Buongiorno, sono un ragazzo di 30 anni, sono alto 1,78 m e peso purtroppo quasi 111 kg. Penso di av
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Buongiorno,
sono un ragazzo di 30 anni, sono alto 1,78 m e peso purtroppo quasi 111 kg. Penso di avere un problema oltre che di obesità anche psicologico, perché sono finito in un circolo vizioso che mi spinge ad ingrassare sempre di più. Mi imbarazzo a dirlo, ma penso di essere un po' anche masochista. Mi sono messo in contatto con 2 ragazzine (molto giovani in realtà, appena maggiorenni) le quali si presentano come mistress e dominatrici. Ho iniziato per gioco a scriverle circa 1 mese fa per raccontare la mia situazione di obesità (pesavo prima circa 100 kg) e loro hanno iniziato a prendermi in giro insultandomi per essere così grasso. Hanno iniziato a chiedermi foto e soldi, dicendomi e spingendosi ad ingrassare ancora di più per loro. Praticamente mi hanno messo "all'ingrasso come un suino" a loro dire e hanno come obiettivo quello di farmi pesare come loro due messe insieme, cioè circa 120 kg (loro pesano circa 60 kg a testa). Io so che è sbagliato ma non riesco a smettere di assecondarle, continuando a mangiare e mettere su chili. Vogliono che le mando delle mie foto anche sulla bilancia per monitorare i miei "progressi" settimanalmente. Penso di aver bisogno di aiuto, non riesco più a smettere e mi sento soggiogato da queste due ragazzine che tramite le mie debolezze psichiche mi spingono a ingrassare sempre di più.
sono un ragazzo di 30 anni, sono alto 1,78 m e peso purtroppo quasi 111 kg. Penso di avere un problema oltre che di obesità anche psicologico, perché sono finito in un circolo vizioso che mi spinge ad ingrassare sempre di più. Mi imbarazzo a dirlo, ma penso di essere un po' anche masochista. Mi sono messo in contatto con 2 ragazzine (molto giovani in realtà, appena maggiorenni) le quali si presentano come mistress e dominatrici. Ho iniziato per gioco a scriverle circa 1 mese fa per raccontare la mia situazione di obesità (pesavo prima circa 100 kg) e loro hanno iniziato a prendermi in giro insultandomi per essere così grasso. Hanno iniziato a chiedermi foto e soldi, dicendomi e spingendosi ad ingrassare ancora di più per loro. Praticamente mi hanno messo "all'ingrasso come un suino" a loro dire e hanno come obiettivo quello di farmi pesare come loro due messe insieme, cioè circa 120 kg (loro pesano circa 60 kg a testa). Io so che è sbagliato ma non riesco a smettere di assecondarle, continuando a mangiare e mettere su chili. Vogliono che le mando delle mie foto anche sulla bilancia per monitorare i miei "progressi" settimanalmente. Penso di aver bisogno di aiuto, non riesco più a smettere e mi sento soggiogato da queste due ragazzine che tramite le mie debolezze psichiche mi spingono a ingrassare sempre di più.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così personale, che certamente non dev’essere stato facile da esprimere. La sua consapevolezza, così come la lucidità con cui descrive la situazione in cui si trova, sono segnali importanti e dimostrano che dentro di lei c’è già una parte che desidera uscire da questo circolo vizioso e riprendere il controllo sulla propria vita.
Quello che sta vivendo sembra un intreccio complesso tra dinamiche emotive profonde, bisogni affettivi non soddisfatti, una componente di dipendenza psicologica e una forma di vulnerabilità che è stata, purtroppo, sfruttata. Il fatto che queste ragazze, nonostante la maggiore età, giochino un ruolo di dominio, spingendola a comportamenti autolesivi attraverso umiliazioni e rinforzi negativi, è un campanello d’allarme serio. Non solo per i rischi sul piano fisico legati all’aumento di peso e al benessere generale, ma anche per la dipendenza psicologica che sta descrivendo e per il senso di perdita di autonomia che accompagna i suoi gesti.
La dimensione masochistica che lei stesso nomina non è un “difetto” in sé, ma va compresa. Quando certi vissuti o fantasie diventano vincoli che ledono la propria dignità o compromettono la salute, è importante fermarsi e riflettere su cosa li sostiene. Spesso questi meccanismi affondano le radici in esperienze di vita passate, in insicurezze, in un bisogno di essere visti, riconosciuti o addirittura puniti, in forme distorte di ricerca di affetto o attenzione. Tutto questo può essere affrontato con il supporto adeguato.
Il primo passo potrebbe essere proprio quello che ha già fatto: riconoscere che si tratta di qualcosa che le sta facendo male e che da solo non riesce più a gestire. Le assicuro che in terapia è possibile lavorare su queste dinamiche, senza essere giudicati. Anzi, poterle guardare da vicino con uno sguardo competente e rispettoso permette non solo di comprenderle, ma anche di costruire alternative più sane per soddisfare i bisogni sottostanti.
Ciò che sta cercando non è solo il controllo del peso, ma la libertà di scegliere per sé, la possibilità di volersi bene, di dare valore al proprio corpo e alla propria dignità. Recuperare questo spazio personale è assolutamente possibile, anche se oggi le sembra lontano. L’importante è cominciare a camminare in quella direzione, con l’aiuto giusto.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quello che sta vivendo sembra un intreccio complesso tra dinamiche emotive profonde, bisogni affettivi non soddisfatti, una componente di dipendenza psicologica e una forma di vulnerabilità che è stata, purtroppo, sfruttata. Il fatto che queste ragazze, nonostante la maggiore età, giochino un ruolo di dominio, spingendola a comportamenti autolesivi attraverso umiliazioni e rinforzi negativi, è un campanello d’allarme serio. Non solo per i rischi sul piano fisico legati all’aumento di peso e al benessere generale, ma anche per la dipendenza psicologica che sta descrivendo e per il senso di perdita di autonomia che accompagna i suoi gesti.
La dimensione masochistica che lei stesso nomina non è un “difetto” in sé, ma va compresa. Quando certi vissuti o fantasie diventano vincoli che ledono la propria dignità o compromettono la salute, è importante fermarsi e riflettere su cosa li sostiene. Spesso questi meccanismi affondano le radici in esperienze di vita passate, in insicurezze, in un bisogno di essere visti, riconosciuti o addirittura puniti, in forme distorte di ricerca di affetto o attenzione. Tutto questo può essere affrontato con il supporto adeguato.
Il primo passo potrebbe essere proprio quello che ha già fatto: riconoscere che si tratta di qualcosa che le sta facendo male e che da solo non riesce più a gestire. Le assicuro che in terapia è possibile lavorare su queste dinamiche, senza essere giudicati. Anzi, poterle guardare da vicino con uno sguardo competente e rispettoso permette non solo di comprenderle, ma anche di costruire alternative più sane per soddisfare i bisogni sottostanti.
Ciò che sta cercando non è solo il controllo del peso, ma la libertà di scegliere per sé, la possibilità di volersi bene, di dare valore al proprio corpo e alla propria dignità. Recuperare questo spazio personale è assolutamente possibile, anche se oggi le sembra lontano. L’importante è cominciare a camminare in quella direzione, con l’aiuto giusto.
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Buongiorno, La invito a contattare il prima possibile un/a terapeuta, in modo che la aiuti a sganciarsi da questo rapporto tossico che può essere potenzialmente molto dannoso per la sua salute psichica oltre che fisica. Le due ragazzine stanno approfittando della sua condizione di debolezza ma come avrà già constatato da solo può essere molto difficile sganciarsi.
Gent.mo,
la ringrazio per aver avuto il coraggio di condividere una situazione così complessa e personale.
Riconoscere che questo comportamento la sta facendo soffrire e che sente di aver perso il controllo è un primo passo molto importante. Può succedere che, in situazioni di disagio emotivo e bassa autostima, alcune dinamiche relazionali — come quella che descrive — si trasformino in forme di auto-sabotaggio o ricerca di punizione. Non è una colpa, ma un segnale che sta cercando, forse inconsapevolmente, di dare un senso alla sofferenza che prova.
Slegarsi da queste interazioni e interrompere il circolo vizioso richiede un sostegno adeguato. Non deve affrontare tutto questo da solo.
Le suggerisco di rivolgersi quanto prima a uno psicoterapeuta con esperienza nei disturbi del comportamento alimentare e nelle dipendenze relazionali. Con il giusto percorso potrà ritrovare autonomia, benessere e rispetto per sé stesso.
Un cambiamento è possibile e merita di darsi questa opportunità.
Cordiali saluti,
dott. Abate
la ringrazio per aver avuto il coraggio di condividere una situazione così complessa e personale.
Riconoscere che questo comportamento la sta facendo soffrire e che sente di aver perso il controllo è un primo passo molto importante. Può succedere che, in situazioni di disagio emotivo e bassa autostima, alcune dinamiche relazionali — come quella che descrive — si trasformino in forme di auto-sabotaggio o ricerca di punizione. Non è una colpa, ma un segnale che sta cercando, forse inconsapevolmente, di dare un senso alla sofferenza che prova.
Slegarsi da queste interazioni e interrompere il circolo vizioso richiede un sostegno adeguato. Non deve affrontare tutto questo da solo.
Le suggerisco di rivolgersi quanto prima a uno psicoterapeuta con esperienza nei disturbi del comportamento alimentare e nelle dipendenze relazionali. Con il giusto percorso potrà ritrovare autonomia, benessere e rispetto per sé stesso.
Un cambiamento è possibile e merita di darsi questa opportunità.
Cordiali saluti,
dott. Abate
Buongiorno,
La ringrazio per il suo coraggio nell’aver scritto parole così sincere su qualcosa che le sta facendo male. È evidente che non si tratta solo di una questione legata al peso, ma di un disagio più profondo, che merita ascolto, rispetto e soprattutto aiuto.
Il rapporto che descrive con queste ragazze non è solo umiliante ma rischia anche di compromettere seriamente la sua salute fisica e mentale. Il fatto che lei riconosca di essere finito in un circolo vizioso è già un passo importante: significa che c’è consapevolezza, e da lì si può ripartire.
Non deve affrontare tutto da solo. Le consiglio con molta sincerità e delicatezza di intraprendere un percorso psicoterapeutico: potrà aiutarla a comprendere cosa la porta ad alimentare questi meccanismi e, soprattutto, a ricostruire un rapporto più sano con sé stesso, con il suo corpo e con gli altri.
Lei merita di uscire da questo schema che la intrappola e riscoprire un senso di valore che non dipenda dalla vergogna o dal giudizio altrui. Chiedere aiuto ora è un atto di grande forza, non di debolezza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
La ringrazio per il suo coraggio nell’aver scritto parole così sincere su qualcosa che le sta facendo male. È evidente che non si tratta solo di una questione legata al peso, ma di un disagio più profondo, che merita ascolto, rispetto e soprattutto aiuto.
Il rapporto che descrive con queste ragazze non è solo umiliante ma rischia anche di compromettere seriamente la sua salute fisica e mentale. Il fatto che lei riconosca di essere finito in un circolo vizioso è già un passo importante: significa che c’è consapevolezza, e da lì si può ripartire.
Non deve affrontare tutto da solo. Le consiglio con molta sincerità e delicatezza di intraprendere un percorso psicoterapeutico: potrà aiutarla a comprendere cosa la porta ad alimentare questi meccanismi e, soprattutto, a ricostruire un rapporto più sano con sé stesso, con il suo corpo e con gli altri.
Lei merita di uscire da questo schema che la intrappola e riscoprire un senso di valore che non dipenda dalla vergogna o dal giudizio altrui. Chiedere aiuto ora è un atto di grande forza, non di debolezza.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
Buongiorno,
la situazione che descrivi è molto delicata e merita attenzione e rispetto. Stai vivendo un momento di forte disagio legato non solo al rapporto con il tuo corpo e con il cibo, ma anche a dinamiche relazionali che sembrano basarsi su una forma di dipendenza emotiva e psicologica.
Il circolo vizioso che riporti – in cui l’alimentazione sembra diventare un mezzo per soddisfare aspettative altrui che ti fanno del male – può essere sintomo di un disagio profondo. Il fatto che tu riconosca il problema e senta il bisogno di parlarne è già un primo passo molto importante verso il cambiamento.
Il comportamento delle due ragazze che descrivi, anche se apparentemente “consensuale”, tocca aspetti psicologicamente vulnerabili e può accentuare sentimenti di autosvalutazione, dipendenza affettiva, discontrollo alimentare e masochismo psicologico. Tutti questi elementi, presi insieme, possono portare a gravi conseguenze sul piano fisico ed emotivo.
È fondamentale ricordare che nessuno ha il diritto di manipolare o sfruttare le fragilità altrui, soprattutto se questo porta a un deterioramento del benessere psicologico e fisico.
Proprio per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire e affrontare queste dinamiche rivolgersi ad uno specialista della salute mentale, che possa aiutarti a ricostruire un rapporto più sano con te stesso, con il tuo corpo e con gli altri. Non sei solo, e un percorso psicoterapeutico può offrirti strumenti concreti per uscirne.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrivi è molto delicata e merita attenzione e rispetto. Stai vivendo un momento di forte disagio legato non solo al rapporto con il tuo corpo e con il cibo, ma anche a dinamiche relazionali che sembrano basarsi su una forma di dipendenza emotiva e psicologica.
Il circolo vizioso che riporti – in cui l’alimentazione sembra diventare un mezzo per soddisfare aspettative altrui che ti fanno del male – può essere sintomo di un disagio profondo. Il fatto che tu riconosca il problema e senta il bisogno di parlarne è già un primo passo molto importante verso il cambiamento.
Il comportamento delle due ragazze che descrivi, anche se apparentemente “consensuale”, tocca aspetti psicologicamente vulnerabili e può accentuare sentimenti di autosvalutazione, dipendenza affettiva, discontrollo alimentare e masochismo psicologico. Tutti questi elementi, presi insieme, possono portare a gravi conseguenze sul piano fisico ed emotivo.
È fondamentale ricordare che nessuno ha il diritto di manipolare o sfruttare le fragilità altrui, soprattutto se questo porta a un deterioramento del benessere psicologico e fisico.
Proprio per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire e affrontare queste dinamiche rivolgersi ad uno specialista della salute mentale, che possa aiutarti a ricostruire un rapporto più sano con te stesso, con il tuo corpo e con gli altri. Non sei solo, e un percorso psicoterapeutico può offrirti strumenti concreti per uscirne.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
la ringrazio molto per aver trovato il coraggio di scrivere e raccontare una situazione così delicata. Da come ne parla, emerge una grande consapevolezza del disagio che sta vivendo, e questo è già un passo importante.
Quello che descrive sembra essere diventato per lei un circolo vizioso che mescola sofferenza, vergogna, senso di perdita di controllo, e anche una ricerca di contatto o riconoscimento che, però, sta prendendo forme che non le fanno bene. È importante sottolineare che le dinamiche in cui si trova coinvolto non riguardano solo l’alimentazione o il peso, ma sembrano toccare aspetti più profondi legati alla sua autostima, al bisogno di accettazione e forse anche a vissuti emotivi più antichi, che ora stanno cercando uno spazio per emergere, seppur in modo disfunzionale.
La componente di dipendenza, l’impulso a compiacere queste persone nonostante il disagio che ne deriva, e la fatica a sottrarsi, possono essere segnali che qualcosa dentro di lei chiede aiuto, ascolto, cura. Forse in passato questa modalità di “sottomettersi”, anche nel ricevere giudizi o umiliazioni, ha avuto una funzione: magari è stata una strategia per sentirsi visto, per placare un dolore interiore, o per dare un senso a emozioni difficili da gestire. Ma ora le sta facendo male.
È possibile uscirne, e lo si può fare partendo da sé. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio il significato profondo di questi comportamenti, a ritrovare un senso di potere personale e ad affrontare la sofferenza con più gentilezza e strumenti efficaci.
Sarebbe importante anche, in parallelo, valutare un supporto medico o nutrizionale per prendersi cura del corpo, ma sempre in un’ottica di rispetto e ascolto, non di giudizio o forzatura.
Se lo desidera, sono a disposizione per accompagnarla nel dare voce a ciò che sente, e per costruire insieme un percorso che la aiuti a uscire da questo loop, riscoprendo una forma di relazione con sé stesso più libera, rispettosa e consapevole.
Un caro saluto,
Dott.ssa Stella Gelli
la ringrazio molto per aver trovato il coraggio di scrivere e raccontare una situazione così delicata. Da come ne parla, emerge una grande consapevolezza del disagio che sta vivendo, e questo è già un passo importante.
Quello che descrive sembra essere diventato per lei un circolo vizioso che mescola sofferenza, vergogna, senso di perdita di controllo, e anche una ricerca di contatto o riconoscimento che, però, sta prendendo forme che non le fanno bene. È importante sottolineare che le dinamiche in cui si trova coinvolto non riguardano solo l’alimentazione o il peso, ma sembrano toccare aspetti più profondi legati alla sua autostima, al bisogno di accettazione e forse anche a vissuti emotivi più antichi, che ora stanno cercando uno spazio per emergere, seppur in modo disfunzionale.
La componente di dipendenza, l’impulso a compiacere queste persone nonostante il disagio che ne deriva, e la fatica a sottrarsi, possono essere segnali che qualcosa dentro di lei chiede aiuto, ascolto, cura. Forse in passato questa modalità di “sottomettersi”, anche nel ricevere giudizi o umiliazioni, ha avuto una funzione: magari è stata una strategia per sentirsi visto, per placare un dolore interiore, o per dare un senso a emozioni difficili da gestire. Ma ora le sta facendo male.
È possibile uscirne, e lo si può fare partendo da sé. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio il significato profondo di questi comportamenti, a ritrovare un senso di potere personale e ad affrontare la sofferenza con più gentilezza e strumenti efficaci.
Sarebbe importante anche, in parallelo, valutare un supporto medico o nutrizionale per prendersi cura del corpo, ma sempre in un’ottica di rispetto e ascolto, non di giudizio o forzatura.
Se lo desidera, sono a disposizione per accompagnarla nel dare voce a ciò che sente, e per costruire insieme un percorso che la aiuti a uscire da questo loop, riscoprendo una forma di relazione con sé stesso più libera, rispettosa e consapevole.
Un caro saluto,
Dott.ssa Stella Gelli
Salve,
da quello che leggo mi sembra che si senta intrappolato in una dinamica relazionale che è dannosa per la sua salute. Immagino che ci sia una grande sofferenza in lei, che meriterebbe di essere elaborata in uno spazio accogliente e sicuro. Iniziare un percorso di cambiamento spesso non è facile, ma è importante prendere in considerazione di iniziare un percorso di psicoterapia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Di Falco
da quello che leggo mi sembra che si senta intrappolato in una dinamica relazionale che è dannosa per la sua salute. Immagino che ci sia una grande sofferenza in lei, che meriterebbe di essere elaborata in uno spazio accogliente e sicuro. Iniziare un percorso di cambiamento spesso non è facile, ma è importante prendere in considerazione di iniziare un percorso di psicoterapia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Di Falco
Buona sera caro, il suo disagio è comprensibile. l'obesità si presenta (escluse cause organiche) come conseguenza di un problema secondario del quale probabilmente non ha consapevolezza. Sicuramente un percorso potrebbe aiutarla a prendere coscienza delle sue più profonde difficoltà e riuscire non solo a risolvere ma anche a capirsi lei stesso. Questo loop in cui è entrato potrebbe avere molti significati e prendendo consapevolezza di se scoprirebbe che smettere non sarebbe poi così complicato, e le darebbe la possibilità di dare spazio a ciò che si nasconde dietro ai suoi comportamenti.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Eva Donnini
Resto a disposizione.
Dott.ssa Eva Donnini
Buongiorno, immagino la fatica nel vivere una situazione simile e immagino l'imbarazzo nel parlarne, tuttavia le propongo una riflessione: l'attenzione che riceve da queste due ragazze come la fa sentire? Può essere legato alla sensazione di essere visto da loro, la possibilità di poter sperimentare un legame proibito o rischioso? O forse legato all'affetto che indirettamente la loro attenzione le procura?
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso questa delicata situazione. Penso che la descrizione che lei ha fatto di questo circolo vizioso sia realista e consapevole, benchè è naturale che causi percezione di mancanza di controllo e grande frustrazione. Come prima cosa vorrei farle notare l'importante passo che sta facendo nel chiedere aiuto, anche se è altrettanto importante che non si fermi qui e che faccia di tutto per aiutarsi a stare meglio. L'aspetto principale è sicuramente il rapporto con il suo corpo, quindi il primo obiettivo può essere svilupparle un rapporto più sano ed equilibrato con se stesso e con il proprio corpo, riconoscendosi il diritto di avere il controllo sul suo peso e, in generale, sulla sua vita.
Un altro aspetto importante è la relazione con le due ragazze, dalle quali probabilmente sta ricevendo un interessamento e una vicinanza che possono solo portarla a rinforzare i comportamenti di assecondamento e passività verso di loro. Per questo, sarebbe importante che lei riconoscesse i suoi bisogni, paure e convinzioni che la portano ad alimentare la relazione con queste ragazze, per poi individuare delle modalità alternative, più funzionali per prendersi cura di quei suoi bisogni e paure. Detto ciò, la sollecito caldamente a intraprendere un percorso di psicoterapia per trattare questi aspetti, trovare delle strategie concrete per gestire i pensieri negativi e le emozioni intense, rafforzare la sua autostima e il senso di controllo e imparare a stabilire confini sani nelle relazioni, per proteggere il suo benessere fisico ed emotivo. Le auguro di trovare presto la via d'uscita e nel frattempo rimango a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Un altro aspetto importante è la relazione con le due ragazze, dalle quali probabilmente sta ricevendo un interessamento e una vicinanza che possono solo portarla a rinforzare i comportamenti di assecondamento e passività verso di loro. Per questo, sarebbe importante che lei riconoscesse i suoi bisogni, paure e convinzioni che la portano ad alimentare la relazione con queste ragazze, per poi individuare delle modalità alternative, più funzionali per prendersi cura di quei suoi bisogni e paure. Detto ciò, la sollecito caldamente a intraprendere un percorso di psicoterapia per trattare questi aspetti, trovare delle strategie concrete per gestire i pensieri negativi e le emozioni intense, rafforzare la sua autostima e il senso di controllo e imparare a stabilire confini sani nelle relazioni, per proteggere il suo benessere fisico ed emotivo. Le auguro di trovare presto la via d'uscita e nel frattempo rimango a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una situazione tanto personale quanto complessa. Riconoscere di trovarsi in un circolo vizioso che coinvolge sia aspetti psicologici che relazionali è un segnale importante di consapevolezza e desiderio di cambiamento.
Quanto descrive non riguarda soltanto un problema legato al peso o all’alimentazione, ma evidenzia anche un disagio più profondo, legato all’autostima, alla percezione di sé e alla modalità con cui si vivono le relazioni affettive e di potere. La relazione con queste persone, che sfruttano le Sue fragilità e La spingono verso comportamenti auto-distruttivi, è un campanello d’allarme da non ignorare.
Dal punto di vista dell’approccio sistemico-relazionale, è importante comprendere come certe dinamiche possano radicarsi all'interno di una storia personale e relazionale più ampia, in cui a volte si assumono ruoli che rispondono a bisogni profondi non riconosciuti o non ascoltati. Lavorare su questi aspetti in terapia significa dare voce alla propria esperienza, ricostruire confini sani e ritrovare uno spazio personale libero da condizionamenti esterni.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicoterapeutico con un professionista di fiducia, che possa accompagnarla in questa esplorazione e aiutarla a ritrovare equilibrio, autonomia e benessere.
Resto a disposizione qualora sentisse il bisogno di un confronto.
Un cordiale saluto,
DOTT.SSA DI MAGGIO FEDERICA
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una situazione tanto personale quanto complessa. Riconoscere di trovarsi in un circolo vizioso che coinvolge sia aspetti psicologici che relazionali è un segnale importante di consapevolezza e desiderio di cambiamento.
Quanto descrive non riguarda soltanto un problema legato al peso o all’alimentazione, ma evidenzia anche un disagio più profondo, legato all’autostima, alla percezione di sé e alla modalità con cui si vivono le relazioni affettive e di potere. La relazione con queste persone, che sfruttano le Sue fragilità e La spingono verso comportamenti auto-distruttivi, è un campanello d’allarme da non ignorare.
Dal punto di vista dell’approccio sistemico-relazionale, è importante comprendere come certe dinamiche possano radicarsi all'interno di una storia personale e relazionale più ampia, in cui a volte si assumono ruoli che rispondono a bisogni profondi non riconosciuti o non ascoltati. Lavorare su questi aspetti in terapia significa dare voce alla propria esperienza, ricostruire confini sani e ritrovare uno spazio personale libero da condizionamenti esterni.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicoterapeutico con un professionista di fiducia, che possa accompagnarla in questa esplorazione e aiutarla a ritrovare equilibrio, autonomia e benessere.
Resto a disposizione qualora sentisse il bisogno di un confronto.
Un cordiale saluto,
DOTT.SSA DI MAGGIO FEDERICA
Buonasera credo che sia opportuno prendersi cura di sè, sembra che lei non sappia come fare e pur di esser visto va bene tutto anche "farsi del male". Spero che lei riesca a fare questo passo in una stanza di terapia che sia in presenza o anche online per poter imparare ad amarsi.
Il fatto che tu riconosca di aver bisogno di aiuto è un primo passo fondamentale. Da psicologa, ti direi che sarebbe davvero importante iniziare un percorso psicoterapeutico con un professionista esperto in disturbi del comportamento alimentare, dipendenze comportamentali e dinamiche relazionali disfunzionali. Il lavoro su questi aspetti può aiutarti a capire cosa ti spinge a cercare conferme attraverso queste forme di sottomissione, a ricostruire un senso di valore personale che non dipenda dal giudizio altrui e a riprendere il controllo sul tuo corpo, sul tuo rapporto col cibo e sulle relazioni in cui ti coinvolgi.
Se ti è possibile, rivolgiti a uno psicoterapeuta o valuta anche un consulto presso un centro pubblico per i disturbi alimentari o un consultorio psicologico. Ci sono percorsi terapeutici mirati, e non sei solo in questo tipo di esperienza.
Hai già fatto qualcosa di molto importante chiedendo aiuto. Ora è il momento di trasformare questa consapevolezza in un’azione concreta, con il sostegno giusto.
Se ti è possibile, rivolgiti a uno psicoterapeuta o valuta anche un consulto presso un centro pubblico per i disturbi alimentari o un consultorio psicologico. Ci sono percorsi terapeutici mirati, e non sei solo in questo tipo di esperienza.
Hai già fatto qualcosa di molto importante chiedendo aiuto. Ora è il momento di trasformare questa consapevolezza in un’azione concreta, con il sostegno giusto.
Buongiorno, aver chiesto aiuto, tramite una domanda di questo tipo significa che c'è già una parte di sè che vorrebbe e desidererebbe poter cambiare, invertire la rotta. Dall'altra parte, ricevere attenzioni, anche se si tratta di insulti e punizioni, può rappresentare un rinforzo positivo verso comportamenti di per sé poco salutari e nocivi verso se stessi. Si instaura così un circolo vizioso, ma molto potente, che potrebbe essere difficile da superare da solo. Meglio stare da soli o con qualcuno che tuttavia ci fa del male? La domanda potrebbe avere apparentemente una risposta razionalmente giusta e corretta ma che non significa essere la più facile e veloce. Potrebbe aiutarla confrontarsi con altre amicizie e avere opinioni diverse per riflettere e cercare assieme ad altri delle possibili opzioni volte a superare questa relazione in cui si sente incastrato e vittima. Inoltre, lavorare sulla propria autostima potrebbe permetterle di essere più sicuro di sè e meno raggiungibile da certe seduzioni e costrizioni di natura psicologica. Altrimenti il rischio è che questo aspetto sofferente di sè rischi di diventare talmente identitario della propria persona da non potersi più immaginare senza. Un sostegno psicologico potrebbe sostenerla nello sganciarsi da tali dinamiche relazionali e provare a pensare e costruire un nuovo senso di sè.
Buongiorno, la ringrazio sinceramente per aver avuto il coraggio di scrivere queste parole e condividere una situazione così personale e complessa. Esporsi in questo modo non è mai facile, ma è proprio attraverso l’onestà e l’auto-osservazione che può iniziare un cambiamento autentico e significativo. Quello che sta vivendo ha certamente molteplici componenti, sia psicologiche sia comportamentali. Dal suo racconto emerge un disagio profondo legato all’autostima, al rapporto con il proprio corpo e alla gestione delle emozioni. La sensazione di essere finito in un “circolo vizioso” è molto frequente in situazioni simili, soprattutto quando si parla di comportamenti alimentari disfunzionali che vengono rinforzati da emozioni difficili come la vergogna, la solitudine, la sensazione di non essere “abbastanza”. In ottica cognitivo-comportamentale, parliamo spesso di “copioni disfunzionali” che si sviluppano nella nostra vita a partire da vulnerabilità emotive o esperienze passate che hanno lasciato ferite aperte. Questi copioni tendono a ripetersi nel tempo attraverso comportamenti che, a breve termine, sembrano dare sollievo o un senso di controllo, ma che, a lungo termine, rinforzano la sofferenza. Nel suo caso, la dinamica che si è instaurata con queste due ragazze sembra avere caratteristiche tipiche della sottomissione psicologica e dell'autosvalutazione. Il fatto che lei identifichi un certo compiacimento nel ricevere umiliazioni o essere spinto a ingrassare non è qualcosa da giudicare con superficialità, ma da comprendere. È possibile che questi comportamenti le offrano, in modo distorto, una sensazione di attenzione o di appartenenza che forse nella sua vita quotidiana manca o è stata carente. Tuttavia, è importante distinguere tra fantasie o desideri sessuali consensuali e una situazione che sta diventando distruttiva per il suo benessere psico-fisico. La sensazione di “non riuscire più a smettere” è un chiaro segnale che il comportamento ha preso una forma compulsiva. In termini cognitivi, può essere utile comprendere quali sono i pensieri che accompagnano questi comportamenti: ad esempio, “tanto non valgo nulla”, oppure “è l’unico modo in cui riesco ad attirare attenzione” o ancora “me lo merito”. Pensieri di questo tipo rinforzano l’auto-svalutazione e alimentano il ciclo della dipendenza emotiva e del danno fisico, come l’aumento di peso incontrollato. In questi casi, uno degli obiettivi principali del lavoro terapeutico è proprio quello di imparare a riconoscere e modificare questi pensieri, per creare nuove modalità di risposta, più sane e funzionali. Va anche considerato che il contesto in cui si sta svolgendo tutto questo è profondamente sbilanciato. Lei si sente “soggiogato” da queste persone, che sembrano approfittare delle sue fragilità emotive. Questo non è un gioco innocuo. Si tratta di una dinamica in cui lei viene esposto a manipolazioni e pressioni che minano la sua autonomia, il suo benessere fisico e la sua salute mentale. È comprensibile che una parte di lei sia attirata da questa dinamica, ma un’altra parte, quella che oggi scrive e chiede aiuto, sta cercando di interrompere questo schema autodistruttivo. Ed è proprio quella parte che va ascoltata, rafforzata e sostenuta. La buona notizia è che il cambiamento è possibile. Un percorso psicoterapeutico a orientamento cognitivo-comportamentale può aiutarla a ricostruire una relazione diversa con sé stesso, il proprio corpo e le proprie emozioni. Può imparare a riconoscere i suoi bisogni autentici, a gestire le compulsioni, a costruire un’autostima più stabile e autonoma, e a riprendere in mano la sua vita con consapevolezza e rispetto per sé. So che le difficoltà economiche possono essere un ostacolo, ma esistono anche servizi pubblici o convenzionati nei quali può iniziare un percorso di supporto senza dover sostenere costi eccessivi. La invito davvero a non rimanere solo in questo momento. Ha già fatto il primo passo più importante: riconoscere che c’è un problema e chiedere aiuto. Ora, con il giusto supporto, può iniziare un lavoro prezioso su di sé che potrà restituirle benessere, equilibrio e dignità. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, innanzitutto grazie per esserti aperto e per aver avuto il coraggio di inviare una richiesta di aiuto.
Purtroppo obesità, forme di non amore di sé e difficoltà ad autoaffermarsi vanno frequentemente a braccetto. Assieme a bisogni e desideri del tutto normali che, data la situazione, rimangono compressi e possono emergere in forma difficilmente gestibile. La prima cosa che dovresti fare è interrompere i contatti con queste due ragazze che ti stanno manipolando e ti stanno danneggiando. E ti consiglio, vivamente, di iniziare un percorso psicologico per ricevere sostegno e per conoscere le cause di questo tuo malessere e lavorarci assieme sopra.
Potrai, così, riscoprire l'amore per te stesso.
Purtroppo obesità, forme di non amore di sé e difficoltà ad autoaffermarsi vanno frequentemente a braccetto. Assieme a bisogni e desideri del tutto normali che, data la situazione, rimangono compressi e possono emergere in forma difficilmente gestibile. La prima cosa che dovresti fare è interrompere i contatti con queste due ragazze che ti stanno manipolando e ti stanno danneggiando. E ti consiglio, vivamente, di iniziare un percorso psicologico per ricevere sostegno e per conoscere le cause di questo tuo malessere e lavorarci assieme sopra.
Potrai, così, riscoprire l'amore per te stesso.
Buongiorno, mi preme innanzitutto comunicarle che la situazione è al limite del penale se non già tale. Nonostante ciò volevo rassicurarla dandole il mio pieno sostegno e comprendendo quanto non sia facile allontanarsi da qualcosa che "appaga" qualcos'altro di noi. La mia domanda è cosa queste "due ragazzine", come le definisce Lei, le stanno dando? E ogniqualvolta riceve un messaggio da queste persone lei cosa prova a risponderle? Rifletta su queste domande e provi piuttosto a consultare un professionista che possa aiutarla ad affrontare questa difficile situazione.
Si ricordi che ci si salva solo quando lo si vuole veramente.
Le auguro una buona giornata con la speranza che riesca a superare questo momento difficile.
Si ricordi che ci si salva solo quando lo si vuole veramente.
Le auguro una buona giornata con la speranza che riesca a superare questo momento difficile.
Buongiorno, quindi lei sta affermando di essere stato soggiogato o sta affermando di essersi prestato volontariamente? Cosa accadrebbe se lei evitasse di prestarsi a questo gioco?
Salve, ti ringrazio per il coraggio che hai dimostrato nel raccontare ciò che stai vivendo. Non è facile aprirsi su una sofferenza così profonda, soprattutto quando ci si sente intrappolati in dinamiche che ci fanno del male. Ma riconoscere questo è un atto di forza, e non di debolezza.
La tua situazione non riguarda solo il peso, ma un disagio più ampio che tocca anche la tua emotività e le relazioni. Il fatto che tu ne sia consapevole è già un primo passo importante. Non sei solo, e non sei sbagliato.
Ti incoraggio con tutto il cuore a rivolgerti a uno psicologo, che possa ascoltarti senza giudicare e aiutarti a ritrovare il tuo valore. Un percorso parallelo con uno specialista in nutrizione potrà sostenerti anche dal punto di vista fisico, con rispetto e cura.
Con il giusto aiuto, puoi riprendere in mano la tua vita.
Dott.ssa Klarida Rrapaj
La tua situazione non riguarda solo il peso, ma un disagio più ampio che tocca anche la tua emotività e le relazioni. Il fatto che tu ne sia consapevole è già un primo passo importante. Non sei solo, e non sei sbagliato.
Ti incoraggio con tutto il cuore a rivolgerti a uno psicologo, che possa ascoltarti senza giudicare e aiutarti a ritrovare il tuo valore. Un percorso parallelo con uno specialista in nutrizione potrà sostenerti anche dal punto di vista fisico, con rispetto e cura.
Con il giusto aiuto, puoi riprendere in mano la tua vita.
Dott.ssa Klarida Rrapaj
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con così tanta sincerità. Comprendo quanto possa essere difficile parlare di questi aspetti, soprattutto quando si ha la sensazione di essere finiti in un circolo vizioso, dove sembra che una parte di sé contribuisca attivamente a ciò che la fa stare male.
Quello che descrive sembra intrecciare diversi livelli di sofferenza, da una parte un disagio legato al corpo e all’alimentazione, ma anche una dinamica relazionale in cui si sente soggiogato e, al tempo stesso, coinvolto in un meccanismo che le procura sia dipendenza che sofferenza. Non è raro che alimentazione, sessualità e senso di sé si intersechino, soprattutto quando si cerca, spesso in modo inconsapevole, di colmare un vuoto, affrontare una solitudine o dare forma a un dolore più profondo.
La invito a considerare l’opportunità di intraprendere un percorso psicologico, eventualmente affiancato da un supporto nutrizionale, affinché ogni passo verso il cambiamento sia orientato al benessere e alla salute, in modo integrato.
Lavorare con un professionista può aiutarla a esplorare le origini di queste dinamiche, il significato che hanno assunto nella sua vita e, soprattutto, a riappropriarsi della possibilità di scegliere ciò che la fa stare bene, in modo autentico e rispettoso di sé.
Qualora sentisse il bisogno di uno spazio in cui potersi confrontare, sono disponibile per un colloquio conoscitivo e in caso valutare assieme i passaggi successivi.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Claudia Cappadonna
la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con così tanta sincerità. Comprendo quanto possa essere difficile parlare di questi aspetti, soprattutto quando si ha la sensazione di essere finiti in un circolo vizioso, dove sembra che una parte di sé contribuisca attivamente a ciò che la fa stare male.
Quello che descrive sembra intrecciare diversi livelli di sofferenza, da una parte un disagio legato al corpo e all’alimentazione, ma anche una dinamica relazionale in cui si sente soggiogato e, al tempo stesso, coinvolto in un meccanismo che le procura sia dipendenza che sofferenza. Non è raro che alimentazione, sessualità e senso di sé si intersechino, soprattutto quando si cerca, spesso in modo inconsapevole, di colmare un vuoto, affrontare una solitudine o dare forma a un dolore più profondo.
La invito a considerare l’opportunità di intraprendere un percorso psicologico, eventualmente affiancato da un supporto nutrizionale, affinché ogni passo verso il cambiamento sia orientato al benessere e alla salute, in modo integrato.
Lavorare con un professionista può aiutarla a esplorare le origini di queste dinamiche, il significato che hanno assunto nella sua vita e, soprattutto, a riappropriarsi della possibilità di scegliere ciò che la fa stare bene, in modo autentico e rispettoso di sé.
Qualora sentisse il bisogno di uno spazio in cui potersi confrontare, sono disponibile per un colloquio conoscitivo e in caso valutare assieme i passaggi successivi.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Claudia Cappadonna
Gentile utente mi dispiace tanto per la situazione descritta. Mi sembra ben motivato ad intraprendere un percorso di supporto psicologico, sono fiducioso che con il giusto impegno arriverà a grandi obiettivi.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, le consiglio un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti.
Buongiorno. Voglio ringraziarti per la tua straordinaria onestà e il coraggio che hai dimostrato nello scrivere un messaggio così difficile e intimo. Riconoscere di aver bisogno di aiuto in una situazione così complessa è il primo e più importante passo verso il cambiamento, e non devi assolutamente sentirti in imbarazzo per quello che stai provando o per le dinamiche che si sono create. Quello che stai descrivendo è un quadro intricato che coinvolge la tua salute fisica, un disturbo del comportamento alimentare, e dinamiche psicologiche molto specifiche che si sono manifestate in una relazione online estremamente tossica. La sensazione di essere finito in un "circolo vizioso" e di essere "soggiogato" è molto reale, e quello che tu chiami masochismo è, in questo contesto, un meccanismo psicologico complesso attraverso il quale cerchi, seppur in modo autodistruttivo, di gestire un dolore o un disagio interiore profondo, forse per ottenere attenzione, per sentirti "visto", o per dare un significato — per quanto distorto — alla tua condizione fisica. Il circolo vizioso in cui sei intrappolato ora è formato dalla tua vulnerabilità emotiva preesistente sul peso, dall'atto di mangiare in modo compulsivo spinto da fattori emotivi, e dall'aver trovato in queste mistress un amplificatore che sfrutta questa vulnerabilità per un guadagno personale e per alimentare una fantasia specifica, quella del feederism o feticismo dell'ingrasso. Queste ragazze, pur agendo in modo moralmente discutibile, hanno individuato e stanno manipolando la tua debolezza psichica: il fatto che tu sappia razionalmente che è sbagliato, ma non riesca a smettere, è la definizione stessa di una dipendenza emotiva o comportamentale.
Il pericolo, in questa situazione, non riguarda solo l'aumento di peso, che a 111 \, kg per 1,78 \, m pone già rischi per la tua salute fisica e che aumenterebbe pericolosamente raggiungendo l'obiettivo dei 120 \, kg da loro imposto, ma anche e soprattutto la distruzione della tua autostima e il consolidamento di un comportamento autodistruttivo che ti rende dipendente dal giudizio e dall'abuso per sentirti in qualche modo legittimato. Per uscire da questa situazione, devi agire per rompere la relazione di dipendenza che alimenta il disturbo del comportamento alimentare: il passo più difficile ma più urgente è bloccare immediatamente ogni comunicazione con queste due persone, eliminando la fonte esterna di pressione e abuso, anche se questo causerà ansia e crisi di astinenza, perché è essenziale per riprendere il controllo. Subito dopo, e non puoi affrontarlo da solo, devi cercare un supporto terapeutico specializzato che si occupi specificamente sia dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), per affrontare la compulsione a mangiare, sia delle dinamiche di dipendenza e abuso, per comprendere il tuo bisogno di punizione che ti spinge verso queste relazioni. Parallelamente, è necessario un consulto medico nutrizionale per stabilire un piano alimentare sano e non punitivo, concentrato sulla salute. Il fatto che tu ti senta soggiogato è la prova che queste due ragazze hanno il controllo, e solo tagliando il legame potrai iniziare a riprendere il controllo sul tuo corpo e sulla tua mente; la tua onestà è la tua maggiore risorsa ora.
Il pericolo, in questa situazione, non riguarda solo l'aumento di peso, che a 111 \, kg per 1,78 \, m pone già rischi per la tua salute fisica e che aumenterebbe pericolosamente raggiungendo l'obiettivo dei 120 \, kg da loro imposto, ma anche e soprattutto la distruzione della tua autostima e il consolidamento di un comportamento autodistruttivo che ti rende dipendente dal giudizio e dall'abuso per sentirti in qualche modo legittimato. Per uscire da questa situazione, devi agire per rompere la relazione di dipendenza che alimenta il disturbo del comportamento alimentare: il passo più difficile ma più urgente è bloccare immediatamente ogni comunicazione con queste due persone, eliminando la fonte esterna di pressione e abuso, anche se questo causerà ansia e crisi di astinenza, perché è essenziale per riprendere il controllo. Subito dopo, e non puoi affrontarlo da solo, devi cercare un supporto terapeutico specializzato che si occupi specificamente sia dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), per affrontare la compulsione a mangiare, sia delle dinamiche di dipendenza e abuso, per comprendere il tuo bisogno di punizione che ti spinge verso queste relazioni. Parallelamente, è necessario un consulto medico nutrizionale per stabilire un piano alimentare sano e non punitivo, concentrato sulla salute. Il fatto che tu ti senta soggiogato è la prova che queste due ragazze hanno il controllo, e solo tagliando il legame potrai iniziare a riprendere il controllo sul tuo corpo e sulla tua mente; la tua onestà è la tua maggiore risorsa ora.
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