ciao, vi contatto non per un consulto ma per una spiegazione perché sono una studentessa di psicolog

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ciao, vi contatto non per un consulto ma per una spiegazione perché sono una studentessa di psicologia, e mi sto trovando in difficoltà nel concepire un concetto, riguardante il disturbo ossessivo compulsivo. Appunto si tratta di questo disturbo che nella maggior parte dei casi è di elevata gravità perchè può andare a compromettere la vita dell'individuo etc., però ho anche studiato(lo dirò in parole povere) che esistono anche dei casi meno gravi, in cui le ossessioni possono essere simbolo di disagio psicologico; ecco io non riesco a capire quale sia la differenza tra coloro che hanno effettivamente il disturbo e quelli che invece ne hanno uno sottosoglia. E addirittura in certi casi si è notato che le ossessioni se ne vanno via da sole, se riusciste a farmi un po di chiarezza perchè per quanto lo studi non riesco a capire bene come sia possibile questa differenza psicofisica, scusate il disturbo.
Cara futura collega, sicuramente il tema è ampio e complesso e sicuramente in letteratura trovi tantissime informazione. Vorrei darti uno spunto. La classificazione di DOC segue molto la scia "medica" e sistema diagnostico nosografico come il DMS. Questo è utilissimo per farsi un idea e per poter comunicare tra professionisti diversi (psicologo, medici, psichiatri ecc).. Considera che non è tutto bianco o nero. I sintomi possono non esserci tutti, possono avere un'intensità diversa, possono apparire quando la persona è più affaticata e ridursi quando è più tranquilla ecc. Se segui un approccio dinamico, vedi questi sintomi come l'espressione di una fatica ma soprattutto vai a lavorare anche sulla personalità. Una persona che ha dei comportamenti compulsivi potrebbe non avere delle ossessioni e potrebbe avere una personalità dipendente ad esempio. Ti invito a leggere il PDM e la SWAP o la diagnosi Psicoanalitica della McWilliams per farti un'idea più ampia. In bocca al lupo.

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Buongiorno, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni, ovvero pensieri indesiderati difficili o impossibili da scacciare, e compulsioni, ovvero comportamenti ripetuti che servono a ridurre l'ansia. Questi sintomi possono causare un forte disagio poiché interferiscono con la vita quotidiana. Tuttavia, come ha giustamente notato, non tutti i casi di DOC sono uguali e alcuni possono manifestarsi sottosoglia, ovvero con sintomi meno intensi o meno pervasivi. Non esiste un confine netto per decretare se un disturbo è grave o meno, ma si può considerare un continuum che varia in base alla gravità dei sintomi e all'impatto sulla vita quotidiana.

Per quanto riguarda l'aspetto della cura, è importante sottolineare che, come in molti altri disturbi, le terapie psicologiche possono essere una fonte di cura efficace ma non l'unica. Inoltre, il fatto che le ossessioni "si vadano via da sole" dipende molto dalle singole situazioni e dal contesto in cui si manifestano i sintomi. Infine, manuali come il PDM o la SWAP sono strumenti utili per avere una descrizione più approfondita dei disturbi e delle loro caratteristiche, andando oltre la semplice nomenclatura di sintomi e incasellamenti nosografici.

Spero di essere stato chiaro nelle mie spiegazioni, rimango a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti, DM.
Carissima futura collega,

effettivamente il tema è ampio e complesso, proprio come sottolineato dalla dott.ssa Mandelli.

Se volessimo iper-semplificare a fini didattici la differenza tra un disturbo mentale vero e proprio e uno “sottosoglia” sta in parte nella gravità dei sintomi e in quanto questi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in varie aree di vita.

Facciamo un esempio. Tutti noi, nessuno escluso, facciamo esperienza di pensieri intrusivi e indesiderati nelle nostre giornate. La differenza tra chi presenta dei semplici pensieri intrusivi e chi delle vere e proprie ossessioni (sono due cose diverse) sta proprio nella frequenza di questi pensieri, quanto spesso si presentano alla mente, quanto sono percepiti come incontrollabili e ingestibili, quanto tempo e spazio mentale occupano nella nostra giornata e quanto influenzano negativamente il benessere o il funzionamento di vita (ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti).

Un riferimento bibliografico semplice e al tempo stesso molto esaustivo sui disturbi psicologici (DOC compreso) è il libro “Psicologia clinica” di Hanwell e Damour. Qui ci sono anche capitoli specifici che definiscono cos’è la psicopatologia, come si spiega e come si classifica.

Spero di essere stato d’aiuto e ti auguro buono studio.

Un caro saluto,
Dott. Dimitri Abate
Io non parlerei di differenza psicofisica...
Semplicemente, i disturbi (con le loro manifestazioni sintomatiche) puoi immaginarli su un continuum che va da più a meno grave...
I sintomi presenti nel DOC possono essere costituiti da:
-ossessioni
-compulsioni
-entrambe le cose

Va da sé che, se ci sono sia ossessioni che compulsioni, il disturbo risulterà più grave e compromettente la vita della persona...
Non entro in merito ad altre differenze descrittive da manuale (ex. disturbo anancastico di personalità)...

Spero di essere stata utile
Un caro saluto
Dr E. Nola

Oltre a quanto condiviso dai colleghi, un concetto che può indirizzarti è anche la distinzione tra DOC in quanto disturbo (DSM) e stile di personalità (quello che tu intendi come "sottosoglia").
Lo stile di personalità (diverso dal disturbo) si può manifestare ad esempio con la confusione e la ruminazione. Questa condizione è meglio gestita dalla persona che è capace di auto-rassicurarsi rispetto la veridicità dei proprio pensieri (agisce controllo protettivo). Nel DOC il pensiero sembra essere reale per cui interviene la compulsione per gestirlo e controllarlo.
Gentile utente, dalle sue parole penso che il concetto chiave su cui bisogna concentrarsi è la differenza tra "disturbo", "sottosoglia","funzionamento" e "sintomo".
Il sintomo è una manifestazione, una risposta a qualcosa ed è normale che vi sia una risposta come tentativo di gestione degli eventi.
Per indole e storia personale tendiamo ad avere sintomi organizzati intorno a dei tipi ed è qui che parliamo di funzionamento (ossessivo, narcisista, paranoide etc), tutti noi abbiamo uno o più funzionamenti e fa parte del modo di essere, in alcuni momenti manifestiamo dei sintomi in altri momenti ne manifestiamo altri.
Quando un funzionamento comincia ad essere un po' rigido, ovvero che i sintomi di quel tipo cominciano ad aumentare e perdurano nel tempo, si può cominciare a valutare l'ipotesi di un disturbo sottosoglia, ovvero la presenza di sintomi comincia a prefigurare una sofferenza dell'individuo.
In caso di un irrigidimento ulteriore si parla di disturbo, in questo caso i sintomi non sono più una risposta contestuale agli eventi ma una presenza costante, l'irrigidimento viene quindi rappresentato dal fatto che il funzionamento dell'individuo permea tutti i contesti in maniera indiscriminata essendo sempre attivo e non più reattivo agli eventi.
Una persona con sintomi ossessivi può essere inquadrata come persona con funzionamento ossessivo, funzionamento che in momenti di vita diverso potrebbe essere più o meno presente in base appunto a situazioni di disagio e/o sofferenza. In caso di sofferenza importante potrebbe sfocciare in un disturbo ossessivo-compulsivo sottosoglia o addirittura un disturbo vero e proprio. Psicoterapia e farmacoterapia mirano a far regredire il disturbo ad un funzionamento, ovvero ad una situazione di disagio e sofferenza gestibili.
Il beneficio specifico della psicoterapia è sviluppare risorse e strumenti per riconoscere quando la sofferenza sta diventando troppa, quali siano le situazioni che generano sofferenza e come gestire tale sofferenza in modo che non diventi troppa.
Spero di essere stato chiaro, se avesse altri dubbi o necessità di approfondire mi scriva pure in chat e ne parliamo

Dottor Mauro Simonetti
Buonasera cara futura collega. I tuoi dubbi hanno il vantaggio di evidenziare la complessità sia dell'essere umano che della diagnosi psicologica. Ogni individuo puo' avere sintomi che si manifestino in modo più o meno aderente a come essi vengono descritti nel DSM. La descrizione serve a dare preziosi riferimenti , ma il quadro sindromico, cioè il gruppo di sintomi può variare, nel senso che i sintomi possono non essere presenti tutti e anche la loro intensità può essere diversa in funzione di come è la sua storia, di come sono le condizioni e la fase evolutiva che la persona sta vivendo. Ad esempio durante la fase adolescenziale potrebbero manifestarsi in un ragazzo/a in maniera acuta e intensa alcuni sintomi che potrebbero stemperarsi e quindi non risultare fonte di grande sofferenza o di impedimento al funzionamento nel giovane adulto, per poi scomparire nella maturità. Spero di essere stata chiara e spero perdonerai la sintesi . Spero insieme ai colleghi che ti hanno risposto e ti risponderanno di esserti stata utile. Tantissimi auguri .
Cara studentessa
Tutti i disturbi possono avere differenti intensità in relazione a quanto compromettono la vita di una persona.
L' intervento psicologico spesso mira ad una diminuzione dei sintomi e della compromissione oltre che ad individuarne le cause. Buon proseguimento
Ciao e complimenti per il tuo percorso. Fare domande di cui si è interessati è un ottimo modo per approcciare al tema, denota curiosità e motivazione. nel disturbo ossessivo compulsivo, la gravità viene ricondotta al non essere consapevole del disturbo e non solo nel non riuscire a controllarlo. Un aspetto fondamentale di questo disturbo (ma non solo di questo) è considerarel'egosintonia o egodistonia. Se il disturbo è egodistonico, ossia il pz ci sta male, è infastidito dalle ossessioni, ne soffre, siamo più vicini alla possibilità di trattare il disturbo in modo soddisfacente. Quando il disturbo è egosintonico, cioè il pz non ravvisa stranezza in quello che pensa o fa (per esempio pulisce in modo ossessivo 50 volte il bagno perchè crede che ci siano microbi e che siano gli altri a non vedere o a non capire la sua modalità, non vedendoci nulla di strano), siamo in un ambito più complesso, perchè la manifestazione de l disturbo e soprattutto i comportamenti non vengono messi in discussione. In quest'ottica, dal covid in poi sono aumentati tantissimo i casi di ossessioni di pulizia in persone che avevano già una predisposizione al tema.
In bocca al lupo per i tuoi studi
Buonasera, ogni disturbo vira da un polo nevrotico a quello psicotico. L'altra distinzione concerne la differenza fra sintomi e strutture di personalità. È un discorso complesso ma spesso di esserti stata utile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Io suggerisco di fare riferimento al tema del continuum tra "sano" e "patologico" che cambia non solo in culture diverse ma anche in persone diverse; intendo dire che conta molto quanto il sintomo incide nella vita ordinaria delle persone, quanto diventa invalidante, specie un disturbo come quello ossessivo-compulsivo che potrebbe riguardare migliaia di persone se allargassimo la forbice ad alcuni comportamenti ripetitivi e poco giustificati della nostra giornata. Spero di averla aiutata. Resto a disposizione. Dottor Montanaro
Gentile, faccio qualche considerazione per distinguere i casi. Prima di tutto è importante sottolineare che è molto complesso distinguere in modo netto ciò che è disturbo e ciò che non lo è, ma in questo caso si può usare il criterio del DSM secondo cui le ossessioni e le compulsioni fanno "consumare tempo" o causano disagio o compromissione del funzionamento. Parto da qui perché nella pratica clinica ho osservato pazienti ossessivi gravi che perdevano le ore dietro le loro ossessioni, alcuni mettendo alla fine in atto compulsioni di vario tipo, altri non necessariamente. In ogni caso queste ossessioni interferivano significativamente con il funzionamento in varie aree di vita, es. il lavoro. Le ossessioni e le compulsioni sottosoglia le può considerare tali se non compromettono in modo significativo il funzionamento, non fanno perdere un tempo considerevole. Il punto qui è quanto il sintomo incida sulla vita della persona, nel secondo caso la persona riesce a funzionare e ad adattarsi alle diverse aree di vita nonostante i sintomi.
Va precisato che il grado di interferenza o disagio è qualcosa di soggettivo e dipende da diversi fattori che riguardano la persona, storia, risorse, aspetti biologici etc. Un elemento molto rilevante è il livello di funzionamento su cui si innesta il sintomo (il PDM-2 distingue 4 livelli di funzionamento, dal sano allo psicotico). Sintomi ossessivi e compulsivi in una persona psicotica avranno probabilmente un impatto diverso rispetto ad una persona nevrotica e si esprimeranno in un modo bizzarro, perlopiù egosintonico. Il DOC su una base psicotica è, ad esempio, l'uomo dei topi di Freud, che con i criteri di oggi non potremmo definire nevrotico.
In ultimo, è utile sottolineare che qualsiasi sintomo può "rientrare" perché i sintomi possono essere l'espressione di una perdita dell'equilibrio tra la capacità della persona di adattarsi e lo stress che generalmente vive (si possono fare considerazioni dinamiche ma non so se ha senso in questa sede), quindi capita, a volte, che le condizioni di vita migliorino e il sintomo sparisca.
Buongiorno. Le diagnosi, a parer mio, vanno sempre prese con le dovute cautele. Un sintomo fisico o psicologico è prova di un disagio sottostante che merita di essere compreso (se ci ammaliamo fisicamente, la febbre è il sintomo di un malessere che può essersi sviluppato per i motivi più svariati, eppure il termometro ci indicherà una certa temperatura indipendentemente dal fatto che noi si abbia sudato e preso freddo o si abbia un qualcosa di più serio). Il mio personale punto di vista è che ciò che più conta è il significato del sintomo e non il sintomo di per sè. Importante notare che, in quanto individui, siamo determinati biologicamente e dalle esperienze di vita: il modo in cui questi aspetti si mescolano porta a ciò che siamo ed ai nostri sintomi. Questo non vale solo per i sintomi ossessivi, ma per ogni manifestazione psicologica. In quanto studentessa, il mio personale consiglio, è quello di intrprendere un percorso di conoscenza su di sè, perchè questo la arricchirà personalmente e professionalmente. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Per fare chiarezza tra il disturbo ossessivo-compulsivo conclamato ed eventuali forme subcliniche, può fare riferimento ai criteri diagnostici presenti nelle principali nosografie, quali il DSM, l’ICD o anche il PDM (quest’ultimo per una diagnosi più orientata dinamicamente).
Questo almeno all’inizio, finché non avrà preso abbastanza confidenza con la fisionomia teorica e sintomatologica del DOC.
Non dimentichi, in ogni caso, che anche le forme subcliniche sono sempre manifestazioni di un dolore personale, anche molto radicato, e devono essere trattate e inquadrare con la stessa dignità e serietà. Anzi, se possible, perfino con maggiore delicatezza in quanto le fisionomie paucisintomatiche faticano ad essere riconosciute e, con esse, prima di tutto e soprattutto, il dolore altrui.
Coraggio!

Certo, posso cercare di spiegarti la differenza tra i casi di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) di elevata gravità e quelli di sottosoglia o di minore gravità.

Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo mentale caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e indesiderati che causano ansia e disagio significativi. Le compulsioni, d'altra parte, sono comportamenti ripetitivi che una persona si sente costretta a eseguire in risposta alle ossessioni, allo scopo di ridurre l'ansia o prevenire eventi negativi.

Nel caso di DOC di elevata gravità, le ossessioni e le compulsioni possono essere così intense e frequenti da interferire significativamente con la vita quotidiana dell'individuo. Possono richiedere molto tempo e interferire con le attività quotidiane, le relazioni interpersonali, il lavoro o gli studi. Questi individui possono sperimentare un alto livello di ansia e distress associato alle loro ossessioni e compulsioni.

D'altra parte, i casi di DOC sottosoglia o di minore gravità possono presentare sintomi ossessivi o compulsivi che sono meno intensi o meno frequenti. In queste situazioni, le ossessioni possono essere meno debilitanti o causare un disturbo meno marcato nella vita dell'individuo. Ciò può significare che le ossessioni e le compulsioni sono presenti, ma in misura inferiore rispetto a un caso di DOC di elevata gravità.

In alcuni casi, le ossessioni possono scomparire da sole senza il bisogno di un trattamento specifico. Questo può accadere perché il livello di ansia associato alle ossessioni diminuisce nel tempo o perché l'individuo impara strategie di adattamento per gestire meglio i pensieri ossessivi. È importante sottolineare che, anche se le ossessioni possono andare via da sole, ciò non significa necessariamente che il disturbo sia completamente scomparso. Potrebbero essere presenti altri sintomi o difficoltà associate al disturbo.

La differenza tra i casi di DOC di elevata gravità e quelli di sottosoglia o di minore gravità può essere influenzata da diversi fattori, tra cui la gravità dei sintomi, l'impatto sulla vita quotidiana, la presenza di altri disturbi mentali concomitanti e la risposta al trattamento.

È importante tenere presente che ogni individuo è unico e può sperimentare il disturbo in modo diverso. Pertanto, la valutazione e la diagnosi di un disturbo ossessivo-compulsivo dovrebbero essere effettuate da uno specialista qualificato, come uno psicologo o uno psichiatra, in base a criteri specifici definiti nei manuali diagnostici, come il DSM-5 o l'ICD-11.

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Nel disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), la differenza tra casi più gravi e quelli sottosoglia può essere determinata dalla gravità, dalla frequenza e dall'impatto delle ossessioni e delle compulsioni sulla vita quotidiana dell'individuo. Nei casi più gravi, queste manifestazioni sono persistenti, causano notevole disagio e interferiscono significativamente con il funzionamento. Nei casi sottosoglia, le ossessioni possono essere meno intense o meno frequenti, causando un disturbo meno grave. La spontanea remissione delle ossessioni può essere influenzata da fattori individuali, contestuali o da interventi terapeutici. Dott.ssa Francesca Gottofredi
La tua domanda sul Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e le sue varie manifestazioni è molto pertinente e riflette la complessità di questo disturbo. Il DOC è caratterizzato da ossessioni (pensieri, impulsi o immagini intrusivi e indesiderati) e/o compulsioni (comportamenti o atti mentali ripetitivi che una persona si sente obbligata a eseguire in risposta a un'ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente).

La differenza tra il DOC "soglia" e "sottosoglia" (o subclinico) può essere compresa meglio considerando alcuni aspetti chiave:

Gravità e Frequenza: Nei casi di DOC sottosoglia, le ossessioni e le compulsioni possono essere meno frequenti o meno intense. Questo significa che, sebbene presenti, non raggiungono il livello di gravità richiesto per una diagnosi formale di DOC secondo i criteri diagnostici, come quelli del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).
Impatto sulla Vita Quotidiana: Un elemento cruciale nella diagnosi di DOC è il grado in cui le ossessioni e le compulsioni interferiscono con la vita quotidiana dell'individuo. Nel DOC sottosoglia, l'impatto può essere meno significativo, permettendo alla persona di funzionare in modo relativamente normale nella vita quotidiana senza grossi impedimenti.
Distress Psicologico: Anche se nel DOC sottosoglia il distress può essere meno intenso, è comunque presente. La persona può essere consapevole che le proprie ossessioni o compulsioni sono eccessive o irragionevoli, ma non riesce a liberarsene completamente.
Variabilità nel Tempo: In alcuni casi, le caratteristiche del DOC possono variare nel tempo. Per esempio, in periodi di stress elevato, i sintomi possono intensificarsi, avvicinandosi ai criteri per una diagnosi completa di DOC, mentre in altri momenti possono essere più gestibili o sottosoglia.
Recupero Naturale: In alcuni individui, le ossessioni possono attenuarsi o risolversi senza intervento terapeutico. Questo può essere dovuto a vari fattori, inclusi cambiamenti nello stile di vita, supporto sociale, o semplicemente l'evoluzione naturale del disturbo.
È importante sottolineare che il DOC, come molti altri disturbi psichiatrici, esiste su un continuum. Non c'è un confine netto tra "normale" e "patologico", ma piuttosto una gamma di manifestazioni che possono variare da lievi a gravi. La decisione di trattare o meno e il tipo di trattamento da utilizzare dipenderanno dalla gravità dei sintomi e dal grado di disagio o disfunzione che causano nella vita dell'individuo.
Ciao! capisco la tua confusione, provo a farti un po’ di chiarezza. Nel disturbo ossessivo-compulsivo, la differenza tra i casi di elevata gravità e quelli meno gravi può essere sottile ma significativa. Nelle forme più gravi del disturbo, le ossessioni e le compulsioni possono dominare la vita quotidiana dell'individuo, causando un notevole disagio e interferendo con le attività normali. Questi casi richiedono solitamente un intervento terapeutico mirato, come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) o, in alcuni casi, farmaci.
D'altra parte, nei casi meno gravi, le ossessioni possono essere presenti, ma possono essere gestite dall'individuo senza causare un impatto significativo sul funzionamento quotidiano. Questi casi possono essere considerati "sottosoglia" in quanto non soddisfano tutti i criteri per una diagnosi completa di disturbo ossessivo-compulsivo. Tuttavia, è importante sottolineare che anche in questi casi meno gravi, le ossessioni possono comunque indicare un disagio psicologico sottostante che potrebbe richiedere un'attenzione clinica.
Quanto alla natura psicofisica delle differenze, è importante considerare vari fattori, tra cui la gravità e la frequenza delle ossessioni e delle compulsioni, il grado di interferenza con la vita quotidiana, la presenza di altre condizioni di salute mentale e la risposta dell'individuo agli interventi terapeutici. Inoltre, la remissione spontanea delle ossessioni in certi casi può essere influenzata da una serie di fattori, tra cui il livello di stress, le strategie di coping dell'individuo e la natura stessa del disturbo.
Spero che queste spiegazioni ti siano utili per comprendere meglio le differenze tra i diversi livelli di gravità del disturbo ossessivo-compulsivo. Se hai ulteriori domande o hai bisogno di ulteriori chiarimenti, non esitare a chiedere.
Il DSM definisce definisce il Disturbo Ossessivo Compulsivo sia sull'Asse I che sull'Asse II. Questa distinzione discrimina tra una forma nevrotica o sintomatica da un altra forma di disturbo della personalità o del carattere.La versione descrittiva dell'Asse I elenca pensieri e comportamenti compulsivi molto specifici. Ad esempio ci sono comportamenti ripetitivi( lavarsi le mani, mettere ordine) o atti mentali ripetuti ( pregare, contare ripetere silenziosamente delle parole) che la persona si sente spinta a fare in risposta ad un'ossessione o secondo delle regole che devono essere applicate rigidamente. La versione descrittiva dell'Asse II invece riguarda invece stili interattivi di comportamento ossessivi e compulsivi più generali e pervasivi. Ad esempio c è un perfezionismo che interferisce con il completamento di un compito a causa di standard personali troppo rigidi che non riescono ad essere soddisfatti. Le versione del disturbo dell'Asse I e dell'Asse II in letteratura vengono collegate nella pratica invece il Disturbo Ossessivo Compulsivo non coesiste necessariamente con OCD dell'Asse II. La relazione tra disturbo ossessivo- compulsivo e disturbo di personalità ossessivo- compulsiva è apparentemente debole e la somiglianza dei nomi può indurre in confusione.

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