Buongiorno purtroppo sono un ragazzo che credo di aver sofferto sempre di doc cioè pensieri ossessiv
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Buongiorno purtroppo sono un ragazzo che credo di aver sofferto sempre di doc cioè pensieri ossessivi, che mi passavano in mente pensieri di fare del male a chi avevo vicino, solo che mi succedeva raramente, solo che adesso da qualche mese mi succede spesso che ho pensieri di fare del male tipo se sono in macchina mi passa in mente di buttarmi nella corsia opposta, oppure se ho un contello in mano mi vengono pensieri strani in testa, in più mi vengono pensieri se ho lasciato qualcosa di mangiare che melo sta tenendo un amico che mi abbia messo qualcosa di dentro, oppure certe volte penso chissa se quella persona mi vuole del male quindi mi tocco per annulare quel pensiero... in tutto questo accompagnato da un senso di distaccto dal mondo come se tutto quello che guardo lo vedo distante, diverso, sfogato ecc, tipo stamattina mi sono svegliato e non mi rendevo conto dove ero come se stavo per impazzire... tutto questo da cosa è causato? in più quello che ho scritto prima sono ossessioni o cosa?
Buongiorno, potrebbero essere dei pensieri intrusivi che la nostra mente produce per cercare di avere l'illusione di un controllo.
Purtroppo questa illusione porta poi ad un aumento generale dei libelli di cortisolo oltre ad un senso di frustrazione nel momento in cui ci rendiamo conto di non poter controllare tutto quanto.
Per cercare di venirne a capo e capire cosa la sua mente e questi pensieri stanno cercando di comunicarle sicuramente l'ideale sarebbe parlarne con un professionista che possa comprenderla ed accoglierla per cercare insieme un modo per conoscersi meglio ed arrivare alle risposte che cerca.
Purtroppo questa illusione porta poi ad un aumento generale dei libelli di cortisolo oltre ad un senso di frustrazione nel momento in cui ci rendiamo conto di non poter controllare tutto quanto.
Per cercare di venirne a capo e capire cosa la sua mente e questi pensieri stanno cercando di comunicarle sicuramente l'ideale sarebbe parlarne con un professionista che possa comprenderla ed accoglierla per cercare insieme un modo per conoscersi meglio ed arrivare alle risposte che cerca.
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Gentile ragazzo,
le sue parole raccontano un vissuto profondo, complesso, spesso difficile da condividere. Eppure, proprio nel momento in cui scrive, sta già compiendo un atto importante: sta dando voce al suo dolore e cercando un senso a ciò che sta attraversando.
I pensieri che descrive – immagini intrusive, timore di perdere il controllo, dubbi insistenti su sé stesso e sugli altri, gesti per “neutralizzare” un’idea disturbante – sono caratteristiche molto comuni nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC). Si tratta di pensieri che non riflettono ciò che una persona vuole fare davvero, ma che emergono come un'onda di paura improvvisa, proprio perché si ha un profondo senso morale e una forte sensibilità verso il bene e la protezione degli altri.
Anche la sensazione di distacco dal mondo, il percepirsi come “sfocato” o lontano dalla realtà, può essere una risposta dell’organismo a un sovraccarico emotivo: è come se la mente, sopraffatta dall’ansia, provasse a “scollegarsi” per proteggersi, generando quella che viene chiamata derealizzazione o depersonalizzazione.
In un'ottica ermeneutica e fenomenologica, questi sintomi non sono solo qualcosa da “eliminare”, ma segnali da ascoltare: parlano un linguaggio simbolico che merita attenzione, cura e comprensione. Ogni pensiero ossessivo, per quanto disturbante, può essere visto come una voce interna che chiede ascolto, come un nodo che si è formato in un punto della nostra storia affettiva ed esistenziale e che oggi ha bisogno di essere sciolto.
Il percorso che può aiutare a ritrovare un senso di coerenza, fiducia e presenza nel mondo non è sempre semplice, ma è possibile. Un percorso psicologico può offrire strumenti per leggere in profondità la propria esperienza, per ricostruire un dialogo con sé stessi che non sia più guidato dalla paura, ma dalla possibilità di riconoscersi e ritrovarsi.
Ciò che oggi sembra una frattura o una minaccia, nel tempo può diventare una soglia di trasformazione. Il disagio che vive, se accolto con rispetto e competenza, può aprire la strada a un modo più autentico e libero di essere nel mondo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Rita Zanaica – Psicologa e Pedagogista Clinico
le sue parole raccontano un vissuto profondo, complesso, spesso difficile da condividere. Eppure, proprio nel momento in cui scrive, sta già compiendo un atto importante: sta dando voce al suo dolore e cercando un senso a ciò che sta attraversando.
I pensieri che descrive – immagini intrusive, timore di perdere il controllo, dubbi insistenti su sé stesso e sugli altri, gesti per “neutralizzare” un’idea disturbante – sono caratteristiche molto comuni nel disturbo ossessivo compulsivo (DOC). Si tratta di pensieri che non riflettono ciò che una persona vuole fare davvero, ma che emergono come un'onda di paura improvvisa, proprio perché si ha un profondo senso morale e una forte sensibilità verso il bene e la protezione degli altri.
Anche la sensazione di distacco dal mondo, il percepirsi come “sfocato” o lontano dalla realtà, può essere una risposta dell’organismo a un sovraccarico emotivo: è come se la mente, sopraffatta dall’ansia, provasse a “scollegarsi” per proteggersi, generando quella che viene chiamata derealizzazione o depersonalizzazione.
In un'ottica ermeneutica e fenomenologica, questi sintomi non sono solo qualcosa da “eliminare”, ma segnali da ascoltare: parlano un linguaggio simbolico che merita attenzione, cura e comprensione. Ogni pensiero ossessivo, per quanto disturbante, può essere visto come una voce interna che chiede ascolto, come un nodo che si è formato in un punto della nostra storia affettiva ed esistenziale e che oggi ha bisogno di essere sciolto.
Il percorso che può aiutare a ritrovare un senso di coerenza, fiducia e presenza nel mondo non è sempre semplice, ma è possibile. Un percorso psicologico può offrire strumenti per leggere in profondità la propria esperienza, per ricostruire un dialogo con sé stessi che non sia più guidato dalla paura, ma dalla possibilità di riconoscersi e ritrovarsi.
Ciò che oggi sembra una frattura o una minaccia, nel tempo può diventare una soglia di trasformazione. Il disagio che vive, se accolto con rispetto e competenza, può aprire la strada a un modo più autentico e libero di essere nel mondo.
Un caro saluto,
Dott.ssa Rita Zanaica – Psicologa e Pedagogista Clinico
Gentile utente,
è difficile esprimere un'opinione avendo poche informazioni a disposizione.
Da ciò che scrive sembra che sia una situazione difficile da sostenere e che merita la giusta attenzione per poterle essere di aiuto, pertanto il consiglio che mi sento di darle è di contattare uno psichiatra che potrebbe avere, dopo dei colloqui, alcune risposte alle sue domande.
Un caro saluto
è difficile esprimere un'opinione avendo poche informazioni a disposizione.
Da ciò che scrive sembra che sia una situazione difficile da sostenere e che merita la giusta attenzione per poterle essere di aiuto, pertanto il consiglio che mi sento di darle è di contattare uno psichiatra che potrebbe avere, dopo dei colloqui, alcune risposte alle sue domande.
Un caro saluto
Ciao, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Il consiglio che mi sento di darle, soprattutto se questi pensieri ossessivi influenzano in modo importante la qualità della sua vita, è quello di rivolgersi, a un professionista della salute mentale. Esistono protocolli efficaci basati su evidenze scientifiche che possono aiutarla ad apprendere strategie per gestire questi pensieri.
Dott.ssa Giulia Mete
Dott.ssa Giulia Mete
Buongiorno, grazie per aver condiviso. I pensieri intrusivi, ricorrenti spesso legati al timore di fare del male o a dubbi su sicurezza e fiducia possono essere spaventosi, ma è importante sapere che averli non significa volerli attuare. La mente produce spesso contenuti disturbanti, soprattutto in condizioni di stress o ipercontrollo, ma questo non definisce chi lei è. Anche le sensazioni di distacco o irrealtà che prova sono comuni in stati di ansia intensa e sebbene sgradevoli, non sono segnali di “pazzia”, ma esperienze gestibili, su cui si può lavorare. Quello che descrive ha molte somiglianze con un funzionamento ossessivo, ma la cosa fondamentale è che non è solo e che esistono strumenti efficaci per affrontarlo. Un cordiale saluto, AM
Gentile utente, occorrerebbe di sicuro una valutazione molto più approfondita per rispondere alle sue domande in maniera professionale. Mi sento di segnalare come positivo il fatto che lei è ben consapevole dei suoi pensieri ed è anche capace di chiedere un confronto così come sta facendo su questa piattaforma. Approfondisca le sue domande in un contesto psicoterapico, e valuti insieme allo specialista la possibilità di un consulto psichiatrico. Saluti
Buongiorno! Quelli a cui tu fai riferimento potrebbero essere dei pensieri che arrivano a te in modo del tutto involontario e senza controllo su di essi (ossessioni), è da constatare se in seguito a questi tu attui dei comportamenti con lo scopo di tranquillizzarti (compulsioni), ma prima di esserne sicuri, il mio consiglio è quello di confrontarti con un professionista che accerti quale sia il tuo problema, così da poterti aiutare nel modo giusto.Spesso la consapevolezza già aiuta molto in questo tipo di problematiche. Anche se si trattasse di disturbo ossessivo-compulsivo, potrai tranquillamente iniziare una terapia.
Buongiorno, sicuramente non sta vivendo un periodo facile e per questo è molto importante che abbia deciso di parlarne e di ricercare aiuto. Dai sintomi che descrive, in particolare i pensieri intrusivi e ricorrenti di fare del male a sé stesso o agli altri, i dubbi persistenti di tipo paranoideo (come quello sul cibo) e i rituali o gesti per "annullare" i pensieri (come toccarsi), è possibile che si tratti di manifestazioni riconducibili a un Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Questi sintomi che descrive sembrano aggravati da esperienze dissociative di distacco dalla realtà, che possono essere accompagnati da forte ansia e stress. Tutti questi sono segnali di una profonda sofferenza che è bene non trascurare. Posso immaginare la sensazione di confusione e smarrimento che tutto ciò le provoca e la cosa importante adesso è ricercare il supporto adeguato da parte di un* psicoterapeuta che la aiuti a capire la natura di quello che sta vivendo e le modalità per affrontare questo difficile momento. Rimango a disposizione per un ulteriore supporto. Dott.ssa Anna Tosi
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Non è facile parlare di questi pensieri, e il fatto che lei lo stia facendo è già un passo importante.
Da quello che descrive, sembra che stia affrontando una serie di pensieri intrusivi, spesso accompagnati da forti emozioni di paura, disagio o confusione. Pensieri come “potrei far del male a qualcuno”, “e se succedesse qualcosa di brutto?”, o il bisogno di toccarsi per "annullare" ciò che si è pensato, possono rientrare in un quadro di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). Questo disturbo si manifesta proprio con ossessioni (pensieri, immagini o impulsi indesiderati e disturbanti) e, a volte, compulsioni (azioni mentali o comportamenti messi in atto per ridurre l’ansia legata a quei pensieri).
Il senso di distacco dalla realtà, come se tutto fosse irreale o “ovattato”, è chiamato derealizzazione ed è un’esperienza che può comparire quando si è molto sotto pressione o si soffre di forte ansia.
È importante sapere che avere pensieri disturbanti non significa desiderare davvero di metterli in pratica. Al contrario, proprio il fatto che le danno così fastidio è un segnale che quei pensieri non rappresentano ciò che lei desidera o chi è veramente. Spesso, chi soffre di DOC è una persona molto sensibile e attenta a non fare del male agli altri.
Quello che le consiglio è di rivolgersi a uno psicoterapeuta, meglio se con esperienza in disturbi ossessivo-compulsivi e ansia. Attraverso un percorso terapeutico potrà comprendere meglio cosa le sta succedendo, trovare strategie per gestire l’ansia e ritrovare un senso di serenità.
Se vuole, posso aiutarla a capire a chi rivolgersi o cosa cercare.
grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Non è facile parlare di questi pensieri, e il fatto che lei lo stia facendo è già un passo importante.
Da quello che descrive, sembra che stia affrontando una serie di pensieri intrusivi, spesso accompagnati da forti emozioni di paura, disagio o confusione. Pensieri come “potrei far del male a qualcuno”, “e se succedesse qualcosa di brutto?”, o il bisogno di toccarsi per "annullare" ciò che si è pensato, possono rientrare in un quadro di Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). Questo disturbo si manifesta proprio con ossessioni (pensieri, immagini o impulsi indesiderati e disturbanti) e, a volte, compulsioni (azioni mentali o comportamenti messi in atto per ridurre l’ansia legata a quei pensieri).
Il senso di distacco dalla realtà, come se tutto fosse irreale o “ovattato”, è chiamato derealizzazione ed è un’esperienza che può comparire quando si è molto sotto pressione o si soffre di forte ansia.
È importante sapere che avere pensieri disturbanti non significa desiderare davvero di metterli in pratica. Al contrario, proprio il fatto che le danno così fastidio è un segnale che quei pensieri non rappresentano ciò che lei desidera o chi è veramente. Spesso, chi soffre di DOC è una persona molto sensibile e attenta a non fare del male agli altri.
Quello che le consiglio è di rivolgersi a uno psicoterapeuta, meglio se con esperienza in disturbi ossessivo-compulsivi e ansia. Attraverso un percorso terapeutico potrà comprendere meglio cosa le sta succedendo, trovare strategie per gestire l’ansia e ritrovare un senso di serenità.
Se vuole, posso aiutarla a capire a chi rivolgersi o cosa cercare.
Salve, ti confermo che quello che descrivi sembra rientrare nel quadro del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC): pensieri intrusivi, disturbanti e indesiderati che ti creano ansia perché sono in contrasto con i tuoi valori. Non indicano un reale desiderio di agire in quel modo, ma al contrario nascono proprio dal bisogno di controllo e dal timore di perdere il controllo.
Nel DOC, i pensieri intrusivi non sono desideri reali, ma contenuti mentali indesiderati, disturbanti, che generano ansia proprio perché sono in contrasto con i tuoi valori e il tuo senso morale. È proprio il fatto che ti spaventano e ti disturbano a indicare che non corrispondono a un reale desiderio o intenzione.
Anche le sensazioni di distacco dalla realtà, come se tutto fosse "ovattato" o "non reale", possono essere collegate a uno stato di derealizzazione o depersonalizzazione, che spesso accompagna l’ansia intensa e prolungata. Non significa che stai "impazzendo", ma che la tua mente sta cercando di proteggersi da un sovraccarico emotivo.
Io ti consiglio di rivolgerti a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia o in terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che è particolarmente efficace per il DOC. In alcuni casi, può essere utile anche un supporto farmacologico, da valutare con uno psichiatra.
Ricorda solo che non sei “sbagliato”. I pensieri non definiscono chi sei: è il modo in cui ti rapporti ad essi che fa la differenza. Vedrai che terapia ti aiuterà a riconoscerli per quello che sono (pensieri, non realtà) e a non lasciare che guidino le tue emozioni e azioni.Un caro saluto Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Nel DOC, i pensieri intrusivi non sono desideri reali, ma contenuti mentali indesiderati, disturbanti, che generano ansia proprio perché sono in contrasto con i tuoi valori e il tuo senso morale. È proprio il fatto che ti spaventano e ti disturbano a indicare che non corrispondono a un reale desiderio o intenzione.
Anche le sensazioni di distacco dalla realtà, come se tutto fosse "ovattato" o "non reale", possono essere collegate a uno stato di derealizzazione o depersonalizzazione, che spesso accompagna l’ansia intensa e prolungata. Non significa che stai "impazzendo", ma che la tua mente sta cercando di proteggersi da un sovraccarico emotivo.
Io ti consiglio di rivolgerti a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia o in terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che è particolarmente efficace per il DOC. In alcuni casi, può essere utile anche un supporto farmacologico, da valutare con uno psichiatra.
Ricorda solo che non sei “sbagliato”. I pensieri non definiscono chi sei: è il modo in cui ti rapporti ad essi che fa la differenza. Vedrai che terapia ti aiuterà a riconoscerli per quello che sono (pensieri, non realtà) e a non lasciare che guidino le tue emozioni e azioni.Un caro saluto Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Caro utente, il tuo disturbo è piuttosto comune nella sfera Disturbo Ossessivo Compulsivo e l'estraniamento che provi è correlato. Nulla di più distante da un disturbo psicotico che tu temi tanto.
Quindi, coraggio e motivazione perché stare meglio si può.
Scegli un bravo psicoterapeuta possibilmente ad indirizzo cognitivo comportamentale e inizia. E stai tranquillo.
Un caro saluto
Dr.ssa Daniela Benvenuti
Padova-Feltre
Quindi, coraggio e motivazione perché stare meglio si può.
Scegli un bravo psicoterapeuta possibilmente ad indirizzo cognitivo comportamentale e inizia. E stai tranquillo.
Un caro saluto
Dr.ssa Daniela Benvenuti
Padova-Feltre
Buongiorno, grazie per aver condiviso la tua esperienza, comprendo quanto possa essere difficile convivere con questi sintomi.
Da ciò che descrivi, i tuoi pensieri ricorrenti e intrusivi di fare del male (a te stesso o agli altri), i dubbi costanti (ad esempio sul cibo o sulla fiducia verso gli altri), i rituali come toccarti per “annullare” i pensieri, insieme al senso di distacco dal mondo (quella sensazione di irrealtà o confusione su dove ti trovi) potrebbero rientrare nel quadro di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), associato forse a episodi di derealizzazione o depersonalizzazione.
Nel DOC, infatti, è frequente avere pensieri indesiderati, spesso di contenuto violento, aggressivo o blasfemo, che provocano ansia perché non rispecchiano ciò che la persona desidera o ciò che realmente farebbe. Questi pensieri sono chiamati ossessioni, mentre i comportamenti ripetitivi o i rituali mentali (come toccarsi per “annullare” i pensieri) vengono definiti compulsioni e servono, nel breve termine, a ridurre l’ansia.
La sensazione di distacco dal mondo o da sé stessi (derealizzazione o depersonalizzazione) può comparire come reazione all’ansia intensa o allo stress psicologico, oppure può accompagnare il DOC stesso.
Da cosa è causato tutto questo?
Non c’è una causa unica. I disturbi ossessivo-compulsivi possono dipendere da fattori biologici (come la predisposizione genetica o alterazioni neurochimiche), psicologici (traumi, stress prolungato) e ambientali. Spesso la persona è consapevole che i propri pensieri sono irrazionali, ma non riesce a controllarli, sperimentando grande sofferenza.
Quello che hai descritto sono ossessioni?
Sì, molti dei pensieri che racconti sembrano ossessioni: sono intrusivi, ripetitivi, generano disagio e non corrispondono a ciò che desideri fare davvero. Anche la paura di fare del male o di perdere il controllo è tipica di alcune forme di DOC. Tuttavia, per una diagnosi accurata e per definire il trattamento più adatto è importante una valutazione approfondita da parte di uno specialista.
Cosa fare?
Se questi sintomi stanno diventando frequenti o interferiscono con la tua vita quotidiana, ti invito a non affrontarli da solo. Il DOC è un disturbo trattabile, spesso con ottimi risultati attraverso percorsi di psicoterapia cognitivo-comportamentale e, se necessario, supporto farmacologico sotto controllo medico.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Da ciò che descrivi, i tuoi pensieri ricorrenti e intrusivi di fare del male (a te stesso o agli altri), i dubbi costanti (ad esempio sul cibo o sulla fiducia verso gli altri), i rituali come toccarti per “annullare” i pensieri, insieme al senso di distacco dal mondo (quella sensazione di irrealtà o confusione su dove ti trovi) potrebbero rientrare nel quadro di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), associato forse a episodi di derealizzazione o depersonalizzazione.
Nel DOC, infatti, è frequente avere pensieri indesiderati, spesso di contenuto violento, aggressivo o blasfemo, che provocano ansia perché non rispecchiano ciò che la persona desidera o ciò che realmente farebbe. Questi pensieri sono chiamati ossessioni, mentre i comportamenti ripetitivi o i rituali mentali (come toccarsi per “annullare” i pensieri) vengono definiti compulsioni e servono, nel breve termine, a ridurre l’ansia.
La sensazione di distacco dal mondo o da sé stessi (derealizzazione o depersonalizzazione) può comparire come reazione all’ansia intensa o allo stress psicologico, oppure può accompagnare il DOC stesso.
Da cosa è causato tutto questo?
Non c’è una causa unica. I disturbi ossessivo-compulsivi possono dipendere da fattori biologici (come la predisposizione genetica o alterazioni neurochimiche), psicologici (traumi, stress prolungato) e ambientali. Spesso la persona è consapevole che i propri pensieri sono irrazionali, ma non riesce a controllarli, sperimentando grande sofferenza.
Quello che hai descritto sono ossessioni?
Sì, molti dei pensieri che racconti sembrano ossessioni: sono intrusivi, ripetitivi, generano disagio e non corrispondono a ciò che desideri fare davvero. Anche la paura di fare del male o di perdere il controllo è tipica di alcune forme di DOC. Tuttavia, per una diagnosi accurata e per definire il trattamento più adatto è importante una valutazione approfondita da parte di uno specialista.
Cosa fare?
Se questi sintomi stanno diventando frequenti o interferiscono con la tua vita quotidiana, ti invito a non affrontarli da solo. Il DOC è un disturbo trattabile, spesso con ottimi risultati attraverso percorsi di psicoterapia cognitivo-comportamentale e, se necessario, supporto farmacologico sotto controllo medico.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buongiorno,
mi spiace sentire quanto sta male. Credo che lei abbia bisogno di fare chiaro dentro di lei e capire bene cosa accade. Se vuole posso aiutarla.
Dr.Grazia Chianetta
mi spiace sentire quanto sta male. Credo che lei abbia bisogno di fare chiaro dentro di lei e capire bene cosa accade. Se vuole posso aiutarla.
Dr.Grazia Chianetta
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver trovato il coraggio di scrivere e raccontare quello che sta vivendo, perché non è affatto semplice descrivere esperienze così intense e spaventose, e farlo è già un primo passo importante verso la comprensione e la possibilità di sentirsi meglio.
Quello che descrive, i pensieri intrusivi di fare del male, i dubbi costanti, la sensazione di distacco dalla realtà e la necessità di compiere gesti come “toccare per annullare un pensiero”, può rientrare in un quadro clinico riconducibile al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), una condizione che, come lei accenna, può accompagnarsi a pensieri ripetitivi, indesiderati e disturbanti (ossessioni), spesso seguiti da azioni o rituali (compulsioni) messi in atto per cercare di alleviare l’ansia che quei pensieri provocano.
Vorrei però rassicurarla su un punto fondamentale: i pensieri che ha non definiscono chi lei è. Le ossessioni di tipo aggressivo, come l’idea di fare del male a qualcuno o a sé stessi, sono tra le più comuni nel DOC, e colpiscono spesso proprio le persone che meno tollerano l’idea di causare danno. Il fatto che questi pensieri le provochino disagio è un chiaro segnale che non hanno nulla a che fare con un reale desiderio o una reale intenzione: sono, appunto, pensieri intrusivi, e il loro contenuto non riflette la sua volontà, ma la sua paura.
La sensazione di “distacco dal mondo” che riferisce (ciò che in ambito clinico chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione) è un sintomo che può comparire in momenti di forte ansia o stress. Quando l’organismo è molto attivato da un punto di vista emotivo, può attivare delle forme di “difesa” che danno la sensazione che il mondo sia ovattato, strano, irreale. Questo può spaventare molto, ma è un'esperienza reversibile, e non è un segno che sta “impazzendo”, come teme.
È importante sottolineare che quanto sta vivendo non è una colpa, e non dipende da una sua debolezza, ma da un malessere che può essere compreso e affrontato con un adeguato supporto. Il DOC è una condizione trattabile, e oggi abbiamo a disposizione terapie efficaci, in particolare gli approcci psicoterapeutici evidence-based come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che si è dimostrata particolarmente utile proprio nei casi in cui le ossessioni sono intrusive e legate a tematiche di tipo aggressivo, contaminativo, relazionale o esistenziale.
Le suggerisco con decisione di rivolgersi quanto prima a uno terapeuta esperto in disturbi ossessivo-compulsivi, o di parlarne anche con uno psichiatra, soprattutto considerando l’intensità dei sintomi che descrive. Affrontare questi sintomi precocemente aiuta a ridurne la sofferenza e migliora nettamente la qualità della vita.
Lei sta già compiendo un passo molto importante chiedendo aiuto. Non è solo, e il fatto che abbia cercato di capire cosa le stia succedendo è un segnale di grande lucidità e volontà di stare meglio. Questo dolore ha un nome, una spiegazione e soprattutto una via d’uscita.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quello che descrive, i pensieri intrusivi di fare del male, i dubbi costanti, la sensazione di distacco dalla realtà e la necessità di compiere gesti come “toccare per annullare un pensiero”, può rientrare in un quadro clinico riconducibile al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), una condizione che, come lei accenna, può accompagnarsi a pensieri ripetitivi, indesiderati e disturbanti (ossessioni), spesso seguiti da azioni o rituali (compulsioni) messi in atto per cercare di alleviare l’ansia che quei pensieri provocano.
Vorrei però rassicurarla su un punto fondamentale: i pensieri che ha non definiscono chi lei è. Le ossessioni di tipo aggressivo, come l’idea di fare del male a qualcuno o a sé stessi, sono tra le più comuni nel DOC, e colpiscono spesso proprio le persone che meno tollerano l’idea di causare danno. Il fatto che questi pensieri le provochino disagio è un chiaro segnale che non hanno nulla a che fare con un reale desiderio o una reale intenzione: sono, appunto, pensieri intrusivi, e il loro contenuto non riflette la sua volontà, ma la sua paura.
La sensazione di “distacco dal mondo” che riferisce (ciò che in ambito clinico chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione) è un sintomo che può comparire in momenti di forte ansia o stress. Quando l’organismo è molto attivato da un punto di vista emotivo, può attivare delle forme di “difesa” che danno la sensazione che il mondo sia ovattato, strano, irreale. Questo può spaventare molto, ma è un'esperienza reversibile, e non è un segno che sta “impazzendo”, come teme.
È importante sottolineare che quanto sta vivendo non è una colpa, e non dipende da una sua debolezza, ma da un malessere che può essere compreso e affrontato con un adeguato supporto. Il DOC è una condizione trattabile, e oggi abbiamo a disposizione terapie efficaci, in particolare gli approcci psicoterapeutici evidence-based come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC), che si è dimostrata particolarmente utile proprio nei casi in cui le ossessioni sono intrusive e legate a tematiche di tipo aggressivo, contaminativo, relazionale o esistenziale.
Le suggerisco con decisione di rivolgersi quanto prima a uno terapeuta esperto in disturbi ossessivo-compulsivi, o di parlarne anche con uno psichiatra, soprattutto considerando l’intensità dei sintomi che descrive. Affrontare questi sintomi precocemente aiuta a ridurne la sofferenza e migliora nettamente la qualità della vita.
Lei sta già compiendo un passo molto importante chiedendo aiuto. Non è solo, e il fatto che abbia cercato di capire cosa le stia succedendo è un segnale di grande lucidità e volontà di stare meglio. Questo dolore ha un nome, una spiegazione e soprattutto una via d’uscita.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentile utente le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico in modo da trovare strategie per imparare a gestire questi pensieri.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Grazie per aver trovato il coraggio di raccontare quello che stai vivendo. I pensieri che descrivi – intrusivi, violenti, assurdi, accompagnati da paura di perdere il controllo – assomigliano molto ai sintomi del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC), in particolare a una forma chiamata DOC puro o DOC a contenuto aggressivo. Non significa che tu voglia davvero fare del male, ma che la tua mente produce pensieri che ti spaventano proprio perché sono in contrasto con i tuoi valori più profondi.
Il bisogno di “toccare” per annullare il pensiero, il dubbio su cose innocue (tipo il cibo offerto da qualcuno), e la sensazione di distacco dalla realtà che descrivi (un’esperienza chiamata derealizzazione o depersonalizzazione) possono essere reazioni legate a stati d’ansia molto intensi. Quando l’ansia cresce tanto, la mente può reagire così per proteggersi, anche se la sensazione è molto spiacevole.
È importante dirti che non stai impazzendo e che queste esperienze, per quanto spaventose, sono trattabili. Non sei solo, e non sei pericoloso. Ma è fondamentale che tu parli con uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia o DOC, perché un lavoro terapeutico mirato può aiutarti molto.
Il fatto che tu ne stia parlando è già un passo enorme. Ora, il prossimo è farti aiutare da chi può accompagnarti nel ridurre la paura e gestire questi pensieri senza evitarli o combatterli da solo.
Il bisogno di “toccare” per annullare il pensiero, il dubbio su cose innocue (tipo il cibo offerto da qualcuno), e la sensazione di distacco dalla realtà che descrivi (un’esperienza chiamata derealizzazione o depersonalizzazione) possono essere reazioni legate a stati d’ansia molto intensi. Quando l’ansia cresce tanto, la mente può reagire così per proteggersi, anche se la sensazione è molto spiacevole.
È importante dirti che non stai impazzendo e che queste esperienze, per quanto spaventose, sono trattabili. Non sei solo, e non sei pericoloso. Ma è fondamentale che tu parli con uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia o DOC, perché un lavoro terapeutico mirato può aiutarti molto.
Il fatto che tu ne stia parlando è già un passo enorme. Ora, il prossimo è farti aiutare da chi può accompagnarti nel ridurre la paura e gestire questi pensieri senza evitarli o combatterli da solo.
Buongiorno, potrebbero essere pensieri ossessivi, se ciò che le viene in mente è qualcosa a cui lei non vorrebbe pensare e che le causa forte disagio, soprattutto se non può controllare l'arrivo di questi pensieri.
Risponderle precisamente sulle cause di queste ossessioni è qualcosa di complesso, se non impossibile con questi pochi dati.
Ritengo sia importante comprendere quando le vengono le ossessioni, per definire meglio che significato abbiano a livello sintomatologico; dall'altra parte lei ha parlato di un loro peggioramento da qualche mese, perciò è importante esplorare cosa sia successo recentemente nella sua vita e a cosa si associ questo peggioramento.
Un caro saluto,
LC
Risponderle precisamente sulle cause di queste ossessioni è qualcosa di complesso, se non impossibile con questi pochi dati.
Ritengo sia importante comprendere quando le vengono le ossessioni, per definire meglio che significato abbiano a livello sintomatologico; dall'altra parte lei ha parlato di un loro peggioramento da qualche mese, perciò è importante esplorare cosa sia successo recentemente nella sua vita e a cosa si associ questo peggioramento.
Un caro saluto,
LC
Buongiorno, la ringrazio davvero per aver trovato il coraggio di raccontare con tanta chiarezza quello che sta vivendo. Non è facile mettere a fuoco questi pensieri, né descriverli, perché spesso portano con sé paura, vergogna e il timore di “stare impazzendo”. Proprio per questo è importante dirle subito che non è solo, e che quello che racconta rientra in un quadro che molti ragazzi e adulti affrontano ogni giorno, anche se spesso in silenzio. Da come lo descrive, quello che sperimenta è molto coerente con ciò che chiamiamo Disturbo Ossessivo-Compulsivo. I pensieri che passano per la sua mente (le cosiddette ossessioni) sono idee intrusive, cioè arrivano in modo improvviso, senza che lei li voglia o li scelga. Spesso riguardano temi molto delicati o spaventosi: paura di fare del male, paura di perdere il controllo, dubbi irrazionali su cose normali come il cibo, la sicurezza o le intenzioni altrui. Questi pensieri non hanno nulla a che fare con un reale desiderio di fare del male, ma nascono proprio dall’ansia di perdere il controllo o di poter diventare “pericoloso”, cosa che spaventa moltissimo chi ne soffre. Il fatto che lei provi un forte disagio di fronte a questi pensieri dimostra quanto siano lontani dai suoi veri valori e da ciò che desidera davvero. Per questo chi soffre di DOC spesso mette in atto piccoli rituali o comportamenti di controllo per tentare di calmare l’ansia: come toccarsi per “annullare” un pensiero, o controllare ripetutamente se tutto è in ordine. Queste azioni danno un sollievo solo temporaneo, ma purtroppo rinforzano il circolo vizioso: più si cerca di allontanare o neutralizzare un pensiero, più quel pensiero torna a farsi vivo. Riguardo al senso di distacco che descrive, è qualcosa che può accadere quando l’ansia è molto forte e prolungata: si chiama derealizzazione o depersonalizzazione. È una sorta di meccanismo di difesa del cervello, che quando è sotto pressione e stress continuo tende a “staccare la spina” dalle sensazioni, come se si guardasse la realtà da dietro un vetro. Può dare molta paura, perché sembra di non riconoscere più ciò che si ha intorno o se stessi, ma di per sé non è pericoloso né segno di pazzia. È un sintomo legato all’ansia e all’eccesso di controllo mentale. Quello che sta vivendo merita attenzione e cura, non perché lei sia “sbagliato”, ma perché sta portando avanti da solo un peso molto grande. Il percorso più indicato, in questi casi, è proprio un trattamento cognitivo-comportamentale: attraverso questo approccio si lavora sia sulla comprensione di come funzionano questi pensieri ossessivi, sia su strategie concrete per ridurre l’ansia, smettere di combattere con i pensieri intrusivi e spezzare i rituali di controllo. Spesso questo lavoro viene affiancato anche da un supporto farmacologico, quando indicato, per dare sollievo in modo più rapido e rendere possibile affrontare le paure senza esserne sopraffatti. Non lasci che la vergogna o la paura di essere giudicato la blocchino: parlare con uno specialista, spiegare esattamente ciò che mi ha scritto, è già un passo avanti fondamentale. Un professionista preparato non la giudicherà mai per i contenuti dei suoi pensieri, ma la aiuterà a comprenderne la natura e a imparare a non spaventarsi più. Se sente che la derealizzazione peggiora o se i pensieri diventano troppo invasivi, la invito a non aspettare e a rivolgersi al suo medico di base o a uno specialista per valutare insieme i passi più adatti da fare. Si ricordi che non è solo e che un percorso mirato può portare grandi miglioramenti. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile ragazzo,
La situazione che descrive mi sembra molto carica di sofferenza. Avere a che fare con questi pensieri intrusivi può mettere davvero molte persone in difficoltà ed è consigliabile chiedere un aiuto. Penso sia importante per lei valutare una consulenza professionale, proprio per poter capire se ci sono delle ragioni che determinano questi "ronzii" disturbanti e soprattutto per accedere al trattamento più adeguati per lei, che le permetta di vivere più serenamente. Resto a disposizione.
Cordiali saluti
La situazione che descrive mi sembra molto carica di sofferenza. Avere a che fare con questi pensieri intrusivi può mettere davvero molte persone in difficoltà ed è consigliabile chiedere un aiuto. Penso sia importante per lei valutare una consulenza professionale, proprio per poter capire se ci sono delle ragioni che determinano questi "ronzii" disturbanti e soprattutto per accedere al trattamento più adeguati per lei, che le permetta di vivere più serenamente. Resto a disposizione.
Cordiali saluti
Buongiorno,
Da quello che descrive, i pensieri intrusivi e le sensazioni di distacco dalla realtà (come se fosse “sfocata” o irreale) possono effettivamente rientrare nel quadro di una condizione ossessivo-compulsiva, a volte accompagnata da stati di ansia o dissociazione. Tuttavia, per capire con precisione di cosa si tratta è fondamentale rivolgersi a uno psicologo o a uno specialista della salute mentale.
Il fatto che questi pensieri siano disturbanti per lei e che li riconosca come “estranei” è già un segnale importante, e indica che c’è consapevolezza e desiderio di stare meglio. Proprio per questo, le consiglio caldamente di chiedere un supporto professionale quanto prima: un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio cosa sta accadendo, a ridurre la sofferenza e a ritrovare un senso di equilibrio.
Non è solo, e quello che sta vivendo è affrontabile con l’aiuto giusto. Dr. Giuseppe Mirabella
Da quello che descrive, i pensieri intrusivi e le sensazioni di distacco dalla realtà (come se fosse “sfocata” o irreale) possono effettivamente rientrare nel quadro di una condizione ossessivo-compulsiva, a volte accompagnata da stati di ansia o dissociazione. Tuttavia, per capire con precisione di cosa si tratta è fondamentale rivolgersi a uno psicologo o a uno specialista della salute mentale.
Il fatto che questi pensieri siano disturbanti per lei e che li riconosca come “estranei” è già un segnale importante, e indica che c’è consapevolezza e desiderio di stare meglio. Proprio per questo, le consiglio caldamente di chiedere un supporto professionale quanto prima: un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio cosa sta accadendo, a ridurre la sofferenza e a ritrovare un senso di equilibrio.
Non è solo, e quello che sta vivendo è affrontabile con l’aiuto giusto. Dr. Giuseppe Mirabella
Gentilissimo,
potrebbe trattarsi di un DOC, ma bisogna andare oltre la semplice diagnosi. E' necessario fare una valutazione più approfondita e personalizzata, in modo tale da costruire il Suo profilo di funzionamento e predisporre un intervento mirato.
Cordialmente
Dott.ssa Romano
potrebbe trattarsi di un DOC, ma bisogna andare oltre la semplice diagnosi. E' necessario fare una valutazione più approfondita e personalizzata, in modo tale da costruire il Suo profilo di funzionamento e predisporre un intervento mirato.
Cordialmente
Dott.ssa Romano
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente di mio dottore,
le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia. Dai disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire attraverso l'ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Si affidi ad uno specialista, ed inizi quanto prima un percorso psicologico, vedrà che con il tempo la aiuterà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia. Dai disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire attraverso l'ausilio combinato di psicoterapia e farmacoterapia. Si affidi ad uno specialista, ed inizi quanto prima un percorso psicologico, vedrà che con il tempo la aiuterà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
tutti quelli che lei ha scritto sono pensieri. Sicuramente pensieri intrusivi, ma quelli li abbiamo tutti. Questi diventano ossessioni a seconda della valutazione/interpretazione che ne facciamo (es.: non devo avere questo pensiero). Detto questo: quale emozione suscitano questi pensieri? E aspetto più importante è: come si relaziona lei a questi pensieri? Mette in atto dei rituali per gestire lo stato emotivo causato da tali pensieri? Quanto tempo, eventualmente, la tengono occupata questi rituali?
Ecco, questi sono tutti aspetti da approfondire. Consiglio percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Dott. Giuseppe Salciarini
tutti quelli che lei ha scritto sono pensieri. Sicuramente pensieri intrusivi, ma quelli li abbiamo tutti. Questi diventano ossessioni a seconda della valutazione/interpretazione che ne facciamo (es.: non devo avere questo pensiero). Detto questo: quale emozione suscitano questi pensieri? E aspetto più importante è: come si relaziona lei a questi pensieri? Mette in atto dei rituali per gestire lo stato emotivo causato da tali pensieri? Quanto tempo, eventualmente, la tengono occupata questi rituali?
Ecco, questi sono tutti aspetti da approfondire. Consiglio percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Dott. Giuseppe Salciarini
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