Salve ho conosciuto un counsiling filosofico e parlando un po’ mi ha detto che se il mondo va male e

26 risposte
Salve ho conosciuto un counsiling filosofico e parlando un po’ mi ha detto che se il mondo va male e colpa nostra perché siamo come le pecore che hanno bisogno del pastore e perché non siamo liberi veramente ,io personalmente mi reputo una brava persona e sono contento del mio vivere cerco di aiutare gli altri nel mio possibile anche se lui dice che l aiutare gli altri senza aver reggiunto la piena consapevolezza del nostro vero sé e se non abbiamo distrutto la nostra identificazione al ego e alla personalità non serve a nulla, non vi nascondo dottori che queste parole di questo counsiling filosofico mi hanno un po’ destabilizzato, perché penso che tutto ciò che faccio è che ho fatto non servano a niente , perché appunto non sono una persona vicina a questi temi alla meditazione , mi chiedevo ma veramente è colpa di noi persone sé questa mondo fa schifo come dice lui? Anche se io personalmente non mi sembra che faccia così schifo almeno forse perché le persone che ho vicino le reputo sono brave persone anche se pensandoci anche loro non fanno questi tipi di percorsi spirituale quindi anche loro non sono brave persone?Grazie per una vostra risposta
Salve, comprendo perfettamente il suo turbamento di fronte a parole così forti e assolute. Quando qualcuno mette in discussione il valore delle nostre azioni o ci fa sentire “inadeguati” se non seguiamo un certo percorso, è naturale sentirsi destabilizzati. Ma è importante fare una distinzione. Il counseling filosofico può offrire spunti interessanti per riflettere sulla vita e su di sé, ma non ha verità assolute da offrire. Dire che il mondo “va male per colpa nostra” o che “aiutare gli altri non serve a nulla se non si è completamente consapevoli” è una visione molto rigida e discutibile. La realtà è complessa, e le persone, come lei stesso racconta, possono essere profondamente valide, generose e sincere anche senza praticare meditazione o decostruire il proprio ego. Lei dice di sentirsi in pace con se stesso, di cercare di fare del bene nel suo quotidiano, e questo ha valore. Aiutare gli altri, provare empatia, cercare di vivere con gentilezza e responsabilità,sono già forme di consapevolezza, forse diverse da quelle “filosofiche” o “spirituali” a cui si riferiva questa persona, ma non per questo meno autentiche. Non è giusto sminuire ciò che siamo o che facciamo solo perché non rientra nei canoni di qualcun altro. Le parole possono toccarci nel profondo, ma a volte è utile chiedersi: “Quello che mi è stato detto mi aiuta a stare meglio, a vivere con più serenità e rispetto per me stesso… o mi fa sentire sbagliato e confuso?”. La risposta spesso parla da sola. Continui ad ascoltarsi, a camminare nel suo percorso personale con rispetto verso sé stesso e gli altri. Questo, forse, è già un modo molto umano e sano di contribuire a un mondo migliore.
Un caro saluto

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott. Fabio Nenci
Psicologo clinico, Psicologo
San Maurizio Canavese
Buongiorno,
sarebbe importante capire come mai si sente destabilizzato e cosa significa per lei sentirsi destabilizzato. Non tutti compiono percorsi spirituali ma con questo sarebbe riduttivo dividere le persone in due macro categorie e assegnare loro dei valori in funzione di ciò che hanno fatto o hanno scelto fare. La consapevolezza viene definita come la capacità di riconoscere e comprendere vari aspetti della propria identità , come potrebbero essere i bisogni e i desideri. Come potrà ben capire la consapevolezza di ognuno di noi è soggettiva e soprattutto essere consapevoli in molti casi non risolve il problema.
Ognuno di noi raggiunge o meno un grado di consapevolezza interiore ma questo non fa di noi persone per bene o deviati sociali.
Cordiali saluti.

Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, comprendo profondamente il turbamento che sta vivendo a seguito di queste parole che, più che aprire, sembrano chiudere: parole che non danno respiro ma giudicano. Le riflessioni filosofiche e spirituali, quando autentiche, dovrebbero accompagnarci verso una comprensione più ampia di noi stessi e del mondo, non farci sentire in colpa o sbagliati per ciò che siamo.

Il punto centrale non è tanto se esista o meno una “piena consapevolezza” secondo una determinata visione, ma piuttosto se le sue azioni, i suoi sentimenti, il suo modo di stare al mondo, le sembrino coerenti con i suoi valori, con ciò che per lei è importante. E da quanto scrive, mi pare evidente che lei sia una persona che si interroga, che riflette, che cerca di agire con rispetto verso gli altri. Questo non solo è significativo, ma ha un valore profondo.

L’idea che tutto ciò che facciamo sia inutile se non siamo “illuminati”, o se non seguiamo un certo percorso spirituale, è una visione che può facilmente diventare dogmatica, e come tale rischia di ferire più che di aiutare. Non è la profondità delle pratiche meditative o il grado di “distruzione dell’ego” a fare la differenza etica nella vita di una persona, ma la capacità di stare in relazione con l’altro in modo autentico, responsabile e rispettoso.

Dire che “il mondo fa schifo ed è colpa nostra” è una generalizzazione violenta che non tiene conto della complessità della vita, della storia, delle strutture sociali e, soprattutto, delle scelte individuali quotidiane, piccole e grandi, che molte persone fanno nel tentativo di migliorare le cose. Non tutto il bene nasce dalla consapevolezza spirituale: molto nasce anche dalla gentilezza, dall’ascolto, dal rispetto, dalla responsabilità verso gli altri. Ed è evidente che lei, in questo, si impegna.

Non c’è bisogno di smettere di credere in sé stesso o nel valore delle sue azioni perché qualcuno, da una posizione “sapiente”, le ha detto che non bastano. La spiritualità non dovrebbe essere una forma di esclusione o di giudizio, ma uno strumento per vivere con maggiore pienezza. Lei ha tutto il diritto di essere sereno nella sua vita anche senza aderire a un pensiero che le fa sentire di “non essere abbastanza”.

Continui a fidarsi del suo sentire e, se in futuro volesse esplorare nuove dimensioni interiori, lo faccia scegliendo interlocutori che le parlino con rispetto, apertura e umiltà. Nessuno ha l’autorità per dirle quanto vale, tantomeno chi si pone come un maestro ma si esprime con disprezzo verso ciò che non conosce o non condivide.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buongiorno gentile utente.
Non posso commentare le opinioni di questa persona con cui ha parlato. Ma credo che francamente sia inutile.
Il mondo non fa schifo. il mondo è meraviglioso, ed è l'unico che abbiamo. Abbiamo l'incredibile opportunità come esseri umani di potercene rendere conto, di avere consapevolezza della meraviglia della vita. Quindi possiamo scegliere come interpretarla e su quali valori voler poggiare le nostre esistenze. Per far ciò, non serve essere un maestro zen, un esperto di meditazione o un "counsiling filosofico" (che non so cosa sia, in realtà).
Pratico la mindfulness e le pratiche meditative di questa disciplina e le assicuro che lo scopo non è sicuramente quello di raggiungere il vero sé (altro concetto poco chiaro). In realtà, non c'è proprio alcuno scopo nella meditazione! E' semplicemente la possibilità di stare nel momento presente con gentilezza e disponibilità sia verso gli stati interni (interocettivi ed emotivi), sia verso gli stati esterni (percezione dell'ambiente). Rendersi così conto di essere vivi e di abitare un corpo, la base di consapevolezza indispensabile per provare compassione per la fragilità della vita e per provare, al contempo, profonda gratitudine per il dono che essa rappresenta e per quello che possiamo fare noi per onorarla.
E lei è già un bel passo avanti su questo livello di consapevolezza! Si reputa una brava persona perché capace di avere valori e di trasmetterli nei suo comportamenti di supporto e di aiuto verso gli altri. Deve esserne orgoglioso e alimentare la sua autostima nel continuare a migliorare il mondo intorno a sé.
Non solo, è anche capace di accorgersi del buono che c'è nelle persone di cui ama circondarsi. Ci siamo evoluti per vivere in relazione con gli altri, non per essere chiusi nella riflessione su noi stessi. La sua empatia le consentirà di avere connessioni sincere e utilissime al suo benessere psicologico.
Credo che lei sia molto più "mindful" (consapevole) di sé stesso e dei valori personali, rispetto a presunti guru della ricerca interiore che giudicano troppo facilmente ciò che è diverso come alieno e sbagliato.
La vera meditazione, il vero percorso interiore (esistono diverse valide tradizioni, come quella buddista o quella induista), così come la ricerca scientifica sulla meditazione, portata avanti dalla Mindfulness come disciplina di studio, dimostrano che è proprio l'accettazione degli altri e del mondo esterno alla base della crescita personale e valoriale. Accettare significa non giudicare, non etichettare, ma ampliare la prospettiva e comprendere sé stessi in un contesto più ampio.
Spero di averla rincuorata su una visione pessimistica e sommaria che le hanno cercato di suggerire. Tutto il bello che c'è è intorno a noi e dobbiamo tenere la mente aperta per coglierlo ed approfittarne, ricercando quella fetta di felicità che le persone come lei sicuramente meritano.
Le auguro il meglio, e le auguro di avere sempre quell'autonomia di pensiero che rendere davvero l'uomo libero.
Dott. Antonio Cortese
Ciao, grazie per la condivisione. Capisco che le parole di questa persona ti abbiano colpito profondamente e forse anche un po’ destabilizzato. Quando qualcuno ci propone una visione così netta del mondo e delle persone, è naturale interrogarsi sul proprio valore e sulle proprie scelte.
Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di una visione soggettiva, frutto di un certo percorso o di un certo sistema di pensiero. La lettura che riporti è una possibilità, ma non è affatto l’unica. Esistono molti modi diversi di intendere il bene, la consapevolezza e anche la responsabilità individuale.
Anche l’idea di cosa significhi essere una “brava persona” è relativa: per qualcuno può coincidere con un cammino interiore profondo, per altri con l’impegno quotidiano, con la gentilezza, con il prendersi cura degli altri nei piccoli gesti ecc.
Viviamo in un mondo complesso e per orientarci abbiamo bisogno di darci delle coordinate: valori, principi, esperienze. Ciò che conta davvero è che questi riferimenti abbiano senso per noi, che ci aiutino a vivere in modo più pieno e consapevole — non che ci facciano sentire inadeguati, sbagliati o in colpa. Ogni percorso è personale, e trovare ciò che ci guida davvero è parte del cammino.
Dott.ssa Caterina Falessi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, le consiglio di non farsi influenzare dal pensiero altrui. Ciò che una persona esprime dice più di se stessa che dell'oggetto della discussione. I termini specifici che ha nominato possono essere utili ai professionisti per discutere di un problema, ma non alle persone non del settore che istintivamente vivono la loro vita con soddisfazione. Ci sono ricerche a proposito in psicologia, come le ricerche sull'attaccamento sicuro, che hanno dimostrato che portare a elucubrazioni ed a mettersi in dubbio persone che normalmente seguono il proprio intuito e si sentono di star bene è deleterio e controproducente.
Se invece si sente molto angosciato e che l'altro possa influenzarla facilmente confondendola, potrebbe essere utile un supporto psicologico, che la aiuti a comprendere meglio il suo rapporto con l'altro ed a trovare il suo centro in sé. Spero di essere stata utile con tali riflessioni, la invito a contattarmi se desidera effettuare una consulenza con la sottoscritta. Un caro saluto, dott.ssa Caterina Falessi
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, dalle sue parole quel che a me sembra emergere è che questo counselor filosofico le abbia detto cose rispetto le quali Lei non si trova d'accordo. Ma Le chiedo come mai allora questa persona l'ha messa così in difficoltà? Cosa può rappresentare per lei? Forse ha desiderio di esplorare maggiormente se stesso e di comprendere se quel che ha fatto e fa nella sua vita sia buono per lei. Magari potrebbe iniziare un percorso psicologico di approfondimento di se stesso. Io sono disponibile se desidera, anche online. Cordialità. Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Gentilissimo, la ringrazio per aver condiviso questo suo pensiero con noi.
A mio parere esistono molti modi e punti di vista per comprendere il vero senso della vita e di ciò che ci circonda e nessuno di questi può essere considerato migliore o corretto rispetto a quello altrui. Tutti noi crediamo in qualcosa, e la nostra credenza può non essere condivisibile agli altri ma ciò non implica che sia sbagliata.
Lei è sicuramente una persona che ha interesse per gli altri e per il mondo esterno, e questo si evince già soltanto dal fatto che si sia posto il quesito in merito.
Sono sicura che compia buone azioni.
Se ha bisogno di parlarne ancora, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, se vuole fare un percorso di meditazione lo faccia con uno psicologo maestro di mindfulness , i conselor non sono riconosciuti e non riescono ad aiutare poichè non utilizzano le techiche psicologiche riconosciute . un consiglio si affidi a degli psicoterapeuti , perchè come ha notato non la sta aiutando grazie
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Grazie per la tua condivisione così sincera.

Le riflessioni che porti toccano temi profondi e complessi: il senso di responsabilità individuale rispetto al mondo, il valore dell’aiutare gli altri, il rapporto con il proprio ego, e la ricerca di autenticità. Sono argomenti spesso affrontati anche in ambito psicologico, filosofico e spirituale, ma è importante fare chiarezza per evitare di sentirsi smarriti o invalidati.

Innanzitutto, essere "pecore" o "persone non libere" sono espressioni molto forti e generalizzanti. Dire che "è colpa nostra se il mondo va male" è una visione estremamente semplificata e, per molti versi, ingiusta. Ogni persona ha un proprio percorso, una propria consapevolezza e contribuisce al mondo in base alle sue possibilità, al proprio contesto e al proprio vissuto. Non possiamo né dobbiamo assumerci la responsabilità di tutto ciò che non funziona nel mondo.

Riguardo al concetto di "aiutare gli altri solo dopo aver raggiunto la piena consapevolezza", è una visione molto rigida e non necessariamente condivisa da tutte le scuole di pensiero. L’aiuto sincero, empatico e disinteressato ha valore anche se non siamo “illuminati” o spiritualmente avanzati. Ogni gesto di cura e attenzione verso l’altro è significativo e può avere un impatto positivo, anche se non perfetto.

Il fatto che tu ti reputi una brava persona, che cerchi di vivere bene e fare del bene, è già qualcosa di molto importante. Le tue emozioni, i tuoi gesti, i tuoi pensieri contano. E non è necessario aderire a una visione spirituale o meditativa per essere persone autentiche o per dare un senso profondo alla propria esistenza.

Il pensiero del counselor filosofico che hai incontrato è solo uno dei tanti sguardi possibili sul mondo. Ma se ti ha destabilizzato, è importante ascoltare questo disagio e riflettere su ciò che davvero risuona con te e su ciò che invece ti fa sentire svalutato o confuso.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire queste sensazioni e pensieri rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Alvise Arlotto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, nei percorsi psicologici o di psicoterapia e anche con di counseling non si dovrebbe usare un lessico giudicante e generalizzato. Le dinamiche dell'individuo e sociali sono dinamiche complesse che non si possono ridurre a cattivo/buono o male/bene.
Spero di esserle stato d'aiuto e se avesse bisogno le consiglio un percorso di psicoterapia.

Dott. Alvise Arlotto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, grazie per aver condiviso questo suo pensiero così delicato, perché si percepisce chiaramente quanto queste parole l’abbiano turbata e quanto la stiano facendo mettere in discussione non solo come persona, ma anche come valore del suo modo di stare al mondo. Mi fa piacere che abbia deciso di portare qui questa riflessione, perché significa che dentro di lei c’è una parte che non vuole accettare in modo passivo parole che la fanno sentire sbagliato, ma cerca di capire, di confrontarsi e di trovare un senso più personale. Partiamo da un punto importante: è naturale che un discorso filosofico o spirituale possa avere un grande fascino, ma spesso, se non viene accolto con equilibrio e con una guida davvero preparata, rischia di generare confusione o colpevolizzazione. Le teorie sulla consapevolezza, sull’ego o sul distacco spirituale sono complesse, a volte astratte, e non sempre sono utili a tutti, soprattutto se diventano giudizianti e allontanano la persona dal valore delle azioni quotidiane. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale è essenziale ricordare che il valore di una persona non dipende dal grado di illuminazione spirituale, ma dai comportamenti concreti, dalle intenzioni e dalle scelte quotidiane. Se lei si definisce una brava persona, se sente di agire con onestà, di aiutare gli altri nel suo possibile, di costruire legami sani, allora queste sono realtà che contano davvero. Non serve sradicare completamente l’ego per fare qualcosa di buono: ogni piccola azione di gentilezza, ogni parola di supporto, ogni gesto di cura è già di per sé qualcosa che contribuisce a migliorare il contesto che la circonda. Pensare che il mondo faccia schifo solo per colpa di chi non è consapevole o non ha fatto un certo percorso spirituale rischia di essere un messaggio molto parziale, che non tiene conto della complessità della vita umana. Ognuno di noi porta con sé limiti, errori, condizionamenti, ma anche possibilità di scelta, di cambiamento e di apertura verso l’altro. Questo significa che il mondo non è solo la somma dei difetti umani, ma anche delle relazioni, delle cure, delle piccole forme di bellezza che spesso passano inosservate ma esistono. Non è necessario meditare o intraprendere un percorso filosofico per dare valore a ciò che fa. Se per lei ha senso vivere aiutando gli altri, restare vicino a persone che reputa buone, impegnarsi per dare il suo contributo, allora questa è già una forma di responsabilità e di consapevolezza. Non si lasci destabilizzare dall’idea che esista un solo modo per essere davvero liberi o per fare la differenza. La libertà più autentica è quella che ognuno può costruire in base ai propri valori, ai propri limiti e alle proprie possibilità. Continui a dare peso a ciò che la fa sentire in sintonia con se stesso. Se un certo tipo di discorso la fa sentire peggio, confuso o in colpa, forse non è ciò di cui ha bisogno in questo momento. Coltivi piuttosto il dialogo con chi la rispetta per quello che è, senza pretese di trasformarla in qualcos’altro. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Amedeo Fonte
Psicologo, Psicologo clinico
Pescara
Buongiorno, quelle parole sembra abbiano fatto breccia in lei non tanto per il loro contenuto oggettivo, quanto per il modo in cui hanno messo in discussione ciò che sente di essere e di fare. Lei dice di sentirsi una brava persona, di essere soddisfatto del suo vivere e di cercare di aiutare gli altri, eppure qualcosa in quel discorso ha fatto vacillare tutto questo. Forse vale la pena chiedersi perché abbia dato tanto peso a quelle affermazioni, cosa è stato toccato in lei, che ferita o dubbio hanno risvegliato. È davvero necessario aderire a un ideale spirituale o distruggere il proprio ego per vivere qualcosa di autentico? Oppure può essere più utile interrogarsi su ciò che la muove, sul senso che lei dà a ciò che fa, e sul perché senta il bisogno di essere riconosciuto come “buona persona”. Il suo turbamento sembra già parlare di un desiderio profondo di comprendersi, e forse è proprio lì che merita di posare lo sguardo.
Dott.ssa Virginia Banfi
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Buongiorno,
essendo una filosofia di pensiero siamo liberi di crederci o meno. Penso che questo sia solo uno dei tanti modi di vedere le cose e se incontrasse uno psicologo penso che le direbbe la stessa cosa. Al di là delle proprie credenze, è bene trovare il proprio modo di stare bene.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno. Se è alla ricerca di un percorso che possa aiutarla a comprendere meglio gli aspetti più intimi di sé, le modalità con cui sperimenta il rapporto con le persone, i suoi sentimenti, i suoi pensieri e i suoi conflitti personali, potrebbe prendere in considerazione una consultazione con uno psicoterapeuta o con un’analista. Un lavoro psicoterapeutico e analitico potrebbe accompagnarla lungo la via di una trasformazione qualitativa della sua specifica esperienza esistenziale. SG
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buongiorno, penso che il counselour abbia espresso la sua opinione ma non è detto che sia la realtà o la verità.. o meglio è la sua verità. Io semplicemente proverei ad interrogarmi se questo suo mondo ti fa stare bene e se non è così è giusto che tu continui a vedere il mondo attraverso i tuoi occhi che sono assolutamente una visione valida e utile per te. Se ti senti bene aiutando ne sono felice, anche il provarci è sempre un passo in avanti piuttosto che rimanere nell'indifferenza. Poi ognuno fa quel che riesce con quello che può.
Se vuoi altri confronti rimango a disposizione ma ci tengo a sottolineare che i confronti sono utili se fanno riflettere e non se prendiamo per vero anche persone che hanno studiato o sembra che ne sappiano di più.
Dott.ssa Casumaro Giada
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.

È comprensibile sentirsi destabilizzati quando qualcuno mette in discussione ciò che ci fa sentire in pace con noi stessi. Le parole del counselor che ha incontrato sembrano aver avuto un forte impatto su di lei, toccando aspetti profondi del suo senso di valore e del suo modo di stare al mondo. Ma il valore di una persona non si misura solo dal grado di consapevolezza “spirituale” che raggiunge, né è corretto pensare che ciò che facciamo per gli altri “non serva a nulla” se non siamo illuminati o perfettamente consapevoli.

In psicoterapia, non si parte da ideali assoluti, ma dalla realtà vissuta, dalle emozioni autentiche, dai conflitti interni. La ricerca di senso può essere un cammino personale, fatto anche di dubbi e domande come le sue, ma non dovrebbe mai negare la bontà di ciò che già sente giusto dentro di sé. Forse il punto non è scegliere tra “aver ragione” o “aver torto”, ma ascoltare cosa queste parole hanno risvegliato in lei.

Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Salve, capisco che certe affermazioni, soprattutto espresse in questo modo rigido e assoluto ti abbiano destabilizzato. Le parole del counselor che hai incontrato riflettono una visione filosofica o spirituale molto radicale, ma NON SONO VERITA' universali, né tantomeno possono annullare il valore della tua esperienza, delle tue azioni, o del tuo modo di essere nel mondo.

Essere una "brava persona", come dici, significa già vivere con responsabilità, rispetto e cura verso gli altri. E questo ha un grande valore anche se non hai intrapreso un percorso di meditazione o "distruzione dell’ego" (?). L’etica, la bontà, l’attenzione all’altro non sono proprietà esclusive di chi segue un certo cammino interiore.

Il mondo è complesso e dire che "è colpa dell’umanità che si comporta come un gregge" è una semplificazione che colpevolizza senza offrire reale consapevolezza.

Ti invito a fidarti di ciò che senti vero per te. Se le tue azioni nascono da un intento sincero, se senti di contribuire nel tuo piccolo al bene comune, questo conta, eccome.

Se ti è rimasto un disagio, possiamo esplorarlo insieme in un percorso che tenga conto della tua storia, dei tuoi valori, e del tuo bisogno di senso. un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buongiorno. Immagino che in un Counselling filosofico ci sia uno scambio di riflessioni e non di verità assolute. Anche perchè chi è detentore di verità assolute sul mondo? Ognuno poi formula le proprie opinioni e riflessioni sulla base del proprio sistema di significati, modi di essere/stare e interpretare le cose che accadono intorno a sè. Mi incuriosisce il collegamento dalla riflessione generalistica "Il mondo va male ed è colpa nostra (come specie umana)" al "ma quindi quello che faccio IO non serve e nulla". Come ha spostato l'occhio dal generale al dubbio su di sè e sul suo essere nel mondo? Inoltre come lei ha scritto, il mondo visto dai suoi occhi tutto sommato non le fa schifo, quindi sarebbe utile esplorare come questo incontro e i temi che ne sono emersi l'hanno turbata. quali corde hanno toccato? Mi sfugge il nesso con la meditazione come fattore discriminante brava/cattiva persona, ma leggere in base a questo binomio le persone è rischioso.
Se può esserle utile un supporto psicologico, io sono a sua disposizione.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, comprendo perfettamente il tuo disorientamento dopo questo incontro. Le affermazioni categoriche e giudicanti che hai ricevuto possono effettivamente destabilizzare, soprattutto quando mettono in discussione il valore delle nostre azioni quotidiane e del nostro modo di vivere.

Come psicologo con esperienza nella pratica meditativa, posso dirti che l'idea che solo chi ha "distrutto l'ego" o raggiunto la "piena consapevolezza" possa fare del bene nel mondo è una visione estremamente rigida e, francamente, poco compassionevole. Ogni gesto di gentilezza, ogni tentativo di aiutare gli altri ha valore in sé, indipendentemente dal nostro livello di "illuminazione spirituale". Un sorriso genuino, un aiuto concreto a chi ne ha bisogno, l'impegno nel proprio lavoro fatto con coscienza: tutto questo contribuisce a rendere il mondo un posto migliore.

La metafora delle "pecore che hanno bisogno del pastore" è problematica perché implica che la maggior parte delle persone sia incapace di pensiero autonomo o di scelte etiche valide senza una guida "superiore". Questa visione elitaria spirituale può paradossalmente allontanare dalla vera compassione, creando una gerarchia tra chi è "risvegliato" e chi no.

Il fatto che tu ti reputi una brava persona, che cerchi di aiutare gli altri e che sia contento del tuo vivere non è affatto segno di superficialità o inconsapevolezza. Al contrario, trovare serenità e significato nella vita quotidiana, nelle relazioni autentiche e nel contribuire al benessere altrui è segno di saggezza pratica e maturità emotiva.

Il mondo ha certamente i suoi problemi, ma attribuirne la colpa genericamente a "noi persone" perché non meditiamo o non abbiamo intrapreso percorsi spirituali specifici è una semplificazione estrema. I problemi del mondo derivano da complessi fattori storici, economici, politici e sociali, non dalla mancanza di meditazione della popolazione generale.

La meditazione e i percorsi di crescita personale possono essere strumenti preziosi per chi li sceglie, ma non sono l'unica via verso una vita significativa e eticamente orientata. Ci sono innumerevoli persone che, senza mai meditare formalmente, vivono con integrità, compassione e contribuiscono positivamente alla società.

Ti invito a non lasciare che le parole di una persona, per quanto si definisca esperta, invalidino il tuo modo di essere nel mondo. La tua intuizione che le persone intorno a te siano brave persone è probabilmente corretta, indipendentemente dal loro interesse per la spiritualità.

Se questo incontro ti ha lasciato con domande sulla tua vita e sui tuoi valori che vorresti esplorare in modo più equilibrato e rispettoso, ti invito a contattarmi. Possiamo riflettere insieme su questi temi senza giudizi o imposizioni, valorizzando il percorso che hai già fatto e le qualità che già possiedi.

Ricorda: non esiste un'unica strada verso una vita buona e significativa. La tua è valida quanto qualsiasi altra.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco bene la tua destabilizzazione: quando qualcuno parla con tono assoluto e mette in dubbio il senso di quello che fai nella tua vita, è naturale che tu ti senta spiazzato.

Quello che ti ha detto il counselor filosofico appartiene a una visione molto radicale: secondo certi filoni spirituali o filosofici, finché non si “distrugge l’ego” e non si raggiunge una piena consapevolezza, tutto il resto sarebbe illusorio o inutile. Ma non è l’unica prospettiva, e non significa che la tua vita, i tuoi gesti e i tuoi valori “non valgano nulla”.

Anzi: nella psicologia, e anche nel vivere quotidiano, ciò che conta è che tu ti senta coerente con i tuoi valori, che tu riesca a dare significato alle tue azioni e che tu possa portare benessere a te stesso e agli altri. Aiutare chi hai intorno, vivere con correttezza, cercare di essere una brava persona: queste sono cose che hanno un valore enorme, indipendentemente da percorsi spirituali.

Il mondo non va “male” perché le persone non meditano o non hanno distrutto l’ego. Va male perché ci sono dinamiche complesse, politiche, economiche, culturali. E va anche bene in tanti aspetti che spesso non fanno notizia: solidarietà, relazioni, progressi in tanti campi. Dire che “è tutto colpa nostra perché siamo pecore” è una semplificazione estrema che non coglie la complessità del reale.

Le persone intorno a te possono essere buone, affidabili, amorevoli anche senza pratiche spirituali particolari. La bontà e l’umanità non si misurano su quante meditazioni si fanno o su quanto si parla di ego, ma su come ci si comporta nella vita concreta.

Quindi, la tua sensazione è corretta: se tu ti reputi una brava persona, se cerchi di aiutare gli altri e ti senti in equilibrio, questo ha già senso di per sé. Nessun discorso filosofico può cancellare il valore reale e quotidiano dei tuoi gesti e della tua presenza.

Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve. La ringrazio per avermi condiviso questa conversazione e le emozioni che ne sono scaturite. È perfettamente naturale sentirsi destabilizzati quando le proprie convinzioni e il proprio senso di valore vengono messi in discussione in modo così categorico.
Ciò che lei ha ascoltato dal counselor filosofico tocca temi profondi e complessi che hanno radici in alcune correnti filosofiche e spirituali (come l'importanza del "vero Sé", la critica all'Ego e l'idea che la massa sia "pecorona"). Tuttavia, l'impatto che queste affermazioni hanno avuto su di lei—facendola dubitare del suo valore e delle sue azioni positive—richiede un'analisi attenta. Il mio compito come psicologo non è valutare la validità filosofica di ciò che le è stato detto, ma aiutare lei a comprendere perché quelle parole le hanno causato un tale senso di annullamento e incertezza. Se lei si sente sereno e circondato da persone che reputa brave, è un segnale che il suo mondo di prossimità è funzionale e positivo. Non lasci che un'affermazione generica e nichilista invalidi la sua esperienza diretta di bontà.
Il suo turbamento, il senso di destabilizzazione e la conseguente tendenza a mettere in discussione il valore delle sue azioni e di chi le sta accanto ("anche loro non sono brave persone?") sono segnali che questo incontro ha toccato delle corde emotive profonde, forse relative al suo senso di autoefficacia e al suo bisogno di validazione. Se ne sente il bisogno può sempre chiedere una consulenza psicologica e approfondire l'argomento.
Dr. Luigi Pignatelli
Psicologo, Psicologo clinico
Taranto
Capisco bene il tuo turbamento, e credo che la tua reazione sia molto sana. Le parole che ti hanno colpito hanno un tono molto assoluto, quasi giudicante, e possono facilmente mettere in discussione il valore personale di ciò che si fa e di ciò che si è. In realtà, il tuo modo di vedere le cose è equilibrato e realistico: **fare del bene, aiutare gli altri, vivere con rispetto e gentilezza** sono forme autentiche di consapevolezza, anche se non derivano da un percorso “spirituale” o filosofico.
Hai ragione nel dire che il mondo non è solo “colpa nostra”: la realtà è molto più complessa e non si può ridurre a una responsabilità individuale o a un’unica visione del sé. Il fatto che tu riesca a vedere ancora del buono nelle persone e nel mondo dimostra che possiedi una sensibilità viva e una fiducia che vale la pena preservare.
Non serve “distruggere l’ego” per vivere in modo consapevole; spesso basta imparare a conoscerlo e a usarlo con equilibrio. Non lasciare che le parole di qualcuno svalutino il tuo modo di essere: il bene che fai, anche se semplice, ha sempre valore e contribuisce davvero a rendere il mondo un posto migliore.
Dott. Leonardo Iacovone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro utente, mi chiedo innanzitutto se il counselor che ha contattato sia riuscito nelle strabilianti imprese di cui lui parla, dall'alto del suo sommo sapere per il quale siamo tutti pecore. Essere vicini alle tematiche da lui esposte, quali la meditazione, la spiritualità e la religione in generale, non ti rende "meno pecora" o automaticamente una brava persona. Si può vivere con consapevolezza, in maniera quanto più onesta con il prossimo anche senza affidarsi a queste pratiche. Per qualsiasi dubbio si senta libero di contattarmi, un caro saluto.
Capisco bene la sua perplessità: le parole che ha sentito toccano temi profondi e, se espresse in modo rigido, possono davvero far vacillare le proprie certezze. È importante ricordare che non esiste una sola chiave di lettura della vita o della realtà.

Il “counseling filosofico” parte da un approccio riflessivo, ma non dovrebbe mai far sentire sbagliati o in colpa. Dire che “il mondo va male perché siamo come pecore” o che “aiutare gli altri non serve a nulla finché non distruggiamo l’ego” è una visione molto estrema, non condivisa da tutti i modelli di pensiero.

Essere persone gentili, cercare di fare del bene, coltivare relazioni sane e valori autentici sono già forme alte di consapevolezza. La crescita personale può avvenire anche senza percorsi spirituali o filosofici complessi: ogni persona ha il proprio modo di cercare senso e libertà interiore.

Se le parole di quel consulente l’hanno destabilizzata, può essere utile parlarne con un professionista psicologo, che l’aiuti a rimettere a fuoco ciò che per lei ha valore, restituendole un senso di equilibrio. Non è colpa delle “persone comuni” se il mondo ha problemi: il cambiamento nasce anche dalle piccole scelte quotidiane di chi vive con rispetto, empatia e responsabilità.
Un caro saluto

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.