Buongiorno, sto attraversando un periodo difficile sul posto di lavoro. Sto vivendo momenti intensi

22 risposte
Buongiorno, sto attraversando un periodo difficile sul posto di lavoro. Sto vivendo momenti intensi di ansia e attacchi di panico, non riesco piu a riposare con serenità e vivo le giornate a pensare che dovro ritornare in servizio in un luogo vhe mi crea un enorme disagio.
Ho provato a parlarne con la mia famiglia, ma vedo sminuito il mio problema, come se fosse nulla di che, che dovevo stringere i denti e andare avanti, tutto questo si trasforma in una continua pressione che subisco per il fatto di sentirmi obbligato a nascondere il problema. Mi ci è voluto un anno per aprirmi e raccontare la mia storia, ma ho bisogno di capire a chi rivolgermi per farmi aiutare.
Premetto che il contesto lavorativo non è dei piu semplici, anzi...
Temo di perdere il lavoro. Potrei avere qualche vostro consiglio sulla mia situazione? Grazie mille.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

quello che descrive è un vissuto molto comune ma allo stesso tempo molto delicato: ansia, attacchi di panico e difficoltà legate al contesto lavorativo possono diventare davvero invalidanti, soprattutto quando non ci si sente compresi o supportati dalle persone vicine. Il fatto che abbia trovato il coraggio di parlarne è un passo importante, perché significa che riconosce la sofferenza che sta vivendo e che desidera prendersi cura di sé.

In questi casi può essere utile innanzitutto non colpevolizzarsi: non si tratta di debolezza, ma di un segnale che il suo corpo e la sua mente le stanno inviando per dire che qualcosa non va e che serve attenzione. Può provare ad ascoltarsi, concedendosi pause, attività che le danno sollievo e piccoli momenti di respiro anche nelle giornate più difficili.

Tuttavia, per affrontare in modo più efficace e mirato la sua situazione, il consiglio migliore è quello di rivolgersi a uno specialista. Uno psicologo psicoterapeuta potrà aiutarla a comprendere meglio le cause del suo malessere, darle strumenti per gestire ansia e panico e valutare insieme a lei come ritrovare equilibrio e serenità.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, L’ansia intensa, gli attacchi di panico, le difficoltà nel sonno e la sensazione di pressione legata al contesto lavorativo sono segnali che meritano ascolto e cura, non vanno assolutamente sottovalutati. È comune che chi ci sta vicino, pur volendo aiutare, non colga fino in fondo il disagio psicologico, soprattutto se non ha gli strumenti per comprenderlo. Questo può farla sentire ancora più solo, ma non significa che il suo dolore non sia reale o che debba "stringere i denti" da solo. Le consiglio di rivolgersi quanto prima a uno psicologo psicoterapeuta. Un percorso mirato potrà aiutarla ad affrontare l’ansia in modo più consapevole, riconoscere le cause profonde del disagio e attivare risorse personali che oggi sente affaticate. Tecniche integrate come la psicoterapia umanistica o l’EMDR sono particolarmente efficaci nel trattamento di situazioni legate a stress acuti o prolungati, così come la Mindfulness può offrire sollievo nel gestire le emozioni nel quotidiano. Se i sintomi diventano difficili da contenere, è possibile valutare anche un supporto farmacologico, ma sarà lo psichiatra o il medico di riferimento a poterle indicare la strada più opportuna, eventualmente integrando il percorso psicoterapeutico.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Sara D'Aristotile
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Vacri
Buon pomeriggio
mi dispiace che lei stia attraversando un periodo cosi difficile. Sicuramente la sua situazione andrebbe approfondita prima di esprimermi però sicuramente sarebbe molto utile per lei capire cosa si nasconde sotto la sua ansia, che la blocca cosi tanto.
Dott.ssa Adriana Casile
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, una consulenza psicologica può aiutarla a comprendere cosa le sta comunicando il suo disagio. Il corpo ha la sua saggezza e si attiva quando non riusciamo a comprendere qualcosa. Cordiali saluti dottoressa Casile
salve paziente anonimo
le consiglio di farsi aiutare da un terapeuta
ci sono innumerevoli tecniche che possono aiutarla
ma soprattutto dovrà comprendere cosa i suoi sintomi le stanno trasmettendo....gli attacchi di panico vogliono sempre farci comprendere che la strada che stiamo percorrendo forse non è adatta a noi
in bocca al lupo
dott.ssalorenzini maria santa psicoterapeuta
Dott.ssa Valentina Annesi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, il vissuto che ha descritto è coerente con una condizione di ansia lavoro-correlata con episodi di panico. Le esperienze riportate—ansia intensa, attacchi di panico, insonnia, preoccupazione anticipatoria—sono frequenti nelle condizioni di stress lavoro-correlato e meritano ascolto e cura. La sua famiglia ha minimizzato la situazione, perché probabilmente si è spaventata. Gli attacchi di panico sono curabili con percorsi psicologici strutturati e, se necessario, con il supporto farmacologico. Lei ha già fatto un passo importante riconoscendo il suo malessere senza sminuirlo, ora le consiglio di rivolgersi a dei professionisti che l’ aiutino dapprima a gestire l’ ansia e successivamente a trovare delle strategie per affrontare ciò che ora le fa paura. Buona serata, Valentina Annesi
Dott.ssa Orianna Miculian
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Gentilissimo, capisco che trovarsi male al lavoro non sia affatto facile anche perché occupa gran parte della sua giornata. Gli altri possono sminuire quanto vogliono, il problema è suo, e solo Lei sa cosa è come sta vivendo. Se poi tutto il contesto non le piace magari è il caso di guardarsi attorno e cercare un lavoro che le soddisfi. Ogni cosa che non fa star bene si ha il diritto di cercare di cambiarla. Deve volersi bene lei e cerare un lavoro che le piaccia o che almeno nona metta a disagio
I miei migliori auguri
Dott.ssa Miculian
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, mi sembra che lei abbia bisogno di uno spazio di sicurezza con una persona che la ascolti per riuscire con calma a provare a sentire, a capire chi è lei. Quali sono i suoi desideri a parte di ciò che gli altri continuano a dirle. Mi sembra che questo percorso possa aiutarla a trovare una sua autenticità. Se ritiene sono disponibile anche online. Saluti Dario Martelli
Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Salve gentile Utente, quello che sta vivendo non è affatto banale: ansia intensa, attacchi di panico, difficoltà nel riposo e nel timore costante del ritorno al lavoro sono segnali che meritano attenzione e cura, non di essere minimizzati. È comprensibile che il sentirsi poco compreso dalla propria famiglia aumenti il peso emotivo e la sensazione di dover nascondere ciò che prova.
Il primo passo che potrebbe servirle sarebbe rivolgersi a un professionista della salute mentale. Uno psicologo psicoterapeuta potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa stia accadendo, mettendole a disposizione strumenti pratici per gestire l’ansia e accompagnandola in un percorso di consapevolezza.
Nel frattempo, anche se non sostituiscono un percorso terapeutico, può provare a introdurre piccole pratiche quotidiane che la aiutino ad alleviare l’ansia, come tecniche di respirazione lenta e profonda nei momenti di tensione, attività fisica moderata, o semplici esercizi di mindfulness serali per favorire il sonno. Sono strumenti che non risolvono da soli, ma possono dare un po’ di sollievo nell’immediato.
È importante sottolineare che quello che sta vivendo non è debolezza, ma un segnale importante che il corpo e la mente le stanno dando: ha bisogno di supporto, di ascolto e di prendersi cura di sé. Ha già fatto un passo molto importante aprendosi qui.
Spero di esserLe stato utile. Qualora avesse ulteriori domande non esiti a contattarmi. Un caro saluto.
Dott.ssa Federica Di Maggio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto. Quello che descrive è un momento di forte sofferenza emotiva, legata a un contesto lavorativo che sembra avere un impatto molto profondo sul suo benessere psicologico. Sentirsi sotto pressione, non compresi o sostenuti dalla propria rete familiare, può aumentare il senso di solitudine e smarrimento, alimentando ansia e attacchi di panico.

Il fatto che abbia trovato il coraggio di esprimere il suo disagio, anche dopo tanto tempo, è un segnale importante: riconoscere la propria fatica è il primo passo verso un percorso di cura e cambiamento.

In un percorso terapeutico sistemico-relazionale, l'obiettivo non è solo il contenimento del sintomo (come l’ansia o gli attacchi di panico), ma anche l'esplorazione dei significati legati al suo contesto di vita, alle relazioni significative e alla posizione che si è sentito costretto ad assumere nel tempo. Potrebbe esserle utile lavorare insieme per ritrovare uno spazio di ascolto e comprensione autentica, e valutare insieme le possibili risorse personali e relazionali per affrontare questo momento.

Se sente il bisogno di iniziare un percorso di supporto, resto a disposizione per un primo colloquio conoscitivo, in cui poter approfondire meglio la situazione.

DOTT.SSA DI MAGGIO FEDERICA SISTEMICA RELAZIONALE
Dott.ssa Valentina Menta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roccabianca
Buongiorno, immagino la fatica nel raccontare la densità dei tuoi vissuti, e per questo ti ringrazio della condivisione. Penso possa essere importante capire da cosa arriva questa tua difficoltà, quali sono le situazioni lavorative che ti portano a vivere momenti di ansia intensa, fino ad arrivare ad attacchi di panico. Qual'è la storia di questa ansia? Hai mai provato ansia prima di questo periodo? Cosa hai imparato sull'ansia? Come ti aiuta l'ansia, nell'affrontare il contesto lavorativo in cui ti trovi? Ci sono tante domande che mi verrebbero da porti, per cercare di comprendere meglio le fatiche che stai vivendo, per dargli voce e soprattutto ascolto, per connetterle all'insieme dei pezzi del puzzle che non sono emersi da quanto scrivi. Dico questo perchè penso che sia importante partire da questa tua grande difficoltà che sembra averti travolto, ma allo stesso tempo penso sia altrettanto importante conoscere i tuoi meccanismi interiori, cosa significa per te lavorare e cosa significa lavorare in quel contesto lavorativo, quali sono le tue grandi risorse che ti hanno permesso di andare avanti fino ad oggi, gestendo una situazione percepita come molto faticosa. Mi risuona il tuo CORAGGIO di parlare di questo, di aprirti, di condividerlo anche con chi ha poi sminuito, di andare avanti, giorno dopo giorno, in un contesto in cui è faticoso stare. Penso che la tua ansia possa avere fatto da apripista ad altre emozioni più profonde, altre sensazioni che porti dentro. Il rimando che mi viene da darti è quello di provare a vedere questa emozione, l'ansia, con curiosità, osservandola, cercando di comprendere quale funzione sta svolgendo per te. Non penso sia facile, penso che un percorso psicologico possa aiutarti a metterti in connessione con le parti più profonde, che ti stanno comunicando, con il loro linguaggio, informazioni importanti. Ascoltarle, comprenderle, accoglierle è un primo passo importante, che potrebbe ridurre il peso che porti. Stai lottando tanto, esteriormente ma anche interiormente, ma forse, serve deporre per un attimo le armi e capire il senso di questa lotta, ritrovando l'armonia interiore. Grazie della condivisione. Valentina
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che scrivere qui sia il primo passo per tirarsi fuori e cambiare la sua dolorosa situazione: il mio suggerimento è di intraprendere un percorso quanto prima, dove possa depositare la sua storia, in modo che possa essere ascoltata, accolta e compresa, invece che sminuita come purtroppo ha fatto la sua famiglia. Il suo dolore è importante, e merita di essere ascoltato. Non solo: sono convinta che elaborando la sua storia e affrontando i motivi che la fanno soffrire, sarà possibile trasformare la sua relazione il lavoro, o capire in quale direzione andare per recuperare il benessere che merita. Se avesse domande o avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Silvia Turri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno,
le situazioni in cui si vive con malessere l'ambiente lavorativo sono sempre estremamente faticose proprio perchè sono luoghi dove trascorriamo molto tempo. Comprendo anche la sensazione di non sentirti compreso dalla tua famiglia nella tua difficoltà. Se vorrai, io sono una psicologa psicoterapeuta e offro percorsi di psicoterapia, uno spazio in cui potrai trovare ascolto attivo e non giudicante della tua situazione e insieme potremo capire come fronteggiare questo tuo periodo di difficoltà
Dott.ssa Maria Assunta Macrì
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Catania
La ringrazio per la fiducia con cui porta qui la sua sofferenza.
Quello che descrive: l’ansia, i pensieri che si impongono, il corpo che non trova riposo, non sono solo “fastidi da stringere i denti”, ma segnali che il suo inconscio sta parlando, in un modo che non può essere ignorato.
Lei dice che ci è voluto un anno per riuscire a raccontare la sua storia: questo tempo già ci dice quanto fosse difficile per lei trovare uno spazio in cui la parola fosse possibile. Ed è significativo che, laddove ha provato a rivolgersi alla famiglia, non ha trovato un ascolto, ma un invito a negare. È proprio in quel vuoto che si produce la pressione di cui parla: la necessità di “nascondere” ciò che invece insiste e si ripresenta sotto forma di panico.
Il luogo di lavoro, che nomina come fonte di disagio, appare allora non soltanto come un contesto esterno ostile, ma come lo scenario in cui qualcosa di più profondo si mette in scena: un incontro con l’impossibilità, con un limite, che il suo corpo segnala con forza. Il passo che lei può fare ora è offrire a questa parola un luogo diverso: quello di una cura analitica. Rivolgersi a uno psicoanalista non significa “curare l’ansia” come se fosse un sintomo da eliminare, ma piuttosto mettere in lavoro ciò che si manifesta attraverso di essa, ascoltare ciò che l’inconscio domanda e trovare il suo modo singolare di situarsi di fronte al desiderio e al godimento che oggi la opprimono.
Il timore di perdere il lavoro potrebbe essere reale, ma più ancora lo è il rischio di continuare a perdere se stesso dentro un silenzio imposto. Un’analisi può permetterle di non essere più schiacciato dal sintomo, ma di trovarvi un senso, una via che sia propria, non dettata dal dover “tenere duro” come altri le suggeriscono.
Il mio consiglio, dunque, è di cercare un incontro con uno psicoanalista , qualcuno che sappia ascoltarla senza giudizio, che le permetta di dire liberamente, di non dover più nascondere. È lì che può iniziare a emergere la verità singolare della sua storia.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile utente, capisco la difficoltà del momento che sta vivendo. Non dev’essere semplice affrontare giornate segnate da ansia, attacchi di panico e dalla sensazione di non riuscire più a riposare serenamente, soprattutto quando il contesto lavorativo è già di per sé pesante e faticoso. Inoltre, il fatto di non sentirsi compreso dalla famiglia, che tende a minimizzare, può amplificare ancora di più la solitudine e la pressione che prova. L’ansia e i sintomi che descrive sono segnali concreti e importanti, che meritano attenzione e cura.
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione per consulenze online.
Un caro saluto;
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dott.ssa Arianna Amatruda
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Capisco quanto possa essere pesante vivere ogni giorno con l’ansia legata al lavoro, soprattutto se non ti senti compreso in famiglia. Non sei debole: il tuo malessere è reale e merita attenzione. Un primo passo concreto potrebbe essere rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta, che ti aiuti a gestire gli attacchi di panico e a trovare nuove strategie per affrontare il contesto lavorativo.
Dott.ssa Elena Epilotti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lovere
Buongiorno, dalle sue parole emerge il disagio per la situazione lavorativa che sta vivendo, potrebbe essere utile un sostegno psicologico al fine di aiutarla a recuperare benessere, chiarezza mentale e trovare strategie funzionali per affrontare il problema.
Dott.ssa Maria Betteghella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Salve, bisognerebbe approfondire i motivi per cui sente questa pressione sul lavoro, magari raccontare che tipo di lavoro svolge, se è stata una sua decisione oppure no, quali erano le sue ambizioni.
Inoltre teme di perdere il lavoro...quindi ci sono valutazioni economiche.
Insomma, ci vorrebbe del tempo

Resto a disposizione
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Poche righe che mi hanno trasmesso una fortissima sensazione di tristezza e solitudine. Forse per l’esperienza professionale maturata in un certo tipo di contesto, sono stato molto colpito dal suo “vivo le giornate a pensare che dovrò ritornare in servizio in un luogo che mi crea un enorme disagio… il contesto lavorativo non è dei più semplici, anzi temo di perdere il lavoro”. Ha fatto benissimo a scrivere, a dare voce a ciò che prova, a condividere il peso che sostiene da così tanto tempo. LEI NON DEVE ASSOLUTAMENTE RESTARE SOLO. Posso provare ad immaginare come si senta di fronte all’invito a resistere, ad andare avanti, a non mostrare alcuna fragilità. Possiamo immaginare che, forse, la sua famiglia sia spaventata, proprio come lei. Accettare e accogliere la sofferenza fa paura. Conosco bene la forza devastante dello stigma, di quell’etichetta cucita sulla pelle di chi soffre (e delle famiglie), costringendo a sottrarsi alle cure pur di non essere contrassegnato, condannato, emarginato. Se non disponesse delle risorse necessarie, si rivolga con fiducia al CSM (Centro di Salute Mentale) a lei più vicino, troverà colleghi professionalmente preparati e umanamente dotati. La ringrazio per la fiducia e spero che quanto prima si affidi ad una seconda mente con cui condividere e ri-pensare quanto le sta accadendo. La fragilità non è una malattia, ma un diritto. In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Francesca Torretta
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Busto Arsizio
La ringrazio per aver condiviso con sincerità quello che sta vivendo: non è semplice aprirsi, soprattutto quando intorno ci si sente poco compresi. L’ansia e gli attacchi di panico sono segnali che meritano ascolto, non banalizzazione.

Credo possa esserle molto utile rivolgersi a uno specialista, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra, per avere uno spazio protetto in cui comprendere meglio cosa sta accadendo e trovare strategie per affrontare la situazione lavorativa senza sentirsi schiacciato. La terapia, in particolare, può aiutarla a ridurre l’ansia, gestire meglio la pressione che sente addosso e ritrovare un maggiore equilibrio quotidiano.
Spero possa stare presto meglio.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Salve,

la sua è una situazione di sofferenza di cui deve prendersi cura. Pensi alla possibilità di farsi seguire da uno psicoterapeuta, la aiuterà a trovare gli strumenti per venire fuori da un brutto periodo connesso al lavoro.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, bisognerebbe comprendere cosa fa scattare l'ansia e il perché. Da solo non è possibile averne chiarezza o risolvere queste dinamiche psicologiche, serve un professionista. La sua famiglia forse non vede i motivi di tutto ciò ma la sua mente sì. Le suggerisco di cercare, quanto prima un supporto, per evitare che la situazione peggiori.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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