Oltre alla seduta di psicoterapia settimanale e alla cura farmacologica, cos'altro potrebbe essermi

20 risposte
Oltre alla seduta di psicoterapia settimanale e alla cura farmacologica, cos'altro potrebbe essermi d'aiuto?

Pongo questa domanda nata da una riflessione, tempo fa feci una psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale per la mia fobia sociale, ansia che tende a manifestarsi sul mio fisico con nausea, sudorazioni fredde, pancia gonfia, disagio costante, imbarazzo..
Nonostante i vari tentativi, io continuavo a stare male, allora un giorno lo psicologo mi disse "Sto pensando che per te ci vorrebbe un aiuto costante, quotidiano, perchè la seduta settimanale non è sufficiente per permetterti di alleviare, abituarti alle tue paure, ci vorrebbe tipo un coach che ti spronasse h24, e devo studiare bene come fare, che soluzione possiamo trovare..".
A distanza di tempo ripenso a questa frase e sono convinta che il terapeuta avesse ragione, e me ne rendo conto anche nei fatti, ad esempio con la mia attuale psicologa sistemico-relazionale (con lei mi trovo meglio perchè è donna, perchè riesco a sentirmi un pochino più a mio agio, e soprattutto perchè mi sento capita e ascoltata di più, sento che lei ha più sensibilità nell'affrontare i miei problemi) con incontro settimanale, sento che quell'incontro non mi basta, cioè io appena esco dal suo studio mi ritrovo da sola, con tutti i miei problemi, paure, difficoltà ecc., e sento che avrei bisogno di qualcuno o qualcosa che camminasse vicino a me anche al di fuori dello studio di psicoterapia, ma cosa, chi?
La mia famiglia purtroppo non mi è d'aiuto, perchè molti dei miei problemi nascono anche da lì, non hanno mai compreso e accettato le mie difficoltà, per loro sono solo un peso morto, infatti non vedono l'ora che me ne vada a vivere per conto mio e mi faccia una vita da sola, questo mi è stato detto più volte esplicitamente.
Quindi anche a livello affettivo ho sempre avuto una carenza, questo ha contribuito e alimentato le mie insicurezze, paure, solitudine ecc.
Seguo già una cura farmacologica (Alprazolam, Paroxetina).
Qualsiasi idea o consiglio è ben accetto.
Grazie e buone feste.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Psicologo, Psicoterapeuta
Selvazzano Dentro
Gentile utente, comprendo la difficoltà e lo smarrimento che può provare al di fuori della seduta terapeutica, forse dovrebbe parlare con la sua attuale psicoterapeuta ed insieme trovare "quel qualcosa che le possa permettere di fare un'esperienza che la possa aiutare". Ad esempio un corso di yoga, taichi, iscriversi a qualche associazione del suo territorio dove si può fare un'attività di gruppo.
Spero di averle dato qualche spunto utile.
Cordiali saluti e buone feste!
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero

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Dott.ssa Daniela Pedriale
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Roma
La sua riflessione mi sembra importante, ma è anche delicata. Ha considerato, insieme alla sue terapeuta una maggior frequenza delle sedute? A volte una sola seduta a settimana può lasciare un vuoto ma aumentando la frequenza ci si può sentire maggiormente accompagnati. Le potrei consigliare altro, ma non mi sento di farlo senza avere abbastanza elementi per valutare i suoi bisogni, nonostante lei sia stata molto franca nell'esporre le sue difficoltà. Un cordiale saluto. Dott.ssa Daniela Pedriale
Dott.ssa Milvia Verginelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Fiumicino
Salve non credo che sia necessario aumentare il numero di sedute settimanali. Secondo me dovrebbe fare una terapia mirata, che va all'origine della sua ansia...molto utile è la terapia E.M.D.R. , sul mio sito è spiegata bene.
Dott.ssa milvia verginelli
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Credo sia difficile rispondere in modo esaustivo alla sua domanda attraverso questo spazio. Per grandi linee ritengo che sia molto importante confrontarsi apertamente ed approfonditamente con la sua terapeuta in merito a ciò che ha condiviso con noi, e che continui ad impegnarsi nel suo lavoro di psicoterapia, affinché, con il tempo necessario, possa trovare sempre più innanzitutto in sé stessa quella persona che dice vorrebbe le camminasse affianco anche al di fuori dello studio di psicoterapia. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve i temi che narra nella sua nota sono sicuramente importanti per il lavoro che sta seguendo e parlarne con la sua psicoterapeuta è molto utile. Riporti questi temi all'interne del suo lavoro con la professionista che la sta seguendo e riferisca anche questo suo desiderio di un consulto presso questo sito. Sicuramente tutto questo può essere utile per il lavoro che state svolgendo. Un cordiale saluto
Dott. Michele Iannelli
Omeopata, Agopuntore, Psicoterapeuta
Roma
Gentile signora, sono un medico omeopata e psicoterapeuta le consiglio e le propongo, per il suo stato di sofferenza, un Counseling medico globale (da affiancare alla psicoterapia che già svolge) che si fonda su due presupposti fondamentali: 1) i sintomi e i segni derivanti dalla sofferenza non sono nemici da sopprimere, ma segnali da accogliere, decifrare e comprendere; 2) una visione dell'essere umano come sistema globale. Partendo da ciò posso efficacemente curare le sue sofferenze riequilibrando tutto il suo organismo attraverso colloqui medici che mi permettono la prescrizione personalizzata di terapie naturali e innocue: Floriterapia di Bach, la Psicoprobiotica, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica e la Fitoterapia offrono alla persona un sistema di cura completo che nella sua sinergia è molto di più di una semplice somma dei vari elementi. Un sistema che produce i seguenti reali benefici: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero di forze e del buon umore e la disintossicazione. Sono a sua disposizione per informazioni telefoniche. Qualora lei abitasse lontano da Roma sono possibili colloqui medici on line. Cordiali saluti!
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

il tempo che intercorre tra una seduta e l'altra, è anche esso importante. Quello spazio è fondamentale al fine di poter elaborare pensieri e vissuti sollecitati dalla terapia stessa. L'intervallo tra una seduta e l'altra è quello che mette il paziente nella possibilità di sperimentarsi anche al di fuori del setting terapeutico per cui è altrettanto importante. L'unico approccio alla psicoterapia che in alcuni casi include la possibilità di vedersi più volte alla settimana è quello psicoanalitico. Continui il percorso iniziato, vedrà che insieme con la farmacoterapia riuscirà a star meglio. Cordiali Saluti Dottor Diego Ferrara
Dott.ssa Laura Tavano
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Chieri
Gentile Utente, comprendo il suo sconforto e il suo senso di solitudine e il desiderio di qualche figura benevola che le stia accanto. Poterle dare qualche suggerimento in questa chat non è facile perchè ci mancano degli elementi di valutazione. Vorrei chiederle se ha portato tali sentimenti in terapia e se insieme avete valutato la possibilità di aumentare la frequenza settimanale delle sedute.
Cordiali Saluti, dott.ssa Laura Tavano
Dott.ssa Antonella Mulè
Psicologo, Psicoterapeuta
Savona
Ipnosi. Funziona molto bene sulle fobie....provi a cercare un terapeuta che pratichi ipnosi...tentare non nuoce mai,..
Buona fortuna
Dott.ssa Viola Barucci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, perché non parla con la sua psicoterapeuta e chiede se fosse possibile fare le sedute 2 volte a settimana?
Altrimenti la mindfulness la consiglio vivamente.
Saluti
Dott. ssa Viola Barucci
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara utente anch'io penso che potrebbe confrontarsi con la collega che la segue e magari pensare ad aumentare la frequenza delle sedute, in modo da farla sentire più contenuta e meno sguarnita nei confronti delle situaizoni di cui parlava. Un saluto
Dott.ssa Antonella Abate
Le suggerisco di ascoltare il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Spotify, Google, Pocket Cast, Breaker e di seguire la pagina Facebook Le Stanze Della Paura Podcast. Troverà informazioni sui disturbi di cui soffre e strumenti di auto aiuto (come per es. episodi 5,9,10,14) che le saranno di aiuto in aggiunta alla sua terapia. Buon anno. Bruno Ramondetti
Dott. Alessandro Gasperi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Senago
Buongiorno,
Per quanto comprensibile, avere qualcosa o qualcuno che ci supporti sempre non è un obbiettivo molto terapeutico, la funzione della terapia è quella di fornire la possibilità di vivere la propria vita e seguire i propri obbiettivi in autonomia e libertà (il che non vuol dire da soli!). Già e molto positivo che abbia visto e notato che con questa terapeuta si sente più a suo agio, la invito a parlare con lei di questi pensieri e di questo senso di solitudine quando lascia il suo studio.
Un caro saluto

Dott. Alessandro Gasperi
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, credo che il primo passo sia parlarne chiaramente con la sua psicoterapeuta che saprà dirle cosa è meglio per lei. Tuttavia l'approccio a un percorso terapeutico non deve essere considerato alla stregua della cura medica ovvero pasticca e sto meglio, ma lo psicologo le indica la strada e il percorso da compiere che poi spetterà a lei completare con tutte le difficoltà che ben comprendo. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Federica Maura Meloni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
buongiorno, affronti il discorso con la sua terapeuta, sarà sicuramente possibile trovare una soluzione per rispondere ai suoi bisogni.
Un saluto
Dott.ssa Meloni Federica Maura
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, credo che come lei stessa ha specificato, molte dinamiche nascono dalla famiglia di origine e dall'imprinting che hanno dato ai modi di vedersi e di vedere il mondo. Ciò vuol dire che probabilmente lei non ha acquisito gli strumenti necessari per"camminare da sola" con fiducia in se stessa. A seconda del tipo di terapia praticata, può succedere che gli strumenti necessari vengano costruiti all'interno del percorso per cui potrebbe volerci solo del tempo. Provi a parlarne con la terapeuta che la segue. La soluzione non è trovare qualcuno su cui poggiarsi ma costruire dentro di sé gli strumenti per sentirsi bene anche da soli.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova

Buongiorno,

Capisco la sua riflessione riguardo alla necessità di un supporto costante e quotidiano, che vada oltre la psicoterapia settimanale. In questo caso, potrebbe essere utile considerare un approccio più pratico e immediato, come la Terapia Breve Strategica. Questo tipo di terapia si concentra sul cambiamento rapido dei comportamenti disfunzionali e può essere utile per affrontare le difficoltà quotidiane, come l'ansia e la fobia sociale, in modo concreto. Potrebbe inoltre beneficiare di esercizi pratici e azioni mirate che aiutino a ridurre l'ansia, come tecniche di rilassamento, gestione del respiro, e strategie per affrontare le situazioni temute in modo graduale. Un altro strumento utile potrebbe essere un supporto online o un coach che possa fornirle feedback e orientamento tra una seduta e l’altra, magari utilizzando app o programmi che supportano l'automonitoraggio e la gestione delle emozioni. La costanza e la presenza quotidiana potrebbero aiutarla a consolidare i progressi.
Dott.ssa Elena Santomartino
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Preganziol
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé.
La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare.
Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Dott.ssa Elena Saporiti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, mi sembra che la risposta sia già tra le righe che ha scritto. Lei quando è con la sua terapeuta sta bene perchè si sente capita e ascoltata, ma appena esce si sente sola. Quella che sente è una solitudine emotiva, si sente un peso per la sua famiglia, ha sempre avuto una carenza affettiva, non vedono l'ora che lei se ne vada a vivere da sola. Mi sembra il minimo che lei possa sentirsi sola nel mondo se neppure dai suoi genitori si sente supportata. Le consiglio di parlarne con la sua terapeuta per affrontare con lei tutto ciò che ha gentilmente condiviso con noi. Un grande augurio.
Cordiali Saluti
Dott.sa Elena Saporiti
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la sua riflessione è molto importante e tocca un tema frequente nelle persone che vivono ansia e fobia sociale, cioè la difficoltà a regolare le emozioni nei momenti “tra” una seduta e l’altra,quando ci si ritrova soli con i propri sintomi.È comprensibile che senta il bisogno di un sostegno più continuo e che le parole del precedente terapeuta risuonino ancora oggi. Accanto alla psicoterapia e alla cura farmacologica, può essere utile integrare pratiche quotidiane che funzionino come una sorta di “auto-coaching”. La Mindfulness,per esempio,aiuta a sviluppare una presenza stabile e compassionevole verso se stessi nelle situazioni che generano ansia,mentre attività di gruppo mirate come training di assertività,gruppi di supporto per l’ansia sociale o percorsi di psicoterapia di gruppo possono darle la sensazione di non essere sola e allo stesso tempo offrire un contesto sicuro per sperimentarsi. Anche un lavoro corporeo come l’analisi bioenergetica può facilitare lo scarico delle tensioni fisiche collegate all’ansia,nausea o sudorazione,aiutandola a percepire il corpo come risorsa e non solo come sede del sintomo.Inoltre,può valutare con la sua psicologa la possibilità di introdurre tra le sedute degli strumenti di contatto leggero (ad esempio brevi messaggi o esercizi guidati da svolgere tra un incontro e l’altro) che fungano da filo conduttore e sostegno quotidiano.
Per quanto riguarda i farmaci,continui sempre a confrontarsi con il medico o psichiatra di riferimento, che è la figura più indicata per monitorarne l’efficacia. Questa combinazione, insieme alla relazione di fiducia che ha instaurato con la sua psicologa,può aiutarla a costruire un supporto più costante e a rafforzare la percezione di non essere sola nel percorso di crescita. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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