Insonnia da ossessioni
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risposte
Mi sono accorto di soffrire di acufene. Per la verità lho sempre saputo, ma solo da due notti ci sto prestando attenzione in maniera abnorme, fino a riversare su questo nuovo tema la mia ossessivita. Ho iniziato a soffermarmi su quella percezione ingannevole, e a non riuscire piu a distogliere il mio pensiero da essa. In due notti avrò dormito max sei ore, quindi sono a pezzi, oltre che spaventato. Di giorno mi distraggo, e non ci penso. Ma quando devo mettermi a letto è una tortura. L'errore è stato consultare in internet la voce acufene: mi è venuto fuori un articolo in cui si dice che alcune persone sono giunte a soluzioni estreme pur di liberarsi di questo fastidio. Non pensavo potesse diventare un problema cosi pericoloso: ora sono allarmatissimo da quanto ho letto... La mia terapeuta parlava dell'esperimento dell'orso bianco : più provi a non pensarlo meno ci riesci... E in piu, nel dormiveglia, mi assalgono pensieri assurdi: so che è solo un suono prodotto dal mio orecchio, ma ho anche paura di poterlo interpretare come una allucinosi, nella forma di un messaggio che mi giunga da qualche voce esterna al mio io. Sono consapevole, naturalmente, che non c'è nessuno che mi invii nessuna voce, pero la paura stessa di credere in una cosa del genere, e quindi di smarrire l'esame di realtà, mi costringe a ripetermi di continuo che so che si tratta solo di un fastidio fisico e non di 'altro' , per sventare il pericolo di avere una psicosi... Ma ciò che non capisco è come fare a percepire quel finto rumore in maniera neutra, cioè senza averne paura e senza dargli peso.. Potreste darmi un consiglio?
Salve, ritengo fondamentale che lei possa rivolgersi soltanto a professionisti competenti in materia onde evitare che la enormità di informazioni possa generare confusione.
Cordialmente, dott FDL
Cordialmente, dott FDL
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Salve, rivolga questa domanda al suo medico di fiducia per evitare di confondersi.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Sull acufene che è sicuramente sgradevole e fastidioso lei ha riversato tutte le sue angosce e paure irrazionali.Le consiglio di proseguire la psicoterapia che ha intrapreso .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Buonasera, l'acufene può essere diagnosticato esclusivamente dal medico curante. Rispetto alla domanda che pone, è fondamentale che sia rivolta al professionista che la segue (compresa, a mio parere, la necessità di ricevere rassicurazioni anche da altri colleghi). Può essere molto prezioso per il percorso. Un saluto
Buonasera. Ritengo sia opportuno confrontarsi con il suo medico per avere informazioni chiare da un punto di vista organico sull'acufene che riferisce, e con la sua terapeuta in merito ai vissuti emotivi e psicologici relativi ad essa. Inoltre, credo possa essere molto importante per lei condividere con la sua terapeuta anche il bisogno di confrontarsi con altri psicologi/psicoterapeuti in merito a questo suo vissuto, per poter lavorare all'interno del suo spazio psicologico sul significato che ha per lei questo tipo di necessità. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente, il mio consiglio è di confrontarsi con il suo medico curante per quanto riguarda la diagnosi di acufene. Inoltre, è molto importante che lei continui il percorso di psicoterapia intrapreso e che rifletta, nello spazio della terapia, sul bisogno di cercare rassicurazioni al di fuori della relazione terapeutica.
Cordiali saluti, Dott.ssa Pamela Cornacchia
Cordiali saluti, Dott.ssa Pamela Cornacchia
Salve, è indubbio che l'aspetto psicologico abbia per lei preso il sopravvento, attraverso pensieri ossesivi, di continua verifica e controllo.
Questo sembra il peggior disagio che sta vivendo, per il quale le consiglio di continuare la psicoterapia, con atteggiamento aperto e fiducioso.
Sono del parere che al tempi stesso si confronti con un medico per precisare l'entità di questo disturbo di acufene.
Auguri,
Dr. Vittorio Cameriero
Questo sembra il peggior disagio che sta vivendo, per il quale le consiglio di continuare la psicoterapia, con atteggiamento aperto e fiducioso.
Sono del parere che al tempi stesso si confronti con un medico per precisare l'entità di questo disturbo di acufene.
Auguri,
Dr. Vittorio Cameriero
Gentile utente di mio dottore,
L’ acufene può esser particolarmente fastidioso la notte, questo senza alcun dubbio; sotto il profilo psicologico gli aspetti legati alla paura di avere allucinazioni o di esser affetto da gravi malattie psichiche possono aver a che fare con aspetti ansiosi, sino ad oggi latenti ma che il fenomeno dell' acufene potrebbe aver sviscerato. Nel caso i sintomi ansiosi dovessero allargarsi a macchia d’olio non esiti a contattare uno psicoterapeuta e ad intraprendere una psicoterapia. Vedrà che con il tempo potrà aiutarla a ridimensionare la morsa dei suoi pensieri e delle sue fantasie angoscianti.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
L’ acufene può esser particolarmente fastidioso la notte, questo senza alcun dubbio; sotto il profilo psicologico gli aspetti legati alla paura di avere allucinazioni o di esser affetto da gravi malattie psichiche possono aver a che fare con aspetti ansiosi, sino ad oggi latenti ma che il fenomeno dell' acufene potrebbe aver sviscerato. Nel caso i sintomi ansiosi dovessero allargarsi a macchia d’olio non esiti a contattare uno psicoterapeuta e ad intraprendere una psicoterapia. Vedrà che con il tempo potrà aiutarla a ridimensionare la morsa dei suoi pensieri e delle sue fantasie angoscianti.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Buonasera, mi dispiace per il suo problema. Sente che ha paura di impazzire o di perdere il controllo? o che non sparirà mai? non per tutti questo problema è cosi semplice da gestire emotivamente, è normale. le ricordo che i pensieri sono solo pensieri e non possono governare la sua mente. le consiglio una terapia il prima possibile per evitare di protrarre questo malessere e ritrovare un equilibrio, passando dall'accettazione ad alcuni esercizi di rilassamento. Resto a disposizione
Buonasera, la invito a consultare. Il suo medico curante per escludere una causa fisica. Esclusa questa l'acufene ha anche un' origine psicologica, non è un'allucinazione, è un sintomo di un disagio. Provo a pensare quando ha sentito per la prima volta il ronzio, cosa è accaduto poco prima? Se un sintomo psicologico può essere curato con la tecnica emdr. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Buongiorno. Perché non si è consultato prima con il medico di fiducia?
Saluti
MT
Saluti
MT
Buonasera, sicuramente sarò ripetitiva ma concordo con i colleghi che le hanno suggerito una diagnosi dal medico specialista che può anche darle consigli utili per la eventuale gestione. Per quanto riguarda le rassicurazioni in merito può condividere le sue angosce nel setting con lo psicoterapeuta che mi pare di capire che la segue.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
comprendo il fastidio e l'angoscia che può generarle questa insolita percezione sonora. Approfondita la sua situazione da vari punti di vista ed accertata la causa o le cause, le posso dire che si può ridurne la percezione ed apprendere come usarlo o che uso fare di questo tinnito. Pensi che c'è chi ha costruito grandi carriere con questa singolare capacità di sentire. Il "sentire voci", in alcune prospettive, non è un sintomo semmai una particolare capacità. Se vuole può contattarmi tramite Mio Dottore per una consulenza.
Un saluto cordiale
Marzia Sellini
comprendo il fastidio e l'angoscia che può generarle questa insolita percezione sonora. Approfondita la sua situazione da vari punti di vista ed accertata la causa o le cause, le posso dire che si può ridurne la percezione ed apprendere come usarlo o che uso fare di questo tinnito. Pensi che c'è chi ha costruito grandi carriere con questa singolare capacità di sentire. Il "sentire voci", in alcune prospettive, non è un sintomo semmai una particolare capacità. Se vuole può contattarmi tramite Mio Dottore per una consulenza.
Un saluto cordiale
Marzia Sellini
Buongiorno, è fondamentale riportare queste problematiche al suo medico di fiducia in modo da approfondire meglio. Il mio consiglio è di continuare con la terapia e riportare al suo terapeuta queste sensazioni e preoccupazioni che sente. Un saluto, Federica Curci
Buongiorno, credo sia necessario il confronto con il suo medico di base. Continui la psicoterapia e si affidi al suo terapeuta!
Dott.ssa Zena Ballico
Dott.ssa Zena Ballico
Buongiorno, mi allineo al pensiero espresso dai colleghi, ovvero di rivolgersi al suo medico così da avere un parere competente riguardo la sintomatologia da lei lamentata e, parallelamente, di continuare a parlarne in terapia con il suo psicologo. In questo modo potrà lavorare sia sugli aspetti fisici, sia sui risvolti psicologici. Cordialmente, Dott. Andrea Brumana
Salve, la prima cosa è consultarsi col suo medico di fiducia per escludere problemi di natura organica. Tuttavia da quanto ci scrive è evidente che lei abbia riversato un notevole carico ansioso sul fastidio che la infastidisce e per questo motivo sarà il suo psicologo a indicarle cosa fare. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, l'acufene è sicuramente un problema fastidioso e che crea disagio. Il mio consiglio è quello di approfondire con il medico questo tema, reperendo da lui tutte le informazioni di cui necessita. Questo è il primo step per alleviare un po' di ansia che naturalmente i siti internet o le fonti di informazioni dubbie possono provocare. Se poi i pensieri rimangono e le provocano insonnia nonostante le indicazioni ricevute, consideri una consulenza per imparare a gestirli e a far sì che non provochino più disturbo. Esistono molte tecniche per poter contenere il disagio causato da pensieri ricorrenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Laura Castellan
Salve, mi dispiace molto per la situazione in cui si trova, l’acufene può essere un problema molto invalidante ma è anche una diagnosi estremamente complessa dovendo andare a ricercarla nell’orecchio interno, parte del corpo non osservabile direttamente ma solo tramite esami specifici audiometrici. Le consiglio dunque in primis di confrontarsi con dei professionisti del settore se non l’ha già fatto e valutare poi una terapia psicoterapica che la aiuti nella gestione del problema e di ciò che ne consegue, per qualsiasi maggior chiarimento resto a completa disposizione.
Dr.ssa Russo Fabiola
Dr.ssa Russo Fabiola
Gentile utente, la sua esperienza con l'acufene e le emozioni che ne derivano mette in luce un conflitto tra percezione e realtà interna. È comprensibile che l'attenzione eccessiva a quel suono possa trasformarsi in un pensiero ossessivo, rendendo difficile trovare sollievo. La sua osservazione riguardo all'“errore” di cercare informazioni online evidenzia come l'ansia e l'ossessione possano intensificarsi attraverso il confronto di esperienze altrui. Il riferimento dell'orso bianco che menziona è significativo: il tentativo di evitare o ignorare il suono può paradossalmente aumentare la sua presenza nella sua mente. Questo meccanismo evidenzia l’importanza di accettare le sensazioni senza cercare di combatterle, per evitare che diventino sovrastanti. Potrebbe essere utile praticare tecniche di mindfulness, che le permettano di osservare il suono senza giudizio o reazione emotiva. Imparare a vedere l'acufene come un fenomeno transitorio e accettarlo come parte della sua esperienza potrebbe liberarla dal peso che attualmente sente. Inoltre, considerare di lavorare con la sua terapeuta su tecniche di rilassamento e gestione dell'ansia sarà di grande aiuto per affrontare questi momenti difficili.
Se desidera discutere ulteriormente e trovare strategie utili per gestire al meglio questa situazione, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera discutere ulteriormente e trovare strategie utili per gestire al meglio questa situazione, non esiti a contattarmi.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. È comprensibile che l’attenzione ossessiva sull’acufene la stia turbando, soprattutto di notte, quando la mancanza di distrazioni rende il suono più evidente. La paura stessa di focalizzarsi su di esso rischia di alimentare il ciclo dell’ansia, rendendolo ancora più presente. Ha ragione nel collegarlo all’esperimento dell’orso bianco: più cerca di non pensarci, più diventa centrale. Potrebbe provare ad accettare il suono senza giudicarlo, trattandolo come un fenomeno neutro, magari abbinandolo a una tecnica di rilassamento o a suoni ambientali per ridurne l’impatto. Ha già parlato con la sua terapeuta di queste paure? Potrebbe essere utile esplorare il modo in cui la sua mente sta attribuendo significati a questa percezione.
Buongiorno, immagino che sia difficile da gestire soprattutto la notte, come lei riporta. La invito tuttavia a soffermarsi su un dettaglio: l'ansia di malattia spesso porta a pensieri intrusivi di avere un malanno e/o sindrome grave che condiziona la vita. Può essere il suo caso?
Buongiorno, quello che sta vivendo è comprensibilmente molto faticoso e spaventante, soprattutto perché l’attenzione costante a un sintomo come l’acufene può generare un circolo vizioso difficile da interrompere. La mente, quando individua qualcosa di percepito come una minaccia o un segnale di pericolo, tende a focalizzarsi in modo sempre più rigido su quell’elemento, con l’intento di controllarlo o di trovare una soluzione. È un meccanismo naturale, ma che paradossalmente amplifica il problema, proprio come accade nell’esperimento dell’orso bianco a cui faceva riferimento la sua terapeuta: più ci sforziamo di non pensare a qualcosa, più quella cosa torna alla mente con forza. Ciò che descrive, quella sensazione di non riuscire a distogliere l’attenzione, l’insonnia che ne deriva e i pensieri intrusivi che si fanno spazio nel dormiveglia, rappresentano una reazione comune in situazioni in cui si sperimenta paura e perdita di controllo. Il corpo e la mente si trovano in uno stato di allerta, come se fosse necessario restare vigili per gestire un pericolo imminente. Tuttavia, l’acufene, pur essendo fastidioso, non rappresenta un pericolo reale: è un suono prodotto dal corpo, ma la paura che suscita lo rende molto più invadente e difficile da tollerare. Il passaggio che ha vissuto, dal leggere in rete testimonianze estreme al sentirsi terrorizzato dalle possibili conseguenze, è un altro effetto tipico dell’ansia: la ricerca di rassicurazioni, che all’inizio sembra dare sollievo, finisce per alimentare nuove paure. La mente si riempie di scenari negativi e l’attenzione si concentra sempre di più sul sintomo, rinforzando la sensazione di allarme. Per questo motivo è importante non lottare direttamente contro la percezione del suono, ma provare a cambiare il modo in cui la si accoglie. Il primo passo è accettare che quel suono esiste e che in alcuni momenti sarà più evidente di altri. Più che tentare di eliminarlo, può provare a notarlo con curiosità, come si farebbe con qualsiasi altro rumore di fondo, lasciando che stia sullo sfondo dell’esperienza senza tentare di giudicarlo o controllarlo. Questo atteggiamento di accoglienza, se coltivato nel tempo, riduce la carica emotiva associata al sintomo e permette di riconquistare un senso di calma. La notte, quando il silenzio e la stanchezza rendono tutto più amplificato, può essere utile creare un ambiente sonoro lieve, come un rumore bianco, il suono della pioggia o della natura, in modo da ridurre il contrasto e rendere meno evidente il fischio. In parallelo, può provare a spostare l’attenzione su sensazioni più corporee e concrete, come il ritmo del respiro o la sensazione delle lenzuola sul corpo. Questo piccolo spostamento percettivo aiuta la mente a distaccarsi dal pensiero ossessivo e dal timore di perdere il controllo. Infine, vorrei rassicurarla: la paura di “impazzire” o di perdere l’esame di realtà non indica che ciò stia accadendo davvero. È una paura che nasce da una mente già in allerta, che teme di non riuscire più a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Il fatto che lei riconosca con chiarezza l’origine del suo sintomo e riesca a rifletterci in modo lucido dimostra che la sua consapevolezza è pienamente intatta. Si conceda tempo, comprensione e gentilezza. Non c’è nulla di sbagliato nel provare paura o nel sentirsi travolti da un pensiero fisso. Ogni passo verso l’accettazione, anche piccolo, è già un progresso nel ridare alla mente la possibilità di riposare e di sentirsi più libera. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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