Salve dottori ho iniziato a seguire un canale dove si parla di filosofia mistica , e da ragazzo sola

24 risposte
Salve dottori ho iniziato a seguire un canale dove si parla di filosofia mistica , e da ragazzo solare sereno e in equilibrio con i miei valori, mi sono trovato destabilizzato e sembra che tutto ciò che ho fatto e che faccio non ha valori anche semplicemente guardare una partita che tanto mi piaceva sembra non aver valore perché non sono cose essenziali , questo maestro parlava di come dobbiamo distruggere il nostro ego è distruggere il desiderio di desiderare infatti sostiene anche tutti quei programmi stupidi che ci sono in tv non bisogna vederli , io personalmente so che possono condizionare i vari talent ma io li vedo più per intrattenimento non mi lascio condizionare o non mi ci identifico, parlavo di come la maggior parte di persone non si pone nemmeno il problema della loro anima del loro vero sé e di come la vera e unica strada per l amore serenità e bene sia la meditazione e risvegliarsi al vero se è estinguere il desiderio io sinceramente non ci capisco più nulla perché la serenità che avevo prima penso che non ha senso se non ho tutte queste cose che dice il maestro anche gli amici di sempre dove c’era stima e affetto sembra non esserci più perché anche loro sono dei dormienti e non dei risvegliati grazie per un vostro chiarimento
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, descrive un passaggio interiore molto delicato, che può avvenire quando si entra in contatto con visioni spirituali o filosofiche molto radicali. È comprensibile sentirsi confusi o addirittura destabilizzati, soprattutto se queste visioni mettono in discussione tutto ciò che prima le dava senso, gioia e direzione. Ciò che accade spesso in questi casi è una rottura improvvisa dell’equilibrio, perché si entra in contatto con un linguaggio assoluto, che tende a separare ciò che è “superiore” da ciò che è “basso”, “vero” da “illusorio”. Tuttavia, nella psicoterapia umanistica il benessere non si ottiene negando parti di sé, ma integrandole. La leggerezza, il piacere per una partita o un programma semplice, il desiderio, l’affetto per gli amici, non sono ostacoli al cammino interiore, ma possono far parte di esso. L’EMDR, in un caso come il suo, può essere un valido strumento per elaborare questo senso di rottura interna e tornare a sentire cosa appartiene davvero a lei, distinguendolo da ciò che è stato interiorizzato in modo rigido o troppo veloce. Il desiderio non è necessariamente qualcosa da eliminare. Anche nella Mindfulness, ad esempio, l'obiettivo non è estinguere il desiderio, ma osservare con consapevolezza il proprio mondo interno, compreso ciò che ci muove, senza cadere nell’attaccamento né nel rifiuto. Ciò che ha ascoltato può aver aperto una riflessione profonda, ma questa andrebbe accompagnata con rispetto per la propria storia personale. Se ciò che le dava serenità ora viene visto come “falso”, forse più che una trasformazione autentica è in corso una forma di conflitto interno. Le consiglierei di parlarne con uno psicologo psicoterapeuta per esplorare questi contenuti con uno sguardo più centrato, che le permetta di non perdere il senso di sé e dei suoi valori mentre approfondisce temi tanto complessi. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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Dr. Vincenzo Cappon
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Castiglione delle Stiviere
La filosofia é molto potente, spesso fa del bene, ma a volte fa del male.
Dott.ssa Valentina Annesi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, io credo che questo maestro abbia una sua idea di cosa sia giusto o sbagliato e viva di conseguenza la sua vita, nel modo che lo fa stare bene. Non penso che lei si debba adeguare pedissequamente, senza interrogarsi rispetto ai suoi bisogni ( di svago, di leggerezza, di intimità amicale, di desiderare un qualcosa). Il benessere parte da qui: chiedere a se stessi cosa si vuole e valutare se si può raggiungerlo.
Buona serata, Valentina Annesi
Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
So che adesso ti senti confuso, ma non hai perso nulla di te: la tua serenità e la tua vitalità ci sono ancora. In terapia possiamo ritrovarle insieme, senza che tu debba rinunciare a quello che ami.
A disposizione
Mariella Bellotto
Dott.ssa Federica Figurella
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Carissimo sembra che in questo tu stia cercando te stesso e qualcosa che ti elevi il che è un bene ma attento a questi guru online è meglio per te seguire un percorso psicologico che ti dia gli strumenti per vivere al meglio. Cordialità
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco bene quanto possa essere destabilizzante imbattersi in insegnamenti che sembrano mettere in discussione tutto ciò che fino a ieri le dava piacere e senso. La reazione che descrive (sentirsi che le attività che prima la rendevano sereno ora appaiono vuote o non essenziali, dubitare del valore delle relazioni e delle passioni) è una risposta umana quando una prospettiva nuova e potente entra in conflitto con le proprie abitudini e i propri valori. È importante accogliere quel turbamento senza giudicarlo: significa solo che dentro di lei ci sono dei valori solidi che ora vengono confrontati con nuove idee e che questo confronto attiva incertezza. Dal punto di vista cognitivo comportamentale, vale la pena distinguere tra l’effetto persuasivo di un messaggio e la realtà concreta della sua vita. I maestri spirituali spesso parlano in termini assoluti per essere efficaci e per scuotere; questo stile può essere utile per alcune persone in un dato momento, ma può anche produrre pensieri polarizzati, del tipo tutto o niente, che levano valore a ciò che prima era fonte di piacere. Questi pensieri automatici possono trasformare attività innocue in cose moralmente inferiori agli occhi della nuova visione. Chiedersi con curiosità se quei giudizi sono veri oppure se sono il prodotto di retorica può aiutare a prendere distanza. Una domanda pratica da porsi è: quali prove concrete ho che guardare una partita o passare tempo con gli amici riduca il mio senso di significato o ostacoli il mio percorso interiore? Spesso la risposta mostra che il legame tra le due cose è più debole di quanto sembra. Un altro aspetto utile su cui lavorare è la chiarezza sui propri valori. Sentirsi “svegliati” o aderire a insegnamenti profondi non richiede necessariamente la cancellazione di tutto il resto. Si può scegliere liberamente di integrare pratiche contemplative o meditative nella propria vita mantenendo anche spazi per il divertimento, l’amicizia e gli interessi quotidiani. Chiarire cosa per lei è davvero importante — ad esempio relazioni affettive, integrità personale, benessere fisico, curiosità intellettuale — permette di valutare ogni nuova idea alla luce dei propri criteri, non solo in base all’autorità di chi parla. Questo evita la dipendenza da un’autorità esterna per definire cosa abbia valore. Sul piano comportamentale, un approccio utile è sperimentare in piccolo invece di cambiare tutto in modo radicale. Può provare a introdurre una pratica meditativa breve per alcune settimane e osservare che effetti ha sul senso di calma e sul modo di percepire le sue attività, mantenendo allo stesso tempo alcuni piaceri di sempre. Tenere un diario valido per una decina di giorni, annotando come si sente prima e dopo aver fatto una certa attività (guardare la partita, uscire con amici, meditare), le darà dati concreti su cui decidere, invece di affidarsi solo a sensazioni globali o a imperativi esterni. Questo è un esperimento cognitivo comportamentale semplice che riduce l’incertezza. È inoltre importante prestare attenzione alla qualità delle relazioni. Sentirsi distaccare dagli amici perché vengono etichettati come “dormienti” può portare a isolamento emotivo, che a sua volta aumenta il disagio e la sensazione di perdita di senso. Le relazioni autentiche spesso includono persone con visioni diverse; il rispetto reciproco non richiede identità spirituale identica. Se la vicinanza con certe persone è importante, è possibile mantenere il contatto pur scegliendo consapevolmente cosa condividere a livello filosofico. Se invece nota che stare con alcune persone la fa sentire forzata o inautentica, può limitare quei contatti senza giudicarsi. Dal punto di vista cognitivo, può essere utile mettere in discussione alcune frasi assolute che il maestro propone. Frasi come la necessità di “distruggere l’ego” o di estinguere totalmente il desiderio sono idee complesse e spesso metaforiche: la loro interpretazione letterale può generare colpa o impoverimento della vita. Chiedersi che cosa significhino questi concetti nella pratica e qual è l’obiettivo reale (ridurre la sofferenza? aumentare la presenza?) aiuta a trasformare l’astratto in concreto e a scegliere ciò che è funzionale per lei. Se la confusione persiste e inizia a interferire con il suo umore, con le relazioni o con il piacere nelle attività quotidiane, può essere utile parlarne con qualcuno di fiducia o con un professionista. Un percorso terapeutico orientato al cambiamento cognitivo comportamentale può aiutarla a ristrutturare i pensieri che generano senso di vuoto, a progettare esperimenti comportamentali che le diano informazioni reali e a ritrovare un equilibrio tra ricerca interiore e vita concreta. In alternativa, leggere testi diversi e confrontare più punti di vista le darà strumenti critici per non essere influenzato in modo acritico. La scelta di come integrare o meno idee nuove è personale e non esiste un unico modo giusto. Può permettersi di esplorare senza dover aderire in modo totale e può ricordare che il valore delle sue azioni si misura anche nella misura in cui la aiutano a stare bene, a mantenere legami significativi e a vivere coerentemente con i propri valori. Se meditazione e introspezione la attirano, possono diventare risorse; se perderà piacere nelle cose che ama, quello è un segnale per riequilibrare. Prendersi il tempo per sperimentare con gentilezza e curiosità le permetterà di decidere ciò che davvero risuona con la sua vita. resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente, grazie per aver condiviso la tua situazione.
Capisco bene la tua confusione, e la tua domanda è molto importante. Ti trovi in un momento di crisi di senso: prima avevi una serenità naturale, semplice, legata ai tuoi valori, alle relazioni e alle passioni; adesso, dopo aver ascoltato un certo linguaggio “mistico-filosofico”, ti sembra che tutto ciò che ti dava equilibrio non abbia più valore.
Molte correnti mistiche parlano di “distruggere l’ego” o “estinguere il desiderio”. Questi concetti non vanno presi alla lettera: non significa annullare la personalità o rifiutare la vita quotidiana, ma piuttosto non farsi dominare dall’egoismo e dall’attaccamento compulsivo. Guardare una partita, ridere con gli amici, gustarsi un film… non è un male in sé. Diventa un problema solo se lo fai per riempire un vuoto o scappare da te stesso.
Il desiderio non è solo “catena”, è anche energia vitale. Senza desiderio non ci sarebbe creatività, amore, movimento verso gli altri. La vera sfida non è “uccidere il desiderio”, ma non esserne schiavi.
La serenità che avevi prima non è da buttare: era frutto di una vita coerente con i tuoi valori, dei tuoi legami, delle tue passioni. Non c’è nulla di “illusorio” in questo. Semmai, ora stai vivendo una fase di “sbilanciamento” perché stai confrontando quel vissuto con un pensiero più assoluto, che però rischia di diventare giudicante e svalutante.
Infine non tutti i “maestri” portano davvero alla libertà. Alcuni finiscono per imporre un modello unico di vita, facendo nascere sensi di colpa e svalutazione. Un insegnamento autentico, invece, dovrebbe aiutarti a ritrovare te stesso, non a perdere la tua gioia spontanea. Non rinnegare quello che eri e che sei. Non scartare a priori quello che stai imparando, ma filtralo: prendi ciò che ti arricchisce (meditazione, introspezione) e lascia ciò che ti impoverisce (svalutazione di te, dei tuoi amici o delle tue passioni). Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Chantal Danna
Psicologo, Psicologo clinico
Aosta
Buongiorno, io credo nessuno abbia il diritto e la presunzione di dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato in assoluto ( purché sia consentito dalla legge)per la nostra vita. Ognuno deve valutare per sé. Magari lei stava passando un momento di debolezza quando ha iniziato a seguire questo canale e senza accorgersene ha iniziato a dare peso solo alle parole di questo maestro. Provi a staccarsi un po' da questo maestro, a sentire altre voci, altri pareri ma più che altro ascolti cosa sente che sia giusto per sé stesso.... La vita è la sua!
Cordialmente
Dott.ssa Chantal Danna
Dott. Ivan Alibrandi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
buongiorno, la ricerca del Sè profondo e spirituale, di una realtà superiore, del distacco dalla materia e dalla dipendenza da essa sono temi molto affascinanti. Tuttavia, se non gestiti con equilibrio e consapevolezza possono creare forti contrasti in chi le segue. Infatti, la visione spirituale divulgata trasmette un modello idealizzato che si scontra con la realtà quotidiana. Un maestro (vero) dal vivo sa adattare questo modello all'0individuo , facendo sì che esso si adatti sull'allievo come un abito cucito da un sarto. Di contro la sua trasmissione senza adattamenti risulta più simile ad un'armatura a taglia unica in cui l'aspirante deve entrare a forza. Questo può dar adito a una gamma ampia di disagi psicologici. Il ricercatore spirituale si trova di fronte una montagna altissima senza le competenze per scalarla e con un manuale che descrive solo la vetta senza dare indicazioni adatte a lui per iniziare dal primo dislivello che incontra. Per fare alcuni semplici esempi, il distacco non è l'incapacità di godersi la partita di calcio con gli amici, o frequentare una donna che ci piace o altro ancora, ma il saper relativizzare questa episodi come bellissime esperienze piacevoli senza che diventino l'obiettivo della vita. La distruzione dell'ego non è reprimere e limitare l'Io in modo duro, arrivando così a non amarsi, a non essere capace di tutelarsi ed affermarsi quando serve, ma farlo diventare adulto e sano per poi relativizzarlo quando cominciano a manifestarsi stati sdi coscienza non ordinari e più "alti". Le emozioni negative non vanno rifiutate ma accolte, ascoltate perché portano un messaggio del nostro essere alla nostra coscienza, colto il quale si possono far fluire via.
Senza una guida valida o uno psicologo che aiuti a procedere passo passo adattando il percorso all'individuo, e non viceversa, questa spinta alla trascendenza rischia di diventare, involontariamente, una trappola e una via di fuga. Seguita con consapevolezza e maturità può diventare una ricchezza. Spero di esserle stato utile. Non tema di contattarmi se necessita di altri chiarimenti. Buon proseguimento.
Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Buongiorno,
le domande e i dubbi che si pone possono essere un segnale di crescita e maturità. E' legittimo cominciare ad attenzionare i propri valori, ma questo non dovrebbe provocare disagio e mettere in dubbio tutto ciò che fa. Non tutto nella vita ha bisogno di avere un significato profondo, spesso il piacere più intenso deriva da esperienze piccole e spontanee. Se queste difficoltà che riscontra sono forti e sente che rendono difficile la sua vita quotidiana, le consiglierei di portarle in una stanza di terapia, per riprendere il contatto con il presente e indagare queste preoccupazioni.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, consiglio di lasciare questo gruppo, poichè lei non sta bene con esso, consiglio mindfulness con uno psicoterapeuta se vorrà fare delle meditazioni grazie
Dott.ssa Giulia Saso
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Roma
Caro utente,
sembra che l'avvicinamento a questo canale di filosofia mistica abbia innescato una profonda crisi di valori che, improvvisamente, ha disinvestito i suoi interessi e i suoi affetti dal significato che avevano avuto per lei finora.
Forse questo canale rappresenta un pretesto - o meglio, un'opportunità - per mettere in discussione ciò in cui ha creduto fino a questo momento, nel tentativo di avvicinarsi a ciò in cui crede davvero, di entrare in contatto con il suo vero Sè. Questa è una tensione interiore nobile e significativa che meriterebbe di essere esplorata con attenzione, così come il tema, profondamente personale, di ciò che, dal suo punto di vista, può essere degno di essere considerato di "valore" oppure no. Un percorso con un professionista potrebbe offrirle il giusto contesto per dar spazio a queste esplorazioni. E si ricordi che crisi, viene dal greco 'krisis', che significa scelta: in altre parole, per scegliere chi si è, bisogna attraversare il caos di chi non si è.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Giulia Saso
Salve, grazie per la condivisione del suo pensiero, capisco che quello che sta vivendo possa essere molto destabilizzante. Può risultare complesso passare da una sensazione di tranquillità e serenità nelle cose che si fanno quotidianamente, all'incertezza e al sentirsi mancare "la terra sotto ai piedi". Se le fosse possibile, ci sarebbero spunti su cui poter lavorare insieme, soprattutto se queste questioni interferiscono con il suo vivere quotidiano e con le sue relazioni consuete. La ringrazio per la fiducia riposta nel condividere la sua esperienza.
Dott.ssa Filippina Romano
Psicologo, Psicologo clinico
San Casciano in Val di Pesa
Gentilissimo,
Esistono diversi filoni di pensiero, credenze, religioni, che orientano nella lettura della realtà circostante. In quanto tale, la realtà è soggettiva, non esiste un’unica verità, soprattutto quando questa riguarda la sensibilità personale. Ogni individuo si rispecchia in ciascuna di essa e, se non vi è compromissione del benessere personale e sociale, identificarsi con un gruppo o con una filosofia può costituire una strategia di contenimento del proprio errare nel mondo.
Approfondisca gli studi per poter essere libero di scegliere.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao — grazie per aver condiviso così apertamente quello che stai vivendo. Quello che descrivi è molto comune quando ci imbattiamo in insegnamenti molto forti o radicali: come se qualcuno avesse acceso una luce su aspetti della vita che prima davamo per scontati, e quella luce ha messo in dubbio il valore di molte cose che ti davano piacere e senso. Ti spiego qualche punto pratico che può aiutare a orientarti.

È normale sentirsi destabilizzati. Quando un messaggio polarizzante (ad es. “distruggere l’ego”, “estinguere il desiderio”) arriva all’improvviso, può attivare ansia, senso di colpa o vuoto. Questo non significa che prima eri “ingannevole” o che ora tutto è sbagliato: significa che stai riconsiderando priorità e significati.

Distinguere tra principi filosofici e applicazione pratica. Idee come ridurre l’attaccamento o coltivare la meditazione possono essere utili se adattate alla tua vita. Ma quando un insegnamento pretende che tutto il resto sia senza valore, spesso si perde la parte pratica: molte persone trovano equilibrio mescolando pratica contemplativa e piaceri quotidiani salutari.

Valori vs. preferenze. Guardare una partita, ridere con amici, divertirsi con programmi televisivi possono essere attività non “essenziali” in senso spirituale, ma hanno valore umano: creano relazioni, relax, identità. Il fatto che qualcosa non sia “essenziale” non la rende inutile. Puoi chiederti: questa attività mi nutre, mi ricarica, o mi distrae in modo dannoso? La risposta è spesso intermedia, non tutta bianca o nera.

Evita il confronto assoluto con gli altri. Dire che gli amici sono “dormienti” può isolarti. Le persone hanno percorsi diversi e spesso integrano aspetti spirituali e mondani in modi diversi. L’empatia e il dialogo aperto aiutano più del giudizio. Se ti va, puoi condividere con qualcuno di fiducia come ti senti senza imporre le tue nuove idee come verità assoluta.

Sperimenta, non adottare tutto per imitazione. Se ti interessa la meditazione o ridurre alcuni desideri, prova a integrare queste pratiche gradualmente e vedi come ti senti. Se ti fanno stare meglio, le tieni; se ti fanno perdere equilibrio, puoi modificarle. Le pratiche efficaci sono quelle che funzionano per te, non solo quelle che suonano sagge.

Segnali di attenzione. Se senti che la tua serenità è scomparsa, che eviti attività che prima amavi, che provi senso di colpa persistente, isolamento o difficoltà a dormire/mangiare, è importante prenderlo sul serio: sono segnali che il cambiamento sta avendo un impatto forte sul tuo benessere.

Piccoli passi pratici per ora:

Prenditi pause dai contenuti del maestro se senti sovraccarico; valuta con calma.

Riprendi attività che ti davano piacere (anche guardare una partita) come esperimento: osserva come ti senti prima, durante e dopo.

Prova una semplice pratica quotidiana di presenza (5–10 minuti di respiro) invece di cambiamenti radicali.

Parla con un amico fidato di come ti senti, non per convincerlo, ma per elaborare insieme.

Infine, se vuoi chiarire a fondo cosa sta succedendo dentro di te — perché questa filosofia ti ha destabilizzato così profondamente e come integrare eventualmente alcuni insegnamenti senza perdere il tuo equilibrio — sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Giulia Stravaganti
Psicologo, Psicologo clinico
Villafranca di Verona
Gentile anonimo, è incappato in ciò che possiamo definire "spiritualità new age". Non che i concetti siano nuovi, anzi, la maggior parte dei concetti sono presi da filosofie orientali molto antiche. Ciò che è nuovo è l'ondata partita da qualche anno a questa parte, dove spesso vige ahimé - come lei stesso ha notato - un'estremizzazione.
Da come ne parla, noto un certo interesse per le informazioni che si è trovato davanti, e il porsi domande non è mai affare sciocco o di poco conto, o senza utilità. Tutto il contrario. Da questo interesse e da queste domande si possono aprire altre porte, altri significati, ma altro non sono che "lenti" di occhiali diverse attraverso cui osservare la medesima realtà: prospettive. Nessuno ha la Verità in tasca: nessun maestro, nessun luminare, nessuno psicologo, nessun medico. Quello che abbiamo sono le nostre esperienze e il nostro sentire (cosa sentiamo, cosa ci è affine, cosa ci attira, cosa respingiamo) ed è sulla base di questo che si crea la nostra lente, che nella migliore delle ipotesi è in continua evoluzione. Si è trovato dunque dinnanzi a una prospettiva nuova, che - attenzione - si trova sullo stesso livello di esistenza della sua attuale: sono entrambe valide. Ognuno è dormiente rispetto alle prospettive diverse dalla propria, per intenderci.
Se vogliamo porla in un'ottica fatalista, possiamo dire che la vita le ha posto davanti anche questa parte di realtà, dandole la possibilità di arricchire le proprie lenti. Facendo proprio ciò che "risuona", ossia ciò che sente esserle potenzialmente affine o che vorrebbe valutare/integrare e lasciando andare ciò che invece non fa per lei, per incompatibilità di valori/significato/tempistiche/esperienze/etc.
Toccando un altro punto: siamo tutti condizionati, sin da appena nati. Il modo in cui vediamo noi stessi e il mondo (l'Altro) sono frutto del modo in cui ci hanno fatto sentire con noi stessi e con il mondo i nostri genitori in età evolutiva, quando non eravamo autosufficienti. Questa è psicanalisi pura e presente in tutte le salse in libri, manuali e articoli scientifici. Eppure, anche questa percezione cambia con il tempo e con le esperienze. Nei percorsi psicologici e psicoterapici è uno dei fulcri il lavoro sui propri condizionamenti, soprattutto quelli limitano per il proprio benessere e la propria qualità della vita e, perché no, per vivere meglio anche il rispetto dell'Altro in conseguenza al proprio. Si portano a galla e si consapevolizzano, curando ciò che non è stato curato a tempo debito e decostruendo dunque le "credenze limitanti".
I desideri, come tutto, possono essere costruttivi, neutri o distruttivi - perché non contestualizzare? - e l'amore è un sentimento, c'è chi ce l'ha in equilibrio e chi no per proprie situazioni di vita - anche qui, perché generalizzare? - così come il mito della serenità assoluta: non può essere parte dell'esperienza umana. Noi sentiamo, nel bene e nel male. Anzi, le dirò di più, stiamo bene SE sentiamo nel bene e nel male. Il resto è dissociazione da sé e dal mondo, anch'essa patologica.
Ho cercato di toccare la maggior parte dei punti, sebbene riassumendo molto, per darle un quadro il più possibile completo. Chiudo dicendo che la spiritualità non è né da demonizzare né da glorificare, può essere un tassello anche molto importante della propria vita (non per tutti allo stesso modo) e ben venga quando promuove una spinta alla consapevolezza e al fare propri dei valori. Attenzione però, e questo vale per OGNI ambito e parlo in generale, a chi estremizza senza lasciare spazio a dialogo aperto, dubbi, altre possibilità.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, è davvero fondamentale per lei seguire il maestro? È l'unico modo per contattare se stessi? Forse dovrebbe partire da queste domande e pensare il vero obiettivo che vuole raggiungere. Anche il rispetto dei propri gusti e dei propri limiti è un elemento importante nella scoperta e nella cura del mondo interiore.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Arianna Amatruda
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Capisco bene la tua confusione: quando ci si avvicina a certi messaggi “assoluti”, è facile sentirsi destabilizzati e perdere punti di riferimento. Non significa però che la tua serenità di prima fosse “falsa”: se ti sentivi in equilibrio e in pace, quello aveva valore reale per te. Non esiste un’unica strada universale per la felicità: spiritualità e meditazione possono arricchire, ma non annullano l’importanza di passioni, amicizie o momenti di leggerezza. Puoi scegliere cosa integrare senza sentirti costretto a negare chi eri prima. La serenità è anche libertà di dare senso a ciò che ami.
Dott.ssa Marika Fiengo
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, sono molto colpita dal disorientamento che stai vivendo e lo comprendo.

La serenità non nasce dal cancellare tutto ciò che sei, bensì dal trovare un equilibrio tra crescita interiore e vita quotidiana. Guardare una partita o stare con gli amici non è “inferiore”: se ti fa stare bene ha già un valore. Non c’è bisogno di scegliere tra essere “risvegliato” e godere delle cose semplici, perché possono coesistere.

Ricorda che, per quanto quella pagina filosofica possa offrire spunti interessanti, l’aspetto davvero importante è restare coerenti e consapevoli di ciò che c’è dentro di te. Non conta seguire alla lettera ciò che troviamo online, ma riconoscere quali sono i tuoi valori e vivere in accordo con essi, senza svalutare ciò che ti fa stare bene nella vita quotidiana. La serenità che provavi prima non è da svalutare, è la TUA serenità.

Ti suggerisco di prestare attenzione ai contenuti online e scegliere consapevolmente quali canali/pagine/persone seguire - perché ci alimentano, ci spingono a riflessioni profonde e ci arricchiscono - e quali invece non seguire - perché ci disorientano, ci svuotano e ci mandano in confusione.
Internet può essere una grande opportunità e una gran risorsa o può porre grandi limiti e bloccarci. Sta a te farne un uso consapevole!

Resto disponibile per ulteriori confronti,
Dott.ssa Marika Fiengo.
Salve , molto interessante il suo quesito.
Ritengo che per quanto interessante informarsi riguardo diversi ambiti occorra fare ben attenzione alle fonti dalle quali traiamo informazioni.
Per qualsiasi desiderio di conoscenza più approfondita di noi stessi (anche in assenza di un malessere particolare) le suggerirei o di intraprendere un percorso psicologico o di fare semplicemente un colloquio con uno psicologo per imparare a conoscersi meglio ed avere gli strumenti giusti per gestire le varie sfide evolutive , le relazioni in generale ed in primis il rapporto con noi stessi.
Buone cose , dott.Marziani
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

potrebbe occuparsi della sua confusione del momento chiedendo aiuto ad uno specialista. Un percorso psicologico potrebbe sostenerla nel ritrovare se stesso e tutto ciò che per lei è importante.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Capisco bene il suo smarrimento. Può accadere che alcuni messaggi a forte contenuto filosofico o spirituale mettano in discussione ciò che fino a poco prima sembrava stabile e sereno. È importante ricordare che non esiste un unico modo “giusto” di vivere: se per lei attività semplici come guardare una partita, condividere del tempo con gli amici o coltivare i suoi interessi hanno valore e le portano benessere, allora questo resta significativo. Le pratiche come la meditazione possono essere arricchenti, ma non dovrebbero annullare ciò che già le dava equilibrio. Forse può concedersi il tempo di integrare nuove riflessioni senza perdere il contatto con ciò che sente autentico per sé. Dr. Giuseppe Mirabella
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che descrivi è molto comune quando ci si approccia a insegnamenti spirituali o filosofici molto radicali: possono farci dubitare di ciò che prima ci dava gioia e farci sentire “fuori strada” rispetto a un ideale di perfezione. È normale sentirsi destabilizzati, soprattutto se l’insegnamento giudica le attività quotidiane o le relazioni come “non essenziali”.

Vale ricordare che la filosofia o la spiritualità non devono cancellare chi sei o ciò che ti rende felice: il guardare una partita, ridere con gli amici, godere di piccoli piaceri non annulla la tua ricerca di significato. La meditazione e la crescita interiore possono convivere con una vita normale, senza sentirsi in colpa.

Un suggerimento è di prendere con spirito critico ciò che senti: osserva cosa ti arricchisce davvero senza annullare il tuo equilibrio. Se un insegnamento ti fa sentire disconnesso dagli altri o ti fa giudicare negativamente te stesso, può essere utile prenderne solo ciò che ti serve e lasciare il resto. La serenità non è rinunciare alla vita, ma trovare un equilibrio tra crescita interiore e piaceri quotidiani.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

da come scrive si percepisce che ciò che l’ha turbata non è tanto il contenuto filosofico in sé, quanto l’impatto emotivo e identitario che queste idee hanno avuto su di lei. È molto comune, quando si entra in contatto con insegnamenti spirituali o filosofici forti, sentirsi improvvisamente “sballottati” tra il desiderio di capire e la sensazione di aver perso il proprio centro.

Alcune correnti mistiche — soprattutto quelle di matrice orientale — parlano effettivamente di “superare l’ego” o di “estinguere il desiderio”, ma questi concetti, nel loro contesto originario, non significano annullare la personalità, i piaceri o gli affetti umani. Si riferiscono piuttosto alla capacità di non essere schiavi di ciò che si desidera o di ciò che si teme, imparando a vivere con maggiore libertà interiore.

Quando però tali insegnamenti vengono recepiti in modo assoluto o decontestualizzato, possono generare confusione, senso di colpa o la convinzione che ogni forma di gioia quotidiana (come guardare una partita, ascoltare musica o stare con gli amici) sia “inferiore”. In realtà, la vera crescita interiore non esclude la vita, ma la integra. Una spiritualità autentica rende più presenti, più capaci di amare e di godere delle piccole cose, non meno.

Forse può aiutarla tornare per un momento alla serenità che conosceva prima: quella che nasceva dal rispetto dei suoi valori, dal piacere semplice delle relazioni, dal sentirsi in equilibrio. Può considerare questa esperienza come uno stimolo di riflessione, non come una verità che deve sostituire tutto ciò che era prima.

Se sente che la confusione persiste, parlarne con uno psicologo può aiutarla a riconnettersi con la propria bussola interiore, distinguendo ciò che le appartiene davvero da ciò che ha semplicemente assorbito dall’esterno.

L’evoluzione personale non richiede di distruggere ciò che si è, ma di conoscerlo con più consapevolezza.

Dott.ssa Sara Petroni

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