Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni e volevo condividere con voi un “problema” che mi sono accor

27 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni e volevo condividere con voi un “problema” che mi sono accorta di avere, soprattutto nell’ultimo periodo, dal punto di relazioni sentimentale. Per fare un recap della mia vita sentimentale, dopo quasi 8 anni di relazione mi sono lasciata all’età di 22 anni. Ho avuto un’altra relazione seria dal 2023 al mese scorso (mi sono lasciata). In entrambi i casi sono stata io a lasciare l’altro; nel primo perché sentivo di non provare più nulla per lui, nel secondo perché c’erano troppi modi di fare e di vedere la vita ed il futuro differenti.
Dopo quest’ultima relazione durata due anni, sento di aver il bisogno di ritornare a me stessa e fare un po’ di “detox”, se così posso definirlo. Fatto sta che una diecina di giorni fa decido di iscrivermi su un’app di dating, ma solo per pura curiosità di vedere chi ci fosse. Con un ragazzo in particolare si è creato da subito un buon feeling, tant’è che decidiamo di vederci per una serata. Serata che è andata molto bene; mi sembrava di conoscerlo da una vita, poche volte mi era successo. È passata quasi una settimana; ci stiamo sentendo su whatsapp ma noto che non risponde presto ad i miei messaggi (a volte passano ore). Okay in orario lavorativo, ma dopo lavoro più o meno la situazione è la stessa. Ora, io so che non dovrei dare importanza a questo anche perché ognuno ha il suo stile comunicativo, ma la mia testa non riesce a fermarsi e lo pensa continuamente, e soprattutto pensa perché non mi risponde presto. E da lì partono 10mila domande: vuol dire che non è interessato a me? Vuol dire che non lo merito? Ecc ecc…tantissime paranoie che non mi fanno vivere bene, o comunque stare sempre in una situazione di ansia. Nonostante lui stesso mi abbia detto che vorrebbe rivedersi, dunque un minimo di interesse penso ci sia. Anche di persona comunque si è trovato molto molto bene, diceva.
Non voglio essere schiava di queste sensazioni, per me negative, anche perché è vero, non ci conosciamo e ci siamo visti solo una volta. Anche perché queste/i dinamiche/schemi si ripercorrerebbero anche se fosse un altro ragazzo, e non lui.
Come faccio a lasciar andare questi pensieri e vivermi la cosa tranquillamente? Soprattutto premettendo che io non avrei voluto iniziare una frequentazione un mese dopo essermi lasciata.. dovrei davvero prenderla alla leggera, se poi la cosa dovesse continuare, bene, altrimenti pace. Ma non riesco a restare tranquilla e a non andare oltre già. Come posso bloccare tutte queste paranoie?
Grazie mille.
Capita spesso, dopo esperienze di coppia importanti, di vivere con ansia l’inizio di una nuova conoscenza. Quando l’altro non risponde subito o sembra meno presente, si attivano pensieri e paure che vanno oltre la situazione reale. È come se si riaccendessero antiche ferite legate al sentirsi visti, desiderati o “abbastanza” per qualcuno.
Dal punto di vista junghiano, questi momenti sono occasioni preziose per conoscere meglio se stessi: l’altro diventa uno specchio che ci rimanda bisogni profondi e parti interiori che chiedono attenzione. Invece di cercare di “bloccare le paranoie”, può essere utile fermarsi e chiedersi cosa in realtà si sta temendo o desiderando.
Imparare ad ascoltare queste emozioni — senza giudicarle — permette di non farsi guidare dall’ansia, ma di sviluppare un modo di stare nelle relazioni più stabile e consapevole.
Un percorso psicoterapeutico può aiutare proprio in questo: a riconoscere i propri schemi affettivi e a costruire una base interiore più sicura, da cui vivere le relazioni con maggiore serenità.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Margherita Atzori
Psicologo, Psicologo clinico
Aprilia
Buongiorno, dalle tue parole emerge una forte consapevolezza di sé e il desiderio di comprendere meglio ciò che accade nel tuo mondo interiore.
Quello che descrivi, ovvero l’attivarsi di pensieri e preoccupazioni quando l’altra persona non risponde subito, è piuttosto comune soprattutto nei momenti in cui ci si apre di nuovo a una relazione dopo una rottura importante. Spesso questi pensieri nascono dal bisogno di sentirsi visti e rassicurati, e possono essere più intensi se si arriva da periodi in cui la stabilità affettiva è stata messa alla prova.
Può essere utile provare a riconoscere e nominare le emozioni che emergono (“mi sento in ansia”, “mi sento insicura”), piuttosto che giudicarle o cercare di bloccarle.
Potrebbe essere utile, infine, approfondirli in uno spazio di ascolto psicologico, per comprendere meglio i meccanismi che si attivano e trovare strategie più adatte.
Buona giornata!
Dott.ssa Susanna Minaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Cantù
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità.
È comprensibile sentirsi in ansia e in balia dei pensieri dopo una fine di relazione: quando ci si apre nuovamente al contatto con qualcuno, spesso emergono paure e bisogni di sicurezza ancora sensibili.
Provi a ricordare che non tutto ciò che pensa corrisponde alla realtà: l’attesa di un messaggio non misura il suo valore.
In questo momento la cosa più importante è ritrovare il suo equilibrio, concedendosi tempo per conoscersi e fidarsi dei propri tempi.
Imparare a stare nell’incertezza, senza giudicarsi, è già un passo verso relazioni più serene e consapevoli.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Susanna Minaldi
Dott.ssa Jessica Guidi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Lucca
Caro utente,
Quello che descrivi è un vissuto molto comune, ma anche molto profondo — e merita di essere accolto con attenzione, non liquidato come “paranoia”.
Ti rispondo come psicoterapeuta ad orientamento interpersonale, cioè partendo da come ti senti nella relazione più che da cosa “dovresti” fare.
In realtà, quello che chiami “schiavitù” non è un difetto: è il modo in cui il tuo mondo interno cerca sicurezza nel legame.
Dopo una lunga relazione (anzi due), il tuo sistema affettivo è stato “tarato” su una presenza costante: messaggi, attenzioni, routine.
Ora che sei di nuovo nel campo incerto della conoscenza, il tuo Sé si sente esposto.
Ogni mancata risposta non è solo un silenzio: è come se dicesse “potrei non essere scelta”.
E lì nasce l’ansia, quella tensione che scatta prima ancora che tu possa razionalizzarla.
È il campo relazionale che si crea quando entri in contatto con un potenziale legame nuovo.
L’ansia non è tanto “su di lui”, ma su ciò che lui rappresenta: la possibilità di essere ancora amata, di valere, di essere vista dopo una separazione.
È come se il tuo sistema interno dicesse:

“Mi sto rimettendo in gioco… ma se non vengo subito confermata, rischio di crollare.”

E questo è del tutto umano, soprattutto quando si è ancora in fase di detox emotivo dopo una storia lunga.
Il bisogno di sapere subito se l’altro c’è, risponde, pensa a te, non è solo bisogno di controllo.
È il tentativo di ridurre l’incertezza e calmare l’attivazione interna del sistema di attaccamento.
Ogni ora di silenzio equivale, a livello emotivo, a una piccola assenza affettiva — e il tuo corpo la percepisce come un vuoto da colmare con pensieri.
La mente non riesce a “lasciar andare” i pensieri perché il corpo è ancora in allerta d’amore: hai chiuso una storia importante da poco, e dentro di te c’è ancora la memoria di un contatto costante.
È come se il tuo sistema affettivo dicesse: “Aspetta, dov’è finita la presenza che mi rassicurava ogni giorno?”
Quindi la cosa più gentile che puoi fare non è “impormi di fregarmene”, ma riconoscere che sto ancora ritarando la mia capacità di stare da sola nel legame.
un augurio
J Guidi
Dott.ssa Elena Fortuna
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno,
nelle sue parole si percepisce quanta consapevolezza e insieme quanta fatica ci sia nel vivere queste emozioni. Quando la mente inizia a chiedersi continuamente “perché non mi risponde?” o “cosa significa?”, in realtà non sta cercando risposte, ma tranquillità. Più prova a controllare la situazione con il pensiero, più l’ansia cresce.
Non è una questione legata a questa persona in particolare, ma a un modo di vivere l’attesa e la relazione che può ripresentarsi in altri contesti. Per questo, più che imparare a “lasciar andare”, può essere utile comprendere come funziona questo meccanismo dentro di lei e come interromperlo prima che prenda il sopravvento.
Un percorso psicologico può aiutarla a farlo, offrendo uno spazio dove dare significato a ciò che prova e imparare modalità più leggere e sicure di stare nelle relazioni.
Un caro saluto, Dott.ssa Elena Fortuna
Dott.ssa Ester Negrola
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che stai vivendo.
Dal tuo racconto mi sembra di capire che tu ti senta un po' divisa tra una parte che desidera ritrovare te stessa e fare un po' di "detox", e un'altra altra che invece è incurosita e desidera conoscere qualcuno di nuovo. Dopo tanti anni di ralazione è perfettamente normale fare un po' di fatica ad abituarsi a stare da soli, anche solo banalmente a non avere più qualcuno con cui poter messaggiare ogni giorno, fa parte del gioco...si "perde" qualcosa" e si trova qualcos'altro. Forse quello che cerchi veramente é questo nuovo e inesplorato "altro", e dietro l'ansia e l'impegno che metti nel pensare al perchè questo nuovo ragazzo non ti risponde in poco tempo, si celano altre preoccupazioni/pensieri ben più profondi che riguardano te stessa e la tua nuova dimensione di vita. Datti tempo per abituarti e familiarizzare con calma con la te stessa di oggi, in questo nuovo capitolo di vita, investendo su di te e suoi tuoi desideri e ambizioni, e magari nel frattempo la conoscenza con questo ragazzo continuerà spontaneamente senza troppe "paranoie".

Sperando di esserti stata utile e di averti dato qualche spunto su cui riflettere, resto a disposizione qualora desiderassi approfondire queste tematiche in un percorso insieme.
Dott.ssa E. Negrola
Buongiorno,
ci sarebbero diversi elementi da approfondire, a partire da quali sono state le situazioni vissute nelle relazioni precedenti e cosa ha portato a decidere di intraprendere questo nuovo incontro. Un ulteriore aspetto riguarda se tali dubbi sono stati presenti in passato, se ci sono anche per altri aspetti della propria vita oppure sono incentrati solo su questa situazione.
Per avere una maggiore chiarezza, il consiglio è di intraprendere un percorso psicologico in cui poter trovare un ordine a quanto accaduto e quanto accade.
Resto a disposizione, anche online.
Auguro una buona giornata,
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buongiorno, purtroppo è difficile rispondere alle sue domande senza ulteriori approfondimenti. In generale per avere maggiore consapevolezza sul suo funzionamento anche da un punto di vista relazionale le suggerirei di iniziare un percorso psicologico. Se ne avesse necessità sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Ciao e buongiorno!
A me sembra che quello che stai vivendo è molto comune dopo una rottura importante: da un lato senti il bisogno di ritrovarti, dall’altro emergono insicurezze appena si riattiva una nuova conoscenza. C'è bisogno di un momento di "detox"!
Il fatto che il ragazzo risponda con calma non è di per sé un problema — il malessere nasce dal significato che dai a questa distanza: “non sono abbastanza”, “non gli interesso”, “sto sbagliando qualcosa”. E questi pensieri, più che la situazione in sé, sono ciò che ti fanno soffrire.
La chiave non è controllare l’altro, ma riconoscere e gestire le tue reazioni interne, che probabilmente si attiverebbero anche con un’altra persona. Perchè questo è quello che noi clinici chiamiamo "coazione a ripetere" o più semplicemente, schemi mentali che si ripetono...
Fermarsi, dare un nome all’ansia e tornare al presente può aiutarti a non farti trascinare da queste spirali mentali.
Penso che tu abbia già una buona consapevolezza di ciò che succede dentro di te. Coltivala con gentilezza e, se senti il bisogno di uno spazio per esplorare più a fondo queste dinamiche, un percorso può essere un valido sostegno. Un abbraccio
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, in effetti lei stessa individua dei sintomi che vive quando si trova all'interno di una relazione romantica. Ansia, paranoia e il conseguente rimuginio. Sarà importante affrontare questo suo modo di vivere le relazioni amorose in seduta, per comprendere più a fondo il suo vissuto e garantirle benessere.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Dott.ssa Lioy Marta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile ragazza,
quando comprendiamo la "forma" delle nostre paranoie queste tendono ad affievolirsi. Mi spiego meglio: comprendere le motivazioni di ciò che ci accade ci permette di affrontare le difficoltà alla loro radice e ci libera dai loop dentro i quali cadiamo.
Il luogo ideale è la psicoterapia.
Un saluto
Dott.ssa Beatrice Tocco
Psicologo, Psicologo clinico
Acqui Terme
Buongiorno,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Dalle tue parole si percepisce quanto tu sia una persona riflessiva, consapevole e desiderosa di capire meglio te stessa e le tue emozioni. È un ottimo punto di partenza.

Quello che descrivi, l’ansia, i pensieri ricorrenti e il bisogno di conferme quando l’altra persona non risponde subito, è qualcosa che molte persone sperimentano, soprattutto dopo relazioni importanti o momenti di cambiamento. Non è “strano” né un segno di debolezza: spesso è il modo in cui la nostra mente cerca di proteggerci da una possibile delusione o dal timore di non sentirsi abbastanza.

Dopo due relazioni lunghe e coinvolgenti, è comprensibile che tu senta un bisogno di “detox” e di ritrovare un equilibrio personale. Tuttavia, quando si è appena usciti da un legame significativo, la parte più vulnerabile di noi può restare ancora “attiva”, in cerca di rassicurazioni e stabilità emotiva. In questa fase, anche un semplice silenzio su WhatsApp può riattivare insicurezze o vecchi schemi legati al bisogno di sentirsi scelti e visti.

Ti invito a considerare questo momento non tanto come un “problema da risolvere”, ma come un’occasione per ascoltarti in profondità: chiederti cosa ti fa sentire in ansia quando non ricevi risposta, cosa temi davvero che possa accadere, e che significato attribuisci a quei silenzi. A volte dietro la paura di “non piacere abbastanza” c’è il bisogno di sentirsi riconosciuti e al sicuro, più che la reale relazione con l’altra persona.

Un buon passo potrebbe essere quello di provare a spostare l’attenzione da lui a te: cosa desideri in questo momento della tua vita? Di cosa hai bisogno per sentirti serena, indipendentemente da una nuova frequentazione? Darti il tempo di ritrovare il tuo ritmo interiore è fondamentale, soprattutto se senti che hai iniziato questa conoscenza più per curiosità che per un reale desiderio di costruire qualcosa di nuovo.

Infine, sappi che non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di reagire. Queste emozioni possono diventare un punto di partenza prezioso per lavorare sulla fiducia, sull’autostima e sul rapporto con l’attesa e l’incertezza. Se senti che l’ansia tende a prendere il sopravvento o che questi pensieri si ripetono spesso anche in altri contesti, un percorso di supporto psicologico individuale potrebbe aiutarti a comprendere meglio i tuoi schemi relazionali e a imparare a gestire le tue emozioni in modo più sereno.

Stai già facendo qualcosa di molto importante: osservarti con onestà, senza giudicarti. Da qui può nascere un vero cambiamento!

Un caro saluto,
Dott.ssa Beatrice Tocco - Psicologa
Dott.ssa Miriam Casini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Rocca di Papa
Gentile utente, La ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua esperienza. Dalle sue parole si percepisce una buona capacità di introspezione e una profonda attenzione verso il proprio mondo emotivo. Ha già riconosciuto dei meccanismi che tendono a ripresentarsi nelle relazioni e il disagio che le provocano, e questo è un passo molto importante. È del tutto comprensibile che, dopo una relazione significativa e una recente separazione, si trovi in una fase in cui sente il bisogno di ritrovare sé stessa e, allo stesso tempo, provi un certo timore o vulnerabilità nel rimettersi in gioco con una nuova persona. Le reazioni che descrive, come l’ansia nell’attesa di una risposta o la tendenza a cercare conferme, sono piuttosto comuni, soprattutto quando ci si sente emotivamente esposti dopo la fine di una storia importante. Spesso queste sensazioni nascono dal bisogno di sicurezza e dal timore, più o meno consapevole, di non essere abbastanza o di poter essere rifiutati. In questi momenti può essere utile provare a rallentare, ascoltare ciò che accade dentro di sé e ricordare che l’interesse dell’altro non definisce il proprio valore personale. Dedicarsi del tempo per rielaborare le proprie emozioni e ritrovare stabilità interiore è un passo fondamentale per il proprio benessere emotivo. Un percorso psicologico individuale potrebbe aiutarla a comprendere meglio questi schemi e a sviluppare strumenti per gestire l’ansia relazionale, così da potersi vivere le conoscenze future con maggiore serenità e fiducia. Un caro saluto, Dott.ssa Miriam Casini.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

quello che descrivi è molto comune e comprensibile, soprattutto dopo una serie di relazioni importanti e subito dopo una rottura recente. Quando ci si trova in una nuova frequentazione, è normale che la mente inizi a correre e a formulare mille domande e scenari possibili, specialmente se hai paura di soffrire o di non essere “sufficiente”.

Alcuni punti che possono aiutarti:

Riconoscere i pensieri senza giudicarli: le ansie e le paranoie non spariranno magicamente, ma puoi imparare a osservarle senza farti travolgere. Nota quando arrivano e accettale come pensieri passeggeri, non come realtà.

Distinguere tra realtà e interpretazioni: ad esempio, il fatto che lui non risponda immediatamente non significa necessariamente disinteresse. Ognuno ha i propri tempi e ritmi di comunicazione. Cercare prove di interesse o disinteresse online spesso aumenta solo l’ansia.

Focalizzarti sul presente: hai avuto solo un incontro, quindi il vostro rapporto è ancora all’inizio. Prova a vivere gli scambi e gli incontri per quello che sono, senza anticipare scenari futuri.

Prendersi cura di sé: fare un “detox sentimentale” come hai detto, significa anche concedersi tempo per sé stessa, coltivare interessi e relazioni amicali, e non dipendere dalla risposta immediata di qualcun altro per sentirsi bene.

Piccoli esercizi pratici: puoi provare a scrivere i tuoi pensieri, a distrarti con attività piacevoli quando senti l’ansia salire, o a praticare esercizi di respirazione e mindfulness per riportarti al momento presente.

Ricorda che avere dubbi e preoccupazioni è naturale, soprattutto all’inizio di una conoscenza. L’importante è non lasciare che questi pensieri prendano il controllo delle tue emozioni o delle tue azioni.

Per approfondire e affrontare in maniera più mirata queste dinamiche emotive, è consigliato rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco molto bene la fatica che sta vivendo e l’intensità di ciò che descrive. Quando si esce da una relazione importante, soprattutto dopo anni di coinvolgimento e adattamento reciproco, è naturale sentirsi un po’ “sbilanciati” emotivamente. Anche se la decisione di chiudere è stata presa in modo lucido, il nostro sistema emotivo continua per un po’ a cercare sicurezza, conferme e prevedibilità, proprio ciò che una relazione stabile ci offriva. In questo senso, il bisogno di sentirsi rispondere subito ai messaggi non è tanto un segno di debolezza o dipendenza, quanto una forma di ricerca di stabilità e controllo in un momento in cui tutto sembra di nuovo incerto. Il fatto che abbia riconosciuto di voler fare “detox” da una relazione e di essersi comunque concessa la curiosità di esplorare nuove conoscenze è un segnale di consapevolezza e di desiderio di crescita. È importante, tuttavia, che questa esplorazione non diventi un terreno su cui la mente cerca di compensare le insicurezze ancora aperte. Quando i pensieri cominciano a girare intorno a domande come “perché non mi scrive?”, “vuol dire che non gli piaccio?”, “cosa ho sbagliato?”, quello che accade è che l’attenzione si sposta dal piacere di conoscere qualcuno al bisogno di rassicurarsi. Questo genera ansia, perché si finisce per leggere ogni piccolo comportamento dell’altro come una prova di valore personale. Un passo utile può essere provare a osservare questi pensieri come eventi mentali e non come verità. Quando si accorge di iniziare a rimuginare, può dirsi mentalmente: “questo è un pensiero che la mia mente sta producendo per proteggermi dalla paura del rifiuto”. Può sembrare un dettaglio, ma nominare ciò che accade riduce la sua forza. Anche riportare l’attenzione su di sé, sulle proprie sensazioni fisiche e su ciò che sta facendo in quel momento, aiuta a non perdersi dentro le congetture. Un altro aspetto importante è il ritmo: ha appena concluso una storia, e il suo sistema emotivo ha ancora bisogno di tempo per ricalibrarsi. Non si tratta di vietarsi nuove esperienze, ma di viverle con la consapevolezza che in questa fase può essere più vulnerabile al bisogno di conferme. Può dirsi, per esempio: “mi sto concedendo di conoscere, ma il mio equilibrio non dipende dalla risposta dell’altro”. A volte è utile anche stabilire piccole regole per sé, come aspettare un po’ prima di controllare il telefono o impegnarsi in attività che portino la mente altrove. Ciò che sta provando è molto comune: non è un segnale di debolezza, ma di sensibilità. La parte di sé che teme di non essere abbastanza ha solo bisogno di essere ascoltata e rassicurata non tanto da qualcun altro, ma dalla propria voce interna. Con il tempo, imparando a osservare i pensieri e a non inseguirli, scoprirà che la tranquillità non dipende da cosa fa o non fa l’altra persona, ma dal suo modo di stare dentro le situazioni. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
dalle sue parole emerge una grande consapevolezza di sé e del proprio modo di vivere le relazioni, ed è già un passo molto importante. Il bisogno di detox che cita dopo la fine di una relazione lunga e coinvolgente è un segnale sano, significa che sente la necessità di tornare a sé stessa, di ristabilire un equilibrio interiore prima di investire nuovamente le proprie energie emotive in qualcun altro.
Quello che sta accadendo con questo nuovo ragazzo sembra risvegliare una parte ansiosa legata al timore del rifiuto o al bisogno di conferme. Quando dice di non riuscire a fermare i pensieri, di analizzare ogni sua risposta o silenzio, è come se la sua mente cercasse di prevedere il pericolo per proteggersi da una nuova ferita.
Non è qualcosa di sbagliato, ma un meccanismo di ipercontrollo emotivo che nasce spesso da esperienze passate in cui ci si è sentiti poco visti o sicuri nel legame.
La chiave, ora, non è forzarsi a non pensarci, ma imparare a stare con quei pensieri senza crederli automaticamente veri. Quando nota che la mente parte con le domande può provare a riconoscerle per ciò che sono, preoccupazioni, non fatti.
Un altro passo utile può essere concedersi davvero del tempo per stare sola con sé stessa, senza riempire subito il vuoto lasciato da una relazione. Spesso non è la persona nuova a metterci in ansia, ma il nostro bisogno di sicurezza dopo una perdita. In questo senso, un percorso psicologico, anche breve, potrebbe aiutarla a lavorare su questa parte che tende a vivere le relazioni con ipervigilanza, restituendole un senso di calma e fiducia nei propri tempi emotivi. Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, è meglio focalizzarsi sul qui e ora invece di andare oltre anche perchè così non si gode il momento consiglio un corso di mindfulness grazie
Buongiorno, è normale avere qualche pensiero di questo tipo quando si inizia a conoscere qualcuno di interessante e che attrae, può capitare. La invito intanto a riflettere sulla scelta di iscriversi a un'app di dating nonostante non cercasse una frequentazione: aveva bisogno di trascorrere questo periodo di "detox" in compagnia? Può essere, perché essere single dopo tanti anni di relazione può essere difficile. Mi sembra di capire che questa situazione sia molto fresca e come dice lei ognuno ha il proprio stile comunicativo: sentirsi poco non equivale a disinteresse, possono esserci tante spiegazioni. Prima di dare lei le risposte a queste domande, potrebbe pensare di chiedergliele così da avere una risposta dal diretto interessato.
Mi sembra comunque che sia indecisa anche su questa possibile frequentazione, quindi forse sarebbe il caso prima di chiedersi lei cosa vuole da questa persona, se vuole iniziare a conoscerla seriamente, e solo in caso di risposta positiva parlare con lui di ciò che le mette ansia o preoccupazione.
Questo tipo di pensieri e ansia possono avere tante cause, uno dei modi per affrontarle è capire cosa concretamente succede e c'è nel momento presente, senza fare ipotesi o illazioni, e poi dare fiducia all'altra persona.
Dott. Riccardo Doratiotto
Psicologo, Psicologo clinico
San Vito al Tagliamento
Quello che descrive è molto più comune di quanto pensa, ed il fatto che lei riesca a riconoscerlo con lucidità, dato il racconto dettagliato che ha fatto, è già un grande passo avanti. All’inizio parlava della sua lunga relazione, vissuta lungo la sua adolescenza che rappresenta un periodo di crescita personale in cui la propria identità e i propri bisogni sono ancora in costruzione: in quella fase è più facile creare alchimia, comunicazione e intesa con il partner perchè si cresce assieme. Ricostruire una relazione in un’età diversa (se ho capito bene adesso ha intorno ai 24 anni?) comporta dinamiche e modalità differenti. Forse ha semplicemente bisogno di fare nuove esperienze per capire meglio se stessa e ciò che desidera davvero in una relazione. Deve anche imparare a conoscere come funziona oggi il mondo delle relazioni, che è molto cambiato rispetto a dieci anni fa, e comprendere che, con il passare del tempo, cambiano anche le esigenze, le modalità e le tempistiche, nostre e delle altre persone.

Dott. Riccardo Doratiotto - Psicologo e Sociologo
Gentile paziente,
Quando si parla di stati sentimentali è difficile trovare una risposta univoca che vada bene per tutte le situazioni, anche se simili alla sua. Per esempio, a parità di situazione, non è da tutti porsi delle domande verso una ricerca della verità personale su una certa situazione. Detto questo, dal suo messaggio appare chiaro che l'incontro con una persona con cui potere potenzialmente condividere esperienze è per lei un aspetto della vita rilevante, che la assorbe molto; forse per questo l'incertezza di non sapere con sicurezza le intenzioni dell'altro la fanno maggior ragione impensierire in questo modo? Sicuramente la questione che si pone è interessante e dunque meriterebbe uno spazio di parola adeguato per far sì che lei possa approfondire la vicenda, se ne ha davvero la curiosità. Seppur brevemente, risponderle in modo diverso a partire da queste poche righe sarebbe ingiusto nei confronti della ricerca di una risposta così personale che ha deciso di mettere in luce.
Dott. Roberto Corbo
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco bene ciò che descrivi: dopo una rottura importante, la mente resta “in allerta” e tende a leggere ogni segnale come una possibile minaccia o rifiuto. È una reazione comune, legata più al bisogno di sicurezza che al reale comportamento dell’altro.
Il punto è che non devi “bloccare” i pensieri, ma riconoscerli come ansia — non come verità. Quando arriva l’impulso di controllare o interpretare, prova a fermarti e dirti: “Questo è il mio bisogno di conferme, non un segnale che qualcosa non va”. Poi sposta l’attenzione su di te, su ciò che stai facendo in quel momento.
Concediti di conoscere questa persona senza pressioni: non devi dimostrare nulla né prevedere il futuro. Hai appena chiuso una relazione importante, è naturale sentirsi vulnerabili. Il vero “lasciar andare” non è disinteressarsi, ma permettersi di vivere il presente senza dover già capire dove porterà.
Dott.ssa Chiara Esposito Aiardo
Psicologo, Psicologo clinico
Villaricca
Buongiorno, le consiglio un percorso per approfondire l'origine di queste sensazioni che potrebbero derivare da schemi di attaccamento insicuro. L'inizio di una conoscenza prevede lo stare in un territorio ignoto, dove si sta costruendo una relazione tra due sconosciuti. La mancanza di sicurezza, naturale nelle fasi iniziali, sembra le stia attivando sentimenti di inadeguatezza, forse sperimentati nel passato. La psicoterapia aiuta a guardarsi dentro, conoscersi e integrare parti passate con il vissuto presente.
Dott.ssa Marta Calzari
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con sincerità i suoi pensieri. Da quanto racconta emerge che sta vivendo un momento di transizione importante nella sua vita sentimentale e personale. È naturale sentirsi confusi dopo la fine di una relazione significativa, e questo può portare a interrogarsi sui propri bisogni, sulle proprie emozioni e sul desiderio di stabilità o di novità.
Lei esprime chiaramente la volontà di prendersi una pausa “detox”, ma allo stesso tempo si è iscritta a un’app di dating e ha iniziato una frequentazione. Questo contrasto potrebbe indicare che i suoi bisogni emotivi non sono ancora del tutto chiari: talvolta può esserci la paura di restare da soli o il desiderio di ricevere conferme, anche senza volerlo ammettere. Questo è normale, soprattutto dopo relazioni importanti e prolungate.
Per gestire le ansie che sente rispetto alla comunicazione con questa nuova persona, può essere utile lavorare prima di tutto sulla sua consapevolezza emotiva: chiedersi cosa davvero desidera, senza giudizio, e quali sono i suoi bisogni in questo momento.
Dott.ssa Marianna Spatuzzi
Psicoterapeuta, Psicologo
Cava de' Tirreni
Carissima giovane 26 enne,mi fa molta tenerezza la tua richiesta di aiuto.Le relazioni sono di per se complesse,ma se diventano piene di dubbi,incertezze e domande,prima ancora che comincino vuol dire che qualcosa non va come dovrebbe andare. Dalla tua storia immagino che sia passato ancora troppo poco tempo per aprire il tuo cuore a qualcun altro, non so come si è conclusa la precedente relazione, ma ti sento desiderosa da una parte e spaventata dall'altro lato. prima di pensare a quello che desidera questo nuovo ragazzo, chiediti cosa veramente vuoi adesso.
Dott.ssa Camilla Negri
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
San Nicolò a Trebbia
Buona sera. Ciò che ha condiviso è sicuramente interessante, descrive in vissuto che può dire tante cose. Meriterebbe certamente di essere indagato con più calma magari durante un colloquio. Ci tengo a dirle che non è sola in questo accaduto. Non esiti a contattarmi. Saluti
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, dalla sua breve descrizione c'è mi sembra, tutta da approfondire, una insicurezza che si attiva nel momento in cui entra in relazione. Può essere che questo si scateni rispetto a qualcosa che ha a che fare con l'abbandono. Mi sento di dirle che per affrontare i pensieri disfunzionali che si attivano potrebbe essere di aiuto iniziare una consulenza o una psicoterapia. Se ritiene posso essere disponibile anche online. Buona Giornata. Dario Martelli
Dott.ssa Debora Fiore
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, e grazie per aver condiviso la tua storia.
Sai, a volte ci concentriamo tanto sul far funzionare una relazione, da dimenticare che prima di tutto dovremmo far funzionare noi stessi. Stare “da sempre” con qualcuno può renderci ciechi a ciò che siamo diventati, o a ciò che non abbiamo mai potuto diventare.
Può succedere che, pezzo dopo pezzo, nell’altro ci si perda un po’. Ma questo momento può anche essere l’occasione per ritrovarti.
Non si tratta solo di questo ragazzo o di quello che accade ora: i tuoi blocchi hanno radici più antiche, scritte nella tua storia, nei tuoi primi legami, in come hai imparato a stare al mondo.
Quindi sì, sei dentro un vortice di pensieri ,ma va bene così. Ora è il tempo di smettere di analizzare e iniziare a conoscerti davvero.
Spero di esserti stata d'aiuto!
Saluti
Dr.ssa Debora Fiore

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.