è da 4 mesi che vado avanti con problemi con il cibo, sono passata da abbuffarmi e vomitare ad avere
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è da 4 mesi che vado avanti con problemi con il cibo, sono passata da abbuffarmi e vomitare ad avere paura di alcuni cibi, i miei non sanno niente e non gli interessa, io non so cosa fare, perché sono sempre in vacanza e mi vengono attacchi di panico quando devo mangiare cibi che non mi sono prefissata di mangiare, consigli?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Gentile utente ,
comprendo le sue preoccupazioni.
I disturbi alimentari vanno trattati in maniera personalizzata, è un sistema che si automantiene.
L’automonitoraggio ha due finalità:
l’aiuterà a identificare con precisione ciò che sta accadendo momento per momento e giorno dopo giorno.
L’aiuterà a cambiare diventando consapevole di quello che sta facendo, pensando nel momento stesso in cui le cose accadono imparerà che ha delle scelte, e che alcune cose che pensava fossero automatiche e fuori dal controllo, con attenzione, impegno e pratica possono essere modificate.
Rimango a sua disposizione anche online . Dott.ssa Rosa Argenti
comprendo le sue preoccupazioni.
I disturbi alimentari vanno trattati in maniera personalizzata, è un sistema che si automantiene.
L’automonitoraggio ha due finalità:
l’aiuterà a identificare con precisione ciò che sta accadendo momento per momento e giorno dopo giorno.
L’aiuterà a cambiare diventando consapevole di quello che sta facendo, pensando nel momento stesso in cui le cose accadono imparerà che ha delle scelte, e che alcune cose che pensava fossero automatiche e fuori dal controllo, con attenzione, impegno e pratica possono essere modificate.
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Gentile utente è molto importante che lei abbia sentito la necessità di chiedere aiuto e sostegno circa la sua problematica.
Rendersi conto che esiste un disagio legato al comportamento alimentare è il primo ed essenziale passo verso una comprensione delle cause e una risoluzione del problema.
I disordini del comportamento alimentare sono molto diffusi tra i giovani (immagino che lei sia molto giovane) e in motivi sono quasi esclusivamente di origine mentale. Si acquisiscono abitudini sbagliate di mangiare e di rapportarsi con il cibo con conseguenze molto pericolose sul piano fisico.
L'intervento dello psicologo le potrà essere molto utile per iniziare un percorso di riconnessione mente-corpo, in cui il comportamento alimentare torna ad avere la sua funzione principale, cioè il sostentamento, e smette di essere una devianza comportamentale dovuta a un disagio psicologico ascrivibile a sindromi come l'ansia, lo stress cronico e perfino la depressione. Ecco perché è urgente che lei trovi il modo di farsi aiutare nell'affrontare questa situazione.
Mi dispiace leggere quanto scrive a proposito dei suoi genitori., soprattutto quando afferma che a loro non interessano i suoi problemi con il cibo. Se lei è minorenne può rivolgersi senza problemi a uno dei Centri dei Disturbi Alimentari sparsi in tutta Italia, ogni regione ha il suo centro di riferimento. Ma se ha anche la forza di coinvolgere i suoi genitori in questo tentativo di farsi aiutare avrà un supporto in più.
Nel chiedere aiuto su questa piattaforma ha dimostrato coraggio e consapevolezza del problema. Abbia lo stesso coraggio e consapevolezza nel chiedere aiuto concreto a chi è specializzato nel settore e certamente saprà cambiare la sua situazione così fortemente invalidante e pericolosa per la sua salute e per la sua vita.
Resto a sua disposizione per qualsiasi tipi di informazione o chiarimento. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Rendersi conto che esiste un disagio legato al comportamento alimentare è il primo ed essenziale passo verso una comprensione delle cause e una risoluzione del problema.
I disordini del comportamento alimentare sono molto diffusi tra i giovani (immagino che lei sia molto giovane) e in motivi sono quasi esclusivamente di origine mentale. Si acquisiscono abitudini sbagliate di mangiare e di rapportarsi con il cibo con conseguenze molto pericolose sul piano fisico.
L'intervento dello psicologo le potrà essere molto utile per iniziare un percorso di riconnessione mente-corpo, in cui il comportamento alimentare torna ad avere la sua funzione principale, cioè il sostentamento, e smette di essere una devianza comportamentale dovuta a un disagio psicologico ascrivibile a sindromi come l'ansia, lo stress cronico e perfino la depressione. Ecco perché è urgente che lei trovi il modo di farsi aiutare nell'affrontare questa situazione.
Mi dispiace leggere quanto scrive a proposito dei suoi genitori., soprattutto quando afferma che a loro non interessano i suoi problemi con il cibo. Se lei è minorenne può rivolgersi senza problemi a uno dei Centri dei Disturbi Alimentari sparsi in tutta Italia, ogni regione ha il suo centro di riferimento. Ma se ha anche la forza di coinvolgere i suoi genitori in questo tentativo di farsi aiutare avrà un supporto in più.
Nel chiedere aiuto su questa piattaforma ha dimostrato coraggio e consapevolezza del problema. Abbia lo stesso coraggio e consapevolezza nel chiedere aiuto concreto a chi è specializzato nel settore e certamente saprà cambiare la sua situazione così fortemente invalidante e pericolosa per la sua salute e per la sua vita.
Resto a sua disposizione per qualsiasi tipi di informazione o chiarimento. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile Amica,
la sua situazione è davvero molto seria e la invito a rivolgersi il prima possibile ad uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari.
Se non ha ancora 18 anni, e non vuole rivolgersi ai suoi genitori, cerchi un adulto di cui si fida con cui parlare e con cui farsi accompagnare a parlarne cn i suoi genitori.
Non trascuri la sua salute! E abbia fiducia: riuscirà a superare questa difficoltà.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
la sua situazione è davvero molto seria e la invito a rivolgersi il prima possibile ad uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari.
Se non ha ancora 18 anni, e non vuole rivolgersi ai suoi genitori, cerchi un adulto di cui si fida con cui parlare e con cui farsi accompagnare a parlarne cn i suoi genitori.
Non trascuri la sua salute! E abbia fiducia: riuscirà a superare questa difficoltà.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Gentile utente, la ringrazio per averci scritto e raccontato la sua esperienza. Sarebbe auspicabile per lei potersi rivolgere ad uno/una psicoterapeuta o eventualmente ad un centro per disturbi alimentari. Provi a richiedere un primo colloquio e poi con il terapeuta capire come muoversi. Se è minorenne può chiedere informazioni al suo medico di base.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Gentile utente, non ho capito bene la sua età ma credo che sia molto giovane visto che accenna ai genitori. Credo che debba trovare il coraggio di parlarne con qualcuno di cui si fida se proprio non riesce a parlarne con i suoi genitori. I pensieri sul cibo possono diventare un’ossessione nella sua testa e la costringono a compiere azioni che di conseguenza possono diventare pericolose per il suo benessere fisico e mentale..Sta agendo cercando di “controllare” quello che mangia e se non riesce …le vengono attacchi di ansia …per interrompere al più presto questo circolo deve rivolgersi ad uno specialista, magari chieda anche ad un consultorio famigliare un aiuto che sicuramente la sapranno indirizzare.
Gentilissima
Mi dispiace molto per la situazione che sta attraversando il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi il prima possibile ad un professionista per capire meglio la causa che si nasconde dietro al suo malessere e poter risolvere al più presto il problema poiché più aspetta e più sarà difficile venirne fuori da tale situazione in quanto i disturbi alimentari sono molto complessi
Resto a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa solano giusy
Mi dispiace molto per la situazione che sta attraversando il consiglio che le posso dare è quello di rivolgersi il prima possibile ad un professionista per capire meglio la causa che si nasconde dietro al suo malessere e poter risolvere al più presto il problema poiché più aspetta e più sarà difficile venirne fuori da tale situazione in quanto i disturbi alimentari sono molto complessi
Resto a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa solano giusy
Buongiorno e grazie per la sia condovisione. Il mio consiglio è la psicoterapia.non vi è null altro di più intelligente che si possa fare. Un caro saluto e buone vacanze:)
Buongiorno, ha fatto bene a scrivere qui. Visto che è riuscita ad individuare il problema e che tutto sommato è ancora all'inizio le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico il prima possibile, prima che il disturbo alimentare si strutturi del tutto. Più va avanti, infatti, più sarà faticoso tornare indietro. Se posso continuare, inoltre, le consiglierei un approccio poco direttivo e che vada in profondità perchè sarà centrale dedicare una parte del lavoro alla gestione degli stati emotivi oltre che agire su alcuni tratti di personalità.
Devi subito rivolgerti ad un centro specializzato in disturbi dell'alimentazione e/o iniziare un percorso psicologico. E' molto importante la tua richiesta di aiuto fatta qui, ma devi riuscire a trovare un aiuto adeguato. Il passo più importante, renderti conto di avere un problema, lo hai fatto, ora non fermarti e fatti aiutare. Se non riesci a parlare coi tuoi cerca un centro che possa aiutarti ed indirizzarti. In bocca a lupo! Un saluto
Buongiorno, se non è ancora maggiorenne provi a parlarne con un adulto significativo che possa supportarla nella condivisione del suo malessere con i suoi genitori.
È stata molto coraggiosa e consapevole a rendersi conto delle sue difficolta con il cibo e a condividerle con noi.
È importante approfondire la sintomatologia e il suo comportamento rispetto all’alimentazione in relazione alla sua storia di vita per comprenderne il significato, le cause, i fattori che contribuiscono al mantenimento di queste difficoltà.
Se è maggiorenne può rivolgersi ai centri specializzati o a un professionista privato.
Nei disturbi alimentari molto spesso le persone provano ansia rispetto ad alcuni cibi, ciò li porta ad evitarli sistematicamente e/o ad adottare delle condotte compensative a causa del senso di colpa e della vergogna (esempio, vomito) per averli dovuti mangiare in varie circostanze sociali (come in vacanza).
Ogni comportamento disfunzionale relativo all’alimentazione è la punta di un iceberg che nasconde una sofferenza profonda che merita ascolto da parte di un professionista con cui potrà strutturare un percorso di cura.
Molto spesso si tratta di una fame emotiva che serve per far fronte ad emozioni molto intense. Il cibo è il mezzo attraverso cui si manifesta un proprio malessere psichico. In estate tutto ciò diventa ancora più difficile da gestire.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
È stata molto coraggiosa e consapevole a rendersi conto delle sue difficolta con il cibo e a condividerle con noi.
È importante approfondire la sintomatologia e il suo comportamento rispetto all’alimentazione in relazione alla sua storia di vita per comprenderne il significato, le cause, i fattori che contribuiscono al mantenimento di queste difficoltà.
Se è maggiorenne può rivolgersi ai centri specializzati o a un professionista privato.
Nei disturbi alimentari molto spesso le persone provano ansia rispetto ad alcuni cibi, ciò li porta ad evitarli sistematicamente e/o ad adottare delle condotte compensative a causa del senso di colpa e della vergogna (esempio, vomito) per averli dovuti mangiare in varie circostanze sociali (come in vacanza).
Ogni comportamento disfunzionale relativo all’alimentazione è la punta di un iceberg che nasconde una sofferenza profonda che merita ascolto da parte di un professionista con cui potrà strutturare un percorso di cura.
Molto spesso si tratta di una fame emotiva che serve per far fronte ad emozioni molto intense. Il cibo è il mezzo attraverso cui si manifesta un proprio malessere psichico. In estate tutto ciò diventa ancora più difficile da gestire.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buonasera. Mi dispiace per le difficoltà che sta vivendo in relazione al cibo, che sta sperimentando da qualche mese e in diverse forme. Il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per esplorare più a fondo la sua esperienza dando voce ai suoi vissuti e ai suoi sentimenti, e valutare la possibilità di iniziare un percorso attraverso il quale poter ristabilire il suo equilibrio ed il suo benessere. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buonasera, credo che si possa trattare di un disturbo alimentare e se così fosse è da curare il prima possibile. Parli con i suoi genitori e si rivolga, prima possibile, ad un centro specializzato per una valutazione adeguata della situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Ti ringrazio per aver condiviso questo tuo momento difficile. Le tue parole rivelano una situazione molto complessa e dolorosa che riguarda il tuo rapporto con il cibo. Non posso immaginare quanto possa essere stressante per te, specialmente in un contesto come quello delle vacanze, dove il cibo spesso gioca un ruolo centrale.
Prima di tutto, voglio sottolineare che è estremamente importante parlare di questa situazione con un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, che possa valutare accuratamente la tua situazione e offrirti un supporto adeguato.
Detto questo, ecco alcuni spunti generali che potrebbero aiutarti:
Parla con Qualcuno di Fidato: Se possibile, trova una persona di fiducia con cui puoi condividere ciò che stai vivendo. Può essere un amico, un insegnante, o anche un supporto professionale.
Cerca di Capire le Tue Paure: Prova a riflettere su cosa ti spaventa di determinati cibi. Comprendere l'origine della paura può essere il primo passo per affrontarla.
Fai Piccoli Passi: Se c'è un cibo che ti spaventa, potresti provare ad avvicinarti gradualmente a esso, iniziando con porzioni molto piccole o combinandolo con cibi che ti senti a tuo agio nel mangiare.
Considera l'Aiuto Professionale: Dato che questa situazione sta avendo un impatto significativo sulla tua vita, sarebbe molto utile cercare l'aiuto di uno specialista in disturbi alimentari. La terapia può fornire strumenti e supporto personalizzati per aiutarti a superare queste sfide.
Evita di Auto-Diagnosticarti: È comprensibile cercare risposte su Internet o in libri, ma solo un professionista può valutare accuratamente la tua situazione e fornire un trattamento adeguato.
Ricorda, non c'è vergogna nel chiedere aiuto, e cercare supporto professionale potrebbe essere il passo più importante per iniziare a guarire. Questa risposta è solo un suggerimento generale e non può sostituire una consulenza professionale. Se la situazione continua a peggiorare, ti prego di cercare aiuto professionale al più presto.
Ti auguro tutto il meglio nel tuo percorso di guarigione. Sei una persona forte e coraggiosa, e credo fermamente che tu possa trovare la via verso il benessere.
Con affetto e sostegno,
Ilaria
Prima di tutto, voglio sottolineare che è estremamente importante parlare di questa situazione con un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, che possa valutare accuratamente la tua situazione e offrirti un supporto adeguato.
Detto questo, ecco alcuni spunti generali che potrebbero aiutarti:
Parla con Qualcuno di Fidato: Se possibile, trova una persona di fiducia con cui puoi condividere ciò che stai vivendo. Può essere un amico, un insegnante, o anche un supporto professionale.
Cerca di Capire le Tue Paure: Prova a riflettere su cosa ti spaventa di determinati cibi. Comprendere l'origine della paura può essere il primo passo per affrontarla.
Fai Piccoli Passi: Se c'è un cibo che ti spaventa, potresti provare ad avvicinarti gradualmente a esso, iniziando con porzioni molto piccole o combinandolo con cibi che ti senti a tuo agio nel mangiare.
Considera l'Aiuto Professionale: Dato che questa situazione sta avendo un impatto significativo sulla tua vita, sarebbe molto utile cercare l'aiuto di uno specialista in disturbi alimentari. La terapia può fornire strumenti e supporto personalizzati per aiutarti a superare queste sfide.
Evita di Auto-Diagnosticarti: È comprensibile cercare risposte su Internet o in libri, ma solo un professionista può valutare accuratamente la tua situazione e fornire un trattamento adeguato.
Ricorda, non c'è vergogna nel chiedere aiuto, e cercare supporto professionale potrebbe essere il passo più importante per iniziare a guarire. Questa risposta è solo un suggerimento generale e non può sostituire una consulenza professionale. Se la situazione continua a peggiorare, ti prego di cercare aiuto professionale al più presto.
Ti auguro tutto il meglio nel tuo percorso di guarigione. Sei una persona forte e coraggiosa, e credo fermamente che tu possa trovare la via verso il benessere.
Con affetto e sostegno,
Ilaria
Buongiorno,
Potrebbe prendersi cura di questo suo malessere iniziando un percorso di psicoterapia. Contatti quanto prima uno specialista, vedrà potrà aiutarla ad affrontare la situazione qui descritta.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Potrebbe prendersi cura di questo suo malessere iniziando un percorso di psicoterapia. Contatti quanto prima uno specialista, vedrà potrà aiutarla ad affrontare la situazione qui descritta.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buon pomeriggio, l'azione stessa di scrivere sul portale e chiedere un aiuto, è segno di grande consapevolezza della non sana situazione che si sta andando a generare nel suo rapporto col cibo ed è un ottimo punto di partenza. Le consiglio di non sottovalutare la cosa perchè nonostante strategie che possiamo mettere in atto in modo autonomo, anche se apparentemente funzionanti ma altamente illusorie, arriverà il momento in cui ci sentiremo del tutto perduti; possiamo agire prima che questo momento arrivi. Si rivolga a uno specialista per comprendere al meglio il quadro completo della situazione e capire come agire, resto a disposizione per qualsiasi necessità. Dott.ssa Marzia
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. Spesso spostiamo sul cibo qualcosa che ci fa soffrire e stare male a livello emotivo, e credo che sia quello che le sta succedendo in questo momento. Sposta sul cibo un disagio interiore che non sa come affrontare. Il mio consiglio è di intraprendere un percorso, per poter affrontare il problema che realmente la affligge e liberare il cibo dal ruolo che ha ricoperto. Se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti resto a disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno la sua situazione è seria e la invito a rivolgersi il prima possibile ad uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari (DCA). Se non ha ancora 18 anni, e non vuole rivolgersi ai suoi genitori, cerchi un adulto di cui si fida con cui parlare e con cui farsi accompagnare a parlarne cn i suoi genitori. Non trascuri la sua salute! E abbia fiducia: riuscirà a superare questa difficoltà.
Mi sembra che stia attraversando un momento molto difficile, in cui il rapporto con il cibo è diventato fonte di grande sofferenza e preoccupazione. È importante riconoscere la fatica che sta vivendo, così come il coraggio che ha dimostrato nel parlarne qui.
La invito a riflettere su cosa queste difficoltà potrebbero rappresentare per lei in questo momento della sua vita. Che significato potrebbe avere, per lei, il controllo sul cibo? Potrebbe essere legato a un bisogno di trovare equilibrio o stabilità in mezzo a eventuali incertezze?
Inoltre, ha accennato al fatto che i suoi genitori non sembrano coinvolti. Si sente sola nell’affrontare tutto questo? Potrebbe essere utile, per cominciare, individuare qualcuno di fidato con cui condividere ciò che sta vivendo. Forse un amico, un familiare o uno specialista che possa ascoltarla senza giudizio.
Le consiglio di considerare la possibilità di rivolgersi a uno psicologo o a uno specialista in disturbi alimentari: lavorare insieme a una figura esperta potrebbe aiutarla a esplorare meglio il significato di questi comportamenti e a trovare modalità per alleviare il disagio. Non è necessario affrontare tutto questo da sola.
Un caro saluto
La invito a riflettere su cosa queste difficoltà potrebbero rappresentare per lei in questo momento della sua vita. Che significato potrebbe avere, per lei, il controllo sul cibo? Potrebbe essere legato a un bisogno di trovare equilibrio o stabilità in mezzo a eventuali incertezze?
Inoltre, ha accennato al fatto che i suoi genitori non sembrano coinvolti. Si sente sola nell’affrontare tutto questo? Potrebbe essere utile, per cominciare, individuare qualcuno di fidato con cui condividere ciò che sta vivendo. Forse un amico, un familiare o uno specialista che possa ascoltarla senza giudizio.
Le consiglio di considerare la possibilità di rivolgersi a uno psicologo o a uno specialista in disturbi alimentari: lavorare insieme a una figura esperta potrebbe aiutarla a esplorare meglio il significato di questi comportamenti e a trovare modalità per alleviare il disagio. Non è necessario affrontare tutto questo da sola.
Un caro saluto
Buongiorno, spesso la sofferenza è invisibile agli occhi degli altri ma le assicuro che, se ne parla con un professionista, verrà accolta e validata. La sofferenza psicologica è importante tanto quanto quella fisica ed è per questo che la invito a prendere appuntamento per intraprendere un percorso di psicoterapia per la risoluzione delle sue problematiche riportate.
La attendiamo a braccia aperte. Un caro saluto e Le auguro buon tutto!
La attendiamo a braccia aperte. Un caro saluto e Le auguro buon tutto!
Buongiorno , le consiglio un consulto psicologico per verificare e capire i motivi alla base dei sintomi per poi gestirli meglio.
Rimango a sua disposizione,
dottoressa Andreozzi Jasmine
Rimango a sua disposizione,
dottoressa Andreozzi Jasmine
Buongiorno, le difficoltà con il cibo possono portare allo sviluppo di disturbi alimentari che portano con sè tanti aspetti diversi. E' consigliabile iniziare una terapia integrata con psicologo e dietologo/nutrizionista per andare a fondo del problema ed uscirne. Resto a disposizione.
Gentilissima,
Ti ringrazio per la domanda e per lo sfogo.
Convivere con problematiche relative al cibo può essere debilitante, ma riconoscerlo è già un primo passo.
Consiglierei di parlarne con un professionista: affrontare un percorso psicologico permette di fare luce su alcuni aspetti della nostra vita che influenzano le nostre azioni, le nostre paure e via dicendo; ed è da qui che, passo dopo passo, si può stare meglio.
Un saluto.
Ti ringrazio per la domanda e per lo sfogo.
Convivere con problematiche relative al cibo può essere debilitante, ma riconoscerlo è già un primo passo.
Consiglierei di parlarne con un professionista: affrontare un percorso psicologico permette di fare luce su alcuni aspetti della nostra vita che influenzano le nostre azioni, le nostre paure e via dicendo; ed è da qui che, passo dopo passo, si può stare meglio.
Un saluto.
Salve, grazie per aver condiviso un suo vissuto cosi delicato. Mi dispiace davvero che tu stia vivendo tutto questo. Quello che descrivi non è una “fase” né un capriccio: sono segnali seri di sofferenza e meritano attenzione e aiuto.
Prima di tutto voglio dirti una cosa molto chiara:
Non sei sbagliata. Non sei debole. E non sei sola, anche se in questo momento ti senti così. Da quello che racconti si riconoscono alcune cose importanti:
episodi di abbuffate e vomito (comportamenti di compenso)
passaggio a paura del cibo e a cibi “permessi / vietati”
ansia e attacchi di panico legati al mangiare
sensazione di non avere supporto dai tuoi genitori
questo succede da 4 mesi, quindi non è episodico, e compromette la sua quotidianità.
Iniziando un percorso di supporto psicologico ( online o in presenza) può iniziare ad avere più consapevolezza del suo rapporto con il cibo, legato ad emozioni e mancanze emotive, da valutare durante il percorso verso un cambiamento. Resto a sua disposizione.
Prima di tutto voglio dirti una cosa molto chiara:
Non sei sbagliata. Non sei debole. E non sei sola, anche se in questo momento ti senti così. Da quello che racconti si riconoscono alcune cose importanti:
episodi di abbuffate e vomito (comportamenti di compenso)
passaggio a paura del cibo e a cibi “permessi / vietati”
ansia e attacchi di panico legati al mangiare
sensazione di non avere supporto dai tuoi genitori
questo succede da 4 mesi, quindi non è episodico, e compromette la sua quotidianità.
Iniziando un percorso di supporto psicologico ( online o in presenza) può iniziare ad avere più consapevolezza del suo rapporto con il cibo, legato ad emozioni e mancanze emotive, da valutare durante il percorso verso un cambiamento. Resto a sua disposizione.
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