Ho iniziato a vivere da sola da pochi mesi, non per mia scelta ma perché non avevo alternative. Da q

27 risposte
Ho iniziato a vivere da sola da pochi mesi, non per mia scelta ma perché non avevo alternative. Da quando vivo da sola sono costantemente preoccupata per il mio futuro, dato faccio solo lavoro stagionale, vivendo in una parte d'Italia dove non è facile trovare lavoro annuale. Mangio sempre di meno, sento di vivere con l'ansia per il futuro temendo di non farcela economicamente da sola finché non troverò un lavoro annuale per sostenere me stessa. Cerco sempre di avere una vita sociale e di uscire con i miei amici anche per svagare la mente. Basta però ritrovarmi da sola a casa che ritorno a pensare a come andare avanti da sola con le costanti preoccupazioni che mi tormentano, ho progetti per trovare il modo di avere un lavoro annuale facendo anche ciò che mi piacerebbe fare, dopo aver vissuto di lavori che non mi soddisfavano. Il fatto che mi ritrovo a dover vivere da sola in un momento della mia vita non ideale mi fa sprofondare in un malessere e godo meno la mia vita se penso a cosa accadrà in futuro invece di vivere giorno per giorno. Sono stata anni fa seguita da uno psicologo a causa del mio overthinking, anche abbastanza negativo che mi ha portata alla depressione, e sento che a distanza di anni sto avendo una ricaduta.. Cosa mi consigliate?
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara utente,
quello che descrivi è un vissuto comprensibilmente difficile: la solitudine non cercata, l’incertezza lavorativa e le preoccupazioni economiche possono diventare un terreno fertile per l’ansia e per un senso di vulnerabilità costante. Il fatto che tu stia cercando di mantenere una vita sociale attiva e di coltivare progetti per il futuro è già un segnale importante di resilienza e desiderio di migliorare.

Tuttavia, la fatica che provi, l’inappetenza, l’ansia persistente e il pensiero costante sul futuro potrebbero essere segnali che vale la pena non trascurare. È significativo che tu riconosca un possibile ritorno di un malessere già vissuto in passato: questa consapevolezza è un primo passo fondamentale.

Vivere in una condizione di incertezza prolungata, soprattutto se accompagnata da una solitudine non voluta, può portare a una riattivazione di pensieri negativi, senso di impotenza e scoraggiamento. Ed è proprio in questi momenti che il sostegno psicologico può fare la differenza: non solo per affrontare il presente, ma anche per prevenire che il malessere prenda il sopravvento.

Per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire e affrontare in modo più efficace questa fase della tua vita, rivolgersi ad uno specialista. Un percorso psicoterapeutico può aiutarti a comprendere meglio le radici del tuo disagio, a gestire l’ansia e a ritrovare un equilibrio anche in mezzo alle difficoltà.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Genny Petrolo
Psicologo, Psicologo clinico
Vibo Valentia
Buon pomeriggio, è evidente dal tuo racconto che stai attraversando un momento molto difficile, e le tue emozioni e i tuoi pensieri sono comprensibili. Sentirsi sopraffatti quando ci si trova soli ad affrontare incertezze lavorative, economiche e personali è umano. tuttavia alcuni elementi del tuo racconto meritano attenzione, pertanto ti consiglio di iniziare un percorso psicologico dove poter dare spazio alle tue emozioni e dove poter lavorare sulle paure legate all'autonomia e alla realizzazione personale.
Se le difficoltà economiche rappresentano un ostacolo, esistono servizi territoriali o associazioni che offrono supporto psicologico gratuito o a basso costo.
Resto a tua disposizione.
Dott.ssa Petrolo Genny
Dott.ssa Giulia Sedda
Psicologo clinico, Terapeuta, Psicologo
Roma
Cara utente, un cambiamento importante come quello che sta vivendo può portare a rivivere momenti di malessere e di eccessivo rimuginio proprio per la nuova necessità di assestamento. Le paure spesso prendono il sopravvento quando ci si ritrova ad affrontare momenti particolarmente stressanti come quello dell'incertezza lavorativa e del cambio di abitudini quotidiane. Le preoccupazioni che sta vivendo potrebbero aprire ad una nuova possibilità ovvero quella di far diventare la crisi un'opportunità di crescita. Può valutare la possibilità di iniziare un nuovo percorso proprio per superare al meglio questo momento di cambiamento. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Un saluto
Dott.ssa Beatrice Migiani
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera e grazie innanzitutto di aver condiviso il suo stato d'animo. Immagino che quello che possa sentire attualmente è di star scalando una montagna in cui attualmente vede e percepisce solo la salita. Ha compiuto dei passi molto importanti e le faccio i miei sinceri complimenti di ciò che è riuscita a fare. Sta vivendo un periodo di forte cambiamento e si stanno presentando tanti aspetti nuovi nella sua vita. È proprio su questo ultimo punto che la invito a riflettere, quello che appare è che lei sta facendo i conti con le sue gambe ricercando la stabilità che desidera realmente, si sta mettendo in gioco ponendo in primis i suoi bisogni e i suoi obiettivi. Non le dico che è facile, ma di contare su quello che ogni giorno riesce a fare, come vivere da sola, uscire con gli amici, progettare il suo prossimo lavoro.
Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria Avallone
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Da quello che racconti, mi sembra di percepire che questo cambiamento "imposto" (l'andare a vivere da sola) abbia toccato vari equilibri nella tua vita lasciando spazio a delle paura legittime ma che forse non eri pronta ad affrontare, appunto, da sola. In questo momento stai cercando di costruire qualcosa di nuovo, stai provando a trovare una direzione lavorativa più vicina a ciò che senti tuo, e non è semplice tenere insieme questo desiderio con la necessità di stabilità economica o altri bisogni. Forse può essere utile esplorare come stai dando significato a questa fase della tua vita, e che tipo di immagine di te si sta delineando nel vivere questa sfida. Forse può essere utile anche una nuova fase di supporto psicologico per questa esplorazione, qualcuno che ti aiuti a dare voce e forma a ciò che stai vivendo, non per cercare soluzioni immediate, ma per comprendere in che modo stai costruendo il senso di questa esperienza e se ci sono modi alternativi per leggerla, affrontarla e viverla.
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, grazie per il messaggio.
Mi dispiace che stia attraversando questo momento e che si senta così.
Indubbiamente non dev'essere semplice, tuttavia si denota in lei una certa consapevolezza e anche una certa motivazione al cambiamento.
A volte certe condizioni si possono ripresentare, magari in forme diverse e anche per motivi diversi. Può essere utile individuare strategie adeguate e che siano davvero funzionali al nostro benessere con l'aiuto di qualcuno. In effetti, a volte, è come se perdessimo un po' la rotta e dovessimo ridefinire il percorso, trovando metodi che lo permettano.
Resto a disposizione per qualsiasi cosa e le auguro buona serata.
Dott.ssa Ilenia Morreale
Psicologo, Psicologo clinico
Trento
Carissima,
quello che stai vivendo sembra essere compatibile con una risposta ansiosa legata all’incertezza e alla vulnerabilità del momento attuale, alimentata da pensieri anticipatori e da una tendenza al rimuginio che ti riporta continuamente a scenari futuri percepiti come minacciosi. Il cambiamento improvviso e non scelto, unito alla precarietà lavorativa, può aver riattivato meccanismi già noti come l’overthinking e il senso di impotenza, che in passato ti hanno fatto soffrire.
Lavorare per interrompere questi circoli viziosi, potrebbe aiutarti a distinguere tra preoccupazioni reali e ipotetiche, a ricollocare l’attenzione nel presente e a rafforzare strategie di fronteggiamento più funzionali. Il fatto che tu sia attiva socialmente e che abbia obiettivi è una risorsa fondamentale. Ti consiglio di valutare la possibilità di intraprendere nuovamente un percorso terapeutico: non si tratta di ripartire da zero, ma di riprendere da dove avevi lasciato, con maggiore consapevolezza. In un momento così delicato, chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di cura verso te stessa.
un caro augurio
dott.ssa Ilenia Morreale
Dott.ssa Chiara Di Gennaro
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,

dal suo racconto, emerge la difficoltà legata alle problematiche lavorative ed esistenziali che sta vivendo. Però, si legge anche una prospettiva di azione futura, il desiderio di trovare un lavoro, e la consapevolezza dei suoi pensieri negativi, che è il primo passo per accettarli e andare avanti.
Sicuramente, considerare e valorizzare le risorse positive che sta mostrando è un primo passo verso il suo benessere.
Qualora non riuscisse a lavorarci da sola, io, i miei colleghi e, sicuramente, lo psicologo da cui era già stata, restiamo a sua disposizione.
Dott.ssa Elvira Merando
Psicologo, Psicologo clinico
Spezzano della Sila
Buonasera, quello che racconta trasmette con grande chiarezza quanto lei stia affrontando un momento faticoso, fatto di incertezze, paure e senso di solitudine. È comprensibile che si senta sopraffatta, soprattutto se vive tutto questo da sola e in un periodo in cui il futuro appare così instabile.
A volte, quando si vive con ansia e pensieri ricorrenti come quelli che descrive, si rischia di vedere solo problemi e soluzioni drastiche, perdendo il contatto con piccoli passi più concreti e sostenibili. In questi casi, uno spazio terapeutico può fare la differenza: non per darle soluzioni immediate, ma per aiutarla a ridurre l’overthinking, gestire le emozioni e ritrovare fiducia nelle sue risorse.
Ha già fatto un percorso psicologico e questo le ha dato strumenti. Ora potrebbe essere utile riprendere quel lavoro o iniziarne uno nuovo con un focus specifico sulle strategie per affrontare ansia e insicurezza in modo più funzionale. Non è una ricaduta, è un segnale: il suo corpo e la sua mente le stanno chiedendo supporto. E lei, scrivendo qui, ha già fatto il primo passo.
Un caro saluto,
Elvira Merando
Psicologa – Psicoterapeuta breve strategica (in formazione)
Dott.ssa Valentina Iampietro
Psicologo, Psicologo clinico
San Bartolomeo in Galdo
Salve, da quanto scritto, sembra essere consapevole del suo funzionamento rispetto al periodo della sua vita in cui si sente più vulnerabile. Riprendere o iniziare un nuovo percorso terapeutico potrebbe aiutarla ad esplorare cosa in questo momento le causa disagio. Il supporto terapeutico la aiuterà a focalizzarsi sui suoi bisogni e a riscoprire risorse personali che in questo momento fatica a vedere. La abbraccio.
Gentile utente, quello che sta vivendo è un momento complesso, segnato da una transizione importante che non ha scelto e da un futuro incerto che le genera ansia e senso di solitudine. È comprensibile che questa situazione la stia mettendo in difficoltà, soprattutto considerando una storia passata di overthinking e depressione. Trovo che sia una sua grande risorsa il fatto che riconosca i segnali di malessere e cerchi comunque di mantenere una vita sociale e di progettare il futuro. Le consiglio di rivolgersi a uno/a psicologo/a o. Le faccio presente, essendo le sue risorse economiche limitate fonte di preoccupazione per lei, che esistono servizi pubblici e progetti a prezzi calmierati che potrebbero offrirle il supporto necessario.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, grazie per la fiducia con cui ha condiviso un momento così delicato della sua vita. Le sue parole raccontano con grande lucidità e sensibilità quanto possa essere difficile affrontare cambiamenti imposti dalle circostanze, specialmente quando ci si ritrova improvvisamente soli e con un senso di instabilità economica e personale. La preoccupazione per il futuro, il peso della solitudine e il timore di non farcela sono emozioni assolutamente comprensibili in un momento come questo, e mi colpisce la consapevolezza con cui le ha descritte. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che sta sperimentando può essere letto come una risposta comprensibile a un insieme di fattori stressanti: un cambiamento non scelto, l’insicurezza lavorativa, la preoccupazione per la sopravvivenza economica, e forse anche il senso di essere rimasta indietro rispetto a ciò che avrebbe voluto per sé. Quando ci sentiamo privi di controllo sul nostro presente, la mente cerca di compensare guardando al futuro. Purtroppo, lo fa spesso in modo catastrofico, generando pensieri intrusivi e ansiosi che possono compromettere il benessere quotidiano, come sta accadendo a lei. È importante ricordare che questi pensieri, per quanto intensi e ripetitivi, sono solo pensieri. Non sono previsioni attendibili né riflettono una realtà oggettiva. Sono espressione dell’ansia, che tende ad esagerare le probabilità di eventi negativi e a sottovalutare le nostre risorse. Una parte del lavoro terapeutico, in casi come il suo, consiste proprio nel riconoscere questi schemi mentali e imparare a rispondere loro in modo più equilibrato. Per esempio, potremmo chiederci: “Cosa direi a un’amica nella mia stessa situazione?” oppure “C’è qualcosa di concreto che posso fare oggi, per quanto piccolo, che vada nella direzione dei miei obiettivi?”. Queste domande non cancellano le difficoltà, ma aiutano a riportare l’attenzione sul presente e a fare piccoli passi invece di farsi travolgere da scenari immaginari. Lei accenna anche a un passato di overthinking e depressione, e mi sembra che abbia già sviluppato una buona consapevolezza su come funzionano i suoi pensieri e stati emotivi. Riconoscere oggi i segnali di una possibile ricaduta è un gesto di grande responsabilità e maturità. E proprio per questo, ritornare a un percorso psicologico, magari con un professionista cognitivo-comportamentale, potrebbe essere molto utile per prevenire un peggioramento del malessere. Non deve affrontare tutto da sola: chiedere aiuto in una fase critica non è una debolezza, ma una forma di cura verso di sé. Infine, è molto significativo che lei continui a coltivare una vita sociale, che cerchi di uscire e avere contatti con gli altri. Questo è un fattore protettivo importante e spesso sottovalutato. Se riesce, continui a mantenere queste aperture verso l’esterno, anche quando l’umore e i pensieri non aiutano. È proprio lì, in quelle piccole azioni quotidiane, che si costruisce la resilienza. Non esiti a cercare un supporto professionale. Una guida esperta potrebbe aiutarla a dare senso a ciò che sta vivendo e a ritrovare direzione, passo dopo passo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Mattia Moraschini
Psicologo, Psicologo clinico
Fano
Buongiorno. Il consiglio che le do è lo stesso che lei porta indirettamente, ovvero provare a ricontattare questo psicologo nel caso si fosse trovata bene con lui, altrimenti può valutare altri professionisti, partendo dal presupposto che l'unico modo per poter lavorare su questo disagio è affidarsi ad uno psicologo/psicoterapeuta.
Cordialmente, dottor Moraschini
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso la sua storia. Capisco quanto possa essere difficile affrontare una situazione come la sua, soprattutto se si è trovata a viverla senza averla realmente scelta. Le preoccupazioni economiche e lavorative, unite alla solitudine e al senso di incertezza, possono facilmente riattivare pensieri negativi e ansiosi, soprattutto se in passato ha già attraversato un periodo depressivo. Il fatto che riesca comunque a mantenere una vita sociale è un segnale importante di forza e resilienza.
Le consiglio di rivolgersi nuovamente a uno psicologo: poter parlare in uno spazio sicuro e guidato potrebbe aiutarla a rimettere ordine nei pensieri, contenere l’ansia per il futuro e lavorare sul senso di impotenza.
In parallelo, potrebbe essere utile anche un supporto orientativo per definire in modo più concreto i suoi obiettivi lavorativi e renderli più gestibili.
Resto a disposizione. Saluti, dott.ssa Elena Dati
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, consiglio di contattare uno psicologo grazie
Dott.ssa Chiara Venitucci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Grazie per aver condiviso il tuo vissuto, quello che descrivi è molto comune in chi affronta transizioni di vita importanti, come il vivere da soli per la prima volta o la precarietà lavorativa, soprattutto se non è una scelta ma una necessità. La tua ansia ha radici comprensibili: incertezza economica, solitudine emotiva e paura del futuro sono elementi che possono diventare pesanti da gestire, specialmente se si è già avuto in passato un vissuto di overthinking o depressione.
È positivo che tu cerchi di mantenere una vita sociale: coltivare le relazioni può essere un grande fattore di protezione. Tuttavia, quando il disagio riemerge con forza nei momenti di solitudine, è importante accoglierlo e chiedersi se non sia il momento di prendersene cura, magari con un supporto psicologico. Non si tratta di debolezza, ma di consapevolezza.
Trovare un equilibrio tra la progettualità sul futuro e la capacità di vivere il presente è un lavoro delicato ma possibile, soprattutto se sostenuto da un percorso che aiuti a contenere l’ansia, rimettere ordine tra i pensieri, e rinforzare le proprie risorse interne.
Se ti sembra che la ricaduta stia tornando, non aspettare di sentirti sopraffatta: affrontare ora ciò che senti può fare davvero la differenza.
Dott.ssa Valentina Merola
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, comprendo il suo attuale vissuto di stress e preoccupazione rispetto alla sua situazione attuale e al futuro. Penso che in questo momento avvicinarsi ad un percorso psicologico potrebbe farla sentire meno sola nell'affrontare questa situazione e potrebbe aiutarla ad orientarsi verso scelte per lei più soddisfacenti sul piano personale e lavorativo.
Rimango a disposizione per qualsiasi altro chiarimento. Un caro saluto
Gentile utente, quello che descrive è uno stato emotivo molto comprensibile e umano, soprattutto in un momento di cambiamento significativo come quello che sta vivendo. Passare a vivere da soli, soprattutto se non è stata una scelta, può far emergere paure profonde legate all'incertezza e al senso di vulnerabilità. La preoccupazione per il futuro e la sensazione di instabilità economica che descrive sono fattori potenti che possono facilmente alimentare ansia e insicurezza, soprattutto in contesti dove il lavoro stabile è difficile da trovare. In questi casi, è importante riconoscere che cercare consigli specifici, per quanto comprensibile, potrebbe non essere sufficiente per affrontare davvero il suo malessere. Le radici del disagio che sente potrebbero essere più profonde e legate a come vive l'incertezza e al rapporto che ha con se stessa in momenti di solitudine. È proprio per questo che parlare con uno specialista potrebbe essere di grande aiuto: non solo per alleviare i sintomi, ma per esplorare più a fondo le paure che la accompagnano e capire come affrontarle in modo più solido e duraturo. Anche se è positivo che lei riesca a distrarsi con gli amici, è importante ascoltare quella parte di sé che sta inviando segnali di sofferenza. Lavorare con un professionista potrebbe aiutarla a trasformare questa fase difficile in un'opportunità di crescita personale e maggiore consapevolezza. Non sottovaluti mai il potere della parola e del confronto. Riconoscere di avere bisogno di supporto è già un primo passo importante. Un caro saluto.

Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buon pomeriggio, in questo momento di difficoltà che sente la invito a riprendere uno spazio tutto per lei per elaborare e trovare le strategie e le risorse necessarie per uscire da questo blocco in cui i suoi pensieri la tengono "prigioniera".
Il suo essere overthinking tendente al negativo è da analizzare e renderlo suo alleato e non deve essere lo strumento che la goigotta, se vede che persiste questa sua incapacità di affrontare la situazione, la invito a rivolgersi ad un esperto che la possa aiutare al meglio.
Dando valore a sé vedrà che ritroverà i pensieri positivi e vedrà luce.
Si concede un'azione gentile per sé stessa.
Spero di esserle stata di aiuto.
Saluti
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Gentile Utente,
pare che nella Sua domande già ci sia la risposta: intraprenda un nuovo percorso di sostegno.
Immagino che il pensare al futuro possa spaventare, il problema si crea però se il nostro pensiero fatica a staccarsi da questo timore e si finisce con il pensare troppo su questioni e temi che, sebbene vogliamo chiarire per rasserenarsi, finiscono con il parere sempre più complicati.
Le posso consigliare l'approccio strategico perchè ben si addice a questo argomento.
Un saluto
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che sta attraversando è tutt’altro che banale e merita attenzione, rispetto e cura. Sta vivendo un momento di transizione complesso, connotato da un’importante solitudine materiale ed emotiva, e da una pressione concreta sul piano economico e lavorativo. È naturale, in circostanze simili, sentire una costante attivazione ansiosa, perché la mente cerca di immaginare come gestire la sopravvivenza e la stabilità, e questo inevitabilmente la proietta nel futuro con preoccupazione.

Sta facendo già molte cose importanti per prendersi cura di sé: mantenere una vita sociale, cercare contatti con gli amici, immaginare dei progetti futuri più in sintonia con i suoi desideri. Ma capisco quanto questi tentativi rischino di essere vanificati nel momento in cui, tornando a casa da sola, tutto il peso delle preoccupazioni riprende spazio. La mente, specie quando ha già conosciuto in passato vissuti depressivi o ansiosi, tende a rispondere in modo ciclico e a ricadere in alcuni schemi di pensiero (come l’overthinking) che pur sembrando “razionali” o “necessari”, in realtà logorano e alimentano il senso d’impotenza.

Ciò che descrive (la fatica nel mangiare, la tendenza all’isolamento, le preoccupazioni pervasive, la difficoltà a godere del presente) sono tutti segnali da accogliere con serietà ma anche senza allarmismo. È il suo sistema mente-corpo che sta chiedendo aiuto, e non c’è nulla di sbagliato o di patologico in questo: è un richiamo al bisogno di essere sostenuta, compresa e accompagnata in un momento che, da sola, è difficile affrontare con serenità. Per questo, considerando anche il fatto che ha già avuto in passato un supporto psicologico, ritengo che possa esserle di grande beneficio riprendere un percorso di psicoterapia. Un intervento terapeutico, soprattutto se condotto con approccio integrato e orientato all’evidenza, può aiutarla a interrompere i circoli viziosi del pensiero, a regolare l’ansia, e a costruire un senso di sicurezza interiore più stabile, indipendentemente dalle incertezze esterne.

Non è segno di debolezza sentire il bisogno di un supporto, anzi: ciò che sta facendo in questo momento, rivolgendosi con consapevolezza a qualcuno, è un atto di forza e di lucidità. Nessuna condizione è immutabile, e la possibilità di stare meglio esiste.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio un percorso psicologico. Cordiali saluti.
Dott.ssa Claudia Cappadonna
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Messina
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. Ciò che descrive è una condizione di forte stress emotivo che nasce da un cambiamento abitativo non scelto e che si somma a una precarietà lavorativa che alimenta l’ansia per il futuro.
Quando ci si ritrova a vivere da soli, soprattutto in un momento non ideale, la mente fatica a percepire il nuovo ambiente come “sicuro” e “familiare”, ciò la porta ad un costante stato di allerta, che può riflettersi anche sul piano fisico, influenzando ad esempio l’appetito o il sonno. Inoltre, la solitudine accentua la percezione di dover affrontare tutto da sé, senza quei punti di riferimento affettivi e quotidiani che prima contribuivano a darle stabilità. È comprensibile che, in una situazione del genere, la preoccupazione per il futuro prenda il sopravvento, impedendo di vivere pienamente il presente. Questo stato di ipercontrollo, può innescare una spirale di malessere già conosciuta in passato.
Per questo motivo, sento di consigliarle di valutare la possibilità di riprendere un percorso psicologico, per avere uno spazio in cui non si sente sola nell’affrontare ciò che sta vivendo e dove poter ritrovare risorse e direzioni che forse in questo momento le sembrano offuscate.
Se lo desidera, sono disponibile per un incontro conoscitivo, in cui valutare insieme i possibili passi successivi.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cappadonna
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. Sembra che ultimamente ci sia stata una riacutizzazione della sua sofferenza, dei suoi pensieri negativi e della forte ansia verso il futuro, in parte probabilmente legata anche alla solitudine ed alla nuova condizione di vita indipendente. Ciò che mi verrebbe da dirle è che, in un momento per lei così complesso, dove la sua mente sembra essersi un pò irrigidita su alcuni processi, potrebbe giovarle intraprendere un percorso psicologico. Un percorso che vada al di la dell'espressione sintomatologica, ma che la aiuti ad esplorare le radici più profonde delle sue difficoltà che la accompagni passo passo verso nuove modalità di vivere e relazionarsi.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Cara utente,
se pensa che questa possa essere una ricaduta allora potrebbe essere utile per lei riprendere un percorso psicologo. Potrebbe ricontattare il suo psicologo con cui ha già lavorato oppure se preferisce sceglierne uno nuovo. La cosa migliore da fare, per il presente e per il futuro, è sempre prendersi cura di sé stessi e quindi della propria salute a 360 gradi. Investa in sé stessa e nel suo benessere e troverà un nuovo equilibrio.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Gentile utente,
grazie per la sua condivisione da cui traspare, senza dubbio, uno stato di malessere che si sta protraendo in questo periodo.
La solitudine può portare a una maggiore insistenza di pensieri intrusivi e ricorsivi. Se ci sono aspetti della sua vita che non la soddisfano, è molto probabile che tali pensieri ricaschino spesso su tali problematiche innescando frustrazione e sconforto.
Questo stato d'animo negativo e prolungato sta invalidando altri aspetti della sua vita molto importanti, come l'alimentazione.
Credo che il consiglio più opportuno sia quello di farsi supportare da un professionista in questo momento. Opti per un percorso psicologico orientato alla crescita personale e basato sullo sviluppo delle potenzialità. Spesso, infatti, ci si concentra solo sulla risoluzione dei problemi mentali, tamponando le emozioni negative e sviluppando una resilienza specifica alla situazione. Ma si presta poca attenzione al miglioramento che può nascere nell'affrontare i propri problemi e ai cambiamenti positivi che possono avvenire in termini di atteggiamento e maggiore ottimismo.
Sicuramente, dovrà imparare a sganciarsi da una certa attività della mente che la porta a lunghe ruminazioni o la fa preoccupare continuamente del futuro, ma contemporaneamente dovrà alzare lo sguardo e cominciare a vedere le opportunità intorno a lei, le opzioni per realizzare davvero ciò che desidera, senza sentirsi costretta a fare qualcosa, semplicemente perché non vede alternative. C'è sempre la possibilità di uscire dalla propria zona di comfort e mettersi in discussione, ponendosi obiettivi di crescita e di apprendimento, in diversi ambiti della vita, quello lavorativo, quello sociale e quello culturale o relativo alle passioni personali.
Ritengo che un buon supporto psicologico possa aiutarla a non essere più in balia degli eventi esterni, ma a rimettere sé stessa al centro delle priorità, concentrandosi sul rendere la sua vita più soddisfacente e all'insegna del benessere, mentale e fisico.
Se lo desidera, posso darle ulteriori informazioni su questo tipo di percorso, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese

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