Essere ancora single a 31 anni inizia a farmi sentire in qualche modo sbagliata, il fatto di non ave

24 risposte
Essere ancora single a 31 anni inizia a farmi sentire in qualche modo sbagliata, il fatto di non aver ancora trovato la persona giusta con cui condividere la mia vita. Peggiora il mio stato d'animo vedere che tutte le amiche del mio gruppo sono fidanzate e giustamente escono con i loro fidanzati e delle volte organizzano uscite tra coppie. Ho una vita sociale, esco con le mie amiche (solo una del gruppo non è fidanzata ma non esce sempre insieme a noi, a volte mi capita di uscire pure con le amiche senza i fidanzati), per di più conosco i loro partners e sono brave persone, alla mano. Solo che quando capita di uscire con loro a coppie, io mi ritrovo essere l'unica single, sentendomi di troppo anche se loro non mi fanno realmente sentire in quel modo ma è ciò che provo nel mio inconscio. Sento anche i discorsi delle mie amiche fidanzate di future convivenze, matrimoni e voler avere dei figli e ciò mi spaventa, nel senso che ho paura di perdere le mie amiche avendo le loro vite di coppia e con future famiglie, nel mentre io resterò ancora da sola, sentendomi sempre di più indietro alle altre. So stare con me stessa, ho vissuto una vita da single, ma più passa il tempo più inizio a temere che la mia indipendenza, la solitudine e bassa autostima di me, possano essere motivo di freno nel trovare qualcuno, diventata ormai un'abitudine quella di stare da sola, senza essere riuscita a condividere parte della mia vita con un'uomo che non ancora riesco a trovare..
Dott.ssa Emerilys Marthai Delgado Garcia
Psicologo, Professional counselor, Sessuologo
Salerno
Gentile utente, grazie per aver condiviso con tanta sincerità i suoi vissuti. Le emozioni che descrive sono profondamente umane e comuni a molte persone che si trovano in una fase della vita in cui il confronto con gli altri può generare insicurezza e senso di esclusione.
Essere single a 31 anni non è affatto “sbagliato”, né è indice di un fallimento personale. Ogni percorso è unico, e il tempo non è una gara. Il fatto che lei abbia una vita sociale attiva, sia capace di stare con sé stessa e abbia sviluppato una buona indipendenza è un grande valore, non un ostacolo. Spesso, proprio chi ha imparato a conoscersi e a vivere con pienezza la propria solitudine è più pronto a costruire relazioni sane e autentiche.
Il senso di “essere di troppo” che prova nelle uscite di coppia non è necessariamente legato a ciò che gli altri le trasmettono, ma può derivare da un dialogo interiore critico che merita ascolto e comprensione. È importante riconoscere queste emozioni senza giudicarle, e magari esplorarle con l’aiuto di un professionista, per comprendere meglio da dove nascono e come trasformarle.
La paura di “restare indietro” rispetto alle sue amiche è comprensibile, ma le relazioni non sono l’unico indicatore di realizzazione personale. Le amicizie possono evolvere, ma non necessariamente svanire. Coltivare legami profondi, anche in forme nuove, è possibile.
Se sente che la sua autostima e il timore di “essersi abituata troppo alla solitudine” stanno influenzando la possibilità di aprirsi a nuove relazioni, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicologico. Non per “cambiare sé stessa”, ma per riscoprire la bellezza del suo modo di essere e rafforzare la fiducia nelle sue possibilità relazionali.
Resto a disposizione se desidera approfondire. Un caro saluto.
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado Garcia

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Dott. Sasha Mattia Criscuolo
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco come lei si possa sentire e voglio rassicurarla che molte persone attraversano sentimenti simili, soprattutto in determinate fasi della vita. Sentirsi inadeguata o fuori posto perché ancora single a 31 anni è una percezione che può essere molto pesante, ma è importante ricordare che questo non definisce il suo valore come persona. La società spesso pone certe aspettative, ma ognuno ha il proprio ritmo e le proprie scelte.

È normale provare fastidio o tristezza quando vede le sue amiche costruire le loro vite di coppia, e anche la paura di perdere le amicizie o di essere lasciata indietro sono sentimenti comprensibili. Tuttavia, il fatto che abbia una vita sociale attiva, conosca bene le loro famiglie e amici, e sia in grado di stare bene con se stessa, sono segnali molto positivi della sua maturità e autonomia.

Può essere utile lavorare sulla sua autostima, riconoscendo il valore di ciò che è e delle sue qualità, senza lasciarsi definire dal confronto con gli altri o dai suoi timori futuri. La solitudine che percepisce in questo momento non è necessariamente un ostacolo, anzi può essere un’occasione per conoscere meglio se stessa, i propri desideri e le proprie esigenze.

Quando ne sentirà il bisogno potrà approfondire questi sentimenti e trovare strategie per rafforzare la sua autostima e affrontare la paura di rimanere indietro rispetto agli altri. Ricordi che il percorso di ognuno è unico e che il tempo è un alleato, non un nemico.
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, forse le potrebbe essere di aiuto un percorso psicologico per cercare di focalizzarsi meglio su se stessa e non rischiare di pensare di desiderare qualcosa solo perchè lo fanno gli altri o, in questo caso, le altre. Non c'è niente di male ad essere single se è una scelta. Il percorso potrebbe aiutarla a fare scelte più consapevoli.
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero

Gentile paziente,
il primo passo per analizzare la solitudine è guardarla come una moneta con le sue distinte facce: il suo essere scelta e ricercata o, al contrario, essere subita e rifuggita. 
Oggi però si assiste ad un altro fenomeno emergente per far fronte alla solitudine: l’ipersocialità, una propagazione epidemica di questo modello di relazione con gli altri per sfuggire alla solitudine sofferta anzitutto dagli adolescenti/giovani, per i quali vige lo stigma “se sei da solo sei sfigato” cioè uno da evitare, così come se sei in compagnia non soffri.
Il paradosso è che la solitudine assoluta non esiste: ognuno di noi rimane sempre in relazione con se stesso, con gli altri e con il mondo che lo circonda. Seneca scriveva: «Il saggio basta a se stesso». Coltivare la capacità di saper stare bene da soli è necessario per avere relazioni migliori con gli altri. Inoltre, recita il pensiero di un anonimo, “il privilegio di saper stare bene da soli ti regala quello più pregiato di poter scegliere con chi stare”.

Potrebbe essere utile fare un percorso di crescita personale, per rafforzare anche la sua autostima, perchè dalle sue parole da un lato c'è questo sentirsi indietro rispetto agli altri, quasi un senso di incapacità nel non essere riuscita a trovare qualcuno a 31 anni, ecc. ma dove è scritto che c'è un'età precisa per formare famiglia? Altro aspetto, c'è da capire quanto l'autostima incide in un ipotetico blocco emotivo nell'approcciarsi a nuove relazioni?, nel fare il primo passo?

Una strategia utile può essere quella di impegnarsi in attività che ci piacciono e ci fanno sentire bene con noi stessi. Può sembrare una banalità ma distrarsi attraverso le nostre passioni è utile a ridurre i pensieri assillanti, e farci focalizzare su noi stessi. Altra cosa, è cercare di costruire e mantenere una rete sociale attiva, integrandola continuamente.
All'interno delle sue amicizie può ad esempio incontrare nuove persone? C'è dinamicità nel gruppo da Lei frequentato o no?
Può essere partecipare a eventi e attività che ci permettono di incontrare nuove persone e fare amicizia. Ci sono anche applicazioni che possono aiutarci in questo senso, favorendo proprio incontri e momenti di interazione sociale.

La saluto,
dr. Germi
Dott.ssa Anna Cortellino
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco quanto possa essere difficile convivere con queste sensazioni. Da quello che scrivi emerge chiaramente che non è solo il fatto di essere single a pesarti, ma il confronto con il contesto intorno: amiche in coppia, discorsi su convivenze e figli, la sensazione di “ritrovarti indietro” rispetto a loro. È comprensibile che questo ti faccia sentire inadeguata o “di troppo”, anche se razionalmente sai che non è ciò che loro ti trasmettono. Quello che descrivi tocca due aspetti diversi: da un lato, un desiderio autentico di condividere la tua vita con qualcuno; dall’altro, la paura di restare esclusa man mano che le persone a te care intraprendono fasi di vita diverse. È importante distinguere ciò che nasce da un tuo bisogno profondo (avere una relazione) da ciò che invece è legato al confronto sociale (sentirti indietro rispetto agli altri). Non sei “sbagliata”: i percorsi di vita non hanno un tempo unico valido per tutti, e il fatto che tu non abbia ancora incontrato la persona giusta non significa che non accadrà. Hai già una risorsa importante: riconosci la tua indipendenza e la capacità di stare da sola. Piuttosto che viverla come un freno, potrebbe diventare un punto di forza, perché ti permette di non cercare qualcuno “per riempire un vuoto”, ma per arricchire una vita che già ha valore. Forse può esserti utile provare a spostare lo sguardo: non sul “quando arriverà” qualcuno, ma su come continuare a coltivare relazioni significative (amicizie, passioni, nuove conoscenze) che possano allargare il tuo orizzonte. Questo riduce anche quella sensazione di isolamento che senti nei contesti di coppia. E se il peso del confronto con le tue amiche continua a farti soffrire, parlarne con loro in maniera autentica potrebbe alleggerirti: spesso temiamo di sembrare “fuori posto”, ma le persone vicine a noi non desiderano farci sentire così.
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Il sentimento di “sentirsi indietro” rispetto agli altri è molto comune, soprattutto in fasi di vita in cui le persone care sembrano seguire percorsi simili tra loro. Il dolore che descrivi è reale e merita ascolto, ma non è segno che tu sia sbagliata. Il confronto con gli altri può amplificare insicurezze già presenti, soprattutto se legate all’autostima. È importante riconoscere quanto tu abbia già costruito: la tua indipendenza, la consapevolezza emotiva e il desiderio autentico di condividere. Lavorare su questi aspetti in un percorso psicologico potrebbe aiutarti a rafforzare l'autostima, riconoscere il tuo valore relazionale e sciogliere eventuali blocchi legati alla paura della solitudine o del cambiamento. Non sei in ritardo, stai semplicemente camminando con un passo diverso.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno cara, capisco che trovarti a 31 anni in una fase della vita in cui molte persone intorno a te hanno relazioni stabili può far emergere domande importanti.

Ma, prima di tutto voglio dirti che non c'è assolutamente nulla di "sbagliato" in te per il fatto di essere ancora single . Ogni persona ha i suoi tempi e il suo percorso e quello che stai provando,il senso di inadeguatezza, la paura di rimanere indietro,sono sentimenti molto comuni e comprensibili, ma non riflettono chi sei.
Io leggo di buone capacità relazionali: hai amicizie solide, sai stare bene con te stessa, hai sviluppato indipendenza emotiva e queste sono qualità preziose, non ostacoli. La tua capacità di autonomia non è un difetto da correggere, ma una risorsa che può arricchire una futura relazione.

Il timore che le tue amiche si allontanino quando formeranno famiglie è comprensibile, ma spesso le amicizie autentiche si adattano e trovano nuove modalità per mantenersi vive. Le relazioni umane sono più flessibili di quanto pensiamo.

Quello che mi colpisce è come tu abbia già identificato alcuni elementi che potrebbero influire sulla tua vita sentimentale: la bassa autostima e forse una certa rigidità nelle abitudini di vita da single. Questa consapevolezza è già un passo importante.

Quello che potresti fare e che potrebbe farti tanto bene è un percorso di crescita con il sostegno di un porfessionista che si concentri su due aspetti principali: il rafforzamento dell'autostima e l'esplorazione dei tuoi pattern relazionali per comprendere eventuali blocchi inconsci. Potresti lavorare anche sui tuoi dialoghi interni (quelle voci dentro di te che ti dicono che c'è qualcosa di sbagliato in te) per trasformarle in alleate più gentili e realistiche.
Un percorso di crescita personale potrebbe aiutarti non solo nelle future relazioni amorose, ma anche a vivere con maggiore serenità questa fase della tua vita.
un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott. Omar Saggioro
Psicologo, Psicologo clinico
Boschi Sant'Anna
Buongiorno, immagino non sia facile per te vedere che le tue amicizie stanno costruendo un futuro di famiglia, convivenza o matrimoni ed é abbastanza comune in questi casi, che le persone single provino la sensazione di essere di troppo quando vivono situazioni dove sono insieme a coppie di amici, può anche esserci la paura di non riuscire a costruire una relazione per la vita. La cosa positiva è che comunque hai una rete sociale, e magari anche grazie a questa puoi conoscere altre persone e darti delle opportunità. Tuttavia credo sarebbe una buona cosa per te, iniziare a fare un lavoro psicologico che vada a migliorare la tua autostima, che non ti faccia sentire di troppo nelle situazione sociali e che vada a creare la fiducia di poter trovare una persona adatta a te (dico questo perché a volte può capitare di abboccare alla prima opportunità, solo per non stare da soli. Questo però molte volte porta infelicità, perché non è una scelta di cuore ma solo data dal bisogno di non sentirsi soli).
Ti auguro di trovare un percorso che accresca la tua autostima e ti permetta di sentirti degna di amare ed essere amata.
Se vuoi rimango a disposizione.
Con l'occasione ti saluto augurandoti buone cose
Gent.ma utente,
la sua riflessione è molto attenta e consapevole. E' importante che lei dia spazio a questi sentimenti, anche se a prima vista possono sembrare negativi. La paura di rimanere sola, di non legare sentimentalmente con qualcuno, le preoccupazioni sul sentirsi giusta, adeguata, oppure non abbastanza, le stanno comunicando informazioni importanti su ciò di cui ha bisogno e verso cui può cominciare a muoversi.
Cercare la persona giusta non dovrebbe diventare un obiettivo da inseguire, ma una conseguenza delle proprie azioni, delle scelte di vita, delle attività che si svolgono e delle connessioni sociali su cui si vuole investire.
Ecco perché è importante prendersi cura si sé stessi, generare opportunità di benessere e di soddisfazione. Il valore dell'autostima può crescere se si ha la sensazione di contribuire positivamente all'ambiente circostante, con le proprie doti personali, con la gentilezza, l'educazione, con il lavoro e le proprie competenze, con la difesa di valori importanti. Ciò può portare a relazionarsi con gli altri in modo trasparente, fiero e con apertura, senza aspettarsi un riscontro o un giudizio superficiale. Si creano così opportunità di connessioni profonde, in cui si accettano le persone per come sono e si valutano se le loro azioni sono coerenti e se possono allinearsi al nostro personale modo di vedere la vita.
Le relazioni più forti sono quelle in cui la condivisione, la solidarietà, il supporto reciproco, non nascondono le priorità personali, il bisogno individuale di realizzarsi autonomamente e di indirizzare la propria vita con consapevolezza.
Questo vale anche per le amicizie e, nel suo caso, il rapporto che sta vivendo con le sue amiche già fidanzate: ognuno segue la sua traiettoria di vita e le tempistiche in cui certi valori si allineano possono cambiare. Alcune persone maturano prima la convinzione di formare una famiglia, altre si concentrano maggiormente sul lavoro, altre ancora scelgono di rinviare gli impegni e dedicarsi allo studio o alle attività di interesse. Bisogna accettare l'idea che il proprio momento di vita sia diverso per bisogni, priorità e interessi rispetto alle persone che, fino a poco tempo fa, condividevano la stessa situazione. Ma questo non vuol dire perdere le amicizie di un tempo! Semplicemente capire che è importante sapersi muovere secondo le proprie esigenze e non ricercando un'imitazione del comportamento degli altri.
Utilizzi questa riflessione che sta facendo per rivedere alcuni dei suoi piani. Le sue preoccupazioni per il futuro possono essere una molla per agire ora verso una maggiore soddisfazione di vita. Se lei troverà la sua dimensione, il suo equilibrio e mostrerà le sue migliori qualità in tutti i settori della vita, gli altri si accorgeranno molto più facilmente di lei e l'apprezzeranno per la persona che è realmente, in tutta la sua originale bellezza.
Valuti la possibilità di un supporto psicologico per avviare questo processo di crescita personale, di incremento dell'autostima e di maggiore soddisfazione. Se lo desidera, sono a sua disposizione per un percorso di questo tipo, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio! Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Shana Baratto
Psicologo, Psicologo clinico
Levico Terme
Gentile utente,
grazie per la sua sincera condivisione; nel leggere il suo racconto ho sentito la sua fatica, il suo sentirsi sbagliata e non in linea con quelli che sono i compiti evolutivi che generalmente la società definisce secondo tempistiche prefissate. Rispetto a questo ci tengo a rassicurarla; la società è cambiata, ed anche i compiti evolutivi (come li chiamiamo noi psicologi) non rispettano sicuramente le modalità e le tempistiche che caratterizzavano gli anni 80/90. Detto ciò, ogni persona ha i propri tempi e rispettare i tempi è anche rispettare se stessi. Le amicizie, se sono vere amicizie, resistono; possono cambiare nelle tempistiche e nelle modalità ma possono resistere anche all'interno della nascita di una nuova famiglia.. alle volte possono diventare un valore aggiunto.
Quello che mi viene da domandarle è: si sente "più indietro rispetto alle altre" perché sono cose che a livello sociale "dobbiamo fare" o perché avrebbe desiderio di incontrare qualcuno, con cui magari costruire qualcosa di solido, ma si sente bloccata in questa sua intenzionalità?
Se si sente rientrare nella seconda situazione, potrebbe essere utile, all'interno di un percorso psicologico, approfondire quali sono le tematiche che la bloccano nel costruire una relazione soddisfacente. L'aiuto di un professionista potrebbe aiutarla a capire quale è la sua modalità relazionale nell'interfacciarsi con gli altri e potrebbe capire quali sono le circostanze che la bloccano nel perseguire l'incontro con l'altro.
Rimango a disposizione anche online.
Cordialmente,
dott.ssa Baratto
Dott.ssa Arianna Savastio
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentilissima, capisco quanto possa essere difficile sentirsi indietro rispetto agli altri, soprattutto quando sembra che tutti intorno a te abbiano già trovato ciò che desiderano. Ma il valore di una persona non si misura dal tempo in cui certe cose accadono. Questo può essere un momento prezioso per lavorare su di te e sulla consapevolezza delle tue preziosissime risorse interne, affinché tu possa rafforzare la tua autostima e riscoprire che nella vita le fonti di felicità e soddisfazione possono essere molteplici. Il mio suggerimento è quello di valutare di intraprendere un percorso per riscoprire il tuo valore e creare uno spazio in cui sentirti più consapevole delle tue risorse superando la barriera dei confronti con l'altro. Ti auguro il meglio e resto a disposizione. Dottoressa Arianna Savastio
Dott.ssa Maria El Asmar
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno, da ciò che leggo l'idea di avere un uomo accanto non sembra essere motivata dal desiderio di qualcuno con il quale condividere la sua vita. Sembrerebbe avere più a che fare con la sensazione di essere "diversa", "esclusa" dal gruppo di amiche. Pertanto, la invito a riflettere su cosa desidera e ciò che teme veramente. Può rispondermi se vuole, saluti!
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Capisco molto bene quello che descrivi: la pressione sociale, i confronti con le amiche e il sentirsi “fuori posto” quando tutti intorno a te sembrano avere una relazione stabile, sono esperienze comuni e comprensibilmente dolorose. Essere single a 31 anni non significa in alcun modo essere “sbagliata”, ma è naturale che, quando il contesto sociale ruota intorno a coppie, convivenze e progetti di famiglia, possa nascere in te un senso di distanza o di inadeguatezza.

La tua paura di rimanere indietro e di perdere le tue amiche è legata a un cambiamento fisiologico delle fasi di vita: con il tempo ognuno prende strade diverse, ma questo non cancella i legami profondi, semplicemente li trasforma. È positivo che tu sappia stare con te stessa e che tu abbia già costruito un’autonomia: questa è una risorsa, non un limite. Allo stesso tempo, può essere vero che le abitudini consolidate di indipendenza e qualche insicurezza possano rendere più difficile aprirsi a nuove possibilità relazionali, ma non rappresentano un ostacolo insormontabile.

Il confronto con gli altri spesso accentua i vissuti di mancanza, ma ricordati che ogni percorso è unico e non esistono tempi “giusti” o “sbagliati” per costruire una relazione.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire questi vissuti e lavorare sulla tua autostima e sulle paure legate al futuro rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Erika Marrafino
Psicologo, Professional counselor, Psicologo clinico
Grosseto
Salve, capisco molto bene ciò che prova ed è normale sentirsi così quando ci si confronta con le vite degli altri, soprattutto quando sembra che tutti intorno a noi stiano percorrendo un percorso diverso dal nostro. Essere single a 31 anni non significa essere “sbagliata” o “in ritardo”: semplicemente la sua vita sentimentale segue un ritmo legato alla sua unicità, e questo non toglie valore alla sua esperienza, alla sua crescita personale e alle sue relazioni.

È normale sentirsi “di troppo” quando è con le coppie o temere di rimanere indietro rispetto alle amiche: queste emozioni non rappresentano però necessariamente un giudizio su di lei, ma un segnale naturale del bisogno di connessione e vicinanza, anche nella sfera amorosa. Allo stesso tempo, la sua abitudine a stare da sola è una risorsa preziosa: la sua indipendenza e capacità di stare con se stessa arricchiranno la relazione quando incontrerà la persona giusta.

Trovare qualcuno con cui condividere la vita non segue scadenze prestabilite: ciò che conta è mantenere uno sguardo aperto verso le possibilità, senza giudicare se stessa per il tempo passato.

Se ne sente il bisogno, questi vissuti possono essere affrontati in un percorso di counseling psicologico, lavorando su strategie pratiche per accogliere queste emozioni e ridurre la sensazione di essere in ritardo, così da sentirsi meno “fuori posto” e ricontattare il suo valore personale.

Un cordiale saluto.
Dott.ssa Erika Marrafino - Psicologa e Counselor
Buonasera, molto spesso capita di confrontarci con chi abbiamo intorno ma non dobbiamo dimenticare che ognuno di noi vive una vita diversa, ha degli obiettivi diversi e soprattutto dei desideri propri. Ciò che deve chiedersi è cosa vuole lei arrivata a questo punto della sua vita, cosa la renderebbe felice, senza pensare a cosa hanno già gli altri.
Sicuramente lavorare sul rafforzamento della sua autostima e della sua identità la aiuterebbe ad avere un pensiero meno critico e più centrato su se stessa, con gentilezza e rispetto per la sua persona e per le sue tappe di vita che hanno tutto il diritto di arrivare quando sarà e se sarà il momento giusto per lei.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile paziente, quello che sembra emergere dal suo racconto è una bassa autostima che la porta spesso a focalizzarsi su pensieri inerenti al futuro con scenari negativi. Potrebbe fare un percorso dove riparte da sè, cercando di vivere un presente in armonia con i propri valori e bisogni.
Cordiali saluti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco quanto sia difficile convivere con il senso di sentirsi “indietro” rispetto agli altri e con la paura che la vita non stia seguendo il percorso che aveva immaginato. È naturale che confrontandosi con le amiche, soprattutto quando molte di loro hanno una relazione stabile e parlano di progetti futuri come convivenze, matrimoni e figli, lei senta un vuoto interiore o la sensazione di non appartenere pienamente a quel contesto. Anche se loro non le fanno pesare questa cosa, l’emozione che prova nasce dal confronto che spontaneamente attua dentro di sé e che alimenta pensieri di inadeguatezza o di diversità. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che può accentuare il suo malessere non è tanto la condizione di essere single, quanto i pensieri che si attivano in automatico ogni volta che osserva le vite degli altri. Quando si dice che “a 31 anni dovrei già avere una relazione stabile” o che “sono rimasta indietro rispetto alle mie amiche”, questi pensieri diventano vere e proprie convinzioni che finiscono per influenzare l’umore e abbassare l’autostima. È importante invece distinguere i fatti dalle interpretazioni: il fatto è che in questo momento lei non ha una relazione stabile, l’interpretazione è che ciò significhi essere sbagliata o in ritardo. Lavorare su questa distinzione può aiutarla a ridurre la sofferenza legata al confronto. Un altro elemento che emerge dalle sue parole è la paura di perdere le amiche man mano che loro costruiscono famiglie proprie. È comprensibile, perché i cambiamenti nella vita delle persone inevitabilmente modificano le dinamiche relazionali. Tuttavia, non sempre questi cambiamenti significano perdita: spesso le relazioni si trasformano, trovano nuovi equilibri, e può nascere anche la possibilità di scoprire nuove modalità di vicinanza. Il timore di restare sola in futuro può spingerla a immaginare scenari catastrofici, che però non sono necessariamente destinati a realizzarsi. È positivo che lei riconosca di saper stare da sola e di avere già sviluppato una certa indipendenza. Questo non è un limite, ma una risorsa: sapersi bastare significa avere delle basi solide su cui costruire una relazione, quando arriverà. A volte la preoccupazione che la propria indipendenza o le proprie abitudini possano diventare un ostacolo porta a sviluppare ansia e ad alimentare la convinzione che non si riuscirà a trovare nessuno. In realtà, più che essere un freno, la consapevolezza di sé può diventare una guida per capire meglio quale tipo di relazione desidera e quale persona potrebbe davvero portare valore alla sua vita. Può essere utile lavorare sul concetto di “tempo giusto”: non esiste un’età prestabilita entro cui tutto debba accadere. Le tappe della vita non sono uguali per tutti e ciascuno trova la propria strada con ritmi diversi. Imparare a sostituire il confronto con gli altri con un’attenzione maggiore a ciò che davvero desidera per sé, alle sue priorità e ai suoi valori, può darle un senso di maggiore libertà e ridurre la sensazione di pressione. La sua sofferenza non nasce dal fatto di essere single, ma dal significato che attribuisce a questa condizione e dalla paura che questo stato possa restare immutato per sempre. In realtà il futuro è aperto e le esperienze possono cambiare anche in modo imprevisto. Lavorando sui pensieri che alimentano la sensazione di sentirsi “sbagliata” e rafforzando l’autostima, potrà non solo vivere con più serenità il presente, ma anche accogliere con maggiore fiducia le opportunità che arriveranno. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Gentilissima, buon pomeriggio.
È assolutamente normale sentirsi così in una situazione del genere, e non c'è niente di sbagliato nel provare un po' di malinconia o frustrazione.
I percorsi di vita non sono sincronizzati e uguali per tutti, anche se la società spesso ci fa credere che dovrebbero esserlo. Il fatto che lei sia single non è un 'ritardo', è solo un diverso punto del suo cammino.
Capire che i discorsi su figli e convivenze la facciano sentire fuori posto non significa essere debole o invidiosa: significa essere umana. Se sente che queste conversazioni pesano troppo, potrebbe anche cercare spazi in cui sentirsi più a suo agio, magari con persone in una fase simile.
Non per allontanarsi dagli amici di sempre ma per ritrovare un po’ di equilibrio personale.
Nel frattempo, coltivi tutto ciò che la fa stare bene: passioni, relazioni, progetti personali.
Essere single non è un vuoto da riempire, ma un tempo prezioso da vivere.
L’amore, se e quando arriverà, non sarà un riscatto, ma un arricchimento di qualcosa che già vale moltissimo: la nostra vita.
Se ha bisogno di parlarne, mi trova a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Quello che lei descrive è un sentire molto comune e comprensibile, perché il confronto con gli altri e con le tappe della vita che la società ci propone come “giuste” o “necessarie” può diventare un peso soprattutto quando sembra di essere rimasti indietro rispetto agli altri. Essere single a 31 anni non significa essere sbagliata, ma so che dentro di lei questa percezione può farsi spazio quando vede le sue amiche progettare matrimoni, convivenze e famiglie mentre lei teme di restare da sola.
Ciò che spesso accade è che più ci si concentra sulla mancanza, più questa si ingigantisce fino a diventare quasi una lente attraverso cui guardare ogni situazione. Uscire con coppie, pur essendo piacevole per l’affetto che la lega alle sue amiche, può inevitabilmente amplificare questa sensazione di solitudine e di non appartenenza. È importante però distinguere ciò che gli altri fanno e scelgono da ciò che lei desidera davvero per sé, perché non esiste un unico tempo né un percorso prestabilito per ognuno.
Il rischio che la sua indipendenza si trasformi in un’abitudine che la porta ad alzare muri è reale solo se lei smette di coltivare apertura, curiosità e fiducia. Aver imparato a stare bene da sola è una risorsa preziosa, non un ostacolo, ma per fare spazio a una relazione sana serve anche la disponibilità a mostrarsi autentica, con i propri desideri e le proprie fragilità.
Un passaggio importante potrebbe essere quello di lavorare sulla sua autostima, riconoscendo il suo valore al di là del ruolo di fidanzata o moglie, perché la paura di non bastare rischia di farle cercare un rapporto solo per colmare un vuoto e non per condividere davvero. Coltivare interessi personali, frequentare ambienti nuovi, aprirsi a nuove conoscenze la aiuterà non solo a incontrare persone ma soprattutto a sentirsi in cammino, a percepire che la sua vita non è ferma.
L’amore non ha scadenze e arriva nei modi più inaspettati, ma la condizione migliore perché possa entrare nella sua vita è quella di sentirsi pronta a farlo senza il peso del giudizio e del confronto. Un caro saluto
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Capisco molto bene come si sente: la pressione sociale e il confronto con le amiche possono farle vivere la sua condizione come un “ritardo” o un “difetto”, anche se in realtà non lo è. Le emozioni che prova – senso di esclusione, paura di restare indietro, timore di abituarsi troppo alla solitudine – sono comprensibili e comuni a molte persone nella sua stessa situazione.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare la sua autostima, a rileggere la sua indipendenza come una risorsa e a ridurre quel senso di confronto costante che oggi le pesa.

Se vuole, possiamo fissare un colloquio: sarebbe uno spazio in cui esplorare insieme questi vissuti e trovare modalità nuove per stare bene con sé stessa e aprirsi con più serenità alle relazioni. Vuole che le proponga qualche disponibilità?
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, da quanto racconta emerge chiaramente il peso emotivo che attribuisce alla propria condizione di single, soprattutto confrontandosi con la vita sentimentale delle sue amiche. È comprensibile che, pur avendo una vita sociale attiva e riuscendo a stare bene con se stessa, la percezione di “essere in ritardo” rispetto agli altri generi ansia e senso di inadeguatezza. Questo accade perché il confronto sociale tende spesso a farci sentire meno realizzati rispetto a ciò che osserviamo negli altri, anche quando oggettivamente non vi è nulla di sbagliato in noi.

Il fatto che lei riconosca di avere indipendenza e capacità di stare bene da sola è un punto di forza: è la base su cui costruire relazioni future sane, dove il legame con un partner non dipenda dalla paura della solitudine, ma dalla reale scelta di condividere la vita con qualcuno. La sensazione di essere “di troppo” in alcuni contesti è più legata a un vissuto interno di insicurezza che a una realtà esterna; il suo disagio nasce dalla pressione che lei stessa percepisce rispetto alle aspettative sociali, non da un vero rifiuto da parte delle amiche.

Lavorare su autostima, accettazione di sé e sul concetto che ogni percorso affettivo ha tempi diversi può aiutare a ridurre l’ansia da confronto e ad aprirsi a relazioni senza forzature. Imparare a distinguere il valore della propria esperienza di vita, indipendentemente dallo stato sentimentale, permette di vivere i legami futuri in maniera più serena e autentica.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Federica Battista
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara,
Sentirsi “indietro” rispetto agli altri può generare insicurezza e paura di restare soli. In realtà non c’è un’età giusta per trovare una relazione, ognuno ha i propri tempi. È importante riconoscere che il tuo valore non dipende dall’avere o meno un partner. Se queste preoccupazioni persistono, potrebbe esserti utile lavorare su autostima e fiducia in te stessa, così da aprirti con maggiore serenità a nuove possibilità.
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, dalle ultime righe che scrive sembra che una parte di lei abbia trovato o trovi sicurezza in un vivere autonomo e solitario e forse diventa anche difficile aprirsi ad una relazione. La bassa autostima può essere un ostacolo anche in questo senso. Forse un breve percorso di aiuto psicologico la può aiutare a entrare piu' in profondità in questa difficoltà. (in ultima anali bisogna anche considerare che ogni persona ha tempi diversi per raggiungere i suoi desideri) Se lo ritiene, posso essere disponibile, anche online. Saluti Dario Martelli

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