Ho un compagno da un anno i miei figli non lo sanno, abbiamo passato queste vacanze tutti assieme po

24 risposte
Ho un compagno da un anno i miei figli non lo sanno, abbiamo passato queste vacanze tutti assieme poiché lo conoscono come un mio amico ,a fine vacanza lui ha giudicato i miei figli in maniera offensiva e tutto ciò mi ha addolorata, premetto che i miei figli hanno 23 e 15 anni ovviamente usano un linguaggio inappropriato dovuto dai social!L ho lasciato subito,i miei figli però sono reduci da questi comportamenti!Mi fa male non essere stata una mamma adeguata per loro mi sento in colpa evidentemente non ho saputo educarli.
Dott.ssa Rosa Genovese
Psicologo clinico, Psicologo
Ciampino
Salve, avete trascorso le vacanze insieme.....ma da come racconta in poche parole la situazione, non c'era trasparenza nelle Vostre relazioni. E' difficile pensare che ragazzi di 23 e 15 anni non abbiano compreso la realtà della relazione tra Lei e il Suo compagno. Probabilmente questo non dire non ha creato un ambiente favorevole. Cordiali saluti.

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Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, comprendo il suo essere addolorata ed il fatto di "trovarsi in mezzo" tra i suoi figli e il suo compagno. E' abbastanza comune che pur riconoscendo magari che i suoi figli non si sono espressi bene, lei poi si sia "schierata" con loro lasciando il compagno. Ora però si rimprovera come educatrice e finisce per attribuirsi lei la colpa. Insomma un giro vizioso. Vediamo, pur con i pochi elementi che ha scritto, se si può rimettere in fila i pensieri. Mi sembra che sia stato tutto estremo. Non sarebbe possibile andare per gradi? Ha parlato del suo dispiacere al suo compagno dell'accaduto? E ai suoi figli, magari chiedendo un linguaggio meno colorito quando non sono soli? Se la storia con quest'uomo per lei è valida ci si può lavorare, così come introdurre quest'uomo come compagno senza sotterfugi. Sarebbe molto utile che ne potesse parlare con uno/una psicoterapeuta, per costruire una modalità di relazione buona con il compagno e con i figli. Non è questione di colpe, quelle ci tirano solo indietro, si tratta di "rimboccarsi le maniche" e lavorare sulle relazioni. Si può, e poi ci si sente meglio. Rimango a disposizione, la saluto cordialmente dott.ssa Silvia Ragni
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Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno signora.
Il dolore, il senso di inadeguatezza, il senso di colpa, e poi altro che l'ha portata a scegliere di lasciare il suo compagno.
E' davvero molto.
Credo che sia importante prendersi cura di sé, per affrontare il ruolo di madre e per tutto ciò che la vita ci mette davanti.
Le propongo un colloquio psicologico online per verificare insieme se possa essere un tipo di risorsa utile per lei.
Buonasera e grazie per aver condiviso con noi la sua storia. La situazione è complessa, il mio consiglio è di chiarire innanzitutto i suoi sentimenti verso il suo ex compagno per poi parlare eventualmente con tutti chiarendo la sua posizione. Se ha bisogno di un aiuto, io sono a disposizione anche online.
Dott.sa Elena Bonini
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Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, come mai non ha parlato direttamente ai suoi figli della vostra relazione? Sono abbastanza grandi da comprendere che lei può iniziarne un'altra. Crede davvero che non abbiano intuito qualcosa? Credo, così come detto dai colleghi, che dovrebbe lavorare sulle relazioni con entrambi e intanto chiedersi il perché di questo gesto estremo di rottura. Perché mette in discussione in modo così netto il suo ruolo di madre? Una mamma non è mai perfetta, può migliorare ma di certo avrà lasciato anche qualcosa di buono in questi ragazzi. Dovrebbe anche parlare con il suo nuovo compagno e chiedergli come mai ha usato frasi forti, che l'hanno offesa. Le suggerisco di fare chiarezza in sé e nelle relazioni con il suo compagno e con i suoi figli, prima di prendere decisioni definitive.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, non so quale sia l’entità dell’offesa, pero dalle sue parole traspare una doppia realtà. Da una parte sembra quasi giustificare i suoi figli affermando che il linguaggio inappropriato è stato appreso sui social, dall’altra sviluppa sensi di colpa per non essere riuscita a contenere il fenomeno. La invito a qualche seduta di psicoterapia che le possa permettere di trovare dei giusti confini tra se e gli altri e se con se stessa. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno,
tu sei una mamma super adeguata. Lei e i suoi figli componente una famiglia. Non faccia in modo che l'uomo che frequenta metta in dubbio questa cosa.
Se accetta Lei ma non i componenti della sua famiglia valuti seriamente se è l'uomo che fa per lei.
Costui non deve sostituirsi al padre biologico che assente o presente è insostituibile. Non può mettere in dubbio il suo ruolo di madre. Semmai come base sicura può sostenerla quando è in difficoltà. Quest'uomo che le piaccia o meno deve essere accettato dai suoi figli, soprattutto dal più piccolo, fase molto delicata. I figli a loro volta possono sabotare più o meno consapevolmente la sua relazione con Quest'uomo. Devono metterlo alla prova, però l'adulto deve sempre mantenere il controllo e soprattutto non essere indisponente. Forse ha letto una parte di 'carattere' che non conosceva di Quest'uomo. Se potete parlatene.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
lei porta qui un tema molto delicato che meriterebbe uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, potrebbe accompagnarla nel comprendere meglio quanto sia accaduto in tutti questi anni attraverso una rivisitazione più approfondita delle cose così che possa trovare delle risposte alle sue domande e magari sollievo.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Maria Betteghella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Salve. Una vacanza, per quanto vorrebbe essere un momento di rilassamento, è invece spesso fonte di grande stress, specialmente laddove esistono già forti tensioni, come nel suo caso.
Mi dispiace che si sia concluso con la fine della sua relazione, ma mi chiedo: come mai non si è sentita libera di vivere questa unione, ma anzi ha dovuto nasconderla? E anche: come mai si è sentita così giudicata da un uomo che non è né il padre dei suoi figli, né suo padre?
Per qualunque approfondimento, resto a disposizione
Dr. Massimo Mestroni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Trieste
Buongiorno, per una risposta più esaurente servirebbero alcune informazioni in più, ad esempio se il linguaggio usato dai suoi ragazzi era un linguaggio utilizzato in maniera generica o se di fatto essi hanno creato situazioni imbarazzanti con camerieri, gestori, turisti, autoctoni, lo stesso suo compagno, ecc., mettendovi spesso in difficoltà, oppure se più banalmente i ragazzi usavano un certo "slang", senza però essere apertamente offensivi e inappropriati con terze persone o il suo stesso compagno. Soprattutto in quest'ultimo caso, con buona probabilità lei si sta giudicando in maniera eccessiva e troppo severa ..i frutti dell'educazione si vedono con il tempo e ciò vale soprattutto per il più piccolo dei suoi figli, che tra l'altro è in piena adolescenza. A leggerla sembrerebbe che lei si conceda poco spazio per la riparazione, ma un'importante risorsa umana non è la perfezione ma appunto la possibilità di rimediare e fortunatamente nella vita le cose irrimediabili non sono tante, pertanto le suggerirei di essere meno severa con se stessa, educare non è facile e se qualcosa non ha funzionato, si può vedere il da farsi, prima di "condannarsi" definitivamente. Concorderei anche con il pensiero già espressole che forse i suoi ragazzi hanno intuito qualcosa a livello emotivo, e i "non detti" sono spesso portatori di criticità; teniamo sempre presente che genitori e figli iniziano a capirsi prima emotivamente, poi anche a parole. A tal proposito va pure però tenuto presente che se le persone (pazienti compresi), decidono di adottare certi comportamenti, lo fanno perché hanno i loro motivi e talvolta è facile in linea astratta da parte di noi "tecnici" criticare determinate decisioni e azioni, ma appunto in linea astratta/teorica, non essendo coinvolti e pertanto a partire da punti di vista diversi. Infatti sul "non detto" di cui accennavo prima, mi verrebbe piuttosto da chiederle per quali motivi? Forse ha dovuto anticipare un processo di avvicinamento che richiedeva più gradualità? E se si, perché ha sentito questa pressione? Oppure si era resa conto di nodi o spigolature caratteriali del suo compagno e/o dei suoi figli, per cui era meglio rimandare il chiarimento a proposito del legame con il suo compagno?
In ogni caso, a meno che i suoi figli non siano stati dei campioni di sistematica maleducazione (e visto come lei scrive, anche se tutto è possibile, la cosa mi sorprenderebbe), probabilmente lei è stata una madre tutelante soprattutto nei confronti del figlio quindicenne interrompendo il rapporto, per cui suggerirei, magari anche tramite qualche colloquio psicologico, di allentare e ammorbidire il suo severo giudice interiore. .
Un ultima cosa, in anni di lavoro ho notato che nel caso di seconde (o terze) nozze, convivenze lunghe, ecc., la presenza dei figli rappresenta un ottimo test sulla continuità e sulla validità del rapporto di coppia. Infatti, se da una parte ho visto crearsi nuovi legami in maniera encomiabile, in altri casi ho visto nuovi compagni e anche nuove compagne "sbarellare" nei confronti dei partner a causa dei loro figli, nella maggior parte dei casi ostacolando atteggiamenti genitoriali francamente condivisibili. Pertanto, pur certamente accogliendo la sua sofferenza, le direi che quanto accadutole può rappresentare uno spunto di riflessione e conseguente consapevolezza, sia qualora il rapporto con il suo compagno venga recuperato, sia qualora non venga recuperato.
Cordialmente,
M.M.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
È naturale sentirsi feriti quando qualcuno critica i propri figli, specialmente in modo offensivo. La sua decisione di interrompere la relazione dimostra quanto lei tenga al benessere dei suoi figli e quanto desideri proteggerli.
È importante ricordare che l’educazione dei figli è un percorso lungo e complesso, influenzato da molti fattori, inclusi i social media e l’ambiente circostante. Non dovrebbe sentirsi in colpa per ogni comportamento dei suoi figli. Essere genitori significa anche affrontare sfide e imparare insieme a loro.
Riflettere su questa esperienza può essere un’opportunità per rafforzare il dialogo con i suoi figli. Parlare apertamente con loro di ciò che è successo, dei suoi sentimenti e delle sue preoccupazioni può aiutare a costruire una comprensione reciproca.
Se sente che la situazione è particolarmente difficile da gestire, potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista, come uno psicologo familiare. Questo può offrire uno spazio sicuro per esplorare i suoi sentimenti di colpa e lavorare su strategie per migliorare la comunicazione e la relazione con i figli.
Ricordi che essere una buona madre non significa essere perfetta, ma essere presente, amorevole e disposta a crescere insieme ai figli. Le difficoltà che sta affrontando possono diventare momenti di crescita e rafforzamento per tutta la famiglia.
Dott.ssa Monika Elisabeth Ronge
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Buonasera,
La mancanza di chiarezza non è un buon punto di partenza per un rapporto.
Inoltre mi domando:
Come mai ha giudicato offensiva la valutazione del Suo compagno, ma poi ammette che i Suoi figli sono maleducati?
Quanto è veramente disposta a guardare i propri limiti?
È difficile come genitore, dare le regole ai figli finché vivono in casa, ed è anche difficile prendersi la responsabilità delle proprie scelte.
Può darsi che il Suo compagno si sia anche sentito offeso per non essere stato ritenuto abbastanza importante da essere presentato davanti i Suoi figli con il ruolo effettivo.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordialmente
Dottoressa Monika Elisabeth Ronge
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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Roberta Evangelista
Psicologo, Psicologo clinico
Albignasego
Gentilissima, l'adolescenza è per un genitore la fase forse più dura. Bisogna imparare a "lasciar andare" e aver fiducia nei ragazzi, e allo stesso tempo essere ancora un punto fermo, una guida, di cui necessitano fermamente. Provi a leggere dei libri sulla comunicazione non violenta, ce ne sono diversi incentrati proprio su questa fascia di età. Inutile dirle che i sensi di colpa alimentano solo rabbia e frustrazione. Piuttosto può provare a vedere se nel suo quartiere è avviato qualche gruppo di genitori che sta affrontando questa problematica, spesso le scuole li organizzano. Forza e coraggio. Le auguro il meglio, un caro saluto, Dott.ssa Roberta Evangelista
Buonasera, presentare il nuovo compagno ai propri figli è sempre un passaggio molto delicato, che richiede gradualità e pazienza. Se tale presentazione non avviene in modo chiaro e adeguatamente preparato, possono emergere delle difficoltà nel creare una relazione basata su accettazione e stima reciproca. Alla luce di questo, l’atteggiamento offensivo del suo compagno e i comportamenti inappropriati dei suoi figli possono assumere un nuovo significato. Le suggerisco di riflettere su quanto accaduto, magari con l’aiuto di un professionista, che potrà aiutarla a fare chiarezza e a comprendere meglio la natura della ferita che sente. Questo percorso potrebbe rivelarsi fondamentale per fare luce sulle dinamiche familiari in gioco e per lavorare sul senso di inadeguatezza di cui parla.
Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Romagnano
Dott.ssa Arianna Savastio
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, percepisco la sua sofferenza e la sua fatica e ci tengo quindi a fare una premessa importante: fare i genitori è il mestiere più difficile del mondo. È naturale che un genitore si preoccupi di fare il meglio possibile per i figli ed è altrettanto naturale sbagliare. Capisco che, come capita a molti genitori, le possano venire dei sensi di colpa, ma questo non fa che dimostrare quanto lei tenga al benessere dei suoi figli. È importante che lei sia gentile con se stessa e che riconosca i propri successi come madre. L'autocritica piò essere costruttiva ma i sensi di colpa possono oscurare tutto e impedirci di vedere le cose buone che facciamo.
Essere un buon genitore non significa essere perfetti, ma fare del proprio meglio.
È importante ricordare che, oltre all'educazione che diamo loro, ci sono molti altri fattori che influenzano lo sviluppo dei figli, come l'ambiente sociale (tra cui i social), le amicizie, e la cultura in cui vivono. Per fortuna non tutto è sotto il nostro controllo e non tutto dipende da noi.
Cerchiamo sempre di fare del nostro meglio con le risorse e le conoscenze che abbiamo in quel dato momento. Trovo anche importante sottolineare che educare i figli è un percorso che dura tutta la vita, e non è mai troppo tardi per influenzarli positivamente. Ogni giorno è un'opportunità per costruire un legame più forte e per guidarli nelle scelte future.
Compendo il suo dolore e la sua fatica, qualora sentisse il bisogno di parlare di più della sua genitorialità o di esplorare insieme alcune strategie per affrontare certe difficoltà a livello familiare e non solo, le suggerisco di intraprendere un percorso di sostegno psicologico. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
grazie della sua condivisione. Poche righe scritte ma "tanta roba" e tanti temi che sarebbero da trattare seguendo una scia SISTEMICO RELAZIONALE, e andando ad esplorare la sua storia familiare (uso strumenti quali il GENOGRAMMA e il CICLO DI VITA).
Mi rendo a disposizioni per dei colloqui on line.
Buona presa di cura di sé.
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buonasera.
Qui il focus è la dura critica che rivolge a se stessa. Il modo in cui ci si parla e ci si rivolge a se stessi fa la differenza rispetto al proprio benessere psicologico.
Mi sento di suggerirle di portare questi suoi vissuti emotivi in uno spazio di supporto psicologico.
Ogni genitore fa con quel che puo e prova a fare il meglio con le proprio risorse. Nella crescita dei figli influiscono anche tanti altri fattori, tra cui come ha ben detto lei i social ma non solo.
Accolga queste emozioni per provare ad essere più gentile con se stessa. Mettersi in discussione è diverso dalla dura critica, dove il giudizio impedisce un’autentica gentilezza verso di sé. Ingrediente fondamentale per un genitore.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Dott.ssa Giorgia Proietti
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
innanzi tutto voglio rassicurarla e dirle che nessuno ci insegna ad essere delle madri o dei padri. E' forse il lavoro più difficile del mondo. Detto questo, è chiaro che la scelta di fare un figlio porti con sé enormi responsabilità che non sempre però riusciamo a prenderci. Se lei ritiene di aver fatto degli errori, potrebbe valutare degli incontro sia singolarmente che con i suoi figli, per andare a sviscerare quali sono state le problematiche e come potremmo affrontarle attualmente.
Un caro saluto
Dott.ssa Giorgia
Dott.ssa Agne Rumi
Psicologo, Psicologo clinico
Dalmine
Cara utente,

grazie per aver condiviso questo momento così delicato. Posso sentire quanto ami i tuoi figli e quanto il loro benessere sia centrale per te. È naturale provare dolore e senso di colpa in situazioni come questa, ma vorrei rassicurarti: essere una "mamma adeguata" non significa non sbagliare mai, ma piuttosto amare i tuoi figli e cercare il meglio per loro, proprio come stai facendo.

Il comportamento dei tuoi figli è anche influenzato da tanti fattori esterni, come i social, che possono essere difficili da controllare del tutto. Il fatto che tu abbia scelto di lasciare questa persona per proteggere loro e il vostro rapporto dimostra quanto sei attenta e forte come madre.

Se desideri lavorare su questi sentimenti di colpa o capire come migliorare la comunicazione con i tuoi figli, potremmo esplorare insieme nuovi strumenti e strategie in un percorso di crescita personale e familiare. Sarebbe un piacere accompagnarti in questo viaggio.

Ricorda, sei già sulla strada giusta: stai mettendo i tuoi figli e il loro benessere al primo posto.

Ti sono vicina,
Dott.ssa Agne Rumi
Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
non è dal linguaggio che usano i suoi figli che si valuta la capacità genitoriale di una madre. L'educazione va ben oltre il bon ton, per fortuna.
Ad ogni modo, qualora il suo senso di colpa sia marcato e fonte di sofferenza oppure diventi un ostacolo per le sue relazioni, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe aiutarla a trovare maggiore serenità.
Dott. Giacomo Bonetti
Salve, le va di approfondire meglio la situazione?
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

il dolore che esprime nasce da due livelli diversi: il comportamento del Suo ex compagno e il senso di colpa legato ai Suoi figli. È importante separare questi due piani, perché non riguardano la stessa cosa.

Il giudizio offensivo che lui ha rivolto ai Suoi figli non parla di loro né di Lei come madre, ma del modo in cui lui gestisce la frustrazione e la relazione. Il fatto che abbia scelto di chiudere subito la relazione, mettendo al primo posto il rispetto verso i suoi figli, è un segnale molto forte di presenza materna e di lucidità: ha protetto la Sua famiglia, senza esitazione. Questo è un comportamento da “mamma adeguata”, non il contrario.

Riguardo ai Suoi figli: il linguaggio inappropriato oggi è molto diffuso, ed è legato all’età, ai social, al gruppo dei pari. Non è indice di una mancanza educativa, ma di una fase evolutiva da accompagnare, non da colpevolizzarsi. Avere 15 e 23 anni significa esprimersi in modi talvolta impulsivi, talvolta superficiali, e questo può essere corretto con piccoli aggiustamenti, non con giudizi definitivi.

Alcuni punti importanti:

Lei non ha “fallito” nell’educazione: ogni figlio cresce in un contesto complesso, e il linguaggio non definisce il loro valore.

Ha scelto di proteggere l’integrità dei Suoi figli, mettendo un confine netto a una relazione che non rispettava la Sua famiglia.

Il senso di colpa nasce dal confronto con un giudizio ingiusto, non dalla realtà dei fatti.

Se c’è qualcosa del loro modo di esprimersi che desidera migliorare, può farlo con gradualità, senza percepirlo come una prova del Suo valore come madre.

Il punto centrale è che ha dimostrato, con i fatti, di essere una madre che vede, ascolta, tutela.
Il giudizio del Suo ex compagno riguarda lui, non Lei.

Resto a disposizione,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa

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