e alla paura di far del male agli altri, sono molto impegnative da affrontare da soli. Un terapeuta può aiutarti a ridimensionare le letture distorte degli eventi. Spero di esserti stato d'aiuto. Rimango a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
La ringrazio per aver trovato il coraggio di raccontare una situazione così intima, che immagino le stia causando un grande senso di frustrazione, vergogna e paura. Ciò che descrive mostra quanto le emozioni, i pensieri e le aspettative che nutre verso questa ragazza abbiano un forte peso sul suo modo di vivere l’intimità e la relazione. Quando ci piace davvero una persona e temiamo di non essere all’altezza, la mente comincia a produrre una serie di preoccupazioni che spesso, senza volerlo, diventano veri ostacoli anche per il corpo. Nella sua esperienza si incrociano diversi aspetti che meritano di essere accolti e osservati con attenzione. Da un lato c’è il forte desiderio di sentirsi desiderato e capace di soddisfare l’altra persona, dall’altro la paura di non riuscirci e di essere abbandonato o tradito da qualcuno che reputa più sicuro o più capace di lei. Tutto questo, unito al Disturbo Ossessivo-Compulsivo di cui parla, rischia di alimentare un circolo vizioso in cui l’ansia da prestazione, la tensione e le ossessioni si rinforzano a vicenda. Il problema dell’erezione in situazioni come questa è quasi sempre legato a fattori psicologici. Più ci si sente osservati, giudicati o sotto esame, più è difficile che il corpo risponda con spontaneità. L’eccitazione sessuale non nasce da uno sforzo di volontà, ma da una condizione di rilassamento e fiducia. Se nella testa scorrono pensieri come “Devo farcela a tutti i costi”, “Se non riesco lei mi lascia”, “Non sono abbastanza”, allora è come se il corpo ricevesse un messaggio di allarme: il sistema nervoso si attiva per gestire lo stress, ma questo stesso allarme rende difficile l’erezione. È un paradosso che fa sentire impotenti due volte, fisicamente ed emotivamente. Oltre a questo, capisco bene la preoccupazione per come lei possa aver interpretato quell’episodio in cui ha insistito per riprovare. Si porti con sé la consapevolezza che non aver avuto cattive intenzioni non cambia di valore, anche se la sua mente ossessiva cerca di farle temere il peggio. Le consiglio di lavorare sul dialogo aperto, anche se può fare paura: se questa ragazza ha voglia di continuare a frequentarla, sarà importante trovare un modo per comunicare come si sente davvero, cosa la spaventa, come funzionano per lei i momenti di intimità. Più chiarezza mette nelle parole, meno spazio rimarrà ai dubbi e alle interpretazioni catastrofiche. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, sarebbe utile imparare a riconoscere e interrompere questi pensieri automatici e intrusivi, trattandoli come ipotesi e non come certezze. Un percorso con uno specialista può aiutarla a sviluppare tecniche di esposizione e gestione dell’ansia, anche attraverso esercizi di rilassamento o di mindfulness per tornare a concentrarsi sul momento presente, invece che sui possibili giudizi o fallimenti. La sessualità non è un esame da superare, ma un incontro che nasce dalla connessione reciproca, dalla fiducia e dal gioco. E quando c’è un blocco, affrontarlo senza giudizio ma con curiosità e gentilezza è il primo passo per scioglierlo. Non si colpevolizzi per ciò che non è andato come avrebbe voluto. Piuttosto provi, passo dopo passo, a vedere questa esperienza come un’occasione per conoscersi meglio, per comprendere come l’ansia e le ossessioni influenzano anche la sfera intima. Da lì potrà iniziare a costruire, se lo vorrà, una sessualità più libera, fondata non sulla prestazione ma sulla condivisione. Se sente di aver bisogno di aiuto, lo consideri un segno di forza chiedere un supporto professionale per affrontare questi aspetti, senza portarne il peso da solo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente,
grazie per aver condiviso una situazione così delicata. Quello che descrive unisce aspetti emotivi, relazionali e psicologici importanti. La disfunzione erettile occasionale, soprattutto in contesti di stress, ansia da prestazione o forti coinvolgimenti emotivi, è molto comune e non indica necessariamente un problema fisico.
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), come lei sa, può amplificare pensieri negativi e paure irrazionali, portandola a interpretare i comportamenti dell’altro in modo più minaccioso di quanto siano realmente. Il timore di aver "forzato" qualcosa, sebbene non ci sia stata alcuna intenzione negativa, è un classico esempio di colpa ossessiva, che merita attenzione e supporto.
Il fatto che ci sia poca comunicazione tra voi può accentuare l'incertezza e alimentare i pensieri intrusivi. Una relazione, anche se iniziale o saltuaria, ha bisogno di chiarezza, rispetto e dialogo. Le consiglierei di parlare apertamente con lei, con calma e senza pressioni, esprimendo ciò che prova e ascoltando anche il suo punto di vista.
Nel frattempo, continuare o riprendere un percorso psicoterapeutico può aiutarla a gestire l’ansia, le ossessioni e il timore di non essere "abbastanza". Non è solo in questo: cercare aiuto è il modo più concreto per tornare a stare bene.
Rimango a disposizione,
Un caro saluto.
Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in studio a Palermo
grazie per aver condiviso una situazione così delicata. Quello che descrive unisce aspetti emotivi, relazionali e psicologici importanti. La disfunzione erettile occasionale, soprattutto in contesti di stress, ansia da prestazione o forti coinvolgimenti emotivi, è molto comune e non indica necessariamente un problema fisico.
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), come lei sa, può amplificare pensieri negativi e paure irrazionali, portandola a interpretare i comportamenti dell’altro in modo più minaccioso di quanto siano realmente. Il timore di aver "forzato" qualcosa, sebbene non ci sia stata alcuna intenzione negativa, è un classico esempio di colpa ossessiva, che merita attenzione e supporto.
Il fatto che ci sia poca comunicazione tra voi può accentuare l'incertezza e alimentare i pensieri intrusivi. Una relazione, anche se iniziale o saltuaria, ha bisogno di chiarezza, rispetto e dialogo. Le consiglierei di parlare apertamente con lei, con calma e senza pressioni, esprimendo ciò che prova e ascoltando anche il suo punto di vista.
Nel frattempo, continuare o riprendere un percorso psicoterapeutico può aiutarla a gestire l’ansia, le ossessioni e il timore di non essere "abbastanza". Non è solo in questo: cercare aiuto è il modo più concreto per tornare a stare bene.
Rimango a disposizione,
Un caro saluto.
Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in studio a Palermo
Gentile utente,
Leggendo quel che ha scritto si coglie una sensazione di inadeguatezza e un timore di sbagliare nella relazione con la sua partner. Credo che l'ansia possa essere motivata dalla saltuarietà del rapporto e dalla comunicazione di breve durata che impedisce di ricreare quel grado di confidenza tale da farla sentire al sicuro dal giudizio e più vicino alla sua partner. Credo che potrebbe esserle utile lavorare su se stesso per riscoprire sicurezza e autostima in modo da poter affrontare ogni relazione e approcciarsi con serenità ad ogni tipo di vissuto sia fisico che emotivo. Se avesse piacere di prenotare un appuntamento non esiti a farlo. Può contattarmi online e sarei lieta di aiutarla.
Un caro saluto
Leggendo quel che ha scritto si coglie una sensazione di inadeguatezza e un timore di sbagliare nella relazione con la sua partner. Credo che l'ansia possa essere motivata dalla saltuarietà del rapporto e dalla comunicazione di breve durata che impedisce di ricreare quel grado di confidenza tale da farla sentire al sicuro dal giudizio e più vicino alla sua partner. Credo che potrebbe esserle utile lavorare su se stesso per riscoprire sicurezza e autostima in modo da poter affrontare ogni relazione e approcciarsi con serenità ad ogni tipo di vissuto sia fisico che emotivo. Se avesse piacere di prenotare un appuntamento non esiti a farlo. Può contattarmi online e sarei lieta di aiutarla.
Un caro saluto
Buongiorno, i pensieri che la tormentano sono comprensibili, ma spesso non rispecchiano la realtà. È importante prendersi cura di sé e non giudicarsi troppo duramente. Se vuole, possiamo approfondire insieme queste sensazioni e trovare un modo per aiutarla a stare meglio. Sono qui per ascoltarla quando desidera parlarne.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Buongiorno, la ringrazio per la sua domanda.
Sarebbe interessante provare a comprendere l'origine delle sue paura e della possibilità che la sua attuale ragazza possa trovare qualcun'altra che la soddisfi meglio.
Da dove nasce tutto questo? La sofferenza di DOC all'interno di un percorso di psicoterapia è sicuramente un aspetto da tenere in considerazione, su cui potrebbe lavorare non tanto in termine di etichetta quanto della funzionalità che queste ossessioni hanno nella sua vita.
La ringrazio
Sarebbe interessante provare a comprendere l'origine delle sue paura e della possibilità che la sua attuale ragazza possa trovare qualcun'altra che la soddisfi meglio.
Da dove nasce tutto questo? La sofferenza di DOC all'interno di un percorso di psicoterapia è sicuramente un aspetto da tenere in considerazione, su cui potrebbe lavorare non tanto in termine di etichetta quanto della funzionalità che queste ossessioni hanno nella sua vita.
La ringrazio
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Caro utente, avere delle ansie che precedono o accompagnano l'atto sessuale è del tutto normale e comprensibile. Premetto che non ho ben chiara la natura della sua relazione con questa ragazza, tuttavia cercherei di trovare uno spazio in cui riuscite ad avere una conversazione riguardo queste sua preoccupazioni e capire se insieme riuscite a trovare un modo per alleviarle. Se affianco ha una persona abbastanza matura e sensibile sono sicuro riuscirà a comprenderla. Dovesse avere bisogno, si senta libero di contattarmi. Un caro saluto
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.