Buongiorno, sono un uomo di 45 anni con problemi di ansia. Specifico che non si tratta di manifesta

23 risposte
Buongiorno,
sono un uomo di 45 anni con problemi di ansia. Specifico che non si tratta di manifestazioni acute tipo attacchi di panico; ma di una predisposizione (familiare) a stati apprensivi cronici, alimentati da frequenti somatizzazioni. La situazione è peggiorata negli ultimi anni, a seguito di ‘veri’ problemi di salute che mi hanno causato preoccupazione, per cui mi trovo in un circolo vizioso ansia-disturbi-ansia da cui non riesco più a uscire.
In questo contesto, da fine 2020 soffro episodi di ‘cardiopalmo’, in cui avverto distintamente il battito del cuore nel petto e/o nell’orecchio sinistro, come se fosse più forte del normale, seppur regolare. Gli episodi, più o meno frequenti a seconda del periodo, si possono dividere in due categorie:
1. Di giorno, soprattutto dopo pranzo, una sorta di vibrazione o sfarfallio al petto, come se al posto del cuore avessi un orologio che batte i secondi; bpm tra 70 e 75 (a riposo normalmente ho 60-65 bpm);
2. La sera da seduto o sdraiato, oppure alla mattina appena alzato, un battito più deciso al petto e/o all’orecchio; bpm 80-85, max 90. A volte me lo fa anche dopo un caffè o uscito dalla doccia.
All’epoca diversi accertamenti cardiologici non evidenziarono nulla di particolare. L’unica cosa rilevante fu che la cardiologa, auscultandomi con lo stetoscopio, mi parlo di ‘iperadrenalinicità’, senza specificare cosa intendesse. Dopo quegli esami, il problema sparì per parecchi mesi, salvo ricomparire da settembre 2021. Stavolta, ho fatto un altro ECG, un’eco ai tronchi sovraortici - tutto ok - e pure una visita endocrinologica, dove non mi sono stati nemmeno prescritti accertamenti.
Il mio medico dice – anzi è convinto - che lo stato di stress cronico e la continua tensione emotiva a cui mi auto-sottopongo da anni possono aver alterato l’equilibrio interno dell’organismo, mandando in tilt, oltre al fisico stesso, anche la ‘centralina’ che regola le reazioni emotive. Individua dunque nel disturbo un origine funzionale e non organica.
Io ho sempre avuto molta fiducia nel mio medico, ma stavolta la natura del disturbo e le circostanze in cui si manifesta mi rendono dubbioso. Chiarisco: la diagnosi è assolutamente possibile, ma temo che questi particolari sintomi non siano collegabili ad essa. Non sono quelli classici da ansia, con tachicardia, dispnea, ipertensione; semplicemente, avverto il battito come se fosse più energico del normale in circostanze in cui non dovrei nemmeno sentirlo. Inoltre, gli episodi non sono mai correlati a situazioni d’ansia o a sforzi fisici; anzi, al 99% si manifestano nei momenti di calma e di relax, e più che allo stato emotivo, sembrano legarsi a determinate situazioni o determinate posizioni.
Una cosa è certa: finche ho il dubbio che il disturbo possa avere un’origine organica, da questa situazione non ne esco. Quindi la domanda è semplice: i sintomi descritti possono essere davvero ascrivibili a una situazione di ansia cronica?
Grazie a chiunque risponderà e cordiali saluti.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo possibile che i sintomi descritti siano ascrivibili ad un quadro ansioso meritevole di attenzione clinica pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Le sarà utile anche per identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Simone Tealdi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Torino
Buongiorno, oltre a seguire gli accertamenti medici del caso, la invito a richiedere anche consulto psicologico.
dott Tealdi
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, le consiglio di approfondire gli aspetti medici ed effettuare una consulenza psicologica.
Cordialmente
Dr Mauro Vargiu

Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Si, i sintomi potrebbero essere causati da uno stato di ansia protrattasi nel tempo, di cui non ha nemmeno la consapevolezza per quanto è uno stato che le appartiene. Nella mia esperienza di psicoterapeuta corporea di tipo bioenergetico, il lavoro con le sensazioni corporee, per prendere consapevolezza dei meccanismi psicosomatici che si attivano, integrati con l'individuazione delle cause dei problemi e i vissuti emotivi collegati ad esse, può sbloccare il meccanismo che crea una situazione di allerta perenne, causa dello stress prolungato. Distinti saluti
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, il fatto che senta il cuore a riposo non significa che non sia collegato ad una condizione emotiva. A volte proprio una condizione di riposo può portare ad ansia percepita attraverso il corpo che improvvisamente diviene dominante. Le suggerirei di fare dei colloqui psicologici, ascoltarla e approfondire potrà sicuramente essere utile per capire meglio cosa le accade.
Resto a disposizione, può contattarmi o scrivermi. I colloqui possono avvenire anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Laura Perdisci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cagliari
Salve,
Per escludere totalmente cause fisiche e organiche, le suggerirei di fare prima degli accertamenti attraverso il suo medico. Nel frattempo potrebbe chiedere un consulto psicologico. Resto a disposizione per una consulenza, un saluto
Dott.ssa Laura Perdisci
Dott.ssa Michela Campioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Modena
Buonasera, i sintomi da lei descritti possono essere ascrivibili ad una condizione emotiva, quindi potrebbe prendere in considerazione di intraprendere un percorso psicologico per indagare anche questa ipotesi, mantenendo l'attenzione su ciò che accade a livello fisiologico in modo da non trascurare nessuna eventualità. Cordialmente Dr.ssa Michela Campioli
Gent. Signore, è innanzitutto fondamentale sapere se lei è o no un fumatore, in quanto in questo caso, il fumo può rientrare nelle cause dei suoi sintomi. Nel caso in cui non lo sia, la risposta alla sua domanda è si, la spiegazione che il medico le ha dato è assolutamente plausibile. Uno stato di ansia prolungato nel tempo può provocare i sintomi a cui fa riferimento. Può esserle di aiuto ascoltare il Podcast Le stanze della Paura, disponibile gratuitamente su listennotes.com, Spotify, Google Cast, Breaker e seguire la pagina Facebook Le Stanze della Paura Podcast. Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia e alcuni strumenti finalizzati al rilassamento psico fisico. In particolare le suggerisco di effettuare anche quotidianamente seguendo bene le indicazioni le pratiche che trova agli episodi 5 e 14 e di ascoltare l'episodio 9 e sperimentare la pratica guidata che trova all'episodio 10. Nel corso del 2022 verranno pubblicati altri episodi con nuove pratiche che potrà utilizzare sempre con lo stesso obiettivo. Buona serata. Bruno Ramondetti
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.mo, se ha ancora dubbi sulla componente organica, può fare qualche approfondimento. Tuttavia, questi stati apprensisivi che definisce cronici possono avere qualche rilevanza, non solo nel suo corpo, ma nella sua complessiva esperienza. Potrebbe esserle utile una consultazione, in cui poter valutare l'opportunità di un trattamento che la possa aiutare. SG
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,vedo che ha svolto accertamenti di natura organica, e c è forte preoccupazione per il suo cuore...forse il suo cuore soffre anche per motivi psicologici ..Le consiglierei di approfondire anche le cause delle ansie e di questa sofferenza del cuore ..Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Utente,
è molto preciso nella descrizione dei suoi sintomi fisici, e utilizza il gergo medico con grande perizia. Sembra inoltre che gli accertamenti assai accurati, a cui si è sottoposto, escludano cause organiche. In base a queste due evidenze, posso risponderle che sì, è possibile che i suoi sintomi abbiano un origine psicologica. E' tipico per le persone "ansiose" interpretare minimi segni fisici (ad. es. una lieve tachicardia dovuta alla digestione o varianti di pressione dovuti a spostamenti) come segni sicuri di una possibile, quanto elusiva, malattia che se trascurata porterà chissà dove. Inoltre la manifestazione di questi malesseri avviene quando si rilassa - un altro possibile segno della difficoltà di lasciar andare uno stretto controllo e abbandonare uno stato di allerta... Ha provato a informarsi su cosa si intende davvero per ipocondria?
Un consulto psicologico sarebbe assai indicato, per avere una diagnosi accurata a partire da test e colloqui.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buon pomeriggio. Se ha svolto tutti gli esami diagnostici per escludere le problematiche organiche legate ai problemi descritti, i sintomi che riferisce potrebbero essere ascrivibili ad uno stato di ansia o di stress con cui forse convive da tempo, stato del quale potrebbe non avere piena e chiara consapevolezza. Il mio suggerimento è quindi quello di esplorare i sintomi che descrive, i suoi vissuti e la sua esperienza attraverso dei colloqui psicologici con uno/a psicologo/psicoterapeuta per poter fare maggiore chiarezza in merito ai suoi dubbi e favorire una maggiore consapevolezza di se stesso e del modo in cui può migliorare il proprio benessere. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott. Vincenzo Costantino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pisa
Buongiorno, ho letto attentamente la sua domanda. Parto dal presupposto che l'aver escluso cause organiche sia stata la scelta migliore. Lei riporta testuali parole "Io ho sempre avuto molta fiducia nel mio medico, ma stavolta la natura del disturbo e le circostanze in cui si manifesta mi rendono dubbioso", mi chiedevo se avesse pensato di rivolgersi ad uno specialista, sempre in ambito medico, per avere un ulteriore parere e scongiurare (ancora una volta) la causa organica. Qualora l'angoscia che sente continuasse a persistere nonostante un referto medico più che rassicurante, sarebbe utile un percorso psicologico: non sempre l'ansia (o sintomi ansiosi) sono riconducibili ad eventi stressanti o particolarmente difficili, insomma, ad episodi circoscritti. Bisognerebbe indagare sulla familiarità del disturbo: ci sono parenti che manifestano sintomi ansiosi? Sarebbe altresì utile analizzare insieme ad un professionista della salute mentale come vengono emotivamente vissute alcune aree della sua vita (professionale, familiare, relazionale). Sarebbe pertanto opportuna una consulenza psicologica, utile per un inquadramento generale e per valutare insieme al professionista la possibilità di iniziare un percorso terapeutico. Resto disponibile qualora ci fossero ulteriori domande.
Un saluto
Vincenzo Costantino
Dott.ssa Giovanna Volpe
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, dal suo racconto si percepisce questa sensazione di "circolo vizioso" in cui si trova. Spesso è proprio nei momenti di riposo che accadono fenomeni tipo accelerazione del battito cardiaco o battito "più forte". Quando siamo in stato di dormiveglia si abbassano le nostre difese ed emergono maggiormente momenti di ansia. Da professionista che si occupa di psicosomatica e tecniche Corporee, le consiglio di affidarsi ad uno psicologo che la aiuti a ristabilire un contatto con le manifestazioni corporee e la parte più emotiva. Resto a disposizione, dott.ssa Giovanna Volpe
Buonasera, per rispondere alla sua domanda posso dirle che certamente i sintomi da lei descritti possono ricondurre a uno stato ansioso. Ha svolto esami clinici che l'hanno rassicurata sul lato organico: perché non prova allora a concentrarsi sul suo stato emotivo?! Potrebbe richiedere una consulenza psicologica per lavorare sulle cause di questa sua ansia, così da poter diminuire i suoi sintomi psicosomatici piano piano, e utilizzare di nuovo le sue energie in modo più funzionale.
Io mi occupo di disturbi d'ansia, qualora avesse bisogno mi contatti pure.
Un caro saluto, dottoressa Paola De Martino
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

i suoi pensieri e le sue angosce sono tipiche nei disturbi d'ansia da malattia, più comunemente definita ipocondria.
La terapia per il Disturbo d’ansia da malattia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La farmacoterapia deve esser seguita e monitorata da uno psichiatra.
La psicoterapia è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo il Disturbo d’ansia da malattia.
Chi soffre di ipocondria interpreta erroneamente le sue sensazioni corporee e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento di psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di avere una grave malattia.
Contatti quanto prima uno specialista, potrà aiutarla a ridimensionare la morsa dei suoi pensieri e della sua stessa ansia

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera
Le consiglio di intraprendere un percorso psicoterapico psicoanalitico per cercare di gestire i sintomi psicosomatici.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, il corpo può andare in tilt per il continuo stress e le preoccupazioni per il periodo stato di salute. Può richiedere altri esami al medico curante, ma se fossero negativi sarebbe il caso di contattare uno psicoterapeuta per valutare la sua situazione emotiva.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve,
lei sembra essere molto informato sul piano medico.
Ma se scrive qui, forse, il dubbio che si possano trovare risposte diverse e più profonde le viene, per fortuna.
Al di là del lato medico, che lascerei a ben più preparati professionisti, le posso parlare del piano "emotivo" e affettivo che si cela dietro ai suoi sintomi.
In un giusto spazio, le si aprirà la possibilità di comprendere cosa le stia accadendo perché.
Un caro saluto
Lavinia
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Dott.ssa Alice Alghisi
Psicologo, Psicologo clinico
Pompiano
Buongiorno e grazie per la condivisione. Se ho ben capito la richiesta, lei sta domandando se esiste una qualche condizione psicologica legata all'ansia, caratterizzata dai sintomi che lamenta. Posso confermare che alcuni disturbi d'ansia possono avere questo tipo di caratteristiche: in particolare, in relazione ai sintomi qui riportati, esiste ad esempio una condizione definita "cardiofobia", che, come la parola stessa suggerisce, si riferisce allo stato di paura e di ansia eccessiva, provocati dalla percezione dei "comportamenti" cardiaci. Sia che si tratti di questo preciso disturbo o di altri legati all'ansia, se ha già avuto modo di effettuare tutti i dovuti controlli medici e ancora questa sintomatologia le provoca un forte disagio, le consiglio di prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso psicologico o psicoterapeutico, dal momento che, così come le confermo che c'è riscontro rispetto a questi tipi di disturbi, le confermo anche che esistono efficaci interventi per affrontarli e risolverli. Nella speranza di essere riuscita ad essere abbastanza esaustiva rispetto alla sua richiesta, le auguro di trovare presto una soluzione a queste preoccupazioni. Resto naturalmente a disposizione per eventuali chiarimenti. Buon proseguimento.
Dott.ssa Giulia Burgalassi
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera caro utente,

Dalla dovizia di particolari che lei riporta sui movimenti del suo cuore, sembra che abbia sviluppato nel tempo la capacità di osservarlo come un corpo esterno.
Dirle con certezza che i sintomi che riporta siano ascrivibili ad una situazione di ansia cronica mi porterebbe a fare una diagnosi che non è molto saggio fare avendo solo questi dati a disposizione.
Mi dispiace non poterle essere di maggiore aiuto, ma posso consigliarle di iniziare un percorso di psicoterapia, così da poter iniziare ad occuparsi delle questioni del suo cuore da un'altra prospettiva.
Un caro saluto, e i miei migliori auguri,
Giulia Burgalassi
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
Caro utente,
ha pensato alla possibilità che il suo cuore sia in qualche modo "disturbato" dal suo intestino? Come sa sono collegati... magari le capita dopo i pasti o dopo un caffè, segnali di una possibile gastrite. E una gastrite spesso è causata da forte stress, che viene somatizzato, per questo Lei pensa di non essere in uno stato di ansia ma lo ha introiettato. I suoi pensieri attualmente sono molto focalizzati sul suo stato di salute e la stanno mettendo costantemente in allerta, creando poi un circolo vizioso. Potrebbero essere utili per Lei tecniche di Mindfulness come il respiro consapevole o ancora meglio la scansione del corpo: se eseguite da un professionista possono portare ad alleviare i sintomi che sente e a portare in omeostasi il suo organismo
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

ha descritto con grande chiarezza la situazione e, soprattutto, il circolo vizioso tra preoccupazione e sintomi fisici che le sta rendendo difficile uscire da questo stato di tensione cronica. Quello che vive non è raro: quando per anni il corpo è esposto a stress, ansia o ipervigilanza sul proprio stato fisico, può sviluppare reazioni molto reali anche in assenza di una causa organica.

I sintomi che racconta — percezione accentuata del battito cardiaco (il cosiddetto cardiopalmo), vibrazione al petto, battito sentito all’orecchio — possono effettivamente essere compatibili con una condizione di iperattivazione del sistema nervoso autonomo, tipica di uno stato ansioso cronico. In pratica, l’organismo si trova in una condizione di iperarousal, cioè di allerta costante, in cui anche stimoli innocui (come la digestione, un cambio di posizione, la temperatura, o la caffeina) vengono amplificati e percepiti come segnali d’allarme.

La “iperadrenalinicità” di cui le ha parlato la cardiologa si riferisce proprio a questo: un’eccessiva produzione o sensibilità agli ormoni dello stress (adrenalina e noradrenalina) che rendono il battito più “presente”, pur mantenendolo regolare. È quindi possibile avvertire un cuore perfettamente sano come se battesse con forza, anche in condizioni di quiete.

Il fatto che:
– tutti gli esami cardiologici siano risultati nella norma;
– i sintomi si attenuino o scompaiano nei periodi di tranquillità;
– e siano più forti nei momenti di rilassamento (quando l’attenzione si sposta sul corpo);

è coerente con una componente funzionale legata all’ansia.

Questo però non significa che il sintomo “non esista” o sia solo mentale: è una risposta fisica reale, ma innescata da un circuito di ipercontrollo e ipersensibilità.

Cosa può aiutarla:
– continuare a monitorare la salute con controlli di routine, per mantenere fiducia nei dati oggettivi;
– lavorare sul piano psicologico per ridurre l’iperattenzione corporea e il bisogno di controllo, magari con un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale o di gestione dell’ansia;
– limitare caffeina, alcol e stimolanti, che possono accentuare il cardiopalmo;
– introdurre tecniche di rilassamento o respirazione diaframmatica: insegnano al corpo a riabbassare il livello di attivazione interna e aiutano a riscoprire la sensazione di calma senza paura;
– ricordare che il suo sistema nervoso, dopo anni di allerta, può essere “rieducato”: non è un punto di non ritorno.

Il suo medico ha ragione: l’origine funzionale è plausibile e, una volta esclusi i rischi organici, il lavoro va spostato sul modo in cui mente e corpo interagiscono. È lì che può ritrovare la stabilità.

Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni

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