Buongiorno mio marito prende una pastiglia di latuda 74 al giorno.Ma lo vedi spento non ha voglia di

24 risposte
Buongiorno mio marito prende una pastiglia di latuda 74 al giorno.Ma lo vedi spento non ha voglia di fare niente non e mai felice.Cosa si può fare per aiutarlo?Grazie
Gentile Utente,
può succedere che con questa tipologia di farmaco ci si senta più spenti o privi di energia. Le consiglio di confrontarvi al più presto con lo specialista che segue suo marito, per capire se il dosaggio è corretto o per valutare eventuali alternative più adatte. Nel frattempo, la cosa migliore è stargli vicino, con gesti semplici e momenti sereni che possano aiutarlo a sentirsi un po’ meglio. Resto a disposizione, se lo desidera.

Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani

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Dott. Claudio Pieroni
Psicologo, Psicologo clinico
Lecce
Buona sera gentile utente, sarebbe utile per suo marito valutare (se non è stato fatto) un colloquio con uno psichiatra. Cordialmente dr. Claudio Pieroni
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
capisco quanto possa essere difficile vedere una persona cara in uno stato di apatia e mancanza di entusiasmo. Il Latuda (lurasidone) è un farmaco utilizzato per il trattamento di disturbi come la schizofrenia o la depressione bipolare, e in alcuni casi può avere effetti collaterali come affaticamento, apatia o riduzione della motivazione.

Tuttavia, ogni persona reagisce in modo diverso ai farmaci, e questi sintomi potrebbero essere legati non solo alla terapia farmacologica, ma anche alla condizione psicologica di base o a eventuali altri fattori emotivi e relazionali.

Cosa si può fare?

È importante non interrompere né modificare la terapia senza aver prima consultato lo specialista che l’ha prescritta.

Potrebbe essere utile monitorare questi segnali e parlarne con lo psichiatra: a volte un aggiustamento della dose o una terapia combinata può fare la differenza.

Inoltre, può essere molto efficace affiancare al trattamento farmacologico un supporto psicologico o psicoterapeutico, che aiuti a lavorare sulla motivazione, sulle emozioni e sul benessere generale.

Rivolgersi a uno specialista per un confronto approfondito e personalizzato sarebbe molto utile e consigliato, sia per valutare l’efficacia del trattamento in corso, sia per offrire al suo marito un supporto completo e integrato.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dr. Andrea Ferella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Monza
Il farmaco che sta utilizzando suo marito fa parte della categoria dei farmaci Gli effetti collaterali possono variare da persona a persona, ed è possibile che questo principio attivo stia influenzando il suo stato d'animo e la sua motivazione.



Consulti il medico per valutare se il dosaggio o il tipo di farmaco siano adeguati per suo marito. Il medico potrebbe considerare di aggiustare il trattamento o aggiungere altri farmaci per gestire gli effetti collaterali. Valuti inoltre, se non lo ha già fatto, di intraprendere anche una psicoterapia che potrebbe aiutare suo marito a gestire meglio i sintomi e a migliorare la sua qualità di vita.

Cordiali saluti
Salve , riguardo informazioni farmacologiche può rivolgersi al vostro medico curante o al professionista che ha prescritto la terapia.
Magari potrebbe valutare la possibilità di parlarne anche con uno psicologo per considerare la possibilità di intervenire parallelamente anche così.
Buone cose, dott.Marziani
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Comprendo molto bene la sua preoccupazione e la fatica emotiva che comporta vedere una persona amata spegnersi pian piano, come se una parte della sua vitalità fosse stata messa in pausa. Mi colpisce la sua domanda, perché in poche righe emerge tutto l’affetto, la premura e anche l’impotenza che si possono provare quando si ha accanto qualcuno che sembra non riuscire più a trovare interesse e piacere nelle cose di tutti i giorni. Quando una persona appare sempre priva di energia, apatica, disinteressata e non prova più gioia, ci troviamo spesso davanti a sintomi che possono far parte di una condizione depressiva o di un disturbo dell’umore che non è completamente compensato. Naturalmente la terapia farmacologica è un tassello importante e su questo è essenziale che il medico o lo psichiatra di riferimento verifichi periodicamente l’efficacia e la tollerabilità del farmaco, perché ogni persona può rispondere in modo diverso e ciò che per alcuni funziona bene per altri può portare effetti collaterali o appiattimento emotivo. Accanto alla cura farmacologica, però, spesso è molto utile un supporto psicologico. Un percorso con uno psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale può fare davvero la differenza, perché permette di lavorare su come i pensieri, le emozioni e i comportamenti si intrecciano nel mantenere questo stato di chiusura. A volte la persona depressa non ha la forza di riprendere da sola le attività che prima la facevano stare bene e si chiude in un circolo vizioso: meno fa, meno desidera fare, meno sente di poter fare. Un percorso di psicoterapia può aiutare a rompere questa spirale, introducendo piccoli obiettivi graduali, attività piacevoli, strategie per ridurre i pensieri negativi e progressivamente riattivare la voglia di vivere. In questo lei, come moglie, può fare tanto ma con delicatezza. È importante non forzare, non insistere in modo pressante perché la persona depressa non ha semplicemente bisogno di sentirsi dire che dovrebbe “reagire”, ma di percepire di non essere sola nel buio. Può provare a coinvolgerlo in piccole cose, senza porre troppe aspettative: una breve passeggiata, cucinare insieme, guardare un film, uscire per un caffè. Anche se all’inizio lui rifiutasse, sapere che lei c’è e che non giudica ma comprende è già una forma di cura preziosa. Se non lo sta già facendo, può valutare di parlare apertamente con il suo medico o con lo specialista che segue suo marito, condividendo queste sue osservazioni: a volte anche un lieve aggiustamento della terapia o l’introduzione di un sostegno psicologico possono cambiare molto. È importante che non si senta sola in questo compito: la depressione, o un forte appiattimento dell’umore, non sono colpe di chi ne soffre né di chi sta accanto. Sono condizioni che possono essere affrontate, ma serve un lavoro di squadra dove famiglia, medico e terapeuta collaborano insieme. Non perda la speranza e non dimentichi, nel frattempo, di prendersi cura anche di se stessa: per stare accanto a chi soffre serve molta energia e non va trascurata la propria serenità. Se lo desidera, può trovare uno spazio di ascolto anche per lei, per parlare di come vive questa situazione e avere sostegno su come affrontarla senza sentirsi schiacciata. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Valerio Ancis
Psicoterapeuta, Psicologo
Assemini
Gentile Utente,

Un percorso di terapia mirato alla comprensione di cio' che non rende felice Suo marito aiuterebbe di certo, tuttavia deve partire da Lui la voglia di iniziare questo percorso. Saluti
Dott.ssa Francesca Sieli
Psicologo, Psicoterapeuta
Palermo
Buongiorno, il lurasidone è un farmaco appartenente alla famiglia degli antipsicotici. Le consiglierei una visita neurologica e psichiatrica se è da più di 6 mesi che non è controllato e probabilmente Suo marito avrebbe bisogno di modificare dosaggio e/o terapia. In seguito alla stabilizzazione dei sintomi tramite farmacoterapia Le consiglio di far iniziare a suo marito una psicoterapia, per supportarlo sotto il profilo emotivo/relazionale.
Spero di esserLe stata di aiuto.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Francesca Denaro
Psicologo, Psicologo clinico
Prato
Così con queste poche informazioni è difficile capire e dare una risposta. Innanzi tutto c'è da capire perché prende latuda , da quanto tempo. Detto ciò, quello che potete fare insieme è andare per una consulenza di coppia e/o familiare e capire insieme da dove iniziare
Dott.ssa Aurora Ciervo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
può accadere che farmaci come il Latuda provochino un senso di apatia o una riduzione dell’energia. In questi casi è importante parlarne quanto prima con il professionista che segue suo marito, così da verificare se la terapia in atto è quella più adatta o se è necessario fare degli aggiustamenti. In parallelo, potrebbe essere utile considerare anche un supporto psicologico che possa affiancarlo nel comprendere meglio ciò che sta vivendo e aiutarlo a ritrovare un maggiore benessere emotivo.
Cordialmente
Dott.ssa Aurora Ciervo
Dott.ssa Mara Di Clemente
Psicologo, Psicologo clinico
Guidonia Montecelio
Salve, essendoci una terapia farmacologica in corso, una prima ipotesi può riguardare qualche effetto legato al Latuda, è perciò opportuno contattare lo psichiatra di riferimento per un controllo (così che possa verificare le dosi e/o gli eventuali effetti collaterali e qualora lo ritenga opportuno possa effettuare delle modifiche) e al contempo può rivolgersi ad uno psicoterapeuta che può invece vagliare altre ipotesi non legate al farmaco.
Cordiali saluti
Dott.ssa Mara Di Clemente
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Buonasera,
comprendo la sua preoccupazione. La sintomatologia che descrive, apatia, mancanza di motivazione e assenza di gioia, può essere legata a diversi fattori, compresi gli effetti collaterali della terapia farmacologica. Le consiglio vivamente di consultare lo psichiatra che segue suo marito per una valutazione approfondita: potrebbe essere necessario rivedere il dosaggio del Latuda o considerare un'integrazione terapeutica. Un intervento mirato, in collaborazione tra psichiatra e psicoterapeuta, magari con l’ausilio della mindfulness, può fare la differenza nel favorire il benessere globale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Questa domanda dovrebbe porla al medico che le ha prescritto il farmaco
Dott. Marco Cenci
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, sicuramente fare attività fisica potrebbe aiutare, ma bisogna prima valutare con un medico se quella dose va bene grazie
Dott.ssa Virginia Banfi
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Buongiorno,
suo marito assume uno psicofarmaco per la schizofrenia, quindi potrebbe chiedere consiglio allo psichiatra o allo psicoterapeuta se egli sta seguendo una terapia.
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
gentilissima, grazie per la condivisione innanzitutto! Credo che intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutare suo marito ad esternare il disagio che sta vivendo, individuando così insieme allo specialista delle strategie funzionali per affrontarlo! resto a disposizione,
cordiali saluti
AV
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, dovreste sentire il parere di uno psichiatra per valutare una terapia adeguata o modificare quella che sta seguendo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Emanuela Solli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Frosinone
Quando si nota un cambiamento così marcato nel modo di essere di una persona cara, è naturale sentirsi in difficoltà e desiderare di fare qualcosa per sostenerla. Il fatto che tu stia osservando in lui una mancanza di interesse, vitalità e gioia potrebbe essere un segnale che merita attenzione, soprattutto se queste sensazioni persistono da tempo. Alcuni trattamenti farmacologici possono influire sull’energia e sul tono dell’umore, ma ogni caso è diverso e richiede una valutazione attenta da parte di chi lo ha in cura.

Accanto alla terapia medica, esistono percorsi psicologici che possono aiutare a ritrovare motivazione e coinvolgimento nelle piccole cose quotidiane. A volte è proprio il supporto affettivo di chi sta accanto a fare la differenza, aprendo la strada verso un cambiamento più profondo. Se senti che potrebbe essere utile parlarne con chi si occupa di benessere psicologico, possiamo farlo insieme, anche solo per orientarti meglio in questo momento.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

la inviterei a parlare con il suo psichiatra, figura più indicata ad accogliere ed orientare la sua richiesta.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Marco Lenzi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
Suo marito è seguito da uno psichiatra ma sta facendo anche psicoterapia?
Se la risposta è no, le consiglio di fargli intraprendere un percorso, in quanto la sola farmacoterapia non è sufficiente a risolvere il problema di umore.
Infatti, uno psicologo lo aiuterà ad andare in profondità della situazione individuando le cause del problema e dandogli gli strumenti per gestire la sua condizione.
Inoltre, gli fornirà supporto emotivo per la situazione e lo accoglierà in uno spazio protetto privo di giudizio.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Dott.ssa Arianna Poncetta
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
le consiglio di rivolgersi ad uno psichiatra che possa analizzare bene la situazione per poter avere una risposta specifica al suo caso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Arianna Poncetta
Salve utente, intanto che cosa potrebbe fare lei per aiutare... se stessa?
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, per quanto riguarda il farmaco, le consiglio di confrontarsi direttamente con il medico che ha prescritto la terapia, in modo da ricevere indicazioni personalizzate e adeguate alla situazione clinica di suo marito.
Inoltre, le suggerisco di valutare la possibilità di affiancare al trattamento farmacologico un percorso di supporto psicologico. Secondo la letteratura più recente, questo approccio integrato favorisce un miglioramento più profondo e duraturo, poiché i farmaci agiscono principalmente sui sintomi, mentre il supporto psicologico lavora sulle cause e sui meccanismi sottostanti.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Luca Mazzoleni
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la sua situazione. La schizofrenia può essere trattata anche sul versante psicologico e non solo farmacologico: le consiglio di proporre a suo marito di intraprendere un percorso con un professionista di modo da migliorare la sua situazione e sondarne i sintomi.
Le auguro il meglio.
Luca Mazzoleni

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