Quando ci si trova ad un punto di vita quasi 50 anni, in cui non riesci ad elaborare dei lutti, non

32 risposte
Quando ci si trova ad un punto di vita quasi 50 anni, in cui non riesci ad elaborare dei lutti, non riesci a capire perché la tua vita si sia svolta in un certo modo, cioè senti di essere stata sempre male per educazione, messaggi ambivalenti, ansiogeni di una madre spaventata di tutto, di un padre assente, se dopo che il tuo ruolo è stato quello di risolutrice, contenitrice delle paure materne, portatrice di problemi e ricercatrice di soluzioni che non spettavano a te ed oggi che ancora sei genitore di tuo padre anziano, scopri che non ne puoi più, sento che emerge rabbia malessere, che cerchi di non incolpare chi ormai non ci sta più, ma poi ti sale angoscia tra un dietro che un po' è confuso, un presente che diventa difficile, doloroso perché affiorano tante cose e un futuro a cui non vuoi pensare ma ti attanaglia perché non hai costruito, potuto costruire, capito cosa volessi costruire, che si fa? Mi dico che è legittimo star male ma non so immaginare come poter star meglio. Io per tutta la vita ho sentito che non stavo bene e ho tentato strade psicoterapeutiche e di affrancarmi da mia madre ma poi fino a 20 mesi fa in cui lei c 'era, non osservavo forse perché stanca della sua malattia che ho seguito per anni, la mia vita con un velo. Ora maledizione tutto emerge, solo che sto male. Arrivano consapevolezze e fanno male. Mi pare di essere incapace a superare i lutti, gli eventi dolorosi e si rafforzano paure. Come si vive la vita? So che fa ridere ciò, ma prima pur con stress stanchezza, rabbia sentivo appartenenza a qualcosa o qualcuno. Ora cammino per strada e mi sento un vuoto dentro. Ora sento delle catene che ancora mi fan stare dietro quel passato e allo stesso tempo, se le potessi aprire, e dico vado via... Mi sento smarrita della serie... Chi sono? Dove voglio andare? Come potrò far pace col passato e capire perché sono stata così male e sto ancora male nonostante mia mamma non ci sia più? Come potrò non avere più angoscia e vivere il presente senza invece temerlo. Ho sempre avuto paura della morte e della follia. Vorrei sapere da dove sono partite ma non so se è possibile e il solo pensiero mi agita. Prima ero parte di un nucleo familiare non equilibrato.. Ora ho ancora papà ma non mi fa la differenza, devo pure mettere in conto che possa andar via in un ordine naturale e mi sento di non appartenere più a nulla o nessuno. Credo nella psicoterapia ma vorrei essere stupida, non una che si domanda, che cerca di capire, di conoscersi, perché poi vado nella angoscia esistenziale. Ecco esistenziale... Si guarisce da tutto ciò?
Gentilissima, il dolore che esprime in questo suo non breve messaggio e’ grande. Ci dice che ha già tentato diversi percorsi di psicoterapia, e si deduce dalle sue parole che non siano andati a buon fine. Occorrerà certamente domandarsi come mai, nonostante ci sia fiducia nella psicoterapia, siano stati intrapresi, e poi evidentemente abbandonati, questi percorsi di psicoterapia. Emergono dalle sue parole ancora vivo il dolore e l’angoscia esistenziale dati dalla recente scomparsa di sua madre. Forse ora, forse proprio ora, e’ arrivato il momento di affrontare una psicoterapia che fin dall’inizio si interroghi sule regioni della difficoltà a portarne a termine una e a stare finalmente bene. Dare un senso alla sua esistenza ora non solo è ancora possibile, ma è anche necessario, un dono grande che deve a se stessa e che spetta solo a lei raggiungere. Dato il tipo di questione lamentata credo che un percorso psicoterapeutico psicoanaliticamente orientato possa fare al caso suo. Coraggio. Un saluto, Marta Corradi.

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Salve, mi spiace leggere che continua a stare così... pur non scrivendo il suo nome riconosco la sua storia e il suo modo di scrivere e di raccontarsi a noi... lo scrivere di getto, il dolore, la sua confusione... si, si puó guarire, ma piuttosto io mi chiedo: lei sta dando a se stessa il tempo di farlo? Il dolore deve fare il suo percorso e per uscire dalla confusione non serve solo intelligenza, ma anche pazienza e fiducia in sè stessi e nel suo terapeuta... la invito a riflettere e a portare i suoi pensieri e le sue emozioni nel suo setting terapeutico, un contesto protetto e intimo in cui tutto ció che scrive qui puó trovare un senso ed un contenimento adeguati... e arricchire il rapporto con il collega! questo è un “luogo” in cui non è possibile fare terapia e i suoi bisogni di aprirsi meritano un contesto idoneo...
Dott.ssa Serafini Federica Psicologa Psicoterapeuta
Salve, dispiace sentire tutta la sua sofferenza, palpabile anche solo in un messaggio scritto. Sono d’accordo con le colleghe: porti il tutto in una psicoterapia, ne faccia un luogo protetto in cui capire e star meglio. Bisogna però darsi il diritto di un tempo per sé e di curare le proprie ferite.
In bocca al lupo
Marta Calderaro
Lei ha molta carne da mettere a fuoco, pensieri e interrogativi accumulati negli anni che si affollano impietosamente, ma che devono trovare un ordine e una risposta. Senza impazienza, perché non si può risolvere tutto questo in breve tempo, affidandosi ad un terapeuta che pian piano le consenta di decifrare e riordinare. Le sue lettere esprimono sofferenza che può trovare sollievo, dove lei è la protagonista e il terapeuta il facilitatore di questo processo ormai doveroso per lei. In bocca al lupo. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Salve, la sua è una lettera piena di tante cose, dolore si, ma anche capacità di riflessione su di sé e una buona visione del reale; so che queste risorse non sembrano tali (acuiscono in qualche modo il dolore), in terapia però sono armi potentissime, che rendono possibile, attraverso una relazione curativa (la terapia appunto) il riconoscimento/ricostruzione di sé e l'accettazione che rende possibile la separazione (e il lutto che lei sta con difficoltà vivendo) da figure interne ed esterne in qualche modo vissute come ostacoli all'affermazione di un vero io. Le auguro di riuscire a trovare il coraggio di affrontare una valida terapia, sono sicura che ne trarrà soddisfazione. Un caro saluto. Dott.ssa Berton Erika
Buongiorno Signora,
Concordo con le riflessioni ed i suggerimenti dei colleghi.
C'è tanto vissuto da parte sua su cui lavorare per percorrere il percorso di guarigione e di cura di se stessa. Dopo anni in cui si è presa cura di altri, ora forse è il momento di cominciare da se stessa, dalle sue emozioni e dall'uscire da quell'angoscia "zavorrante". Ha tante domande a cui dare risposta e sicuramente giova l'essere aiutata da un valido terapeuta, non tanto perchè le dà risposte "preconfezionate", ma perchè assieme riuscirete a trovare e imbastire le soluzioni adatte per lei. Un passo per volta, con il giusto tempo per ascoltarsi, ritrovarsi e riscoprirsi.
Un caro saluti,
Dott.ssa Giulia Zani
Le domande che si pone e che ci pone sono tante e deve essere tanta la fatica di tollerare quelli che lei porta come pesi del passato.
C’è una tecnica psicoterapeutica che può essere di grande aiuto per sciogliere i nodi relativi a lutto non elaborati, si tratta dell’Emdr.
Potrebbe pensarci se non ha mai provato.
Guarire comincia con lo star meglio, non sentirsi così oppressi da pesi del passato.
Le auguro di intraprendere una strada che la porti a sentirsi sollevata e più libera.
Dott.ssa Iulia Murrocu
Buongiorno, la vita spesso segna con lutti, malattie, dolori e tutti gli irrisolti che lasciano. Elaborarli e ancor di più fronteggiare quegli irrisolti richiede tanta, tanta forza. Siamo spesso chiamati a indossare un’armatura e combattere, questa volta però, la vita le chiede di combattere fino in fondo per se stessa, e per il diritto di stare bene che merita.Non abbia paura, trovi un professionista a cui affidarsi, a cui permettere di scavare con lei, per colmare quei vuoti, rileggere la sua storia e trovare tutte le risorse che sicuramente sono una parte integrante di lei e che saranno la sua migliore alleata in questa battaglia, affinchè lei possa trovare il benessere che merita. Saluti Dr.ssa Daniela Fierro
Gentile Signora,
“ chi sono? Dove voglio andare?”
Queste domande caratterizzano i momenti di crisi della nostra vita è possono rappresentare anche un importante momento evolutivo nel quale crescere in consapevolezza e soprattutto riuscire a distingue il ruolo svolto dalla nostra stessa persona.
Si rivolga con fiducia ad un professionista della sua zona, certamente saprà accompagnarla verso un nuovo equilibrio.
Un caro saluto,
dott.ssa Rita Reggimenti
Buongiorno,
Non so quanto si 'guarisca', nel senso che le forti esperienze che lei sta vivendo lasciano un segno profondo, che necessariamente cambia il suo modo di guardare a se stessa ed alla vita.
È evidente quanto lei sia brava a guardarsi dentro; comprensibilmente, tuttavia, ora le serve dell'altro, oltre alle capacità introspettive, che paradossalmente aumentano la sua sofferenza. Più che far pace col passato, mi sembra dalle sue parole, che lei abbia bisogno di trovare un senso al suo presente.
Un genitore che viene a mancare, qualunque sia stato il rapporto con lui/lei, fa sì che ci sentiamo come se ci mancasse un pezzetto di noi. Se per tanto tempo lei si è interrogata sul rapporto con la mamma, ora che lei non c'è più, emerge tanto smarrimento.
Quello che lei può fare, è chiedersi cosa c'è dentro di lei, che lei possa usare per costruire delle proprie radici. Cosa rappresentano oggi le sue paure? Cosa le dice la sua angoscia, e come le parla di chi lei è oggi? Come può usare tutte queste informazioni per costruire la quotidianità di cui ha bisogno per star bene?
Carissimi auguri,
Dottoressa Valentina Cozzutto


Buongiorno cara signora. Ho letto attentamente il suo messaggio e capisco sinceramente che le possano sembrare incomprensibili certi sentimenti o pensieri inerenti al rapporto con i suoi genitori o che emergano proprio adesso che sua mamma non c'è più. Probabilmente la morte di sua madre ha fatto emergere delle emozioni o dei pensieri che non sapeva di nutrire o che aveva rimosso. Sicuramente rielaborando attraverso una psicoterapia potrebbe stare meglio, ma ciò richiede un certo grado di motivazione e fatica, lo sappiamo. Ciò che mi sento di dire però è che se ne può uscire. Altrimenti non potrei fare questo mestiere ????
Spero di esserle stata in qualche modo utile e la ringrazio per aver scritto qui la sua riflessione. Buona giornata. Dr.Teresa Ingarozza
Buongiorno, mi sembra che la questione che pone sia la difficoltà di affrontare le sue angosce derivanti dal suo passato e forse anche nei suoi tentativi di psicoterapia della quale scrive poco (quale orientamento, quanto tempo) e in cui crede.
Un lavoro psicoterapeutico porta a rivivere esperienze, emozioni, vissuti con maggiore intensità e sofferenza.
È lo stare nella sofferenza che fa rielaborare e permettere di trovare, riconoscere e costruire. E nella relazione col terapeuta che si tracciano orizzonti, tempi, crescita e questo richiede un mettersi alla prova.
E mi chiedo se il tanto che propone sia stato toccato, conosciuto e quale lavoro psicoterapeutico ha fatto.
Disponibile per approfondimenti
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Buongiorno. Si capisce che ha fatto tanta strada, leggendo. Le capacità di guarigione ed evoluzione che abbiamo nel nostro Sé più profondo sono incredibili e inimmaginabili. Il problema non è questo (la domanda del se si puó guarire), quanti il come accedervi in tutta sicurezza assieme a qualcuno che le sappia dare il supporto di cui necessita. Ci sarebbero tante cose da dire, non ultima la questione che la sua mente non è solo i suoi pensieri e che capire non equivale ad elaborare...
Buongiorno la sua lettera esprime un bisogno che non ha ancora trovato il coraggio di chiedere un aiuto in un contesto in cui se stessa deve investire in una relazione col terapeuta. Certo questo rappresenta per lei un ostacolo che deve superare. È difficile rischiare ma questa è la strada per elaborare e far evolvere angosce, traumi e sofferenza. Coraggio
buongiorno,
il suo dolore si avverte chiaramente. ci sono sicuramente delle cose su cui lei ha già lavorato, vista la consapevolezza con cui ne parla. Molte sono da affrontare. Quando lei parla del risentimento per quello che avrebbe potuto fare, non si comprende in che situazione sia. Sembra quasi che lei viva ancora in casa?
Tenga anche conto che la perdita della sua mamma, ha sicuramente rotto gli equilibri dei rapporti in cui ha sempre vissuto. E' smarrita per forza! questa situazione le è sconosciuta. Non è più il dolore con cui era abituata a convivere e che conosceva. E' un mix di sentimenti, dolori, angosce e riflessioni.
Le affidi a qualcuno e dia il tempo ad una psicoterapia ed a lei di "funzionare". A volte, uscire da certe dinamiche di relazione è veramente difficile, anche dopo la morte delle persone con cui si relazionava. Come se, quel voi, lo portasse dentro e non le permettesse di andare.
francamente, a 50 anni, sconsiglierei un'analisi del profondo ma le consiglierei una buona psicoterapia per mettere a posto i pezzi confusi del suo puzzle.
Son certa che ce la farà a trovare la sua serenità.
Buon cammino!! ricordi che ora è il SUO cammino.

Enrica Tavella
Buongiorno credo che si possa guarire... ma intendiamoci su che cosa sia la guarigione... credo che lei abbia bisogno di una persona qualificata professionalmente per sostenerla ed aiutarla a fare “ pace” con se stessa dandosi tempo ed avendo pazienza ... allora si che guarirà .
Buon cammino
Daria Casiraghi
Psicologa clinica e psicoterapeuta analitica-relazionale
Carissima
Si può imparare a convivere con tutto ciò. Fare in modo che il passato non irrompa in maniera così veemente nel presente e disfunzionale per il futuro.
Buongiorno. La sua storia è caratterizzata da tanti dolori e sicuramente è stato difficile venirne completamente a capo. Ipotizzo che il lutto della mamma abbia riaperto le ferite nel legano di attaccamento che, con una mamma ansiosa, per quanto possa essere stata affettuosa, può essere difficile. Credo che sia importante che lei riparta da questo. In questo il lavoro emdr con un terapeuta esperto potrà essere di aiuto.
La saluto
Mara Gallo
La domanda che si pone è molto centrata, la risposta è complessa ma altrettanto chiara. Si può uscire da tutto ciò, ma è un viaggio, un percorso che richiede tempo e pazienza. È un viaggio dove la meta è chiara ma i mezzi da prendere sono tanti e a volte ci si trova a scendere e a cambiar mezzo perché con il precedente si è arrivati ad un punto non previsto. Allora per proseguire bisogna cambiare l idea originaria e rielaborarne un' altra....più funzionale al punto in cui ci si trova. Tutto ciò richiedere forza e coraggio ma la voglia di arrivare è più forte, questa è la Risorsa vincente!
Buonasera. Sicuramente il suo messaggio è intriso di dolore in quanto la sua vita adesso è dolore. Lei non vede altro all'infuori di questo dolore ed è comprensibile, quasi quanto pensare a se stessa come il Dolore in persona. Ma la vita non le riserva solo questo, se solo lei volesse guardare oltre questa angoscia. Forse deve solo trovare il terapeuta giusto che riesca ad innescare un nuovo codice, quello che la porta ad una nuova vita. D.ssa Cuccia
Certo che potrà star bene, è un suo diritto e una reale possibilità. Un lutto può essere davvero devastante e per questo sembra impossibile recuperare i ricordi positivi legati alla persona che abbiamo perso o addirittura pensiamo non siano mai esistiti. Un lutto può essere stato traumatico per tanti motivi: la relazione di attaccamento, la violenza delle sue conseguenze, la sofferenza della persona cara prima della morte e tanto altro. A volte ci sembra addirittura di essere riusciti a superarlo ma tutto si riattiva per un altro evento simile. Sicuramente un intervento EMDR favorisce l’elaborazione del lutto e permette il superamento dello stress traumatico causato dalle sue circostanze. Aspetto il suo contatto.
Dott. Tiziana Vecchiarini
Sicuramente un percorso di psicoterapia la aiuterà ad affrontare le sue problematiche ed a risolverle in maniera definitiva. Le occorre soltanto un po’ di coraggio per intraprendere un percorso di cura ed un po’ di costanza per seguirlo in maniera continuativa.
Le auguro di stare bene al più presto
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Buongiorno, credo profondamente nell'importanza di questa professione...anche le situazioni più dolorose, più traumatiche possono trovare sollievo e integrazione costruttiva...ha mai effettuato una terapia emdr? Legga qualcosa in merito o se necessita di informazioni mi contatti tranquillamente.

Dott.ssa Simona Brescia
Psicologa
Psicoterapeuta
Terapeuta EMDR
Buon giorno, ha bene spiegato i suoi vissuti di sofferenza che la portano a manifestare paura di non riuscire a trovare fonti di benessere e soluzioni per raggiungere una maggiore tranquillità. Credo però che la sua richiesta e sfogo di aiuto meriti supporto terapeutico per essere aiutata a considerare e consapevolizzare maggiormente quelle che sono le sue risorse. Cordialmente Gian Piero Grandi.
Gentile signora,
il porsi dei quesiti di natura esistenziali come quelli che si pone lei indicano una complessità interiore affascinante arricchente, ma a volte districarsi in certi vissuti da soli è davvero faticoso. Sicuramente ha dalla sua la consapevolezza di ciò che ha vissuto, delle origini di tali domande e dell’avere delle risorse che al momento fatica a riconoscere, ma ci sono. Dalla sofferenza che emerge dalle sue parole sembra necessaria una nuova narrazione di sé come non più vincolata solo all’esistenza materna, seppur permanga ovviamente il legame. Credo che occorra ripartire da questo.
Le auguro il meglio.

Dott.ssa Elisa Paterlini
Cara signora, pare proprio che la psicoterapia l’abbia aiutata in passato, si legge tra le righe che alcune sue questioni sono state trattate. Oggi si trova in una nuova fase, elaborare il lutto di una persona cara come la madre in qualche equivale ad elaborare la nostra morte e la nuova vita che ci attende imparando ad amare e a farsi bastare l’assenza come segno d’amore. Forse ora può finalmente dedicarsi alla ricerca del suo desiderio, può concedersi la possibilità di una lettura nuova della sua vita.
La psicoterapia è la via regia per un viaggio alla scoperta di se stessi .
Cordialmente
Dr.ssa Russo
Buongiorno, emerge chiaramente il suo dolore e il senso di vuoto che pervade tutta la sua esistenza. Ha già raggiunto la consapevolezza di come il legame con sua mamma sia stato disfunzionale per la sua crescita, ma al tempo stesso inevitabile e necessario; a tal punto che ora si sente smarrita e incatenata a un passato che sente stretto, ma che le ha sempre trasmesso sicurezza e senso di appartenenza. Lei sa che deve distaccarsi da questo passato per poter ricominciare da una nuova prospettiva. Il dolore fa parte del cambiamento, è inevitabile; ma sono certa che con il giusto sostegno psicoterapeutico, riuscirà a superare questa angoscia esistenziale che ora la attanaglia.
Un cordiale saluto
Barbara da Torino e Legnano (Mi)
Le Sue domande e riflessioni sono anche nello stesso tempo una toccante testimonianza sul dolore del vivere e del dolore relativo a certe situazioni purtroppo non infrequenti, tra cui appunto la rinuncia a vivere la propria vita per restare accanto ai propri genitori. Alcuni dicono che si inizia a crescere veramente solo dopo la morte dei genitori. Io credo che sia vero. Credo anche che dei percorsi di rebirthing transpersonale possa aiutarla a guarire e a scoprire stati di felicità incondizionata dove i concetti di tempo e di esperienze vissute e non vissute non contano più. I lavori con le costellazioni familiari possono aiutare considerevolmente guarire nel profondo le questioni ancora irrisolte con i i genitori e le dinamiche familiari che hanno pesato sul Suo destino. Infine, i lavori di meditazione e psicoterapia di gruppo e individuale, di tipo fenomenologico possono aiutare a sbloccare le emozioni e le angosce all'interno di relazioni umanamente arricchenti. Consiglio anche le letture di testi di programmazione neurolonguistica, i testi di W. Dyer per sperimentare tecniche e strumenti e la motivazione per impiegarli, per usare al meglio il tempo che ha ancora davanti a sé. Ogni bene per il Suo cammino. Alessandro D'Orlando
Salve ... la sento davvero stanca del suo passato seppure lei ne descriva le dinamiche con una certa consapevolezza. Si capisce che ha giá lavorato su di sè e sul suo dolore esistenziale. Al contempo appare confusa e dubbiosa riguardo il suo futuro e si chiede come questo si potrebbe costruire e soprattutto se sia possibile farlo. Beh, 50 anni sono ancora un etá in cui la vita può dare tantissimo per cui io mi auguro che lei possa non solo intraprendere di nuovo un percorso psicoterapeutco che l'aiuti a trovare la consapevolezza del suo futuro oltre a quella del passato ma anche persone comuni che collaborino affettuosamente alla sua esistenza.
Gentile Signora: "nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in una selva oscura...." arrivano momenti nella nostra vita in cui si trova a fare dei bilanci, non sempre piacevoli. Purtroppo, dopo una vita di sopportazioni, non se ne può più. E' necessario farsi aiutare per rivisitare, digerire, dare significati diversi agli stessi eventi, per poter affrontare il presente e il futuro con maggiore serenità. Riscoprire cose piacevoli e nostre qualità che credevamo sopite. questa è la mia psicoterapia. Cordialmente, Enrico Piccinini
Penso di poterle dire che si può guarire. Certamente a 50 anni, alcuni traguardi diventano difficili o preclusi, ma molti si possono ancora raggiungere. L'importante è trovare anche un buon terapeuta che sappia capirla e aiutarla. Mi permetto di consigliarle la terapia breve, che forse non conosce e che, tanto più nel suo caso, anche a motivo del tempo che sembrerebbe in qualche modo perso, sarebbe indicata.
Da tutto ciò si può guarire attraverso una psicoterapia che trasformi la consapevolezza che fa male in una risorsa di cambiamento, la rabbia in una sana voglia di riscatto, i dolori della propria esistenza in esperienza da mettere al servizio di un presente e un futuro migliori. Questo e tanto altro può essere scoperto e attuato concretamente grazie a un rapporto rapporto terapeutico con un valido professionista. Dunque a 50 anni è possibile fare una seria psicoterapia che coadiuvata da medicamenti naturali (omeopatia, floriterapia di Bach, integrazione nutrizionale e fitoterapia) faccia finalmente risplendere quel sole che certamente è in lei. Cordiali saluti e non esiti, se vuole, a telefonarmi o a scrivermi tramite messaggeria per ricevere maggiori informazioni.

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