È ormai da un anno che sono seguito da una psicologa. Più volte nei primi mesi ero indeciso se conti

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È ormai da un anno che sono seguito da una psicologa. Più volte nei primi mesi ero indeciso se continuare con lei o meno. Alla fine si è rivelata la scelta giusta quella di continuare perche veramente mi e stata di grande aiuto,sono arrivato ad un punto adesso in cui penso anche se gradualmente possa iniziare a "camminare" da solo. Il punto è che è che ce stato un periodo in cui non l'ho vista solo come "mia psicologa" e soprattutto mi è rimasto sempre il desiderio di sapere qualcosa su di lei essendo per me dopo un anno una persona di cui praticamente conosco solo il nome. Vorrei tanto prima di chiudere affrontare questi argomenti per non rimanere poi con il rimpianto di non averlo fatto. Però non so proprio come comportarmi in merito.
Gentile utente buongiorno.
E' del tutto normale avere curiosità di conoscere meglio una persona che frequenta da molto tempo, soprattutto se, come lei afferma, in un certo momento ha pensato a lei in modo tenero e affettuoso.
E' altrettanto normale che ciò possa accadere tra uno psicologo/a e il/la sua cliente. Avrà certamente sentito parlare di Transfert terapeutico.
La professionista che la sta seguendo si è comportata in modo impeccabile, probabilmente anche alla luce del suo interesse. L'etica professionale impone che vi sia un punto di vista assolutamente oggettivo da parte dello psicologo, lontano da ogni possibile coinvolgimento personale, ivi compresa la semplice conoscenza di questioni personali.
Ciò non toglie che lei possa tranquillare confidare alla sua psicologa quanto detto a noi, cioè delle sue curiosità e anche dei suoi sentimenti. Sarà lei stessa a spiegarle con serenità i motivi per mantenere un riserbo sulla sua vita privata.

Pertanto la sincerità rimane il miglior modo per approcciarsi alle persone, ma altrettanto importante è rispettare l'integrità del professionista e la sua onestà intellettuale.

Spero di averla aiutata a capire la situazione e ad affrontarla serenamente.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese

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Buongiorno, grazie mille per la condivisione appena fatta. Ciò che sta vivendo è un qualcosa di normalissimo all'interno di un percorso terapeutico, sopratutto quando si crea un legame cosi duraturo e funzionale. L'etica professionale prevede che il professionista possa lavorare in maniera oggettiva, senza nessun coinvolgimento personale. Reputo però che questa sua tenera condivisione fatta con noi, possa essere tranquillamente esplicitata alla sua terapeuta che saprà senz'altro affrontarla in maniera ancora più precisa di quanto possiamo fare noi con poche parole in questo messaggio. Spero che possa vivere serenamente quanto verrà. Un saluto, Dott. Matteo De Nicolò
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Gentile Utente, complimenti per i suoi progressi! E' comprensibile che le venga la curiosità di conoscere più a fondo una persona con cui ha condiviso tanto, ma è importante ricordare che, in base anche all'orientamento psicologico di riferimento, i professionisti tendono a mantenere un certo livello di distanza per poter garantire un ambiente terapeutico sano e professionale. Nonostante ciò, credo che sia importante che lei possa confrontarsi con la sua psicologa riguardo i suoi vissuti, senza temere di sentirsi giudicato. Questi bisogni che sente possono dare vita a riflessioni importanti per il suo percorso e le potrebbero permettere di indagare ulteriormente il suo funzionamento favorendo ulteriori progressi. Un caro saluto, Dott.ssa M.B.
Quello che sperimenta è normale. Ne parli con la sua psicologa, sarà sicuramente in grado di restare all'interno di confini per lei agevoli e di aiutarla a esprimere questo suo bisogno senza paura di essere giudicato.

Buona giornata
Gentile utente, quanto descritto da lei, come già sottolineato dai colleghi è normale all'interno di un percorso di lunga durata. È bene che ne parli con la sua terapeuta per far rientrare i suoi vissuti ed i suoi desideri all'interno della cornice terapeutica.
Le auguro il meglio, un caro saluto.
Salve gentile utente,
come le hanno già suggerito i colleghi che mi hanno preceduto, le consiglio di affrontare l'argomento con la diretta interessata.
Saluti, dottoressa Nibbioli.
Buonasera! La ringrazio per la domanda. Le Sue fantasie sono assolutamente umane e caratterizzano spesso i percorsi di psicoterapia. Non perda questa occasione (forse, ne ha perse di simili in passato?!) e ne parli con la collega. Le sarà di grande aiuto. Mi permetta di condividere un pensiero ad alta voce. Sta finalmente pensando di "camminare da solo" , ma ecco emergere una serie di fantasie che riguardano Voi (coppia terapeutica) e che meritano di essere esplorate. Mi sembra tanto interessante quanto prezioso. Buon lavoro
Buonasera, condivida con la sua psicologa il fatto di voler fare il punto del vostro percorso psicologico e che pensa di aver sviluppato risorse utili per poter affrontare la sua vita. Insieme vi confronterete su come gestire la fase finale della terapia. Le suggerisco di condividere con la sua psicologa ciò che prova nella relazione con lei, sono situazioni che possono succedere. Spesso ci si rivolge agli psicologi in momenti delicati e/o dolorosi della propria vita, quindi essere accolti e ascoltati può rimandare un senso di accudimento importante. Può essere comprensibile che un paziente possa provare affetto verso il professionista o il desiderio di conoscerla meglio, ma è terapeutico portare questo tema in seduta. E' comunque una relazione professionale quindi è importante capire cosa ha suscitato questo interessamento nella relazione terapeutica e ristabilire motivazioni cooperative sulla base delle quali avete condiviso il contratto terapeutico. E' importante che possiate confrontarvi perchè lo scambio clinico che ne deriva molto spesso è utile anche per comprendere meglio il suo sentire ed acquisire consapevolezza di sè/del proprio modo di funzionare. Inoltre è utile per tutelare la relazione professionale e i confini. Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buongiorno, è positivo che abbia fatto progressi significativi con l'aiuto della sua psicologa. È normale avere curiosità su di lei, ma in terapia è importante mantenere il focus su di sé e sul proprio percorso. Se desidera discutere di queste curiosità, potrebbe iniziare con una domanda generica. Questo le darà l'opportunità di aprire la conversazione in modo rispettoso e vedere come la sua psicologa risponde. Ricordi, l'obiettivo principale rimane il suo benessere mentale, quindi mantenga il focus su come meglio gestire la situazione.
Buonasera, è normale che dopo un periodo di terapia si sviluppino delle curiosità nei confronti della propria psicologa e si voglia saperne di più. Le consiglio di riflettere sul desiderio più profondo che la spinge a conoscere la vita privata della sua psicologa. Inoltre, penso che si debba sentire libero di parlarne con la collega, che saprà sicuramente accogliere il suo bisogno rispettando i confini professionali, che sono utili ai fini terapeutici e per il successo del lavoro svolto.
Buongiorno. Proprio per le caratteristiche che assume ogni psicoterapia, vale a dire una relazione tra un professionista della salute mentale e il suo paziente, con regole che definiscono il contesto, altrimenti chiamato setting, nel quale poter dire liberamente cosa arriva, quali pensieri, difficoltà, questioni, conflitti vengono alla luce, anche quello che la incuriosisce, della sua terapeuta va affrontato e portato in seduta, proprio per elaborare e capire meglio cosa ha smosso. Non tema di parlarne con la sua psicologa che accoglierà ed esplorerà insieme a lei il suo bisogno. Cordiali saluti.
Buongiorno
Credo che il suo desiderio di conoscere qualcosa di più sulla sua psicologa sia comprensibile, soprattutto dopo un lungo percorso di lavoro insieme.
Alcuni approcci psicoterapici preferiscono mantenere un certo distacco nel rapporto tea paziente e terapeuta, ma ritengo che ogni professionista affronti questo argomento in modo personale e specifico.
Le consiglio di affrontare l'argomento con la terapista, mostrando il suo sincero interesse e rispettando titubanze e raccomandazioni del professionista.
Rimango a sua disposizione
Grazie
Buongiorno, credo che quello che le sta succedendo, sia prezioso per lei, dato che ha l'occasione di poterlo esprimere e poterlo utilizzare insieme alla sua terapeuta per essere guardato, considerato e riconosciuto in merito al lavoro svolto insieme, e alla giusta affettività che si crea inevitabilmente nella relazione terapeutica. infatti il primo passo è stato per lei riconoscerlo a se stesso...
buona giornata
Dott.ssa Lucarelli
Buongiorno, queste sono situazioni che si possono verificare all'interno della relazione terapeutica. Qualora decidesse di affrontare l'argomento con la collega magari potrebbero emergere degli spunti di riflessione. Cordiali Saluti, Dr. Paolo Mirri
Gentile utente, la curiosità penso si legittima è comprensibile dopo tutto i pazienti si mettono a nudo con tutte le loro fragilità e vulnerabilità, il/la terapeuta accoglie tutto ciò. Quando noi ci apriamo a qualcuno è normale desiderare di sapere qualcosa sull'altra persona. La relazione paziente-terapeuta può far emergere questi elementi. Come anche altri colleghi hanno detto, potrebbe essere importante e utile che lei porti questo elemento in terapia. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, credo sia veramente utile poter condividere con la sua psicologa quanto sperimentato a livello affettivo e relazionale. Le sensazioni da lei riferite rappresentano degli elementi essenziali del processo terapeutico.
Un caro saluto,
Dr. Omar Isa
Buonasera,

È positivo che abbia trovato la terapia con la sua psicologa di grande aiuto e che abbia raggiunto un punto in cui si sente più sicuro di camminare da solo. È normale che, dopo un anno di terapia, si sviluppi una certa curiosità riguardo alla persona del terapeuta. E' importante gestire questa curiosità in modo appropriato e rispettoso.

Una buona idea potrebbe essere quella di iniziare una conversazione con la sua psicologa in merito a queste questioni. Potrebbe iniziare dicendo qualcosa del tipo: "Vorrei condividere alcune riflessioni con lei riguardo al nostro percorso terapeutico e alle mie sensazioni attuali". Questo le darà l'opportunità di aprire una discussione su argomenti come il suo progresso nella terapia, il suo desiderio di continuare in autonomia e la sua curiosità riguardo alla sua psicologa.

Ricordi che la psicologa è lì per aiutarla, quindi esprimere queste preoccupazioni è parte integrante del processo terapeutico. Inoltre, la sua psicologa sarà in grado di gestire la situazione in modo professionale e potrebbe offrire una prospettiva preziosa su come affrontare queste questioni e come garantire una transizione adeguata quando deciderà di concludere il percorso terapeutico.

In generale, aprire una conversazione onesta e aperta con la sua psicologa è un passo importante per chiudere il percorso terapeutico in modo positivo e costruttivo. Sono sicuro che, insieme alla sua psicologa, troverà una soluzione che le permetterà di affrontare queste questioni in modo soddisfacente.

Cordialmente,

Dott.ssa Laura Sozio
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Gentile utente , grazie per questa preziosa condivisione , come già sottolineato dai colleghi, credo sia importante comunicare alla sua terapeuta i suoi vissuti , si ricordi che lo farà in uno spazio protetto , con una professionista che saprà seguirla al meglio nel processo . E' importante la fiducia nella relazione co-creata , la sua terapeuta fornirà un feedback autentico sulle dinamiche di trasferimento che emergono durante la terapia. Questo le sarà senz'altro utile per comprendere meglio come il passato ad esempio possa influenzare la sua percezione del terapeuta e come queste dinamiche possano riflettersi nella sua vita quotidiana. Cordialmente Dott.ssa R.B
Gentilissimo, li affronti serenamente:) parli di se e di voi, come certamente ha già avuto modo di fare nel vostro fruttuoso percorso. un caro saluto.

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