Salve dottori sn 3 giorni che sto davvero male con malessere nello sterno testa spenta e somatizzazz

23 risposte
Salve dottori sn 3 giorni che sto davvero male con malessere nello sterno testa spenta e somatizzazzioni rimiginio continuo.. Faccio la terapia con paroxetina da 40 e depakin da 300

Mi e successo che sono andato a chiedere lavoro x qualcosa che so fare e mi riesce ero entusiasto dopo un po' mi sn sentito questo pensiero intrusivo che mi sta dando malessere dubbi incertezze sul fatto che poteva non piacermi alla fine ecc cosa potrei fare sto male grazie
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Per quanto riguarda i farmaci, si rivolga sempre al medico prescrivente per eventuali dubbi. Ritengo comunque fondamentale intraprendere un percorso psicologico al fine di indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL

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Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
sembra che nell'atto di cercare di seguire una spinta interna che sentiva, si sia attivato un aspetto dubitativo che le ha imbrigliato la mente, ma del quale non conosciamo esattamente il contenuto, se non genericamente incentrato sull'incertezza. I sintomi che sta avvertendo sono il probabile risultato della mente incagliata su questo tema di pensiero ripetitivo, che sta facendo da amplificatore di sintomi ed emozioni che andrebbero approfonditi in altro modo. Non so se ciò che racconta rappresenti una modalità tipica per lei di rapportarsi con la sua mente, ma l'impressione è che la stia portando a cortocircuitare. La mente non è un muscolo passivo come potremmo pensare, ed è importante autoistruirci ad indirizzarla con pazienza anche verso temi diversi e meno dolorosi. E' possibile che nel momento in cui leggerà queste righe si distragga e ciò porti sollievo, ed è esattamente lo stato interno che con gradualità deve provare a coltivare. Non perché il problema sia stato rimosso, ma perché lasciarci invadere da una preoccupazione non produce mai esiti incoraggianti. Un caro saluto
Dr. Davide De Rosa Saccone
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Riccione
Buongiorno, l'ansia o la preoccupazione di fronte a degli eventi che per noi sono importanti, come ad esempio un colloquio di lavoro, è comune e, anzi, necessaria a motivarci a fare il meglio. Alcune volte, tuttavia, queste emozioni possono raggiungere livelli eccessivi ed essere vissute come intollerabili e inaccettabili. E' spesso in questa situazione che la nostra mente cerca con tutte le sue forze una spiegazione all'attivazione corporea e psicologica, ricercando una risposta ed entrando in quello che lei pare già identificare bene: il rimuginio. Nonostante passino per la nostra mente migliaia di pensieri automatici ogni giorno e la maggior parte di essi vengano automaticamente "scartati", siamo abituati a focalizzarci su alcuni di questi e, in particolare, su quelli che per noi sono attivanti.
Questi due meccanismi inducono da un lato il mantenimento del vissuto ansioso (dal rimuginio non si ottiene risposta ma solo altra ansia) e una sensazione di stanchezza, dall'altra ci inducono a temere tutte quelle situazioni che potrebbero scatenarcelo.
Le consiglierei di affiancare al trattamento farmacologico un percorso di tipo psicologico, per capire a quali pensieri siamo abituati rivolgere la nostra attenzione e come mai, per poi imparare tecniche specifiche per interrompere questo circolo vizioso.
dott. De Rosa Saccone
Dott.ssa Valentina Antoci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, da ciò che riferisce probabilmente l'evento che racconta, nonostante possa sicuramente rappresentare un momento per lei importante, ha riattivato la sua ansia e di conseguenza il pensiero ossessivo. Potrebbe esserle utile oltre a confrontarsi con lo specialista che la segue dal punto vista farmacologico, anche valutare la possibilità di richiedere una consulenza psicologica per poter lavorare sulle sue difficoltà, ottenendo una maggiore comprensione di se stesso ed acquisire nuove strategie di gestione dell'ansia.
Un cordiale saluto
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, rivolga questa domanda al proprio medico di fiducia il quale conosce bene la situazione.
Buona serata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera, sarebbe prezioso avere informazioni rispetto al contenuto del pensiero. Inoltre, sarebbe importante comprendere il legame che, da come scrive, sembra esserci tra l'evento ed il suo malessere. Contatti uno psicologo con cui possa comprendere tutto ciò. Un saluto
Dott.ssa Alessandra Genovese
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Varese
Salve, dalle poche indicazioni fornite, è difficile riuscire a comprendere la dinamica che sta alla base di questo tipo di funzionamento, poiché bisognerebbe indagare meglio i vissuti emotivi sottostanti e il legame tra l'evento in sé e l'attivazione del pensiero intrusivo.
Valuti la possibilità di contattare uno psicologo e faccia sempre riferimento al medico di base per eventuali dubbi o chiarimenti sulla terapia farmacologica.
Un caro saluto.
Dott. Diego Corti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi a un collega per indagare più a fondo i contenuti e i sentimenti legati a questi pensieri "intrusivi". Potrebbe essere utile, inoltre, ridiscutere la terapia farmacologica con lo specialista psichiatra di rifreimento. Un caro saluto. DC
Dott.ssa Marina Montuori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, se scrive di un supporto farmacologico credo significhi che è già seguito per lo meno da un medico prescrivente che la conosce. Ritengo sia importante rivolgere a lui questo quesito, probabile che questo pensiero instrusivo che lei descrive sia sintomo di un quadro più complesso del quale è probabilmente a conoscenza il suo medico. Si consulti dunque con lui. Sarebbe il caso infatti di occuparsi del quadro clinico nella sua totalità. Se poi ritiene che il supporto farmacologico non sia sufficiente a sciogliere i nodi che la angosciano si rivolga ad uno psicoterapeuta. Consiglio sempre per una scelta consapevole di informarsi e documentarsi a riguardo e di discuterne casomai con il suo medico. Saluti Marina Montuori
Dott.ssa Debora Gilardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Salve, da quello che leggo per il lavoro era entusiasta ed è anche consapevole sul fatto che ne sia capace... Ciò che poi l'ha fatta stare male sono i dubbi e i pensieri intrusivi al riguardo. Potrebbe essere un Doc, ovvero un Disturbo Ossessivo Compulsivo. È molto invasivo ed invalidante. È necessaria una Psicoterapia cognitivo comportamentale, non solo la terapia farmacologica. In bocca al lupo.
Dott.ssa Rebecca Silvia Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Usmate Velate
Gentile utente, per quanto riguarda la terapia farmacologica ne deve parlare col medico prescrivente. Le consiglio di effettuare una visita psicoterapeutica per approfondire questo senso di inadeguatezza, assieme ad ansia e somatizzazioni. Mi sembra di percepire anche paura e confusione nel suo scritto: non attenda oltre e vedrà che riuscirà a stare meglio!
Saluti
Dott.ssa Serena Facchin
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Montemerlo
Buongiorno. La situazione che descrive sembra essere davvero difficile per lei, mi dispiace stia attraversando queste difficoltà. Detto ciò, con così pochi elementi è difficile poterle dare delle indicazioni precise su come fare a stare meglio; le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per iniziare un percorso focalizzato su questi pensieri intrusivi e sul malessere generale che sente. La inviterei a non aspettare molto, in modo da poter stare meglio prima possibile.
Un caro augurio.
Dr. Marco Cinci
Psicologo, Psicoterapeuta
Follonica
salve, mi dispiace leggere della sua sofferenza. probabilmente questo evento, co il cambiamento conseguente le starà portando molta ansia e questo rimuginio continuo la starà molto infastidendo.
ho visto dalla sua richiesta che è seguito farmacologicamente, perchè non si fa consigliare uno psicoterapeuta?
io le consiglierei uno psicolo esperto di tecniche ACT, che aiutano a prendere le distanze da alcuni pensieri intrusivi.
probabilmente ci sono alcuni temi della sua vita che devono ancora emergere ed essere affrontati e bisogni a cui deve dare voce.
un saluto ed un in bocca al lupo
Dott. Lorenzo Cruciani
Psicologo, Psicoterapeuta
Fermo
Gent.mo utente, per quanto riguarda la terapia farmacologica chieda allo psichiatra che l'ha prescritta, sicuramente sarà lo specialista più accreditato per risponderle correttamente. Sarebbe opportuno, considerando il disagio che descrive, chiedere un incontro con uno specialista in psicoterapia. Cordialmente.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
si rivolga al medico di base per quanto riguarda la parte medica.
Un saluto,
MMM
Buongiorno, mi spiace che non si senta bene. Sicuramente per i sintomi corporei le consiglio di rivolgersi al suo medico di base. Deduco che la terapia le sia stata prescritta da uno psichiatra, per quella può valutare insieme a lui se è ancora adeguata. Per quanto riguarda il malessere psicologico può chiedere aiuto ad uno psicologo pubblico o concordare un supporto privato personalizzato, anche calibrato in base alle sue disponibilità economiche. Sono disponibile ad approfondimenti. Intanto le auguro una buona giornata
Dott.ssa Alice Carbone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
dalle sue parole mi arriva la sua confusione e la sua preoccupazione e mi dispiace molto per queste emozioni così pesanti da gestire che sta provando.
Il mio consiglio è quello di parlarne con lo psichiatra che la segue per la terapia farmacologica: gli racconti tutto, in modo tale che lui possa indirizzarla, se lo ritiene opportuno, ad uno psicologo. Così oltre ai farmaci, che hanno la loro funzione, potrà contare anche su un percorso psicologico, che le servirà per poter parlare in sicurezza e accoglienza di qualsiasi preoccupazione o difficoltà.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Carbone
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente,

da quello che scrive si avverte la confusione e il malessere che sta vivendo. La cosa migliore da fare è contattare lo psichiatra che le ha prescritto i farmaci, e farsi indirizzare verso uno psicoterapeuta. Sembra davvero che abbia bisogno, oltre che del supporto farmacologico, di poter elaborare quello che vive, dargli un senso, ritrovare il suo equilibrio e la sua energia.

con i migliori auguri
dr. Ventura
Dott.ssa Beatrice Aisa
Psicologo, Psicoterapeuta
Poggibonsi
Gentile utente, dalle sue parole traspare la difficoltà del momento che sta vivendo. Rispetto alla terapia farmacologica è importante rivolgersi a chi l’ha prescritto, ma penso che intraprendere un percorso con un terapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale potrebbe essere di grande aiuto se i dubbi e il rimuginio sono esperienze frequenti nella sua vita. Un saluto, dott.ssa Beatrice Aisa
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio Dottore,
per quanto attiene al piano farmacologico, posso dirle che deve dare tempo ai farmaci di agire e può comunque rivolgersi al suo medico per qualsiasi dubbio e difficoltà in merito.
Sarebbe utile inoltre, associare alla terapia e supporto farmacologico un sostegno di tipo psicologico in modo da elaborare i suoi vissuti e stati interni.
Si tratta di un lavoro sicuramente più complesso ma utile e funzionale nel suo caso.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Gentile utente, dovrebbe rivolgersi al suo Psichiatra e parlargli di questo peggioramento. Inoltre potrebbe chiedergli un parere sull'avvio di percorso psicologico.
Cordialmente.
dr.ssa Floriana Ricciardi
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
quello che descrive — il malessere fisico, la testa “spenta”, il rimuginio continuo e i dubbi ossessivi — rientra in una fase di riattivazione dell’ansia e del pensiero intrusivo, molto comune nelle persone che, come lei, stanno già seguendo una terapia farmacologica e si trovano ad affrontare un momento emotivamente stimolante (come la ricerca di un nuovo lavoro).

Quando l’ansia si intreccia con aspettative e desideri positivi, la mente può reagire con pensieri automatici di dubbio o svalutazione (“forse non mi piacerà”, “forse sto sbagliando”), che non hanno un vero fondamento, ma servono a difendersi dal rischio di delusione o fallimento. È un meccanismo di protezione, non una regressione, ma diventa molto faticoso se non viene contenuto.

In questo momento può aiutarla:

Non combattere i pensieri, ma osservarli come eventi mentali (“questo è un pensiero, non una verità”);

Ridurre il controllo e rimandare le valutazioni (“oggi non devo decidere se mi piacerà o no, voglio solo vedere come va”);

Rallentare il ritmo con pause, respirazione lenta e attività fisica leggera, per alleggerire la tensione somatica nello sterno;

Contattare lo specialista che la segue, spiegando questi nuovi sintomi: potrebbero essere una normale oscillazione, ma anche un segnale che il dosaggio o l’equilibrio farmacologico vanno rivalutati.

Ricordi che non sta “regredendo”: sta semplicemente reagendo a un passaggio importante della vita, e il corpo e la mente stanno chiedendo tempo per riadattarsi. Parlare con il suo terapeuta e condividere con calma queste sensazioni è il passo più utile per ritrovare stabilità.

Dott.ssa Sara Petroni

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