Mi scuso se non ho il dono della sintesi. Ho un'amicizia con una ragazza più giovane di me di 15 ann

24 risposte
Mi scuso se non ho il dono della sintesi. Ho un'amicizia con una ragazza più giovane di me di 15 anni. Lei è sposata, non è mai accaduto alcunché, non si è mai sbilanciata anzi sostiene ma ci vogliono molto bene e ci trattiamo reciprocamente ormai da alcuni anni. Qualche tempo fa ha iniziato a starmi stretto un suo comportamento di passività dinanzi a dinamiche terze e le ho spiegato che se ci si rispettava saremmo andati avanti altrimenti senza biasimo per nessuno avrei preferito rivalutare il rapporto senza disconoscerlo ma dandogli un peso diverso, almeno avrebbe conosciuto il motivo perché la sua persona non si sarebbe meritata sparizioni immotivate, è veramente una bravissima ragazza ma anche piuttosto matura. Dopo alcuni mesi la situazione non è mutata e ho preferito farmi un attimo da parte, nel senso che le parlo senza problemi ma non più con l'intensità, l'interesse, l'affetto e il riso di sempre, solamente più distaccato insomma. Il motivo che mi spinge a scrivervi sta nel fatto che da quel momento né mi parla apertamente sull'argomento, né chiede confronti, smette di messaggiarmi, però ogni qualvolta quasi quotidianamente ci incontriamo assieme ad altri, la vedo che si affanna nel cercarmi con una scusa banale pur di rivolgermi la parola, in modo diverso dal solito, mi salta addosso in modo impacciato per farmi vedere una foto sul telefono come per interrompere il distacco e poi scappa via, mi schiaccia il piede delicatamente senza farsi accorgere dagli altri (probabilmente per richiedere attenzioni?), una settimana fa mentre un'altra amica si avvicinava a me per chiedermi una cosa è arrivata lei dandomi uno sganassone stizzito alla schiena, salutandomi e poi andando via lasciandoci entrambi spiazzati del gesto, in altre occasioni provando a impietosirmi raccontandomi cose negative tipo di esser scivolata e di essersi fatta male al braccio ma della botta nemmeno l'ombra come per verificare se fossi ancora connesso e interessato alla sua vita, la vedo che se ne sta a volte in disparte imbronciata come se avesse perso la guida, si avvicina per offrirmi qualcosa come se mi volesse sbloccare e farmi tornare quello di prima, oggi ho dovuto rifiutare per motivi lavorativi un invito per un gelato e si è stizzita. Capisco che siamo tutti diversi ma non è più semplice chiedere di parlarmi se sente il bisogno? Perché arriva a tale comportamento? Io vorrei tenere la posizione per il bene di entrambi, se ci sono vedute comportamentali differenti credo sia giusto divergere pur rispettando le posizioni di entrambi, invece noto che lei non accetta il mio distacco, né capisco nemmeno tanto il motivo visto che non sono sparito nel nulla, ma come posso agire per non vederla così o peggiorate la situazione? A me dispiace. È realmente sufficiente diventare più distaccati per incrinare dei rapporti? Eppure io penso sempre bene di lei. Grazie a chi vorrà aiutarmi.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

la sua riflessione è molto ricca e toccante. Si percepisce chiaramente quanto tenga a questa persona e quanto impegno abbia messo nel cercare un equilibrio rispettoso per entrambi.
Quando cambiamo atteggiamento in una relazione, anche solo prendendoci un po' di distanza, può emergere una fatica dell’altro a riorientarsi, soprattutto se non è abituato a confrontarsi apertamente. I gesti che descrive, affettuosi ma ambigui, sembrano il tentativo, forse inconsapevole, di mantenere un legame senza affrontare il nodo del cambiamento.
Lei ha fatto un passo di chiarezza e responsabilità. Se sente che questo rapporto ha ancora valore, potrebbe semplicemente dirle che è aperto a parlarne, ma solo in modo sincero e diretto, senza giochi o messaggi indiretti.
Mi contatti pure.

Dr. Giorgio De Giorgi

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Grazie per aver raccontato tutto con così tanta sensibilità. Si capisce che tieni molto a questa persona e che il tuo intento non è creare conflitti, ma semplicemente proteggere un rapporto che per te ha valore.

Il comportamento che lei mostra – cercarti in modo indiretto, con gesti un po’ goffi o infantili – sembra essere un modo per rimanere vicina a te senza affrontare davvero ciò che è cambiato tra voi. Probabilmente fa fatica a sostenere un confronto aperto: magari ha paura di sentirsi in colpa, di perdere definitivamente il vostro legame, o semplicemente non sa come parlare di qualcosa di così delicato.

Il tuo distacco, pur rispettoso, ha rotto un equilibrio: prima eravate più affiatati, ora la tua distanza le fa sentire che qualcosa è diverso. E lei, invece di parlarne, prova a “recuperarti” come può.

La verità è che a volte basta un piccolo cambiamento – come un tono più freddo o una minore disponibilità – per far emergere fragilità che prima erano nascoste. Ma questo non vuol dire che tu abbia sbagliato. Anzi, il tuo modo di agire è stato maturo e coerente: hai comunicato ciò che ti stava a cuore e hai lasciato la porta aperta.

Se un giorno sentirai il bisogno di approfondire ancora o di rimettere ordine in ciò che provi, sarà del tutto legittimo farlo. Le relazioni importanti meritano anche tempo e spazio per essere comprese.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Grazie per aver condiviso una situazione così articolata e carica di emozioni. Dal tuo racconto emerge un legame profondo e duraturo, ma anche complesso, in cui convivono affetto, delusione, aspettative e dinamiche implicite difficili da decifrare. La tua scelta di prendere le distanze nasce da un’esigenza di rispetto e chiarezza, che hai cercato di comunicare in modo diretto, senza chiudere la porta ma stabilendo un nuovo equilibrio. Questo è un segnale di maturità relazionale.

Il comportamento della tua amica, apparentemente contraddittorio, potrebbe indicare un disagio emotivo nel gestire il cambiamento. Da un lato sembra non voler affrontare apertamente la questione, forse per paura del confronto o per difficoltà nell’esprimere i propri sentimenti. Dall’altro mette in atto segnali ambigui e indiretti, come piccoli gesti fisici o tentativi di attirare l’attenzione, che potrebbero essere letti come richieste di contatto, conferme affettive o espressioni confuse di malessere.

È comprensibile il tuo smarrimento: vedere qualcuno a cui tieni agire in modo disorganico e silenzioso può generare frustrazione, senso di colpa e anche una certa impotenza. Allo stesso tempo, mantenere una coerenza nei propri valori e bisogni è fondamentale per non tradire sé stessi. A volte, sì, anche un cambiamento nel tono di una relazione può bastare per modificarne la qualità o incrinarla, soprattutto se non viene elaborato insieme.

Chiedersi “perché non mi parla apertamente?” è lecito, ma è importante anche considerare che non tutti hanno la stessa capacità di elaborazione o espressione emotiva. Per alcune persone, affrontare un dialogo chiarificatore può essere spaventoso, soprattutto quando percepiscono di aver deluso l’altro o temono il giudizio.

Rispetto alla tua domanda finale, ciò che puoi fare per non peggiorare la situazione è continuare ad agire in modo autentico ma rispettoso: offrendo disponibilità al dialogo se lo desidera, senza però rinunciare alla tua posizione e ai confini che ti sei dato. Il dispiacere che provi dimostra quanto tu tenga al benessere dell’altro, ma non devi farti carico completamente della responsabilità di come l’altro reagisce al tuo cambiamento.

In ogni caso, sarebbe utile e consigliato per approfondire queste dinamiche e comprendere meglio le emozioni coinvolte rivolgersi ad uno specialista. Un supporto psicologico può aiutare a fare chiarezza dentro di sé e a orientarsi in relazioni affettive complesse come questa.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per la fiducia con cui ha condiviso la sua esperienza, così articolata e densa di sfumature emotive. È evidente che lei stia vivendo questa relazione con sensibilità, attenzione e con un forte senso di responsabilità emotiva, sia verso sé stesso che verso l’altra persona. E proprio per questo le sue domande meritano un ascolto profondo. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è molto interessante osservare come la relazione che descrive si stia muovendo su un terreno ambiguo, fatto di affetto, attenzione, ma anche di confusione e aspettative implicite non verbalizzate. La sua scelta di prendere le distanze, mantenendo comunque una presenza rispettosa e non conflittuale, è un segnale di grande maturità e consapevolezza. Spesso, quando in un rapporto si avverte che alcuni comportamenti o dinamiche non rispecchiano più i propri bisogni o valori, il passo più difficile ma anche più necessario è quello che lei ha compiuto: ridefinire i confini. Il disagio che oggi osserva nella sua amica può essere letto alla luce di un principio importante nelle relazioni umane: il cambiamento, soprattutto quando non è stato discusso apertamente, può generare disorientamento nell’altro. Lei, con la sua presa di distanza, ha cambiato le “regole del gioco” e questo può aver attivato in lei un bisogno di controllo o una ricerca di rassicurazione, anche attraverso segnali ambigui, comportamenti regressivi o strategie che potremmo definire indirette. Da un punto di vista cognitivo, ciò che sta accadendo è che la sua amica si trova davanti a una discrepanza tra ciò che si aspettava da voi due e ciò che ora percepisce: questo può generare ansia, smarrimento e, come sembra, anche tentativi goffi o maldestri di “riprendere” la vecchia modalità relazionale. Lei si chiede perché non chieda un confronto diretto. È una domanda lecita e profonda. Alcune persone, anche se mature sotto molti aspetti, possono avere difficoltà ad affrontare conversazioni emotivamente intense per paura del rifiuto, della vulnerabilità o semplicemente per mancanza di competenze comunicative apprese. Il comportamento passivo-aggressivo o quello ambiguo che descrive potrebbe essere la manifestazione di questa difficoltà: un modo per esprimere un bisogno (quello del contatto, della vicinanza) senza doverlo verbalizzare apertamente. È come se lei cercasse un’apertura da parte sua, ma al contempo temesse di esporsi pienamente. La sua scelta di “tenere la posizione” è comprensibile e probabilmente protettiva. Le relazioni più sane si costruiscono quando entrambi i soggetti riescono a comunicare bisogni e limiti senza colpevolizzare l’altro. Ma la realtà emotiva, come sa, non è sempre lineare. Non tutti sanno gestire i confini con serenità e può capitare che chi li subisce li interpreti come rifiuto o abbandono, anche quando, come nel suo caso, vengono proposti con rispetto e spiegati con chiarezza. Alla domanda se basti diventare più distaccati per incrinare un rapporto, la risposta è complessa. A volte sì, perché l’altro non riesce a reggere l’assenza di conferme; altre volte, un distacco può anche essere un’opportunità per far emergere nuove consapevolezze. L’importante, per lei, è non cadere nella trappola della colpa: se ha agito per preservare il rispetto e la chiarezza del rapporto, questo è un valore. L’equilibrio si trova nel capire fino a dove è possibile rimanere autentici senza rinunciare ai propri bisogni. Potrebbe valutare l’idea di riaprire un canale comunicativo chiaro, non per “sbloccare” la vecchia dinamica ma per offrire all’altro la possibilità di esprimersi in un contesto sicuro. Un messaggio diretto, empatico e non giudicante potrebbe favorire un confronto maturo: anche solo dire “ho notato che ti vedo più tesa con me e mi dispiace” può aprire una porta. E da lì, eventualmente, si potrà comprendere se vi è uno spazio reale per ridefinire il legame, senza tornare a ciò che era, ma esplorando se possa esistere qualcosa di nuovo, più sostenibile per entrambi. In ogni caso, ciò che sta facendo, ovvero interrogarsi con profondità sulle dinamiche relazionali e sul senso di ciò che vive, è già una forma di evoluzione e cura di sé. Prosegua su questa strada, senza negarsi l’ascolto ma nemmeno senza sacrificarsi per una connessione che non è più sana o autentica. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Nicoleta Pop Span
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Asti
Intanto ti ringrazio per la profondità con cui hai raccontato questa situazione. Non è affatto una mancanza il non avere “il dono della sintesi” quando si tratta di affetti, confini e relazioni complesse. Le emozioni non si comprimono facilmente.
Da quanto descrivi, sembri vivere una relazione significativa in cui il sentimento di cura è reciproco, ma che ora si sta confrontando con un cambiamento di assetto. In psicologia relazionale si parla spesso di asimmetria nella gestione del conflitto: alcune persone faticano ad affrontare un confronto diretto e utilizzano modalità indirette per esprimere bisogno, dispiacere o paura dell’abbandono. Gesti come lo “sganassone”, il piede schiacciato o le scuse per mostrarti una foto, sono segnali affettivi non verbali. Spesso non intenzionali, ma esprimono un bisogno profondo: “sei ancora con me?”, “mi vedi ancora?”, “ti importa ancora?”.
Tu, con grande rispetto e maturità, hai provato a rinegoziare il legame in modo chiaro e responsabile. Non hai imposto una chiusura, ma un nuovo equilibrio. Eppure questo cambiamento, pur lecito e sano, può essere vissuto da chi ci è accanto come una perdita di centralità, e quindi di sicurezza.
La teoria dell’attaccamento ci insegna che ognuno sviluppa strategie differenti per proteggersi dalla paura del distacco. Chi non riesce a verbalizzare il disagio spesso “comunica con il comportamento”. Talvolta, in questi casi, anche la passività può essere una difesa, una modalità di evitare scontri che riattivano ferite più antiche, forse non ancora del tutto elaborate.
Hai chiesto: "È sufficiente diventare più distaccati per incrinare un rapporto?"
La risposta è sì, se il legame è fondato anche sull’intensità emotiva e sulla continuità. Ma ciò non significa che ci sia colpa. Spesso il distacco è un tentativo di autoregolazione affettiva e di tutela reciproca.
Se senti dispiacere nel vederla così, ma al tempo stesso desideri restare fedele a te stesso, la strada più rispettosa è quella della consapevolezza. Forse questo legame, così particolare, ha toccato in entrambi corde più profonde, quelle che a volte hanno bisogno di essere comprese, non solo gestite. E per farlo, serve uno spazio protetto, neutro, non giudicante.
Per molte persone, un percorso psicologico aiuta proprio in questi momenti: non per “curare” qualcosa che non va, ma per comprendere ciò che accade dentro di noi e nelle relazioni che ci toccano più da vicino. È un modo per fare ordine, dare senso ai propri limiti, ai propri bisogni, e magari anche alla fatica di chiedere all’altro: “possiamo parlare?”.
Se un giorno sentissi il bisogno di un confronto professionale, io accolgo anche queste domande, con rispetto, senza forzature. Perché spesso, dietro ai gesti che non capiamo, si nasconde un grande desiderio di essere visti davvero.
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Il bisogno di raccontare questa storia e i tanti dettagli che inserisce nel racconto rendono chiaro quanto sia importante per Lei chiarire dentro di sé questa situazione, prima che con la ragazza di cui parla.
DarLe un aiuto tramite una semplice risposta al Suo messaggio non solo sarebbe riduttivo, ma non terrebbe conto di tanti altri elementi sicuramente ugualmente importanti che, per ovvie ragioni, non sono presenti nel messaggio.
Sono a Sua disposizione per aiutarLa a far chiarezza e capire insieme la strada più appropriata da percorrere in questo momento.
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno,
Sono d'accordo, quando afferma che il canale comunicativo sia lo strumento migliore per preservare e mantenere l'integrità di qualsiasi rapporto relazionale. Al contempo, la invito a prendere consapevolezza di come (almeno da quello che emerge dal suo racconto) stia assumendo, a sua volta, una posizione passiva e statica rispetto alla possibilità di aprire una comunicazione con la sua amica.
Piuttosto, la invito ad usare questo canale di mediazione, al fine di fare chiarezza con quest'ultima, circa gli obiettivi e i sentimenti di entrambe, entro la relazione. Ciò permetterà, a lei per primo, di prendere decisioni consonanti ai suoi bisogni, senza il rischio di rimanere nel dubbio, o in balia delle decisioni e dei sentimenti dell'altra persona.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Partiamo dal fondo: sì, a volte il solo diventare più distaccati basta a incrinare un rapporto, soprattutto quando c’è una forte componente emotiva non detta. Il tuo distacco — motivato e spiegato con maturità — sembra aver innescato in lei una reazione confusa, come se avesse perso qualcosa di importante, ma senza riuscire a metterlo in parole.
Da quello che racconti, sembra che lei: 1)Avverta profondamente il tuo cambiamento, ma non abbia gli strumenti emotivi o la libertà (anche per via della sua situazione personale: sposata, più giovane, legata a dinamiche familiari o sociali) per affrontarlo in modo diretto.
2)Cerchi di “riconnettersi” con te attraverso gesti fisici e piccoli atti d’attenzione, forse perché parlare apertamente le risulta troppo impegnativo, doloroso, o ambiguo da gestire.
3)Non accetti il distacco, non per dispetto, ma per un senso di perdita che forse nemmeno lei riesce a comprendere del tutto.
E qui arrivi tu, giustamente, che vuoi: Mantenere dignità e coerenza.Non ferirla.
Ma anche non tornare indietro su un compromesso che ti ha già fatto male.
Hai agito in modo maturo: non hai chiuso di colpo, non hai sparito nel nulla, hai spiegato il motivo del tuo bisogno di fare un passo indietro. È un comportamento corretto, affettuoso e onesto. Eppure, come spesso accade nei legami complessi, l’altra persona non riesce a reggere quel tipo di “limite”, e allora prova a bucarlo indirettamente, come può, con gesti infantili, provocazioni leggere, offerte improvvise.
Perché non parla apertamente?
Per molte persone, specie quando ci sono emozioni complesse in gioco (magari anche inconsce: affetto profondo, forse qualcosa di più che non riesce a definire), parlare apertamente significa mettere in discussione tutto. Lei forse teme le risposte. Teme che tu confermerai che le cose non saranno più come prima, e che quello spazio speciale che avevate non tornerà. E invece preferisce quei gesti indiretti, nella speranza che tu “torni da solo”.
Cosa puoi fare?
Puoi accogliere la sua sofferenza senza negare il tuo bisogno di distacco.
Puoi aspettare ancora, senza chiudere né riaprire, ma mantenendo la tua posizione con gentilezza. Questo significa non respingerla, ma nemmeno seguire il gioco dei “piccoli segnali”. Serve molta forza per farlo senza diventare freddi, ma può portare l’altra persona a maturare e ad aprirsi davvero.
Oppure, se senti che la situazione ti fa soffrire o ti confonde troppo, puoi essere più netto: prendere le distanze in modo più visibile, magari spiegando che hai bisogno di tempo e silenzio per metabolizzare, lasciando a lei la scelta di evolvere, oppure no.
In sintesi:
Il tuo distacco è stato legittimo e rispettoso.
Lei sembra non avere ancora accettato la nuova dinamica, e cerca (in modo indiretto) di riportarti a prima.
Non è debolezza volerle bene. È maturità non voler ferire nessuno, ma tenere la tua linea è importante anche per la tua pace interiore.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo la sua perplessità di fronte a queste dinamiche relazionali. Ciò che lei descrive sembra riflettere un disagio nella sua amica rispetto al cambiamento che lei ha introdotto nella vostra interazione. Il suo tentativo di mantenere una posizione di coerenza con i suoi valori e le sue aspettative relazionali è certamente un aspetto maturo del suo approccio.
Il comportamento della sua amica, che lei descrive come una ricerca di contatto indiretta e a volte goffa, potrebbe essere interpretato come una difficoltà nell'esprimere apertamente i propri sentimenti e le proprie preoccupazioni. Talvolta, quando le parole faticano a emergere, le persone agiscono attraverso comportamenti che, sebbene non espliciti, comunicano un bisogno di connessione o una reazione emotiva. I tentativi di attirare la sua attenzione, le piccole "prove" per verificare la sua reazione, e persino le manifestazioni di stizza, potrebbero essere segnali di un suo turbamento di fronte a questo mutato equilibrio.
Non è raro che i cambiamenti nelle dinamiche affettive, anche quando motivati da una riflessione personale e comunicati in modo rispettoso, generino reazioni nell'altro. La sua amica potrebbe percepire il suo distacco come una perdita o un allontanamento, e le sue azioni sembrano suggerire un desiderio di ristabilire una vicinanza emotiva.
Per quanto riguarda la sua domanda se sia sufficiente un distacco per incrinare dei rapporti, la risposta può essere complessa. Dipende dalla natura del legame, dalle aspettative reciproche e dalla capacità di entrambi di elaborare i cambiamenti. Nel suo caso, pur non essendoci stata una rottura netta, il cambiamento nella sua intensità relazionale sembra aver innescato una reazione visibile nella sua amica.
Per gestire la situazione, potrebbe essere utile mantenere la sua posizione di chiarezza, ma al contempo considerare di offrire uno spazio di comunicazione più diretto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Questo non implicherebbe necessariamente un ritorno alla precedente intensità, ma potrebbe offrire alla sua amica la possibilità di esprimere come si sente e a lei di ribadire le ragioni del suo cambiamento, in un contesto di rispetto reciproco.
Ricordi, la comunicazione aperta e onesta, seppur a volte difficile, è spesso la via più costruttiva per affrontare le dinamiche relazionali complesse.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

è molto difficile comprendere ciò che accade in alcune dinamiche relazionali senza conoscerne effettivamente l'essenza. Può esser opportuno approfondire quanto da lei vissuto in uno spazio di ascolto più ampio che solo dei colloqui psicologici possono fornirle. Valuti la possibilità di affidarsi ad uno specialista, vedrà che con il tempo potrà aiutarla a trovare le risposte che cerca.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Grazie per la fiducia con cui hai condiviso questa situazione così complessa e carica di sfumature emotive. Dal tuo racconto emerge chiaramente una relazione significativa, che ha toccato corde profonde in entrambi, e che ora sta vivendo un momento di disallineamento.
Come psicologa, il primo consiglio che ti darei è di **accogliere la confusione e la frustrazione che provi come segnali preziosi**: stanno indicandoti che questa relazione è importante per te e che senti un senso di responsabilità nel modo in cui viene vissuta.
Ecco alcune riflessioni per aiutarti a orientarti:
1. **Il silenzio come comunicazione emotiva**
La sua mancanza di un confronto diretto probabilmente **non è indifferenza**, ma piuttosto una forma di difesa: evitare il dialogo può essere un modo per proteggersi da un rifiuto, da un cambiamento doloroso o dalla paura di non essere all’altezza delle aspettative. Il suo comportamento apparentemente “infantile” o ambiguo – contatto fisico scherzoso, tentativi maldestri di attirare la tua attenzione – **è una comunicazione emotiva disorganizzata**, tipica di chi vuole rimanere vicino ma non sa come farlo nel nuovo assetto che hai imposto.

2. **Distacco vs. coerenza emotiva**
Hai scelto consapevolmente un distacco affettivo, che non è una chiusura, ma un tentativo sano di **preservare l’autenticità del rapporto**. Tuttavia, quando l’altra persona non comprende appieno il perché di questo cambiamento (o non riesce ad accettarlo), può viverlo come un abbandono, anche se razionalmente sa che non lo è. E sì, **anche un cambiamento “misurato” può alterare profondamente la dinamica di un legame**, soprattutto quando c'è un forte investimento emotivo implicito.

3. **Cosa puoi fare tu, realisticamente?**
Hai già fatto la cosa più importante: **sei stato chiaro e rispettoso**, offrendo spiegazioni piuttosto che sparire. Ora, puoi fare un ulteriore passo, solo se ti senti di farlo e solo se non senti che contraddice i tuoi bisogni: aprire **una breve conversazione franca**, dicendo qualcosa come:
> “Ho notato alcuni tuoi gesti negli ultimi tempi, e ci tengo a dirti che ti voglio ancora bene e ti rispetto molto. Il mio modo di viverti oggi è diverso, ma non è un rifiuto. Se ti va, possiamo parlarne apertamente, così possiamo capirci meglio, ma solo se lo desideri.”

Questo invito può sbloccare la situazione, o almeno **restituire dignità alla vostra relazione**, anche se il nuovo equilibrio sarà comunque diverso dal passato.

In sintesi:
* Sì, anche un distacco rispettoso può cambiare un legame.
* La sua reazione non è disinteresse, ma **difficoltà ad accettare la nuova dinamica**.
* Puoi decidere se e quanto vuoi accogliere questo disagio con empatia, **senza cedere sulla tua necessità di coerenza**.
* Una comunicazione empatica, non forzata ma chiara, può evitare malintesi e aiutare entrambi a comprendere meglio i reciproci bisogni.

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve , nonostante la dovizia di dettagli qualora volesse approfondire il discorso mi sentirei di suggerirle di parlarne con una figura professionale di psicologo/terapeuta (meglio se esperto in relazioni , coppia, comunicazione) per sviscerare bene il discorso e comprendere come vivere meglio questa dinamica relazionale.
Buona serata
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, se questa situazione la sta appesantendo e addolorando provi a rivolgersi direttamente a lei. Magari organizzando un incontro tranquillo fra di voi in modo che lei possa comunicare chiaramente ciò che sente. Buona Giornata!
Dott.ssa Raffaella Tardi
Psicologo, Psicologo clinico
Acerra
Ciao e grazie per aver condiviso questa storia. È evidente che tieni a questa ragazza e che hai cercato di essere rispettoso e onesto, scegliendo un distacco ponderato piuttosto che una sparizione improvvisa. Questo è un segno di maturità e rispetto, non sempre facile da praticare.

Da quello che racconti, sembra che lei stia vivendo questa distanza in modo confuso, oscillando tra il desiderio di riavvicinarsi e l'incapacità di esprimere apertamente i suoi sentimenti. È possibile che questa incertezza rifletta una sua difficoltà nel gestire l'evoluzione del rapporto, forse perché ha sempre fatto affidamento sulla tua presenza e ora fatica a trovare un nuovo equilibrio. In alcuni casi, quando si perde una figura importante, soprattutto in un'amicizia così stretta e particolare, emergono comportamenti contraddittori e a volte quasi infantili, come cercare attenzioni in modo fisico o raccontare piccoli incidenti per ricevere cura e protezione.

Capisco il tuo desiderio di mantenere una posizione chiara e rispettosa, e hai tutto il diritto di proteggere il tuo spazio emotivo. Tuttavia, se davvero ci tieni a lei e vuoi evitare che la situazione peggiori, forse potresti concederle un ultimo spazio di confronto, magari chiedendole direttamente come si sente rispetto al vostro cambiamento. Non per rimettere tutto come prima, ma per darle la possibilità di esprimersi e, forse, chiudere un cerchio che al momento sembra lasciato aperto.

In ogni caso, ricorda che anche i legami più solidi possono cambiare forma, e non c'è nulla di sbagliato nel permettere alle relazioni di evolversi. A volte, lasciare andare un po' è l'unico modo per permettere a un legame di respirare e, chissà, forse trovare una nuova, più autentica dimensione.

Spero che tu possa trovare il giusto equilibrio tra rispetto per te stesso e affetto per lei.
Buongiorno, da ciò che lei ha raccontato, quello che mi sembra di capire è che la sua amica stia faticando nella gestione e nella tolleranza del cambiamento nel vostro rapporto, affrontando la situazione piuttosto che in modo diretto, in modo ambiguo. I comportamenti che adotta nei suoi confronti, infatti, potrebbero voler richiamare la sua attenzione, indicando dunque un bisogno di conferma da parte sua o un senso di smarrimento che vive, a causa della perdita dell’equilibrio emotivo e relazionale che vi caratterizzava. Non siamo tutti uguali, come anche lei ha sottolineato, per cui non tutti riusciamo ad esprimere i nostri bisogni in modo chiaro ed efficace: a volte infatti accade che si esprimano tramite comportamenti o piccoli questi ambivalenti o magari anche infantili, segno di un disagio presente ma non apertamente espresso. Potrebbe infatti trattarsi della modalità che la sua amica utilizza per mantenere il legame con lei, pur non sentendosi in grado di affrontare il confronto che lei, invece, ha già tentato di proporre. Per ciò che concerne la sua richiesta inerente alla distanza che può incrinare il rapporto, ciò che mi sento di dirle è che non è la distanza in sé a deteriorarlo, bensì l’incapacità di affrontare i cambiamenti, che inevitabilmente connotano le vite di ciascuno di noi, in modo efficace e con rispetto. Da quanto racconta, in aggiunta, mi sembra che, all’interno della relazione, lei continua ad essere presente ma non si coinvolge in dinamiche che ritiene essere poco funzionali. Bene. Ma se sente la necessità, provi ad offrire lei un nuovo spazio di dialogo, non per ritornare necessariamente sui suoi passi, quanto piuttosto per fare chiarezza sulle reciproche posizioni.
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua situazione, da quello che scrive traspare l'esigenza e l'urgenza di proteggere e conservare un rapporto, anche se questo sta evolvendo. Quando in un rapporto qualcosa cambia, non è semplice per chi partecipa alla "danza", adattarsi al cambiamento. Molto probabilmente, per la sua amica, la rottura di un equilibrio che prima si manteneva costante potrebbe averla destabilizzata. Quando si chiede il perchè su alcuni suoi comportamenti o sul fatto che non viene a parlarle direttamente può trovare risposta nel fatto che non tutti reagiscono ugualmente alla stessa situazione e che forse la sua amica non ha le competenze emotive per gestire questo cambiamento. In ogni caso, se lo ritiene funzionale potrebbe fare un ulteriore passo verso di lei e provare a parlarle direttamente in maniera sincera.
Buongiorno, non si deve scusare, siamo qui per leggere le sue parole.
In primo luogo, mi stavo chiededendo cosa intendesse con il fatto che "ha iniziato a starmi stretto un suo comportamento di passività dinanzi a dinamiche terze": inoltre, come mai proprio in quel momento ha inizato a starle stretto quel comportamento?
La inviterei anche a riportare la sua attenzione su di se stesso: Lei sente il bisogno di parlare a questa ragazza? Ha domandato a questa ragazza dei chiarimenti sul comportamento di lei che non Le è chiaro?
Rispetto alle domande poste, credo che possa confrontarsi in modo costruttivo con tale ragazza, in modo che entrambi possiate spiegare il proprio punto di vista e i motivi dietro ogni azione.
Buona giornata!
Dott.ssa Marie Jasmine Cazzaniga
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Buongiorno,
capisco quanto possa essere difficile gestire una relazione che, pur non essendo sentimentale, ha una forte componente emotiva. Il suo distacco, che nasce da un'esigenza di rispetto e chiarezza, è una scelta matura. Tuttavia, non tutti riescono ad affrontare i cambiamenti nei legami con la stessa consapevolezza.

La sua amica, da come la descrive, sembra non riuscire a tollerare la distanza senza però trovare il coraggio di affrontare apertamente un confronto. I gesti che nota – ambigui, infantili o provocatori – sembrano modi indiretti per richiamare la sua attenzione, forse dettati da confusione o dalla difficoltà ad accettare che qualcosa nel vostro rapporto sia cambiato.

Le relazioni, anche quelle più sincere, possono modificarsi nel tempo, soprattutto quando emergono bisogni diversi. Non è tanto il distacco in sé a incrinare un rapporto, quanto la difficoltà di entrambi a parlarne apertamente.

Se desidera preservare un legame, anche nuovo, forse può offrirle uno spazio di parola: “Se vuoi chiarire o parlare, ci sono”. Questo non significa rinunciare alla sua posizione, ma aprire una porta che l’altra, per ora, sembra non riuscire ad attraversare da sola.

Un caro saluto.
Dott.ssa Claudia Cianchi
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Roma
Gentilissimo,
non possiamo dire se in generale, tra adulti, è sufficiente il distacco per incrinare i rapporti, ma sappiamo a quanto pare che nel caso di questa donna tale distacco ha attivato una serie di sintomi abbandonici, a quanto racconti, alquanto evidenti. Tutti i tentativi di trovare un contatto, sia fisico che mentale, sembrerebbero dei modi per richiamare ancora la tua attenzione.
Per ridurre il tuo dispiacere nel vederla così, potresti provare a parlare con lei apertamente di queste sensazioni, rimanendo in un atteggiamento di ascolto attivo davanti al suo racconto. Chiaramente, questo non deve comportare un tuo riavvicinamento, se non è questo che desideri!
Se ti andasse di parlarne ancora o confrontarti sulle modalità di approccio possibili, puoi prenotare un appuntamento sulla mia agenda.

Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi
Buonasera,
la situazione che descrivi sembra essere caratterizzata da segnali contrastanti e una comunicazione indiretta che può generare incomprensioni. A volte, il distacco può effettivamente creare un senso di smarrimento nell'altro, soprattutto se il legame precedente era intenso e abitudinario. Tuttavia, la chiarezza e il rispetto reciproco sono fondamentali per comprendere realmente i bisogni di entrambi.

Se desideri esplorare meglio queste dinamiche e capire come affrontarle in modo equilibrato, sarei lieta di supportarti in un confronto più approfondito e mirato.

Un saluto,
Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore in Studio a Palermo
Buongiorno, grazie per la tua condivisione
Quello che stai vivendo è una situazione complessa, ma al tempo stesso molto umana. Da quello che racconti emerge chiaramente che hai gestito il rapporto con questa ragazza in modo maturo, trasparente e rispettoso. Quando hai percepito un comportamento che ti metteva a disagio, non sei sparito, non hai tagliato i ponti, ma hai comunicato con sincerità il tuo bisogno di ridefinire la relazione, mantenendo un atteggiamento aperto e affettuoso. Lei, però, non ha mai affrontato apertamente questo confronto. È probabile che lei desideri ancora averti vicino, ma non riesca ad accettare pienamente la tua esigenza di spazio e non sappia come ricucire il rapporto senza sentirsi esposta o vulnerabile.
Di fronte a tutto questo, tu stai mantenendo una posizione equilibrata: non hai chiuso la porta, ma stai cercando di proteggerti, di non rimanere intrappolato in un dinamismo che ti pesa. Questo non significa essere freddi o egoisti, al contrario, è un atto di rispetto verso te stesso e anche verso di lei.

Se da parte tua c’è ancora un affetto sincero e ti dispiace vederla in difficoltà, puoi valutare se offrirle un’occasione per parlare, chiedendole con gentilezza se desidera chiarire ciò che sta vivendo. Ma devi sapere che non sei obbligato a farlo, soprattutto se ciò rischia di trascinarti in un circolo di ambiguità e malintesi.

A volte i rapporti si trasformano, non perché manchi l’affetto, ma perché i bisogni, i linguaggi e i tempi delle persone non coincidono più.
È normale che un distacco possa incrinare un legame, soprattutto se l’altra persona non riesce a comprenderne le ragioni o a integrarlo emotivamente. Ma ciò non toglie che tu abbia agito con rispetto, e che ogni tua scelta sia stata guidata dalla volontà di non ferire nessuno.
Non puoi gestire anche le sue difficoltà emotive. Il rispetto, come l’affetto, non può essere unilaterale.

Se ti dispiace per lei, è segno che il sentimento resta. Ma sentimento non vuol dire sacrificio. Prenderti cura di te — anche attraverso un distacco — è un gesto d’amore verso entrambi. È importante che tu possa continuare a pensare bene di lei, ma anche a pensare bene di te stesso e delle tue necessità.

un caro saluto
Dott.ssa Valentina Scimone
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente,

ti ringrazio per aver raccontato la tua esperienza con tanta apertura. Quello che descrivi è un legame complesso e ricco, fatto di stima, affetto e anche di confini che, nel tempo, sono diventati più difficili da mantenere o da comprendere.

Mi sembra che tu abbia agito con grande rispetto: hai comunicato in modo diretto ciò che provavi, hai offerto uno spazio di riflessione e hai scelto, per proteggere te stesso e la qualità del rapporto, di prendere un po' le distanze senza chiudere del tutto. Questo è un segnale di maturità emotiva. Non è una sparizione, ma un atto responsabile di autoconservazione.

Il comportamento di lei può apparire ambiguo o infantile a tratti, ma potrebbe essere il tentativo (goffo ma sincero) di ristabilire un legame che probabilmente per lei era molto significativo, ma di cui forse non aveva piena consapevolezza. Le sue azioni non verbali (sfioramenti, gesti improvvisi, piccoli “incidenti”) sono tentativi indiretti di comunicazione. È probabile che non abbia gli strumenti emotivi o il coraggio per affrontare un confronto diretto, oppure che tema di scoprire qualcosa che la ferirebbe.

La tua domanda “Perché non parla apertamente?” è centrale. E la risposta è: forse non può, forse non sa come, o forse teme il confronto perché metterebbe a nudo aspetti di sé che preferisce evitare. Il tuo distacco ha creato una frattura visibile e dolorosa per lei, ma al tempo stesso ha generato confusione, perché probabilmente non si aspettava conseguenze così tangibili.

La risposta alla domanda “è sufficiente diventare più distaccati per incrinare un rapporto?” la risposta è sì, ma dipende dalla qualità del legame e dalla capacità reciproca di tollerare e comprendere il cambiamento. I rapporti evolvono, anche quelli più autentici. E a volte un distacco non è un allontanamento definitivo, ma una fase di ricalibrazione.

Cosa potresti fare ora? Ti apro alcuni scenari.
- Mantenere la tua posizione con gentilezza. Non cedere per senso di colpa o per il disagio di vederla sofferente. Le stai dimostrando un rispetto prezioso.

- Lasciare una porta aperta al dialogo. Se senti che ci sono ancora spazi di cura, potresti dirle (con un messaggio semplice, non emotivamente sovraccarico) qualcosa di simile: “Sento che qualcosa ti dispiace e mi dispiace vederti così. Se un giorno vorrai parlare apertamente, io sono qui.”
Questo le restituisce la possibilità di agire in modo adulto, se e quando sarà pronta.

- Accettare che non tutto può essere risolto. A volte, per quanto ci si voglia bene, si arriva a un punto in cui le differenze di approccio e sensibilità rendono necessarie nuove forme del legame, o persino una distanza più stabile.

- Darti credito. Stai mostrando consapevolezza, affetto e rispetto. Non sono cose comuni. Se questa relazione dovesse cambiare forma, non è un fallimento, ma una naturale evoluzione.

Ti auguro che possiate trovare una modalità serena di stare – o non stare – in relazione.

Se ti fa piacere, possiamo esplorare insieme i tuoi vissuti più profondamente. A volte ci sono nodi personali che una relazione risveglia e che meritano uno spazio di elaborazione.

Un caro saluto.

Dott.ssa Psicologa Valentina Scimone
Dott.ssa Shana Baratto
Psicologo, Psicologo clinico
Levico Terme
Gentile utente,
grazie per la sua condivisione.
Mi arriva la sua fatica nello stare in questa situazione poco chiara. Come lei ci ha detto la ragazza con la quale ha questo scambio emotivo è molto più giovane di lei, e magari può adottare una modalità di relazionarsi più "acerba", se così possiamo dire.
Al di là di quello che è la sua modalità, mi domando quali siano i pensieri che lei ha e le emozioni che lei prova, nei confronti di questa ragazza. Che tipo di rapporto vorrebbe instaurare con lei? Penso che potrebbe esserle utile porsi delle domande a riguardo, in modo da avere chiara quella che è la sua intenzionalità. Se dovesse fare fatica a ripristinare una certa chiarezza, potrebbe essere utile approfondire la situazione all'interno di un percorso psicologico.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordialmente,
dott.ssa Baratto

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