Buongiorno. Sono uscita da poco da una relazione di 4 anni

23 risposte
Buongiorno. Sono uscita da poco da una relazione di 4 anni molto travagliata con una ragazza. Inizialmente sembrava tutto perfetto, solo che essendo il mio primo approccio con una donna così tardi (avevo 26/27 anni) sono andata molto a rilento, volevo essere certa. Poi però da quando ci siamo viste la prima sera e quindi la prima volta di un contatto, sono stata totalmente sua..
Sembrava tutto apposto e dopo mesi arrivano i primi problemi. Purtroppo e me ne rendo conto, io tendevo a scappare dai problemi ed ogni qualvolta mi sentivo in difficoltà oppressa o altro tendevo ad allontanarmi.
Lei sembrava essere molto gelosa di tutto, soprattutto nel modo in cui mi approcciavo ai social ma anche nel come ero solita rispondere alle persone, per lei alle volte ero 'troppo" e quindi si poteva fraintendere.
In questi lascia e prendi ho risposto a qualche messaggio di qualcuno e questo l'ha molto ferita. Era solo msg, non avevo assolutamente fatto nulla. Passa il tempo e non faccio più cose simili, ma nonostante tutto continuano i lascia e prendi. Mi sento sempre in difetto, non sono mai abbastanza brava o premurosa o gentile o dolce o amorevole. Mai abbastanza qualcosa e sbaglio sempre qualcosa. I litigi diventano sempre più forti. Ho avuto un passato un po' burrascoso e lei sapeva tutto di me, avendo avuto un ex violento purtroppo ho conservato alcuni limiti conosciuti tra l'altro durante questa relazione. Diciamo che lei tendeva ad urlare e avvicinarsi a me in modo minaccioso quindi anche io anziché disinnescare innescavo . Alcuni litigi infatti diventavano violenti.
L'anno scorso poi mi ha lasciata sembrava definitivamente, il motivo erano i social, io ero stanca a dire si a tutto, lei invece era stanca al mio modo di usare i social. Postavo delle foto normalissime, si magari negli anni prima mi mettevo in posa come una stupida ma poi anche questo l'ho modificato. Mi contestava anche una foto che io chiamavo artistica dove si intravedeva un mio tatuaggio magari ma lei invece diceva sempre le solite cose, che sono ridicola , che sono trasportata dalla massa, che lei vuole una donna e non una bimbam**** . Quindi mi lascia, e vedo che si avvicina ad una ragazza, ( un'amica di tanti anni prima, ma con cui c'era stato qualcosa , le avevo detto che non mi sarebbe piaciuto rivederle insieme che mi avrebbe fatto male e che non c'era motivo di ricomporre questa amicizia rotta da prima di conoscermi) lei invece fa questo da subito. Ho pensato malissimo e quindi ho iniziato ad uscire e farmi la mia vita, lei non si faceva sentire e si stava godendo la sua amicizia, un ragazzo mi corteggia e ci finisco a letto. Torno da lei a fine estate con la coda tra le gambe e le chiedo perdono... Inizialmente dice no. Che per lei è stato un tradimento. Poi mi dice si e torniamo insieme, mi chiede di cancellare i social, cancello. Mi chiede di cancellare alcuni contatti, cancello. Mi chiede di non dare tanta confidenza ad alcune persone, lo faccio. Mossa dal senso di colpa, faccio tutto, ho anche accettato di intraprendere io stessa un'amicizia con quella ragazza di cui ero gelosa, ho pensato è una sua amica devo accettarlo. Eppure io tempo addietro ho dovuto troncare dei rapporti solo per il dubbio.
Speravo con il tempo passasse tutto questo accanimento nei miei confronti , speravo passasse il peso dell'ingiustizia che mi sentivo addosso...ed invece le discussioni erano sempre le stesse, trovava sempre qualcosa che non andava e le discussioni erano molto violente. Diventa violenta con se stessa spesso ed io li non so cosa fare. Mi butta fuori casa più volte. Mi insulta dalla testa ai piedi, tutto questo in questo inverno. verso questa estate arrivo stremata ma con la speranza che possiamo passare una bella estate insieme.. invece è bastato un niente per essere lasciata di nuovo. Ho soltanto cambiato una foto su WhatsApp e li mi ha allontanata ricoprendomi di insulti. Dicendomi che sono ridicola e che preferisco farmi le foto sola che con lei, le spiego che ho paura a farmi foto con Lei e collezionare dei ricordi perché mi cacciava una volta a settimana di casa, quindi io non sentendomi nel torto allora non le chiedo scusa ed anzi reagisco, infatti si è lamentata della mia reazione. Allora la ho pensato no... Non puoi cedere, non hai fatto niente.
Sono stata molto male, le dicevo che ero a casa con gli attacchi di panico e che piangevo ma lei niente non spuntava anzi mi arrivavano solo insulti.
Una volta e mezzo si era avvicinata ma sempre con la presunzione che io la pregasi di restare o parlare e mai con la gentilezza di una persona che ti ama e vuole chiarire.
Allora Non ho ceduto, ho incassato e ho iniziato ad uscire con le mie amiche per bere e distrarmi. Una sera sono andata a ballare e li la prima telefonata che mi ricopre di insulti e di accuse, poi sale fin casa mia e mi sputa.
Allora nella mia testa penso, ma perché ? Perché per questo ti sei avvicinata ?
Ancora non ho ceduto neanche lì e ho continuato ad uscire. Ma purtroppo il mio pensiero era la e continuavo a scriverle.
In quelle sere in cui uscivo si era avvicinata una ragazza a me (è un'amica della mia migliore amica) dolce gentile e con dei bei modi. Siamo diventate amiche perché spesso siamo nello stesso gruppo. Si ride e si scherza, Non mi sono però mai spinta oltre 4chiacchiere, non ci sarei neanche riuscita. Un paio di giorni fa, di sera scrivo alla mia ex come tante volte in cui l'ho fatto senza però mai più ricevere risposta. Il giorno dopo mi spunta una sua amica dicendomi che lei è stata molto male che era preoccupata per lei che lei era furiosa perché le scrivevo pur avendo che fare, e tutte le cose che la mia ex sosteneva, nel frattempo che io mi spiegassi come sto facendo con voi, nel frattempo che le dicevo che mi sentivo scontata dopo che mi aveva detto " lei mi ha detto che con te non ci tornerebbe dopo questo tempo" e io " ma perché io si? Da per scontato che io torni da lei, io sempre io."... Nel frattempo arriva la mia ex infuriata e scalciando, urlando a me e poi alla mia famiglia ( che è sopraggiunta dopo per le urla) urlando che io non dovevo più scriverle che non la lasciavo in pace e che non dovevo permettermi visto che mi stavo facendo i ca**i miei con un'altra . Urlando a tutto l'isolato che io non dovevo assolutamente scrivere.
Li ho pensato di aver toccato il fondo.. mi sono sentita uno schifo ed in colpa, però penso.. rifletto e continuo a pensare... Ma che colpe ho? Io mi stavo impegnando così tanto per riuscire in questa relazione ma a lei basta un niente per mandarmi via. lei si tiene sempre l'orgoglio e mi allontana. È tornata solo per gelosia a fare le sue scenate ma mai con dolcezza a parlarmi, è venuta tra l'altro di nuovo con l'intenzione di alzare mani , la sua amica la teneva, è stato veramente brutto.
Tutto quello schifo, quel macello.. ma perché ?
Cosa ho fatto di così sbagliato? Perché devo sentire in torto? Anche lei usciva.anche lei si faceva le sue serate. E cosa c'è di male ad uscire con delle amiche? Perché devo tornare io strisciando da te?! Mi sono sentita in colpa anche solo di averci scherzato con quella ragazza. E penso anche se hai paura che io diventi di qualcun altro perché non mi stringi a te con amore e gentilezza anziché con presunzione possesso e rabbia.
E comunque dopo tutta quella ultima scenata teatrale che ha fatto, mi ha contattata lei.
Anche questo mi fa capire quanto mi dia per scontata e che si sente in diritto di fare di me ciò che vuole, quando vuole senza il minimo rispetto. Io la sto ignorando ormai anche per paura.
Non so più come comportarmi e cosa fare o pensare. Sono nella totale confusione.
Chiedo aiuto a voi, sperando in qualche consiglio e soprattutto sperando che qualcuno di voi arrivi in fondo al mio poema. Grazie
Gentilissima buongiorno, dalla sua lettera si comprende chiaramente quanto sia confusa: la consapevolezza di non aver fatto nulla di male si scontra con la violenza delle reazioni della sua ex. Chiede consigli, ma di che tipo? Di fronte alla sua confusione ciò che mi sento di consigliarle è uno spazio di confronto tutto per se', un sostegno psicologico che le permetta di recuperare il suo centro, la chiarezza, cioè di chi è lei veramente, di ciò che vuole e l'equilibrio per ritrovare risorse personali che la confusione le ha fatto dimenticare. Sono a sua disposizione se desidera approfondire e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa

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Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amica,
leggendo il post, non ho potuto fare a meno di condividere il suo disagio e la sua confusione: una storia complicata, con tanti, troppi piani, nella quale la relazione sembra fortemente legata a come si considera, e sembra anche dettare ogni aspetto della sua vita.
La cosa migliore che possa fare è permettersi di chiarire tutto questo in terapia: da uno spazio sicuro di riflessione ed elaborazione potrà ripartire sentendosi al centro delle sue scelte.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Giorgia Colombo
Psicologo, Psicologo clinico
Lentate sul Seveso
Buongiorno,
la ringrazio per aver raccontato dettagliatamente ciò che sta vivendo.
Dalle sue parole emerge molta sofferenza e, tra le emozioni descritte, un forte senso di colpa, scatenato dalla forte ambivalenza che da quanto scrive ha caratterizzato finora la vostra relazione. Probabilmente legato anche alla precedente relazione violenta.
Credo che le possa essere utile questa fase di distacco, anche se comprensibilmente non facile da affrontare, per capire cosa vuole fare rispetto a questa relazione, per la quale ha dovuto fare diverse rinunce e sacrifici e modificarsi.
Se decidesse di affrontare un percorso di sostegno psicologico, si potrebbe lavorare molto sulle sue risorse personali ed elaborare i suoi vissuti, legati alla presente relazione, ma anche a quella passata.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
Dott.ssa Cristina Villa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Genova
Buongiorno, il suo lungo racconto parla di una storia costellata da insulti e umiliazioni, come era accaduto in qualche modo nella sua precedente relazione. Credo che un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere la radice della sua tendenza a legarsi a persone che la maltrattano e a ribaltare la questione: Perché lei si maltratta restando in questi legami? E come si domanda a più riprese: che colpa crede di avere?
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
i suoi pensieri e il suo malessere meriterebbero uno spazio più ampio di ascolto che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. La aiuterebbe a dare un senso a tutto questo e a mettere ordine tra i suoi pensieri.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Mariarosaria Cerbone
Psicologo clinico, Psicologo, Professional counselor
Napoli
Salve, quanto da lei riportato merita il giusto ascolto. Cerchi tra gli psicologi di Mio Dottore, anche in base alla città di appartenenza. Ovviamente potrebbe optare per la modalità online che le consente di collegarsi in modo rapido da qualsiasi luogo.
dottoressa Mariarosaria Cerbone
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo che le sue fragilità l'abbiano più volte spinta in relazioni che di amore avevano ben poco. A me sembra che questa donna abbia degli aspetti manipolatori e abbia necessità di sentire che l'altra sia l'oggetto da gestire e da demolire. Non può cambiarla ma è emerso dentro di lei, un barlume di vita, di amore per sé quando ha pensato di allontanarsi per paura e di non avere fatto nulla di male nell'uscire con le amiche. Le suggerirei fortemente di consultare uno psicoterapeuta per affrontare alcuni aspetti del suo mondo interiore e probabilmente della sua storia che possono metterla a rischio di relazioni volgarmente definite "tossiche". Abbia cura di sé, l'amore è l'opposto della violenza e della sopraffazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera, leggendo il suo racconto sembra limitarsi nella propria libertà e non solo. Trovo che abbia un significato importante il suo tornare all'interno di una relazione in cui si controlla e si limita.
Mi chiedo che cosa pensa di sé per cui sceglie di stare "all'accanimento" e mi chiedo in che modo si attiva per procurarsi l'amore e la gentilezza che merita. Prima di agire all'esterno (nelle relazione) ritengo importante agire su di sé.
Un saluto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Saveria Ottaviani
Psicologo, Psicologo clinico
Marina di Ardea
Stai vivendo una relazione violenta, purtroppo da quello che dici non la prima. Esistono degli sportelli per la violenza nelle coppie lesbiche, che possono aiutarti a capire i meccanismi della violenza e a d uscirne (cerca on line o contattami). Parallelamente inizia un percorso psicologico che ti permetta di capirti e AMARTI e ti permetta di vivere meglio la tua vita e le tue relazioni! Un saluto
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,

La situazione che ha condiviso è molto complessa e tocca diverse sfaccettature delle dinamiche relazionali. Mi rendo conto di quanto possa essere travolgente e doloroso affrontare tutto ciò.

Le dinamiche che ha descritto evidenziano un rapporto caratterizzato da una serie di alti e bassi, in cui emergono comportamenti potenzialmente manipolativi e violenti. La gelosia, l'insicurezza e le richieste di controllare la sua vita indicano un'instabilità che va oltre una semplice incomprensione di coppia.

Le relazioni sono basate su reciproco rispetto, comprensione e fiducia. Se si sente costantemente in colpa, inadeguata o insicura, è fondamentale riflettere su cosa desidera realmente per se stessa e quale futuro vede con questa persona.

Il comportamento violento, sia verbale che fisico, non è mai giustificabile e rappresenta un campanello d'allarme serio in qualsiasi relazione. È essenziale per la sua sicurezza ed equilibrio emotivo considerare queste manifestazioni con estrema attenzione.

Consiglio vivamente di rivolgersi a uno psicologo clinico o terapeuta relazionale che possa aiutarla a navigare attraverso queste complesse dinamiche e fornirle le competenze e gli strumenti per gestire e comprendere meglio la situazione. La terapia può offrirle uno spazio sicuro in cui esplorare i suoi sentimenti, i suoi bisogni e le sue preoccupazioni.

È importante ricordare che merita amore, rispetto e comprensione. La sua sicurezza e il suo benessere sono la priorità principale.

Cordialmente,
Ilaria.
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Cara utente buongiorno
Mi dispiace moltissimo per la situazione che sta vivendo.
La relazione che lei ha vissuto e tutt'ora sta vivendo credo rappresenti un'insieme di "prime volte" per lei.
Dalle azioni, molto molto irascibili che la sua ex ha avuto diverse volte non mi fa pensare che sia una persona che sappia gestire la sua rabbia al meglio. Crede che possa essere la persona giusta per lei ? in amore non ci dovrebbero essere tutte le limitazioni che la sua compagna in passato le ha imposto e soprattutto non arriva ad insultare ed umiliare la propria partner. Non sottovaluti questi grandissimi campanelli di allarme, poiché, come ha già vissuto, saprà che i meccanismi che si instaurano all'interno di una relazione conflittuale si ripercuotono sulla propria vita. Cerchi di volersi bene e di allontanarsi, cosa le può aggiungere alla sua vita ??
Le consiglio un consulto
A sua disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Dott.ssa Erika Castagneri
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, leggendo il suo racconto sento molta confusione, da una parte vi è la sua consapevolezza di non aver fatto nulla di male e dall'altra delle reazioni molto forti e violenti della sua ex in una dinamica che dal suo racconto non sembra essere molto chiara.
Qual'è la domanda che lei sta ponendo nel raccontare tutto questo? Qual'è il suo bisogno? Una dinamica come quella che lei ha appena descritta è sicura che sia quella sulla quale vuole costruire una relazione?
Personalmente le consiglierei di prendersi uno spazio nel quale poter aver cura di questi suoi vissuti e fare chiarezza laddove la confusione ha preso il sopravvento.
Resto a disposizione
Cordiali saluti
Dottoressa Erika Castagneri
Dott.ssa Simona Bisconti
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Lei utilizza un termine preciso, che da quanto si legge, sembra esatto: violenza. Se ci si trova all'interno di una relazione violenta (violenza psicologica, verbale, fisica), prima di qualunque altra cosa, bisogna mettere dei confini e mettere se stessi in sicurezza, senza se e senza ma. Poi si può iniziare un percorso di supporto psicologico che può aiutarla a comprendere se stessa, le dinamiche di una relazione violenta e come emanciparsi da dinamiche di questo tipo. Lei riporta che anche la sua precedente relazione era di natura violenta. Il supporto psicologico può sostenerla in questo. Ma prima di tutto bisogna mettersi in sicurezza. Le auguro di riuscirci presto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Mi dispiace molto sentire che hai attraversato una relazione così travagliata e dolorosa. È importante ricordare che non sei responsabile per il comportamento o le azioni della tua ex compagna. La violenza verbale e fisica non sono accettabili in una relazione sana. È essenziale per te proteggere la tua sicurezza e il tuo benessere emotivo. Ti consiglierei di cercare supporto da parte di amici fidati, familiari o professionisti come uno psicologo o un consulente di coppia. Lavorare su te stessa, sulla tua autostima e sulla tua capacità di stabilire confini sani potrebbe aiutarti a superare questa situazione dolorosa e a costruire relazioni più positive in futuro.
A disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Roberta Longhitano
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Marano di Napoli
Cara Utente, dalle sue parole si comprende bene la sofferenza che sta provando e la sua confusione, ma soprattutto il suo desiderio di voler fare la "cosa giusta", e lo capisco, perché non è facile andare avanti quando le persone intorno a noi, in particolare quelle che amiamo, ci ricordano o ci fanno sentire come se non fossimo mai abbastanza, mai all'altezza e sempre sbagliate. Lei stessa si è definita come una che scappa quando si sente oppressa o quando le cose si fanno difficili, ma ci tengo a farle notare che non può essere così, e lo sa perché? Perché dopo quattro anni di relazione "tormentata", dopo tanti sacrifici, lei è ancora qui a cercare una soluzione, a lottare e a non arrendersi e questo è segno di grande forza. Lei vuole essere felice, vuole essere amata ed ha tutto il diritto di esserlo. Quindi le auguro di prendere consapevolezza della sua forza e delle sue risorse e di usarle prima di tutto per essere meno severa con sé stessa e riconoscere ciò che di bello ha da dare ma soprattutto ciò che di bello può ricevere dagli altri. Resto a sua disposizione, Dott.ssa Roberta Longhitano
Dott.ssa Carmelinda Campilongo
Psicologo, Psicologo clinico
Lecce
Leggendo le sue parole arriva fin da subito questo senso di confusione che racconta, ma al suo posto mi sentirei anche molto angosciata per il fatto di non essere mai considerata abbastanza, il che sembra piuttosto violento. Questo, unito ai trascorsi con la precedente relazione cui fa cenno, credo meriti di essere trattato in uno spazio protetto e insieme ad una professionista che la aiuti a fare ordine e chiarezza.
Sono a disposizione,
dott.ssa Carmelinda Campilongo
Dott.ssa Tatiana Pasino
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentile,
la sua testimonianza è un ampio spaccato di una relazione complessa e dolorosa, che evidenzia una costante dinamica di violenza, gelosia e manipolazione. È importante riconoscere che, sebbene la sua consapevolezza di non avere colpe sia legittima, essa si scontra con una realtà in cui è stata esposta a comportamenti violenti e oppressivi da parte della sua partner.
Le relazioni dovrebbero basarsi su rispetto reciproco, comunicazione sana e sostegno, ma sembra che, nella sua esperienza, ci siano stati ripetuti episodi di abuso, insulto e aggressione. Il fatto che lei continui a sentirsi in colpa e a cercare di riparare un rapporto, nonostante la violenza e l'imprevedibilità, è anch'esso un segnale da non sottovalutare. Spesso, questo tipo di comportamento può essere attribuito a fattori emotivi profondi, come il bisogno di approvazione o il timore di rimanere soli.
Le consiglio di considerare un percorso di supporto psicologico. Un professionista della salute mentale potrebbe aiutarla a esplorare le sue emozioni, le dinamiche di potere che si sono create nella relazione e a comprendere meglio perché, nonostante la sofferenza, si sia sentita spinta a rimanere accanto a una persona che la trattava male. Questo percorso può anche aiutarla a elaborare il dolore e la confusione attuali, fornendole strumenti per sviluppare una consapevolezza più profonda di sé e dei propri bisogni.
Inoltre, sarebbe utile riflettere su come stabilire dei confini sani nelle future relazioni. È fondamentale che lei possa riconoscere il valore di un rispetto reciproco e di una comunicazione aperta, affinché non si ripetano esperienze né dinamiche negative.
Non è mai troppo tardi per cominciare a prendersi cura di sé stessa e della propria salute emotiva. Merita di essere in una relazione in cui si senta amata, rispettata e sicura.
La invito a prendersi il tempo necessario per riflettere su questo percorso e a contattare un professionista per iniziare la sua strada verso un futuro più sereno. Resto a sua disposizione, un caro saluto
Gentile utente, inizio col dirle che mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. In
caso di forte rabbia e gelosia, come in questa situazione, diventano sentimenti intensi e difficili da gestire ed ecco perchè si riscontra nella violenza. Dunque è importante osservare queste emozioni e comprendere la natura del perchè la sua ex reagisca così. Anche esprimere le emozioni in modo corretto può aiutare ad una maggiore comprensione in ambo le parti, certamente non è sempre facile creare un territorio neutro per poter dialogare in modo pacifico ciò che si prova soprattutto se l'impeto emotivo è molto forte. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta
Buongiorno cara utente. Sfortunatamente, ma anche fortunatamente, nelle relazioni intime vengono fuori parti irrisolte della psiche. Tramite il suo racconto questo emerge molto chiaramente. Sia con gli uomini che con le donne lei sembra attrarre uno schema di dominazione/sottomissione nel quale lei è sempre destinata a soccombere alla violenza irrisolta altrui. Inoltre, pare che lei trovi il modo di accusare se stessa di essere in difetto e modificarsi sulla base del volere dell'altro/a partner, che intensifica il senso di poter fare di lei ciò che si desidera, portando la persona violenta ad una escalation sempre più intensa. Le indicherei di intraprendere un percorso di esplorazione ed elaborazione delle sue dinamiche inconsce irrisolte per bloccare questa sua attrazione verso questa tipologia di partner. Se vuole può contattarmi per fissare una seduta. Le auguro una buona giornata. Cordialmente, Dott. Francesco Puleo
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentile utente, la ringrazio sinceramente per la profondità con cui ha raccontato la sua esperienza. Arrivare in fondo al suo messaggio non è stato difficile, anzi: le sue parole hanno un’intensità e una lucidità tali che invogliano a fermarsi, leggere, riflettere. Sento tutta la sua stanchezza, il senso di smarrimento, ma anche una grande consapevolezza che, pur tra mille dubbi, si sta facendo strada dentro di lei. E questo è già un passo molto importante. Uscire da una relazione così intensa e travagliata, soprattutto se è stata la prima esperienza affettiva significativa, può lasciare un senso di vuoto profondo. Lei ha dato moltissimo in questa storia, e lo si percepisce chiaramente: ha cercato di adattarsi, di cambiare, di mediare, di comprendere. Ha accettato richieste dolorose, ha messo da parte parti di sé, ha resistito in situazioni che l’hanno ferita. Il suo sforzo di mantenere la relazione, anche quando questa sembrava schiacciarla, è evidente. Ma quello che mi colpisce di più è la sua domanda finale, che contiene tutta la verità di ciò che ha vissuto: cosa ho fatto di così sbagliato? Questa domanda è il cuore di molte relazioni disfunzionali, in cui si finisce per dubitare di sé stessi, dei propri bisogni, della propria dignità, fino a sentirsi quasi colpevoli di desiderare semplicemente rispetto, affetto, libertà di essere sé stessi. È come se, lentamente, fosse stata spinta a credere che ogni conflitto fosse colpa sua, ogni reazione un errore, ogni limite posto una forma di egoismo. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che sembra essere accaduto nella vostra dinamica di coppia è un ciclo di rinforzi negativi reciproci, alimentato da elementi fortemente disfunzionali: la gelosia patologica, il controllo, la violenza verbale e fisica, l’invalidazione emotiva, il senso costante di colpa e di inadeguatezza. Questi meccanismi, ripetendosi, generano un circolo vizioso in cui anche chi subisce può arrivare a sentirsi sbagliato, finendo per perdere il contatto con il proprio valore e con il diritto di sentirsi al sicuro in una relazione. È importante che lei si dia il permesso di accettare una verità difficile, ma liberante: in una relazione sana, nessuno dovrebbe essere costretto a guadagnarsi il diritto di sentirsi amato, né tantomeno a chiedere scusa per l’unica colpa di essere sé stesso. I compromessi fanno parte della coppia, ma non quando diventano sistematicamente un annullamento dell'identità, delle emozioni, della libertà individuale. Lei ha descritto situazioni molto gravi: insulti, minacce, tentativi di aggressione, umiliazioni in pubblico. Tutto questo va oltre una crisi di coppia e sfocia in ciò che, nella mia professione, identifichiamo come dinamiche di abuso psicologico. E quando si è coinvolti emotivamente, come lo è stata lei, è difficile riconoscerlo, perché ci si sente legati da una dipendenza affettiva profonda, da quella speranza che la prossima volta andrà meglio. Ma ciò che lei oggi sta facendo, fermarsi, raccontare, cercare aiuto, mettere distanza, è un atto di grandissima forza. La paura che sente è comprensibile, e in parte può derivare proprio da quanto a lungo è rimasta in trincea, sempre in allerta, sempre nella speranza di evitare un’esplosione, un’accusa, una crisi. Ora il suo sistema nervoso è stanco, ma può guarire. Nel tempo, con un lavoro terapeutico mirato, è possibile uscire dalla confusione e ricostruire una base sicura dentro di sé. La terapia cognitivo-comportamentale, in questi casi, si concentra sul riconoscere i pensieri autosvalutanti, sulle credenze profonde che alimentano la dipendenza affettiva, e sull’apprendere strategie per ricostruire autostima, assertività e limiti sani. Non è un percorso facile, ma è possibile. E non è necessario capire tutto subito o essere forti a tutti i costi. Va bene sentirsi vulnerabili ora. Va bene non sapere cosa pensare. È il primo momento in cui può davvero iniziare a prendersi cura di sé, non per ottenere amore, ma per tornare a sentirsi degna di amore. E lo è. Non dimentichi mai questo: l’amore non dovrebbe mai far paura. E nessuno ha il diritto di usare il proprio dolore per distruggere l’altro. Lei oggi si sta proteggendo, e ha tutto il diritto di farlo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Leggerti è stato intenso e toccante, e voglio dirti subito una cosa: non sei sbagliata. Hai fatto tutto quello che potevi per questa relazione, ma sei finita in un vortice che ti ha logorata, facendoti sentire sempre colpevole o mai abbastanza.
Quella che descrivi è stata una relazione tossica e FORTEMENTE sbilanciata, con momenti di controllo, umiliazione, aggressività verbale e fisica. Anche se non sempre la violenza è esplicita, quando c’è manipolazione emotiva, imposizione, paura e senso costante di colpa, c'è abuso. E tutto questo ha un peso enorme sulla tua autostima e sul tuo equilibrio emotivo.
Hai vissuto a lungo in una relazione dove l’amore era confuso con il controllo, dove ti veniva chiesto di cambiare, cancellare parti di te, cedere sempre per “salvare” il rapporto, mentre dall’altra parte sembrava non esserci la stessa cura, la stessa disponibilità. Anche il tuo passato difficile, con esperienze già dolorose, ha reso più facile che queste dinamiche si incastrassero così profondamente.
Ora ti senti svuotata, in colpa, confusa… eppure dentro di te c’è anche lucidità: vedi che lei torna solo per rabbia o gelosia, mai con dolcezza o reale volontà di costruire. Hai iniziato a proteggerti, a non cedere più, ed è proprio da lì che può iniziare la tua rinascita. Posso immaginare quanto ti senta in questo momento e quanto peso tu stia portando e se vuoi posso aiutarti. Amo accompagnare le persone nel loro percorso di crescita e benessere, e sarei davvero contenta di poter aiutare chiunque senta il bisogno di un supporto in questo momento.
Dott.ssa Alessandra Motta
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno,
quello che racconta non è solo una storia d’amore finita male, ma un copione relazionale dove lei è stata lentamente spinta nel ruolo di “colpevole” e la sua ex nel ruolo di “giudice”. Quando si vive così a lungo in una dinamica fatta di accuse, gelosie e richieste continue, si comincia a dubitare di sé e a sentirsi sempre in difetto, anche quando non lo si è.

Il punto non è più capire “perché lei fa così”, ma riconoscere come questa relazione l’ha intrappolata: la rabbia e i ritorni improvvisi non sono prove d’amore, ma strumenti di controllo. La vera forza ora non è cercare l’ennesima spiegazione o giustificazione, ma non rientrare nel gioco e cominciare a ricostruire la propria identità fuori da questo schema. È il primo passo per uscire dalla confusione e tornare a sentirsi intera.

Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Motta – Psicologa Strategica

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