Ho sessant'anni, uomo, posizione sociale e lavorativa regolari, nessun problema che ecceda le normal
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Ho sessant'anni, uomo, posizione sociale e lavorativa regolari, nessun problema che ecceda le normali traversie delle persone della mia età. Convivente da ventisette anni, con una partner che ho scelto con convinzione e dalla quale non intendo separarmi. Eppure... fin dagli anni del liceo mi sento attratto da ragazze anche molto giovani (non bambine), diciamo nella fascia 15-25 anni, fino al punto da non voler frequentare luoghi di aggregazione per evitare inutili e frustranti tentazioni. Premetto che ho avuto la mia prima esperienza sentimentale all'età di trent'anni, dopo essermi IMPOSTO di accettare la prima occasione disponibile, indipendentemente dalle mie aspettative, pur di superare la mia condizione di assoluta verginità (neppure un bacio, per intendersi). Negli anni dell'adolescenza e della gioventù ho molto patito la mia condizione. La prima relazione è stata ovviamente un disastro. La seconda è quella che sto tutt'ora vivendo. Vista l'impossibilità di dare corso a desideri che non esito a definire dolorosi, mi chiedo se e come mi sarebbe possibile liberarmene...
Caro utente,
oggi scrivendo a dei professionisti ha già compiuto un primo passo per iniziare a dare una svolta alla condizione che descrive con sofferenza. Dalle sue righe si legge la motivazione che c'è in lei nel voler cambiare questa dinamica e anche la difficoltà di dover gestire quest'ultima nel quotidiano. Sarebbe utile capire il significato dietro a questo desiderio, capire da dove nasce e quanto può essere importante per lei: trovate le risposte a queste domande, la situazione potrebbe essere più chiara e trasparente e quindi potrebbe iniziare a vedere altre prospettive che la porterebbero alla migliore soluzione per lei. Mi rendo conto che tutto questo a livello teorico possa essere facile...ma a livello pratico serve tempo e aiuto. E' qui che credo che il lavoro dello psicologo possa aiutare: una persona che guidi lungo un percorso di consapevolezza e conoscenza degli aspetti che meno di conoscono e che creano più disagio. E' conoscendo il proprio nemico che si vince la guerra: quindi credo possa essere utile prendere appuntamento e iniziare un piccolo percorso così da tornare ad essere sereni e vivere la sua vita a pieno.
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
oggi scrivendo a dei professionisti ha già compiuto un primo passo per iniziare a dare una svolta alla condizione che descrive con sofferenza. Dalle sue righe si legge la motivazione che c'è in lei nel voler cambiare questa dinamica e anche la difficoltà di dover gestire quest'ultima nel quotidiano. Sarebbe utile capire il significato dietro a questo desiderio, capire da dove nasce e quanto può essere importante per lei: trovate le risposte a queste domande, la situazione potrebbe essere più chiara e trasparente e quindi potrebbe iniziare a vedere altre prospettive che la porterebbero alla migliore soluzione per lei. Mi rendo conto che tutto questo a livello teorico possa essere facile...ma a livello pratico serve tempo e aiuto. E' qui che credo che il lavoro dello psicologo possa aiutare: una persona che guidi lungo un percorso di consapevolezza e conoscenza degli aspetti che meno di conoscono e che creano più disagio. E' conoscendo il proprio nemico che si vince la guerra: quindi credo possa essere utile prendere appuntamento e iniziare un piccolo percorso così da tornare ad essere sereni e vivere la sua vita a pieno.
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Spesso ciò che ci mette in difficoltà non è tanto il contenuto del desiderio in sé, quanto il modo in cui ci abituiamo a gestirlo da soli, nel silenzio, nel senso di colpa, nell’evitamento. Parlarne in uno spazio protetto può aprire nuove possibilità
Salve, grazie per aver condiviso un pensiero cosi intimo e delicato. Per capire meglio in modo clinico, potrebbe iniziare parlandone in consulenza, il dialogo è sicuramente una buona base di partenza per capirsi e migliorarsi. Resto a sua disposizione.
buongiorno. può accadere che una parte anche consistente di noi resti intrappolata dentro finestre temporali del nostro passato, senza possibilità di cambiamento, come se si vivesse lo stesso film o la stessa scena, anche a distanza di molti anni. è il caso dei traumi ad esempio, eventi che restano impressi anche nelle loro componenti emotive e sensoriali, dentro schemi di memoria che non comunicano con il resto della mente, suscitando anche a distanza di anni le stesse sgradevoli sensazioni di fronte a stimoli analoghi. In altri casi abbiamo sofferto tanto per situazioni ricorrenti, come il bullismo dei coetanei, o per la nostra insicurezza per questioni fisiche, oppure per il fatto di sentirci "diversi" per la diversità della nostra famiglia, così quando potevamo farlo, ci siamo privati delle esperienze che ogni età reca in se come prerogative, e reprimendo i desideri perchè non ci sentivano all'altezza. questo può essere alla base di quanto da lei riportato, la sua prolungata verginità può essere un segno, gli oggetti del desiderio sono stati per troppo tempo desiderati e idealizzati, così questo meccanismo si è cristallizzato e perpetuato nel tempo. può essere utile una psicoterapia per andare a fondo nei meccanismi che hanno generato questo loop, io ho solo fatto delle ipotesi. spero di esserle sato utile, in caso mi faccia sapere anche tramite i canali che questa piattaforma utilizza. cordialità
L’attrazione verso ragazze più giovani che lei descrive può essere collegata a esperienze emotive irrisolte dell’adolescenza e a bisogni affettivi non pienamente vissuti in quel periodo. Non è un giudizio, ma un aspetto umano da esplorare con cura.
Il disagio e la sofferenza che prova sono significativi e meritano attenzione. Un percorso psicoterapeutico può offrirle uno spazio sicuro per comprendere meglio questi sentimenti, alleviare il peso della colpa e ritrovare serenità nella sua vita e nella relazione che ha costruito.
Ha già compiuto un passo importante nel riconoscere ciò che vive, dimostrando grande consapevolezza e rispetto per sé stesso e per gli altri.
Un caro saluto
Il disagio e la sofferenza che prova sono significativi e meritano attenzione. Un percorso psicoterapeutico può offrirle uno spazio sicuro per comprendere meglio questi sentimenti, alleviare il peso della colpa e ritrovare serenità nella sua vita e nella relazione che ha costruito.
Ha già compiuto un passo importante nel riconoscere ciò che vive, dimostrando grande consapevolezza e rispetto per sé stesso e per gli altri.
Un caro saluto
La ringrazio per la fiducia con cui ha voluto condividere un aspetto tanto delicato della sua interiorità. Il suo messaggio è profondo e complesso, e contiene al tempo stesso una forte consapevolezza di sé e un senso di sofferenza emotiva che merita ascolto, rispetto e comprensione. La sua è una storia di vita che parla di autocontrollo, responsabilità, rispetto per gli altri e desiderio di coerenza con i propri valori. Eppure, nonostante tutto questo, si confronta con un nucleo interno di desiderio che percepisce come doloroso, frustrante e difficile da gestire. In altre parole, vive un conflitto tra ciò che sente e ciò che ritiene giusto, tra la parte emotiva e quella razionale, tra ciò che desidera e ciò che sceglie consapevolmente di non agire. Nel modello cognitivo-comportamentale, emozioni e pensieri sono considerati il risultato dell'interazione tra esperienze vissute, credenze personali e apprendimento. Lei racconta di aver vissuto un'adolescenza e una giovinezza segnate dalla mancanza di esperienze affettive e intime, con un peso significativo dato alla verginità prolungata, alla solitudine affettiva e al senso di inadeguatezza. È possibile che il suo sistema emotivo sia rimasto in parte ancorato a quell’epoca della vita, e che l’attrazione verso ragazze molto giovani rappresenti simbolicamente un ritorno a quella fase mai vissuta pienamente, una sorta di ripetizione interna che cerca di colmare un vuoto originario. Non si tratta di giustificare, ma di comprendere. La mente umana tende a compensare le esperienze mancate attraverso immagini, fantasie o attrazioni che possono diventare anche intrusive o dolorose, proprio perché sentite come fuori luogo rispetto alla realtà attuale. In questi casi, più si cerca di reprimere o allontanare un pensiero o un desiderio, più esso tende a ripresentarsi con forza, alimentato dal senso di colpa o dalla paura di ciò che significa. Si crea un ciclo di evitamento e controllo che, nel tempo, può diventare esso stesso fonte di sofferenza. È importante sottolineare che avere dei pensieri, anche ricorrenti o disturbanti, non significa automaticamente volerli tradurre in comportamenti. La differenza tra il pensiero e l’azione è fondamentale, ed è evidente nella sua storia: lei ha fatto scelte coerenti con i suoi valori, ha costruito una relazione stabile, ha scelto di evitare luoghi che possano metterla in difficoltà, ha posto dei limiti chiari. Questo dimostra non solo lucidità, ma anche integrità. Nel percorso cognitivo-comportamentale, si lavora molto proprio su come cambiare il rapporto che si ha con certi pensieri o desideri. Invece di lottare per eliminarli, si può imparare a osservarli con maggiore distacco, riducendo la carica emotiva e il senso di minaccia che portano con sé. A volte, una parte del lavoro consiste nell’accettare che alcuni contenuti mentali possano esistere nella nostra mente senza che ciò definisca chi siamo. Potrebbe essere molto utile esplorare con uno psicologo queste tematiche, per dare spazio e senso a quelle parti di sé che chiedono attenzione, senza esserne travolto. A volte, dare voce a desideri o emozioni mai elaborate può trasformare profondamente il modo in cui li viviamo oggi. Lo scopo non è modificare la propria identità o cancellare qualcosa, ma integrare, comprendere e alleggerire il peso che certi contenuti mentali hanno assunto nella propria vita. Il fatto che lei si ponga domande, che desideri affrontare questo aspetto di sé e che non intenda venir meno ai suoi valori personali è un segnale chiaro della sua capacità riflessiva e della sua forza interiore. C’è molto da rispettare nella sua ricerca di autenticità, e anche nel dolore che prova: perché ci parla di una persona che vuole vivere una vita piena e coerente, ma senza rinnegare ciò che sente. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, credo che possa valutare di iniziare a parlarne in un' ambiente sicuro e privo di giudizio come quello di una psicologa. Resto a disposizione , un caro saluto
Buongiorno caro utente, mi dispiace molto per la sua situazione. Comprendo appieno la complessità e il persistente disagio che sta affrontando. È fondamentale esplorare in profondità il significato di questa specifica attrazione, diversamente è difficile rispondere. Le consiglio di considerare il supporto di un professionista, che potrà guidarla nella narrazione della sua esperienza e nell'espressione delle sue emozioni, fornendo un contesto sicuro per tale percorso. A disposizione, dott.ssa Angela Ricucci
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Capisco quanto possa essere complesso e doloroso convivere con desideri e attrazioni che entrano in conflitto con la realtà e la relazione che si è costruita con impegno e convinzione. È importante riconoscere che l’attrazione verso fasce d’età diverse da quella della propria partner, soprattutto se vissuta come fonte di disagio e frustrazione, merita attenzione e riflessione.
Spesso, questi sentimenti possono nascondere bisogni emotivi più profondi, insicurezze, o aspetti della propria storia personale che non sono stati pienamente esplorati o compresi. È possibile lavorare su queste dinamiche interiori, imparare a gestire i desideri senza che diventino fonte di sofferenza o compromettano il rapporto attuale.
Rivolgersi a uno specialista può essere un percorso molto utile per capire meglio la natura di questi sentimenti, affrontare eventuali conflitti interiori e trovare strategie per vivere la propria sessualità e affettività in modo più sereno e consapevole.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Spesso, questi sentimenti possono nascondere bisogni emotivi più profondi, insicurezze, o aspetti della propria storia personale che non sono stati pienamente esplorati o compresi. È possibile lavorare su queste dinamiche interiori, imparare a gestire i desideri senza che diventino fonte di sofferenza o compromettano il rapporto attuale.
Rivolgersi a uno specialista può essere un percorso molto utile per capire meglio la natura di questi sentimenti, affrontare eventuali conflitti interiori e trovare strategie per vivere la propria sessualità e affettività in modo più sereno e consapevole.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Grazie per la tua condivisione, lucida e sincera. L’attrazione per persone molto più giovani, sebbene per te fonte di disagio, non è patologica in sé: conta come la vivi e come la gestisci, e tu mostri una forte consapevolezza etica e autocontrollo. Il fatto che le tue prime esperienze affettive e sessuali siano arrivate tardi e vissute come un’imposizione potrebbe aver lasciato in sospeso un desiderio legato non solo al corpo giovane, ma a ciò che rappresenta: leggerezza, vitalità, scoperta. In questi casi, più che “liberarsi” del desiderio, può essere utile trasformarlo: capire cosa ti sta dicendo, cosa ti manca oggi, cosa puoi recuperare in modo più sano e integrato. Non sei solo, né devi vergognarti: ciò che conta è che non agisci questi impulsi e che cerchi un modo per capirli. Un percorso psicoterapeutico, se non lo stai già seguendo, potrebbe aiutarti a dare senso a tutto questo e a ritrovare una forma di pace interiore.
Salve. Purtroppo non esiste la bacchetta magica. La sua è una storia difficile, ci parla di un'adolescenza e gioventà vissute dolorosamente, e di difficoltà relazionali importanti.
Definire i suoi desideri dolorosi è senz'altro un ossimoro: i desideri fanno male? Da dove nasce questa certezza?
Ci sarebbe tanto da indagare, e la invito a considerare la possibilità di farlo attraverso un percorso di psicoterapia, se ha la forza di scoprire le parti di se più nascoste.
Definire i suoi desideri dolorosi è senz'altro un ossimoro: i desideri fanno male? Da dove nasce questa certezza?
Ci sarebbe tanto da indagare, e la invito a considerare la possibilità di farlo attraverso un percorso di psicoterapia, se ha la forza di scoprire le parti di se più nascoste.
Potrebbe pensare di intraprendere un percorso terapeutico per una migliore conoscenza dei suoi conflitti interni
SAlve , l ’attrazione che descrivi, anche se ti crea disagio, non è in sé una colpa né va necessariamente confusa con l'impulso all'azione e anche il tuo evitare situazioni a rischio, interrogartii e cercare di comprendere piuttosto che giustificare, indica un forte senso etico e un desiderio di integrare queste spinte in modo maturo.
E' possibile che l’attrazione per la giovinezza femminile si leghi non tanto a un desiderio sessuale diretto, quanto a una componente psichica più ampia, che coinvolge parti di te rimaste bloccate nel tempo: la vulnerabilità dell’adolescente escluso, la ricerca di conferme mai avute, il tentativo inconscio di riscrivere una fase in cui sentirsi finalmente desiderato, visto, accolto. L’età dell’altro, in questo senso, potrebbe essere simbolo più che realtà concreta: rappresentare l’energia vitale, la libertà, la possibilità che non ti è stata concessa o che hai dovuto sacrificare.
L’esperienza di “imporsi” una relazione per uscire da una verginità vissuta come stigma è un atto che ha probabilmente lasciato una traccia profonda. Quando si attraversano passaggi così importanti con un senso di obbligo o svalutazione del proprio desiderio, è comune che alcune parti della psiche rimangano congelate, come se non fosse mai stata concessa loro una vera esplorazione del sé erotico e relazionale.
Liberarsi da questo tipo di attrazione, se la si vive come sofferente e disfunzionale, non significa reprimere, ma dare ascolto e voce alle parti più giovani, idealizzate o rifiutate di sé. In questo senso, un percorso terapeutico può offrire uno spazio sicuro in cui accogliere queste tensioni interiori, comprenderne l’origine e trasformarle. Non si tratta di “curare” un sintomo, ma di riaprire un dialogo con se stessi in una forma più autentica, più gentile, più libera.
Se senti che è il momento di avvicinarti a questo dialogo interiore, ti invito a contattarmi per iniziare un lavoro insieme.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Dreamwork - Mindfulness
Salve, il fatto che lei sia consapevole della natura di questi desideri e del disagio che le provocano indica già una forma di controllo e responsabilità, che non è scontata. Ciò che descrive sembra legato più a un vissuto profondo e irrisolto della sua giovinezza, forse alla mancanza di esperienze affettive ed erotiche in quella fase della vita, che oggi si riattiva in forma di attrazione idealizzata e frustrante.
Liberarsene del tutto potrebbe non essere possibile, ma è possibile trasformare il significato che questi desideri hanno per lei, se affrontati in un percorso psicoterapeutico serio e privo di giudizio. Non si tratta di colpevolizzarsi, ma di comprenderne l’origine e ridurne il peso nella vita presente.
Chiedere aiuto, mediante un primo colloquio psicologico,in questo caso, non è solo lecito. È saggio.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Liberarsene del tutto potrebbe non essere possibile, ma è possibile trasformare il significato che questi desideri hanno per lei, se affrontati in un percorso psicoterapeutico serio e privo di giudizio. Non si tratta di colpevolizzarsi, ma di comprenderne l’origine e ridurne il peso nella vita presente.
Chiedere aiuto, mediante un primo colloquio psicologico,in questo caso, non è solo lecito. È saggio.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, le consiglio vivamente un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti.
Buongiorno,
la consapevolezza che hai di questo desiderio ricorrente è già un passo importante. Spesso, quando un desiderio genera disagio o conflitto, può essere utile esplorare cosa rappresenta simbolicamente per te: è una ricerca di vitalità, di controllo, di giovinezza, o altro?
Considera che evitare luoghi di aggregazione è una strategia che limita le tue possibilità di vivere esperienze nuove e appaganti. Ti chiedo: cosa accadrebbe se provassi a ridefinire il tuo modo di relazionarti, magari indirizzando l’attenzione su aspetti di te e delle tue relazioni che vuoi valorizzare?
Potresti anche riflettere su quali risorse o cambiamenti concreti vorresti mettere in campo per sentirti più in equilibrio con i tuoi desideri, senza sentirti prigioniero di essi.
Infine, ti invito a pensare se parlare con un professionista potrebbe aiutarti a capire meglio questo tema, senza giudizio, e a individuare insieme nuove strategie di gestione.
Cosa pensi potrebbe essere un primo piccolo passo concreto per te?
la consapevolezza che hai di questo desiderio ricorrente è già un passo importante. Spesso, quando un desiderio genera disagio o conflitto, può essere utile esplorare cosa rappresenta simbolicamente per te: è una ricerca di vitalità, di controllo, di giovinezza, o altro?
Considera che evitare luoghi di aggregazione è una strategia che limita le tue possibilità di vivere esperienze nuove e appaganti. Ti chiedo: cosa accadrebbe se provassi a ridefinire il tuo modo di relazionarti, magari indirizzando l’attenzione su aspetti di te e delle tue relazioni che vuoi valorizzare?
Potresti anche riflettere su quali risorse o cambiamenti concreti vorresti mettere in campo per sentirti più in equilibrio con i tuoi desideri, senza sentirti prigioniero di essi.
Infine, ti invito a pensare se parlare con un professionista potrebbe aiutarti a capire meglio questo tema, senza giudizio, e a individuare insieme nuove strategie di gestione.
Cosa pensi potrebbe essere un primo piccolo passo concreto per te?
Buongiorno, sembra che la sua situazione richieda un lavoro approfondito per comprendere le origini delle sue fantasie e desideri ed elaborare la sofferenza che le causa. Purtroppo non è possibile darle "consigli" né esserle d'aiuto in altro modo. Cordialmente, Dott.ssa Bonomi
E necessario affidarsi ad uno psicologo per il fatto che il suo "interesse" stà influendo negativamente sulle frequentazioni e sul suo stile di vita. Il problema va affrontato in quanto affonda le sue radici nella sua giovinezza e ora da adulto forse è il momento di comprendere cosa le accade
Salve, la sua situazione presenta diversi elementi che meritano attenzione da una prospettiva psicodinamica.
L’attrazione persistente verso giovani donne sembra collegata al suo sviluppo affettivo-sessuale ritardato. Aver vissuto l’adolescenza e la prima giovinezza senza esperienze relazionali può aver “congelato” parte dei suoi desideri a quella fase evolutiva, creando una sorta di fissazione.
Il fatto che abbia dovuto “imporsi” la prima relazione suggerisce difficoltà nell’integrazione tra desiderio e realtà relazionale. Spesso quando lo sviluppo psicosessuale viene interrotto o rimandato, rimangono attive fantasie e attrazioni legate al periodo in cui ci si è “fermati”.
La sofferenza che prova indica consapevolezza del conflitto interno tra questi impulsi e i suoi valori adulti. Questo è positivo perché dimostra un buon controllo inibitorio e senso etico.
Per elaborare questi vissuti, sarebbe utile esplorare le origini delle sue difficoltà relazionali giovanili. Cosa ha impedito lo svilupso naturale della sua sessualità in adolescenza? Timidezza, ansia sociale, messaggi familiari restrictivi, idealizzazioni eccessive?
Un percorso potrebbe aiutarla a comprendere le radici di questa dinamica e gradualmente integrare questi aspetti scissi della sua personalità. L’obiettivo non è eliminare completamente certi pensieri, ma ridurre la loro intensità emotiva e il controllo che esercitano sulla sua vita.
Il suo impegno nella relazione attuale è un punto di forza su cui costruire.
L’attrazione persistente verso giovani donne sembra collegata al suo sviluppo affettivo-sessuale ritardato. Aver vissuto l’adolescenza e la prima giovinezza senza esperienze relazionali può aver “congelato” parte dei suoi desideri a quella fase evolutiva, creando una sorta di fissazione.
Il fatto che abbia dovuto “imporsi” la prima relazione suggerisce difficoltà nell’integrazione tra desiderio e realtà relazionale. Spesso quando lo sviluppo psicosessuale viene interrotto o rimandato, rimangono attive fantasie e attrazioni legate al periodo in cui ci si è “fermati”.
La sofferenza che prova indica consapevolezza del conflitto interno tra questi impulsi e i suoi valori adulti. Questo è positivo perché dimostra un buon controllo inibitorio e senso etico.
Per elaborare questi vissuti, sarebbe utile esplorare le origini delle sue difficoltà relazionali giovanili. Cosa ha impedito lo svilupso naturale della sua sessualità in adolescenza? Timidezza, ansia sociale, messaggi familiari restrictivi, idealizzazioni eccessive?
Un percorso potrebbe aiutarla a comprendere le radici di questa dinamica e gradualmente integrare questi aspetti scissi della sua personalità. L’obiettivo non è eliminare completamente certi pensieri, ma ridurre la loro intensità emotiva e il controllo che esercitano sulla sua vita.
Il suo impegno nella relazione attuale è un punto di forza su cui costruire.
Gentile paziente,quello che descrivi sembra più una fantasia ricorrente che genera sofferenza che non un reale agito, e questo fa una grande differenza: riconosci il limite, sai di non volerlo superare e ti poni il problema di come convivere con questi pensieri.
L’attrazione per la giovinezza non è insolita, soprattutto se legata a un vissuto personale di insicurezza e rimpianto degli anni passati. Spesso non è tanto la persona giovane in sé ad attrarre, quanto ciò che rappresenta: vitalità, leggerezza, possibilità non vissute.
Evitare i luoghi di tentazione è un tentativo di controllo, ma rischia di rafforzare il senso di frustrazione. Più utile potrebbe essere esplorare cosa quelle fantasie significano per te, che funzione hanno e da dove traggono forza.
Liberarsene del tutto non è realistico: i desideri non si cancellano, ma si possono capire, ridimensionare e integrare senza che diventino invasivi.
Un percorso psicologico può aiutarti a:dare senso a questa attrazione alla luce della tua storia (es. adolescenza vissuta come mancante, prime esperienze tardive e insoddisfacenti); lavorare sulla vergogna e sulla paura di essere “sbagliato” e trovare canali più sani per esprimere bisogni di vitalità, novità e riconoscimento.
Non sei condannato a restare ostaggio di questi pensieri, ma non si tratta di reprimerli a forza. È più utile capirne le radici, per ridurne il potere.
Un caro saluto.
L’attrazione per la giovinezza non è insolita, soprattutto se legata a un vissuto personale di insicurezza e rimpianto degli anni passati. Spesso non è tanto la persona giovane in sé ad attrarre, quanto ciò che rappresenta: vitalità, leggerezza, possibilità non vissute.
Evitare i luoghi di tentazione è un tentativo di controllo, ma rischia di rafforzare il senso di frustrazione. Più utile potrebbe essere esplorare cosa quelle fantasie significano per te, che funzione hanno e da dove traggono forza.
Liberarsene del tutto non è realistico: i desideri non si cancellano, ma si possono capire, ridimensionare e integrare senza che diventino invasivi.
Un percorso psicologico può aiutarti a:dare senso a questa attrazione alla luce della tua storia (es. adolescenza vissuta come mancante, prime esperienze tardive e insoddisfacenti); lavorare sulla vergogna e sulla paura di essere “sbagliato” e trovare canali più sani per esprimere bisogni di vitalità, novità e riconoscimento.
Non sei condannato a restare ostaggio di questi pensieri, ma non si tratta di reprimerli a forza. È più utile capirne le radici, per ridurne il potere.
Un caro saluto.
Grazie per aver condiviso con sincerità un pensiero che ti pesa da anni e che ti crea sofferenza. Non è facile parlarne, e già il fatto che tu lo faccia è segno di consapevolezza e responsabilità.
Quello che descrivi riguarda due aspetti:
– Da una parte c’è un orientamento del desiderio che si è consolidato negli anni verso ragazze molto giovani (dici tu “non bambine”, ma comunque in una fascia 15–25 anni). Questa preferenza si intreccia probabilmente con la tua storia: un’adolescenza e una giovinezza senza esperienze affettive e sessuali, con la verginità vissuta a lungo come peso e fonte di frustrazione. È frequente che desideri rimasti insoddisfatti in una certa fase della vita rimangano come “cristallizzati”, e in età adulta il desiderio continui a legarsi a quell’immaginario.
– Dall’altra parte c’è il tuo vissuto attuale: una relazione stabile, scelta con convinzione, dalla quale non vuoi separarti. E qui nasce il conflitto, perché i desideri non trovano spazio e restano come un pensiero doloroso da cui vorresti liberarti.
La prima cosa importante: non sei “sbagliato” per avere fantasie o attrazioni. I pensieri non equivalgono a comportamenti. Quello che definisce la tua integrità è proprio la scelta consapevole di non agire queste attrazioni e di proteggere te stesso e gli altri.
Per alleggerire questo peso puoi:
1. Dare un significato alla tua storia. Collegare questa attrazione al fatto che la tua adolescenza e giovinezza sono rimaste “vuote” sul piano affettivo e sessuale ti aiuta a vederla non come qualcosa di misterioso o immutabile, ma come un’espressione della tua biografia.
2. Accettare i pensieri come pensieri. Più combatti le fantasie, più rischiano di ripresentarsi con forza. Può essere utile vederle per quello che sono: immagini mentali, che non ti obbligano a nulla.
3. Coltivare un’intimità diversa. Nella tua relazione attuale puoi cercare spazi di novità e gioco, che diano stimoli al desiderio senza bisogno di legarli all’età della partner. A volte lavorare sulla dimensione erotica di coppia, anche con l’aiuto di una terapia sessuologica, apre possibilità nuove.
4. Valutare un supporto psicologico. Un percorso individuale con uno psicoterapeuta, meglio se con competenze in sessuologia, potrebbe aiutarti a comprendere meglio l’origine e il mantenimento di questi pensieri, e soprattutto a ridurre il senso di colpa e la sofferenza che ti portano.
Non si tratta di “cancellare” del tutto queste attrazioni – la sessualità umana raramente funziona così – ma di integrarle in modo che non diventino più dolorose o intrusive, e che non limitino la tua vita sociale o la serenità nel rapporto di coppia.
Hai già fatto un passo fondamentale: riconoscere con chiarezza il problema e cercare un confronto. Questo è il punto da cui può iniziare un cambiamento reale.
Vuoi che ti indichi anche alcuni approcci terapeutici specifici che potrebbero essere utili in casi come il tuo?
Dott.ssa De Pretto
Quello che descrivi riguarda due aspetti:
– Da una parte c’è un orientamento del desiderio che si è consolidato negli anni verso ragazze molto giovani (dici tu “non bambine”, ma comunque in una fascia 15–25 anni). Questa preferenza si intreccia probabilmente con la tua storia: un’adolescenza e una giovinezza senza esperienze affettive e sessuali, con la verginità vissuta a lungo come peso e fonte di frustrazione. È frequente che desideri rimasti insoddisfatti in una certa fase della vita rimangano come “cristallizzati”, e in età adulta il desiderio continui a legarsi a quell’immaginario.
– Dall’altra parte c’è il tuo vissuto attuale: una relazione stabile, scelta con convinzione, dalla quale non vuoi separarti. E qui nasce il conflitto, perché i desideri non trovano spazio e restano come un pensiero doloroso da cui vorresti liberarti.
La prima cosa importante: non sei “sbagliato” per avere fantasie o attrazioni. I pensieri non equivalgono a comportamenti. Quello che definisce la tua integrità è proprio la scelta consapevole di non agire queste attrazioni e di proteggere te stesso e gli altri.
Per alleggerire questo peso puoi:
1. Dare un significato alla tua storia. Collegare questa attrazione al fatto che la tua adolescenza e giovinezza sono rimaste “vuote” sul piano affettivo e sessuale ti aiuta a vederla non come qualcosa di misterioso o immutabile, ma come un’espressione della tua biografia.
2. Accettare i pensieri come pensieri. Più combatti le fantasie, più rischiano di ripresentarsi con forza. Può essere utile vederle per quello che sono: immagini mentali, che non ti obbligano a nulla.
3. Coltivare un’intimità diversa. Nella tua relazione attuale puoi cercare spazi di novità e gioco, che diano stimoli al desiderio senza bisogno di legarli all’età della partner. A volte lavorare sulla dimensione erotica di coppia, anche con l’aiuto di una terapia sessuologica, apre possibilità nuove.
4. Valutare un supporto psicologico. Un percorso individuale con uno psicoterapeuta, meglio se con competenze in sessuologia, potrebbe aiutarti a comprendere meglio l’origine e il mantenimento di questi pensieri, e soprattutto a ridurre il senso di colpa e la sofferenza che ti portano.
Non si tratta di “cancellare” del tutto queste attrazioni – la sessualità umana raramente funziona così – ma di integrarle in modo che non diventino più dolorose o intrusive, e che non limitino la tua vita sociale o la serenità nel rapporto di coppia.
Hai già fatto un passo fondamentale: riconoscere con chiarezza il problema e cercare un confronto. Questo è il punto da cui può iniziare un cambiamento reale.
Vuoi che ti indichi anche alcuni approcci terapeutici specifici che potrebbero essere utili in casi come il tuo?
Dott.ssa De Pretto
Capisco che per lei questi vissuti possano essere fonte di sofferenza e di conflitto interiore. Non è raro che attrazioni o fantasie percepite come “inadeguate” diventino più forti proprio perché represse o vissute con vergogna. Il fatto che lei riconosca i propri limiti, non agisca questi impulsi e desideri comprendere e gestire ciò che sente è molto importante. Un percorso psicoterapeutico individuale – soprattutto con un professionista esperto di sessualità e dinamiche affettive – può aiutarla a esplorare le radici di questi desideri, ridurne l’intensità e trovare modalità più serene di viverli, senza sentirsi intrappolato.
La sua esperienza evidenzia un complesso intreccio tra desiderio, identità e storia personale. Il fatto che la sua vita sentimentale sia iniziata tardi (a trent'anni), in un modo che lei stesso definisce come una sorta di "imposizione" a superare uno stato di verginità dolorosa, suggerisce che l'inizio delle sue relazioni non è stato guidato da una libera e spontanea espressione del sé, ma da una necessità impellente di "recupero" e di conformità a uno standard sociale percepito. Questo "inizio forzato" e l'esperienza disastrosa successiva possono aver creato una "fissazione" emotiva o un ideale irrisolto legato a quella fase della vita (adolescenza/prima giovinezza) in cui ha patito la sua condizione di isolamento.
L'attrazione ricorrente verso la fascia d'età 15-25, sebbene lei non intenda agire su di essa e la trovi frustrante, può rappresentare un tentativo inconscio di rimediare o rivivere il periodo in cui si è sentito emotivamente e relazionalmente bloccato. Non è tanto l'altra persona a essere l'obiettivo, quanto il recupero simbolico della giovinezza perduta o non pienamente vissuta, il desiderio di sperimentare quella spontaneità, libertà, o accettazione che mancavano negli anni cruciali della sua formazione affettiva. La sua relazione attuale, stabile e convinta, soddisfa il bisogno di radicamento e amore maturo, ma lascia scoperta (e quindi desiderosa) l'area legata a quell'ideale giovanile irrealizzato.
Liberarsi dal desiderio – Strategie di Elaborazione e Integrazione:
Riconoscere e Accettare (Non Agire): Il primo passo è smettere di giudicare il desiderio come "sbagliato" o "pericoloso" in sé. I desideri, come i pensieri, sono fenomeni mentali. Il problema sorge solo quando si agisce su di essi. Riconosca il desiderio come il sintomo di un bisogno emotivo irrisolto del passato. Dica a sé stesso: "Questo desiderio è il ricordo del dolore che ho provato a 20 anni, non una volontà di tradire la mia partner." Questa de-fusione tra desiderio e azione è cruciale.
Ricanalizzare il Bisogno Simbolico: Invece di evitare i luoghi (che è una strategia di evitamento che mantiene il desiderio vivo), cerchi di identificare cosa simboleggia per lei quella fascia d'età: energia, novità, leggerezza, spontaneità? Trovate modi etici e costruttivi per integrare queste qualità nella sua vita attuale. Può essere attraverso un nuovo hobby stimolante, l'apprendimento di una nuova abilità, o l'intensificazione della vitalità nella sua relazione di coppia.
Elaborazione del Passato: L'unico modo per "liberarsi" da questi schemi è integrare la ferita originale. Un percorso con un terapeuta (possibilmente a orientamento psicodinamico o cognitivo-comportamentale) potrebbe aiutarla a rivisitare e rielaborare il trauma della sua verginità tardiva e del suo "inizio forzato". Solo dando un nome e un contesto al dolore passato, il cervello può smettere di proiettare la soluzione su un oggetto esterno (le donne giovani).
La sua maturità e la sua determinazione a non compromettere la sua vita la pongono nella posizione ideale per intraprendere questo lavoro interiore. Non si tratta di eliminare i pensieri, ma di capire perché esistono e depotenziarli rimuovendo il significato emotivo di "soluzione mancata" che si portano dietro.
L'attrazione ricorrente verso la fascia d'età 15-25, sebbene lei non intenda agire su di essa e la trovi frustrante, può rappresentare un tentativo inconscio di rimediare o rivivere il periodo in cui si è sentito emotivamente e relazionalmente bloccato. Non è tanto l'altra persona a essere l'obiettivo, quanto il recupero simbolico della giovinezza perduta o non pienamente vissuta, il desiderio di sperimentare quella spontaneità, libertà, o accettazione che mancavano negli anni cruciali della sua formazione affettiva. La sua relazione attuale, stabile e convinta, soddisfa il bisogno di radicamento e amore maturo, ma lascia scoperta (e quindi desiderosa) l'area legata a quell'ideale giovanile irrealizzato.
Liberarsi dal desiderio – Strategie di Elaborazione e Integrazione:
Riconoscere e Accettare (Non Agire): Il primo passo è smettere di giudicare il desiderio come "sbagliato" o "pericoloso" in sé. I desideri, come i pensieri, sono fenomeni mentali. Il problema sorge solo quando si agisce su di essi. Riconosca il desiderio come il sintomo di un bisogno emotivo irrisolto del passato. Dica a sé stesso: "Questo desiderio è il ricordo del dolore che ho provato a 20 anni, non una volontà di tradire la mia partner." Questa de-fusione tra desiderio e azione è cruciale.
Ricanalizzare il Bisogno Simbolico: Invece di evitare i luoghi (che è una strategia di evitamento che mantiene il desiderio vivo), cerchi di identificare cosa simboleggia per lei quella fascia d'età: energia, novità, leggerezza, spontaneità? Trovate modi etici e costruttivi per integrare queste qualità nella sua vita attuale. Può essere attraverso un nuovo hobby stimolante, l'apprendimento di una nuova abilità, o l'intensificazione della vitalità nella sua relazione di coppia.
Elaborazione del Passato: L'unico modo per "liberarsi" da questi schemi è integrare la ferita originale. Un percorso con un terapeuta (possibilmente a orientamento psicodinamico o cognitivo-comportamentale) potrebbe aiutarla a rivisitare e rielaborare il trauma della sua verginità tardiva e del suo "inizio forzato". Solo dando un nome e un contesto al dolore passato, il cervello può smettere di proiettare la soluzione su un oggetto esterno (le donne giovani).
La sua maturità e la sua determinazione a non compromettere la sua vita la pongono nella posizione ideale per intraprendere questo lavoro interiore. Non si tratta di eliminare i pensieri, ma di capire perché esistono e depotenziarli rimuovendo il significato emotivo di "soluzione mancata" che si portano dietro.
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