Buongiorno, mio marito dopo anni di ludopatia (dipendenza della quale non ero assolutamente coscient

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Buongiorno, mio marito dopo anni di ludopatia (dipendenza della quale non ero assolutamente cosciente) ha deciso di affidarsi ad un gruppo per uscirne. Devo dire che, salvo probabili ricadute che so essere frequenti, non vedo più segnali che mi facciano pensare che abbia ricominciato. Ha, come immagine rete, chiesto soldi ai suoi genitori, ai miei, ed ha subito umiliazioni personali in ogni ambito... Io collegavo tutto al fatto che il suo lavoro non processe bene (agente immobiliare).. In realtà poi, dopo essersi speso tutti i soldi che avevo sul mio conto, ha deciso di andarsi a curare. Il problema è che, quando finalmente potevamo respirare economicamente (visto che intanto aveva iniziato anche a lavorare bene), ha pensato bene una sera (aveva bevuto un po') di dirmi che non mi ama più e che voleva trovarsi un'altra sistemazione in zona per provvedere a nostro figlio (ha sei anni) Noi siamo insieme da ben 17 anni e ovviamente il rapporto, visti i continui problemi, ammetto fosse passato in secondo piano... Nonostante tutto dopo un mese è ancora a casa e i rapporti sono civili. La cosa che mi fa pensare è che evita sia la sua famiglia che i miei genitori. Proprio le persone che lo hanno aiutato in quegli anni atroci. Ho parlato con la persona che lo segue nel gruppo ogni mercoledì, e mi conferma che spesso che inizia un percorso del genere poi ha questa reazione proprio verso chi lo ha sostenuto ma anche umiliato in quegli anni.... E mi consiglia solo di farlo sentire in famiglia. Per ora vivo di ansia ma riesco a tenere la tranquillità in casa, con molto sacrificio... E mi da anche la netta impressione che in tutto questo sia confuso e parecchio.. Cerco di dargli meno incombenze possibili e in casa quando rientra mi faccio vedere sorridente e tranquilla, anche è soprattutto per mio figlio, e devo dire che la cosa sta portando almeno pace... Ma come immaginerete mi chiedo continuamente di che morte dovrò morire, se questa sua reazione è davvero data dal fatto che il suo riscatto coincida con me che gli ricordo quei momenti... E vivo con l'ansia nella speranza che tutto rientri.. A voi è capitato di sentire di qualcuno che abbia avuto questa reazione? È giusto che mi comporti così con lui dandogli spazio? Tenete conto che oltre al lavoro non esce la sera, a parte quando va nel gruppo, e non vedo segnali che possano farmi pensare ad un'altra. Me lo direbbe o comunque lo capirei se mentisse, quando gli è stata fatta la domanda diretta.. Vi prego aiutatemi...
Gentile utente, non è infrequente che in coloro che hanno sofferto di una dipendenza per anni vi sia una rimessa in discussione globale delle proprie scelte una volta che si intraprende un percorso di cura.
A volte questo passaggio coincide con un drastico cambiamento di vita, qualora le scelte che contraddistinguono quest'ultima fossero gravemente determinate dagli stessi meccanismi patologici che innescavano e mantenevano la ludopatia. Non mi arrogo la presunzione di affermare se questo è il suo caso, ma è assai probabile che stia rimettendo comunque in discussione se stesso e ci vuole un pò di tempo per arrivare a un dunque, soprattutto se questa auto-riflessione mancava da anni: a volte ci si sente inondati da tutto ciò che si era accantonato.
L'unico consiglio che mi sento di dare, è quello di mantenere aperta la comunicazione, che sia il più possibile chiara e assertiva e, soprattutto, di iniziare lei stessa una riflessione sul significato che questa relazione ha per lei.

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Gentile signora, la situazione che state vivendo è decisamente delicata perché quando un membro della famiglia ha problemi di ludopatia tutto il nucleo famigliare ne risente, non basta che lui si curi. Credo che anche lei abbia bisogno di supporto, da come scrive sembra avere una buona capacità di analisi e riflessione ma ci sono anche ansia, paure. Mi sento di consigliarle di cercare uno psicologo che utilizzi l'approccio sistemico relazionale e poi assieme allo psicologo valutare l'idea di fare qualche seduta con suo marito. l'importante è che lei si chiarisca con se stessa e che lei e suo marito comunichiate nel modo più aperto possibile. Un caro saluto
Buonasera. Dalle sue parole ciò che mi tocca più profondamente è stata la forza con cui è stato possibile proteggere il bambino, ma anche la volontà di stare al fianco del coniuge. Tutto il sistema familiare allargato (genitori e suoceri) si è mosso. per attutire e tamponare. Oggi però suo marito porta sul tavolo un altro elemento ma, da quanto si legge, l'ha fatto una volta che aveva bevuto un po'.... Ciò che va affrontato è probabilmente il significato che ognuno di voi da' alla relazione di coppia. Una relazione lunga, intensa, vera che probabilmente necessita di uno spazio e di un tempo dedicati per poter prendere la direzione più giusta.
Salve, sì la ludopatia è una brutta dipendenza che sconvolge l'intera famiglia sia a livello psicologico che economico. Suo marito dopo il suo lavoro psicologico su di sè forse ha preso coscienza di tante situazioni che lo hanno portato a mettere in atto tanti errori.
L' allontanamento dalle persone che lo hanno aiutato, è da capire, molto probabilmente gli ricordano la sua dipendenza e tutto ciò che ha arrecato di negatio a sè stesso e alla famiglia. Inoltre ha sentito il bisogno almeno a parole di allontanarsi da lei, anche se è rimasto in casa. Forse sarebbe bene, se suo marito è d'accordo, eseguire una terapia di coppia per poter elaborare insieme, casa è successo nella coppia e perchè c'è stato questo allontanamento nonostante le cose vanno meglio e lui ha trovato un buon lavoro, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve. Suo marito sta faticosamente uscendo da una dipendenza. Accade molto spesso che in queste fasi si metta in atto una forma di "Contro Dipendenza" ovvero una forma di ribellione verso quei legami (anche quelli sani) che hanno contraddistinto la fase precedente. detto questo immagino che tutto ciò debba essere capito ed elaborato nei giusti contesti. mi dmando se suo marito in questa fase sia disponibile ad una terapia di coppia. Cordiali Saluti. Dottor Grilli
Salve signora, da quello che scrive suo marito sta mettendo in discussione tutta la sua esistenza, normale reazione in una persona che sta cercando di superare problemi di omeopatia. La ludopatia è un problema che coinvolge tutta la famiglia e tutti gli aspetti della vita del soggetto che ne è coinvolto. Quello che le posso suggerire è di cercare anche lei un sostegno psicologico affinché possa trovare uno spazio dove elaborare i suoi vissuti. Spesso per i familiari viene proposto anche un gruppo di sostegno parallelo. Spero di essere stata utile se ha altre domandecla invito a ricontattalo.
Buongiorno Signora, leggendo le sue parole colgo ed immagino la sua immensa fatica nel aver vissuto, questi ultimi anni, cercando di supportare, comprendere suo marito e la ragioni del suo malessere, sfociato nella ludopatia. Continua a farlo oggi, mentre il suo compagno, da 17 anni, ha deciso di provare ad affrontare il problema di dipendenza e guardarsi dentro, rimettendo in discussione un po’ tutto, anche la vostra relazione (sebbene vi abbia appena accennato esplicitamente, adiuvato dai “fumi dell’alcool” e perseveri invece un ritiro, un evitamento come legittimamente lo percepisce lei, dai suoi legami storici). Questo momento estremamente delicato potrebbe offrirvi l’occasione di incontrarvi nuovamente, a partire dalla condivisione di ciò che avete vissuto separatamente in questi ultime fasi della vostra storia, per decidere se progettare o meno il vostro futuro insieme, a carte scoperte.
Propongo una terapia di coppia
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Che si nascondono
Nella mebte
Buonasera,

attraversare "il tunnel" di una dipendenza ed uscirne, significa rimettere in discussione gran parte della propria vita.
La dipendenza, infatti, si prende l'identità della persona come fosse un surrogato e consuma tutto quello che ad essa è collegato.
Quando ci si riappropria di questa identità è come se ci si sentisse derubati, dunque confusi e spesso l'unico appiglio sono proprio le persone che hanno concesso una spalla, un aiuto, un sostegno, sono loro ad essere messe in discussione.
Al di là del percorso di suo marito, tuttavia, che prosegue ed è seguito da operatori del settore, mi chiedo come possa sentirsi lei, dopo questa battaglia estenuante che ha richiesto di scendere a compromessi faticosi per lei come persona oltre che per la coppia.
Perchè non intraprendere un percorso di sostegno? Uno spazio che possa essere solo suo, nel quale potrà sfogarsi ed essere accolta e non più accogliere soltanto, come le è stato "richiesto" fino ad ora.
Spesso, quando accadono eventi così dirompenti e traumatici, la coppia regge proprio perchè entrambi i membri iniziano un percorso di psicoterapia, mettendosi in discussione e riconoscendo di non essere più le persone che erano prima.

Un caro augurio.
Dott.ssa Elisabetta Giuli
Buongiorno, leggo le sue parole e vedo che è in una situazione complessa in cui si fa carico di tanto.Sicuramente adesso suo marito è in un momento di ristrutturazione interiore, che può essere passeggero o meno. quello che traspare è che però vive una vita di preoccupazione centrata su suo marito.
spesso il supporto a chi supporta, in questo caso a lei, è essenziale sopratutto per reggere gli sbalzi e i cambiamenti che la persona sofferente vive, per evitare di farsi travolgere emotivamente, vivendo più serenamente il cambiamento che si sta vivendo.
Per comprendere meglio la situazione potrebbe confrontarsi con i referenti medici e\o psicologi del gruppo che hanno in cura suo marito.
Buongiorno Signora,
quando ho letto la Sua richiesta, la prima domanda che mi è venuta in mente è: "ma Lei ama ancora quest'uomo?".
Le chiedo questo in quanto, dopo aver attraversato la ludopatia e ora che ha intrapreso un percorso di cura in gruppo, non sarà sicuramente più lo stesso uomo di cui si è innamorata inizialmente...e nemmeno Lei è la stessa donna.
Le faccio i miei complimenti per la forza e la motivazione con cui ha affrontato e affronta la situazione, proteggendo in primis vostro figlio. Ma parla anche di paure e ansie: perchè non intraprendere anche lei un percorso di supporto che le permetta di vedere e rivedere la Sua e Vostra vita insieme e permetterLe poi di decidere sulla base di una scelta consapevole, che possa andare bene ad entrambi.
La saluto caramente e rimango a disposizione per qualsiasi cosa.
Salve, dalle sue parole si comprende come questi siano stati anni difficili e dolorosi, in cui ha dovuto navigare in acque burrascose, sempre pronta a fronteggiare le possibili tempeste in arrivo. Ora che le acque sembrano essersi calmate, le consiglierei di concedersi uno spazio personale in cui poter "ritrovare sé stessa", risignificare il passato e comprendere lei per prima che strada percorrere nel futuro. Un saluto, Giuditta Sestu
Buonasera Signora, mi sembra che la sua famiglia sia stata sottoposta a delle prove che hanno affaticato probabilmente tutti i suoi componenti ma sicuramente in particolare Lei che ha svolto attività di contenimento e supporto.
E' difficile fare ipotesi sulle motivazioni che spingono ora suo marito ad allontanarsi, ma sicuramente potrebbe essere Il momento giusto, per Lei, di rivolgersi ad un terapeuta per un percorso di sostegno e rielaborazione di un vissuto così pesante.
Attraversare periodi di crisi del genere trasforma tutti e non è facile tornare alla vita precedente in maniera semplice e spontanea.
Cordiali saluti.
Buonasera.
Percepisco la tua sofferenza in questa situazione. Credo potrebbe essere utile parlare con uno specialista, uno psicologo che possa sostenerti e aiutarti a capire non solo come aiutare lui, ma soprattutto come fare per stare meglio tu.
Le relazioni di coppia sono sempre un ingranaggio complesso e se uno dei duo non sta bene la coppia ne risente. Far finta che tutto vada bene potrebbe non essere la soluzione migliore.
Le auguro il meglio.
Buonasera, le dipendenze in generale sono un problema anche per i propri famigliari, da quello che leggo capisco che suo marito viene meno alla funzione affettiva della famiglia e in generale “il giocatore” occupa la mente e gli impegni di tutti coloro con cui vive, lei dimostra una buona capacità di reazione a questa situazione, tenga presente che la buona riuscita della terapia di suo marito dipende anche dal sostegno della famiglia che non lo bbandona, in questo caso lei. Le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta sistemico-relazionale per intraprendere un percorso insieme a suo marito incentrato sulla coppia. Cordiali saluti
Dott. Errico G.
Pazienza, pazienza, pazienza.. purtroppo è lo strumento piu usato per i casi di dipendenza (lodopatia compresa)... Una terapia di supporto aiuterebbe lei a sopravvivere a questa fase e a vivere nella fase sucessiva sia che suo marito si allontani sia che rimanga con lei.
Non demorda se i suoi sentimenti verso di lui sono ancora accesi.
Buona Vita Dott. Stefano Zenaboni
Gentile utente, la storia personale che lei racconta appare carica di sofferenza sia per lei che per il suo coniuge. Entrambi, pur nelle difficoltà, da quello che scrive siete riusciti a sostenere e proteggere il vostro nucleo famigliare e le vostre capacità genitoriali. Superato l'elemento della dipendenza, sembra essere emersa l'importanza di comprendere le dinamiche relazionali tra lei e suo marito non solo come genitori, ma come coppia coniugale. Mi colpisce molto, nel suo intervento, il fatto che lei con grande devozione e affetto ponga in primo piano il benessere di suo marito e lasci solo trasparire le sue stesse sofferenze. In proposito, le suggerirei di consultare uno psicoterapeuta per valutare se possa essere utile per lei un sostegno in questa fase e, soprattutto, uno spazio che sia tutto suo. Cordialmente, Dott.ssa Salustri
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Salve, ha mai pensato di intraprendere una terapia di coppia? Potrebbe aiutarvi a trovare un equilibrio migliore.
La ludopatia è una dipendenza complicata purtroppo, ma se ne può uscire.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Carissima, troppo spesso i riflettori vengono accesi solo sulle persone portatori di una patologia. Credo tuttavia che tutto il sistema familiare ne risenta quando un membro attraversa un periodo di fatica. Le sue parole mi hanno stretto una morsa allo stomaco, fare quello che fa e tenere tutto dentro deve avere un prezzo molto alto in termini di energie. Il segreto è non dimenticarsi dei familiari. Trovi uno spazio, meglio se in compagnia di un professionista che la aiuti a dare un significato a quanto sta attraversando, in cui depositare il suo dolore e le sue personali fatiche, in cui lasciare andare e lasciarsi andare, anche solo per poco.
Se desidera contattarmi, a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Manara Alessia
Salve, il mio consiglio è di parlare con suo marito e di provare ad affidarsi ad un terapista di coppia. Affrontare un percorso insieme potrebbe portare dei risultati.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Gentile signora,
leggendo le sue parole ho colto anzitutto il clima di estrema incertezza in cui si è trovata a vivere negli ultimi anni insieme a tutta la sua famiglia. Posso immaginare la sua fatica nell'affrontare questa nuova crisi dei suoi legami significativi, che ancora una volta le appaiono a rischio di una definitiva rottura. Il mio consiglio è quello di trovare uno spazio per sè che possa aiutarla nel fare chiarezza rispetto alla posizione che occupa all'interno del suo sistema familiare e alle emozioni che prova. Ciò le consentirà di affrontare questo momento in maniera più consapevole, di fare le scelte che sentirà maggiormente sue, di offrire eventualmente anche a suo marito la possibilità di uno spazio di terapia e di confronto condivisi.
Resto a sua disposizione e le mando i miei migliori saluti.
Dott.ssa Roberta Sala
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Esistono gruppi di supporto anche per parenti, familiari e amici di persone con ludopatia. Sarebbe utile potesse confrontarsi con chi sta passando o ha passato situazioni simili alla sua. Un caro saluto.
Buonasera, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Mi sento di proporre a lei uno spazio di supporto e di accompagnamento in un momento così difficile della sua storia famigliare. Credo sia importante dare attenzione e spazio alle sue paure e alle sue fatiche.
Rimando a disposizione, RN
Grazie per la sua condivisione e il pensiero di cura che lei sta rivolgendo a suo figlio e se stessa. Proprio ora che i problemi principali sono rientrati, è fisiologico che lei senta tutta la stanchezza e l'esaurimento di energie che tutta questa vicenda e la lotta che ha comportato le hanno risucchiato completamente. Lei ha dimostrato veramente di amare suo marito e di tenere a all'integrità della famiglia ma ora è bloccata dalla paura e dal trauma.
Anche se la situazione oggi è in ripresa, lei si sente insicura circa la tua effettiva guarigione e la tua affidabilità.
Certo comprendo il suo dolore e il suo smarrimento, ma ora non è proprio il momento di lasciarsi andare.
Io le direi di accogliere questa sfida indiretta proponendo a suo marito colloqui di coppia dopo aver indagato con lei delle strategie che le facciano vivere più serenamente questo momento così complesso.
Restando a disposizione le porgo cordiali saluti. Dott.ssa Bachiorri Sara disponibile on-line e in presenza a Milano Terni e Perugia
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Buongiorno, ho letto con attenzione la sua richiesta e mi sento innanzitutto di dirle che sta affrontando una situazione molto complessa. La ludopatia, come tutte le dipendenze, sono disturbi da cui è molto difficile uscire e si attraversano diversi passaggi, quello che sta attraversando suo marito probabilmente è uno di questi. Non è possibile prevedere il suo comportamento, pertanto concentrarsi sull'immaginare i possibili scenari rischia per lei di essere una fonte di stress. Mi sento piuttosto di suggerirle di occuparsi di lei, provando a pensare se non sia il caso di intraprendere un percorso di supporto psicologico al fine di avere uno spazio in cui possa portare le sue fatiche, riflettere sulla vostra storia di coppia e orientare il suo comportamento nel modo che più possa far stare bene lei e il vostro bambino.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Brunella Mobrici
Disponibile a Legnano in presenza o on-line
Buongiorno gentile Utente, le sue parole trasmettono una forte carica emotiva legata al senso di insicurezza e tensione che immagino stia vivendo. Sicuramente la situazione è complessa e sarebbe da esplorare le attribuzioni di significato che vengono date alla relazione dalla coppia. Riguardo alla domanda posso dirle questo genere di reazioni è molto comune in chi ha sofferto e/o soffre di dipendenze. Il mio consiglio per superare questa situazione è di comunicare all'interno della coppia e se accolto condividere uno spazio moderato da un professionista, che faciliti questo avvicinamento e riallineamento. Per gestire il turbamento che sta vivendo in questo momento, potrebbe trarre molto beneficio anche da un percorso di sostegno individuale.
Con l'augurio di superare questo stato di malessere, la invito a non esitare a contattarmi per ulteriori consigli o per una consulenza. Resto a sua disposizione e le porgo cordiali saluti.
Dott. Luca Vocino
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Gentilissima utente, la ringrazio di condividere questo momento così difficile.
Mi dispiace molto sentire la tua situazione e capisco quanto tu stia soffrendo. È sicuramente difficile capire le reazioni di una persona che sta combattendo con una dipendenza e che sta cercando di risollevarsi. È abbastanza comune che durante questo processo la persona possa sentirsi confusa e isolata, e potrebbe manifestare reazioni inaspettate come quella che stai vivendo tu con tuo marito.
È importante che tu continui a essere presente per lui e a sostenerlo, ma allo stesso tempo è fondamentale che tu mantenga la tua salute mentale e il benessere tuo e di tuo figlio. Se la situazione diventa troppo difficile da gestire da sola, potresti valutare la possibilità di cercare supporto da parte di uno psicoterapeuta o di un consulente familiare.
Ricorda che il percorso di guarigione di tuo marito sarà lungo e complicato, e che potrebbero esserci alti e bassi lungo il cammino. Cerca di rimanere calma e di prenderti cura di te stessa e di tuo figlio. Spero che con il tempo le cose possano migliorare e che tu possa trovare la pace che meriti. Sono qui se hai bisogno di parlare o di cercare ulteriori consigli. Ti auguro tutto il meglio. Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Gentile utente, la sua storia è intrisa di dolore e della speranza che questo dolore passi prima o poi. Mi dispiace dirle che se non si era accorta prima del problema di suo marito, potrebbe non accorgersene adesso: chi soffre di dipendenza, è molto abile nel tenerla nascosta. Questo non vuol dire che suo marito sia una brutta persona, vuol dire che suo marito è affetto da una malattia che lo tormenta e che deve curarsi. Detto ciò, lei è una madre e anche se pensa di tenere ben nascosto tutto (come ha fatto suo marito), i bambini avvertono tutto e sentono tutto, soprattutto a sei anni. Pensi al bene di suo figlio e al suo e le cose andranno di conseguenza; non si può vivere nella speranza che le cose cambino magicamente prima o poi. E' importante che prenda in mano la situazione e che metta il benessere suo e di suo figlio al primo posto. Chieda aiuto, sarà dura all'inizio, ma i risultati si vedranno e ne sarà contenta realmente, non con l'ansia della speranza. In bocca al lupo.
dott.ssa Floriana Ricciardi

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