Buongiorno, sono da circa 25 anni che soffro d'ansia e attacchi di panico. Sto facendo un percorso
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Buongiorno, sono da circa 25 anni che soffro d'ansia e attacchi di panico.
Sto facendo un percorso terapeutico da molti anni, ma da 1anno a questa parte le cose sono peggiorate moltissimo.
Ho tremori continui, soffocamento, tachicardia, sudorazione eccessiva, attacchi di panico.
Non so più cosa fare, la mia vita cade a pezzi.
Sto facendo un percorso terapeutico da molti anni, ma da 1anno a questa parte le cose sono peggiorate moltissimo.
Ho tremori continui, soffocamento, tachicardia, sudorazione eccessiva, attacchi di panico.
Non so più cosa fare, la mia vita cade a pezzi.
Salve gentile utente, mi dispiace per ciò che sta vivendo. Le consiglio di approfondire tale argomento con la sua terapeuta, che sicuramente ha maggiori informazioni a disposizione. Un caro saluto, dottoressa Nibbioli.
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Buonasera Gentile utente, mi dispiace per la sua situazione. Essendo già in cura con altro specialista sarebbe meglio se ne parlasse direttamente con lui/lei, valutando magari un tipo di approccio differente o l'utilizzo dei farmaci. Cordialmente, dott. Simeoni
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, come consigliato dalla collega le consiglio di riferire tutto ciò al suo psicologo per valutare insieme a lui/lei come è meglio intervenire e magari pensare insieme anche ad un supporto farmacologico prescritto da uno Psichiatra.
Le auguro di trovare presto una soluzione al suo malessere, che pare essere per lei molto invalidante e faticoso. Resto a disposizione.
Dott.ssa Federica Moro
Le auguro di trovare presto una soluzione al suo malessere, che pare essere per lei molto invalidante e faticoso. Resto a disposizione.
Dott.ssa Federica Moro
Salve,
dai disturbi d' ansia si può guarire attraverso l'ausilio combinato della farmacoterapia e della psicoterapia. Sembra strano il fatto che abbia cominciato la terapia da così tanto tempo ottenendo scarsi risultati. Parla di una sintomatologia ansiosa ad oggi ancora invalidante. Comincerei a riflettere sul senso del percorso, e ne parlerei anche con lo specialista stesso che la segue. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
dai disturbi d' ansia si può guarire attraverso l'ausilio combinato della farmacoterapia e della psicoterapia. Sembra strano il fatto che abbia cominciato la terapia da così tanto tempo ottenendo scarsi risultati. Parla di una sintomatologia ansiosa ad oggi ancora invalidante. Comincerei a riflettere sul senso del percorso, e ne parlerei anche con lo specialista stesso che la segue. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Buonasera, se non lo avete già fatto, valuti con il suo psicoterapeuta la possibilità di chiedere un consulto ad uno psichiatra per valutare anche una terapia farmacologica.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buonasera. La terapia scelta potrebbe non essere adeguata alla sua condizione: ad esempio, i sintomi che riporta potrebbero essere dovuti ad una condizione medica non psicologica non ancora risolta o ad un danno cerebrale; come per qualunque altro contesto sanitario, anche in Psicologia talvolta ha senso richiedere ad altri professionisti una seconda opinione
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Buonasera, posso immaginare la sua sofferenza legata ai sintomi che riferisce.
Siccome sta già effettuando un percorso di psicoterapia mi sento di suggerirle di parlarne con il/la terapeuta.
La terapia è uno spazio per lei, quindi se sente che il lavoro che state facendo insieme non sta rispecchiando le sue aspettative e/o le sta causando malessere è importante che possiate avere uno scambio e un confronto autentico. E' assolutamente lecito dire al terapeuta quando qualcosa non va. Lei è esperto di se steso, quindi ha un valore il suo vissuto e la sua esperienza dello stare in terapia. Da questi momenti solitamente si aprono dei confronti molto costruttivi e soprattutto terapeutici.
E' utile che lei condivida con il professionista il suo sentire rispetto alle tecniche utilizzate e sperimentate, ed eventualmente ripensare insieme se vi state allontanando o meno dagli obiettivi terapeutici condivisi.
Inoltre, la sintomatologia ansiosa è ancora presente da un anno quindi è importante lavorare su di essa prima ancora che sulle cause.
Non tutte le tecniche psicoterapeutiche ritenute più efficaci dalle evidenze scientifiche nel trattamento sintomatologico di disturbi d'ansia vanno bene per tutti i pazienti, per questo è importante parlarne per sperimentarne delle altre e vedere come va. La sua chiave di lettura de lavoro terapeutico e dello stare in quella relazione terapeutica è materiale di condivisione prezioso.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Siccome sta già effettuando un percorso di psicoterapia mi sento di suggerirle di parlarne con il/la terapeuta.
La terapia è uno spazio per lei, quindi se sente che il lavoro che state facendo insieme non sta rispecchiando le sue aspettative e/o le sta causando malessere è importante che possiate avere uno scambio e un confronto autentico. E' assolutamente lecito dire al terapeuta quando qualcosa non va. Lei è esperto di se steso, quindi ha un valore il suo vissuto e la sua esperienza dello stare in terapia. Da questi momenti solitamente si aprono dei confronti molto costruttivi e soprattutto terapeutici.
E' utile che lei condivida con il professionista il suo sentire rispetto alle tecniche utilizzate e sperimentate, ed eventualmente ripensare insieme se vi state allontanando o meno dagli obiettivi terapeutici condivisi.
Inoltre, la sintomatologia ansiosa è ancora presente da un anno quindi è importante lavorare su di essa prima ancora che sulle cause.
Non tutte le tecniche psicoterapeutiche ritenute più efficaci dalle evidenze scientifiche nel trattamento sintomatologico di disturbi d'ansia vanno bene per tutti i pazienti, per questo è importante parlarne per sperimentarne delle altre e vedere come va. La sua chiave di lettura de lavoro terapeutico e dello stare in quella relazione terapeutica è materiale di condivisione prezioso.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buonasera, sicuramente qualcosa sta accadendo nella sua vita per aver acutizzato i sintomi. Ne parli con il/la sua/o terapeuta, in modo onesto e sincero come ha fatto qui con noi oggi. Potrebbe riflettere insieme al terapeuta se non valga la pena in questo momento chiedere anche un consulto medico per darle un supporto ulteriore in un momento di maggiore fatica. Alle volte abbiamo bisogno di una piccola stampella in più per camminare meglio. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, é faticoso tanto risalire. Ogni volta che si cade lo diventa sempre più. Il mettere insieme tutti i pezzi é la parte più difficile. Riparti da un pezzo alla volta e se desidera un supporto anche farmacologico non si abbatta. Risalirà è supererà questo difficile ennesimo momento. Se desidera elaborare con il trattamento EMDR, ci sono! Posso anche online. Saluti e forza! Dott.ssa Maria Lombardo
Se non trova cambiamenti dalla terapia cambi terapeuta. Per problemi d'ansia dovrebbe avere dei risultati evidenti già dalle prime sedute.
Buonasera. Mi dispiace per la sofferenza che descrive e che sta vivendo. Il mio suggerimento è di condividere con il/la proprio/a terapeuta in modo aperto, diretto ed onesto, ciò che condivide con noi in questo spazio, riflettendo insieme sul momento particolare che sta attraversando e sull'acuirsi dei sintomi che riferisce si è verificato nell'ultimo anno dopo diversi anni di terapia, per comprendere quali siano le migliori scelte per promuovere il proprio potere personale ed il proprio benessere. Un saluto, Dott. Felice Schettini
La terapia deve dare risvolti positivi, lei ne fa da tempo.e vive peggioramenti. Deontologicamente il collega terapeuta che l'ha in cura, se informato, le consiglierà un altro percorso. La informi nel breve in modo da poter, nel breve stare meglio.
Buongiorno, se sta facendo un percorso psicoterapeutico da molti anni e le cose peggiorano le consiglio di provare a cambiare approccio/terapeuta, inoltre considererei l'opzione di un supporto farmacologico per rendere almeno temporaneamente i sintomi meno invalidanti.
Buongiorno, ne ha parlato con la sua dottoressa? Avete toccato temi particolarmente delicati da far pensare che sia una fase di passaggio? Altrimenti dovrebbe valutare l'idea di cambiare il terapeuta e sceglierne un altro con differente tecnica di specializzazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Amica o Amico,
se la situazione peggiora, le suggerisco di consultare uno psichiatra per un supporto farmacologico, e di discutere con il suo terapeuta l'applicazione di protocolli specifici (come EMDR ad esempio) sulle convinzioni che le procurano l'attacco di panico.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
se la situazione peggiora, le suggerisco di consultare uno psichiatra per un supporto farmacologico, e di discutere con il suo terapeuta l'applicazione di protocolli specifici (come EMDR ad esempio) sulle convinzioni che le procurano l'attacco di panico.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, mi permetta di dire che 25 anni così non sono un buon vivere, so che sarà d'accordo. Essendo già seguito da un collega noi non possiamo far altro che consigliarle di parlare appunto con il suo psicologo. In più, posso ricordare che la terapia breve strategica ha come suo fiore all'occhiello proprio gli attacchi di panico.
Gentile utente, mi dispiace molto per la sua situazione. Comprendo che i suoi sintomi possano essere davvero molto impattanti nella sua quotidianità e per questo le consiglio, confrontandosi anche con il suo specialista, di pensare di affiancare, almeno in questo momento di particolare malessere, una terapia farmacologica. Inoltre, discuta con chi la segue anche di un possibile cambiamento a livello di approccio psicoterapico o semplicemente negli strumenti utilizzati. Un saluto, dott.ssa Chiara Marino.
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica. Cordiali saluti
Gentile utente,
capisco quanto sia difficile affrontare una sofferenza che dura da così tanto tempo, e la frustrazione che senti nel vedere i tuoi sforzi terapeutici non portare ai risultati sperati. Venticinque anni di ansia e attacchi di panico sono un peso enorme, e se i sintomi sono peggiorati, è naturale che tu ti senta sopraffatto. Le sensazioni di tremore, soffocamento e tachicardia non sono solo fisicamente estenuanti, ma possono minare profondamente il tuo senso di sicurezza e stabilità.
In questi momenti, quando sembra che tutto crolli, può essere utile chiedersi se ci sono aspetti della tua vita che potrebbero essere stati trascurati o se ci sono blocchi più profondi che potrebbero aver bisogno di una nuova attenzione. A volte, l'intensificarsi dei sintomi è il segno che c'è una parte di noi che richiede di essere ascoltata in modo diverso. Forse hai accumulato emozioni non espresse, o il tuo corpo sta cercando di dirti qualcosa che non hai ancora esplorato a fondo.
Potresti considerare di fare un passo indietro e riflettere su cosa sta accadendo nella tua vita oltre ai sintomi fisici. Sei soddisfatto dei cambiamenti che stai vivendo? Ci sono tensioni o situazioni non risolte che potrebbero alimentare l'ansia? A volte, piccoli cambiamenti nella routine quotidiana o nuove modalità di gestione dello stress, come la meditazione o l'arte, possono dare una nuova prospettiva.
Rivedere il tuo percorso terapeutico, esplorare approcci differenti o integrare pratiche di rilassamento profondo come il respiro consapevole potrebbe offrirti il sollievo di cui hai bisogno. A volte il miglioramento non arriva tutto in una volta, ma in piccole, significative modifiche. Non arrenderti alla sensazione che non ci sia via d'uscita: il fatto che tu stia cercando aiuto e riflessione su ciò che stai vivendo è già una testimonianza di una grande forza interiore. Ogni passo, anche piccolo, ti avvicina a un equilibrio ritrovato.
Rimango a disposizione
Dott.ssa Alessia De Lucia
capisco quanto sia difficile affrontare una sofferenza che dura da così tanto tempo, e la frustrazione che senti nel vedere i tuoi sforzi terapeutici non portare ai risultati sperati. Venticinque anni di ansia e attacchi di panico sono un peso enorme, e se i sintomi sono peggiorati, è naturale che tu ti senta sopraffatto. Le sensazioni di tremore, soffocamento e tachicardia non sono solo fisicamente estenuanti, ma possono minare profondamente il tuo senso di sicurezza e stabilità.
In questi momenti, quando sembra che tutto crolli, può essere utile chiedersi se ci sono aspetti della tua vita che potrebbero essere stati trascurati o se ci sono blocchi più profondi che potrebbero aver bisogno di una nuova attenzione. A volte, l'intensificarsi dei sintomi è il segno che c'è una parte di noi che richiede di essere ascoltata in modo diverso. Forse hai accumulato emozioni non espresse, o il tuo corpo sta cercando di dirti qualcosa che non hai ancora esplorato a fondo.
Potresti considerare di fare un passo indietro e riflettere su cosa sta accadendo nella tua vita oltre ai sintomi fisici. Sei soddisfatto dei cambiamenti che stai vivendo? Ci sono tensioni o situazioni non risolte che potrebbero alimentare l'ansia? A volte, piccoli cambiamenti nella routine quotidiana o nuove modalità di gestione dello stress, come la meditazione o l'arte, possono dare una nuova prospettiva.
Rivedere il tuo percorso terapeutico, esplorare approcci differenti o integrare pratiche di rilassamento profondo come il respiro consapevole potrebbe offrirti il sollievo di cui hai bisogno. A volte il miglioramento non arriva tutto in una volta, ma in piccole, significative modifiche. Non arrenderti alla sensazione che non ci sia via d'uscita: il fatto che tu stia cercando aiuto e riflessione su ciò che stai vivendo è già una testimonianza di una grande forza interiore. Ogni passo, anche piccolo, ti avvicina a un equilibrio ritrovato.
Rimango a disposizione
Dott.ssa Alessia De Lucia
Mi dispiace molto sapere che sta attraversando un momento così difficile. Il peggioramento dei sintomi può essere estremamente debilitante e frustrante, soprattutto dopo anni di terapia. Se non l'ha già fatto, potrebbe essere utile parlarne con il suo terapeuta per valutare un possibile cambio di approccio terapeutico o integrare nuove strategie. A volte, un aggiornamento del metodo, una nuova terapia o un supporto farmacologico (se non già considerato) possono fare la differenza. Nel frattempo, se la fa sentire meglio, potrei aiutarla con tecniche di gestione dell'ansia, esercizi di respirazione o suggerimenti pratici per affrontare le crisi nel quotidiano. Non è sola in questo, e ci sono possibilità per migliorare la tua situazione.
Mi dispiace molto sentire che stai passando un periodo così difficile. Soffrire di ansia e attacchi di panico da così tanto tempo deve essere estenuante, e vedo che ora i sintomi sembrano più intensi e debilitanti. Il fatto che tu stia cercando aiuto e stia facendo un percorso terapeutico è sicuramente un passo positivo, ma è anche comprensibile che possa sembrare frustrante quando i progressi non sono immediati o quando sembra che i sintomi peggiorino anziché migliorare.
Il fatto che tu stia vivendo sintomi come tremori, soffocamento, tachicardia e sudorazione eccessiva è segno che il tuo corpo sta reagendo in modo forte a questi stati di ansia, e gli attacchi di panico sembrano essere più frequenti e intensi. Questi segnali fisici, purtroppo, possono diventare un circolo vizioso: più la mente è ansiosa, più il corpo reagisce con sintomi fisici, e più questi sintomi fisici rinforzano l’ansia e il panico.
Quando i sintomi diventano così forti, può essere utile rivedere con il tuo terapeuta il piano terapeutico e considerare se ci sono altre modalità di trattamento da esplorare. Potresti, ad esempio, chiedere al tuo medico o terapeuta se ci sono aggiustamenti da fare nella tua terapia farmacologica, se la stai seguendo. A volte i farmaci possono essere utili per alleviare i sintomi fisici legati all'ansia, dando così più spazio per il lavoro terapeutico. Inoltre, tecniche di rilassamento e mindfulness, come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga, possono essere molto utili nel ridurre i sintomi fisici dell'ansia. L'uso di esercizi di rilassamento quotidiani può aiutarti a gestire meglio la tua risposta allo stress.
Un’altra opzione potrebbe essere esplorare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta a identificare e modificare i pensieri negativi e disfunzionali. La terapia di esposizione, che mira a ridurre il timore associato a determinati eventi o situazioni, potrebbe anche essere utile. Inoltre, potresti considerare il supporto di gruppi di auto-aiuto o di comunità che affrontano le stesse difficoltà.
Infine, lo stile di vita gioca un ruolo importante nel supportare il trattamento dell'ansia. Una buona alimentazione, esercizio fisico regolare e un ciclo di sonno sano sono tutti fattori che influiscono positivamente sul benessere mentale.
Non sei solo in questa situazione. Anche se può sembrare che la vita ti stia sfuggendo, ci sono molte persone che attraversano o hanno attraversato esperienze simili, e trovare il giusto supporto può fare una grande differenza. Potresti considerare anche un supporto aggiuntivo da parte di un gruppo di supporto per ansia e attacchi di panico, dove potresti condividere le tue esperienze con altri che comprendono realmente ciò che stai vivendo.
Spero che tu possa trovare il supporto e le risorse che ti aiutano a sentirti meglio. Non devi affrontare tutto questo da solo.
Il fatto che tu stia vivendo sintomi come tremori, soffocamento, tachicardia e sudorazione eccessiva è segno che il tuo corpo sta reagendo in modo forte a questi stati di ansia, e gli attacchi di panico sembrano essere più frequenti e intensi. Questi segnali fisici, purtroppo, possono diventare un circolo vizioso: più la mente è ansiosa, più il corpo reagisce con sintomi fisici, e più questi sintomi fisici rinforzano l’ansia e il panico.
Quando i sintomi diventano così forti, può essere utile rivedere con il tuo terapeuta il piano terapeutico e considerare se ci sono altre modalità di trattamento da esplorare. Potresti, ad esempio, chiedere al tuo medico o terapeuta se ci sono aggiustamenti da fare nella tua terapia farmacologica, se la stai seguendo. A volte i farmaci possono essere utili per alleviare i sintomi fisici legati all'ansia, dando così più spazio per il lavoro terapeutico. Inoltre, tecniche di rilassamento e mindfulness, come la meditazione, la respirazione profonda o lo yoga, possono essere molto utili nel ridurre i sintomi fisici dell'ansia. L'uso di esercizi di rilassamento quotidiani può aiutarti a gestire meglio la tua risposta allo stress.
Un’altra opzione potrebbe essere esplorare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta a identificare e modificare i pensieri negativi e disfunzionali. La terapia di esposizione, che mira a ridurre il timore associato a determinati eventi o situazioni, potrebbe anche essere utile. Inoltre, potresti considerare il supporto di gruppi di auto-aiuto o di comunità che affrontano le stesse difficoltà.
Infine, lo stile di vita gioca un ruolo importante nel supportare il trattamento dell'ansia. Una buona alimentazione, esercizio fisico regolare e un ciclo di sonno sano sono tutti fattori che influiscono positivamente sul benessere mentale.
Non sei solo in questa situazione. Anche se può sembrare che la vita ti stia sfuggendo, ci sono molte persone che attraversano o hanno attraversato esperienze simili, e trovare il giusto supporto può fare una grande differenza. Potresti considerare anche un supporto aggiuntivo da parte di un gruppo di supporto per ansia e attacchi di panico, dove potresti condividere le tue esperienze con altri che comprendono realmente ciò che stai vivendo.
Spero che tu possa trovare il supporto e le risorse che ti aiutano a sentirti meglio. Non devi affrontare tutto questo da solo.
Buongiorno, mi dispiace davvero che stia vivendo un aggravamento di sintomi dopo tanti anni di convivenza con l’ansia e gli attacchi di panico; quello che racconta (tremori costanti, sensazione di soffocamento, palpitazioni, sudorazione e attacchi di panico) descrive una sofferenza che rende molto difficile vivere la quotidianità e che può farle percepire la vita come se stesse cadendo a pezzi. È comprensibile che si senta scoraggiato dopo un percorso così lungo: il fatto che stia ancora cercando aiuto e che ne parli è però un segnale importante di risorsa, nonostante la stanchezza che sente. Quando i sintomi si aggravano diventa utile affrontare la situazione su più fronti insieme al suo terapeuta e allo psichiatra. Sul piano pratico può iniziare da alcune cose che aiutano a ridurre l’attivazione fisiologica e a recuperare qualche piccola tregua: stabilire routine regolari di sonno e pasti, limitare caffeina e alcol perché possono aumentare l’ansia, introdurre brevi momenti quotidiani di rilassamento come respirazioni lente e profonde seguite dal rilassamento muscolare progressivo, e mantenere attività fisica regolare che aiuta il sistema nervoso a regolare lo stato di allerta. Sono interventi che non risolvono tutto da soli, ma creano condizioni migliori per lavorare sul resto. In parallelo, lavorare su come si risponde ai segnali del corpo è fondamentale. I panico e i tremori spesso si mantengono perché vengono interpretati come segnali di pericolo e si attiva la lotta per eliminare subito la sensazione; al contrario, imparare a osservare le sensazioni con curiosità, accoglierle senza combatterle e usare tecniche di grounding per riportare l’attenzione ai sensi aiuta a ridurre la catena che porta all’attacco. Quando il panico si avvicina può essere utile fermarsi, concentrarsi sul respiro e poi nominare le sensazioni in modo neutro, riportare l’attenzione a cinque cose che vede, quattro che può toccare, tre che sente con l’udito, due che può annusare e una che può gustare; esercizi del genere interrompono la corsa del pensiero e riducono la somatizzazione. Un altro asse di lavoro molto efficace in terapia cognitivo comportamentale è quello dell’esposizione graduale: invece di evitare le situazioni o i segnali corporei che la spaventano, si pianificano piccoli passi per affrontarli in modo controllato e verificabile, così da aggiornare le credenze peggiorative e ridurre la sensibilità al sintomo. Per gli attacchi di panico esistono anche esercizi specifici di esposizione interoceptiva che simulano le sensazioni fisiche in ambiente protetto per dimostrare che non sono pericolose e che si possono tollerare. Questo lavoro richiede una guida esperta perché è uno sforzo progressivo e strutturato, ma può davvero diminuire la frequenza e l’intensità degli attacchi nel tempo. Se nella sua cura ci sono già psicoterapia e farmaci, è importante che lo psichiatra sappia di questo peggioramento per valutare se sono necessari adeguamenti o controlli medici. Non significa necessariamente passare subito a una terapia farmacologica diversa, però una rivalutazione professionale e un confronto tra terapeuta e psichiatra sono utili per coordinare gli interventi. Consideri anche la possibilità di intensificare temporaneamente la frequenza delle sedute o di valutare percorsi brevi di trattamento intensivo se la sintomatologia limita fortemente il funzionamento. Infine, se si trova in momenti in cui la sofferenza è così intensa da farle pensare di non farcela o da avere idee di farsi del male, è fondamentale chiedere aiuto immediato: contatti il suo terapeuta, lo psichiatra, il medico di base o i servizi di emergenza. Avere un piano di sicurezza scritto con numeri di contatto e passi concreti da fare nei momenti critici può dare una concreta garanzia di supporto e ridurre la paura di restare soli con l’angoscia. Capisco quanto sia dura ricevere questi sintomi dopo così tanto tempo di lotta. Provi a guardare il suo percorso anche come una prova di resistenza: nonostante tutto lei è qui a cercare soluzioni e questo è importante. Con interventi mirati, coordinati e progressivi si possono ottenere miglioramenti, anche se il cammino richiede pazienza e piccoli passi quotidiani. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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